Pesaro, si lavano con l’acqua santa: il priore chiama la polizia

il rispetto della cultura a senso unico. In Moschea e Sinagoga sarebbe stato permesso loro farlo?

Pesaro, si lavano con l’acqua santa: il priore chiama la polizia
14 agosto 2013Scritto da Giuseppe Impellizzeri
Quattro donne entrano nel santuario della madonna delle grazie a Pesaro e usano l’aqua benedetta per lavarsi, per trovare sollievo dal caldo. Il priore non gradisce e chiama la polizia

E’ accaduto a Pesaro, nel centralissimo santuario della madonna delle grazie, frequentato ritrovo mariano in via San Francesco, pieno centro storico della cittadina marchigiana: quattro donne nomadi sono entrate in chiesa dopo una delle messe previste dal programma liturgico estivo e hanno usato l’acqua presente nell’acquasantiera per trovare sollievo dall’arsura agostana, prima di chiedere un pò di elemosina ai fedeli. Il priore del santuario però non ha gradito e ha immediatamente allerato le forze dell’ordine.
Il santuario della madonna delle grazie principia la sua fortuna il 21 dicembre del 1500, quando l’immagine della Beata Vergine Maria delle Grazie, dipinta da Antoniazzo Romano su modella della Madonna venerata  a Santa Maria Maggiore a Roma, venne trasferita nella chiesa dei Servi di Maria, per il progettato abbattimento della sede originaria, per ragioni militari. Il santuario attuale venne edificato tra il 1506 e il 1513 e successivamente la madonna delle grazie venne promossa a patrona di Pesaro, in coabitazione con San Terenzio. L’originale icona lignea non esiste più, arsa in un incendio, ma il pittore fanese Pompeo Magno ne dipinse un’altra, a olio su tre assi di noce massiccio, che è quella esposta tutt’ora: il santuario è diventato un ritrovo mariano che attira fedeli non solo di Pesaro, ma anche delle aree limitrofe, i servi di maria sono ancora lì a officiare le funzioni, la carità cristiana invece sembra latitare.
Il priore Giuseppe Egidi infatti ha il dente avvelenato contro i questuanti che quotidianamente frequentano la sua chiesa e non fa niente per nasconderlo. Dopo essersi detto “sconcertato e addolorato” per l’episodio delle zingarelle che hanno usato l’acqua benedetta per darsi una sciacquata, rivela di aver presentato numerose denunce e segnalazioni alle forze dell’ordine per impedire ai questuanti di disturbare “la pace e la solitudine” che i fedeli vanno cercando nel santuario.
Il problema del priore è che “chi viene in chiesa per fede alla fine se ne vada perchè infastidito e lasci la panca vuota“ e, sa va sans dire, lasci vuoti anche i cestini delle offerte. Dove altro dovrebbero andare i questuanti a chiedere un pò di aiuto, se non in una chiesa molto frequentata, almeno in teoria, da persone cariche di carità, rispetto e desiderio di incontrare e aiutare il prossimo, il priore non lo dice.
Così, anche ieri, invece di offrire alle quattro zingarelle un ristoro o un luogo più comodo dove lavarsi, senza disturbare questi irritabili fedeli, ha preferito chiamare la polizia. Per loro fortuna, le quattro zingarelle si erano già allontanate quando è arrivata la pattuglia della squadra volante di Pesaro.
http://www.ultimenotizieflash.com/cronaca/2013/08/14/pesaro-si-lavano-con-lacqua-santa-il-priore-chiama-la-polizia/

La rivolta del Pd di Vernio: «Niente festa, questo partito non ci rappresenta»

proprio vero che siamo vicini alla guerra civile…..

La rivolta del Pd di Vernio: «Niente festa, questo partito non ci rappresenta»
La sezione della Valbisenzio rinuncia al tradizionale appuntamento di agosto e lancia accuse ai vertici romani: «Sbagliato rincorrere l’elettorato conservatore»
di Alessandra Agrati

PRATO. Una presa di posizione forte nei confronti della segreteria nazionale: il Pd di Vernio ha votato a larga maggioranza, un astenuto e un contrario, di non organizzare la consueta festa estiva al parco dell’Albereta che generalmente iniziava intorno al 10 agosto.
“Come militanti e portavoce dei sentimenti degli iscritti e dei simpatizzanti del Pd – spiega il segretario Giovanni Morganti – ribadiamo la nostra grande difficoltà d’identificarci nell’attuale Pd. E’ impossibile, per chi vive la politica con impegno disinteressato e con speranze di realizzazione di valori e ideali, assistere a quanto è avvenuto: incertezza di comunicazione durante la campagna elettorale, incomprensibili, repentini cambiamenti di strategia fino a giungere al tradimento dei 101. Il pluralismo di idee così tanto decantato invece di rappresentare un patrimonio comune e condiviso, ha prodotto divisione e differenze fino a contrapposizioni inconciliabili. La stessa ipotesi che per essere vincenti nella battaglia politica si debba puntare a rincorrere l’elettorato conservatore deluso anziché a proporre un chiaro programma riformista, progressista, che possa costituire un punto di riferimento per indirizzare il Paese verso una maggiore giustizia sociale, per più equità, per più lavoro, lascia interdetti”.
Il segretario, che ha inviato anche alla sede provinciale, a quella regionale e nazionale il documento, è consapevole che il gesto della sezione di Vernio è una piccola goccia, ma spera in una presa di posizione simile anche da parte di altre sezioni. “Esiste anche un’altra ragione – spiega Morganti – Cioè la mancata disponibilità di molti volontari, in primis quella del segretario e della maggioranza dei componenti della segreteria, nello spendersi per questo partito”. Morganti e compagni in primavera avevano anche rinunciato alla campagna tesseramento, mentre come Giunta avevano chiesto al Consiglio comunale di assumersi la responsabilità di sforare il patto di stabilità per poter risistemare i danni piu urgenti causati dalle frane dello scorso inverno.
08 agosto 2013
http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2013/08/08/news/la-rivolta-del-pd-di-vernio-niente-festa-questo-partito-non-ci-rappresenta-1.7549280

