Fassino a vele spiegate. In yacht con Bazoli

Pubblicato Venerdì 23 Agosto 2013, ore 13,14

 Vacanze nel mar Egeo, a bordo di un’imbarcazione da nababbi in compagnia del presidente di Intesa, per il sindaco di Torino. Avranno discusso della prossima sostituzione di Chiamparino al vertice della Compagnia di San Paolo?

 

E la barca va. Nonostante il momentaccio Piero Fassino va a vele spiegate, almeno in vacanza. Il sindaco di Torino, infatti, è stato avvistato nei giorni scorsi a bordo di un lussuoso yacht, l’Electa, battente bandiera britannica e iscritto al prestigioso Club del Principato di Monaco, bagnarola  lunga poco meno di 40 metri, da far invidia ai nababbi di mezzo mondo. A beccare l’ex segretario diessino scendere dal principesco natante è stata una blogger, Consuelo Canducci, che attraccata con il suo caicco ad Arki, una delle isole più piccole e meno popolate del Dodecaneso, si è vista spuntare lo Spilungone rosso, appena sceso dall’imbarcazione con “sua santità”, come viene chiamato il banchiere bianco Giovanni Bazoli. E per di più dopo una manovra “cafonal” dell’armatore per guadagnarsi lo spazio nel porto, per dirigersi poi alla locale taverna. Ecco il resoconto. “I primi sono stati gli uomini dell’equipaggio, in livrea, efficientissimi. E come i re magi hanno portato olio, vino e una torta. Hanno richiesto un tavolo da sei (vicino al nostro, peraltro) che hanno velocemente addobbato con candele e quant’altro dovesse servire all’importante ospite. Si davano un gran daffare, sembravano formichine operose, parlottavano con l’oste greco, si raccomandavano con la cameriera, raddrizzavano le posate e, dulcis in fundo, hanno fatto spostare il tavolo più lontano, in modo da posizionarlo nel centro della piccola piazzetta. Forse nel timore che i bimbi del nostro tavolo potessero disturbare”.

Finché, dall’oscurità, ecco apparire tre figure avanzare a passi felpati, persino claudicanti. “Quando hanno raggiunto il cono di luce della taverna il  mistero è stato svelato. Si trattava di Piero Fassino, Giovanni Bazoli, banchiere che non abbisogna di presentazioni  e di un terzo individuo, presumibilmente l’armatore ospitante l’allegra combriccola. Con tanto di signore al seguito elegantemente vestite. Il quadretto che mi si è presentato di fronte, così tremendamente fuori luogo, anacronistico e decontestualizzato, mi ha fatto, per un attimo, tremare. Mica perché un orgoglioso erede di Antonio Gramsci come Piero Fassino potesse viaggiare su uno yacht di quel calibro ed in compagnia di un miliardario. No, no. Ma perché mi ha fatto ripiombare tristemente nel piccolo provincialismo ostentato e per giunta arrogante, di casa nostra. Che mi ero illusa di riuscire, almeno in posti così remoti, di lasciarmi alle spalle”.

Eppure, von buona pace della blogger spifferina, tra Fassino e Bazoli non mancano argomenti di discussione. Ci piacerebbe sapere, ad esempio, se è stata affrontata la questione delle imminenti dimissioni di Sergio Chiamparino dalla Compagnia di San Paolo, primo azionista della banca, oppure di quei 170 milioni di euro di debiti, che Finanziaria Sviluppo Utilities – la finanziaria che controlla Iren -, ha nei confronti di Intesa. Così, tanto per sapere, neh?

http://www.lospiffero.com/cantina/fassino-a-vele-spiegate-in-yacht-con-bazoli-12167.html

 

Notizie dalla Siria: cento agenti dei servizi di intelligenza saudita sono entrati in Siria

Posted By Luciano Lago On 20 agosto 2013

Agenti sauditi [1]

di Luciano Lago

Da una fonte libanese molto ben accreditata ( Al -Khabar Press) è stata comunicata la notizia dell’avvenuta infiltrazione in territorio siriano di circa un centinaio di agenti dei servizi di intelligenza (servizi segreti) dell’Arabia Saudita, notizia confermataci anche dal nostro corrispondente sul posto.

