BREVI, EFFICACI …UTILI

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FAI IL PRIMO PASSO NELLA FEDE

NON DEVI VEDERE PER FORZA TUTTA LA SCALA
SOLO… FAI IL PRIMO GRADINO


SE LA PACE FOSSE COSI IMPORTANTE
PER I RICCHI
L’AVREMMO DA UN PEZZO…

EPIDEMIA DA PERDITA DI CASA:
LE TASSE SULLA PROPRIETA’ 
AZZOPPANO LE FAMIGLIE

IL DEBITO INSOLVIBILE

E’ LA CHIAVE PER LA 
PRESA DI POTERE GLOBALISTA

SCHIAVI DEL DEBITO! 

NON C’E’ SCAMPO AL SISTEMA ROTHSCHILD:
I PIU’ MORIRANNO NEL DEBITO

TUTTI I LAVORI E L’INDUSTRIA VENGONO
TRASFERITI OLTREMARE
LA CLASSE MEDIA AMERICANA
UNA VOLTA POTENTE
VIENE SISTEMATICAMENTE STERMINATA
APPOSITAMENTE

IL CAPO DELLA CORTE SUPREMA SVEDESE
SPIEGA IL PERCHE’ NON CONSIDERA

JULIAN ASSANGE E
BRADLEY MANNING
DEI CRIMINALI:

“NON DOVREBBE MAI ESSERE UN CRIMINE 
RENDERE NOTO IL CRIMINE DI UNO STATO”

 

 

Ultimo scampolo di governo, ultimo veleno da iniettare

di: Ugo Gaudenzi

direttore@rinascita.eu

Bollettino di guerra. A fine anno, nell’ultimo trimestre del 2012, è stato record assoluto della pressione fiscale in Italia: 52%, con un aumento dell’1,5% rispetto al 2011. La media annuale del prelievo tributario si è attestata al 44%. Le entrate totali dello Stato in rapporto al pil sono dunque state complessivamente del 47,7 per cento rispetto al pil (46,2% nel 2011). E’ l’Istat che ha ieri offerto questo spaccato della nefasta terapia Monti.

E gli italiani, appena così tosati, non debbono certo sperare in un’inversione di tendenza, anzi: già in questo inizio anno i loro Buon Pastori li stanno di nuovo osservando nell’ovile per operare nuovi prelievi di lana, con la scusa della primavera.

E’ incredibile e purtroppo vero.

Vogliamo citare – a futura memoria – le nuove scadenze Imu, Iva (da portare al 22-23% a luglio), Irap o, peggio, Tares? Solo quest’ultima toglie due miliardi in più dalle tasche dei cittadini italiani: dicono che servirà a “salvare le casse dei Comuni”… Ma avrà effetti orribili su tutti noi: brucierà altri due miliardi dei risparmi (se ci sono ancora…) delle famiglie. E lo scandalo nello scandalo è che questi due miliardi equivalgono, guarda caso, alla metà di quello che il perfido duo Monti-Grilli ha versato “a perdere” al Monte dei Paschi di Siena.

Lo ripetiamo: “a perdere”. Come “grazioso regalo di governo”. E non lo diciamo noi, lo scrive e preventiva lo stesso Monti, nel suo “Modello di Klein”: praticamente Mps avrebbe potuto – e Monti, il “Tecnico” lo considera naturale! – vendere direttamente i titoli in suo possesso e non ricevere aiuti pubblici.

Allora la domanda naturale è: “Davvero Monti-Grilli & Co. pensano di togliere altri soldi ai cittadini esausti, agli imprenditori morituri, ai risparmiatori con “risparmi” ormai erosi, ai lavoratori, ai precari, ai cassintegrati ai disoccupati, dopo che con gli scorsi aumenti hanno diminuito il gettito, fatto crollare i consumi e spinto l’Italia in fondo al tunnel della recessione?

E c’è pure una constatazione finale e ineludibile: Monti e Grilli non sono dei “Candido” calati dal cielo. Sono degli economisti di gran peso, infeudati ai centri di potere mondialisti.