L’idiotismo dell’antiberlusconismo

di Diego Fusaro

 

Risale a giovedì primo agosto la notizia. Sono state confermate le condanne per frode fiscale di Silvio Berlusconi. La sezione feriale della Suprema Corte ha, invece, disposto il rinvio in Corte d’Appello a Milano per la rideterminazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici del Cavaliere.

Ho già espresso in più occasioni, peraltro senza ambiguità di sorta, il mio giudizio sull’antiberlusconismo e sul berlusconismo. Si tratta di due fenomeni altamente ripugnanti, dei quali tuttavia il primo è – se mai è possibile – ancora più osceno e disgustoso del secondo. E questo per molte ragioni. Ne ricorderò unicamente una, su cui

già ho insistito ad abundantiam.

 

L’antiberlusconismo, con cui la sinistra ha identificato il proprio pensiero e la propria azione negli ultimi vent’anni, rappresenta l’esempio insuperato della volgarità della sinistra italiana in ogni sua gradazione. L’antiberlusconismo ha, infatti, permesso alla sinistra di occultare la propria adesione supina al capitale dietro l’opposizione alla contraddizione falsamente identificata nella figura di un’unica persona, secondo il tragicomico transito dal socialismo in un solo paese alla contraddizione in un solo uomo. Così facendo, la sinistra si è potuta volgarmente riciclare, aderendo al monoteismo del mercato e dirottando su un’unica persona la contraddizione contro cui combattere.

 

Come l’odierno antifascismo in assenza integrale di fascismo, così l’antiberlusconismo ha svolto il ruolo di fondazione e di mantenimento dell’identità di una sinistra ormai conciliata con l’ordine neoliberale. Ingiustizia, miseria e storture d’ogni sorta hanno così cessato di essere intese per quello che effettivamente sono, ossia per fisiologici prodotti dell’ordo capitalistico, e hanno preso a essere concepite come conseguenze dell’agire irresponsabile di un singolo individuo.

 

Per questa via, la politica della sinistra – è bene insistervi – non ha più avuto quale referente polemico il sistema della produzione e dello scambio – ritenuto anzi incondizionatamente buono o, comunque, intrascendibile –, bensì l’irresponsabilità di una persona che, senza morale e senza onestà, ha inficiato il funzionamento di una realtà sociale e politica di per sé non contraddittoria. È questa la base dell’odierno capitalismo che si riproduce culturalmente a sinistra (sì, a sinistra, avete capito bene!), su cui mi permetto di rimandare al mio studio Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo (Bompiani 2012, capitolo 5).

La cessazione palese dell’ostilità verso il nomos dell’economia è stata riconvertita in conflitto moralistico-legalistico verso un unico individuo. Dalla questione sociale alla questione morale, da Carlo Marx alla signora Dandini. Tutto questo farebbe ridere, se non facesse piangere. È una tragedia sociale, politica e culturale. Forse la più grave degli ultimi trent’anni.

Per tutti questi motivi, e soprattutto perché continuo a essere allievo di Marx e della lotta contro il capitale, non mi considero di sinistra. La sinistra è in una situazione tragicomica: è il problema e, insieme, pensa di essere la soluzione. Anche in questo caso, se non scoppiamo a ridere è solo perché si tratta di un dramma che si consuma sulla nostra carne viva, nelle ininterrotte vittorie del capitale occultate e, di più, favorite dalle politiche della sinistra.

Proprio mentre sto scrivendo queste righe, è già iniziata la patetica ridda dei deficienti che, sulla rete, esultano per la sconfitta di Berlusconi mentre la patria è schiava delle potenze eurocratiche e della monarchia universale USA. Si tratta di uno spettacolo indecoroso. Intelligenti pauca.

 

Fonte: Lo Spiffero

Oltre la Coltre

Un altro Blog condannato per stampa clandestina

ma allora è proprio la democrazia che è fatta di censura….