Dalla stessa fonte viene specificato che non si tratta della prima operazione degli agenti sauditi svolta in territorio siriano dal momento che già alcuni di essi operano ampiamente in varie zone della Siria. Qualcuno di loro è rimasto anche ucciso nella contro offensiva dell’Esercito Nazionale Siriano ed i suoi documenti sauditi resi pubblici  dall’autorità militare siriana, si trattava in particolare di ufficiali delle forze Saudite.       

Notizia questa passata sotto silenzio dai media occidentali che continuano a sostenere la tesi di una guerra civile interna in Siria, omettendo di dare notizia che vi sono oltre diecimila miliziani stranieri infiltrati nel paese (libici, egiziani, tunisini, afgani, ceceni, europei, ed altre nazionalità).

Attualmente il centro delle attività di questi agenti sauditi si trova nella provincia di Daraa (sud Siria)e di Idlib (nord Siria) ed essi hanno iniziato le loro attività dopo aver ricevuto la luce verde da parte del re saudita Abdolá bin Abdelaziz Al Saud, il loro principale obiettivo è quello di rovesciare il governo di al Assad fomentando azioni di sabotaggio e terrorismo.

La fonte delle informazioni ha sottolineato come questo folto gruppo di agenti sia stato infiltrato dopo la fine della festa del Eil al –Fitr (la festa che segna la fine del ramadam).

Questi elementi operano nelle zone infestate dalle milizie salafite ed hanno anche cambiato la propria fisionomia ed indossato abiti civili per meglio infiltrarsi ed arrivare ad i loro obiettivi, alcuni sono diretti nella capitale Damasco. Una delle missioni più importanti è quella di raccogliere informazioni per assassinare alcune delle eminenti personalità siriane, in particolare nelle grandi città. Inoltre si sostiene che questi elementi hanno anche il compito di trasbordare esplosivi ed armi dalla Siria al Libano per  portare a termine azioni terroristiche anche in quel paese.

Bisogna anche ricordare che vari viceministri sauditi hanno viaggiato ultimamente dalla Giordania alla Turchia per prendere contatto e cooperare con le milizie ribelli che operano in Siria.

L’obiettivo dichiarato della monarchia saudita è quello di rovesciare il regime di Assad e stabilire in Siria un “califfato”, ovvero uno stato confessionale  sotto influenza saudita ispirato alla ideologia wahabita ed all’integralismo islamico.

Il dato certo è che la monarchia saudita, assieme con quella del Qatar sta entrando sempre più direttamente nel conflitto e non si limita più al solo finanziamento delle milizie integraliste che combattono in Siria ma partecipa anche alla fornitura degli armamenti ed alle operazioni sul campo assieme agli USA, Turchia, Francia e Gran Bretagna che fino ad oggi hanno sostenuto ed armato le milizie ribelli negli attacchi contro la popolazione e l’Esercito nazionale Siriano.

Ultimamente era stato segnalato il tentativo del rappresentante saudita, durante un incontro con Putin, di convincere questi ad abbandonare l’appoggio al regime di Assad in cambio di forniture di diverse decine di miliardi in armamenti ed attrezzature che i sauditi si sarebbero impegnati ad acquistare dalla Russia.  Il “niet” del russo Putin ha convinto i sauditi a cercare altre strade per destabilizzare la nazione siriana con beneplacito del Dipartimento di Stato USA.

http://www.hispantv.com/detail/2013/08/20/237499/100-elementos-saudies-entran-siria [2]

http://www.reuters.com/article/2013/08/15/us-syria-crisis-arms-idUSBRE97E0QH20130815 [3]

http://www.stampalibera.com/?p=65883

Un giornalista di la Repubblica alle prese con la memoria

http://www.notav.eu/article6630.html

Venerdì 16 agosto, una magnifica giornata nella splendida Valle Thuras. Una giornata di festa ma, soprattutto, una giornata di memoria. Ogni anno in occasione della festa di San Rocco, a cui è dedicata la piccola cappella delle Grange Thuras, viene celebrato il ricordo dei caduti partigiani del Col Thuras. Nell’agosto del 1944, otto partigiani della Divisione Autonoma Val Chisone di Maggiorino Marcellin, il Comandante Bluter, cadono sotto ai colpi tedeschi sul Colle Thuras mentre sono in missione per la ricerca di cibo. I corpi rimangono insepolti sul Colle fino alla fine della Guerra.
Una splendida giornata per una passeggiata in montagna con la famiglia, considerando anche che l’Associazione Alpini di Cesana per quell’occasione prepara una gustosa grigliata e che i malgari della Val Thuras ne approfittano per unirsi pure loro al gioioso picnic.
Anche il Signor Paolo Griseri di Torino decide di fare una capatina fin lassù con la famiglia, approfittando della bella giornata. (continua)