Del primo sappiamo tutto, carichi, cariche, cadreghe e affiliazioni. Del secondo è sufficiente sottolineare che negli Anni Novanta era agli ordini di un certo Mario Draghi, allora delegato da Ciampi (e dalla banca d’Inghilterra, sua anfitrione sul Britannia) alla privatizzazione di tutte le aziende pubbliche nazionali, svendute, spezzate o meno, a prezzi di realizzo.

Sono trascorsi venti anni da allora, dai giorni dell’inizio della Grande Rapina, e sembra scoccato un conto alla rovescia per compiere l’estremo atto loro commissionato: iniettare l’ultima dose di veleno letale alla nostra comunità nazionale.

 

(05 Aprile 2013)


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Mastarapasqua – annuncia i suicidi???????? (di ribellione nemmeno l’ombra)

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Mastrapasqua (Inps): se dicessimo ai precari quanto prenderanno di pensione rischieremmo un sommovimento sociale

Giovedì, 7 Ottobre, 2010

 vorrei sottolineare che Romeo Dionisio suicidato a Civitanova AVEVA CONTRATTO UN MUTUO PER PAGARE L’INPS

Tav Torino-Lione ovvero la guerra perduta degli ultimi giapponesi – di Laura Puppato


  1. laura-puppato-presentazione-candidaturaIl vivace confronto ospitato sulle pagine del «Corriere del Veneto» sull’Alta Velocità e le grandi opere che servono veramente al nostro Paese, sta mettendo in luce un aspetto curioso. Da un lato i tecnici, i commissari alle opere e gli industriali spingono per una mobilità alternativa, evitando inutili cantieri faraonici e puntando sul rafforzamento delle tratte esistenti. Oltre a Bortolo Mainardi anche Franco Migliorini, Mauro Fabris e Carlo Crotti, per motivi diversi, sostengono la necessità di un supplemento di riflessione. Dall’altro alcuni politici non sono disponibili a rivedere le proprie idee, prigionieri di scelte del passato che non hanno più il supporto dei numeri, senza rendersi conto di rappresentare gli ultimi giapponesi che su un’isoletta in mezzo all’oceano stanno combattendo una guerra già perduta e finita. Alessandro Naccarato ha cercato di spiegarmi il perché il Pd è a favore della Tav Torino-Lione.

    Peccato che lo abbia fatto senza tener conto del dibattito che – circa la tratta che interesserà il Nordest – anche in Regione Veneto si è aperto da mesi per merito del Partito democratico, senza darsi la pena di verificare i documenti che cita e senza il conforto di un parere tecnico che io, al contrario, possiedo nella figura del prof. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino e dell’ingegner De Andreis dell’Osservatorio istituito nel 2006 da Romano Prodi. Sulla pendenza. Naccarato confonde i per cento con i per mille: le pendenze sono per mille, non per cento. Sul costo del trasporto. Non risulta vero che per le nostre imprese sarebbe del 40% più alto del resto d’Europa per via delle infrastrutture. In Francia la percentuale delle merci su ferrovia è in calo, come del resto in tutta Europa. I dati della Svizzera sono dovuti alla politica tariffaria, non alle infrastrutture. Sui 600.000 camion in meno. A prendere sul serio le previsioni governative si ha un considerevole aumento nel numero dei camion con corrispondente crescita degli incidenti, dell’inquinamento e della congestione, altro che diminuzione. Sul finanziamento. Non risulta che l’Europa abbia approvato la cifra assoluta, visto che su un’unica voce di bilancio gravano una trentina di diversi progetti. Sui posti di lavoro. Le grandi opere sono notoriamente capital intensive, non work intensive. Ma la questione principale è il concetto stesso di Tav. Per le merci la cosiddetta «Alta Velocità» è comunque compresa tra i 140 e i 160 chilometri orari, anche sulle linee veloci. In Francia, come in Giappone e come in Spagna, le merci non viaggiano sulle linee ad alta velocità (né vi viaggeranno in futuro). Sono le linee italiane che in teoria dovrebbero consentire il trasporto misto, anche se fino ad oggi nessun treno merci è mai salito su di una nostra linea ad alta velocità.

