Pechino: nessuna scusa per l’attacco

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 Nota del redattore: Questo editoriale, recentemente apparso sul China Daily, riflette la posizione ufficiale di Pechino sull’intervento militare occidentale nel conflitto siriano. Dopo l’umiliazione internazionale per le fughe sulla NSA, gli Stati Uniti dovrebbero sicuramente trovarsi sempre più isolati sul piano diplomatico, se intervengono in Siria al di fuori del diritto internazionale e con falsi pretesti.

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Mentre gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali hanno chiarito di ritenere che il governo siriano ha usato armi chimiche alla periferia di Damasco, vi è la crescente impressione che gli Stati Uniti possano presto lanciare un’azione militare contro la Siria. Tuttavia, senza una solida base legale, qualsiasi intervento militare in Siria avrebbe conseguenze disastrose per la sicurezza regionale, violando le norme che disciplinano le relazioni internazionali. Incolpando il governo prima che gli ispettori sulle armi chimiche dell’ONU completino le indagini indipendenti e giungano a una conclusione autentica e credibile, agiscono come giudice, giuria e boia. Gli attacchi militari da parte di potenze straniere non potranno che aggravare la crisi e avere conseguenze imprevedibili e sgradite. Anche coloro che non sostengono il regime di Bashar al-Assad devono chiedersi perché il regime avrebbe usato armi chimiche mentre le forze governative hanno il sopravvento nella lotta contro l’opposizione, essendo evidente che una tale mossa equivarrebbe a un suicidio .

La comunità internazionale deve esercitare pazienza, invece di lasciarsi ingannare dai servizi segreti statunitensi, che dopo tutto sono responsabili delle accuse a Saddam Hussein di avere armi di distruzione di massa. L’azione militare senza un mandato delle Nazioni Unite aggraverà ulteriormente la situazione in Siria e farà un cattivo servizio alla pace e alla stabilità regionale. Trasformare la Siria in un altra Libia o Iraq è l’ultima cosa che la maggior parte dei popoli del mondo vogliono vedere. Dieci anni fa, gli Stati Uniti e i loro alleati elusero l’ONU e orchestrarono un cambio di regime forzato in Iraq, con il pretesto che il regime possedesse armi di distruzione di massa; questo non deve essere permesso di nuovo.

Da quando la crisi in Siria è scoppiata due anni fa, l’occidente sotto la guida degli USA manovra per un cambio di regime nel Paese, con le buone o con le cattive. Sembra abbiano un crescente interesse nell’attuazione del modello Kosovo in questo momento. La manovra dei Paesi occidentali non solo  alimenta le violenze in Siria, ma semina anche la discordia tra i membri della comunità internazionale, aggiungendo difficoltà a coloro che compiono sforzi per disinnescare pacificamente la crisi. Prima che la crisi prenda una pessima svolta, è giunto il momento che gli Stati Uniti imparino dagli errori del passato e controllino le proprie selvagge idee sull’intervento militare in un altro Paese. 

Questo articolo è originariamente apparso sul China Daily. 

Traduzione di Alessandro Lattanzio

http://www.statopotenza.eu/8663/pechino-nessuna-scusa-per-lattacco

Jihad Islamico palestinese contro l’aggression alla Syria – Stato & Potenza

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Il Movimento per il Jihad Islamico in Palestina ha annunciato, in un comunicato diffuso giovedì, la sua opposizione a qualsiasi aggressione straniera nei confronti di uno stato arabo o islamico.

Il comunicato recita che il Jihad Islamico condanna ogni potenziale aggressione americana, occidentale o israeliana alla Siria.

Come movimento di resistenza islamico, non accettiamo alcuna aggressione esterna contro uno stato arabo e islamico”, recita il comunicato. “Nella nostra fede, cercare sostegno di potenze colonialiste straniere contro la gente della nostra Ummah o delle nostre terre, è proibito qualsiasi siano le circostanze.

Il Jihad Islamico dichiara che la sua posizione riguardo il caso siriano è chiara: “Appoggiamo una soluzione politica della crisi, che interrompa lo spargimento di sangue, realizzi le ambizioni dei siriani, tuteli l’unità territoriale e preservi la Siria da caos e dal collasso.

Il secondo più grande movimento islamico palestinese aggiunge: “Il destino della Siria dev’essere  stabilito dai siriani. Questa è una questione interna siriana e va affrontata lontana da ogni intervento straniero”.