Ma in realtà, il Sig. Griseri non è interessato alla commemorazione di caduti partigiani e, probabilmente, non è neanche interessato alla memoria storica che gli permette oggi di poter esercitare il mestiere di giornalista. Ne approfitta sì per scattare qualche fotografia della splendida Valle ma, in realtà, ciò che lo spinge a salire lassù sono le pressanti richieste della madre che necessita di un passaggio. E’ la madre, infatti, che vuole assolutamente salire fin lassù, in quella giornata del 16 agosto, con una sua carissima amica, sorella di uno dei ragazzi caduti in quel  lontano 1944. La madre del Sig. Griseri e la sua amica, la Sig.ra Maggiori, vogliono essere presenti in questa occasione anche perché, nel pomeriggio, i ragazzi del Laboratorio Permanente di Ricerca Teatrale di Salbertrand dell’Associazione ArTeMuDa portano in scena, proprio lì alle Grange Thuras bruciate dai tedeschi e dai fascisti in quell’agosto del 1944, il loro spettacolo sulla Resistenza: Oltre l’eco. Come racconta il regista prima dello spettacolo, Oltre l’eco è andato in scena, per la prima volta, al Col Basset nel 2007 e il video dello spettacolo ha vinto la XII edizione del Valsusa Filmfest nella sezione ANPI Memoria Storica.

Intorno alle 15.30 inizia lo spettacolo, davanti a oltre 200 persone salite lassù per ragioni di memoria. Il Sig. Griseri, forse perché poco interessato allo spettacolo o forse perché con poca memoria, dimentica di spegnere il telefono cellulare (atto di cortesia superfluo nei confronti di chi vuol godersi uno spettacolo in alta montagna). Così, intorno alle 16.00, mentre vanno in scena le nefandezze nazifasciste nella Valle di Susa (solo di allora?), il telefonino del Sig. Griseri suona implacabilmente. Ma certo! Non si può rifiutare la chiamata evitando di disturbare la rappresentazione, soprattutto se la chiamata è importante. “Pronto?”—“Sì, ciao…!” Chissà chi è questo … che chiama e rompe le scatole, in questo momento emozionante, a questo Signore seduto qui nel prato che, per la verità, non appare disturbato e non si accorge neppure di disturbare o, se se ne accorge, non se ne cura affatto? Nessuno di chi gli sta intorno lo conosce (a parte i familiari) o lo riconosce. Il Sig. Griseri parla, con il suo interlocutore telefonico, di qualcuno andato in visita ad un carcere il giorno prima (15 agosto) insieme a dei pericolosi sovversivi. Il Sig. Griseri promette un’intervista a questo qualcuno e concorda con il suo interlocutore sulla necessità di scrivere un articolo appropriato e, all’evidente urgenza richiesta dall’altro capo dell’etere, promette di scrivere a breve un articolo ad oc, ben studiato e con i nomi che gli vengono suggeriti.
Il Sig. Griseri, nella sua poca cortesia e nella sua assenza di memoria, dimentica che la Valle Thuras è una fetta di Terra della Valle di Susa e che in Valle di Susa la Terra è NO TAV. Il Sig. Griseri non si accorge, nonostante diversi foulard, bandane e spillette tra il pubblico con simboli inequivocabili, che la quasi totalità di chi gli sta intorno ama la montagna, ama la Terra ed è NO TAV. Il Sig. Griseri  non si accorge che chi è lì vuole vedere uno spettacolo e non ascoltare le sue telefonate che egli, incurante, impone con poco tatto. Finalmente, la comunicazione finisce e ci si può godere lo spettacolo senza il disturbo di quel signore poco accorto ma, due giorno dopo, leggendo alcuni articoli sulle pagine on line di Repubblica, a firma di un certo Paolo Griseri (consultabili ai link:

http://www.repubblica.it/cronaca/2013/08/17/news/gianni_vattimo_dico_s_a_sassaiole_e_blocchi_ma_non_sono_un_cattivo_maestro-6490566

