Segregata, picchiata e costretta al velo dal marito integralista islamico

Miss Boldrini e Kyenge che dicono?

 Segregata, picchiata e costretta al velo dal marito integralista islamico

Il racconto della donna, fiorentina, ora portata con i figli in una località protetta. L’uomo, arrestato, minacciava anche la suocera con un coltello e una scacciacani.Le violenze durate per tre anni

di MASSIMO MUGNAINI

Prima l’ha convinta a convertirsi all’Islam e a sposarsi con lui in Egitto. Poi, rientrati a Firenze, le ha imposto usanze e tradizioni musulmane integraliste e dopo qualche settimana, in preda a una gelosia sempre crescente, ha cominciato a picchiarla selvaggiamente, minacciarla di morte e a tenerla segregata in casa, impedendole di uscire senza di lui e di ricevere i familiari in casa in sua assenza. Un vero e proprio incubo fatto di lividi, soprusi e umiliazioni, quello in cui era precipitata la donna, italiana, 30 anni. Un’inferno scandito dalla shari’a durato oltre tre anni, cui ha posto fine stamani la squadra mobile fiorentina, che su ordine del gip Angelo Antonio Pezzuti e su richiesta del pm Valentina Manuali ha arrestato il marito, un cittadino egiziano di 33 anni con piccoli precedenti alle spalle, lavoratore saltuario nel campo dell’edilizia. Per lui le accuse sono maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate, minaccia aggravata e violenza privata.

Per liberarsi una volta per tutte del consorte integralista e violento, una settimana fa la donna si è fatta ricoverare con una scusa all’ospedale di Ponte a Niccheri: rimasta sola in stanza col medico, si è tolta l’hijab e gli ha mostrato le ecchimosi e i lividi più recenti che l’uomo le aveva provocato. Poi, sciogliendosi in lacrime,  ha raccontato la sua terribile storia anziché addurre come al solito scuse di incidenti domestici. Il marito, nel corridoio insieme ai due figli piccoli della coppia (2 anni il più grande, 6 mesi l’altro, a entrambi sono stati imposti nomi arabi), non si è accorto di nulla. Dai medici ai poliziotti che hanno formalmente raccolto la sua denuncia, poi, il passo è stato breve: gli uomini della questura hanno svolto accertamenti, controllato referti, sentito la vittima. E i suoi genitori, che avevano perfino comprato una casa alla coppia nonostante la figlia, inizialmente, volesse distaccarsi dalla famiglia di origine e avesse lasciato il lavoro proprio su pressioni del marito. Infine gli agenti di via Zara hanno ascoltato il 33enne, che si è però chiuso nel totale silenzio. Ultimo atto del femminicidio sventato, la perquisizione domiciliare nella casa dei coniugi: sono saltati fuori il coltello e la scacciacani con cui ultimamente l’uomo minacciava moglie e suocera. A quel punto la donna è stata portata in una località protetta con i figli, mentre il marito è finito nel carcere fiorentino di Sollicciano.

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/09/03/news/segregata_e_picchiata_per_tre_anni-65817043/

RUPERT MURDOCH E LORD ROTSCHILD: I BARONI PETROLIFERI DELLA SIRIA OCCUPATA

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 DI CHRISTOPHER BOLLYN
therebel.org

Milioni di americani prendono le notizie dalla FOX News, il Wall Street Journal, o attraverso altri organi d’informazione di proprietà di Rupert Murdoch. Generalmente, questi organi d’informazione sono a favore di un’azione militare contro la Siria, ma non informano i loro spettatori e lettori che il signor Murdoch ha investito interessi nella guerra con la Siria.

Rupert Murdoch è comproprietario di una compagnia israelo-americana alla quale è stato concesso il diritto di cercare petrolio nelle alture del Golan – il territorio siriano occupato da Israele. È alquanto amorale che la FOX News non riveli queste informazioni al suo pubblico.

Israele ha accordato i diritti per la ricerca di petrolio all’interno della Siria, nel Golan appunto, alla Genie Energy. Rupert Murdoch e Lord Jacob Rothschild sono i principali azionisti della Genie Energy – la quale si interessa anche di gas da argille negli Stati Uniti e di olio di scisto in Israele. Anche Dick Cheney fa parte del comitato consultivo della compagnia.

Secondo il diritto internazionale, è illegale che Israele accordi diritti di ricerca del petrolio su territori occupati, come scrive Craig Murray nel suo articolo del febbraio 2013, dal titolo “Israele accorda diritti petroliferi in Siria a Murdoch e Rothschild”:
Il tentativo di Israele di sfruttare le risorse minerarie del territorio occupato delle alture del Golan è completamente illegale per il diritto internazionale. Singapore ha fatto causa al Giappone presso la Corte Internazionale di Giustizia per lo sfruttamento del suo petrolio durante la seconda guerra mondiale. Il contenzioso era basato sulla norma internazionale per cui una potenza occupatrice è in diritto di utilizzare pozzi petroliferi già in funzionamento e utilizzati dalla potenza sovrana, al cui posto è subentrata la potenza occupatrice; ma tra le autorità e i precedenti legali non c’è alcun disaccordo sul fatto che la realizzazione di nuovi pozzi – per non parlare delle fratturazioni idrauliche – da parte di una potenza occupatrice è illegale.
Il fatto che Jacob Rothschild e Rupert Murdoch abbiano investito nei tentativi di ricerca di petrolio nei territori siriani occupati suggerisce che siano a favore del rovesciamento del governo Assad di Damasco, in modo da indebolire la Siria e dividere la nazione più o meno alla stessa maniera della Jugoslavia negli anni ’90.

