Stipendi PA, intoccabili e stangati

di Antonio Rei

La settimana scorsa abbiamo ricevuto una bella lezione su come si applica il principio di equità nel nostro Paese. E abbiamo avuto conferma che, in materia di stipendi pubblici, a ispirare le norme italiane è piuttosto il vecchio concetto di “due pesi e due misure”. Il Consiglio dei ministri ha approvato la proroga del blocco delle buste paga dei dipendenti statali fino al 31 dicembre 2014 e ha annunciato che a settembre ripartirà il confronto con i sindacati sul contratto, ma solo per quanto riguarda la parte normativa.

Venerdì, invece, la Camera ha dato il via libera definitivo al decreto del Fare, che fra i vari interventi prescrive un taglio agli stipendi dei manager pubblici. La misura è contenuta in un emendamento che è stato oggetto di un lungo braccio di ferro fra governo e Parlamento. Nel dettaglio, è prevista una riduzione del 25% per il compenso dei manager che non rientrano nel tetto fissato dal decreto salva-Italia, il quale stabiliva come limite invalicabile il trattamento economico riservato al primo presidente della Corte di Cassazione (circa 300 mila euro).

Guarda caso, nello stesso giorno dell’ok al decreto del Fare, sono stati anche rinnovati i Cda di tre società pubbliche come Anas, Ferrovie dello Stato e Invitalia (l’Agenzia per l’attrazione degli investimenti), i cui manager si sono messi così al riparo da ogni taglio. La nuova norma, infatti, non sarà legge prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e la riduzione dei compensi si applica “limitatamente al primo rinnovo dei consigli di amministrazione” successivo all’entrata in vigore della legge di conversione del decreto o “qualora si sia già provveduto al rinnovo, ai compensi ancora da determinare ovvero da determinare in via definitiva”.

Il doppio fronte d’intervento dimostra quanto mai la differente considerazione riservata ai vari anelli di quella catena alimentare che è la pubblica amministrazione. Alle piccole prede si chiedono i soliti sacrifici imposti dalla crisi economica, mentre per i grandi predatori si riesce a trovare il salvacondotto ad hoc.

“Continua l’accanimento contro gli statali” si legge in una nota dell’Unione sindacale di base . I lavoratori pubblici non ci stanno ad essere rosolati a fuoco lento e il 18 ottobre parteciperanno allo sciopero generale convocato dalla Confederazione Usb, scendendo in piazza con rabbia e determinazione. “Di caldo ormai non c’è solo l’autunno, ma l’intero anno”. Sono sul piede di guerra i medici, gli insegnanti e perfino i militari del Cocer.  

La situazione, in effetti, non è delle più rosee. Il congelamento del turnover ha determinato 120 mila tagli nel pubblico impiego tra il 2011 e il 2012, mentre le retribuzioni sono calate dello 0,6% lo scorso anno dopo il -0,7% dell’anno precedente. L’inflazione, intanto, è cresciuta del 3%.

“Tutti stanno soffrendo, sia nel settore pubblico sia nel settore privato – ha bacchettato il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia -. Il potere d’acquisto del salario pubblico e del salario privato in questi anni è diminuito parecchio, così come è calato il livello dell’occupazione giovanile. Questi sono due dati che rendono il nostro sistema Paese più debole e su cui dobbiamo intervenire con politiche mirate”.

Peccato che, fin qui, l’operazione più mirata sia stata proprio la convocazione di quelle tre assemblee societarie da parte del loro unico azionista, il ministero dell’Economia. Una pratica piuttosto insolita a pochi giorni da Ferragosto e che non si spiega con altre urgenze particolari se non con la volontà di salvare per almeno altri tre anni gli stipendi degli uomini al vertice.

Le loro retribuzioni, in effetti, sono molto superiori a quel famoso limite di 300 mila euro. Mauro Moretti, amministratore delegato di Fs dal 2006, nel 2011 ha incassato un compenso di 873 mila euro. E non è andata molto peggio ai suoi colleghi di Anas e Invitalia, rispettivamente Pietro Ciucci e Domenico Arcuri: il primo ha guadagnato nell’ultimo triennio una somma vicina ai 700 mila euro l’anno, mentre il secondo nel 2011 ha incassato 792 mila euro, di cui 175 mila euro come emolumento, 361 mila come compenso fisso e 254 mila come compenso variabile.