    L’esercizio misto è poco sensato perché occorre piazzare sulla stessa linea tipi di treni che viaggiano gli uni a una velocità doppia degli altri con conseguente limitazione della capacità dell’intera linea; vi è inoltre un serio problema di manutenzione visto che i treni passeggeri, leggeri, hanno bisogno di binari in ottimecondizioni e i treni merci, pesanti, producono una forte usura. Un altro equivoco è dovuto al concetto di «corridoio». Non esiste nessun nuovo corridoio est-ovest che richiederebbe di passare a nord delle Alpi: perché esistono già, non sono fatti di linee speciali e sarebbe abbastanza strampalata l’idea di spostarli a sud allungandoli di parecchie centinaia di chilometri. Il flusso a sud delle alpi dovrebbe essere quello dalla penisola iberica verso l’Europa dell’Est il quale, via terra, virtualmente non esiste (al di sotto del 3% del traffico totale attraverso la pianura padana). Peraltro informo Naccarato che il «corridoio» non è più da tempo «Lisbona-Kiev» e non è nemmeno più un corridoio…

    Il Portogallo si è chiamato fuori, mentre la Spagna non progetta di realizzare una nuova linea ma, per conformarsi allo standard europeo nello scartamento, pensa solo di aggiungere una terza rotaia all’interno fra le due esistenti delle linee attuali; in Francia non sono in progetto linee speciali per le merci tra la frontiera spagnola e Lione e dal Gennaio 2012 il Parlamento rifiuta di approvare l’accordo Lione/Torino, la Slovenia non ha intenzione di realizzare il raccordo ferroviario tra Trieste e Divaca che avvantaggerebbe il capoluogo giuliano rispetto a Capodistria. Inoltre Slovenia e Ungheria stanno privilegiando investimenti sulle autostrade e in ogni caso l’Ucraina è fuori. A Paolo Costa voglio dire che noi non stiamo rubando il futuro ai nostri figli, questo è già avvenuto per colpe non nostre, ai giovani oggi non riusciamo a garantire da tempo neppure il presente. Ci sarà un futuro solo se riusciremo a ripartire con verità e buon senso, senza spese folli per opere impattanti o illogiche. Ai miei colleghi politici ripeto che bisogna avere il coraggio di guardare dentro le scelte pubbliche e per questo entro Maggio intendo organizzare un convegno pubblico in Veneto con relatori pro e contro l’Alta Velocità – e le alternative, – come è stata intesa finora. Con i migliori esperti nazionali e internazionali e i commissari con ipotesi diverse e opposte, ascoltando e capendo, alla luce del sole. Per chi non ha davvero preconcetti e non ha paura dei dati e della verità. * Parlamentare del Partito democratico

    Laura Puppato
    04 aprile 2013

I CUCCIOLI – VE LI RICORDATE? NESSUNO E’ ANCORA ANDATO A CASINA…


Ecco a voi nove bellissimi cuccioli di circa 4 mesi, di taglia grande, probabile incrocio maremmano-labrador. Sono 5 maschi e 4 femmine e cercano urgentemente casa.
Attualmente si trovano in provincia di Frosinone, si cedono preferibilmente a Roma ma per una ottima adozione si valuta lo spostamento al centro e nord Italia.
Si richiede disponibilità a pre affido e post affido, firma dei moduli di adozione e impegno alla sterilizzazione.
Per info e adozioni Giuliana (chiamare esclusivamente dalle 20,00 alle 21,00)
333 3355868 giuliana.aclonlus@gmail.com

 

Prelievo forzoso anche in Italia sul modello Cipro? Ipotesi accettabile secondo CEO UniCredit

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Pubblicato il 05 04 2013 alle 14:00 da Federica Agostini

 

La soluzione adottata a Cipro per salvare il sistema bancario dal disastro potrebbe diventare un modello accettabile se condiviso su scala globale.

 Secondo Federico Ghizzoni, CEO UniCredit, la banca più grande d’Italia, un “approccio comune” che tagli sui grandi fondi non assicurati potrebbe diventare il modello per i salvataggi futuri delle banche. Ma non è detto che i correntisti siano d’accordo…

 Il modello di Cipro: questione di interpretazione

Mentre il capo della BCE tenta di spiegare come mai Diesel-Boom (Dijsselbloem) sia stato terribilmente frainteso quando ha detto che l’alterazione sui depositi bancari potrebbe diventare il modello per i futuri schemi di risoluzione della Banca Centrale Europea, l’amministratore delegato della banca più grande d’Italia sembra non aver colto.

