Italia:Euro o morte.Tutto il resto è “populismo”

Partito unico neoliberista e potere  di veto

Tito Pulsinelli – C’è fretta di istallare un governo: le ordinanze di Francoforte e Bruxelles devono essere controfirmate a Roma. La “devianza” degli elettori ha per ora congelato la cascata di iniquità a grappolo già approntate dalla BCE e FMI. Momentaneamente sospese ulteriori depredazioni contro i redditi e la confisca finale del patrimonio nazionale. Per Draghi e colleghi di Goldman Sachs c’è ancora bisogno del fastidioso formalismo di firme e sigilli apposti da funzionari autoctoni. C’è il rischio che imploda la terza economia e salti la 

demolizione controllata, con gravi danni collaterali per il resto dei Filistei calvinisti d’Europa.

Si è genialmente rivelata l’identità delle due ali del neoliberismo italico e la natura avanspettacolare d’una inesistente “contrapposizione”. Entrambe soffocate nel magma devitalizzato del partito unico neoliberista (PUN). Consacrato alla devozione integrale ai “mercati” e all’opzione preferenziale per la grande banca privata. Tutto il resto è solo… “populismo”!

 

L’impotenza del PUN è assenza di governo, latitanza di azzeccagarbugli e firmacarte, insomma un vuoto con risvolti positiviPer ora. I vuoti, però, vanno riempiti con l’espansione di aree di influenza che sotraggano spazio ed iniziative al PUN. La conquista d’un innegabile potere di veto, sia pure transitorio, rende impossibile il varo di un governo sui generis o di un surrogato. E’ operante un indubbio potere di veto della base sociale contro l’unilateralismo delle elites. Quello stesso che prese corpo dopo la chiusura delle banche e il sequestro dei depositi in Argentina, e destituì ben 5 presidenti in un semestre. E ne mise in fuga altrettanti in Bolivia ed Ecuador. E’ la chiusura d’un ciclo, l’inevitabile punto critico in cui i globalisti cozzano contro il potere di interdizione. Il fantasma dell’esorcizzato “populismo” ha la forza del divieto, e comincia il ritorno sulla scena degli interessi e delle identità nazionali.

Il vuoto strategico è sempre a termine: in Italia è stato sempre risolto puntualmente con la tradizionale strage di Stato, ed oggi con forme creative di golpismo costituzionale miscelato con strapotere mediatico. Uno stadio superiore dell’eversiva operazione Monti,  un rialzo del tiro in grado di imporre definitivamente l’economia come unica ragion di Stato e liquidare l’autonomia e il potere politico stesso. Però per avere governabilità è urgente spurgare la Costituzione e rimandare al mittente fiscal compact e “patto si stabilità”. Il Monte dei Paschi di Siena non può ricevere trasfusioni dall’erario, se non per nazionalizzarlo.

Per un’inversione di tendenza non basta una teoria monetaria, qualche sciopero generale o due, e nemmeno una sola elezione. Il Presidente argentino Kirchner potè estromettere il FMI solo dopo che il Venezuela prestò 2 miliardi di dollari  con condizioni ragionevoli. L’oscurantismo si frena con una sequenza di rotture e resistenze, preludio in crescendo alla sconfitta visibile dell’attuale classe dirigente. 

Il globalismo è fallito e lascia in eredità una crisi dissolvente che disarticola la socialità e la convivenza, ma soccombe solo con la morte dalle mille ferite. Guardare solo alla latitudine dell’Atlantico nord, e credere virtuosa l’insistenza ad essere sempre la coda del leone, o la piuma dell’aquila, porta alla Caporetto morale made in NATO. Senza onore, senza mercati e molti debiti. Impotenza di partecipare all’invasione della Libia, e come premio perdere i vantaggi dei contratti sugli idrocarburi. Svenarsi per finanziare guerre perse in Afganistan o in Iraq, a che serve?. 

L’Italia deve tornare al suo spazio geopolitico e mettersi alla testa d’una diplomazia per la pace e gli interscambi tra le sponde del Mediterraneo. E’ tempo di un’altra classe dirigente, consapevole che siamo entrati nel post-globalismo, e che sappia  scrutare i nuovi orizzonti emergenti: la pluripolarità e il BRICS. Agli Stati Uniti è stato già dato, con troppi interessi composti posticipati. 

Le forze che vogliono ristabilire più equità sociale e quelle protese a recuperare le sovranità perdute o sacrificate -in primo luogo monetaria- hanno nell’arco qualche freccia per fermare i demolitori per conto terzi. Al potere finanziario deve essere impedito di annettersi il residuale potere politico e liquidare, così, il contratto sociale, riducendo lo Stato a zecca privata del clan dell’usura. Senza sovranità, l’inequità potrà solo aggravarsi; senza equità non potrà rafforzarsi la sovranità. Dal potere di veto si esce solo con il consolidamento dell’egemonia: sarà quella popolare o del PUN?

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Un modo più Sicuro di Tenere Soldi in Conto Corrente…

Negli Stati Uniti hanno lanciato ora un prodotto da parte di una società che si chiama ICS “Insured Cash Sweep che sta per “…metti al sicuro il cash”, e nella quale siedono alcuni dei pezzi grossi di Wall Street come Mary Schapiro (appena smontata da capo della Consob americana) e economisti galattici come Alan Blindner (che se non ha il nobel glielo danno l’anno prossimo)

Il prodotto è rivolto a chi abbia conti correnti o deposito superiori di ammontare ai 250mila dollari che in America sono assicurati (in Europa siamo più taccagni, solo fino a 100mila euro sono assicurati).

Funziona così se guardi il simpatico video: tu hai ad esempio 1 milione di dollari per cui per 750mila dollari sei esposto ad un possibile prelievo forzoso. Ma se paghi una modesta cifra a questa società loro ti garantiscono che in caso di bisogno il tuo conto sarà frazionato istantaneamente in 4 conti separati da 250mila NELLA STESSA BANCA così che non rischi mai di superare la soglia. In sostanza avendo una rete di banche, fanno finta che i tuoi soldi siano in tante banche invece che in una sola banca. Se hai 5 milioni fanno finta che sia in 20 banche diverse.