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/08/18/news/il_nuovo_frejus_divide_i_no_tav-64927999)

e prontamente diffusi sui social network da un certo @stefanoesposito, si accendono le lampadine di chi alle Grange Thuras è stato disturbato da quella telefonata. Quel signore al telefono, dotato di poca sensibilità per le motivazioni altrui, non ha solo il volto di qualcuno che non si cura di poter infastidire il prossimo. Adesso quel signore ha anche un nome: Griseri e, a chi lo ha contro la propria volontà dovuto sentire, appare chiaro quanto sia un giornalista libero e pensante (basta scorrere, negli archivi on line, gli articoli con cui tale signore si prodiga a descrivere imparzialmente le vicende valsusine dell’ultimo quarto di secolo) e non è difficile immaginare chi sia stato ad impartire ordini precisi dall’altra parte del telefono o, quantomeno, immaginare da dove essi originino (soprattutto leggendo i post di noti personaggi su Twitter).
Peccato davvero che il Sig. Griseri sia stato disturbato da quella telefonata su alle Grange Thuras, peccato davvero. Ha perso un’occasione per godersi un bello spettacolo e per vedere ancora una volta di cosa sia fatto il fascismo. Forse, neanche questa volta il Sig. Griseri avrebbe colto quest’occasione per capire che il fascismo non è solo quello del ventennio, ma che si annida in molte pratiche quotidiane, anche giornalistiche. O, forse, il Sig. Griseri lo ha capito, magari prestando la dovuta attenzione ai racconti della madre e della sua amica, ma è occupato al telefono

SBATTI IL MOSTRO (I MOSTRI) IN PRIMAPAGINA

Possibilmente il giorno di Ferragosto

 Come sempre i  pennivendoli proni ai voleri dei “poteri forti” ma soprattutto stuoini scodinzolanti della lobby del TAV hanno provveduto a confezionare, per il numero di Ferragosto, un bell’articolo con titoloni roboanti sbattendo in prima pagina i nomi e le foto (sempre d’archivio e sempre le stesse) dei MOSTRI NO TAV che a loro dire hanno osato violare LA ZONA ROSSA attorno al cantiere.

Intanto,non esiste alcuna “zona rossa” attorno al cantiere, semplicemente è stata reiterata la solita ordinanza prefettizia il giorno 10/7/2013 (sono ormai oltre due anni che il prefetto reitera queste ordinanze del tutto incostituzionali proprio per la loro reiterazione continuata) che in questo caso ha aggiunto due nuove strade alla classica via dell’Avanà: la costruenda circonvallazione del cantiere e quella che il prefetto ha chiamato “via delle Gallie” nome inventato da quel ballista di Virano ma che non esiste in nessuna mappa catastale o toponomastica, in realtà si tratterebbe della vecchia strada intercomunale Chiomonte – Giaglione abusivamente bloccata e interrotta dalle recinzioni del cantiere della CMC. Ma l’ordinanza prefettizia, per non incorrere in palese e scontata incostituzionalità, richiamata da sentenze della Cassazione, recita che il divieto non è valido per i proprietari di terreni “frontisti” delle suddette strade.

Orbene, si da il caso che tutti i “mostri sbattuti in prima pagina” siano proprietari di ben tre appezzamenti di terreno frontisti della così detta dal prefetto “via delle Gallie.

Quindi il fatto non sussiste se non per gli sbirri violenti e prepotenti, la DIGOS incarognita come non mai contro i NO TAV, la procura di Caselli che si distingue per accanimento degno di miglior causa e ovviamente i pennivenduti alla lobby del TAV.

In realtà tutto questo fa parte del piano TERRORISTICO messo in piedi dal questore e dalla procura di Caselli per far si che la gente si terrorizzi per le possibili denunce intimidazioni poliziesche e quant’altro e faccia il vuoto attorno al movimento NO TAV. E, soprattutto, che la gente la smetta di andare a ficcanasare in Clarea per evitare accuratamente che si scopra che hanno già trovato vene di amianto…  Ancora una volta hanno capito poco della Valsusa, dei valsusini e dei NO TAV. Si romperanno le corna.

