Martedì, Settembre 3rd/ 2013
– Sergio Basile, Angelo Iervolino e Redazione QE –
Il “Fratello” Obama e la Siria
Ecco perchè Obama vuole la Guerra in Siria! Le posizioni del Mondo in attesa delle decisioni di ONU, Usa e Francia
– El Cairo – Aperture dall’Egitto: rivedere in positivo i rapporti con Damasco interrotti dai Fratelli Musulmani di Morsi.
– Putin invia una seconda nave-spia al largo della Siria
S. Basile, A. Iervolino e Redazione QE
Le ragioni di Assad a “Le Figarò” e le Strategie di Usa e Francia
Damasco, Roma, Washington, Mosca, Parigi – Ma in queste ore, nel Mediterraneo, ci sono più navi da crociera o da guerra? Beh la domanda non è così scontata, visto il drammatico evolversi della “questione siriana”, con Francia e Usa sul piede di guerra, anche se per il momento in “pausa di riflessione forzata”. Nelle ultime ore Bashar Al-Assad, tuttavia, è tornato a difendere la causa della Siria sovrana e libera, rispondendo per le rime ai primi inquilini di casa Bianca ed Eliseo dalle colonne di “Le Figaro“. “Abbiamo sfidato gli Stati Uniti e la Francia a portare una sola prova. Obama e Hollande ne sono stati incapaci, anche davanti ai loro popoli. Chiunque operi contro gli interessi della Siria e dei suoi cittadini – ha proseguito Assad – è un nemico. Il popolo francese non è nostro nemico – ha poi precisato – ma la politica del suo Stato è ostile al popolo siriano. Nella misura in cui la politica dello Stato francese è ostile al popolo siriano, questo Stato sarà suo nemico. Questa ostilità finirà quando lo Stato francese cambierà politica. Ci saranno ripercussioni, ovviamente negative, sugli interessi della Francia. In caso di attacco militare contro la Siria – ha concluso – non bisogna solo parlare della risposta siriana, ma anche di ciò che potrebbe succedere dopo il primo bombardamento. Ora, nessuno può sapere cosa succederà. Tutti perderanno il controllo della situazione quando la polveriera esploderà. Il caos e l’estremismo si espanderanno. Esiste il rischio di una guerra regionale” (Fonte Le Figaro). Vanno comunque ribaditi due elementi: 1) il fatto che Il governo francese (filo-sionista e grande “amico” di Israele) vuole un intervento in Siria e – a quanto pare – non vuole attendere troppo: in merito va detto che – a quanto pare – non ci sarà un voto al parlamento francese, ma un semplice dibattito, atteso per domani mercoledì 4 settembre; 2) il fatto che a Washington, come detto in apertura – specie dopo l’accorato invito alla pace di Domenica di Papa Francesco (vedi allegato) lo scalpitante Obama – ai minimi storici nei sondaggi sul gradimento interno – deve vedersela con una l’opinione pubblica Usa esasperata e in grandissima parte assolutamente contraria all’ennesimo atto di forza imperialistico della Casa Bianca, forte delle precedenti ed acclarate follie di Bush Junior e Senior nel teatro mediorientale. Il tutto in attesa dell’eventuale (si auspica di no) via libera del Congresso del prossimo 9 settembre. Ad alimentare lo stallo anche la Lega Araba: dalla riunione del Cairo è uscito un nulla di fatto.
Le Repliche da Roma e El Cairo
Vanno comunque registrate aperture verso Assad dal governo egiziano. Sempre al Cairo, infatti, il ministro degli Esteri egiziano Nabil Fahmi ha espresso la necessità del’Egitto di ricucire i rapporti con Assad, interrotti ingiustificatamente e bruscamente dal “Fratello Musulmano” (poi deposto) Mahammed Morsi. Pertanto, ha dichiarato Fahmi, “Il governo provvisorio rivedrà (in positivo) i rapporti con Damasco per rilanciare Ginevra 2“. Il Italia, Mario Mauro – Ministro della Difesa – ha accolto con favore la “pausa di riflessione” dell’asse anglo-franco-statunitense commentando: “gli interventi finalizzati a ottenere la pace sono la strada maestra, perché attraverso il tempo di contenimento dei conflitti la pace venga raggiunta. Quando possono scatenare rimedi peggiori del male, vanno compresi e quindi impediti. Il caso Siria a quale delle due categorie appartiene? Credo che la pausa di riflessione che i parlamenti britannico, quello francese e il congresso americano si sono presi voglia definire esattamente questo (…) Per trovare una soluzione alla questione siriana la cosiddetta Ginevra 2 – ha infine aggiunto Mauro – deve essere vista come una tappa indispensabile”. Ciò è avvenuto contestualmente alla smentita (per bocca della Bonino) che a Roma sia in programma una prossima riunione del (discusso) Gruppo Amici della Siria. Anche se Enrico Letta, in merito, ha replicato con un inaspettato e indecfrabile “vedremo“. (Fonte ANSA).