Christopher Bollyn

Fonte: http://therebel.org/
Link: http://therebel.org/index.php?option=com_content&view=article&id=686198:rupert-murdoch-and-lord-rothschild-the-oil-barons-of-occupied-syria&catid=139:bollyn&Itemid=1310&acm=636_685
2.09.2013

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=12275

TRAFFICO DI NEONATI IN UN CAMPO NOMADI DI ROMA

è la loro cultura. Va rispettata che altrimenti è indice di razzismo.

I popoli hanno una esistenza reale che è fatta di sentimenti,di idee e di valori: noi siamo questo.

La propaganda di questo bestiale sistema, egregiamente supportata dalla Kyenge e dalla Boldrini, tende a distogliere il popolo dal darsi di queste preoccupazioni comunitarie e nazionali.

Per impedire a scimmie in cattività di riunirsi in gruppi e di agitarsi portando avanti la sacrosanta battaglia dell’ identità nazionale, che si fa ? Si getta ad ognuna una banana, così si distoglie l’attenzione dal vero problema che è la salvaguardia del nostro popolo, e si fanno concentrare sulla più semplice attività di sbucciare la banana.

Claudio Marconi

Nei giorni scorsi la notizia dalla Francia di un bambino venduto da zingari ad altri zingari per ottomila euro e una BMW d’occasione. Tony, questo il nome del neonato, era stato partorito il 21 luglio all’Hôpital Nord di Marsiglia e venduto in una transazione tra a rom. Come un capo di bestiame.

Gli arrestati sono due fratelli di etnia rom Ilie, 33 anni e Valeriu, 40, padre biologico del bambino. La polizia li ha arrestati a Marsiglia, bloccandoli appena scesi da un traghetto proveniente da Bastia. Oltre a Tony, i due, parte di una organizzazione più ampia con ramificazioni in Italia, hanno venduto recentemente anche un altro bambino, ceduto a una coppia rom di Ajaccio lo scorso maggio, con un terzo neonato “pronto per la vendita” a settembre, sempre a Marsiglia. Arrestati anche gli acquirenti di Tony, Carmen e Mike G. una giovane coppia di nomadi che vivevano in un campo rom nella regione di Marsiglia. La cosa che ha sconvolto gli inquirenti è come tutti gli arrestati ritenessero tale pratica ‘normale’. E’ la loro ‘cultura’ direbbe Boldrini.

La notizia ha messo in evidenza il dramma della tratta di neonati e bambini che ha per basi i campi nomadi e per trafficanti gli zingari. Infatti: se vendono i loro bambini, cosa li frena dal vendere i bambini degli altri? E qui entra in scena un Campo Nomadi comunale di Roma.

I due rom farebbero infatti parte di una organizzazione ‘europea’ con ramificazioni nei diversi campi nomadi presenti nelle città del continente, con radici anche in Italia. Per gli inquirenti francesi infatti, la coppia di trafficanti sarebbe stata pronta a tornare in Romania passando per il nostro paese: più precisamente da un campo nomadi alla periferia nord di Roma.

La rete, infatti, sarebbe molto estesa e i due neonati venduti a Marsiglia solo la punta dell’iceberg di un traffico di neonati. In tutto questo la magistratura italiana è totalmente assente, troppo impegnata ad indagare chi critica la Kyenge su Facebook, per occuparsi di rapimenti e traffico di neonati.

Per questo motivo Giovanni d’Agata, dell’associazione Sportello dei Diritti, ha chiesto l’apertura di un’indagine anche in Italia: «Se non sarà aperta nessuna indagine faremo un esposto alle autorità competenti».

Il grande punto di domanda è: vendono solo i loro figli, o anche i figli degli altri? I campi nomadi sono dei grandi buchi neri dove finiscono molti dei bambini scomparsi, averli nel proprio quartiere è un dramma. Una rete diffusa di illegalità dove un bambino rapito può essere ingoiato per riapparire a centinaia di km. di distanza, camuffato come ‘figlio di rom’ in qualche altro campo nomadi. Non esistono tanto registrazioni, e indagare sarebbe ‘razzista’.

Tratto da: voxnews.info

 

L’Italia galleggia grazie ai nostri nonni evasori | FreeYourMind!