 Come riportato da Bloomberg, secondo Federico Ghizzoni (UniCredit): “i depositi non assicurati potrebbero essere utilizzati in futuro per le banche in fallimento, laddove i regolatori si accordino su un approccio comune“.

 In alternativa, poiché la storia di Cipro ci ha insegnato che l’Europa non avrà mai un approccio comune su qualsiasi cosa, basterà utilizzare i depositi come passività riducibili una volta che arrivi il giorno dei crediti ipotecari in sofferenza e le autorità saranno costrette a tornare alla realtà, esattamente come è successo a Cipro.

 Si può solo sperare che i depositi non assicurati non rappresentino una parte consistente del bilancio della banca in questione, perché come ha detto il CEO loro saranno i prossimi quando il rischio torni ad abbattersi sulla zona Euro con la sua vendetta. Tanto più che Mario Draghi è stato molto diretto nel dire che “non c’è nessun Piano B”.

 Mercoledì Ghizzoni ha detto alla stampa:

 “Tagliare sui grandi depositi delle banche in fallimento, assieme ad altre passività come i bond, per compensare le perdite è accettabile fintanto che ipiccoli depositanti ed i fondi dei risparmiatori vengano protetti.”

 L’Unione Europea deve introdurre misure identiche in tutti gli Stati e idealmente tali norme dovrebbero essere coordinate a livello globale, ha poi aggiunto il CEO UniCredit.

 Haircut: ecco come potrebbe essere accettabile

Infatti, secondo l’italiano, l’indebolimento dei depositi sarebbe applicabile “se tutti lo facessero”; in altre parole, non sarebbe un disastro se lo schema utilizzato per Cipro diventasse il modello, come avanzato dal ministro delle finanze olandese.

 Includere i depositi “sarebbe accettabile se divenisse una soluzione Europea” ha detto Ghizzoni (57 anni). “Ciò che non possiamo accettare è la distinzione tra paese e paese della stessa area. Io suggerirei di prendere questa decisione non soltanto in Europa, ma nel contesto della Commissione di Basilea dove tutti i paesi sono rappresentati. Altrimenti ciò aprirebbe la strada all’arbitraggio sul mercato.”

 Ghizzoni ritiene che i depositi dovrebbero essere presi in considerazione laddove i bond non siano sufficienti, e quelli al di sotto del livello garantito dei 100 mila Euro dovrebbero essere considerati “off-limits”. Pur preferendo di non doverli toccare in nessuna maniera, includere i depositi in un piano globale sarebbe una soluzione accettabile ha detto il CEO.

 “La questione dei depositi -ha poi aggiunto Ghizzoni- è molto sensibile e diventerà parte delle trattative degli strumenti per il salvataggio legato ai piani di risoluzione delle banche. Spero che sarà affrontata con cautela e con la massima trasparenza”.

 Lotta ai paradisi fiscali?

La questione ha perfettamente senso: dove andranno quei cattivi oligarchi evasori delle tasse, una volta che tutti nel mondo sono d’accordo sul fatto che i depositi non assicurati non sono più così sicuri?

Singapore? Isole Cayman? Lichtenstein? Svizzera?

 È ovvio: esistono paradisi fiscali dove il settore bancario non è insolvente e i ricchi hanno sempre il modo di scoprire dove si trovano questi posti. Ricordiamo: l’Italia non ha un sistema di controllo sui capitali che prevenga la fuga dei depositi, almeno non ancora.

 Ma tutto ciò implica anche che per una banca come UniCredit che possiede circa 1000 miliardi in asset, il lato delle passività sui bilanci diventerà sempre più piccolo, forzando l’istituto a riaggiustare i conti, ad esempio pompando maggiori capitali per compensare la perdita della passività dei fondi non assicurati. Ci si potrebbe domandare come tutto questo possa accadere quando nessuna banca Europea ha realizzato profitti reali negli ultimi anni, come per la raccolta di capitali di rischio…dimenticatelo.