Può un leader moderato e pacifico diventare una belva sanguinaria?
Poco prima di queste ultime dichiarazioni il viceministro degli esteri siriano Faysal Al-Mikdad aveva risposto seccamente al teorema occidentale che vorrebbe il Presidente Assad essersi trasformato come per magia da leader equilibrato (e capace di fare della Siria l’oasi di pace per eccellenza del Medioriente) in una belva assetata di sangue. Ma – guardando le centinaia di foto che spopolano su facebook – una domanda nasce spontanea: da quando in qua le belve umane sono osannate e salutate da folle chilometriche con bandieroni nazional-popolari da guinnes dei primati? Beh mai! E chi dice il contrario o ha bevuto, o è in mala fede. “Armi chimiche usate in Siria contro i civili? Sì, ma dagli emissari dei servizi segreti statunitensi e occidentali che, Francia in testa, partecipano a un complotto neo-colonialista, fomentato nell’ombra da Israele contro i popoli arabi“. E’ quando ha ribadito un seccato ma composto Al-Mikdad ai microfoni della mittente europea “Euronews”, contestando la pretestuosa e fantasiosa ricostruzione del “solito” Segretario di Stato americano John Kerry.
NATO – La sconcertante e paradossale “Sicurezza di Rasmussen”
Sempre ambigua ed allineata su posizioni interventiste la NATO (d’altronde non poteva essere altrimenti): l’organizzazione atlantista vorrebbe infatti (parole del segretario generale Rasmussen) “una risposta internazionale e unitaria contro il regime di Bashar al Assad anche per dissuadere i dittatori di tutto il mondo dall’uso di armi chimiche. Non sono solo convinto che sia stato perpetrato un attacco chimico ma anche che il regime sirianjo ne sia responsabile”. Ma – ci chiediamo – chi da a Rasmussen (come d’altronde ai media di regime italiani) tanta sicurezza, visto che le prove ed i video finora passati in rassegna ed analizzati provano esattamente il contrario. Il tentativo di incastrare Assad è palese! Non trovate?
Putin invia una seconda nave da ricognizione verso la Siria
Sulla sponda opposta Vladimir Putin (il primo alleato e sostenitore della Siria) come noto ha inviato verso le coste del martoriato paese una nave da ricognizione – la seconda – per monitorare e raccogliere informazioni nell’area del possibile (ma non auspicabile) conflitto in fase di stallo (Fonte Agenzia Interfax). Così ha commentato nelle ultime ore la situazione il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov: “nessuna prova concreta contro Assad e troppe incongruenze. Ci sono troppi punti oscuri”.
Chi è il frettoloso Barack Obama?
