Le scelte del Potere: Obama perché nero, Thatcher perché donna

di Sebastiano Caputo

Il Potere lavora congiuntamente o separatamente, porta avanti battaglie sotterranee, si lascia scappare alcuni processi storici, crea falsi miti, genera cambiamenti, “epocali” agli occhi delle persone comuni, ma soprattutto riesce ad edificare progetti di una estrema violenza attraverso una strategia morbida, progressiva, silenziosa, spettacolare. Vedi il “fenomeno Obama”. Il Potere è riuscito ad insediare alla Casa Bianca un afro-americano, il primo presidente nero degli Stati Uniti d’America. La sinistra internazionalista e borghese alzò un inno al multiculturalismo e sottolineò – erroneamente – la “vittoria” del modello sociale che negli Usa chiamano “melting-pot”. In realtà il Potere mise ai vertici di Washington un nero con l’unico intento di proseguire la dottrina Bush (il neo-conservatorismo) in maniera ancora più aggressiva al fine di colonizzare definitivamente l’Afr ica ed il Vicino Oriente.

L’imperialismo, con la sua estrema violenza, ha preferito nel 2008 la vittoria di Obama (un nero) contro McCain (un bianco) e nel 2012 la sua riconferma contro Mitt  Romney (anche lui bianco). Di fatto un presidente nero (probabilmente anche con origini musulmane) e non bianco è servito al Potere a far credere all’opinione pubblica che le ultime guerre fossero una serie di operazioni belliche estremamente moderate ed inclini alla pacificazione. Come se Obama fosse un nero “buono” uscito da un branco di neri “cattivi”, da educare, sul modello statunitense. E a distanza di cinque anni così è stato.

Il maggiordomo della Casa Bianca ha ordinato l’aggressione alla Libia, al Mali, alla Costa d’Avorio; ha rafforzato le sanzioni economiche contro l’Iran; si è intromesso nella politica interna siriana; ha appoggiato il fondamentalismo dei Fratelli Musulmani nel Nordafrica; non ha interrotto l’ingerenza statunitense in Afghanistan ed in Iraq, né condannato i raid israeliani su Gaza…senza che l’opinione pubblica abbia alzato i toni contro il “nero di servizio” (perfino lo ha riconfermato nel 2012).

Il Potere ha un’intelligenza sottile. Come dimostrato allo stesso modo con l’ex premier inglese Margaret ThatcherObama perché nero, la Thatcher perché donna. La “Lady di ferro” – non è un caso che l’opinione pubblica la soprannominò in questo modo -, governò a capo dei conservatori e dell’Inghilterra dal 1979 al 1990. In questi undici anni attuò una politica estremamente violenta sia al livello economico-nazionale sia al livello globale. Nel 1981, Margaret Thatcher lasciò che Bobby Sands morisse in carcere a causa della sua protesta portata avanti con lo sciopero della fame, l’anno successivo violò la sovranità nazionale dell’Argentina sulle isole Malvinas in una guerra che fece decine di migliaia di morti, ma soprattutto fu, insieme allo statunitense Ronald Reagan, quella che mise in pratica le politiche neo-liberiste elaborate da Milton Friedman, espo nente della Scuola economica di Chicago.

Già a partire dal 1970, quando divenne Ministro dell’Istruzione sotto il governo conservatore Edward Heath. In quegli anni venne soprannominata “Thatcher, the milk snatcher” (in italiano: Thatcher, la ruba latte), perché la sua riforma fu quella di abolire il latte gratuito nelle scuole per i bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni. Ma l’apogeo neoliberista della “lady di ferro” fu quando nel 1984 piegò i minatori inglesi e i sindacati impegnati nello sciopero più drammatico della storia moderna britannica, quello con cui si opponevano alla chiusura delle miniere di carbone. Proprio da quella vittoria contro i lavoratori iniziò la svolta liberista del suo mandato elettorale in Inghilterra, un modello che ha generato più disparità sociale che ricchezza e che fu mantenuto anche nell’era del New Labour di Tony Blair, fino all’esplosione della crisi economica ancora in corso. Da quella vicenda l’Inghilterra iniziò ad abbandonare l’intera industria pesante e si mise interamente nelle mani della City, un gruppo finanziario che mette in circolazione un capitale-spazzatura oppressivo, predatore, apolide.

Definiva così l’arte della politica: “There is no such thing as society”, non esiste una cosa chiamata società, esistono solo degli individui che si associano. Margaret Thatcher rappresentava tutta la violenza neo-liberale delle privatizzazioni, della disoccupazione di massa, della pauperizzazione della società, della finanziarizzazione dell’economia. Ma era “donna” ed è con questo abito che il Potere ha permesso ancora una volta di mascherare un assassino che lavorava per la City londinese.

fonte: L’Intellettuale Dissidente

http://www.oltrelacoltre.com/?p=16103

 

Le scelte del Potere: Obama perché nero, Thatcher perché donnaultima modifica: 2013-04-10T22:46:00+02:00da davi-luciano
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