Un giornalista di Ragusa viene condannato per non aver registrato il suo sito di notizie

Il giornalista di Ragusa Carlo Ruta è stato condannato dalla prima sezione della Corte d’Appello di Catania per il reato di stampa clandestina, disciplinato dall’articolo 16 della legge sulla stampa (n.47 dell’8 febbraio 1948). Già condannato dal tribunale di Modica nel 2008, Ruta dovrà ora versare 150 euro di multa; il suo blog Accadeinsicilia, focalizzato su inchieste riguardanti politica e collusioni con la mafia, era stato citato in giudizio dal procuratore della Repubblica di Ragusa Agostino Fera, che si dice danneggiato dai contenuti dello spazio online. A Catania si stabilisce ora che il blog necessitava di una registrazione presso un tribunale perché deve essere equiparato ad un giornale cartaceo; in mancanza di registrazione opera dunque in clandestinità. L’avvocato di Ruta, Giuseppe Arnone, ha già annunciato il ricorso in Cassazione, perché ritiene la sentenza “gravemente illiberale in quanto non tiene in adeguata considerazione i principi costituzionali che garantiscono la libertà di stampa e d’informazione: elementi essenziali della democrazia”. Il precedente che si crea, infatti, rischia di gettare nella clandestinità migliaia di siti e blog: chi stabilisce la “necessità di equiparazione alla stampa cartacea”

Art. 16 Legge 8 Febbraio 1948. Stampa clandestina. Chiunque intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta dall’art. 5, è punito con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a lire 500.000 (11). La stessa pena si applica a chiunque pubblica uno stampato non periodico, dal quale non risulti il nome dell’editore né quello dello stampatore o nel quale questi siano indicati in modo non conforme al vero. (11) La misura della multa è stata così elevata dall’art. 113, secondo comma, L. 24 novembre 1981, n. 689, riportata alla voce Ordinamento giudiziario. Per effetto dell’art. 24 c.p. l’entità della sanzione non può essere inferiore a lire 10.000. La sanzione è esclusa dalla depenalizzazione in virtù dell’art.32, secondo comma, della citata L. 24 novembre 1981, n. 689.

Continuano le risse a Cori fra rumeni e indiani

se ci fossero stati degli italiani di mezzo avremmo visto titoloni giganti che annunciano ALLARME RAZZISMO e ci sarebbero già state fiaccolate per dire no al razzismo da parte della “società civile”

Rissa, la terza nel giro di pochi giorni, a Cori intorno alle 18.30 di questa  domenica sera (11 agosto 2013) nella zona di Porta Romana. Coinvolti, come nei precedenti episodi registrati, appartenenti alle due comunità straniere di indiani e romeni presenti nella zona.

Sempre vicino lo stesso muretto, infatti, da tempo si sono stanziati elementi soliti trascorrere le proprie giornate e notti ubriacandosi per poi animarsi in focose discussioni che ultimamente sono finite sempre allo stesso modo ovvero in pugni e calci.

Due le auto dei carabinieri intervenute sul posto, procseguono gli accertamenti.

(h24notizie)
http://coriintempesta.altervista.org/blog/continuano-le-risse-a-cori-fra-rumeni-e-indiani/

Un altro suicida, ma non era gay e non merita le prime pagine

14.ago 2013

 Un muratore di 52 anni si è ucciso in una vallata del Piemonte. Non era gay, dunque nessuna prima pagina dei quotidiani. Non è stato ucciso da un’amante. Dunque nessuna informazione televisiva. Non era un immigrato in arrivo dalla Libia. Dunque nessuna solidarietà da ministri o presidente della Camera, nessuna preghiera del Papa. Ha lasciato un biglietto in cui ha spiegato che non ce la faceva più economicamente. Dunque da non far sapere in giro. Perché i media son tutti impegnati a raccontare che l’Europa è uscita dalla recessione, che tutto va bene purché il governo resti in carica.

Giorgio Napolitano assicura che aprire una crisi politica sarebbe fatale. Per il muratore piemontese è stato fatale questo governo, è stato fatale il governo di Monti e Fornero. D’altronde, mentre i politici del Pd spiegano che l’Imu deve essere pagata, chi non ha i soldi per pagarla si uccide. Nel disinteresse delle feste di partito, degli spin doctor che si occupano dei candidati da promuovere come fossero saponette o detersivi. Al muratore suicida non importava nulla delle rinunce del governo Alfetta ad un aereo tra la flotta di cui dispongono ministri e soci. Al muratore interessava un lavoro che consentisse di vivere. Ma il lavoro non c’è anche se gli analisti di servizio assicurano che la recessione è finita.

Aggiungendo che, comunque, la disoccupazione aumenterà. E l’Imu non aiuterà certo i muratori, perché i costi delle tasse vengono sottratti non solo alla costruzione di nuovi edifici, ma anche alla manutenzione. Se i soldi non ci sono, i lavori si procrastinano. Ma Monti, il maggior responsabile del disastro, insiste che bisogna pagare. E se non si può pagare, si devono vendere gli immobili. Finendo in mezzo ad una strada, ma è Monti che ce lo chiede. I cartelli di vendita, appesi ovunque, portano ad una ridistribuzione del patrimonio immobiliare italiano. Nel silenzio assordante dei media. Perché a comprare, a prezzi di saldo, non sono i nuovi ricchi, i ceti emergenti, in una ridistribuzione sociale. No, a comprare sono le società degli speculatori. Sono quelli che i soldi ce li avevano già e che ora si possono arricchire speculando sulle difficoltà del ceto medio che si impoverisce. Sono loro i grandi sostenitori dei Monti, degli Alfetta.

