IL RUOLO DI ASKATASUNA

Da: “Il Fatto” del 06-SET-2013

TORINO, CONFERMATI DAL GIP GLI ARRESTI DI DUE MILITANTI PER IL  MATERIALE ESPLOSIVO. CASELLI: “È EVERSIONE” 

di Giampiero Calapà 

 
Le condotte illecite accertate
dimostrano un notevole salto di qualità criminale che gli indagati hanno inteso compiere. Ogni misura meno afflittiva si ritiene che verrebbe facilmente elusa da soggetti che intendono continuare a perseguire, anche con la violenza estrema, i loro programmi politici”. Con queste parole il gip Giuseppe Marra convalida l’arresto di Davide Forgione, 21 anni, e Paolo Rossi, 26 anni, vicini al centro sociale torinese
Askatasuna, per il trasporto di materiale da impiegare in un attacco armato al cantiere Tav, da mortai artigianali a bombe carta. Ecco l’evoluzione eversiva del movimento No Tav, spiegata nell’ordinanza:
“Notevole salto di qualità criminale” per “commettere attentati diretti a danneggiare cose mobili e immobili destinate alla costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione, nonché alla vita e incolumità delle maestranze e forze dell’ordine che operano nell’area del cantiere Ltf Chiomonte” con “congegni esplosivi che per la loro quantità,
concentrazione, ubicazione e unitamente agli altri oggetti detenuti, sono destinati ad accentuarne la potenzialità e hanno carattere micidiale”. I due ragazzi arrestati una settimana fa sono incensurati, ma “hanno numerose pendenze per vari reati” e Forgione è già stato denunciato per i disordini di Chiomonte del 10 luglio.

  
ANCORA una volta Askatasuna; importante centro sociale di Torino, attivo dal 1996, considerato, come emerge dalle note dei dipartimenti di pubblica sicurezza, vertice dei 
“sodalizi della sinistra extraparlamentare, che operano prevalentemente sotto la sua egida”. Anche e soprattutto in Val di Susa. Askatasuna – 200 militanti in servizio permanente ed effettivo, con una capacità di mobilitazione che può contare 5/600 persone, undici di loro sotto provvedimento cautelare – è una realtà complessa, capace di diventare punto di riferimento per il tessuto sociale torinese nel quartiere Vanchiglia e non solo: la recente occupazione di palazzine del Villaggio Olimpico del Lingotto ha permesso, ad esempio, a 300 migranti somali di avere un tetto sopra la testa. Lo sportello casa, l’asilo e la palestra popolare sono solo alcune delle attività per cui il centro sociale riscuote approvazione e plausi in città. Il Collettivo universitario autonomo è il polo d’attrazione politica per gli studenti.
Ma c’è l’altra faccia della medaglia. Rappresentato dal “patrimonio” antagonista sviluppato in questi anni in Val di Susa insieme ad altri gruppi. A
cominciare dall’altro centro sociale torinese, il Gabrio, un centinaio di aderenti. E l’universo anarchico, più sfuggente e considerato ancora più pericoloso dagli inquirenti.
Torino, la zona nord ovest, corso Vercelli e il quartiere Barriera di Milano, sono un po’ la capitale italiana di questo mondo.

  
A DIFFERENZA di Askatasuna, non organizzato in maniera organica, ma con 200 cani sciolti pronti a cercare lo scontro “senza neppure una visione politica, sbagliata o giusta che sia”, dice a denti stretti un funzionario di polizia.Visione politica riconosciuta, invece, ad Askatasuna, che nel maggio 2012 prese le distanze proprio da Nicola Gay, 35 anni, e Alfredo Cospito, 46 anni. Sui due anarco insurrezionalisti, arrestati per la gambizzazione del dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi a Genova, la posizione di Askatasuna fu durissima: “Nichilisti, narcisi, autistici. Si guarda l’ombelico pensando di fare altro, e magari se lo guarda in televisione, come sta facendo in questi giorni chi ha scritto la rivendicazione”. Intanto, sui siti della galassia Indymedia il
movimento si spacca, c’è chi prende le distanze dall’attacco alla
Geomont di Bussoleno, azienda che lavora al cantiere di Chiomonte. Ma sabato ci sarà una manifestazione  di solidarietà per Forgione e Rossi davanti al carcere Le Vallette di Torino. E sempre su notav.info c’è chi replica: “Negli anni, purtroppo, è spesso successo che atti individuali e di piccoli gruppi in appoggio alla lotta contro il Tav venissero stigmatizzati, anche attraverso notav.info, come provocazioni, come gesti di chi ‘non è della valle né
del movimento notav’. È strano dopo tanti anni di lotta tirare fuori queste questioni: anziché rischiare di sminuire il gesto di qualche coraggioso no tav, difendiamo dalla repressione i nostri compagni nell’unico modo dignitoso possibile. Rivendicando qualunque gesto compiuto contro l’avanzare del mostro Tav”.

  
QUALUNQUE gesto. Come il blocco dell’autostrada, era il 3 agosto scorso. Cinquanta No Tav fermarono un autotrasportatore olandese, chiedendogli anche documenti personali e di trasporto. “È questo il salto di qualità – si sgola inascoltato il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli – che viene sottovalutato: il controllo del
territorio arrogandosi funzioni che la Costituzione democratica affida a istituzioni e autorità pubbliche”.

  IN QUEST’ONDA lunga si colloca per Caselli anche il pestaggio di Milano: Lorenzo Kalisa Minani, 30 anni, già fermato proprio insieme a “compagni” di Askatasuna per scontri a Chiomonte nel 2011 e Simone Di Renzo, 26 anni, arrestati per aver pestato uno studente 27enne, “colpevole” di aver scarabocchiato il manifesto sbagliato nella notte di San Valentino alla Statale di Milano.
“Il fatto – spiega ancora Caselli – conferma che c’è un accorrere in Valle di soggetti che lì fanno palestra, ormai il merito del problema non interessa neppure più. Tutto ciò è consequenziale a quanto accaduto in questi anni. Alcuni gruppi si permettono intimidazioni e attentati sistematici e organizzati alle libertà dei cittadini, in particolare quella di movimento e di lavoro. Questa è eversione”. Un universo, centri sociali, disobbedienti, anarchici, pronto al ritorno a Roma, sabato 19 ottobre, per una manifestazione sul diritto alla casa, già potenzialmente molto pericolosa.

  Twitter @viabrancaleone

TRINCEA
  
Sopra, Gian Carlo Caselli e uno scontro del 2012 in piazza Castello A destra, sede di Askatasuna

TORINO-LIONE
Opera da 14 miliardi di euro, impatto ambientale e proteste

   IL PROGETTO Una linea ferroviaria da Torino a Lione. Una parte del progetto riguarda un tunnel di oltre 50 km scavato nelle montagne fra Susa e Maurienne, in Francia.   L’ACCORDO Nel dicembre 2012 la dichiarazione congiunta firmata dai ministri Corrado Passera e Frederic Cuviller.    COSTI 14 miliardi di euro, di cui 4,3 miliardi per la tratta italiana, 6 miliardi per la tratta francese, 10,5 miliardi per la tratta internazionale. I costi di quest’ultima sono da dividere tra Italia, Francia e Ue. L’Europa contribuisce al 30%, ossia con 2 miliardi di euro.    IL DISSENSO L’impatto considerato devastante sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Per realizzare la galleria sarà necessario scavare nella montagna dove in passato sono state trovate tracce di amianto.

 

IL RUOLO DI ASKATASUNAultima modifica: 2013-09-07T13:18:00+02:00da davi-luciano
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