 

Clipped from: http://freeyourmindfym.wordpress.com/2013/09/03/litalia-galleggia-grazie-ai-nostri-nonni-evasori/

3 settembre 2013

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Che l’Italia sia in crisi nera, ce lo ripetono come un mantra ormai da qualche anno. Ogni giorno siamo sull’orlo del baratro. Ogni giorno riceviamo l’estrema unzione. Ogni sera andiamo a letto salutando i nostri cari come se non ci fosse un domani. Eppure, ogni giorno dopo, ci alziamo e ce la caviamo. In realtà, anche piuttosto bene. A sentire i dati estesi all’Europa, l’Italia è nei guai più o meno quanto Grecia, Spagna e compagnia. Ma se Irlanda e Portogallo boccheggiano, se la Grecia è ridotta letteralmente alla fame, se la Spagna ha già vissuto di recente rivolte di piazza… in Italia l’aria da cataclisma imminente non si percepisce affatto.

 Si dice che i detti popolari e le massime della nonna contengano sempre saggezza. In mesi, anni di analisi impegnate sulla crisi economica nostrana, la riflessione più puntuale esce proprio dalla bocca del popolano qualunque. Le rivolte brasiliane, spagnole, greche, qui non le vedremo di sicuro. Nonostante la nostra situazione non si allontani di molto, non è questa generazione che darà il via alle sommosse. Ci toccherà galleggiare ancora un paio di decadi e poi potremo iniziare a sperare nel precipitare degli eventi.

 L’Italia è, lo sappiamo tutti, un paese di risparmiatori. La fortuna del Bel paese è stata la cocciutaggine bigotta tradizionalista dei nostri nonni, che per anni hanno infilato soldi sotto il cuscino nell’ottica del risparmio non a proprio uso e consumo, ma da tramandare a figli e nipoti. Al sud, paradosso, nonostante la disoccupazione e l’economia tutta siano messe peggio, l’aria è più serena. Nonostante ci sia meno lavoro, si vive quasi meglio. La persona che, con 400 euro al mese, mangia, esce e dorme al caldo non è un essere mitologico ma la quotidianità. Questo grazie al nonno che in passato aveva il vizio di investire i risparmi di una vita per costruire case di quattro piani dove potessero vivere in futuro i figli, e i figli dei figli, e i figli dei figli dei figli. Così, il disoccupato meridionale, seppur in difetto di denaro più difficilmente si trova in difetto di mattone, e – con una famiglia vicina in grado di sfamarlo – può godere dei 400 euro puliti puliti per sigarette, aperitivi e hogan.

L’Italia è il paese delle case di proprietà se non addirittura delle seconde case. Quelle che il governo ora colpisce con Imu, Service Tax, proposte Kyenge (quella sulle seconde case) e diavolerie varie. Per allinearci agli standard europei, ci dicono. Ma se la situazione non è ancora precipitata, da noi, è perchè male che vada abbiamo una seconda casa in cui rifugiarci o – sempre male che vada – un’appartamento in eredità i nostri genitori riescono a passarcelo. Grazie anche alla nobile pratica dell’evasione, per cui i nostri saggi nonni truffatori hanno ritenuto più efficace infilare i sopra citati denari sotto il cuscino piuttosto che affidarli allo Stato malfattore. E con l’evasione, ci hanno costruito/comprato case. Quelle che ora ci mantengono a galla.

 La vera domanda è: che cosa sarà in grado, la generazione di oggi, di lasciare alla generazione successiva? Nulla. L’affitto non si tramanda, il contratto a tempo determinato neppure. Tutt’al più, con un po’ di magheggi, qualche debito. Non evadere per affidare i risparmi allo Stato, che li consegna al Fondo Salva Stati, che li regala alle Banche, che li usano per lucrare sul prestito che ti concedono perchè hai bisogno di soldi e non hai risparmi.

 Ancora un paio di decadi di pazienza. E poi la nuova generazione, forse, avrà la fortuna di esser libera di dar via alla rivolta.

 Fonte

 

ATTENZIONE A QUELLO CHE PUBBLICATE SU FACEBOOK – Ecco i rischi che correteIlFattaccio.org

ATTENZIONE A QUELLO CHE PUBBLICATE SU FACEBOOK – Ecco i rischi che correte

Posted on settembre 4, 2013

 I social network sono la “morte” della privacy: guardate questo video nel quale si capisce, meglio che con mille parole, i rischi che correte a pubblicare la vostra vita personale online.

Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org


Venti di guerra nel Mediterraneo

http://www.tgvallesusa.it/?p=2236

WRITTEN BY: VALSUSA REPORT – SEP• 05•13

no muos

Dalla Sicilia nostra corrispondente Daniela Giuffrida

Venti di guerra nel Mediterraneo: voci sempre più pressanti, ufficiali e ufficiose, anche confidenziali, parlano di sottomarini e cacciatorpediniere, di navi d’assalto imbottite di missili Hawk e di altre presenze militari nel mare “nostrum” (che, a quanto pare, “nostrum” non è più dallo sbarco americano sulle coste italiche del 1943).Si paventano possibili immediati attacchi aerei sui territori siriani, altre voci parlano di autorizzazioni “preventive” da parte del Congresso Usa e dei paesi della Nato; la Gran Bretagna dice no, la Francia dice sì…

Su Internet foto di bambini trucidati generano dubbi e illazioni: è stato Assad? I ribelli siriani? E al-Qaeda, in tutto questo che ruolo ricopre? Mentre questo frullato misto di informazioni e smentite ci viene propinato dai media, cosa succede in Sicilia?

