Giovedì, Aprile 11th/ 2013
– di Sergio Basile e Giuseppe Sacco –
– La prima Rete d’Imprese d’Europa disintegrata dalle ricette Ue-Monti,complice il Parlamento
Oltre 4300 imprese disintegrate e fallite solo da inizio anno. Vogliono “Terzomondializzare” il Paese più bello d’Europa
I presunti 7 Vizi capitali degli imprenditori italiani secondo le curiose ricostruzioni de “Il Sole 24Ore”
di Sergio Basile e Giuseppe Sacco
Le Conseguenze delle Menzogne dei Profeti del Liberismo
Roma, Bruxelles – Finora era stato il 2012 l’annus horribilis dall’inizio della farsa chiamata “crisi economica“, cioè dalla “Truffa internazionale dell’Eurozona” ma il 2013 si prospetta (ovviamente) anche peggio! Una truffa sistematica e ben congeniata negli ultimi 50 anni, pilotata dai poteri forti (sistema bancario e lobby); dalla massoneria internazionale (es.: vedi allegati dal n. 15 al n. 20) e dalle sue più dirette derivazioni (cui obiettivi sembrano “curiosamente” coincidere come le politiche finora perseguite dai tecnocrati di Bruxelles); dalla Germania e dai paesi anglofoni (Inghilterra e Usa in testa). Un esercito di “Illuminati” che evidentemente in tempi non sospetti (ad iniziare dal Sacco del Britannia del 1992 e dal successivo concepimento della moneta unica, e ancor prima: addirittura con la “Marcia dei Mille Massoni” verso Porta Pia sotto la regia inglese) decideva sia la colonizzazione del popolo italico, sia la sua progressiva ed inesorabile distruzione. D’altra parte i contorni e le tonalità del segretissimo, quanto folle, “Piano Kalergi” (di cui non parla praticamente nessuno – vedi articoli in allegato – n. 1 e 2) appaiono ormai evidenti ed assolutamente attuali. Paesi dominanti, quelli sopracitati, che oggi sembrano aver gettato la maschera ideologica che finora – specie dopo la fine della Guerra Fredda – ben celava i loro rispettivi – grotteschi -volti, dimostrando una naturale e netta propensione stalinista alla distruzione ed all’assoggettamento sistematico delle c olonie europee: una precisa volontà omicida specie verso l’Italia e gli altri Paesi del Sud: paesi – ricordiamolo – considerati non a caso le culle del Cristianesimo nel Vecchio Continente. Come dimostrato finora dall’Osservatorio “QuiEuropa”, in dozzine di articoli pubblicati fino ad oggi (vedi ad esempio gli allegati – 1, 2, 2, 4, 5) ciò non è assolutamente un caso. Come un caso non è l’attacco alla famiglia ed alla sua indipendenza: sia sul piano spitituale e morale, che su quello economico. (Allegati n. 3, 4, 5)
PrimoTtrimestre 2013 – Un’Ecatombe di imprese pianificata
Secondo i dati pubblicati negli ultimi giorni da tutti i maggiori istituti statistici nazionali ed europei, (vedi “Il Sole 24Ore di ieri 10 Aprile 2013) questa crisi (anzi, consentiteci, questo spietato “trucco” chiamato crisi) sta superando ogni record negativo, destinando alla rovina un’infintà di imprese, imprenditori e famiglie. Come si sfameranno? Ci chiediamo. Emigreranno in massa forse in Africa, mentre l’Europa si riempirà sempre più di tribù e popolazioni afro-asiatiche? A ben vedere era proprio questo il progetto voluto da quello che da molti studiodsi – come visto – considerano il vero “padre spirituale” dell’Unione europea: Coudenhove-Kalergi. (vedi allegati 1 e 2). Quasi ripercorrendo un’insolita via senza scappatoia, infatti, la pulsione verso l’autodistruzione viene ad estrinsecarsi nel fallimento di ben oltre 100 imprese, giusto per fare un esempio, solo negli ultimi quattro giorni. Per qualcosa come 4300 imprese costrette alla chiusura solo nel primo trimestre 2013. Il 13 % in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le Sentinelle Liberiste della Menzogna – Dai Media alle Università