 

Perino e Dosio denunciati
per la marcia “over 50”
 http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/08/15/news/perino_e_dosio_denunciati_per_la_marcia_over_50-64807377/

Raffica di denunce per la manifestazione organizzata al cantiere di Chiomonte una settimana fa: tra i colpiti il portavoce storico del movimento e la pasionaria della Valsusa

Perino e Dosio denunciati per la marcia "over 50"  

Ci sono anche due leader storici del movimento No Tav tra i denunciati alla magistratura per la violazione dell’area di protezione del cantiere di Chiomonte durante la marcia “over 50” del movimento valsusino contro il supertreno. Sono Alberto Perino, per lungo tempo il portavoce ufficiale dei No Tav e Nicoletta Dosio, l’insegnante di lettere sempre più assurta al ruolo di pasionaria della Valsusa. Con loro sono stati denunciati in tutti 63 partecipanti alla manifestazione organizzata una settimana fa – in concomitanza con il World master games che ha richiamato a Torino atleti over 35 da tutto il mondo -: tra loro figurerebbero altri nomi già nomi nella storia della lotta contro la Torino-Lione: Giorgio Vair, vicesindaco di San Didero e Simona Pognant, ex sindaco di Borgone di Susa. E poi Francesco Richetto, leader del Comitato di lotta popolare.

 

(15 agosto 2013)

 

Hyperloop, viaggi in capsula a 1000 km/h – alternativa al TAV

LA SFIDA DEL MILIONARIO AMERICANO
Hyperloop, viaggi in capsula a 1000 km/h
Elon Musk rivela il visionario progetto per collegare
Los Angeles e San Francisco in meno di mezz’ora

Collegare San Francisco a Los Angeles -614 chilometri- in soli 30 minuti. Viaggiando a una velocità superiore ai 1000 km/h. Con il «quinto mezzo di trasporto» – dopo auto, treno, aereo e nave- ideato da Elon Musk, il vulcanico imprenditore della Silicon Valley che dopo aver fondato Paypal, Space X e Tesla, annuncia la nuova sfida: Hyperloop. Del progetto circolavano indiscrezioni da un po’. Con mestiere Musk le aveva fatte filtrare per tenere alta l’attenzione. Come promesso il «golden boy» dell’auto elettrica ha presentato la sua nuova «creatura».

Hyperloop
ALTERNATIVA ALLA TAV-«Spero non ci siano troppi errori» ammette su Twitter «abbiamo lavorato duramente tutta la notte». Ma cos’è Hyperloop? Il sistema si base su capsule di alluminio «sparate» all’interno di tubi d’acciaio sostenuti da pilastri alti 30 metri. Dentro ci starebbero persone oppure merci. Musk sostiene che Hyperloop è molto più efficace di un treno ad alta velocità, meno invasivo e meno costoso di quello in costruzione in California: «Perché spendere 70 miliardi di dollari per andare 200 all’ora? Se riusciamo a mandare i rover su Marte ci mettiamo a costruire uno dei treni più lenti al mondo?» polemizza sul suo blog.

Ecco Hyperloop, per viaggiare a oltre 1000 km/h

IDEA ANTICA-Quello che non spiega è quale energia sia necessaria per alimentare Hyperloop. L’idea non è nuova, Musk lo sa e non lo nasconde. Dalle teorie di Robert Goddard, fisico americano della prima metà del novecento famoso per i suoi studi sui missili, ai più recenti tentativi di alcune multinazionali, l’idea di una super-condotti pneumatici non è mai tramontata. Nessuno però è riuscito a dimostrarne la fattibilità. Musk lo sa e fornisce qualche dettaglio in più. Le capsule di Hyperloop viaggerebbero sospese nell’aria all’interno dei tubi aspirando aria grazie a un potente ventilatore davanti ed espellendola da dietro. «Il sistema è particolarmente adatto per collegare città lontane fra loro non più di 1500 km con problemi di traffico» spiega l’imprenditore californiano. Il progetto integrale è in un file rilasciato in rete in nottata.