Qui si porgono ossequi e fiori a Colombia Barrosse, il nuovo console generale degli Stati Uniti a Napoli, sede sotto la cui giurisdizione ricadono tutte le regioni dell’Italia meridionale e tutto quanto accade in quei territori. La Barrosse, nominata lo scorso 30 luglio al posto di Donald Moore, si è recata a Caltanissetta, questa mattina, dove è stata ricevuta al palazzo di città dal sindaco e dai giornalisti.

Foto ambasciatore Barrose Colombia

Il neo console generale ha rassicurato i siciliani attraverso la stampa presente: ha spiegato loro che il Muos non è pericoloso perché ci sono studi che lo testimoniano (quali?) e lei ,madre di una bambina di 13 anni, mai si sognerebbe di raccontare bugie (sic!).

Italia e Stati Uniti sono due paesi amici” conclude la Barrosse “esistono delle sfide ma queste vanno superate dialogando e, come due paesi amici, risolvendo insieme la criticità”.

In Sicilia gli attivisti continuano a far fronte comune contro il Muos e contro i venti di guerra che minacciano tutto il Mediterraneo. Convinti (secondo noi a ragione) che possibili risposte anti-americane possano interessare le coste meridionali dell’isola e, nello specifico, i territori occupati dalla base militare di Sigonella e dalla stazione NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) di Niscemi dove le parabole del Muos aspettano soltanto di essere issate sui basamenti.

Ancora ieri erano operativi sul territorio siciliano blocchi stradali da parte degli attivisti No Muos. Le grandi gru della ditta Comina Srl, che a gennaio erano entrate alla base dopo che presidi e blocchi ne avevano impedito l’accesso ai cantieri per settimane, hanno lasciato la base senza aver posizionato le tre parabole: che significato attribuire al mancato completamento dei lavori?

Mentre Il Comitato delle Mamme e il Movimento No Muos Sicilia e il Comitato No Muos Storico di Niscemi e l’attivista Giuseppe Maida si muovono per agire legalmente ancora contro gli ultimi provvedimenti del governo regionale, il Coordinamento Regionale e dei Comitati afferma in un comunicato: Il movimento No Muos si schiera in modo compatto e unanime contro ogni possibile intervento militare straniero in Siria e a favore della pace. La nostra opposizione ha una duplice valenza: è quella di un popolo in lotta che non vuole che un altro popolo del Mediterraneo soffra e muoia sotto le bombe. Ma è anche quella di chi sa bene, per avere vissuto decenni nell’isola della quale gli Stati Uniti d’America hanno fatto la loro portaerei al centro del Mediterraneo, che quando la macchina militare americana colpisce un qualsiasi paese in una qualsiasi parte del mondo aumenta esponenzialmente la militarizzazione dei “nostri” territori”.

Di fronte a tutto questo – conclude il comunicato – noi che siamo cresciuti nella pratica delle azioni dirette contro le installazioni militari, siamo consapevoli che non bastano le prese di posizione a fermare le macchine di morte imperialiste. Ci appelliamo, pertanto, a tutti i movimenti antimilitaristi Italiani — pacifisti, non-violenti e contrari al riarmo — e a tutte le realtà sociali di lotta di ogni genere perché, in caso gli Stati Uniti d’America e i loro alleati aggrediscano militarmente la Siria, si dia vita, insieme e in tutta Italia, a una campagna nazionale di War Stopping volta a boicottare ogni attività e logistica bellica di qualsiasi genere si svolga sul territorio del nostro Paese”.

Un bel tacer non fu mai scritto

http://piemonte.indymedia.org/articolo/18383/un-bel-tacer-non-fu-mai-scritto

Sull’incendio dei mezzi della Geomont in Valsusa il 30 agosto

E se qualcuno avesse deciso di attaccare la Geomont per la sua partecipazione alla devastazione della Valsusa?

Di certo sarà rimasto attonito e nauseato dal comunicato “ricevuto e pubblicato” sul sito notav.info all’indomani dell’incendio nel capannone della ditta di Bussoleno. Anche perché tra le suggestive ipotesi elencate come possibili verità di quel fatto, danneggiamento volontario del proprietario e attacco mafioso, manca proprio quella che qualcuno abbia in piena coscienza e volontà deciso di attaccare uno dei tanti che ha partecipato allo scempio della Valle.

Negli anni, purtroppo, è spesso successo che atti individuali e di piccoli gruppi in appoggio alla lotta contro il TAV venissero stigmatizzati, anche attraverso notav.info, come provocazioni o, peggio ancora, come gesti di chi “non è della valle né del movimento notav”.

È strano dopo tanti anni di lotta dover ancora tirare fuori queste questioni.

Il movimento notav è enorme e complesso. È la gente della Valsusa. Sono tutte le migliaia di persone che da anni attraversano per brevi e lunghi periodi il territorio donando le proprie energie, il proprio tempo e spesso la propria libertà. È la gente che in Italia e nel mondo appoggia e dà forza alla lotta con atti di solidarietà e complicità.

E quindi chi decide, all’interno di una realtà così variegata chi ha o non ha il diritto di mettere il proprio mattone per costruire la strada verso la liberazione della Valle?