Un qualcosa di una gravità inaudita, che in un Paese normale (e non drogato dai media) ci avrebbe spinto tutti in massa dinnanzi ai palazzi del potere di Roma e Bruxelles già fin dai primi mesi dell’anno scorso. Ma purtroppo i falsi profeti senza scrupoli convertitisi a questo complotto internazionale sono tanti, e ben annidati nelle posizioni più in vista: pronti ad influenzare le masse con falsità e copioni ben studiati a monte. Vedi bufale sulla crescita, spifferate a più riprese nei mesi scorsi da Bankitaia, dai vertici dell’INPS, da numerosi leader dei partiti di maggioranza e da alcuni sindacati. Ma molti profeti del nulla – non è un mistero – oggi si annidano copiosamente nelle redazioni dei giornali di regime come nella stragrande maggioranza delle Università Italiane. Con professoti e Rettori spesso e volentieri zittiti dall’Eurocasta, nella prospettiva allettante di poter godere ancora per un anno o più di succosi contributi comunitari per dar attuazione ai loro ambiziosi progetti.
I Barbari in Casa
Secondo dati diffusi ieri dal Cerved, ente specializzato nell’analisi delle imprese e nella valutazione del rischio di credito, sono stati registrati numeri ben poco favorevoli in merito alla questione annosa delle istanze di fallimento, copiosamente registrate presso le camere di commercio. Non si può che assistere insomma ad un triste scatto fotografico di una storia molto simile a quelle narrate al tempo di Attila e delle invasioni barbariche. Con la sola differenza che oggi i barbari ce li abbiamo in casa. E ciò mentre la pressione fiscale è in netto aumento, i problemi dell’accesso al credito permangono e le imprese continuano a reclamare verso le pubbliche amministrazioni pagamenti che “forse” mai verranno effettuati. Intanto politica ed antipolitica occupano il Parlamento e le TV, perdendosi in chiacchiere. Probabilmante continuando a compiacere i loro reali datori di “lavoro” di Bruxelles, Washington, Tel Aviv, Berlino, Londra e Francoforte. Che dite? Potrebbe essere un’ipotesi plausibile? Chissà!?
Truffa dell’Eurozona – La Situazione a Livello Regionale e l’Uso distorto dei Vocaboli
Nel 2012 sarebbero state 12442 (Fonte “Il Sole 24Ore – 10 Aprile 2013) le aziende costrette a portare “i libri” in tribunale: una bazzecola – tuttavia – rispetto a quello che ci aspetta! Statene certi! Bugie mediatiche sulla “presunta crescita” – a parte. Dietro a questi dati incredibili e sconfortanti vi sono fitte reti di imprenditori bloccati e resi inabili da condizioni strutturali in cui il business non si regge più. Ogni settore, da quello dell’industria alle costruzioni ai servizi sta pagando il dazio della “Truffa dell’Eurozona“. (vedi allegati 6, 7, 8) Le elaborazioni del Cerved indicano le regioni del Friuli-Venezia Giulia e delle Marche quelle messe peggio nel rapporto tra società di capitale fallite e quelle con bila nci validi e attivo patrimoniale; Lombardia, Lazio,Veneto e Campania risultano invece le regioni con le cifre più alte nel 2012. L’amministratore delegato di Cerved Group , Gianandrea de Bernardis, ha infatti affermato nelle ultime ore come: “le rilevazioni continuino a consegnare un quadro di crisi che non accenna a cambiare. Quel che è peggio – riprende De Bernardis – è che sulle istanze di fallimento la crisi (?) avrà un’onda lunga, con effetti che si sentiranno con ogni probabilità anche quando arriverà la tanto agognata ripresa (?). C’è da aspettarsi quindi – continua – una situazione in deciso peggioramento, anche perché – sottolinea ancora De Bernardis – ci sono indicatori più tempestivi delle istanze di fallimento, che possono anche essere avviate settimane prima della registrazione, che continuano a dare segnali negativi.” Le uniche note stonate (della sia pur – in parte – condivisibile analisi) racchiuse nella dichiarazione riguardano – l’avrete notato – due fantasiosi quanto inappropriati termini: la parola “ripresa” e la parola “crisi“. Bah! Sarebbe stato meglio forse sostituirle con le più idonee e qualificanti espressioni “presa per i fondelli” e “truffa coloniale dell’Eurozona“. Che dite? D’altra parte è rivelatore notare come – sempre secondo il Cerved – nel 2012 ci siano stati circa 47000 imprenditori protestati (più dell’8,8 % del 2011) mentre il 7,1 % delle società hanno pagato in ritardo rispetto alle scadenze prefissate nell’ultima parte del 2012.
