Dittatura 3.0 – L’Italia dei Soviet, dei Commissariamenti e dei Gamberi

Venerdì,  Maggio 31st/ 2013

 – L’Approfondimento di C. Alessandro Mauceri

 EURSS-Italy: La Politica dei piccoli passi verso il baratro – Dalla Perdita della privacy al commissariamento totale 

delle finanze e dei conti

 – Dalla gogna continentale alla rottamazione finale della Costituzione. Siamo alla Follia Completa!

 Troppa acqua sotto i ponti…

 Roma – A.D. 1996: fu introdotta una legge, la L. 675, con la quale il governo italiano, nel rispetto degli Accordi di Schengen, prevedeva una serie di misure volte a garantire la privacy dei cittadini e, per questo, istituiva anche l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali. Per la cronaca, il codice in materia di protezione dei dati personali fu poi modificato con il DLgs. 196/2003, passato alla storia come «Testo unico sulla privacy». Con il tempo, a questa legge furono affiancate altre disposizioni concernenti specifici aspetti del trattamento dei dati, che furono poi unificate nel Testo Unico, entrato in vigore il 1º gennaio 2004. La legge, quindi, nasceva – ribadiamo – per allinearsi con gli Accordi di Schengen, ovvero con le disposizioni dell’Unione Europea e per dare attuazione alla direttiva 95/46/CE del Parlamento Europeo, e del Consiglio, relativa alla tutela dei dati personali. Ma, come vedremo, di acqua ne è passata sotto i ponti. Anzi, essa è proprio strabordata dagli argini! Vediamo perchè.

 URSS-Italy – Il Commissariamento automatico del Soviet Monti

 A meno di dieci anni di distanza, il signor Monti decise di modificare la legge in vigore con l’adozione della norma introdotta dagli art. 11 e 11 bis del DL 201 del 2011, decreto successivamente convertito nella L. 214/2011. Per farla breve, Governo e Parlamento avevano deciso che privati e non, titolari di un conto corrente o di un deposito amministrato, non erano più soggetti la cui privacy andava “tutelata”. In base alla nuova legge – nei confronti della quale lo stesso Garante della Privacy manifestò formalmente la propria perplessità, ma nulla di più –  informazioni sui conti correnti e sui rapporti finanziari con gli intermediari finanziari, quali istituti di credito e Poste, dovevano essere trasmesse all’Agenzia delle Entrate: non più solo in caso di presunta violazione della legge (e solo nell’ambito di specifiche indagini autorizzate dalla magistratura) ma “in automatico”. Di fatto, la norma introdotta da Monti sanciva che banche, imprese di investimento, società di gestione del risparmio (SGR), fiduciarie e società di assicurazione avrebbero dovuto inviare, con cadenza periodica, all’Anagrafe Tributaria (l’archivio dell’Agenzia delle Entrate introdotto dal DPR 605/1973 che censisce tutti i contribuenti italiani) sia i dati anagrafici che il codice fiscale dei legittimi intestatari, insieme ai delegati e al tipo di rapporto intrattenuto come previsto dall’art. 7 del decreto 605/73, con indicazioni circa gli importi delle movimentazioni nei conti e le operazioni fuori conto (ad esempio cambio valuta estera, cambio assegni, richieste di bonifici per contanti e altri).

 Verso la perdita dei dai sensibli

 Proprio in considerazione delle modifiche che una simile norma inevitabilmente avrebbe comportato sul piano della tutela dei diritti dei cittadini, il Garante per la Privacy  intervenne, dopo aver espresso alcuni dubbi circa la sua ammissibilità, affermando che le informazioni necessarie per l’azione di contrasto all’evasione fiscale erano già disponibili, come del resto aveva già fatto rilevare in una nota del 17 Aprile 2012, sottolineando la necessità di tutelare la sicurezza dei dati, se non nell’oggetto almeno nei modi. Subito apparvero evidenti diverse lacune procedurali che avrebbero potuto causare la perdita di dati riservati e sensibili.