 Middle East Monitor

 Traduzione di Ale Casu

http://www.statopotenza.eu/8713/jihad-islamico-palestinese-contro-laggression-alla-syriaJihad Islamico palestinese contro l’aggression alla Syria

La Russia individua un attacco balistico proveniente dal Mediterraneo contro la Siria

MOSCA, 3 settembre (RIA Novosti) – Il lancio di due “obiettivi balistici” è stato rilevato nel Mediterraneo Martedì, ha riferito Il ministero della Difesa Russa citando il sistema di allarmi inerente ai missili balistici.

 Aggiornamenti da Ria Novosti (Google Translate):

 Bruxelles, 3 settembre (RIA Novosti) – La Nato non ha informazioni circa il lancio di “obiettivi balistici” nel Mediterraneo e sta cercando in queste relazioni, un funzionario dell’alleanza ha detto a RIA Novosti Martedì.

 Ministero della Difesa della Russia ha detto prima il Martedì suo sistema di allerta precoce aveva rilevato il lancio di due “obiettivi balistici” nel Mediterraneo.

 Il Pentagono, il Regno Unito e la Difesa Ministeri francese e il comando Israel Army hanno tutti detto a RIA Novosti che non hanno informazioni su tali lanci.

 “Il Ministero della Difesa non può confermare queste notizie di stampa. Questo è tutto quello che posso dire “, ha detto un portavoce del ministero della Difesa francese.

 Il lancio è stato rilevato alle 10:16 ora di Mosca (06:16 GMT) di un radar nella città meridionale russa di Armavir, un portavoce del ministero della Difesa ha detto.Traiettorie dei target corsero dalla centrale per il Mediterraneo orientale, ha detto il portavoce.

 Della Russia ministro della Difesa Sergei Shoigu segnalato il lancio al presidente Vladimir Putin, il portavoce ha detto ai giornalisti russi.

 Servizio stampa del Ministero della Difesa non era immediatamente disponibile per ulteriori commenti.

L’ambasciata russa nella capitale siriana Damasco ha detto che non ha avuto alcuna informazione circa il lancio.

 Altre conferme:

 Siria, Russia: “Due missili identificati nel Mediterraneo”

 Il ministero della difesa russo ha annunciato che i suoi sistemi radar hanno rilevato due “oggetti balistici” lanciati dal centro del Mediterraneo verso la costa orientale del bacino. Israele: “Non abbiamo riscontri del lancio”

Il governo russo ha fatto sapere che sono stati identificati due missili balistici bel Mediterraneo verso la costa Orientale del bacino. La rilevazione, avvenuta alle 10,16 ora di Mosca (le 8,16 in Italia), è stata segnalata dal ministro Sergei Shoigu al presidente russo Vladimir Putin, aggiunge il ministero. A registrate il lancio dei missili, ha riferito un comunicato del ministero della Difesa, è stata la stazione Armavir, nel sud della Russia. La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa Ria. Israele ha fatto sapere di non avere riscontri della notizia.

 Poco dopo l’ambasciata russa ha dichiarato che non vi sono segnali di un attacco missilistico o di esplosioninell’area di Damasco. In precedenza funzionari russi avevano criticato gli Stati Uniti per aver portato dei navi da guerra nel Mediterraneo, in prossimità della Siria.

http://fractionsofreality.blogspot.it/2013/09/la-russia-individua-un-attacco.html

Military Revolt Against Obama’s Attack on Syria

Paul Joseph Watson

Infowars.com

September 2, 2013

Image: Twitter

 The military revolt against the Obama administration’s plan to launch a potentially disastrous attack on Syria is gathering pace, with both top brass and regular servicemembers expressing their vehement opposition to the United States becoming entangled in the conflict.

 The backlash began to spread on social media yesterday with numerous members of the military posting photos of themselves holding up signs stating that they would refuse to fight on the same side as Al-Qaeda in Syria. The photos went viral, with one post alone generating over 16,000 shares on Facebook.

 Others have posted their photos on Twitter alongside the hashtag #IdidntJoin.

 As the Obama administration prepares to present a draft resolution to lawmakers that is by no means “limited” in its scope and would in fact grease the skids for an open ended war, John Kerry and other State Department officials have signaled that Obama will simply ignore Congress if they vote no and launch the assault anyway.

 This will do little to reassure a growing number of influential figures in the US military who are becoming increasingly recalcitrant about the United States becoming embroiled in yet another war in the Middle East.