I 7 Presunti Peccati Capitali degli imprenditori Italiani e le Bizzare Interpretazioni de “Il Sole 24Ore”
Sydney Finkelstein, docente di chiaro stampo liberista presso il Darthmouth College (vedi nota tecnica in allegato) ha pubblicato nel 2004 un apprezzabile saggio titolato “Why Smart Executives Fail” nel quale l’autore ha evidenziato i “sette peccati capitali” che hanno accumunato manager di grandi aziende poi andate fallite. Alcuni colleghi “molto partigiani” ieri, hanno riscongelato le teorie di Finkelstein riadattandole al dramma nostrano. Nell’evidente tentativo di sviare strategicamente il problema e l’origine del cancro (cioè l’Eurozona e le politiche liberiste della colonia sionista-statunitense chiamata Ue) essi (vedi “Il Sole 24 Ore” del 10 Aprile 2014) hanno posto l’attenzione sul fatto che tra questi peccati alcuni se non tutti rientrino (?) tra le cause scatenanti l’attuale collasso italiano. Come ovvio, nulla di più falso. Forse questi improponibili profeti del nulla dimenticano che l’Italia fino all’estate 2011 (anno dell’illeggittimo declassamento golpista concertato delle agenzie di rating e della “letterina liberal-massonica Made in BCE” firmata Draghi-Trichet) fosse il Paese economicamente più robusto d’Europa (secondo solo alla Germania: entrata in pista – tuttavia – solo dopo i magheggi dell’impostura economico-bancaria chiamata “Sistema Target2” – vedi assolutamente l’articolo in allegato – allegato 7). L’Italia era un Paese dotato – come detto in più occasioni – della prima rete d’impresa a livello europeo: tessuto economico invidiato dal mondo intero, che vantava (solo un anno e mezzo fa) il debito privato d’impresa più basso d’Euro pa: soli 40 miliardi di euro, contro gli 8 mila miliardi delle imprese francesi, giusto per fare un “piccolo” esempio.
Ecco i 7 Presunti ed Illusori Peccati Capitali
Ma vediamo quelli che secondo “Il Sole 24Ore” sarebbero i mali e gli “errori” dei gloriosi e famosi imprenditori italiani. Roba da ridere! 1) “L’abitudine di considerare una azienda come migliore in assoluto “, restando quindi vittima delle illusioni di onnipotenza;
2) “l’identificazione eccessiva con la propria società, tale da rendere impossibile una distinzione tra interessi personali e quelli dell’azienda”;
3) Il “ritenere di avere tutte le risposte pronte”: atteggiamento di alcuni amministratori delegati che vogliono soffocare i dissensi “mettendo a tacere chi la pensa diversamente”;
4) la “cura maniacale dell’immagine”, che impedisce di curare adeguatamente i dettagli e di ottenere risultati concreti.