Viene da sperare che questi tre signori investano il loro denaro a piene mani per far girare un po’ l’economia italiana. Perché è difficile chiederlo ai loro dipendenti.
http://www.altrenotizie.org/politica/5615-stipendi-pa-intoccabili-e-stangati.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

QUARRATA. I 5 STELLE: «LA TARES? NON È CHE UNA SECONDA IMU»

Applicarla così significa strangolare le imprese e sacrificare ancora una volta i cittadini

QUARRATA. È assolutamente insostenibile il pagamento della Tares, in particolare in un momento di crisi economica come questa. Famiglie, commercianti ed aziende sono esasperati per questa ennesima tassa che somiglia di più ad una seconda Imu, dato che viene calcolata in base ai metri quadri, anziché sulla reale produzione di rifiuto indifferenziato prodotto dall’utente.

Mentre in altri Comuni in cui è stato adottato il sistema di raccolta porta a porta, si ottiene la riduzione dei costi totali del servizio, e di conseguenza della tassa per i cittadini e per le aziende, al contrario nel nostro Comune da anni ormai si susseguono continui aumenti della tassa sui rifiuti, imputandone anche stavolta la causa ai maggiori costi della raccolta differenziata porta a porta.
Chiediamo all’amministrazione di Quarrata di rivedere nell’immediato la Tares apportando notevoli riduzioni, per non aggravare ulteriormente la situazione economica delle famiglie e scongiurare la chiusura delle ultime aziende e negozi rimasti, e che venga inserito il calcolo della quota variabile della tassa in proporzione all’indifferenziato effettivamente prodotto dall’utente, visto l’imminente avvio del porta a porta effettivo, affidando il servizio ad un’azienda direttamente controllata e gestita dal Comune.
Sarebbe auspicabile inoltre che l’attuale amministrazione ed i consiglieri sia della maggioranza che dell’opposizione, per venire incontro alle numerose richieste di trasparenza sull’attuale gestione delle aziende Cis S.p.A. e Cis S.r.l. , dessero vita ad una consulta da parte dei cittadini sull’argomento, collaborando con essi, al fine di avere un ritorno positivo, che possa contribuire a dare delle risposte concrete per una migliore gestione globale del ciclo dei rifiuti.
Movimento 5 Stelle Quarrata
http://quarratanews.blogspot.it/2013/08/quarrata-i-5-stelle-la-tares-non-e-che.html?spref=fb

BLOCCATO ACCOUNT IMPOSIMATO, NON SMETTERO’ DI COMUNICARE

BLOCCATO ACCOUNT IMPOSIMATO, NON SMETTERO' DI COMUNICARE

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del giudice Fernando Imposimato nella quale denuncia alla nostra agenzia il blocco del suo account Facebook definendolo un “sabotaggio” da parte di chi vorrebbe che tacesse.

Il Magistrato si è occupato nel corso della sua carriera della lotta alla mafia, alla camorra e al terrorismo: è stato il giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo, tra cui il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato al papa Giovanni Paolo II del 1981, l’omicidio del vicepresidente delConsiglio Superiore della Magistratura Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palmae Girolamo Tartaglione. Attualmente si occupa della difesa dei diritti umani. [LETTERA]

Gentile Direttore, 

La informo che  “ignoti” hanno da tre giorni, bloccato il mio account Facebook e quello dell’ingegnere Niccolò Disperati , mio amministratore su facebook . Credo si tratti di un attacco doloso  da parte  di chi vuole  farmi tacere.  Ma io continuerò a  parlare  e a  dialogare  con i giovani e i lavoratori, ai quali va il mio pensiero solidale e amichevole.
Per questo mi scuso  con i miei amici di facebook – oltre 22.000,- poichè  sono nella impossibilità  di comunicare con  loro,    e di formulare le mie valutazioni sull’azione del Governo , sulle priorità  da rispettare e sul pericolo gravissimo di stravolgimento della Costituzione, che sta avvenendo nella  indifferenza  generale, come oggi ha ricordato il costituzionalista Alessandro Pace . Ricordo che Aristotele  scrisse, nel 450 AC,   che “occorre difendere la Costituzione, standole vicino”.  E   aggiunse “quelli che si danno pensiero della Costituzione  devono procurare motivi di timore in modo che i cittadini siano in guardia e non allentino la  vigilanza  intorno alla Costituzione”. Questo pensiero è di una attualità impressinante. Avevo cominciato a creare allarme, ma è quello che mi è stato impedito di fare.