 Depositi e bilanci: qual è il rapporto?

Più importante, come dimostrato dal grafico in basso, sembra che i depositi siano lafonte principale dei finanziamenti della grande banca italiana. Forse, tentare di spianarli non è l’idea più brillante, specie se UniCredit pianifica di “risolvere” un giorno i crediti ipotecari in sofferenza (15% degli asset totali? 20%? 25%? 30%?) ed è costretta ad “indebolire” le passività dai minori a tutti i tipi di depositi (e superiori).

 La conclusione di Ghizzoni è estremamente disperata: dissipare eventuali timori che lo spettro MPS dei deflussi di capitale possa trasferirsi su UniCredit:

 Ghizzoni ha detto di essere “preoccupato” per la reazione dei suoi clienti alle misure introdotte per il salvataggio di Cipro ed ha chiesto che il controllo sui flussi di capitale fosse applicato a tutti e 22 i paesi Europei, a partire da Italia, Germania e Austria, passando per la Russia e la Turchia, dove la banca con sede operativa a Milano opera mediante filiali. I controlli non hanno rilevato perdite sui depositi, ha poi detto.

 “Davvero, eravamo preoccupati ed abbiamo iniziato a monitorare giornalmente il flusso di depositi nei diversi paesi. Forse la deluderò, ma la verità è che sino ad oggi non abbiamo rilevato alcuna reazione da parte dei nostri clienti” ha detto Ghizzoni alla stampa.

 Forse il CEO UniCredit dovrà riesaminare la questione nel giro di qualche giorno, una volta che i clienti della banca siano pienamente consapevoli che il suo amministratore delegato sia felice di sacrificarli in nome della vitalità della propria banca.

 Forse, a quel punto, la reazione dei clienti sarà leggermente diversa…

 Traduzione a cura di Federica Agostini

 Fonte: ZeroHedge

BANKITALIA SPA LEGALIZZA I TASSI USURAI E NOI LI AD ASPETTARE !!!!

eh ma che volete che la banca centrale perda la propria indipendenza per tornare sotto il controllo del parlamento ossia dei cittadini? Roba da….Orban

 Dopo aver denunciato la truffa della proprietà monetaria con Marco della Luna in “Euroschiavi” nel 2006, dopo aver descritto la truffa della rarefazione monetaria pilotata in “Euflazione” nel 2009, nel 2011 ho iniziato a dedicarmi in qualità di presidente della FedercontribuentiFVG a valutare per i nostri associati i tassi d’interesse applicati dagli Istituti di credito.

 Incredibile ma vero, quasi tutti i conti correnti ed i mutui erano, e tuttora lo sono, usurari, e quando il conto è usurario è accompagnato sempre dal reato di riciclaggio e spesso del reato di estorsione.

 Quando un istituto di credito fa’ usura, la legge parla di Usura aggravata e raddoppia la pena fino ai 10 ani di galera, mentre il popolo la chiama usura bianca, per differenziarla dalla usura nera che si faceva per strada con la lupara, tanti anni fa. Mafia nera e mafia bianca.

 Ora la lupara si chiama Tasso d’interesse, si chiama Equitalia, si chiama Monti.

 Ora la mafia si chiama Monte dei Paschi di Siena, Banca d’Italia, BCE, Draghi, Barroso, Merkel, Fondo salvastati, Fondo monetario Internazionale.

 Quando rilevavamo l’usura, depositavamo denuncia-querela alla Procura (è obbligatorio, l’Usura è un atto perseguito d’ufficio); il P.M. interpellava la Guardia di Finanza che stilava puntualmente una perizia che finora ha sempre confermato l’Usura e identificato i colpevoli confermando il dolo; poi il P.M. chiedeva l’archiviazione con nostro immenso stupore, e infine noi facevamo ricorso al GIP sperando che la causa non venisse archiviata. E in tanto ci mettevamo in attesa, e siamo ancora che aspettiamo; siamo in Italia.

