Misteri italiani: la “scomparsa” dell’Imu

di: Ernesto Ferrante

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È stata la grande protagonista della campagna elettorale, spopolando in lungo e in largo tra salotti televisivi e piazze.

È stata “rimborsata” da Berlusconi, “redistribuita” da Bersani e “rimodulata” da Monti, almeno fino alla due giorni dell’urna. Poi, però, è misteriosamente sparita.

Parliamo dell’Imu, l’imposta municipale propria che funesta i sogni degli italiani e buca le loro tasche già vuote.

Inutile provare a cercarla tra le sedi dei partiti e nei discorsi dei loro reggenti: meglio inviare foto e descrizione a “Chi l’ha visto?”, nella speranza che qualcuno di buon cuore possa fornire indicazioni circa i suoi spostamenti.

La solita furbata all’italiota che ha abbindolato molti ma non tutti, soprattutto chi il mondo del mattone lo conosce per davvero, come la Confederazione Italiana Proprietà Edilizia.

Le parole del suo presidente, Corrado Sforza Fogliani, sono inequivocabili: “Il Paese ha votato contro l’Imu, il mercato immobiliare è allo stremo, nel settore manca ormai ogni investimento. A gran voce, chi è preoccupato dell’impoverimento generale che l’Imu ha creato, con conseguenze fatali sui consumi e sulle famiglie, reclama da subito la sua revisione, con particolare riferimento anche alle case affittate ai meno abbienti”.

E poi ancora, con una certa amarezza: “Tuttavia la risposta dell’attuale Governo è diametralmente opposta fino ad approvare un DEF che non solo non lascia spazio alla richiesta revisione da subito di questa imposta, ma addirittura mette in guardia dal fatto di non prorogare l’Imu sperimentale anche dopo il 2014”.

La Costituzione, richiamata un giorno sì e l’altro pure, in questo caso non vale, e i professori e i loro successori-puntellatori in pectore fingono di non ricordare il dettato della Corte costituzionale di cui alle sentenze del 1966 e del 1985 ed il principio ispiratore di fondo: la progressività non può che essere strettamente collegata al reddito.

L’imposta municipale propria, come chiedono decine di associazioni e tecnici del settore, andrebbe riformata riportandola alle sue origini di imposta correlata al beneficio apportato agli immobili dai servizi apprestati in sede locale.

La base imponibile andrebbe rivista, in particolare, per gli immobili affittati, se non si vogliono ulteriormente incrementare gli sfratti e, con essi, l’emergenza abitativa.

Ma l’orizzonte è cupo, cupissimo. Basta dare un’occhiata al programma del Pd, il partito in prima fila per il varo del prossimo governicchio, che prevede la “redistribuzione dell’Imu” ma pur sempre con l’aumento dell’imposta in questione per gli immobili di una gran parte della proprietà diffusa che è l’unica in grado di assicurare ancora la sopravvivenza dell’affitto.

Sul fronte dei berluscones, solo imbarazzi e silenzi dopo le sparate a salve di quel buontempone del cavalier parolaio. La ricetta montiana, invece, è nota da mesi: tasse fino all’ultimo filo di mattoni.

“Pare proprio – conclude Sforza Fogliani – che questo Governo viva sulle nuvole, staccato dalla terribile realtà del Paese, e che oltretutto non voglia saperne di metter mano alla spesa pubblica, cominciando col ridurre in modo drastico gli sprechi”.

 

Articolo letto: 249 volte (12 Aprile 2013)

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Misteri italiani: la “scomparsa” dell’Imuultima modifica: 2013-04-14T07:26:00+02:00da davi-luciano
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