Avrei anche voluto esprimere il mio consenso alla iniziativa di istituire  una commissione di inchiesta sul caso Moro , che ha come primi firmatari gli onorevoli Giuseppe Fioroni e Gero Grassi, e porta anche la firma dei capigruppo del Pd Speranza, Pdl Brunetta, Sel Migliore, Scelta Civica Dellai, Fratelli d’Italia Meloni, Centro Democratico Pisicchio, del vicecapogruppo della Lega nord Pini, e poi di Bersani, Bindi, Fitto, Cesa, Tabacci, Cecconi e da altri novanta deputati in rappresentanza di tutti i gruppi.. Si tratta di indagare sulle gravi omissioni denunziate  da parte di militari  che avrebbero dovuto partecipare all’intervento in via Montalcini previsto per il giorno 8 maggio 1978, alla  presenza nell’appartamento sovrastante la prigione di uomini di Gladio e dei servizi segreti inglesi (SAS) e tedeschi. sull’ordine che sarebbe stato dato per annulare il blitz, fortemente voluto dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sul comitato di crisi di cui faceva parte anche un uomo del dipartimento di Stato USA, Steve Pieczenik , sul ruolo della P2  e dei generali Santovito, Maletti e Musumeci che ne facevano parte, tutte circostanze tenute nascoste ai magistrati che indagavano sulla strage di via Fani , che vide il sacrificio dei Carabinieri  Oreste Leonardi e Domenico Ricci e degli agenti Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino, sulla scoperta, da parte di agenti dell’UCIGOS, della prigione di Moro in via Montalcini, tenuta segreta ai magistrati che indagavano, come vennero tenuto nascosti anche i documenti dei commponenti del comitato di crisi.
Grazie per la ospitalità Ferdinando Imposimato

Fonte:  http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20130807-bloccato-account-imposimato-non-smettero-di-comunicare

 

 

COMPRANO IL COCCO MA AL SUO INTERNO È ROSSO, INDAGANO GLI ISPETTORI ASL

Mercoledì 7 Agosto 2013
di Vincenzo Caramadre
Dopo la mozzarella blu spunta il cocco rosso. È accaduto ieri a Pontecorvo dove una famiglia dopo aver acquistato e aperto una noce di cocco ha visto     mutare la colorazione: dal tipico bianco a rosa acceso tendente al rosso. Del fatto sono stati informati i carabinieri della locale stazione che hanno avviato le indagini, avvalendosi degli ispettori Asl e dell’Arpa Lazio, dove, questa mattina, è stato inviato il pezzo di cocco che ha mutato la colorazione dopo essere stato messo in frigorifero. Saranno gli accertamenti dell’Arpa a chiarire il mutamento di colore.
http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/cocco_interno_rosso_asl/notizie/312906.shtml

RAPINA FINALE DI IDROCARBURI IN PUGLIA. GRAZIE A NICHI VENDOLA e CO.

Monday 12 august 2013

rapina legalizzata di idrocarburi in Puglia – fonte: ministero Sviluppo Economico

 

di  Gianni Lannes

 

Da Vendola un secco no alle trivellazioni di idrocarburi: «La nostra terra non sarà svenduta»!

Bravo, bene, bis. Frasi indimenticabili del governatore Nicola Vendola da Terlizzi, al secolo Nichi.

In realtà demagogia a tutto spiano: parole vuote, chiacchiere al vento, nauseanti menzogne a ruota libera.

 

Ma forse, l’ecologista Vendola si riferiva soltanto all’effimera e tardiva difesa del mare, ormai già svenduto alle multinazionali internazionali, perché sulle terraferma appula va anche peggio. O sarebbe meglio dire esclusivamente in Capitanata (provincia di Foggia).

 Nell’antica Daunia – anche in aree naturalistiche e zone archeologiche – attualmente, grazie anche al via libera della giunta regionale con tanto di firma di Nicola Vendola e dei suoi degni compari e allegre comari, incombono secondo i dati ufficiali del ministero dello Sviluppo Economico, aggiornati al 31 luglio 2013, i seguenti titoli minerari:

 ben 14 concessioni di coltivazione idrocarburi che si estendono su di un’area di 1.207,91 chilometri quadrati.

 A cui va aggiunta: 1 concessione di coltivazione idrocarburi di 41,75 chilometri quadrati ed un recente permesso di ricerca accordato con il parere favorevole della Giunta Vendola alla Cygam Energy, ovvero alla Vega Oil. I beneficiati sono principalmente: Eni, Edison, Medoilgas, Petrex, Canada NW, Cygam, e appunto la straniera Vega Oil.