 The Washington Post reports that, “The Obama administration’s plan to launch a military strike against Syria is being received with serious reservations by many in the U.S. military, which is coping with the scars of two lengthy wars and a rapidly contracting budget, according to current and former officers.”

 Republican Congressman Justin Amash also took to Twitter to state, “I’ve been hearing a lot from members of our Armed Forces. The message I consistently hear: Please vote no on military action against Syria.” Amash’s statement was followed by a series of tweets from military veterans who also expressed their opposition to the attack.

 Business Insider’s Paul Szoldra also spoke to “sources who are either veterans or currently on active duty in the military,” and asked them if they supported military escalation in Syria.

 “Most have responded with a resounding no,” writes Szoldra.

 He quotes an active duty First Class Sergeant who states, “We are stretched thin, tired, and broke,” adding that the United States “(does not) need to be World Police.”

 “Our involvement in Syria is so dangerous on so many levels, and the 21st century American vet is more keen to this than anybody. It boggles my mind that we are being ignored,” adds former Cpl. Jack Mandaville, a Marine Corps infantry veteran with 3 deployments to Iraq.

 Not only are military personnel going public with their concerns, Politico reported that leaks of attack plans are also, “emanating from a Pentagon bureaucracy less enthusiastic about the prospect of an attack than, say, the State Department, National Security Council or Obama himself,” unauthorized disclosures that have the White House “peeved”.

 Meanwhile, the Syrian Electronic Army hacked the official US Marines website and left an astounding message calling on US soldiers to join the Syrian Army in fighting Al-Qaeda (click for enlargement).

 

The full text of the message reads:

 “This is a message written by your brothers in the Syrian Army, who have been fighting al-Qaida for the last 3 years. We understand your patriotism and love for your country so please understand our love for ours. Obama is a traitor who wants to put your lives in danger to rescue al- Qaida insurgents.

 Marines, please take a look at what your comrades think about Obama’s alliance with al-Qaida against Syria. Your officer in charge probably has no qualms about sending you to die against soldiers just like you, fighting a vile common enemy. The Syrian army should be your ally not your enemy.

 Refuse your orders and concentrate on the real reason every soldier joins their military, to defend their homeland. You’re more than welcome to fight alongside our army rather than against it.

 Your brothers, the Syrian army soldiers. A message delivered by the SEA.”

 View a selection of US servicemembers expressing their opposition to the attack on Syria via the #IdidntJoin meme on Twitter below.

 

Facebook @ https://www.facebook.com/paul.j.watson.71

FOLLOW Paul Joseph Watson @ https://twitter.com/PrisonPlanet

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 Paul Joseph Watson is the editor and writer for Infowars.com and Prison Planet.com. He is the author of Order Out Of Chaos. Watson is also a host for Infowars Nightly News

http://www.infowars.com/military-revolt-against-obamas-attack-on-syria/

‘I did not join for this’: US military men speak out against Syria strike

Published time: September 02, 2013 15:11

Edited time: September 02, 2013 16:45

 Get short URL

 Many US servicemen are against the looming strike on Syria, Republican Congressman Justin Amash said on Twitter, in an attempt to counter the idea that the country might be overwhelmingly in favor of military action.

 Amash made his comments after President Barack Obama’s statement, in which he all but promised a strike in retaliation for the supposed use of chemical agents by the Syrian government.

 The Congressman for Michigan backed up his comments with a multitude of retweets from servicemen.

 Amash said he had been “hearing a lot from members of our Armed Forces” and said that “the message I consistently hear [is]: Please vote no on military action against Syria.”

 The US Congress is expected to debate and vote on military action soon after it returns from summer recess on September 9.

 Amash has since been re-tweeting anti-intervention comments sent by members and veterans of the US armed forces. Many cite experiences of Iraq and Afghanistan that have steered them in this direction. Here is a selection of some of those tweets:

 Likewise, a number of pictures have been appearing on the Internet, purportedly showing US army and navy service personnel’s discontent at the proposed military intervention in Syria.

 Image from
            facebook.com

Image from facebook.com

 A Syrian pro-government hacker group calling itself the Syrian Electronic Army (SEA) posted the above picture on the US Marines’ website as an example that not all US soldiers are on board with Obama.

 According to the International Business Times, the SEA went onto the marines’ official website, www.marines.com, and ended up defacing it temporarily to post an emotional message of peace to their “brothers-in-arms” and pleading with them to understand that by agreeing to carry out the strike they are fighting against friendlies and helping their own worst enemy, Al-Qaeda.

