I Saggi hanno partorito. Ora tocca ai partiti di regime

di: R.

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In quel teatro dell’assurdo che si chiama orma “Italia”, tra un conflitto tra Renzi e i bersaniani, tra un braccio di ferro tra Maroni e i bossiani e tra le grida del M5Stelle, i Saggi hanno partorito il loro documento di “indirizzo”.

Con l’immediato elogio del Gran Commis Quirinalizio per il loro “spirito collaborativo” che i partiti dovrebbero mutuare.

A cinquanta giorni dalle elezioni, ergo, è tutto in alto mare. La melina impera e nulla sarà fatto prima di vedere l’intronizzazione del nuovo capo dello Stato.

In attesa del successore di Napolitano, si badi bene, tutto viene tuttora amministrato dai “Moralizzatori” di Monti, ancora alla guida di Palazzo Chigi. “Moralizzatori” che, se volessero, potrebbero ben mettere in pratica due o tre misure urgenti, se al parlamento fosse stato dato il normale via ad operare (cosa che si è debitamente evitata per coprire le manovre dei partiti di regime interessati sia a trovare un “solido” equilibrio tra loro e sia ad impedire che il Movimento di Grillo possa loro arrecare altri danni).

Mettendo il M5 Stelle all’angolino, nei fatti, sia Bersani, che Berlusconi, che Monti, sperano di riuscire ad erodere, giorno dopo giorno, il consenso da questo ottenuto per riportare il fenomeno di protesta ad uno stato di “governabilità”. E cioè di smussarlo, rettificarlo, eroderlo, appannarlo.

In fondo anche il compitino dei “Saggi” è stato questo. Produrre, cioè, un vademecum di “misure urgenti” per togliere frecce dall’arco dei 5 Stelle e riporle nelle faretre della triplice Pd-Pdl-Scelta Civica.

Compitino svolto con alacre attenzione.

Un dossier che va da misure urgenti per gli esodati, a leggi per la crescita, riduzione delle tasse, cigs in deroga, referendum (però confermativi), revisione del patto di stabilità (interno), legge elettorale, (con le varie tesi: alla tedesca, alla spagnola, alla francese), riforma del Parlamento, mantenimento del finanziamento di partiti e, per la giustizia, pene alternative, conflitto di interessi, durata dei processi e limite alle intercettazioni.

Poi la ciliegina sulla torta, o meglio, la boutade (suggerita da Napolitano): “forme di prestito oneroso ai privati” delle opere d’arte museali. Per far cassa.

Certo per un lavoro copia-incolla come questo (dai mille e più programmi di partito in circolazione) occorreva proprio fermare tutte le istituzioni.

In realtà anche il consulto di questi “Saggi” era parte della strategia della melina presidenziale.

Perdendo un po’ di tempo il Quirinale ha permesso ai soliti noti di pilotare l’Italia e, soprattutto, di trovare l’accordo sul suo successore, destinato a vigilare sulla barca nazionale perché non dirotti da Bruxelles e dal porto bancario in cui scaricare gli ultimi denari frutto d’usura rapinati ai cittadini.

Un altro mesetto al… Vespro.

 

12 Aprile 2013

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I Saggi hanno partorito. Ora tocca ai partiti di regimeultima modifica: 2013-04-14T12:50:00+02:00da davi-luciano
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