 Non è tutto: su questo martoriato territorio incombono altre 8 istanze per permessi di ricerca idrocarburi che distruggerenno quanto non hanno ancora devastato dagli invasivi impianti industriali eolici e fotovoltaici, realizzati strappando sovente la terra ai contadini. Dietro a tutti questi progetti speculativi ci sono potentati onnipervadenti, in particolare banche nazionali ed estere.

 

Diritti, royalties agli autoctoni? Neanche gli spiccioli. Eppure, il direttore generale del ministero dello Sviluppo Economico, Franco Terlizzese, ha inviato una nota – certo non l’unica – direttamente al presidente Vendola in cui si legge:

 “… per le produzioni di idrocarburi dell’anno 2009 risulta da erogare direttamente a codesta regione la somma di euro 1.896.091… Tale importo è finalizzato a benefici per i residenti del territorio della provincia o del comune interessato alle attività di estrazione”.

 

Per la cronaca in Capitanata ci sono comuni che non sono stati ancora coperti dalla rete di metanizzazione, anche se il gas naturale – ironia della sorte – viene estratto da questo sottosuolo. Addirittura la popolazione locale paga una salata bolletta del gas ai francesi di EDF e non ha mai beneficiato né di sconti e nemmeno di prezzi calmierati. In altri termini, una ruberia legalizzata dallo Stato e dalla Regione, grazie anche alla tacita connivenza di chi controlla – dal punto di vista amministrativo – i Comuni e dalla stessa Provincia di Foggia, retta dal destrorso Pepe (Pdl, ex An).

 Da circa 60 anni lo Stato italiano, col favore della cosiddetta rappresentanza politica locale che ha imbonito la gente per tenerla buona o costringerla tuttora alla forzata emigrazione, sottrae a questa terra ed alla sua gente, miliardi di metri cubi di metano, convogliati al nord.

 Mister Vendola, dal 2005 (anno in cui è salito al potere in quel lungomare di Bari) ad oggi, quanti milioni di euro sono confluiti nella casse della Regione, destinati alla popolazione della Daunia? Che fine hanno fatto quei soldoni?

 Quando il trasversalismo affaristico dei politicanti si sposa al colonialismo a buon mercato, si arriva, come in questo caso ad aprire illegalmente due centrali turbogas (una a Candela della Edison, e l’altra a San Severo dell’En Plus già Mirant).

 In fondo non fiata anima viva: tutti, ma proprio tutti a cuccia con l’osso in bocca: alla voce contributi assistenziali dell’Europa. Ogni tanto si ode il frastuono di qualche comitatuccio eterodiretto o non all’altezza della situazione, quando la protesta si infiamma un pò, e poi basta.

 Al popolo di Capitanata non vanno neanche le briciole ma soltanto l’inquinamento – compresi gli inceneritori fuorilegge – che annovera fra le prime vittime, proprio gli esseri più indifesi, vale a dire i bambini.

 Altri, alti livelli. Questa è mafia o non è mafia – di colletti e grambiulini apparentemente immacolati – legalizzata dallo Stato? O forse, si ritiene che la criminalità organizzata sia soltanto quella bassa manovalanza che si vede per strada e finisce nella cronaca nera?

 Post scriptum:

Nichi Vendola VERGOGNA!

numerofasi=4

 

MASSACRARE CIVILI E’ L’ULTIMO OBIETTIVO DEI ‘ RIBELLI’ SIRIANI

eppure i diritto umanisti tanto per la pace sono i primi a chiedere ai massacratori, pardon, liberatori yankees di imporre no fly zones e bombardare il mondo per IRACHIZZARLO