La cosa interessante è che sono dei personaggi di primo piano della finanza che lo propongono, gente che è dentro le cose…
http://www.cobraf.com/blog/?idr=123520943#123520943

IL MONDO SI REGGE SULLA FIABA DEL DITTATORE PAZZO

Di comidad del 11/04/2013 

Il caso della Corea del Nord sta diventando un’ulteriore dimostrazione del fatto che non esiste un’opposizione al sistema imperialistico statunitense, né nel sedicente Occidente, né nell’ambito dei Paesi cosiddetti emergenti. A tutta la propaganda ufficiale non ha fatto riscontro alcun elemento di critica, persino delle assurdità più evidenti. Non ci viene infatti spiegato come un Paese che soffrirebbe la fame da oltre sessanta anni, possa avere oltre 24 milioni di abitanti in un territorio che è circa la metà di quello italiano. Nessuno poi nota il ridicolo che questa propaganda sulla fame nella Corea del Nord provenga proprio da chi, per decenni, ha imposto a quel Paese sanzioni economiche sempre più dure. Non ci viene neppure spiegato come sarebbe possibile che una casta militare storicamente consolidata in mezzo secolo di resistenza antimperialistica, come quella nord-coreana, possa prendere ordini da un “dittatore” praticamente implume, e che pare avere più che altro una funzione simbolica di continuità.

Che la Corea del Nord rappresenti il grado più basso nel rispetto dei cosiddetti diritti umani, viene dato per scontato dai media; ma ci si guarda bene dal rilevare che tale giudizio deriva dai rapporti di ONG come Human Rights Watch, che si sono segnalate invece per il loro atteggiamento “comprensivo” nei confronti delle operazioni di “secret rendition” (sequestro di persona e tortura) della CIA.

Inoltre, la quantità di manovre militari messe in atto dagli Stati Uniti negli ultimi mesi non viene minimamente collegata all’attuale aumento della paranoia del regime militare nord-coreano, come se questa paranoia fosse dettata unicamente da cause interne. Dal mese di marzo le forze armate statunitensi hanno attuato ben tre sorvoli sulla Corea del Nord con i loro bombardieri B-2, ciò senza contare gli innumerevoli movimenti navali e la dislocazione di nuovi aerei e missili.

Niente di paragonabile per quantità e qualità dell’intimidazione può essere attribuito al regime nord-coreano. Ciononostante, neppure le cosiddette “minacce” del regime nord-coreano sono mai state contestualizzate nell’ambito delle manovre militari congiunte tra Usa e Corea del Sud; manovre che prevedevano anche la simulazione di un bombardamento nucleare con i soliti B-2. Ovviamente tutti questi movimenti militari statunitensi sarebbero dettati esclusivamente da motivazioni “difensive”.

Anche i risultati diplomatici raggiunti dal segretario di Stato USA, John Kerry, nel riuscire a coinvolgere la Cina nell’operazione di isolamento del regime nord-coreano, vengono interpretati esclusivamente come effetto del crescere a livello mondiale della preoccupazione per l’aggressività del dittatore Kim Jong Un; mentre invece l’atteggiamento sempre più remissivo del regime affaristico cinese potrebbe essere riconosciuto proprio come la causa principale dell’aumentata aggressività statunitense. Per la Cina, l’indipendenza della Corea del Nord costituisce un baluardo strategico indispensabile, tale da dover essere sostenuto persino se la propaganda statunitense dicesse il vero circa l’aggressività del regime nord-coreano. La caduta della Corea del Nord in mani statunitensi, significherebbe un passo ulteriore nell’accerchiamento della Cina.

Inoltre, a smentire il mito della purezza ideologica del regime “socialista” della Corea del Nord, questa è diventata da anni una delle maggiori aree di investimento per gli affaristi cinesi. La storiella del dittatore del tutto incontrollabile anche da parte di Pechino, non si fonda perciò su nessun riscontro concreto.

Eppure il governo cinese esprime tutta la sua determinazione esclusivamente sulla questione tibetana, sebbene il Tibet non costituisca più un’area strategica così irrinunciabile, da quando negli anni ’50 sono stati spenti tutti i possibili focolai di resistenza del Kuo Min Tang all’interno del territorio cinese. L’atteggiamento intransigente sul Tibet rappresenta quindi un alibi per il governo cinese, in modo da mettere in ombra la debolezza dimostrata nel caso della Libia, della Siria, ed ora della Corea del Nord.

La prospettiva che il mondo possa essere sull’orlo di una guerra nucleare soltanto per colpa di un “dittatore pazzo”, appare tranquillamente come realistica e plausibile agli occhi dell’opinione pubblica mondiale. La propaganda ufficiale non ha bisogno di basarsi su nessun costrutto razionale; anzi, più la narrazione è fiabesca, più risulta efficace. L’esistenza di questi mitici “dittatori” giustifica poi automaticamente ogni aggressione militare degli Stati Uniti; una giustificazione avallata anche da coloro che ritengono di non essere dei filo-americani. Per tutti i commentatori l’unica prospettiva di “ragionevolezza” consiste sempre e soltanto in un totale cedimento del regime nord-coreano; mentre non viene minimamente presa in considerazione l’ipotesi che anche gli Stati Uniti possano intanto cessare i loro sorvoli e le loro esercitazioni nucleari sulla Corea del Nord.

La mistificazione delle “armi di distruzione di massa di Saddam” è già stata archiviata; perciò nessuno più si pone il problema che un’eventuale rinuncia della Corea del Nord al suo programma nucleare non farebbe recedere di un millimetro l’aggressività americana; anzi la farebbe aumentare. Persino Gheddafi aveva rinunciato al suo progetto di armamento chimico e nucleare, e per un po’ era stato anche riammesso nel consesso della sedicente “comunità internazionale”; ma poi, per ottenere l’avallo incondizionato alla sua eliminazione, è bastato chiamarlo “tiranno” e “macellaio del suo popolo”. Insomma, soltanto coloro che siano in grado di esibire una patente di assoluta perfezione morale potrebbero avere – forse – il diritto di essere esentati dai bombardamenti americani.