5) Esemplare – secondo “Il Sole” e Sydney Finkelstein – inoltre sarebbe “il caso dei dirigenti che non utilizzano i report finanziari come strumenti di controllo e analisi, ma solo come mero espediente promozionale“.
6) La sottovalutazione delle difficoltà: ”infatti – leggiamo su Il Sole 24Ore – talvolta accade che , una volta abbracciata una strategia , un amministratore delegato sia restio ad abbandonarla. Di conseguenza vi è mancanza di versatilità e quindi difficoltà a focalizzare gli ostacoli, tenendo i rischi in poco conto.”
7) In ultimo conto resta ma solo per facilità di elencazione non per importanza significativa “l’affidarsi ostinatamente a ciò che ha funzionato in passato“, quindi – come sostenne Finkelstein – “l’assecondare modelli divenuti ormai obsoleti e che non reggono più la concorrenza sul mercato. La lungimiranza invece come ben sappiamo consiste nel considerare le diverse opzioni che si adattino alle nuove circostanze”.
Gli Amici de “Il Sole” non ce ne vogliano, ma….
Alla luce di queste curiose e fantasiose rielaborazioni forzate delle pur valide e puntuali tesi de professor Sydney Finkelstein – riproposte e ricontestualizzate in maniera a nostro avviso azzardata, forzata ed ingenerosa verso “il genio” italiano, dalle colonne dall’autorevolissmo “Il Sole 24Ore” – non possiamo che farci una bella risata! Ricordando, ancora una volta, agli amici ed illustri colleghi de “Il Sole“, come l’Italia fosse fino all’estate del 2011 la regina dell’Europa (vedi articoli in allegato – n. 9, 10, 11, 12, 13 e 14): seconda, ribadiamo, solo alla Germania, nazione quest’ultima favorita e privelegiata all’inverosimile nel 2007, grazie all’introduzione del liberticida sistema di regolamentazione interbancaria tra banche centrali noto (anzi poco noto…) come “Sistema Target2” (vedi allegato 7). Per cortesia , chiamiamo le cose con il loro nome! Grazie.
Sergio Basile, Giuseppe Sacco (Copyright © 2013 Qui Europa)
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Approfondimento – Nota Tecnica
Dartmouth College (Dartmouth University) – Il Dartmouth College (conosciuto anche come Dartmouth) è un’università statunitense, situata ad Hanover, nella contea di Grafton, New Hampshire. Registrato come “Trustees of Dartmouth College”, l’istituto venne fondato nel 1769 da Eleazar Wheelock, ministro del culto congregazionalista, con fondi in gran parte raccolti dal predicatore Samson Occom; lo scopo iniziale della scuola era infatti l’istruzione e la conversione (aggiungiamo rispetto alla nota originaria Wikipedia) ad una particolare e presunta forma di “cristianesimo” (di chiaro stampo protestante) dei nativi americani. Dopo un lungo periodo di lotte politiche e finanziarie, il Dartmouth emerse da una relativa oscurità nel XX secolo. Questo è il più picco lo istituto della Ivy League, titolo che accomuna le otto più prestigiose ed elitarie (massonico-liberiste?) università private statunitensi. La scuola, che è uno dei nove Colonial Colleges, è di tipologia mista e comprende la Dartmouth Medical School, la Thayer School of Engineering, il Liberal Arts College e la Tuck School of Business, con cui mette a disposizione 19 corsi di laurea nel campo delle arti e delle scienze. Mantiene il nome di “college” per motivi storici e nostalgici anche se per l’etichetta americana il nome esatto sarebbe Dartmouth University. (Fonte: Tratto da Wikipedia ed integrato)
Sydney Finkelstein – Sidney Finkestein è docente di management alla Dartmouth’s Tuck School of Business. I suoi scritti sono apparsi sulla Harvard Business Review e su altre pubblicazioni del settore economico-manageriale.
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