  Il Garante chiese misure di sicurezza all’Agenzia delle Entrate

 L’Autorità chiese allora all’Agenzia delle Entrate di integrare lo schema di provvedimento con una dettagliata serie di misure di sicurezza, che imponessero agli operatori finanziari e alle banche di adottare meccanismi di cifratura durante tutti i passaggi interni; di limitare l’accesso ai dati ad un numero ristretto di incaricati; di aggiornare costantemente i sistemi operativi e i software antivirus e antintrusione; di prevedere l’eventuale conservazione dei dati solo in forma cifrata e per un tempo limitato. L’Agenzia delle Entrate, inoltre, avrebbe dovuto predisporre canali telematici adeguati alla comunicazione della mostruosa quantità di dati. Sostanzialmente, però, non si mosse foglia!

 EURSS – Nuove politiche di Iper-Commissariamento UE

 Anzi, la macchina che mirava alla totale e ingiustificata distruzione della privacy dei cittadini non si è fermata. Essa, al contrario, è salita di livello e ha deciso di scavare più a fondo. Così, poche settimane fa, i ministri dell’Economia dei ventisette, come detto (vedi articolo in allegato) si sono riuniti a Bruxelles per l’Ecofin con, all’ordine del giorno, il “contrasto al fenomeno dell’evasione fiscale”. Obiettivo – vedi “Qui Europa”, Giovedì 23 Maggio – è stato quello di dare mandato alla Commissione di avviare le procedure per attuare lo scambio delle informazioni bancarie n on solo all’interno dei singoli Stati, ma tra i Paesi europei e le istituzioni di cinque Stati non membri: Svizzera, Andorra, San Marino, Monaco e Liechtenstein. Michael Noonan, presidente di turno dell’Ecofin disse in merito: “Mi aspetto che l’Ecofin dia mandato alla Commissione per rinegoziare gli accordi sul fisco con i Paesi non facenti parte dell’Unione: questa sarà la base per la revisione della direttiva risparmio, che aumenterebbe lo scambio di informazioni in materia fiscale, abbattendo così il segreto bancario”. In pratica – leggendo tra le righe – un invasivo commissariamento ai danni dei correntisti, col pretesto di una tardiva pseudo-guerra al finora onnipotente e tolleratissimo segreto bancario. Ma che fantasia! E che tempismo perfetto quest’eurocasta!

 Diritti dei Cittadini –  I passi in avanti … verso il fosso

 Nessuno intende negare l’importanza della lotta all’evasione fiscale, intendiamoci, anche se in un regime da usura legalizzata qual è il nostro, viviamo in un costante paradosso e parlare di evasione è davvero poco credibile… per usare un eufemismo. Tuttavia vanno sempre considerati i diritti dei cittadini. Ma quest’ultima – come ormai chiaro – non sembra più essere una priorità e quindi, prima ancora che potesse diventare operativa e funzionale la normativa introdotta dal signor Monti, l’Italia (da sempre “ligia” – si fa per dire – al proprio dovere, nel rispettare i regolamenti comunitari, vantando il primato in procedure d’infrazione Ue – vedi articoli in allegato) ha fatto un ulteriore “passo in avanti”, ma in senso opposto ( verso il baratro) cioè nella consapevole e premeditata violazione dei diritti degli Italiani. Un salto indietro, dunque, minimo di quaranta/cinquant’anni! Qualche malpensante in giro per la redazione parla addirittura di un “teletrasporto” negli Anni Trenta/Quaranta della Russia Stalinista. Voi che dite?