 A screenshot
            from marines.com

A screenshot from marines.com

http://rt.com/usa/us-against-syria-strike-313/

 

Israele dichiara di far parte di una esercitazione congiunta con gli Usa

Israel claims joint US missile launch in Mediterranean for ‘target practice’

Published time: September 03, 2013 

 RIA Novosti / Mikhail Fomichev

Russia’s early warning radars detected the launch of two ballistic rockets in the eastern Mediterranean Sea, Russia’s Defense Ministry stated. Israel later claimed responsibility for firing the target test rockets.

 

RT’s LIVE UPDATES on Syrian ‘chemical weapons’ crisis

The launch took place at 06:16 GMT Tuesday, according to Russia’s Ministry of Defense.

The trajectory of the missiles is reported to have been from the central part of the Mediterranean Sea towards the eastern landmass. Both rockets have allegedly fallen into the sea, RIA Novosti news agency reported.

Russia’s President Putin has already been informed about the incident by Defense Minister Sergey Shoigu.

The Syrian embassy in Moscow currently has no information on the incident.

There were no rocket attack signals or blasts in Damascus, the Russian embassy in Syria noted.

Syria’s missile warning system has not detected any rockets landing on their territory, a Syrian security source told Lebanese channel al-Manar TV.

Initially, the Israeli military apparently had no data on the launch either. However, later Israel claimed a joint missile launch with the US in the Mediterranean Sea. Israeli authorities pointed out that they tested an “anchor” target missile used to check how well the anti-missile system known as “Arrow-2” functions.

US Navy Forces haven’t fired any missiles from vessels deployed in the Mediterranean, according to a spokesman.

The UK has stressed that they “have nothing to do” with the launch.

A NATO spokesman said the alliance was trying to verify the reports. Until then, the bloc will not comment on the incident.

Armavir, an early warning system against missile attack, is situated in southern Russia. It is run by the Russian Aerospace Defense Forces. They provide radar coverage of the Middle East. There are two radars there, with one of them facing southwest and the other southeast.

http://rt.com/news/ballistic-launch-eastern-mediterranean-343/

Censure: critica Kyenge, produttore vinicolo messo all’indice

Eguaglianza 2013: insulta tutti i politici con i peggiori epiteti ed anche calunnie, ma non lei, perché ha la pelle non bianca. 

 02-09-2013

GORIZIA. Ormai la Kyenge fa parte di una ‘specia’ protetta, presto il WWF cambierà logo, e al posto del noto panda ci sarà la ‘faccetta’ della ministra. Anche se il panda è in via di estinzione, mentre i ‘Kyenges’ sono in piena proliferazione.

 E così, dopo l’autista di bus licenziato per avere osato criticare le politiche della congolese e averla invitata a tornare in Congo, è la volta di un notissimo produttore vinicolo di Farra d’Isonzo, Fulvio Bressan, il quale sul proprio profilo Facebook ha scritto nei giorni scorsi un messaggio contenente critiche nei confronti del ministro della dis-integrazione, che sono state giudicate ‘gravi’ e ‘razziste’ da alcuni esponenti del mondo vitivinicolo ed enologico italiano – gli stessi che invece di dare lavoro a giovani studenti italiani o casalinghe, preferiscono la manodopera schiavile che fornisce loro la Kyenge – che hanno espresso i soliti messaggi di condanna on line.

 Non solo, in un atto di profondo rispetto democratico e delle opinioni altrui, hanno deciso di bandire i vini prodotti dall’azienda Bressan Mastri Vinai dalla guida Slow Wine 2014.

 «La guida Slow Wine – si legge in una nota pubblicata da Slow food che ieri campeggiava in apertura della pagina principale del sito – ha sempre recensito con estremo favore i vini dell’azienda Bressan e il tipo di viticoltura che porta avanti. Ma Slow Wine è la guida dell’associazione che in questi anni ha sviluppato progetti internazionali come Terra Madre e Mille Orti in Africa. Fin da subito ha deciso di tenere in ampia considerazione anche il lato umano dei produttori. Le frasi apparse sul profilo Facebook di Bressan sono talmente gravi, offensive e assurde da non meritare pubblicità». Ma pensa. Come possano coniugare, questi parrucconi di Slow Food, la cultura del cibo legata al territorio con l’immigrazione selvaggia vaticinata dalla congolese è cosa misteriosa che ci piacerebbe approfondire. E la protezione di prodotti tipici locati con denominazione Italiano Doc, con l’idea dello Ius Soli? Regna grande confusione nelle teste vuote dell’associazione Slow Food: pensano di poter difendere la razza chianina o il lardo di Colonnata, senza difendere chi questi prodotti ha creato e concepito? Stolti.