MASSACRARE CIVILI E’ L’ULTIMO OBIETTIVO DEI ‘ RIBELLI’ SIRIANI
Non si ferma la folle guerra che sta insaguinando la Siria; la ferocia dei milizani “ribelli” aumenta di giorno in giorno, avendo ormai come obiettivo principale la popolazione civile fedele al presidente Assad. Le continue vittorie dell’esercito siriano oramai alle porte della città di Aleppo, ultima roccaforte dei terroristi, indirizza il conflitto verso una schiacciante vittoria dell’esercito e del governo siriano contro le bande di criminali “ribelli”, supportati e armati da diversi Paesi stranieri.
L’ultimo atroce attentato contro civili siriani è avvenuto ieri vicino una scuola a Qatana, nella periferia di Damasco, provocando la morte di sei persone e il ferimento di altre quattro. Il vile attentato arriva un giorno dopo l’autobomba esplosa nel sobborgo di Jaramana nei pressi di Damasco, in cui sono rimasti uccisi 18 civili, tra cui molti bambini. L’attacco è stato compiut0 dai miliziani salafiti del Fronte al Nusra, come rappresaglia agli abitanti della zona che simpatizzano per il presidente Bashar al-Assad.
Oltre ai crimini compiuti dalla cosiddetta opposizione armata siriana, si segnala la travolgente avanzata dell’esercito siriano che nella giornata di ieri ha compiuto un’imboscata contro i “ribelli”, uccidendo 62 miliziani nel sobborgo orientale di Ghouta, vicino Damasco. L’esercito ha attaccato a sorpresa questo gruppo appartenente al Fronte al-Nusra che cercava di infiltrarsi a Ghouta per attaccare una postazione militare.
Secondo un rapporto stilato dalle Nazioni Unite, dall’inizio del conflitto in Siria nel 2011 più di cento mila persone sono state uccise e 7,8 milioni hanno lasciato il Paese a causa della violenza.
Tratto da: ilfarosulmondo.it

Befera colpisce ancora

Se ricevete una busta raccomandata con all’interno un questionario della Guardia di Finanza, non buttatela nel faldone delle pratiche “da evadere con calma”. Perché si tratta di un sondaggio che deve essere compilato entro due settimane, in modo accurato, con risposte precise e con tanto di documentazione allegata. Pena una sanzione (la mancata restituzione comporta una multa che oscilla tra i 258 e i 2.065 euro) che scatta anche in caso di spedizione di documentazione parziale. Il tutto con il rischio, per di più, di trovarsi al centro di un accertamento fiscale a tutto tondo.

http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/8/7/TASSE-Questionari-fiscali-spediti-a-cittadini-e-studenti-fuorisede-se-non-si-risponde-si-rischia-una-multa/418090/

Qualcuno conosce tecniche efficaci per non incazzarsi come Gesu Cristo al tempio ogni volta che si legge certa roba? O mi restano solo le droghe pesanti?

Albenga, pensionato perde il treno e viene brutalmente aggredito in stazione: 18enne in manette

vediamo: uomo anziano aggredito. Italiano? Allora nella graduatoria degli aventi diritto a particolare tutela è all’ultimo gradino. Anzi, essendo pensionato ma “purtroppo” non rimasto ucciso l’Inps non potrà dare un premio all’aggressore.
E l’aggravante razzismo? Se la vittima è indigena, non sussiste. Non sarebbe “accogliente”.

Carabinieri

Albenga, nascondeva sei dosi di cocaina in tasca: marocchino di 34 anni in manette
Albenga, fermato dai carabinieri per un controllo cerca di scappare: marocchino in manette
Albenga, ruba una bici e colpisce a bottigliate il proprietario che lo insegue: fermato 31enne marocchino
Albenga, tenta di rubare un paio di scarpe e spintona titolare del negozio: 23enne arrestato
Albenga, marocchino arrestato con sei dosi di cocaina in tasca: patteggia 6 mesi, scarcerato
Vado, ruba borsetta alla cliente di un bar ma viene inseguito e arrestato: romeno condannato a 2 anni
Albenga. L’aver perso il treno è costato decisamente caro ad un pensionato sessantacinquenne. L’attesa del convoglio successivo si è infatti trasformata in un vero e proprio incubo per l’uomo che ha subito un violento tentativo di rapina. Tutto è successo questa notte nella stazione di Albenga, intorno alle 4, dove il pensionato stava pazientemente attendendo sui binari. La sua presenza è stata notata da un diciottenne marocchino, C.M., irregolare in Italia, che lo ha avvicinato con l’intento di farsi consegnare il telefono.
Davanti al rifiuto del pensionato di dargli il cellulare il nordafricano non ha esitato ad alzare le mani: il ragazzo ha colpito con estrema violenza l’uomo al volto. Le urla e la resistenza del sessantacinquenne hanno però fatto desistere il marocchino che ha tentato di fuggire. I carabinieri, immediatamente allertati, sono riusciti a raggiungerlo poco dopo e a bloccarlo. Il diciottenne è stato arrestato per tentata rapina e lesioni. Il pensionato è stato infatti ricoverato al Santa Corona di Pietra Ligure con diverse fratture facciali: i medici per lui hanno previsto una prognosi di 30 giorni.
http://www.ivg.it/2013/08/albenga-pensionato-perde-il-treno-e-viene-brutalmente-aggredito-in-stazione-18enne-in-manette/

Lite a Castel Cerreto, trentenne,accoltellato da un extracomuniario

se la vittima è indigena non si deve parlare di razzismo.
accoltellato da un extracomuniario
     

9 agosto 2013  

 Notte di sangue nella Bassa Bergamasca. Un trentenne italiano è stato accoltellato per futili motivi al culmine di una lite da un extracomunitario. Il giovane è stato sottoposto a intervento chirurgico all’ospedale di Treviglio: è grave.