Ma qui forse si affronta un discorso già superato. Non è forse vero che da un po’ il sabotaggio, pratica adottata da sempre nelle lotte popolari, è stato accolto e assunto in Valsusa e che da qualche tempo nessuno si permette più di censurare o condannare quei gesti che colpiscono i responsabili materiali della costruzione del famigerato tunnel? Forse non è un varco facile da attraversare, e molti tra quelli che vivono e che guardano questa lotta ci stanno ancora facendo i conti. Ma se dimentichiamo questo storico passaggio, e permettiamo dei passi indietro lungo la crescita collettiva del movimento notav, lasciamo spazio alla repressione e alla paura. Il sabotaggio come mezzo di lotta, la distanza tra giusto e legale,  la necessità della difesa e dell’attacco, la differenza tra una vita presa a morsi e la sopravvivenza passiva. Tutte cose che molti di noi hanno imparato lottando. E che vanno difese come le montagne.

Come è possibile accogliere su uno dei siti più letti come voce notav un comunicato che scrive “sappiamo che il movimento notav non ha appiccato il fuoco”? Forse chi lo ha stilato conosce tutti i notav del mondo, le loro pulsioni e azioni, le loro priorità e obiettivi? E se anche si prova una ineludibile ed epica tensione democratica (del tipo non sono d’accordo con quello che dici ma morirò per fartelo dire) come è possibile lasciare che scritti come questo cadano in un indifferente ed assordante silenzio?

Le ipotesi proposte dal comunicato sono quelle che si potrebbero fare sempre dopo un attacco incendiario. Anche se la ditta non è in fallimento, potrebbe voler rinnovare i macchinari o cose simili. Anche le ritorsioni di stampo mafioso, specie in questi ambiti, sono sempre dietro l’angolo. Oltre che provare un sano disprezzo per la dietrologia e il complottismo e tenerli lontani dalle nostre bocche e dai nostri cuori, non dovrebbe venirci più naturale trovare il posto per questo episodio tra tutti gli altri simili che da qualche mese illuminano le notti della Valsusa? Anziché rischiare di sminuire il gesto di qualche coraggioso notav, difendiamo pubblicamente dalla repressione i nostri compagni di lotta nell’unico modo dignitoso possibile. Rivendicando qualunque gesto compiuto contro l’avanzare del mostro TAV come patrimonio di tutti noi.

 

“L’ARMA CHIMICA” DELLA SIRIA NON E’ ALTRO CHE FLUORURO DI SODIO USATO NELLE FORNITURE IDRICHE IN USA E VENDUTO DA WAL-MART

DI MIKE ADAMS

naturalnews.com

 Ora Natural News può rivelare che la storia delle armi chimiche della Siria, spinta dalla Casa Bianca, è uno scherzo bizzarro.

 Per capire perché, dovete cominciare dalla notizia pubblicata dal The Independent (1), dal titolo “Revealed: il governo ha permesso a compagnie britanniche l’esportazione di agenti chimici da gas nervino alla Siria.”

 Fa paura, vero? Come riporta The Independent:

 Ieri sera, il governo è stato accusato di “incredibile negligenza” nel suo controllo delle armi, dopo la notizia che alcuni funzionari avrebbero autorizzato un anno fa l’esportazione in Siria di due componenti chimiche capaci di produrre un agente nervino come il sarin.

 Quali sono, di preciso, queste due pericolose sostanze chimiche che devono essere controllate dalle norme sul “controllo delle armi”? Non ci crederete.

 Sono:

• fluoruro di sodio

• fluoruro di potassio

 Potete vederlo con i vostri occhi nella foto della notizia dell’ultim’ora del The Independent. Notate il titolo ed il sottotitolo: il primo dice “prodotti chimici da gas nervino” ed il secondo “fluoruro di sodio” e “fluoruro di potassio”.

 Se i nomi di questi componenti vi suonano familiari è perché il fluoruro di sodio è la stessa tossina chimica che viene regolarmente buttata nelle forniture idriche municipali in tutti gli Stati Uniti sotto forma di “fluorizzazione dell’acqua”.

 Infatti, la somministrazione forzata di fluoruro di sodio alla popolazione americana viene definita una vittoria della “salute pubblica” dal Centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie (CDC), dall’Agenzia per gli alimenti e i medicinali (FDA) e da tutti i dentisti. Eppure questo stesso prodotto, qualora venduto alla Siria, è apertamente e ripetutamente considerato “un’arma chimica”. Questo vale per la BBC, il The Guardian, il Daily Record e il Sunday Mail, France24.com e migliaia di altri siti d’informazione.

 Secondo il Segretario di Stato americano John Kerry, qualsiasi “regime” che impiega armi chimiche contro il suo stesso popolo dovrebbe essere bombardato / invaso / rovesciato da una coalizione di altri membri dell’ONU. Secondo questa definizione, quindi, gli Stati Uniti dovrebbero essere invasi dalle Nazioni Unite dal momento che il governo usa un’arma chimica letale – il fluoruro di sodio – contro la sua popolazione.