 I vini Bressan sono molto conosciuti anche all’estero.

 Subito si sono scatenati i commenti, in maggioranza di solidarietà al viticoltore messo all’indice: «Appare molto pericoloso dare inizio anche per i vini a una scelta con così marcata posizione ideologica – ha scritto ad esempio un utente che si firma Vittorio Cavaliere –. Occorre valutare la qualità dei vini e questo vogliono i consumatori, per censurare esistono già tantissimi sistemi, in ogni caso mi appare raccapricciante assistere alla gioia di chi non si sta rendendo conto di quale danno si vuole arrecare a Bressan. Mi auguro che lui abbia la forza di resistere a quello che ormai non è più una semplice gogna mediatica».

 O ancora c’è chi ha evidenziato che una guida come Slow Wine dovrebbe limitarsi a recensire la qualità oggettiva dei vini senza pretendere per ogni produttore «un certificato di buona condotta e pensiero politicamente corretto».

 Bressan ha replicato: «Volevo mettere in evidenza lo spreco di denaro pubblico che la Kyenge porta avanti ai danni degli italiani. Io non sono un perbenista e per onestà intellettuale dico che non mi sono pentito dei concetti critici che ho espresso e se ho usato quel linguaggio ineducato e provocatorio l’ho fatto per dimostrare che nel nostro paese ormai si viene ascoltati solo se si usano espressioni becere. Certo, tanti amici mi hanno detto che avrei dovuto usare termini diversi. È questo il concetto di accoglienza secondo il ministro Kyenge? Io politicamente ho criticato tutti, da Berlusconi e Pd alla lega, da Fini a Di Pietro. A me non interessa la politica ma da cittadino mi sento indignato per la situazione di questo paese».

 A parte il solito sciocco refrain ‘anche io ho amici di colore’ che chiunque deve dire, pena l’accusa di ‘razzismo’, Bressan non ha ‘abiurato’.

 Slow Food, dietro la patina di associazione in difesa della tradizione culinaria, è la solita associazione anti-italiana con una chiara agenda politica.

Puntano a silenziare il dissenso strangolando economicamente chi si oppone alla loro oscena visione del mondo. Abbiamo un modo semplice per difendere la libertà di espressione: comprare vini dal signor Bressan. Come farà chi diffonde questo giornale on-line, che da oggi pubblicizzerà gratis alle sue migliaia di lettori i vini che i censori di Slow Food non vorrebbero farvi bere. La libertà di espressione si difende anche così.

 http://www.bressanwines.com/indexitaliano.html

Auto-arsenale, sì a carcere per No Tav

Avevano petardi, chiodi e maschere antigas. Accolta richiesta pm
03 settembre, 11:44
Auto-arsenale, sì a carcere per No Tav (ANSA) – TORINO, 3 SET – Restano in carcere Davide Forgione e Paolo Rossi, i due giovani attivisti No Tav arrestati in Valle di Susa venerdì sera perchè a bordo di un’auto su cui era stipato materiale (petardi, maschere antigas, chiodi a quattro punte) che secondo gli inquirenti serviva per tentare l’ennesimo assalto al cantiere di Chiomonte. Il tribunale ha disposto la custodia cautelare accogliendo la richiesta dei pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/09/03/Auto-arsenale-carcere-No-Tav_9237906.html

Il “Fratello” Obama e la Siria

Martedì, Settembre 3rd/ 2013

  Sergio Basile, Angelo Iervolino e Redazione QE –

 Il “Fratello” Obama e la Siria

Ecco perchè Obama vuole la Guerra in Siria! Le posizioni del Mondo in attesa delle decisioni di ONU, Usa e Francia

– El Cairo – Aperture dall’Egitto: rivedere in positivo   i rapporti con Damasco interrotti dai   Fratelli Musulmani di Morsi.