Alla luce di ciò la fretta (malcelata) di Usa e alleati davvero non trova alcuna giustificazione. Ma forse per capire meglio la faccenda (oltre ad analizzare i circa mille articoli dedicati fino ad ora alla Siria dall’Osservatorio Nazionale indipendente “Qui Europa” – vedi archivio pubblico nel sito www.quieuropa.it) la risposta alla smania bellica dei signori della guerra potrebbe trovarsi proprio all’interno della Stanza Ovale. Tra i suoi misteriosi cassetti. Allora ci chiediamo: chi è Barack Obama? O meglio: chi è Barack Hussein Obama II? Egli nasce il 4 agosto 1961 al Kapi’olani Medical Center for Women & Children di Honolulu (Fonte Wikipedia), nelle Hawaii, da madre statunitense – Stanley Ann Dunham (1942–1995), nata a Wichita (Kansas), da una famiglia di origini inglesi e tedesche – e da padre keniota di etnia Luo – Barack Obama Sr. (1936-1982), nato a Nyang’oma Kogelo, nella Provincia di Nyanza, di religione – pare – Musulmana. L’inquieto Barack Hussein Obama II, scrive sul suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per – dice – “spingere le domande su chi ero fuori dalla mia testa”. Il 3 giugno 2009 gli viene assegnato il Collare dell’Ordine del re Abd al-Aziz (Arabia Saudita). Esso viene concesso a residenti e non dell’Arabia Saudita che si siano distinti largamente nei confronti del regno o per grandi meriti di coraggio (???). Medaglia di II classe dell’Ordine. Nel 1971 l’introduzione degli ordini cavallereschi venne approvata da un regio decreto ed il primo di essi a venire fondato fu il Gran Collare di Badr. Dal nome della Battaglia di Badr, prima battaglia vinta dall’Islam. beh inquietante! Non trovate? Il 9 ottobre 2009 il Comitato di Oslo (come visto controllato politicamente direttamente dalla Casa Bianca e/o sue pertinenze – Vedi articoli in allegato) gli conferisce un discusso e “strategico” Premio Nobel per la Pace. Da un riassunto della biografia di Obama si capisce in modo chiaro e netto come egli abbia forti legami col mondo Musulmano e in particolare con l’Arabia Saudita. Ma anche col sionismo ebraico (ovviamente): non dimentichiamo l’ultima recente ossequiosa visita in Israele sulla tomba di Theodor Herzl: fondatore del sionismo moderno. Un presidente americano sionista e nel contempo cavaliere di un ordine saudita? Ordine che sembrerebbe essere di chiara matrice massonica. Anche il fratello del presidente Malik Obama, sarebbe legato con la Fratellanza musulmana, l’organizzazione del deposto Mohammed Morsi.
Il “Fratello” Barack
Ciò spiegherebbe dunque l’ostilità manifestata contro i tentativi di ristabilire l’ordine a El Cairo da parte dell’attuale governo provvisorio e il sostegno ai fratelli Musulmani in Siria e Medioriente. Ma al di là di ciò, a monte vi è ovviamente l’architrave primario dell’intera costruzione bellica mondiale, cioè il Piano sionista/illuminato per la realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale: un unico impero ancor più vasto del Commonwealth, che vorrebbe la creazione di un governo globale unico sotto il controllo di Usa e Israele. Un piano che – tra l’altro – ebraismo sionista a parte sembra andare a nozze con le frange più estreme dell’islam (specie quello sunnita). Ma le soprese non finiscono: Malik Obama, infatti, sarebbe anche il supervisore di un’importante quota di investimenti finanziari internazionali che fanno capo ai Fratelli Musulmani. A rivelarlo alla TV pubblica egiziana è stato di recente Tahani al-Gebali (magistrato e attuale Vice Presidente della Suprema Corte Costituzionale dell’Egitto): “gradirei informare il popolo americano, che il fratello del loro presidente, Barack Obama, è uno degli architetti dei maggiori investimenti dellaFratellanza musulmana. Noi difenderemo a spada tratta la legge – ha continuato – e gli americani non ci potranno fermare. Per questo – ha concluso – dobbiamo aprire un’indagine e avviare un dibattito in aula“. Numerose sono state le proposte di impeachment avanzate contro il presidente USA. Ma Barack Hussein potrebbe essere (come la stragrande maggioranza dei suoi predecessori: ormai non è un mistero davvero per nessuno) anche membro della Skull and Bones/Società del Teschio e delle Ossa, già Fratellanza della Morte, una delle logge massoniche più potenti del mondo, legata – tra l’altro – al Bildeberg Club ed alle altre organizzazioni mondialiste: Trilateral, ecc… Come d’altronde sono stati membri della S&B i fratelli guerrafondai Bush.
S.Basile, A. Iervolino e Redazione QE (Copyright © 2013 Qui Europa)
http://www.quieuropa.it/il-fratello-obama-e-la-siria/