 Mai che un direttore di filiale venga condannato per usura aggravata; è sempre colpa del computer che si potrebbe anche mettere in galera, ma con poca soddisfazione dei milioni di vittime d’usura che ci vorrebbero vedere i vertici di Bankitalia che invece di fare da garante stà a guardare.

 Anzi, manda in giro circolari che invitano all’errore, creando così l’alibi al povero direttore di filiale che tranquillamente ti applica il 300% (dati reali) di interesse senza finire dentro.

 Almeno Fantozzi dopo la terza promozione a direttore megagalattico finiva dentro; da noi no, i vari Passera, Befera etc prendono stipendi da paura e stan li felici e contenti continuando a incassare per se stessi e per il padrone. Bau bau.

 Ma quello di cui vorrei parlare qui è un altro argomento: il dubbio che mi è venuto riguardo ai misteriosi criteri che vengono seguiti per stabilire i tassi soglia, ovvero il limite dei tassi che i banchieri possono applicare per non beccarsi dai 2 ai 10 anni di galera. Perché tale tasso cambia ogni 3 mesi? Con che criterio? E quando cambia, chi ne trae vantaggio?

 L’idea che ci siamo fatti in questi due anni di analisi dei conti bancari è che il tasso soglia viene tenuto il più alto possibile per mungere i clienti senza farli saltare subito, ovvero di “garrotarli” al più lungo possibile per poi farli morire come dei topi di fogna quando ormai non hanno più nulla da dare. Nulla di virtuoso nelle decisioni del Gotha della finanza, dei vari Draghi, Trichet o chi altro di invisibile che siede ai vertici: mera criminale speculazione alle spalle del cittadino che non sa, e crede che chi decide di volta in volta i tassi lo faccia per onorare dei misteriosi ma certamente virtuosi calcoli matematici che obbligano a prendere decisioni “dure ma sane per il futuro dell’economia”.

 Perchè la logica vorrebbe invece che i soldi vengono imprestati al tasso più vantaggioso per il cittadino, ovvero al dallo zero al

Comincia la passeggiata degli sciacalli

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Lo sciacallo Laura Boldrini alias Maria Teresa di Calcutta de noantri

Lo sa  che il capo del suo governo dice che non ci suicidiamo abbastanza quanto in Grecia e che quindi non ci dobbiamo lamentare?

Lo sa che il suo “compagno” Gennaro Carotenuto dice che collegare i suicidi alla crisi è una forzatura?

Lo sa che il suo compagno di partito tal Bersani considera EVASORI il 50% di italiani che dichiara ai fini Irpef sotto i 15 mila euro annui?

Quanto poteva dichiarare quel nucleo familiare di Civitanova con soli 500 euro mensili? Informi il suo capo partito che la disoccupazione e la precarietà non rendono tanto. Dovrebbe provarlo in prima persona, il miliardario Bersani che si adopera per salvare la banca del suo partito CON SOLDI PUBBLICI.

Cosa ha da dire in merito alle nuove tasse, ormai a dei livelli di veri e propri pignoramenti perché lo vuole la sua amata EUROPA????? Quanti suicidi vuole la troika????

Comodo andare a trovare i morti. Che ne dice delle famiglie attualmente minacciate di sfratto? Intende provvedere ad una sistemazione per loro? E di quelle GIA’ sfrattate? Quante sono, come e dove vivono, se non si sono suicidate. I giornalisti non se ne occupano ovviamente, preferiscono inseguire i grillini per controllare se buttano una cartaccia per terra. Cosa dice alle persone che per INDIGENZA pensano alla soluzione estrema? Che dilazionerà loro la rata della Tares?

Ultima domanda: ci chiarisca a cosa servono i servizi sociali se non ad alimentare posti clientelari. A proposito, quanti sono in Italia? Che fanno dalla mattina alla mattina (non sera) dato che non possono risolvere alcun problema che sia uno?

Barbara

Tre morti suicidi, Boldrini a Civitanova

Tragedia scuote l’Italia, tanti i messaggi di cordoglio

05 aprile (ANSA) – CIVITANOVA MARCHE (MACERATA), 5 APR – Grande cordoglio nel Paese per il triplice suicidio di Civitanova Marche. Tra le tante voci quella autorevole di Laura Boldrini, che domani sara’ a Civitanova: ”E’ una notizia sconvolgente, il segno della disperazione e della solitudine in cui la crisi puo’ far sprofondare le persone”. Per il governatore Gian Mario Spacca, ”Di fronte a vicende simili, che purtroppo si ripetono in tutto il Paese, non possiamo non sentirci tutti chiamati alla responsabilita”’.