– Putin invia una seconda nave-spia al largo della Siria

 S. Basile, A. Iervolino e Redazione QE

 Le ragioni di Assad a “Le Figarò” e le Strategie di Usa e Francia

 Damasco, Roma, Washington, Mosca, Parigi – Ma in queste ore, nel Mediterraneo, ci sono più navi da crociera o da guerra? Beh la domanda non è così scontata, visto il drammatico evolversi della “questione siriana”, con Francia e Usa sul piede di guerra, anche se per il momento in “pausa di riflessione forzata”. Nelle ultime ore Bashar Al-Assad, tuttavia, è tornato a difendere la causa della Siria sovrana e libera, rispondendo per le rime ai primi inquilini di casa Bianca ed Eliseo dalle colonne di “Le Figaro“. “Abbiamo sfidato gli Stati Uniti e la Francia a portare una sola prova. Obama e Hollande ne sono stati incapaci, anche davanti ai loro popoli. Chiunque operi contro gli interessi della Siria e dei suoi cittadini – ha proseguito Assad – è un nemico. Il popolo francese non è nostro nemico – ha poi precisato – ma la politica del suo Stato è ostile al popolo sirianoNella misura in cui la politica dello Stato francese è ostile al popolo siriano, questo Stato sarà suo nemico. Questa ostilità finirà quando lo Stato francese cambierà politica. Ci saranno ripercussioni, ovviamente negative, sugli interessi della Francia. In caso di attacco militare contro la Siria – ha concluso – non bisogna solo parlare della risposta siriana, ma anche di ciò che potrebbe succedere dopo il primo bombardamento. Ora, nessuno può sapere cosa succederà. Tutti perderanno il controllo della situazione quando la polveriera esploderà. Il caos e l’estremismo si espanderanno. Esiste il rischio di una guerra regionale” (Fonte Le Figaro). Vanno comunque ribaditi due elementi: 1) il fatto che Il governo francese (filo-sionista e grande “amico” di Israele) vuole un intervento in Siria e – a quanto pare – non vuole attendere troppo: in merito va detto che – a quanto pare – non ci sarà un voto al parlamento francese, ma un semplice dibattito, atteso per domani mercoledì 4 settembre; 2) il fatto che a Washington, come detto in apertura – specie dopo l’accorato invito alla pace di Domenica di Papa Francesco (vedi allegato) lo scalpitante Obama – ai minimi storici nei sondaggi sul gradimento interno – deve vedersela con una l’opinione pubblica Usa esasperata e in grandissima parte assolutamente contraria all’ennesimo atto di forza imperialistico della Casa Bianca, forte delle precedenti ed acclarate follie di Bush Junior e Senior nel teatro mediorientale. Il tutto in attesa dell’eventuale (si auspica di no) via libera del Congresso del prossimo 9 settembre. Ad alimentare lo stallo anche la Lega Araba: dalla riunione del Cairo è uscito un nulla di fatto.

   Le Repliche da Roma e El Cairo

 Vanno comunque registrate aperture verso Assad dal governo egiziano. Sempre al Cairo, infatti, il ministro degli Esteri egiziano Nabil Fahmi ha espresso la necessità del’Egitto di ricucire i rapporti con Assad, interrotti ingiustificatamente e bruscamente dal “Fratello Musulmano” (poi deposto) Mahammed Morsi. Pertanto, ha dichiarato Fahmi, “Il governo provvisorio rivedrà (in positivo) i rapporti con Damasco per rilanciare Ginevra 2“. Il Italia, Mario Mauro – Ministro della Difesa – ha accolto con favore la “pausa di riflessione” dell’asse anglo-franco-statunitense commentando: “gli interventi finalizzati a ottenere la pace sono la strada maestra, perché attraverso il tempo di contenimento dei conflitti la pace venga raggiunta. Quando possono scatenare rimedi peggiori del male, vanno compresi e quindi impediti. Il caso Siria a quale delle due categorie appartiene? Credo che la pausa di riflessione che i parlamenti britannico, quello francese e il congresso americano si sono presi voglia definire esattamente questo (…) Per trovare una soluzione alla questione siriana la cosiddetta Ginevra 2 – ha infine aggiunto Mauro – deve essere vista come una tappa indispensabile”. Ciò è avvenuto contestualmente alla smentita (per bocca della Bonino) che a Roma sia in programma una prossima riunione del (discusso) Gruppo Amici della Siria. Anche se Enrico Letta, in merito, ha replicato con un inaspettato e indecfrabile “vedremo“. (Fonte ANSA).

   Può un leader moderato e pacifico diventare una belva sanguinaria?