La capsula di HyperloopLa capsula di Hyperloop
TESLA- Tanta attenzione verso Musk si spiega con la sua folgorante carriera. Con i soldi della vendita di Paypal Musk decide di lanciarsi nel business dell’automobile. Sembra una follia: mentre General Motors e Chrysler vanno in bancarotta, lui scommette sulla tecnologia elettrica. Trova alleati preziosi nella Silicon Valley: Larry Page, il co-fondatore di Google, ci mette i soldi di tasca sua. Fra le star di Hollywood la spider a batterie diventa presto popolare. Sulle colline di Beverly Hills piace ai nuovi eco-ricchi. Con abilità Musk riceve i finanziamenti dal governo americano per la riconversione industriale del settore auto e li restituisce. Dopo avere ottenuto – a costo zero- uno stabilimento nel quale produrre i nuovi modelli. È quello di Fremont, in California, dove prima della Grande Crisi uscivano Toyota e General Motors in nome di una vecchia joint venture. Quando la Tesla debutta a Wall Street il titolo vola subito. Gli analisti appaiono scettici ma solo per poco: la Tesla con una capacità produttiva di appena 30 mila macchine l’anno ha una capitalizzazione superiore ai 18 miliardi di dollari, Gm primo produttore al mondo – con oltre 9 milioni di veicoli venduti- ne vale 49, pochi di più. Alle porte di Musk bussano Toyota e Mercedes per sviluppare le loro auto elettriche. Contratti che portano soldi in cassa e un notevole ritorno d’immagine. Dopo aver cambiato le regole nel sistema bancario con Paypal, aver noleggiato alla Nasa il primo razzo privato e sfidato i giganti di Detroit, riuscirà a imporsi anche nel trasporto pubblico?

I mezzi più veloci di oggi e di ieri
12 agosto 2013 (modifica il 14 agosto 2013)
http://motori.corriere.it/tecnologia/13_agosto_12/elon-musk-hyperloop_2a1642b2-035b-11e3-a0a3-a0e457635e2f.shtml

Tav, Piero Grasso: “Si potevano trovare soluzioni diverse”

http://www.nuovasocieta.it/torino/tav-piero-grasso-si-potevano-trovare-soluzioni-diverse.html#.UhN1Zcu7yu0.facebook

Piero Grasso e Stefano Esposito Piero Grasso e Stefano Esposito

 

di Andrea Doi

Dubbi sulla Torino-Lione anche per Piero Grasso. Il presidente del Senato, durante la sua Lectio Magistralis, sul tema “Grande alleanza tra politica e scienza”, parla chiaramente di un “diverso approccio” che si doveva avere sul Tav, il gasdotto transadriatico Tap e sulla stazione del sistema di telecomunicazioni satellitare della marina statunitense Muos, di Niscemi.

«Oggi non si può più ritenere di realizzare una grande opera infrastrutturale, frutto di applicazione scientifico-tecnologica, senza prima valutarne insieme a tutte le componenti interessate l’impatto ambientale e sociale – spiega Grasso – anche per evitare situazioni di conflitto, a volte lungo anni, con ripercussioni sotto il profilo dell’ordine pubblico».

La Lectio Magistralis si è tenuta ad Erice in occasione della 46ma sessione del seminario internazionale sulle emergenze planetarie “The role of science in the third millennium” (Il ruolo della scienza nel terzo millennio).

Tornando sul conflitto sulle cosiddette grandi opere, Grasso spiega che «in Italia gli esempi della Tav, della Tap e del Muos in questo sono emblematici. Forse – continua il presidente del Senato – era possibile arrivare a soluzioni diverse con un approccio diverso: qualsiasi applicazione tecnologica deve quindi essere preventivamente affiancata da valutazioni di ordine politico, economico, culturale e sociale».

Un’analisi interessante quella di Grasso. Chissà cosa ne pensa di queste parole il suo compagno di partito Stefano Esposito, suo ex vicino di banco in Senato.

 

la dittatura del pensiero unico in nome del politically correct ecco a cosa porta

 

Il delirio sionista non si placa… neanche per un innocuo film..

Dustin Hoffman non ha fatto dichiarazioni, non ha scritto nè espresso alcuna opinione. Ha solo presenziato alla prima di un film in cui si narra della resistenza di un villaggio palestinese durante la prima fase della colonizzazione israeliana.