Fonte: qelsi

TENTATO OMICIDIO NEI VICOLI, ARRESTATO A GENOVA

Kyenge: «L’Italia è già cambiata».«Genova città dell’immigrazione»

11:04 14 AGO 2013

(AGI) – Genova 14 ago. – Ha tentato di sgozzare un connazionale marocchino ferendolo con un colpo di coccio di bottiglia alla gola. Per questo un marocchino di 39 anni, Abdembi Rejani, e’ stato arrestato ieri in flagranza di reato. Il fatto si e’ consumato nel centro storico genovese alle 22, in via della Maddalena, di fronte a numerosi testimoni che hanno chiamato la polizia. La vittima, di 31 anni, e’ stata ricoverata nel vicino ospedale di San Martino e sottoposta a intervento chirurgico per la riduzione delle ferite. Ignote le cause dell’aggressione. (AGI) Ge1/Sep Ge1/Sep
http://www.agi.it/genova/notizie/201308141104-cro-rt10043-tentato_omicidio_nei_vicoli_arrestato_a_genova

Maltrattati e minacciati in un albergo nel trapanese

quando si diventa più eguali degli altri si può anche abusare di potere e minacciare una denuncia per omofobia, magari ad un albergatore per farsi la vacanza a scrocco e se si rifiuta……
15 agosto 2013

Maltrattati e minacciati in un albergo nel trapanese. Così due omosessuali in vacanza. Insultati e umiliati ma sostenuti, dopo la loro denuncia, da agenzie di stampa, da associazioni, da siti internet e dal presidente Boldrini in persona (appena informata dei fatti, già pronta a far aprire Montecitorio). Stava per essere recapitata la revoca della licenza per l’albergo e però non era vero. Questa delle due vittime di omofobia era una bufala, fatta apposta per mettere in cattiva luce la struttura turistica e favorirne un’altra, più gay friendly. Ecco, la vicenda è proprio istruttiva in tema di mutamenti dei costumi. Per la riuscita di un’operazione da “concorrenza sleale”, un tempo, c’era “la Patente” di Luigi Pirandello: uno jettatore si piazzava davanti a un negozio di gioie o una pasticceria e nessuno si sognava di varcarne la soglia. Il tutto a beneficio di altre botteghe. Neppure la diceria sul menù vale: gatti arrosto in luogo di lepri o mosche nel brodo. Ora regna l’ideologicamente corretto e siccome non c’è commercio senza riflesso condizionato, finirà così: sui banconi delle reception ci saranno solo preservativi e non più le mentine. E al posto delle guide turistiche e dei depliant delle pro loco, verrà distribuita la Costituzione e un manuale di giusto orientamento gender. Per come viene viene”.

© – FOGLIO QUOTIDIANO
di Pietrangelo Buttafuoco

IL NUCLEARE LUCANO: AFFARI MILITARI E AFFARI DI STATI ( UNITI )

Francesco Giannatiempo

La Lucania è una regione del Sud Italia. Si chiama Lucania, ma anche Basilicata, che è poi il nome “ammnistrativo”. È una regione, come tutta l’Italia del resto, ricca di paesaggi unici, di un patrimonio culturale invidiabile, di una varietà di risorse agro-alimentari, di una storia ricca e lontana nel tempo. Ma è anche ricca di altre risorse. Infatti, la Lucania è una regione confinata a ospitare: pozzi petroliferi in off-shore(aka Texas d’Italia), un mega inceneritore sotto inchiesta per sversamenti di reflui tossici e nocivi (Fenice della francese EDF), impianti chimici come la Liquichimica Lucana aperta e chiusa negli anni 60 e ora al centro di indagini per una discarica enorme quanto abusiva di fosfogessi (radio e polonio su tutti) altamente radioattivi (Sito di Interesse Nazionale a Tito Scalo, Pz), di lavorazione dell’amianto, di impianti siderurgici alle porte del capoluogo di regione con emissioni pericolose e fuori norma, centrali a carbone come quella dell’Enel nel Mercure…

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La Lucania è anche terra di misteri o, più semplicemente, di segreti. Di quale Stato?

Nella notte tra il 28 e il 29 luglio scorsi – 3:00 am – un convoglio di mezzi e uomini delle forze dell’ordine, dei militari, di pronto intervento e soccorso ha scortato un veicolo speciale contenente uranio arricchito 235 dal deposito ITREC nella Trisaia di Rotondella (Matera, Sud Italia) all’aeroporto militare di Gioia del Colle (Bari, Sud Italia).