Ansa

Prato

Una donna si è spogliata e si è buttata dal ponte. Gli agenti si sono tuffati e l’hanno riportata a riva

05/04/2013

Una donna ha tentato di togliersi la vita oggi nel primo pomeriggio a Prato gettandosi nel Bisenzio. Il fatto è avvenuto all’altezza del ponte di Santa Lucia.

La signora, 51 anni, è stata salvata dall’intervento degli agenti della polizia.

A quanto pare la donna, raggiunto il ponte si è spogliata e si è fatta cadere. Il tutto sotto gli occhi di decine di testimoni che hanno chiamato la polizia.

Arrivati sul posto gli agenti delle volanti si sono gettati e l’hanno riportata a riva.

Un intervento coraggioso visto che il Bisenzio non è in piena, ma è comunque molto grosso e in quel punto c’è molta corrente.

La donna è stata soccorsa da un’ambulanza e portata in ospedale. Mentre i poliziotti, a cui è andato il plauso dei presenti e dei cittadini, hanno ricevuto alcuni asciugamani dai residenti.

Go news

Suicidio metrò Udine: linea verde ancora bloccata

Nessuno si è accorto dell’uomo a terra sui binari, che è stato travolto e dilaniato da un convoglio

Redazione 5 aprile 2013

Linea verde, stazione di Udine

Il cadavere di un uomo dall’apparente età di 55 anni, con le terribili ferite inferte dall’investimento di un convoglio, è stato trovato nella mattina di venerdì 5 aprile in una stazione della metropolitana, a Udine. La circolazione, nel primo pomeriggio, è ancora bloccata tra le stazioni di Cimiano e Udine della Linea 2, la verde. 

Secondo una prima ricostruzione della Polmetro, chiamata dagli addetti della metropolitana che hanno visto il corpo sui binari, l’uomo sarebbe stato travolto senza che nessuno se ne accorgesse, tanto che si stanno visionando i filmati per capire con esattezza quando sia accaduto l’incidente e se l’uomo si sia suicidato o magari sia caduto sui binari per qualche altro motivo.

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Le sue generalità al momento non son o state rese note.

Milano Today

La moglie ha evitato il peggio ma non ha potuto evitare la caduta da due metri

05/04/2013 

Ha minacciato di suicidarsi, venendo fermato dalla moglie che però non è riuscita ad evitare una caduta dell’uomo da un’altezza di due metri. E’ accaduto stamani in occasione della notifica dello sfratto di una coppia di coniugi, Claudia Bindi e Amhet Bachir Diakhate, che da tempo vive nella casa dei custodi del Castello di Triana, nel comune di Roccalbegna.

L’uomo è finito in ospedale venedo poi dimesso: secondo quanto appreso nella caduta avrebbe riportato alcune escoriazioni. La stessa Bindi ha anche minacciato di incatenarsi per evitare l’esecuzione del provvedimento che, annuncia, “impugneremo con il nostro avvocato Guarino di Bari perché non vogliamo lasciare questo posto”.

La coppia gestisce un museo realizzato all’interno del maniero medievale appartenuto alla signoria senese dei conti Piccolomini, oggi di proprietà della società Pie disposizioni.

“Ci siamo sempre battuti contro lo stato di abbandono del castello – spiega Bindi -. Abbiamo investito tanti soldi realizzando una galleria museale con oggetti di gran valore appartenenti al territorio e alla famiglia Piccolomini. E adesso ci buttano fuori”.

Oggi, al momento della notifica dello sfratto, il marito della donna sembra fosse già salito sul davanzale quando è stato fermato dalla moglie che non ha comunque evitato la caduta da un’altezza di due metri.

Fonte: ANSA

Go news

 http://dadietroilsipario.blogspot.it/2013/04/lo-sciacallo-laura-boldrini-alias-maria.html