Il successo incontrastato e pervasivo – assolutamente trasversale a ideologie e schieramenti -, che incontra a livello mondiale la fiaba del dittatore pazzo, è tale da mettere in crisi le stesse idee di modernità e di progresso civile. Pare proprio che al fondo del sistema sociale mondiale vi sia un nucleo arcaico, primitivo, tribale, che si nutre di mitologie elementari.

http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=540

Truffa Italia: Ecatombe di Imprese – Luoghi Comuni e Controsensi

Giovedì,  Aprile 11th/ 2013 

– di Sergio Basile e Giuseppe Sacco –

– La prima Rete d’Imprese d’Europa disintegrata dalle ricette Ue-Monti,complice il Parlamento

Oltre 4300 imprese disintegrate e fallite solo da inizio anno. Vogliono “Terzomondializzare” il Paese più bello d’Europa

I presunti 7 Vizi capitali degli imprenditori italiani secondo le curiose ricostruzioni de “Il Sole 24Ore”

di Sergio Basile e Giuseppe Sacco

 Le Conseguenze delle Menzogne dei Profeti del Liberismo              

Roma, Bruxelles – Finora era  stato il 2012 l’annus horribilis dall’inizio della farsa chiamata “crisi economica“, cioè dalla “Truffa internazionale dell’Eurozona” ma il 2013 si prospetta (ovviamente) anche peggio! Una truffa sistematica e ben congeniata negli ultimi 50 anni, pilotata dai poteri forti (sistema bancario e lobby); dalla massoneria internazionale (es.: vedi allegati dal n. 15 al n. 20) e dalle sue più dirette derivazioni (cui obiettivi sembrano “curiosamente” coincidere come le politiche finora perseguite dai tecnocrati di Bruxelles); dalla Germania e dai paesi anglofoni (Inghilterra e Usa in testa). Un esercito di “Illuminati” che evidentemente in tempi non sospetti (ad iniziare dal Sacco del Britannia del 1992 e dal successivo concepimento della moneta unica, e ancor prima: addirittura con la “Marcia dei Mille Massoni” verso Porta Pia sotto la regia inglese) decideva sia la colonizzazione del popolo italico, sia la sua progressiva ed inesorabile distruzione. D’altra parte i contorni e le tonalità del segretissimo, quanto folle, “Piano Kalergi” (di cui non parla praticamente nessuno – vedi articoli in allegato – n. 1 e 2) appaiono ormai evidenti ed assolutamente attuali. Paesi dominanti, quelli sopracitati, che oggi sembrano aver gettato la maschera ideologica che finora – specie dopo la fine della Guerra Fredda – ben celava i loro rispettivi – grotteschi -volti, dimostrando una naturale e netta propensione stalinista alla distruzione ed all’assoggettamento sistematico delle c olonie europee: una precisa volontà omicida specie verso l’Italia e gli altri Paesi del Sud: paesi – ricordiamolo – considerati non a caso le culle del Cristianesimo nel Vecchio Continente. Come dimostrato finora dall’Osservatorio “QuiEuropa”, in dozzine di articoli pubblicati fino ad oggi (vedi ad esempio gli allegati – 1, 2, 2, 4, 5) ciò non è assolutamente un caso. Come un caso non è l’attacco alla famiglia ed alla sua indipendenza: sia sul piano spitituale e morale, che su quello economico. (Allegati n. 3, 4, 5)

 PrimoTtrimestre 2013 – Un’Ecatombe di imprese pianificata            

Secondo i dati pubblicati negli ultimi giorni da tutti i maggiori istituti statistici nazionali ed europei, (vedi “Il Sole 24Ore di ieri 10 Aprile 2013) questa crisi (anzi, consentiteci, questo spietato “trucco” chiamato crisi) sta superando ogni record negativo, destinando alla rovina un’infintà di imprese, imprenditori e famiglie. Come si sfameranno? Ci chiediamo. Emigreranno in massa forse in Africa, mentre l’Europa si riempirà sempre più di tribù e popolazioni afro-asiatiche? A ben vedere era proprio questo il progetto voluto da quello che da molti studiodsi – come visto – considerano il vero “padre spirituale” dell’Unione europeaCoudenhove-Kalergi. (vedi allegati 1 e 2). Quasi ripercorrendo un’insolita via senza scappatoia, infatti, la pulsione verso l’autodistruzione viene ad estrinsecarsi nel fallimento di ben oltre 100 imprese, giusto per fare un esempio, solo negli ultimi quattro giorni. Per qualcosa come 4300 imprese costrette alla chiusura solo nel primo trimestre 2013. Il 13 % in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

 Le Sentinelle Liberiste della Menzogna – Dai Media alle Università 

Un qualcosa di una gravità inaudita, che in un Paese normale (e non drogato dai media) ci avrebbe spinto tutti in massa dinnanzi ai palazzi del potere di Roma e Bruxelles già fin dai primi mesi dell’anno scorso. Ma purtroppo i falsi profeti  senza scrupoli convertitisi a questo complotto internazionale sono tanti, e ben annidati nelle posizioni più in vista: pronti ad influenzare le masse con falsità e copioni ben studiati a monte. Vedi bufale sulla crescita, spifferate a più riprese nei mesi scorsi da Bankitaia, dai vertici dell’INPS, da numerosi leader dei partiti di maggioranza e da alcuni sindacati. Ma molti profeti del nulla – non è un mistero – oggi si annidano copiosamente nelle redazioni dei giornali di regime come nella stragrande maggioranza delle Università Italiane. Con professoti e Rettori spesso e volentieri zittiti dall’Eurocasta, nella prospettiva allettante di poter godere ancora per un anno o più di succosi contributi comunitari per dar attuazione ai loro ambiziosi progetti.

 I Barbari in Casa                                                                                                   

Secondo dati diffusi ieri dal Cerved, ente specializzato nell’analisi delle imprese e nella valutazione del rischio di credito, sono stati registrati numeri ben poco favorevoli in merito alla questione annosa delle istanze di fallimento, copiosamente  registrate presso le camere di commercio. Non si può che assistere insomma ad un triste scatto fotografico di una storia molto simile a quelle narrate al tempo di Attila e delle invasioni barbariche. Con la sola differenza che oggi i barbari ce li abbiamo in casa. E ciò mentre la pressione fiscale è in netto aumento, i problemi dell’accesso al credito permangono e le imprese continuano a reclamare verso le pubbliche amministrazioni pagamenti che “forse” mai verranno effettuati. Intanto politica ed antipolitica occupano il Parlamento e le TV, perdendosi in chiacchiere. Probabilmante continuando a compiacere i loro reali datori di “lavoro” di Bruxelles, Washington, Tel Aviv, Berlino, Londra e Francoforte. Che dite? Potrebbe essere un’ipotesi plausibile? Chissà!?