 Due giornalisti freelance – Ivano Farina e Nicola Piccenna – hanno filmato l’evento (video qui). Erano a una carreggiata di distanza dall’ingresso del deposito nucleare lucano. La notizia è uscita il giorno successivo, squarciando ancora una volta il velo di silenzio che aleggia intorno ai depositi nucleari italiani. Rotondella ospita dalla fine degli anni sessanta-inizio settanta 64 barre di uranio trasportate da Elk River (USA). Ed è da allora che sono custodite. Intanto, il centro gestito dall’ENEA, ha svolto più di un’operazione di trattamento di materiale radioattivo. Scorie (rifiuti) e nucleare attivo. Come l’uranio arricchito che è uscito super-scortato circa due settimane fa.

Non essendoci comunicati ufficiali in proposito, si sono fatte diverse ipotesi. Una riguardava la tanto agognata restituzione delle 64 barre di Elk River agli USA. Forse in ossequio agli accordi stipulati nel 2012 al summit di Seoul a cui hanno partecipato diverse nazioni, tra cui – naturalmente – Italia e USA. Purtroppo non si trattava delle barre di Elk River. No, era uranio arricchito.

Le note del governo italiano sono state tardive e lasciate per lo più in mano all’agenzia governativa che si occupa del trattamento e del condizionamento e smaltimento di materiale nucleare – SOGIN. Questi, hanno emesso un comunicato stampa che parlava di generico materiale reso agli USA. Si è poi appurato trattarsi di uranio arricchito.

Intanto, né il Viminale né altri organi preposti alla salvaguardia/protezione e salute collettiva hanno fornito spiegazioni doverose. L’unica nota immediata è stata quella del Ministro dell’Ambiente – Orlando – che ha chiesto fosse fatto il controllo doveroso sull’itinerario oggetto del trasferimento del materiale radioattivo.

I sindaci delle città e dei paesi interessati non erano stati allertati dal Ministero dell’Interno, il cui viceministro è il sen. Filippo Bubbico, lucano ed ex presidente della Regione Basilicata.

Comprensibilmente, la preoccupazione è salita ai massimi livelli. Vieppiù in un periodo come quello estivo, in cui la costa jonica è meta di moltissimi turisti. Infatti, il tragitto del trasferimento dall’ITREC all’aeroporto militare è corso su una striscia d’asfalto, la numero 106, Strada Statale Jonica. Lì vicino sono i templi della Magna Grecia, tanto quanto altre testimonianze delle civiltà che in passato hanno trovato ospitalità nella piana metapontina e lì sono proliferate, arricchendo la storia locale e quella nazionale. Altresì, in quelle zone vi sono numerose lavorazioni agro-industriali che hanno fatto guadagnare all’area l’appellativo di California del Sud, fornendo non solo i mercati italiani, ma anche quelli esteri. Per esempio, basti pensare alle piantagioni di fragole molto apprezzate in Germania. Almeno fino ai tempi della crisi attuale, momento in cui anche le eccellenze alimentari fanno fatica a trovare mercati adeguati. Insomma zone ricche di cultura, economia agroalimentare e turismo. Ma anche “arricchite” dall’uranio!

Di conseguenza, il 2 agosto scorso è stato convocato il “tavolo della trasparenza”, un incontro con istituzioni, amministrazioni, comitati, associazioni e parti in causa voluto all’indomani della celebre rivolta di Scanzano Jonico (Matera) del 2003. In quell’anno, proprio quando era Presidente della Regione Filippo Bubbico, la Sogin – e quindi il governo italiano, visto che è una S.p.A. interamente posseduta dal Ministero delle Finanze – individuarono in alcune saliere il sito ideale per depositare e interrare fusti di scorie radioattive. Le popolazioni lucane insorsero, dando vita a una manifestazione di grandi proporzioni – più di 100.000 persone – se si considera che la Basilicata conta poco meno di 600.000 abitanti.

Il tavolo della trasparenza convocato, anche dopo anni di insistenze da parte delle associazioni – in particolare la OLA e No Scorie Trisaia, molto attive nel contrastare l’attività secretata del centro nucleare lucano – ha visto la partecipazione dell’uscente presidente della regione Basilicata Vito de Filippo, gli assessori regionali Martorano e Pittella (fratello del vicario alla vice-presidenza del parlamento europeo di Stasburgo), i rappresentanti di Sogin, dell’ISPRA, dell’ARPAB, i sindaci e comitati e associazioni. E uno dei giornalisti che hanno prodotto il filmato che riprende il trasferimento all’ingresso dell’ITREC: Ivano Farina. Costui, in quella sede, ha saputo che è stata aperta un’inchiesta che dovrà appurare da dove si è originata la fuga di notizie che ha dato loro la possibilità di fare le riprese.

 Assenti: i dicasteri dell’Interno, dell’Ambiente, della Difesa – visto che c’è stato impiego di personale militare italiano – dello Sviluppo Economico, dell’Agricoltura; il Prefetto di Matera; l’Ambasciatore USA in Italia.

