Banca condannata per stalking

PESCARA. “Una telefonata allunga la vita”, diceva un vecchio tormentone pubblicitario, ma spesso può arrivare ad angosciarla. A chi non è mai capitato di essere perseguitato da telefonate insistenti provenienti da call center o società alle quali non ha mai lasciato il proprio numero, per poi scoprire che queste lo avevano indebitamente avuto da database gestiti da altri? Per un episodio simile il tribunale di Chieti ha condannato una banca che aveva affidato il recupero crediti ad una società, fornendo i recapiti telefonici di un cliente che non ne aveva autorizzato la diffusione. Per questo il giudice Camillo Romandini ha condannato la banca Santander a versare 10mila euro ad un uomo residente a Chieti, assistito dall’avvocato teatino Vanessa Serra e dalla collega pescarese Anna Olivieri per «lesione alla riservatezza».

La sentenza è passata in giudicato perché, passati sei mesi, la società condannata ha rinunciato a ricorrere in appello. Il giudice ha riconosciuto che, in caso di sottoscrizione di un contratto, l’azienda deve avvisare il cliente che i suoi recapiti possono essere ceduti ad un’altra società, in questo caso la Transcom Worlwide spa, specificando quale.

La vicenda inizia quando l’uomo, che preferisce non essere citato, comincia a ricevere frequenti telefonate da una «famigerata avvocatessa» (così la definisce la sentenza) che gli chiede conto del suo debito con la banca per un finanziamento acceso qualche tempo prima. Le chiamate non arrivano solo sull’utenza personale dell’uomo, che tempo prima aveva aperto un conto in una filiale pescarese Santander, ma anche a casa del fratello, della nonna anziana e sul posto di lavoro. Ben presto le chiamate diventano messaggi «molto incalzanti», racconta l’avvocato Serra, «che hanno inciso anche dal punto di vista psicologico visto che il mio assistito si è trovato a spiegare anche al datore di lavoro i suoi fatti privati».

La sentenza parla di «messaggi e telefonate che hanno messo in difficoltà il ricorrente». Il cliente della banca Santander, al momento della sottoscrizione del finanziamento faveva forinito i suoi recapiti personali e acconsentito che questi venissero ceduti, qualora ce ne fosse stato bisogno, ad una società di recupero crediti. «Ma non è dato verificare», spiega la sentenza, «che fornì anche i numeri dei parenti contattati dalla Transcom. Quest’ultima, dal canto suo, avrebbe dovuto accertarsi se il cliente aveva autorizzato la banca a diffondere i suoi dati personali». Una situazione, sempre secondo il giudice, aggravata dal fatto che gli addetti del recupero crediti si spingono fino alla città d’origine del ricorrente, in Puglia, suonando a casa della nonna malata. «Sono condotte vietate dal Garante della privacy», prosegue l’avvocato, «tanto più che la banca ha incaricato una società esterna invece di un legale», commenta ancora Vanessa Serra, «la quale si serviva di personale addestrato ad una sorta di terrorismo psicologico. Certe condotte inducono il debitore, che magari non sa bene come difendersi, ad accendere un altro finanziamento per pagare quello di cui gli si chiede conto».

Il danno psicologico e di violazione della privacy è stato stimato dal giudice Romandini 10mila euro; in più,copia della sentenza è stata inviata al Garante della privacy e può creare un precedente importante per tutti i clienti che ricevono telefonate indesiderate malgrado non abbiano fornito i loro recapiti: dalle proposte di sottoscrivere contratti per le utenze ai sondaggi di opinione.

Secondo l’avvocato Serra quella di Chieti può essere una sentenza pilota. «Non ho trovato precedenti del genere», spiega, «soprattutto in ragione del fatto che la banca ha rinunciato a presentare ricorso in appello». La sentenza è stata depositata a dicembre: i sei mesi per un eventuale ricorso sono passati e il cliente riceverà il suo risarcimento. Nel frattempo il vecchio debito è rimasto tale.

Francesca Rapposelli

http://ilcentro.gelocal.it/chieti/cronaca/2013/07/25/news/banca-condannata-a-pagare-perche-angosciava-il-cliente-1.7480361?fb_action_ids=10200968811916843&fb_action_types=og.recommends&fb_ref=s%3DshowShareBarUI%3Ap%3Dfacebook-like&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%2210200968811916843%22%3A144934715710976%7D&action_type_map=%7B%2210200968811916843%22%3A%22og.recommends%22%7D&action_ref_map=%7B%2210200968811916843%22%3A%22s%3DshowShareBarUI%3A p%3Dfacebook-like%22%7D

Banca condannata per stalkingultima modifica: 2013-08-14T10:16:00+02:00da davi-luciano
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