L’aggressione si è verificata attorno all’una e mezza di questa notte a Castel Cerreto. La lite è iniziata all’esterno di un locale pubblico ed è proseguita in strada. In via Piazzoni Contessa l’episodio è degenerato e l’extracomunitario ha estratto un coltello e ha colpito con alcuni fendenti il trentenne che si è accasciato in un lago di sangue.
http://www.ecodibergamo.it/stories/Homepage/389466_lite_a_castel_cerreto_trentenne_accoltellato_da_un_extracomuniario/

Droni per la pace ed i diritti umani. Come no

SVENTATO PIANO AL QUAEDA PER ESPLOSIONE OLEODOTTI, UCCISI 4 TERRORISTI

Mercoledì 7 Agosto 2013

ROMA – Sventato un piano di al Qaeda per far saltare alcuni oleodotti nello Yemen.     Lo riferisce la Bbc online che cita un portavoce del governo yemenita, Rajeh Badi. Il complotto, riferisce, puntava a far saltare alcuni oleodotti e il controllo di due porti nel sud dove si concentrano le esportazioni e dove sono impiegati diversi lavoratori stranieri.

I piani di al Qaeda. Il livello di sicurezza nel Paese rimane alto con centinaia di blindati posti davanti ai siti strategici. «Ci sono stati dei tentativi di controllare città chiave nello Yemen quali Mukala e Bawzeer», ha detto il portavoce del governo Badi. «Questo sarebbe stato seguito da attacchi coordinati da membri di al Qaida sui gasdotti nelle città di Shebwa e Belhaf». Secondo Badi, terroristi vestiti da soldati sarebbero stati stanziati nei porti e, su segnale, avrebbero invaso i gasdotti per prenderne il controllo. La Bbc riferisce che gli attacchi sarebbero stati condotti per ritorsione contro l’uccisione di un membro di alto livello di al Qaida, Said al-Shihri, durante un attacco drone nello Yemen avvenuto lo scorso novembre. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno ritirato il personale diplomatico nello Yemen in seguito alla minaccia terrorismo. Gli stessi Stati Uniti starebbero preparando operazioni speciali per possibili attacchi contro al Qaida nello Yemen.

Gli attacchi con i droni. Intanto sette membri presunti di al Qaida sono stati uccisi in un attacco condotto da un drone, probabilmente americano, oggi all’alba in Yemen. Si tratta del quinto attacco del genere dal 28 luglio. Questi attacchi hanno provocato in totale 24 morti. Secondo il quotidiano Usa Washington Post l’amministrazione Obama ha autorizzato una serie di attacchi con droni in Yemen negli ultimi 10 giorni nel tentativo di distruggere il complotto terroristico. Lo Quattro attacchi sarebbero avvenuti in rapida successione e sarebbero legati «all’emergenza dell’intelligence che ha indicato come i leader del Al Qaida» abbiamo chiesto al gruppo affiliato in Yemen di attaccare obiettivi occidentali.

Obama. Nessuna reazione esagerata da parte degli Stati Uniti con la chiusura di ambasciate e consolati: la minaccia di attacchi è «significativa», «l’estremismo radicale e violento c’è ancora», ha detto il presidente americano, Barack Obama durante ‘The Tonight Show’ di Jay Leno sull’allerta scattata e sulle misure prese dagli Usa, come il ‘travel alert’ ai cittadini americani. «Si può andare in vacanza lo stesso, ma solo farlo in modo prudente guardando sul sito del Dipartimento di Stato le informazioni quotidiane prima di fare piani. Le possibilità di morire in un attacco terroristico sono minori di quelle di morire in un incidente stradale, sfortunatamente», ha aggiunto.
http://www.leggo.it/NEWS/ESTERI/esplosione_al_quaeda_oleodotti_terrorismo/notizie/312919.shtml