 Poco prima di queste ultime dichiarazioni il viceministro degli esteri siriano Faysal Al-Mikdad aveva risposto seccamente al teorema occidentale che vorrebbe il Presidente Assad essersi trasformato come per magia da leader equilibrato (e capace di fare della Siria l’oasi di pace per eccellenza del Medioriente) in una belva assetata di sangue. Ma – guardando le centinaia di foto che spopolano su facebook – una domanda nasce spontanea: da quando in qua le belve umane sono osannate e salutate da folle chilometriche con bandieroni nazional-popolari da guinnes dei primati? Beh mai! E chi dice il contrario o ha bevuto, o è in mala fede. “Armi chimiche usate in Siria contro i civili? Sì, ma dagli emissari dei servizi segreti statunitensi e occidentali che, Francia in testa, partecipano a un complotto neo-colonialista, fomentato nell’ombra da Israele contro i popoli arabi“. E’ quando ha ribadito un seccato ma composto Al-Mikdad ai microfoni della mittente europea “Euronews”, contestando la pretestuosa e fantasiosa ricostruzione del “solito” Segretario di Stato americano John Kerry.

   NATO – La sconcertante e paradossale “Sicurezza di Rasmussen”

 Sempre ambigua ed allineata su posizioni interventiste la NATO (d’altronde non poteva essere altrimenti): l’organizzazione atlantista vorrebbe infatti (parole del segretario generale Rasmussen) “una risposta internazionale e unitaria contro il regime di Bashar al Assad anche per dissuadere i dittatori di tutto il mondo dall’uso di armi chimiche. Non sono solo convinto che sia stato perpetrato un attacco chimico ma anche che il regime sirianjo ne sia responsabile”. Ma – ci chiediamo – chi da a Rasmussen (come d’altronde ai media di regime italiani) tanta sicurezza, visto che le prove ed i video finora passati in rassegna ed analizzati provano esattamente il contrario. Il tentativo di incastrare Assad è palese! Non trovate?

   Putin invia una seconda nave da ricognizione verso la Siria

 Sulla sponda opposta Vladimir Putin (il primo alleato e sostenitore della Siria) come noto ha inviato verso le coste del martoriato paese una nave da ricognizione – la seconda – per monitorare e raccogliere informazioni nell’area del  possibile (ma non auspicabile) conflitto in fase di stallo (Fonte Agenzia Interfax). Così ha commentato nelle ultime ore la situazione il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov: “nessuna prova concreta contro Assad e troppe incongruenzeCi sono troppi punti oscuri”.

  Chi è il frettoloso Barack Obama?

 Alla luce di ciò la fretta (malcelata) di Usa e alleati davvero non trova alcuna giustificazione. Ma forse per capire meglio la faccenda (oltre ad analizzare i circa mille articoli dedicati fino ad ora alla Siria dall’Osservatorio Nazionale indipendente “Qui Europa” – vedi archivio pubblico nel sito www.quieuropa.it) la risposta alla smania bellica dei signori della guerra potrebbe trovarsi proprio all’interno della Stanza Ovale. Tra i suoi misteriosi cassetti. Allora ci chiediamo: chi è Barack Obama? O meglio: chi è Barack Hussein Obama II? Egli nasce il 4 agosto 1961 al Kapi’olani Medical Center for Women & Children di Honolulu (Fonte Wikipedia), nelle Hawaii, da madre statunitense – Stanley Ann Dunham (1942–1995), nata a Wichita (Kansas), da una famiglia di origini inglesi e tedesche – e da padre keniota di etnia Luo – Barack Obama Sr. (1936-1982), nato a Nyang’oma Kogelo, nella Provincia di Nyanza, di religione – pare – Musulmana. L’inquieto Barack Hussein Obama II, scrive sul suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per – dice – “spingere le domande su chi ero fuori dalla mia testa”. Il 3 giugno 2009 gli viene assegnato il Collare dell’Ordine del re Abd al-Aziz (Arabia Saudita). Esso viene concesso a residenti e non dell’Arabia Saudita che si siano distinti largamente nei confronti del regno o per grandi meriti di coraggio (???). Medaglia di II classe dell’Ordine. Nel 1971 l’introduzione degli ordini cavallereschi venne approvata da un regio decreto ed il primo di essi a venire fondato fu il Gran Collare di Badr. Dal nome della Battaglia di Badr, prima battaglia vinta dall’Islam. beh inquietante! Non trovate? Il 9 ottobre 2009 il Comitato di Oslo (come visto controllato politicamente direttamente dalla Casa Bianca e/o sue pertinenze – Vedi articoli in allegato) gli conferisce un discusso e “strategico” Premio Nobel per la Pace. Da un riassunto della biografia di Obama si capisce in modo chiaro e netto come egli abbia forti legami col mondo Musulmano e in particolare con l’Arabia Saudita. Ma anche col sionismo ebraico (ovviamente): non dimentichiamo l’ultima recente ossequiosa visita in Israele sulla tomba di Theodor Herzl: fondatore del sionismo moderno. Un presidente americano sionista e nel contempo cavaliere di un ordine saudita? Ordine che sembrerebbe essere di chiara matrice massonica. Anche il fratello del presidente Malik Obama, sarebbe legato con la Fratellanza musulmana, l’organizzazione del deposto Mohammed Morsi.