 Truffa dell’Eurozona – La Situazione a Livello Regionale e l’Uso distorto dei Vocaboli  

Nel 2012 sarebbero state 12442 (Fonte “Il Sole 24Ore – 10 Aprile 2013) le aziende costrette a portare “i libri” in tribunale: una bazzecola – tuttavia – rispetto a quello che ci aspetta! Statene certi! Bugie mediatiche sulla “presunta crescita” – a parte. Dietro a questi dati incredibili e sconfortanti vi sono fitte reti di imprenditori bloccati e resi inabili da condizioni strutturali in cui il business non si regge più. Ogni settore, da quello dell’industria  alle costruzioni ai servizi sta pagando il dazio della “Truffa dell’Eurozona“. (vedi allegati 6, 7, 8) Le elaborazioni del Cerved indicano le regioni del Friuli-Venezia Giulia e delle Marche quelle messe peggio nel rapporto tra società di capitale fallite e quelle con bila nci validi e attivo patrimoniale; Lombardia, Lazio,Veneto e Campania risultano invece le regioni con le cifre più alte nel 2012. L’amministratore delegato di Cerved Group , Gianandrea de Bernardis, ha infatti affermato nelle ultime ore come: “le rilevazioni continuino a consegnare un quadro di crisi che non accenna a cambiare. Quel che è peggio – riprende De Bernardis – è che sulle istanze di fallimento la crisi (?) avrà un’onda lunga, con effetti che si sentiranno con ogni probabilità anche quando arriverà la tanto agognata ripresa (?). C’è da aspettarsi quindi – continua – una situazione in deciso peggioramento, anche perché – sottolinea ancora De Bernardis – ci sono indicatori più tempestivi delle istanze di fallimento, che possono anche essere avviate settimane prima della registrazione, che continuano a dare segnali negativi.” Le uniche note stonate (della sia pur – in parte – condivisibile analisi) racchiuse nella dichiarazione riguardano – l’avrete notato – due fantasiosi quanto inappropriati termini: la parola “ripresa” e la parola “crisi“. Bah! Sarebbe stato meglio forse sostituirle con le più idonee e qualificanti espressioni “presa per i fondelli” e “truffa coloniale dell’Eurozona“. Che dite? D’altra parte è rivelatore notare come  – sempre secondo il Cerved – nel 2012 ci siano stati circa 47000 imprenditori protestati (più dell’8,8 % del 2011) mentre il 7,1 % delle società hanno pagato in ritardo rispetto alle scadenze prefissate nell’ultima parte del 2012.  

I 7 Presunti Peccati Capitali  degli imprenditori Italiani e le Bizzare Interpretazioni de “Il Sole 24Ore”  

Sydney Finkelstein, docente di chiaro stampo liberista presso il Darthmouth College (vedi nota tecnica in allegato) ha pubblicato nel 2004 un apprezzabile saggio titolato “Why Smart Executives Fail” nel quale l’autore ha evidenziato  i “sette peccati capitali” che hanno accumunato manager di grandi aziende poi andate fallite. Alcuni colleghi “molto partigiani” ieri,  hanno riscongelato le teorie di Finkelstein riadattandole al dramma nostrano. Nell’evidente tentativo di sviare strategicamente il problema e l’origine del cancro (cioè l’Eurozona e le politiche liberiste della colonia sionista-statunitense chiamata Ue) essi (vedi “Il Sole 24 Ore” del 10 Aprile 2014) hanno posto l’attenzione sul fatto che tra questi peccati alcuni se non tutti rientrino (?) tra le cause scatenanti l’attuale collasso italiano. Come ovvio, nulla di più falso. Forse questi improponibili profeti del nulla dimenticano che l’Italia fino all’estate 2011 (anno dell’illeggittimo declassamento golpista concertato delle agenzie di rating e della “letterina liberal-massonica Made in BCE” firmata Draghi-Trichet) fosse il Paese economicamente più robusto d’Europa (secondo solo alla Germania: entrata in pista – tuttavia – solo dopo i magheggi dell’impostura economico-bancaria chiamata “Sistema Target2” – vedi assolutamente l’articolo in allegato – allegato 7). L’Italia era un Paese dotato – come detto in più occasioni – della prima rete d’impresa a livello europeo: tessuto economico invidiato dal mondo intero, che vantava (solo un anno e mezzo fa) il debito privato d’impresa più basso d’Euro pa: soli 40 miliardi di euro, contro gli 8 mila miliardi delle imprese francesi, giusto per fare un “piccolo” esempio.

  Ecco i 7 Presunti ed Illusori Peccati Capitali                                               

 

Ma vediamo quelli che secondo “Il Sole 24Ore” sarebbero i mali e gli “errori” dei gloriosi e famosi imprenditori italiani. Roba da ridere! 1) “L’abitudine di considerare una azienda come migliore in assoluto “, restando quindi vittima delle illusioni di onnipotenza

2) “l’identificazione eccessiva con la propria società, tale da rendere impossibile una distinzione tra interessi personali e quelli dell’azienda”; 

3) Il “ritenere di avere tutte le risposte pronte”:  atteggiamento di alcuni amministratori delegati che vogliono soffocare i dissensi “mettendo a tacere chi la pensa diversamente”; 

4) la “cura maniacale dell’immagine”, che impedisce di curare adeguatamente i dettagli e di ottenere risultati concreti. 

5) Esemplare – secondo “Il Sole” e Sydney Finkelstein – inoltre sarebbe “il caso dei dirigenti che non utilizzano i report finanziari come strumenti di controllo e analisi, ma solo come mero espediente promozionale“. 

6) La sottovalutazione delle difficoltà: ”infatti – leggiamo su Il Sole 24Ore – talvolta accade che , una volta abbracciata una strategia , un amministratore delegato sia restio ad abbandonarla. Di conseguenza vi è mancanza di versatilità e quindi difficoltà a focalizzare gli ostacoli, tenendo i rischi in poco conto.” 