Le chiacchiere prodotte in quella sede non hanno aggiunto niente che non si sapesse già. Anzi, hanno deluso profondamente, perché sembrato il solito tavolo per “tranquillizzare” gli interessati. E forse anche una piccola passerella per l’uscente presidente della Regione Basilicata – papabile al Ministero del Turismo – e per chi è in procinto di ricandidarsi in vista delle prossime elezioni regionali del prossimo novembre, come Martorano e Pittella.

 In buona sostanza, il tavolo della trasparenza non ha prodotto nulla. Né un documento. Né un protocollo di intesa per far luce sui “misteri” del nucleare lucano. Nessuna nota o comunicato ufficiale da parte del governo degli Usa. Nessun articolo da parte della stampa estera. Né una spiegazione chiara e precisa dei fatti che sono avvenuti nella notte tra il 28 e il 29 luglio scorsi.

 Il comunicato della OLA che segue vuol essere un esempio dei moltissimi interrogativi che attanagliano la testa dei lucani, ma anche di tutti gli italiani che hanno a che fare con il nucleare.

Il centro della Trisaia è un sito di interesse militare?

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, in merito all incontro del Tavolo della Trasparenza del giorno 2 agosto scorso per fare luce sul recente trasferimento di materiale radioattivo dal deposito ITREC di Rotondella (MT) destinato al rimpatrio negli USA (proprietari di tale materiale) con sosta all’aeroporto militare di Gioia del Colle (BA), denuncia l’assenza al Tavolo della Trasparenza convocato dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, dei rappresentanti dei Ministeri dell’ Interno, dell’Ambiente, della Salute e dello Sviluppo Economico, nonchè dei responsabili della sicurezza pubblica coinvolti dell’operazione di trasferimento dei materiali radioattivi (prefettura, organi polizia, militari).

 La Regione Basilicata – denuncia la Ola – non può rimanere passiva di fronte all’atteggiamento governativo che ha imposto ed intende continuare ad imporre il segreto di stato ed anche quello militare su questa e su altre possibili vicende che riguardano il centro della Trisaia di Rotondella di cui si ignora il futuro.

La Regione Basilicata deve pertanto esigere da Sogin SpA un cronoprogramma relativo alla messa in sicurezza del sito della Trisaia, con l’indicazione dettagliata dei materiali che a vario titolo si intendono movimentare da e per il centro della Trisaia con i lavori realizzati e ancora da realizzare presso il centro. Al tavolo della trasparenza non è infatti emerso con chiarezza quale debba essere il ruolo della Sogin SpA. Per statuto societario, Sogin SpA è interememte partecipata dallo Stato e più precisamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La Sogin SpA detiene il 60% di Nucleo SpA ex Nucleco SpA (il 40% restante in mano a ENEA). Tutto questo, al di là di facili quanto intuitive ricadute di opportunità etiche quanto strategiche nell’avere una società di capitali quotata in borsa che deve condizionare, processare, contenere, de commissionare, stivare, trasferire – quindi: trattare – materiale nucleare, lascia aperto un grosso interrogativo: perché al tavolo della trasparenza Sogin – che è lo Stato, ma è anche una Spa?

Non è per la Ola accettabile quindi che la Sogin SpA si sia seduta al Tavolo della Trasparenza del giorno 2 Agosto scorso a Potenza, “scrollando le spalle” e parlando solo di mera esecuzione, quando essa ha invece dirette responsabilità sulle decisioni relative al decomissioning. Non è accettabile che il governo diserti gli incontri sulla trasparenza, ritenendo di dover affidare alla SpA il ruolo di “esecutore” pubblico su aspetti delicati che spettano alle istituzioni centrali e regionali.

La Ola ricorda che stiamo parlando di un operazione svolta sotto segreto di stato e forse anche sotto segreto militare. Infatti, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 aprile 2008 (Governo Prodi) individuava i “criteri per l’individuazione delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle attività, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere segreto di Stato”. Un Decreto questo che sottrae competenze ordinariamente svolte dalle ASL e dai Vigili del Fuoco e le assegna ad “Uffici competenti” funzioni nei luoghi coperti da segreto di Stato.

La Trisaia – chiede la OLA – è diventato un sito di interesse militare?

 Nel 2009 la Corte costituzionale con la pronuncia 106/2009 sancì che “l’individuazione degli atti, dei fatti, delle notizie che possono compromettere la sicurezza dello stato e che devono rimanere segreti” costituisce il risultato di una valutazione “ampiamente discrezionale”.L’esercizio del potere di secretazione sarebbe quindi assoggettato al solo Parlamento, “sede normale di controllo nel merito delle più alte e più gravi decisioni dell’esecutivo”, attraverso il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir, già Copaco). Ciò è stato fatto?

La Ola chiede se il Parlamento Italiano sia stato messo al corrente di questa operazione e nel caso lo fosse il Copasir, in cui vi sono anche rappresentanti del M5S oltre che il lucano Roberto Speranza (PD), sia a conoscenza della movimentazione e se la stessa sia coperta anche da segreto militare a conferma del grado di pericolosità dei materiali tenuti presso il centro di Rotondella senza che si siano effettuati controlli sui rischi per la salute dei residenti.