   Regime 3.0 – Ci Commissariano tutto… anche le mutande

 Vista tale situazione il Garante della Privacy si era riservato di effettuare delle verifiche preliminari sulle procedure adottate, che prevedevano – sempre in termini di violazione della privacy e della mancanza di tutela dei diritti civili l’accesso da parte dei Comuni alle banche dati e alle dichiarazioni dei contribuenti. Ma con la firma, ormai prossima, del direttore dell’Agenzia delle Entrate, l’Anagrafe Tributaria di fatto distruggerà definitivamente la privacy bancaria: in pratica, tutti i movimenti bancari (e non solo alcuni o quelli significativi ai fini della lotta all’evasione fisc ale) incluse spese con carta di credito, cassette di sicurezza e via discorrendo, saranno destinati all’anagrafe fiscale. Nell’occhio del Grande Fratello finiranno il conto corrente, il conto deposito titoli e obbligazioni, il conto di deposito a risparmio, la gestione patrimoniale, i buoni fruttiferi postali, azioni, le cassette di sicurezza, i bancomat, i contratti derivati, le garanzie, i crediti, i finanziamenti, i fondi pensione, le partecipazioni, i prodotti assicurativi e – persino –  l’acquisto di vendita di oro e metalli preziosi. Tutto!

 Regime 3.0 – L’Incrocio e la gogna continentale

 E non basta,i dati verranno incrociati con quelli del celeberrimo “Redditometro”, ovvero con lo strumento che già di per sé aveva sollevato critiche tecniche e formali circa la propria praticità, legittimità e funzionalità. Lo stesso redditometro che per tutelare la privacy dei cittadini avrebbe dovuto contenere dati in forma anonima. Mah! Non solo, ma grazie a quanto concordato con i suoi omologhi europei dal nuovo Ministro dell’Economia, Saccomanni (lo stesso che – guardacaso – ha dimenticato di fermare l’aumento dell’IVA e che si è vantato di aver rinviato al 2014 il pagamento da parte dei contribuenti italiani dell’infrazione derivante dalla procedura UE nei confronti dell’ILVA di Taranto) i dati non sara nno più fatti circolare solo in Italia, ma in tutta Europa. Con  conseguente aumento esponenziale dei rischi di violazione della privacy e di accesso a tali dati da parte di soggetti non autorizzati. L’apoteosi del caos, insomma!

 EURSS – Qui Giace l’obsoleto elenco… chiamato Costituzione

 Così, passo dopo passo, prima il governo Monti e ora il governo Letta hanno di fatto privato i cittadini dei loro diritti costituzionali. Resta solo da chiedersi quale sarà il prossimo passo. Forse l’obbligo di mettere delle telecamere nelle abitazioni di tutti i cittadini per vedere cosa fanno a casa propria? Beh, a quanto pare a Catanzaro – prima città d’Europa che presto potrebbe vedere poste sotto controllo totale piazze, strade e principali arterie d’accesso alla città (attraverso l’inquietante piazzamento di circa 900 telecamere fornite dalla ditta israeliana Bunkersek, leader mondiale nel settore) l’incubo horwelliano in questione potrebbe divenire presto realtà o quasi… (e come trattato non è uno scherzo – vedi articolo in allegato – Qui Europa, 6 Aprile 2013). Oppure – ci chiediamo – il prossimo passo delle neo-commissioni pseudo-staliniste potrebbe essere l’accesso a tutte le comunicazioni effettuate? Sempre che già non lo si stia facendo! Già negli anni Ottanta in merito furono presentate numerose interrogazoni scritte all’Europarlamento, e formali denunce a sostegno di tale tesi. Detto ciò, forse sarebbe bene che gli Italiani cominciassero a rileggere il Grande Fratello di George Orwell prima che qualcuno proponga al Parlamento europeo di cambiare il nome dell’Europa in Eurasia, o in EURSS. Ormai è solo davvero questione di dettagli!

 C. Alessandro Mauceri  (Copyright © 2013 Qui Europa)

http://www.quieuropa.it/dittatura-3-0-litalia-dei-soviet-dei-commissariamenti-e-dei-gamberi/

 

Dittatura 3.0 – L’Italia dei Soviet, dei Commissariamenti e dei Gamberiultima modifica: 2013-05-31T22:08:00+02:00da davi-luciano
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