“Io, disoccupato da anni Per sfamare la famiglia non mi resta che rubare”

Angelo ha 52 anni, una famiglia a carico e una situazione economica difficile che lo accompagna dal 2008, quando ha perso il posto fisso. Dopo una continua e inutile ricerca di un impiego ha chiesto aiuto a Bergamonews: “Sono arrivato al punto di dover scegliere se ammazzarmi o ammazzare qualcuno”.

 “Io, disoccupato da anni Per sfamare la famiglia non mi resta che rubare”

 di Luca Bassi

 Il lavoro come un miraggio, la solidità economica come un’utopia. Angelo non sa più da che parte voltarsi. Nei suoi occhi c’è tutta la disperazione di un uomo di 52 anni al quale è rimasta solo la famiglia. La famiglia e nient’altro. Il posto fisso l’ha perso nel 2008, dopo dieci anni di fedele servizio alla Italpremiscelati di Solza, nella quale era impegnato come autista. Poi due anni di inattività e qualche lavoretto saltuario che, tra il 2011 e il 2012, gli ha fatto guadagnare qualche soldo.

 Dopodiché il nulla. Curriculum, e-mail, colloqui. Ma niente di concreto.

 Oggi Angelo ha deciso di rivolgersi a Bergamonews. Un messaggio in posta elettronica ha attirato la nostra attenzione: “Si parla di lavoro solo per i giovani ma di noi 50enni si sono tutti dimenticati. Ho difficoltà dal 2008 e ora sono arrivato al punto di dover scegliere se ammazzarmi o ammazzare qualcuno. Sono esasperato, datemi una mano”. Un grido d’aiuto vero e proprio, quello del nostro lettore, che non è caduto nel vuoto.

 Venuto a trovarci in redazione davanti a un caffè, Angelo ci ha portato la testimonianza della disperazione di chi non può vivere perché, senza uno stipendio, risulta essere un difetto sociale. Una disperazione che si mischia con la rabbia, con la vergogna, con la delusione. E con tanta, tantissima preoccupazione: “Perché ormai sono arrivato a un punto di non ritorno – ci spiega con la voce rotta dallo sconforto, gli occhi lucidi -. Siamo in quattro in famiglia e per ora stiamo tirando avanti con l’indennità di disoccupazione che mio figlio percepisce da gennaio, quando la Ppm di Brembate Sopra non gli ha rinnovato il contratto a termine. Ma ad agosto scadranno gli otto mesi e anche questa entrata finirà. E allora sarò costretto a delinquere per far mangiare la mia famiglia”.

 Rubare. E’ questa la parola che Angelo ripete più e più volte. Nel farlo, però, abbassa sempre lo sguardo: “Mi vergogno a dire certe cose – spiega -, ma non ci sono alternative: di certo i miei figli e mia moglie a digiuno non ce li lascio. E allora dovrò sperare che non mi succeda nulla di male, anche se la strada che sarò costretto a prendere è brutta e pericolosa. Negli anni scorsi uno rubava per scelta, quasi come se fosse una professione, oggi invece lo fa perché non ha altre opzioni”.

 Eppure Angelo ha cercato lavoro in ogni angolo, così come il figlio 24enne, come la figlia 21enne. Ma senza fortuna: “O sei troppo vecchio o non hai esperienza; nessuno ha bisogno di te, insomma. Ho chiesto aiuto anche al sindaco del mio paese ma a quanto pare pure lì non c’è spazio per me o per i miei figli. E intanto – continua – cosa mi tocca vedere? I politici che fanno le battaglie per salvare questo o quel politico dalla galera. Ma che pensino ai cittadini che muoiono letteralmente di fame, ai cittadini che ogni mese devono versare centinaia di euro in tasse senza ottenere in cambio nulla, ai cittadini che ora non hanno più nemmeno l’onore e l’orgoglio che un tempo, almeno, erano un loro diritto”.

 Chiudiamo con un appello. E’ quello che il nostro lettore lancia a chiunque possa trovargli un’occupazione: “Sarei disposto anche a pulire i bagni, inginocchiato. Perché il lavoro non è mai una vergogna, il lavoro è dignità e io, padre di famiglia – conclude -, ho solo voglia di riprendere la mia”.

http://www.bergamonews.it/cronaca/io-disoccupato-da-anni-sfamare-la-famiglia-non-mi-resta-che-rubare-178273

“Io, disoccupato da anni Per sfamare la famiglia non mi resta che rubare”ultima modifica: 2013-08-09T22:17:32+02:00da davi-luciano
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