 La Ola denuncia in proposito la mancanza di un verbale del Tavolo della Trasparenza del 2 agosto scorso che confermi tutto quanto dichiarato in sede di dibattito. L’assenza di questo verbale sottoscritto dalle parti, vanifica il ruolo stesso del Tavolo della Trasparenza, trasformandolo in una passerella tra esponenti politici regionali e Sogin SpA, con i sindaci, i comitati e le associazioni presenti costretti a stringere tra le mani un bel nulla.

La Ola chiede quindi con urgenza la riconvocazione del Tavolo della Trasparenza in uno dei comuni della costa jonica lucana così come già richiesto dal sindaco di Policoro. Tale incontro va preparato con l’obiettivo di fissare i punti del cronoprogramma da richiedere a Sogin SpA. Esso deve basarsi su documentazione concreta da richiedere a Sogin SpA, dalla quale si evincano tempi e le modalità per la restituzione delle barre di Elk River agli USA. Il documento redatto da Sogin SpA va inoltrato – secondo la Ola – prioritariamente, per competenza, alle stituzioni ed i dicasteri interessati, con una informativa trasparente sui quantitativi effettivamente presenti c/o depositi di stoccaggio/condizionamento/processa mento/decommissionamento degli stessi con lo stato dei lavori presso il centro della Trisaia.

 La roadmap completa e dettagliata sul decommissioning del nucleare lucano deve individuare inoltre la perimetratura e protocolli di sicurezza adottati e da adottare, gli enti coinvolti (abbiamo appreso che l’Arpab Basilicata non sarebbe nemmeno stata informata della movimentazione del materiale radioattivo del 29 luglio scorso) con un piano di monitoraggio dello stato di sicurezza e di salute delle popolazioni interessate.

Rinunciare a ciò significa soccombere alle logiche impositive del Governo che non ha mai rinunciato a realizzare il deposito unico delle scorie radioattive italiane in Basilicata.

Bisogna ricordare che un Procuratore della Repubblica Italiana – Nicola Maria Pace, scomparso di recente – era impegnato in un’inchiesta coperta da segreto sullo stato dei materiali radioattivi e sui numerosi incidenti occorsi alle infrastrutture e agli impianti di custodia e condizionamento all’ITREC di Rotondella.

 Il nucleare lucano è un affare di Stato. Dello Stato italiano e di quello statunitense in particolare. O è un affare militare? O è un affare e basta, visto che la Sogin è una società per azioni?

Destano non poche preoccupazioni la leggerezza con cui viene gestito il nucleare italiano – e quello lucano in particolare – in una nazione il cui il popolo nel 1987 (e in replica nel 2011) ha detto di No al Nucleare attraverso referendum.

 Questa è una sintesi dei tanti, troppi eventi occorsi negli anni.

Riferimenti e approfondimenti:

L’uranio, il cinghiale e la zanzara

di Antonella Bruno e Maurizio Camerini

Cameraman: Paolo DErcole

Musiche: TerraGnora, Nafsi Afrika, Renè Aubry

 Le vicende dellimpianto ITREC di ritrattamento di combustibile nucleare della Trisaia di Rotondella, Basilicata (dalla costruzione ai giorni nostri). Il racconto della vicenda del deposito unico di scorie radioattive a Scanzano Jonico. Basilicata.

Lintreccio tra lo sfruttamento del territorio in Basilicata, la vicenda dei rifiuti radioattivi in Somalia e le organizzazioni criminali.


Per concessione di Un Lucano

Fonte: http://unlucano.wordpress.com/2013/08/11/il-nucleare-lucano-affari-militari-e-affari-di-stati-uniti/

Data dell’articolo originale: 10/08/2013

LA RIPRESA…..DELLE BALLE…..

Saccomanni: «Credo la recessione sia finita…la ripresa è vicina, lo testimoniano vari fattori tra cui la ritrovata fiducia delle famiglie»

 

Letta: «Vero. Ripresa nel prossimo semestre»

 

Siamo all’ennesima riedizione della famosa Sinfonia per tromboni e flatus voci,in sol grottesco,andante ridicolo,Orchestra Chigiana delle Bufale,sponsorizzata dagli Amici della Luce nel Tunnel,e naturalmente da tutti i gazzettieri musicali a larghe intese…e recensori a larghi inchini….che ben si guardano dall’evidenziarne gli squallidi precedenti...

 

Quanto alle famiglie,sembra che stiano facendo incetta di frutta e uova avariate per il lancio…anche perchè i trombonisti dell’orchestra insistono:

 

Letta: “Se cade il governo pagherete l’Imu”

 

Il ricatto miserabile del primo trombone a chi si rifiuta di ascoltare questa sinfonia avariata

 

Saccomanni: “I soldi per Iva e Imu non ci sono. Nel senso che abbiamo detto più volte che non vogliamo incrementare ulteriormente il debito dello Stato e non vogliamo aumentare le tasse”.