   Il “Fratello” Barack

 Ciò spiegherebbe dunque l’ostilità manifestata contro i tentativi di ristabilire l’ordine a El Cairo da parte dell’attuale governo provvisorio e il sostegno ai fratelli Musulmani in Siria e Medioriente. Ma al di là di ciò, a monte vi è ovviamente l’architrave primario dell’intera costruzione bellica mondiale, cioè il Piano sionista/illuminato per la realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale: un unico impero ancor più vasto del Commonwealth, che vorrebbe la creazione di un governo globale unico sotto il controllo di Usa e Israele. Un piano che – tra l’altro – ebraismo sionista a parte sembra andare a nozze con le frange più estreme dell’islam (specie quello sunnita). Ma le soprese non finiscono: Malik Obama, infatti, sarebbe anche il supervisore di un’importante quota di investimenti finanziari internazionali che fanno capo ai Fratelli Musulmani. A rivelarlo  alla TV pubblica egiziana è stato di recente Tahani al-Gebali (magistrato e attuale Vice Presidente della Suprema Corte Costituzionale dell’Egitto): “gradirei informare il popolo americano, che il fratello del loro presidente, Barack Obama, è uno degli architetti dei maggiori investimenti dellaFratellanza musulmanaNoi difenderemo a spada tratta la legge – ha continuato – e gli americani non ci potranno fermare. Per questo – ha concluso – dobbiamo aprire un’indagine e avviare un dibattito in aula“.  Numerose sono state le proposte di impeachment avanzate contro il presidente USA. Ma Barack Hussein potrebbe essere (come la stragrande maggioranza dei suoi predecessori: ormai non è un mistero davvero per nessuno) anche membro della Skull and Bones/Società del Teschio e delle Ossa, già Fratellanza della Morte, una delle logge massoniche più potenti del mondo, legata – tra l’altro – al Bildeberg Club ed alle altre organizzazioni mondialiste: Trilateral, ecc… Come d’altronde sono stati membri della S&B i fratelli guerrafondai Bush.

 S.Basile, A. Iervolino e Redazione QE (Copyright © 2013 Qui Europa)

http://www.quieuropa.it/il-fratello-obama-e-la-siria/

Effetto Imu: ferrovie senza manutenzione

02-09-2013
Una mano dà, l’altra prende. E così, per compensare il mancato gettito dell’abolizione della prima rata dell’Imu, il decreto legge prevede una serie di tagli. In particolare, verranno tolti 250 milioni al Fondo per l’occupazione e 300 milioni alle risorse della Cassa Conguaglio Settore Elettrico per l’ef-
ficienza energetica e le rinnovabili.

Sforbiciata di 300 milioni anche ai fondi per la manutenzione della rete ferroviaria.

Intanto verranno sprecati fondi per l’inutile Tav in Val di Susa e per le costosissime operazioni di ‘soccorso’ dei clandestini.
http://voxnews.info/2013/09/02/effetto-imu-ferrovie-senza-manutenzione/

Ennesima rapina ad anziana a Forlì
FORLI’ – Due stranieri la vedono, è sola, è anziana, è il loro soggetto ‘preferito’. Si sono avvicinati ad donna di 74 anni con un furgone commerciale, con la scusa di chiedere un’informazione. Uno di loro è sceso e le ha strappato la catenina d’oro che la donna portava. Degli immigrati nessuna traccia, citofonare Boldrini.
http://voxnews.info/2013/08/31/ennesima-rapina-ad-anziana-a-forli/