 Implicitamente, quindi, John Kerry sta chiedendo all’ONU di bombardare gli Stati Uniti. Come confermato dai media internazionali, il fluoruro di sodio è un’arma chimica, usata contro il popolo americano ogni santo giorno attraverso la fornitura idrica, una delle modalità preferite di attacco dei terroristi.

 Come avrete potuto immaginare, il Segretario di Stato John Kerry si sta atteggiando “alla George Bush”, dichiarando che la Siria ha usato armi di distruzione di massa contro la sua stessa popolazione. Ecco un esempio delle sue dichiarazioni:

 “Nelle ultime 24 ore, attraverso i risultati dei primi test eseguiti, siamo venuti a sapere che i campioni di sangue e capelli provenienti dalla zona est di Damasco risultano positivi a tracce di sarin”. Kerry lo ha dichiarato nel programma Meet The Press della NBC. (2)

 Ma cosa sta dicendo di preciso? Che campioni di capelli sono risultati positivi a “tracce” di sarin, non al sarin stesso. Cos’è una “traccia” di sarin? Si tratta del fluoro, l’elemento che naturalmente è la base per il fluoruro di sodio.

 In altre parole, questa “prova” dell’esistenza di armi chimiche in Siria potrebbe non essere altro che una raccolta di campioni di capelli presi da persone che hanno bevuto del fluoruro. Come mostra questo studio (3), l’analisi dei capelli è una pratica comunemente usata per valutare l’esposizione al fluoruro. Lo studio conclude che “i capelli possono essere considerati come biomateriali ad alto potenziale informativo nel valutare un’esposizione prolungata a fluoruri …”.

 Generalmente, quest’analisi viene condotta con strumentazione ICP-MS, usando una torcia al plasma, che disintegra tutte le molecole organiche, lasciando solo gli elementi residui (fluoro). I test eseguiti sui cittadini siriani usando l’ICP-MS non sarebbero in grado di distinguere tra un’esposizione al fluoruro di sodio ed una al sarin in termini di rilevamento di fluoro elementare.

 Rileggetelo, perché è fondamentale per capire lo scherzo fatto dalla Casa Bianca: i test sui capelli o altri tessuti, se eseguiti con ICP-MS (la tecnica di analisi più elementare e comune usata oggi), non sarebbero in grado di distinguere tra il fluoruro di sodio e il sarin.

 La formula chimica del sarin è questa:

[(CH3)2CHO]CH3P(O)F

 Noterete che gli unici elementi in questa formula sono:

 • fluoro

• carbonio

• idrogeno

• ossigeno

• fosforo

 Di questi cinque elementi, quattro (carbonio, idrogeno, ossigeno, fosforo) sono naturalmente presenti nell’organismo umano in grandi quantità. Il fluoro è l’unico elemento che risalta rispetto agli altri in termini di analisi elementare. Ed il fluoro è lo stesso elemento che forma la base per il fluoruro di sodio. Il sarin, ovviamente, può anche essere rivelato come una molecola completa usando sistemi di cromatografia liquida, ma è molto improbabile che siano stati usati data l’instabilità intrinseca della molecola, che si disgrega se esposta all’umidità nell’aria o nell’organismo.

 Quindi, i test con ICP-MS potrebbero essere usati con l’intenzione di “offuscare” le prove, facendo apparire il fluoruro di sodio come “tracce” di sarin, come Kerry sta dicendo ai media. L’obiettivo di tutto questo è innanzitutto fabbricare prove per giustificare una guerra politica, senza coinvolgere nessun vero esame scientifico. Poiché il punto di tutto questo è quello di fabbricare prove per giustificare una guerra politica, in primo luogo, non vi è alcun reale controllo sul piano scientifico che venga applicato a tutto questo. Obama, Kerry e gli altri stanno dichiarando ciò che pensano che le persone inghiottiranno, e dal momento che la maggior parte del pubblico americano è scientificamente analfabeta, la gente si berrà alcune frottole reali.

 Il fluoruro di sodio, comunque, viene anche aggiunto dell’acqua potabile per neonati e bambini. Di fatto, è uno degli ingredienti fondamentali di un prodotto chiamato Nursery Water, “arricchito” con l’aggiunta di fluoruro di sodio, la stessa sostanza che ora viene definita come “arma chimica” dai media internazionali. Potete vederlo con i vostri occhi sul sito www.NurseryWater.com (4) o semplicemente controllando la foto qui sotto:

 Come potete vedere, quest’acqua al fluoruro di sodio per l’infanzia – che la Casa Bianca di fatto chiama “arma chimica” – viene venduta in vari negozi (Wal-Mart, Walgreens, Albertson’s, Safeway, K-Mart, Rite Aid) e persino da Toys “R” Us. Scommetto che non sapevate di poter comprare armi chimiche da Toys “R” Us, vero?

 L’etichetta della Nursery Water, mostrata qui sotto, contempla il “fluoruro di sodio” come ingrediente chiave:

Noterete, inoltre, che l’etichetta include anche istruzioni per usare il prodotto:

 “… pronta da mescolare a latte in polvere e cereali, da diluire nel succo o nelle bevande – apri e versa!”

