Il senso dell’Italia bipartisan per la guerra

di Anthony Muroni – 09/09/2013
Se un dubbio poteva essere rimasto, a dissiparlo ha provveduto il presidente del Consiglio Enrico Letta. Prima ha schierato l’Italia, senza chiedere nemmeno uno straccio di autorizzazione al Parlamento, tra gli otto Paesi (altri dieci, tra i venti riuniti a San Pietroburgo, si sono rifiutati) che si candidano a sostenere acriticamente l’azione che Stati Uniti e Francia preparano ai danni della Siria.

Poi, con quella sua aria da professorino, concentrato e salvifico, se n’è uscito con una dichiarazione dal grande significato rivelatore: «Una cosa è certa: l’Italia starà sempre dalla parte di chi considera l’utilizzo delle armi chimiche come un crimine contro l’umanità». E meno male, viene da dire.
Le altre armi, da quelle all’uranio impoverito, alle bombe a grappolo, dai missili “intelligenti” a quelli chirurgici (delle quali i “liberatori” della Siria, gli stessi che hanno recentemente regalato un presente di grande serenità e democrazia a Egitto, Libia e Tunisia, faranno presto largo uso), sono invece equiparabili alle caramelle in vendita nelle bancarelle della festa paesana.

Letta, lo sanno tutti, è un democratico enfant prodige, di grande intelligenza e arguzia. Dunque lui sa per certo, in quanto illuminato, chi è stato materialmente a utilizzare armi chimiche in Siria. Obama gli ha chiesto di fidarsi della parola degli americani («è stato Assad, c’è un’intercettazione telefonica satellitare del Mossad che ce lo fa credere») e all’Italia bipartisan dell’anno 2013 questo basta.
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Il senso dell’Italia bipartisan per la guerraultima modifica: 2013-09-09T22:40:00+02:00da davi-luciano
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