E siccome i sionisti sono amanti della libertà e dell’indipendenza individuale e collettiva, sui giornali filosionisti americani Hoffman è stato dipinto come “antisemita” e “amico di hitler”

 

Sardegna, isola militare! Il ministro Mauro mette tutti sull’attenti nel silenzio (quasi) assoluto della nostra politica

http://www.informarexresistere.fr/2013/08/22/sardegna-isola-militare-il-ministro-mauro-mette-tutti-sullattenti-nel-silenzio-quasi-assoluto-della-nostra-politica/

di Vito Biolchini –

La vitalità di un’opinione pubblica la si registra anche in base alla sua reattività. Qualche giorno fa il ministro della Difesa Mario Mauro è venuto in Sardegna e ha ribadito con forza il ruolo “servile” della nostra isola, ha prospettato un potenziamento della base di La Maddalena, ha spacciato il ministero della Difesa come “il primo è più importante datore di lavoro della comunità isolana”, ha annunciato con orgoglio il potenziamento della Brigata Sassari, e di fronte alla necessità di riequilibrare il peso delle servitù militari ha ritirato fuori l’argomento dell’”interesse supremo della difesa nazionale”. Così, come se niente fosse: e questo è l’articolo uscito sulla Nuova Sardegna (“La Difesa è il principale datore di lavoro nell’isola”) nel caso in cui ve lo foste persi.

Le uniche reazioni sono state quelle del leader di Sardigna Natzione, Bustianu Cumpostu (“Militari occupanti”) e del consigliere regionale del Pd Mario Bruno («Le parole del ministro della Difesa Mauro in visita a Cagliari sono deludenti e e preoccupanti”): per il resto, silenzio totale.

Eppure del rapporto fra la Sardegna e i militari bisognerebbe riprendere a parlare, se non altro perché la presenza massiccia di basi nel nostro territorio era un tassello importante di quel modello di sviluppo adottato nel secondo dopoguerra e che oggi tutti, a ragione, contestano e rigettano.

Il no alle basi non è dunque (solo) un no ideologico ma è dettato dalla necessità di utilizzare il territorio isolano in maniera diversa, più produttiva: perché le servitù militari non portano lavoro praticamente a nessuno e lasciano in eredità inquinamento e territori devastati.

Nei programmi che i candidati alla Regione presenteranno presto agli elettori che spazio ci sarà per questo tema? Su quali basi centrodestra, centrosinistra, sovranisti, indipendentisti e M5S chiederanno o pretenderanno dallo Stato una riduzione delle basi militari?

Purtroppo la situazione geopolitica non è favorevole. Le terribili tensioni che stanno investendo il nord Africa pongono la Sardegna in una linea di confine molto calda che favorisce le posizioni strumentali del governo romano. Lo scorso 28 aprile, intervenendo a Cagliari all’iniziativa organizzata per Sa Die de Sa Sardigna, il sociologo Nicolò Migheli aveva ricordato il ruolo essenzialmente militare della Sardegna negli equilibri italiani. La nostra isola a questo serve oggi all’Italia e non a molto altro. Ecco perché di tutte le servitù quella militare è la più difficile da cui liberarsi.

Ed è su questo tema che soprattutto gli indipendentisti si giocano la loro credibilità: perché non basta dire di volersi sganciare dall’Italia, in questa condizione serve anche la definizione una precisa politica estera che metta la Sardegna dai rischi di un conflitto che è veramente alle porte. Gli indipendentisti ce l’hanno? E qual è?

Se le basi sono le nostre servitù militari, poi c’è la servitù militare intesa come predominanza nell’opinione pubblica isolana di un militarismo diffuso che trova nell’esaltazione identitaria della Brigata Sassari il suo culmine. È una vecchia storia che parte da lontano e che ha trovato in Francesco Cossiga il suo indiscusso campione. Una cosa è certa: se non iniziamo a mettere innanzitutto in discussione il militarismo rappresentato dalla Brigata Sassari, il suo ruolo culturale egemone nella Sardegna di oggi, delle basi non ce ne libereremo mai. Perché poi ci sarà sempre qualcuno (come il ministro Mauro) che ci dirà con grande faccia tosta che i militari “portano lavoro” e nessuno di noi avrà la forza e il coraggio di mandarlo affanculo. Politicamente parlando, ovviamente.