 Già, è così: la stessa “arma chimica” che sta per scatenare la terza guerra mondiale fa parte della ricetta del latte in polvere del tuo bambino. Quando il fluoruro di sodio è nelle mani della Siria di Assad, si chiama “arma chimica”, ma quando è parte della dieta di tuo figlio, si chiama “nutrizione”. Com’era quella storia del linguaggio ambiguo di Orwell?

 Già, secondo i dentisti, le armi chimiche “combattono anche le carie”, quindi dovrebbero essere aggiunte al dentifricio. Controllate l’etichetta di questo Colgate:

 Tenetelo a mente la prossima volta che portate con voi del dentifricio quando cercate di viaggiare in aereo. L’Agenzia per la Sicurezza dei Trasporti (TSA) potrebbe prendervi da parte e accusarvi di lavorare per il regime Assad come terrorista, oltre ad accusarvi del crimine federale di “trasporto di armi chimiche”.

 A meno che i principali media non ritrattino tutte le loro migliaia di notizie sul fluoruro di sodio come “arma chimica” venduta alla Siria, dovranno fare i conti con il fatto che stanno anche accusando l’industria alimentare americana per l’uso di armi chimiche sui loro consumatori.

 Il fluoruro di sodio, dopotutto, viene aggiunto su innumerevoli prodotti, da dentifrici e colluttori all’acqua potabile. Il fluoruro di sodio non si trasforma da “arma chimica” in Siria in “minerale nutritivo” attraversando l’oceano. Il fluoruro di sodio è fluoruro di sodio ed è pericoloso a prescindere da chi lo consuma.

 Tenetelo a mente la prossima volta che sentite un dentista raccomandare l’immissione di fluoruro di sodio nella fornitura idrica locale. Potete giustamente reagire alla loro assurda richiesta chiamando la Sicurezza Nazionale ed accusarli di terrorismo per essere coinvolti dell’uso indiscriminato di un’arma chimica nella rete idrica – uno dei bersagli preferiti dei terroristi di tutto il mondo.

 Comunque, non sto scherzando: vi sto davvero incoraggiando a chiamare la Sicurezza Nazionale e denunciare i membri del consiglio comunale come terroristi che stanno imitando il “regime” Assad in Siria usando fluoruro di sodio sui cittadini. Potreste anche chiamare l’ONU e chiedergli di intervenire sugli Stati Uniti per l’uso di armi chimiche contro la sua stessa popolazione … giusto? Non è quello che Kerry, nel caso della Siria, sta chiedendo al mondo di fare? Perché gli USA hanno l’immunità sull’uso di armi chimiche sui suoi cittadini mentre la Siria è minacciata con una guerra per aver usato le stesse identiche armi chimiche sulla sua popolazione?

 Tra l’altro, lo stesso fluoruro di sodio che è stato esportato in Siria come “arma chimica” viene regolarmente importato dalle città americane per versarlo nelle forniture idriche. La chiamano “fluorizzazione dell’acqua” ed i dentisti la spingono come caramelle, perché di fatto questa pratica causa un aumento delle carie, delle macchie e della decolorazione dei denti (il che si aggiunge ad un aumento negli affari dei dentisti).

 Come documentato da Natural News (5), il fluoruro di sodio viene promosso dagli esportatori cinesi come prodotto chimico multi-uso che viene impiegato, ad esempio, per la produzione di pesticidi o per assorbire i residui chimici delle centrali nucleari. Guardate queste due foto (6) per avere più prove (7).

 Come avevo già detto nel 2012 (8), “il fluoruro è un’arma chimica!”. Ora salta fuori che John Kerry è d’accordo con me e che sta usando il fluoruro come una scusa per bombardare uno Stato sovrano.

 Una domanda veloce: se la Russia inizia a bombardare gli USA, possono usare la stessa scusa che Obama e Kerry stanno usando con la Siria? “Dovevamo salvare il popolo americano dalle armi chimiche usate dal regime Obama!”

 Mike Adams

Fonte: www.naturalnews.com

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=12277

Il popolo (no tav) fa paura… al potere! Un anno cruciale ci attende

http://www.notav.info/post/il-popolo-no-tav-fa-paura-al-potere-un-anno-cruciale-ci-attende/

172riceviamo e pubblichiamo _Tornati dalle vacanze estive low cost, per scelta o per obbligo, leggiamo sulla Stampa i soliti articoli in cui i No Tav sono dipinti come bestie assetate di sangue, mafiosi eversivi (?), distruttori dell’economia di una valle già in crisi.

Ogni giorno sui principali quotidiani nazionali (Stampa e Repubblica e poi in coda quasi tutti gli altri con qualche preziosa eccezione) escono articoli che sembrano scariche di mitra. Giovani, ragazze e anziani No Tav paragonati a stupratori, terroristi, sequestratori.