7) In ultimo conto resta ma solo per facilità di elencazione non per importanza significativa “l’affidarsi ostinatamente a ciò che ha funzionato in passato“, quindi – come sostenne Finkelstein – “l’assecondare modelli divenuti ormai obsoleti e che non reggono più la concorrenza sul mercato. La lungimiranza invece come ben sappiamo consiste nel considerare le diverse opzioni che si adattino alle nuove circostanze”.

 

 Gli Amici de “Il Sole” non ce ne vogliano, ma….                                        

Alla luce di queste curiose e fantasiose rielaborazioni forzate delle pur valide e puntuali tesi de professor Sydney Finkelstein – riproposte e ricontestualizzate in maniera a nostro avviso azzardata, forzata ed ingenerosa verso “il genio” italiano,  dalle colonne dall’autorevolissmo “Il Sole 24Ore” – non possiamo che farci una bella risata! Ricordando, ancora una volta, agli amici ed illustri colleghi de “Il Sole“, come l’Italia fosse fino all’estate del 2011 la regina dell’Europa (vedi articoli in allegato – n. 9, 10, 11, 12, 13 e 14): seconda, ribadiamo, solo alla Germania, nazione quest’ultima favorita e privelegiata all’inverosimile nel 2007, grazie all’introduzione del liberticida sistema di regolamentazione interbancaria tra banche centrali noto (anzi poco noto…) come “Sistema Target2” (vedi allegato 7). Per cortesia , chiamiamo le cose con il loro nome! Grazie.

Sergio Basile, Giuseppe Sacco (Copyright © 2013 Qui Europa)

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 Approfondimento – Nota Tecnica                                                                                                 

Dartmouth College (Dartmouth University) – Il Dartmouth College (conosciuto anche come Dartmouth) è un’università statunitense, situata ad Hanover, nella contea di Grafton, New Hampshire. Registrato come “Trustees of Dartmouth College”, l’istituto venne fondato nel 1769 da Eleazar Wheelock, ministro del culto congregazionalista, con fondi in gran parte raccolti dal predicatore Samson Occom; lo scopo iniziale della scuola era infatti l’istruzione e la conversione (aggiungiamo rispetto alla nota originaria Wikipedia) ad una particolare e presunta forma di “cristianesimo” (di chiaro stampo protestante) dei nativi americani. Dopo un lungo periodo di lotte politiche e finanziarie, il Dartmouth emerse da una relativa oscurità nel XX secolo. Questo è il più picco lo istituto della Ivy League, titolo che accomuna le otto più prestigiose ed elitarie (massonico-liberiste?) università private statunitensi. La scuola, che è uno dei nove Colonial Colleges, è di tipologia mista e comprende la Dartmouth Medical School, la Thayer School of Engineering, il Liberal Arts College e la Tuck School of Business, con cui mette a disposizione 19 corsi di laurea nel campo delle arti e delle scienze. Mantiene il nome di “college” per motivi storici e nostalgici anche se per l’etichetta americana il nome esatto sarebbe Dartmouth University(Fonte: Tratto da Wikipedia ed integrato)

Sydney Finkelstein – Sidney Finkestein è docente di management alla Dartmouth’s Tuck School of Business. I suoi scritti sono apparsi sulla Harvard Business Review e su altre pubblicazioni del settore economico-manageriale.

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 Articoli Correlati    – Allegati                                                                                                          

Allegato 1) Il Piano Kalergi – Quello che Nessuno ti ha mai detto sull’Europa  Parte Prima

8 marzo 2013

Allegato 2) Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocasta – Seconda Parte

9 marzo 2013

Allegato 3) Ecco Perchè L’Europa Rema Contro la Famiglia – Un Piano Perseguito da Secoli

http://www.quieuropa.it/truffa-italia-ecatombe-di-imprese-la-prima-rete-dimprese-continentale-disintegrata-dalle-ricette-ue-monti-complice-il-parlamento/

 

Argentina: ansia per Christina Kirchner, la presidentessa non e’ in grado di parlare

BUENOS AIRES (IRIB) – Il presidente dell’Argentina Christina Fernandez Kirchner non e’ in grado di parlare per via di problemi alle corde vocali.

Secondo i suoi medici per ora tutti gli appuntamenti pubblici della Kirchner sono stati annullati e secondo fonti locali le attività della presidentessa soprattutto durante la tragedia delle inondazioni della scorsa settimana hanno causato il peggioramento delle sue condizioni di salute. La Fernandez, come molti altri leaders politici dell’America Latina, e’ affetta da cancro. Per puro caso tutti i presidenti della regione ad avere problemi con il cancro, come il defunto Chavez, sono personaggi che si sono opposti più o meno apertamente alle politiche dell’imperialismo Usa o britannico nella regione.

Fonte: http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/124009-argentina-ansia-per-christina-kirchner,-la-presidentessa-non-e-in-grado-di-parlare

FORCES OCCULTES FILM-DENUNCIA SULLA MASSONERIA. AUTORI GIUSTIZIATI. RAI3 CENSURA

Thursday 11 april 2013

Forces Occultes è un film francese del 1943. È il più importante film-denuncia sulla massoneria.

La trama. Un deputato francese, in buona fede ma ingenuo, viene cooptato dalla massoneria. Dopo il rito di iniziazione, cominciano le delusioni di Avenel. Il deputato capisce che la maggior parte dei massoni utilizza l’ordine solo per ottenere favori, guadagnare soldi e prestigio e aggirare le leggi dello stato. Ma c’è di più. Avenel scopre che oltre alle misere ambizioni dei massoni di basso grado, esiste una volontà massonica internazionale molto più inquietante. Sarà infatti la massoneria francese a far entrare la Francia nella seconda guerra mondiale. Avenel proverà a fermare l’entrata in guerra ma sarà accoltellato da alcuni “fratelli” e si sveglierà in ospedale quando il conflitto è ormai iniziato.

Le conseguenze. Lo sceneggiatore del film, Jean-Marie Rivière, venne arrestato, mentre il regista, Jean Mamy (sotto lo pseudonimo di Paul Riche) e il produttore, Robert Muzard, vennero giustiziati per il loro ruolo nella realizzazione di questa pellicola.