 

Secondo trombone.L’accattone della compagnia,a cui non viene mai in mente di citare il ladrocinio dei suoi sodali usurai….gli ottanta miliardi di interessi sul debito e le tasse,che aumentano comunque….ecco perchè mancano i soldi,fregnacciaro….un altro sola d’antan…

 

Per i numeri: http://www.italiasedesta.com/2013/08/i-pietosi-numeri-che-sputtanano-letta-e.html

 

Leggere qui altre fesserie musicali sui tesoretti della Tortuga :http://teleradionews.wordpress.com/2013/07/02/ministro-incompetente-bugiardo-distratto-o-altro/

 

Poi ci sono sempre gli strimpellatori di strada che,ridotti allo sputtanamento della loro vulgata liberista,vanno flautando in giro (Wall Steet Italia) le ultime fesserie del loro fallimento:

Bisin“La produttività in Italia è piatta da un decennio. Il paese non cresce realmente da due. Se non è un problema di offerta questo!”

 

E’ un problema di domanda,paraculo….! non di offerta!

Ci sono i magazzini pieni di offerta invenduta,mancano i soldi,gli ordini,i compratori,la domanda interna è depressa….! Ditelo a questo patetico giapponese ancora nella jungla dei suoi sproloqui.

 

C’è pure il comico di turno,un tal Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza e dell’omonina casa di vini. E lancia un’idea,meglio un’idiozia: «oggi, con le regole che ci sono, non è possibile per i lavoratori regalare un’ora di lavoro all’azienda. Ci lamentiamo per la poca crescita, per la disoccupazione: questa idea darebbe un forte segnale di volontà di reazione, dimostrando la volontà di tutti di uscire da questa situazione».

Eh già…..e te pareva,dai sempre a quel fesso di peones lavoratore…notoriamente benestante!

Senta,presidente nonchè vignaiolo Zonin…..forse ha assaggiato un po’ troppo vino oggi…ma perchè invece non chiedere alle banche di regalare cinque punti di interesse….dimostrando la volontà etc,etc…..

Non capisco cosa aspetti il Pd a reclutarlo…cazzata più,cazzata meno….

 

Ma questa sinfonia per tromboni continua imperterrita….mentre gliusurai eurocrati infilano complicati pacchetti di salvataggio uno dietro l’altro per sostenere il più a lungo possibile l’insostenibile...

 

L’Italia non esce dall’euro perché é in mano a mezzepippe politiche,colluse ed incompetenti…

Se l’Italia avesse una classe politica degna di tal nome e cosciente del peso specifico di questa Nazione in Europa,avrebbe fatto due conti arrivando alla conclusione di essere “too big to fail” e si sarebbe resa conto di potersi difendere (cfr.Bagnai) alla grande,invece di recitare la solita parte di serva accattona…come l’hanno ridotta questi miserabili politici.

Quello che l’euro ci sta togliendo è la possibilità di decidere il nostro destino….e non solo economico.

 

Castoriadis:“ Le società occidentali sono assolutamente decomposte. Non esiste più al loro interno una visione d’insieme che permetta di determinare e di applicare una politica….Le società occidentali non sono più, praticamente, degli Stati…..Sono semplicemente agglomerati di lobbies, che tirano a campare alla giornata, ma ognuna delle quali è capace di bloccare qualsiasi azione contraria ai suoi interessi”.

 

C’è una certa solidarietà e un’infamia condivisa tra il governo che fa male ed il popolo che lo lascia fare. Soffrire è una cosa venerabile, subire è una cosa disprezzabile.

(Victor Hugo)

 

Continuate pure a suonare questa musica fasulla,a mentire spudoratamente,ad imbonire un popolo quasi distrutto,e colpevolmente anche distratto,….ma un giorno arriverà pure la resa dei conti…e spero che questo dies irae sia per voi il più cruento possibile.!

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PS – Alberto Bisin è un economista italiano, professore di economia presso la New York University (poveri alunni) ed editorialista del quotidiano la Repubblica(ahahah),si è laureato presso l’Università Bocconi nel 1987,sotto la supervisione del professor Mario Monti.

 

E’ sufficiente….no comment…

 

Merita invece un commento l’idiozia economica dei pennivendoli di Repubblica (come riportato dal prof.Bagnai)

Sempre in clima da terrorismo mediatico quando si parla di uscir dall’euro,ecco quanto scrive il genio economico del noto foglio da imballaggio:

“Il ritorno alla dracma costerebbe 11000 euro all’anno per ogni europeo”

Ok,basta Paperino per fare i conti: abitanti Eurozona 332 milioni x 11000 = 3648 miliardi di euro,una volta e mezzo il Pil della Germania…..da matti…!

La Grecia è il 2% del Pil eurozona e dovrebbe provocare un costo pari al 30% del pil dell’intera eurozona….!!!

L’aquila di Repubblica é …il nostro inviato ETTORE LIVINI…sarà l’inviato al Festival dell’Umorismo a Bordighera..

Tratto da: stavrogin2.com

 

visto su fronte di liberazione dei banchieri

http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-la-ripresa-delle-balle-119546807.html