L’abitudine alla falsità grossolana, all’interiorizzazione di un linguaggio che si fa arma, a un giornalismo smaccatamente di parte che distorce i fatti e il loro significati è molto pericolosa.
Interiorizzando la posizione e il lessico del potere, per natura capovolto e senza memoria, si assume, nella migliore delle ipotesi, il ruolo di passivi giustizieri, nella peggiore quella di livorosi boia armati. Il ragionamento s’interrompe, prevale la nuova passione a-passionata, contraria all’azione e alla com-passione. Il potere non vuole che chi ascolti il telegiornale spacchi la faccia al primo No Tav che incontra (anzi, su scala macroscopica questo potrebbe portare a risultati molto interessanti per noi e controproducenti per loro), ma vuole male-educare all’ascolto, raffreddare ciò che vi è di caldo nelle relazioni umane, pensare per intuizione, abbassare la soglia di attenzione, male-educare a sopportare il peso della lotta e abbattare qualsiasi speranza di vittoria contro di esso che non passi attraverso di esso, disinnescandone il contenuto eversivo. Il buonsenso viene silenziato, sepolto dalle urle smaniose di chi incita il lettore a far convergere la sua fisiologica e patologica frustrazione verso la vittima sacrificale di turno nel caso del No Tav è quella della figura del: “cittadino che non si piega di fronte al potere e non delega”. Il No Tav diventa la valvola di sfogo affinché la pentola non scoppi.

A colpire è l’intensità della propaganda, la sua veemenza, segno di una strategia che non ha molte altre carte da giocare e che sa solo spingere sull’acceleratore; propaganda che è diretta espressione delle lobbies che guadagnano sui tumori della gente, sullo sfruttamento, sulla distruzione e sullo spreco delle risorse. Non ci dobbiamo abituare agli articoli di N. e soci, ma respingerli come spazzatura giornalistica priva di fondamento, frutto di un’esaltazione ignorante che trova nel lauto stipendio e nella nullità umana il suo (non) senso; gente che scrive menzogne a servizio (“igienico” no, non c’è nulla di sano e forte in tutto ciò) e all’ombra placida del potere.

Giornali e Procura cercano di fare quello che le ferite inferte dai bastoni della polizia e dai lacrimogeni che strappano la faccia non sono riusciti a fare: spaventare, isolare, dividere, demoralizzare. Compagni generosi e ragazze di 20 anni sono accusati di reati gravissimi come eversione e sequestro di persona.
Sempre più amiche e amici no tav non possono più muoversi di casa, da un Comune e, tutte, impossibilitate a giungere e vivere la valle.

Vivere, si, perché la valle si vive. Perché l’odio verso telecamere, divise, filo spinato, politicanti corrotti e boschi sradicati nasce da un amore semplice, da un “sì” alla vita che dà energia e buon umore in grado di resistere al grigio delle ruspe e delle recinzioni (e delle facce).

Gli articoli di N. e della sua testata sul Tav sono violenti, di una violenza esplicita, grossolana, volgare. Sono articoli da “Cronaca Qui” per intenderci. Lo scopo è quello di confondere, terrorizzare, invertire il ruolo tra vittime e oppressori, tra chi il potere lo subisce e ne viene schiacciato e chi continuerà a far affondare il Paese tra corruzione, conflitti di interessi, sistemi oliati di malaffare e favori, conditi con punti di sutura, menzogne e aule di tribunale.
il signor N. non usa argomenti perché il suo scopo non è convincere con il ragionamento (purtroppo per loro, i sostenitori del Tav non ne hanno), ma spaventare, solleticando i sentimenti più bassi di persone la cui esistenza sempre più precaria porta ad avere paura. L’obiettivo è orientare il consenso in modo distratto, consenso che è “adesione all’altrui volontà” sempre più silenzioso, incosciente e frustrato.

Uno dei quotidiani nazionali più ‘importanti’ svolge un ruolo di parte, direttamente coinvolta nello scontro tra chi lotta per il diritto al respirare, al non ammalarsi, al volere che i soldi delle tasse vengano usati per cose utili e chi di questo sistema di potere marcescente ne trae giovamento e utili.

Un sistema di potere che insieme alla sua espressione politica sta affondando a vista d’occhio, ma che reagisce all’inevitabilità storica in un modo vecchio come il potere: con la violenza e la repressione.

La migliore risposta a questa strategia meschina di negare la giustizia e la legittimità di una rivendicazione di vita e politica è non lasciarsi blandire dalla paura, respingere uniti queste accuse folli, continuare in modo sempre più determinato a chiedere giustizia, con il sorriso sulle labbra e le cesoie in mano. Perché, in questo caso, la resistenza e il sabotaggio sono atti di amore.

Esageriamo?
No, anzi, siamo moderati. Perché verso chi permette che sempre più persone non possano più iscriversi all’università, andare in treno, pagare i ticket all’ospedale o la retta dell’ospizio, bisognerebbe essere molto più duri e saremmo comunque dalla parte giusta della barricata, quella di chi questa terra la ama e vorrebbe salvarla da speculatori e mafiosi.

L’anno che viene sarà cruciale, l’appello e di essere ancora più generosi: partecipare alle iniziative, pubblicizzarle, andare in valle, sostenere i benefit per le spese legali e i presidi. Amare significa sostenere la lotta e i tanti di noi che ne stanno pagando il prezzo.

Essere No Tav è vita e bellezza.

Laboratorio Politico “Il Cubo