Il “complottismo”. A differenza di quanto sostengono tanti debunker prezzolati che sono riusciti a convincere molte persone ignoranti e superficiali, le “teorie del complotto” non sono fantasie partorite dalla mente di visionari e diffuse tramite la rete. Il film è la prova che in passato, la consapevolezza dei cittadini riguardo alle “forze occulte” che dominano gli eventi mondiali, era molto maggiore. È anche la prova che in passato era più semplice trovare artisti, registi, sceneggiatori, produttori, ecc., disposti a raccontare la verità al grande pubblico. Oggi il sistema si è perfezionato. Da un lato è aumentata la censura, dall’altro la “dissidenza” è controllata: i paladini della “verità” sono uomini della massoneria, a cui viene data tanta visibilità ma a cui viene vietato di esporre la verità fino in fondo, con il risultato di allontanare i cittadini dalla percezione dei reali problemi e dal potere dei personaggi dietro le quinte. Tutti gli attivisti che vanno oltre i limiti del consentito, sono tacciati di complottismo, dietrologia, paranoia, ecc..

Rai 3. Il film è stato mandato in onda su Rai 3. La Rai, però, ha ben pensato di tagliare quasi tredici minuti che, coincidenza, sono i tredici minuti più importanti e significativi della pellicola. La censura della Rai, televisione massonica di stato, è la conferma di come il sistema si sia appunto perfezionato.

Le due versioni. Fortunatamente, in rete, è possibile trovare sia la versione integrale, sia la versione “ridotta” di Rai 3.

Qui il link per vedere l’originale. Qui il link per vedere la versione adatta al pubblico italiano.

Nella versione censurata il taglio avviene al minuto 31:55. Nella versione originale, come potete controllare, la scena corrispondente si trova al minuto 30:35. La scena tagliata dura fino al minuto 43:15.

Le scene tagliate. I tredici minuti censurati contengono quattro scene.

1° Scena: I massoni sono riuniti nella loggia mentre il popolo francese è in rivolta nelle piazze. La polizia reprime la rivolta sparando sulla folla. Quattordici cittadini francesi muoiono. Centinaia i feriti. Il film evidenzia come la responsabilità diretta della morte di quei cittadini sia da attribuire alla massoneria francese. Addirittura il Gran Maestro dice:

Il popolo francese può morire purché la massoneria viva.

2° ScenaIl parlamento francese elegge una commissione d’inchiesta per indagare sugli omicidi avvenuti nella rivolta. La massoneria esulta perché ben 35 commissari su 50 sono massoni e l’ordine ne esce pulito.

3° Scena: Il Gran Maestro organizza l’entrata in guerra della Francia telefonando ai fratelli massoni a capo delle più importanti istituzioni. Nell’ordine chiama: il Ministero degli Esteri, la Banca di Francia, lo Stato Maggiore, il Segretario del partito Radical Socialista, il quotidiano Le Temps e la fabbrica di aerei da guerra.

4° Scena: Sono i cinque minuti più importanti del film: il discorso tra il protagonista Avenel e il Gran Maestro. Trascrivo le battute più importanti del 33° grado. Riguardo ai massoni di basso grado dice:

Nella massoneria si nasconde tutto a chi ha un rango modesto. In basso non si sa niente.

Ma il Gran Maestro aggiunge che anche i massoni dei vertici, i gradi 33, non sono i dirigenti, come si potrebbe pensare:

Non ci sono dei capi tra noi, ci sono solo esecutori.

E allora chi è che detta gli ordini? Chiede Avenel. Il 33 risponde spiegando:

Cos’è la massoneria? Dei gruppi di uomini che si sono riuniti ai quattro angoli del pianeta per chiudere il mondo in una rete dalle maglie impenetrabili. Siamo 50 mila in Francia, 500 mila in Inghilterra, 3 milioni negli Stati Uniti.

Formiamo un unico blocco e una sola volontà.

Ci diffondiamo dappertutto, comandiamo dappertutto. Qui 300 parlamentari sono massoni. In Inghilterra il re fa parte del nostro ordine. Negli Stati Uniti il presidente è un 32°.

Non esiste un paese in cui non abbiamo appoggi segreti, i nostri uomini, le nostre banche, i nostri zelanti gruppi.

E questo è niente.

È solo la potenza materiale della massoneria.

C’è qualcos’altro. Una dottrina superiore.

La domanda finale. Se anche tra i massoni dei gradi più alti non ci sono dei capi ma solo esecutori, da chi è rappresentata quell’unica volontà che dirige la massoneria universale? Il film non lo dice esplicitamente ma lo lascia intendere. O almeno, lo lasciava intendere ai telespettatori degli anni ’40. Ma oggi, dopo altri settant’anni di propaganda e lavaggio di cervello, quanti telespettatori sono ancora in grado di capirlo?

http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-forces-occultes-film-denuncia-sulla-massoneria-autori-giustiziati-rai3-censura-117002951.html

 

Quando la magistratura ostacola la giustizia: dal mostro di Marcinellle al caso di Maria-Pia Maoloni

Vi ricordate il caso della rete di pedofilia collegato ai cosiddetti “mostri” di Marcinelle? Quando in Belgio si è scoperto che questa orrenda pratica era comune a troppi alti papaveri le indagini si sono inceppate?

Per chi non ricordasse o non conoscesse la storia suggerisco l’articolo del Corriere della Sera “Caso Dutroux, giustizia non è fatta”: http://archiviostorico.corriere.it/2001/agosto/23/Caso_Dutroux_giustizia_non_fatta_co_0_0108235140.shtml Il sottotitolo è fin troppo chiaro:  

A cinque anni dall’ arresto del «mostro di Marcinelle», l’ inchiesta sui pedofili belgi si è arenata. Il processo all’ uomo accusato di aver stuprato e ucciso quattro bambine continua a slittare. Sono stati sospesi investigatori, screditati testimoni «scomodi», minacciati i parlamentari che indagano sulla vicenda] A cinque anni dall’ arresto del «mostro di Marcinelle», l’ inchiesta sui pedofili belgi si è arenata. Il processo all’ uomo accusato di aver stuprato e ucciso quattro bambine continua a slittare. Sono stati sospesi investigatori, screditati testimoni «scomodi», minacciati i parlamentari che indagano sulla vicenda.

 Da rimarcare anche quanto scritto alla fine dell’articolo:

il «mostro di Marcinelle», elettricista disoccupato, era già stato condannato nell’ 86 a 13 anni di carcere per abusi su minori, ma rilasciato nel 1992 per buona condotta (una grazia con sigillo reale.

Può meravigliare adesso che in Belgio due bambine vengano sottratte alla  madre affidataria e consegnate al padre accusato di molestie sessuali nei confronti delle figlie? E che adesso la madre non riesca più a vederle di persona da 5 anni ma solo sentirle al telefono o via skype?

Guardate i video realtivo alla storia di Maria-Pia Maoloni e cercate di diffondere la notizia. Solo la pressione dal basso può contribuire a far cambiare le cose. 

 Signora in Giallo – Parte E from TVP Italy SRL on Vimeo.

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 PEDOPHILIE ET RITUEL: QUE FAIT LA JUSTICE ? di roseetbleu

 Leggi anche

 Maria Grazia Cutuli, la giornalista che denunciò le connessioni tra pedofili ed alta società belga, e che fu uccisa in un agguato:

http://scienzamarcia.blogspot.it/2011/06/maria-grazia-cutuli-la-giornalista-che.html

 L’INSOSPETTABILE MERCATO INTERNAZIONALE DELLA PEDOFILIA http://www.lavocedirobinhood.it/StampaArticolo.asp?id=123 

 Il blog della signora Maoloni

http://fionaetmilla.blogspot.it/

 http://scienzamarcia.blogspot.it/2013/04/quando-la-magistratura-ostacola-la.html

Centinaia di volpi a rischio abbattimento

In provincia di Ferrara è stato approvato un piano di abbattimento di 350 volpi: il timore, oltre al sovraffollamento, è il riscontro di malattie come la trinchella, pericolosa per il contagio agli allevamenti suini, o la rabbia silvestre. «Per ora risulta che ci siano ancora casi di trinchella» denuncia Mauro Malaguti, consigliere regionale Pdl noto per il suo impegno animalista. Gli abbattimenti vengono effettuati dai cacciatori, dopo segnalazione alle forze di polizia, «utilizzando i loro cani da tana, addestrati per entrare nelle tane delle volpi allo scopo di sbranare i cuccioli e le loro madri – scrive Malaguti in un’interrogazione in Regione – con pratiche molto crudeli che spesso si possono concludere anche con la morte dei cani stessi». Lav e altre associazioni animaliste hanno in più occasione denunciato «l’efferatezza di tali abbattimenti» e in alcune province come Bologna e Reggio Emilia i ricorsi al Tar hanno bloccato i piani di abbattimen to provinciali «per mancata dimostrazione della impossibilità di controllare la specie con metodi ecologici».

Malaguti chiede quindi alla giunta regionale «come si giudichi il cruento ricorso ai fucili e ai cani dei cacciatori per l’abbattimento delle volpi», di considerare prioritario l’utilizzo di «metodi ecologici per la vaccinazione della rabbia silvestre», di affiancare i cacciatori con un componento della Polizia provinciale e, infine, di intervenire dal punto di vista legislativo.

10 aprile 2013

http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/04/10/news/centinaia-di-volpi-a-rischio-abbattimento-1.6858190

 

Angelina Jolie: Il bimbo e la bestia

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Data di pubblicazione in Tlaxcala: 11/04/2013

Originale: Angelina Jolie: Bimbo and the Beast

Finian Cunningham

 

Angelina Jolie, idolo dello schermo americano è una delle attrici più pagate di sempre, è famosa per il suo look sensuale e per una presenza da femme fatale. E’ una donna pericolosa, l’incarnazione di un vulcano, una minaccia capricciosa. Il che, se ci pensate, assomiglia molto al suo ruolo nella vita reale come inviata speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani. Nel suo ultimo «ruolo da protagonista», si è battuta al fianco del ministro degli Esteri britannico William Hague. La «location» è la Repubblica Democratica del Congo. Entrambi hanno viaggiato per il paese dell’Africa centrale devastato dalla guerra di questa settimana per far luce sui crimini strazianti di stupro contro le donne come conseguenza dei conflitti.

 Questa non è la prima volta che l’improbabile coppia si è unita per questo scopo. In precedenza, l’attrice Angelina Jolie ed il diplomatico più anziano della Gran Bretagna hanno collaborato per ‘attirare l’attenzione pubblica’ sulla violenza contro le donne in Libia, Mali e Siria, tra le altre zone internazionali di guerra.

 Parlando al quotidiano The Guardian, mentre era a bordo di un aereo della RAF per gentile concessione del Sig. Hauge, la star di Hollywood ha detto: «Ci sono state centinaia di migliaia di donne stuprate durante il genocidio ruandese. Ci sono centinaia di migliaia di persone stuprate in Congo. Decine di migliaia di donne stuprate in Bosnia. Dio sa quante persone violentate in Siria».

Alla domanda su cosa voleva ottenere lavorando con il governo britannico per difendere questo appello, la sirena dei film d’azione ha risposto: «La fine dell’impunità».

 A quel punto Angelina Jolie, se avesse davvero capito le cause di questi conflitti e della violenza contro le donne, dovrebbe tendere le braccia a schiaffare in manette il segretario degli Esteri britannico e fare capire dall’arresto di un cittadino (chi è) il principale criminale di guerra.

 In ogni circostanza di guerra che l’attrice ha citato, il governo britannico ha messo lo zampino o alimentando(la) o fomentando(la). William Hague, in particolare, ha sponsorizzato personalmente il terrorismo inglese in Libia, Mali ed in Siria.

 Era il regime britannico di Hague ad aver portato la guerra lampo della NATO in Libia nel corso del 2011 per rovesciare il governo di Muammar Gheddafi. Per sette mesi, i cacciabombardieri Typhoon britannici sono stati impegnati in oltre 10.000 sortite insieme ad altre forze della NATO, per demolire quel paese nordafricano. Più di 50.000 persone sono state uccise durante il bombardamento aereo. Una quantità innumerevole dei sei milioni di cittadini libici sono diventati rifugiati ed ora vivono sotto un regime anarchico di estremisti e di privazione insediato dalla NATO.

 Lo stesso marchio Al Qaeda formato da banditi e tagliagole per cui gli aerei da guerra della NATO hanno spianato la strada per la Libia è armato, addestrato, finanziato e diretto in Siria, dalla Gran Bretagna e dai suoi alleati.

 Come con la Libia, la Gran Bretagna ha assunto un ruolo guida in Siria insieme alla Francia per l’inserimento di una rete del terrore – che i media occidentali chiamano eufemisticamente «ribelli» – per rovesciare il governo sovrano di Bashar Al Assad. Forze speciali britanniche sono da tempo consolidate in campi di addestramento in Giordania da dove gli squadroni graduati della morte possono esercitare il loro mestiere del terrore su tutto il confine con la Siria.

 Fino a cinque milioni di persone sono state sfollate nella violenza scatenata nel corso degli ultimi due anni in Siria dalla Gran Bretagna ed i suoi alleati della NATO, gli Stati Uniti e la Francia, e le loro deleghe, la Turchia e le dittature del Golfo arabo. Fino ad un milione di civili siriani, in fuga dagli squadroni della morte britannici e dalle auto dei bombardieri, ora risiedono in tende lungo i confini con la Turchia, la Giordania, l’Iraq ed il Libano. Lo stupro, naturalmente, è stato usato come arma di terrore dai militanti in Siria per seminare paura e rimuovere il sostegno popolare per il governo di Damasco.

 Nel frattempo, nel paese occidentale del Mali, si sta sviluppando un’altra crisi umanitaria e senza dubbio coinvolgerà ancora di più la violenza contro le donne. La violenza contro donne e bambini è sempre un corollario della guerra. Più di un milione di maliani, su una popolazione totale di 15 milioni, sono fuggiti dal loro paese, molti di loro da quando la Francia ha lanciato la sua guerra neo-coloniale nella data dell’11 Gennaio. In poco più di due mesi, un’altra società si è capovolta ed è stata fregata dalle potenze della NATO. La Francia può aver guidato questa operazione, ma la Gran Bretagna ha fornito la chiave militare, la copertura logistica e politica per la sottomissione dello stato terrorista di questo povero paese africano. Questa settimana, il primo contingente di truppe britanniche è arrivato a Mali- prima delle tanto decantate afro-forze – che smentisce la vera corsa imperialista in corso in Africa occidentale ed altrove in tutto il con tinente.

 Nella Repubblica Democratica del Congo, dove Angelina Jolie e William Hague hanno fatto visita questa settimana, si stima che oltre sei milioni di persone siano state uccise ed altri milioni di sfollati in guerre in corso dal 1990. Il principale contributo al genocidio in particolare nel Congo orientale, sono i gruppi militanti sostenuti dai vicini Ruanda e Uganda. I regimi di entrambi i paesi sono clienti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna …

 L’ avvocato internazionale per crimini di guerra Christopher Black, dice che una delle più grandi storie mai raccontate dei tempi moderni è che il regime genocida che è salito al potere in Ruanda a metà degli anni ’90 lo ha fatto con la complicità determinante degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. I regimi ruandesi ed ugandesi hanno da allora esportato la guerra, la violenza, i crimini e gli stupri sistematici in Congo. Decenni prima di questo egregio episodio, il Congo ricco di minerali è stato lacerato da colpi di stato militari guidati dagli USA, Francia e Belgio, più notoriamente coinvolgono l’assassinio di Patrice Lumumba eletto premier nel 1960. L’Africa è davvero in un caos terribile, ma è così, come risultato diretto di rapaci potenze occidentali capitalistiche che hanno saccheggiato e sfruttato inesorabilmente quel continente.

 Angelina Jolie dovrebbe visitare tutte queste zone di guerra e fare da portavoce per milioni di donne sottoposte a stupri ed altre violenze. Chi siano i veri responsabili degli specifici reati non si sa e probabilmente non saranno mai rintracciati. Ma una cosa è fuor di dubbio. La Gran Bretagna ha svolto un ruolo chiave di istigatrice, alimentando le guerre di questi paesi e di molti altri ancora nel corso dei decenni. La violenza indiscriminata ed il caos sociale portato dalle guerre, generano sempre violenza contro le donne e i bambini.

 Così, in un modo molto palpabile, se la sensuale attrice volesse davvero porre fine all’impunità per gli stupratori in zone di guerra, metterebbe in cima alla lista dei ricercati il ministro degli Esteri britannico William Hague – con i suoi omologhi americani e francesi , John Kerry e Laurent Fabius, e la maggior parte dei loro predecessori.

 Ironia della sorte, forse, Angelina Jolie e suo marito, Brad Pitt, sono tra gli Hollywood A-List, che sono considerati dai media occidentali ambasciatori di varie “buone cause” dell’umanità, la preoccupazione politica ed ambientale. Per i loro milioni di fan in tutto il mondo, la coppia più glamour infonde probabilmente un sentimento buonista, che a sua volta pubblicizza i loro film incassando soldi a palate con miliardi di miliardi di dollari in più per queste assurdamente ricche «stelle». Forse, come individui, queste celebrità hanno buoni intenti. Ma il loro valore di PR, di dare copertura a criminali di guerra non ha prezzo, e sono da condannare comunque come agenti inconsapevoli.

 Come per tante altre cose che Hollywood sputa fuori, come il recente film anti-Iran “Argo” ed altri film che glorificano innumerevoli guerre occidentali ed il terrorismo di Stato, la funzione è quella di propagandare ed ingannare la comprensione del pubblico su una scala di massa – il tutto nel nome della «cultura». Invece di vedere le vere radici e gli autori della guerra e della sofferenza, in particolare connessi alla violenza contro le donne causata dalla guerra, il pubblico finisce per essere condizionato e portato a normalizzare l’anormale, a capovolgere la realtà. Incredibilmente, un criminale di guerra come William Hague si trasforma in un eroe cavalleresco dalla parte dei diritti delle donne, in gran parte grazie alla luce glamour offerta da una celebrità di Hollywood. Questa è una dannata recita pluripremiata. Non c’è da stupirsi che ci sia l’impunità per i furbi criminali.

 Si può facilmente respingere Angelina Jolie come un patetico «bimbo» a cui non vale la pena di pensare due volte. Ma il processo igienizzante che esibisce per il terrorismo di stato inglese, americano e francese, agli occhi di milioni di persone in tutto il mondo, la rende una merce pericolosa. Una femme fatale in effetti …

 Per concessione di ComeDonChisciotte

Fonte: http://www.strategic-culture.org/news/2013/03/31/angelina-jolie-bimbo-and-the-beast.html

Data dell’articolo originale: 31/03/2013

URL dell’articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=9504

 

http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=9504