Pubblicato il 05 04 2013 alle 14:00 da Federica Agostini
La soluzione adottata a Cipro per salvare il sistema bancario dal disastro potrebbe diventare un modello accettabile se condiviso su scala globale.
Secondo Federico Ghizzoni, CEO UniCredit, la banca più grande d’Italia, un “approccio comune” che tagli sui grandi fondi non assicurati potrebbe diventare il modello per i salvataggi futuri delle banche. Ma non è detto che i correntisti siano d’accordo…
Il modello di Cipro: questione di interpretazione
Mentre il capo della BCE tenta di spiegare come mai Diesel-Boom (Dijsselbloem) sia stato terribilmente frainteso quando ha detto che l’alterazione sui depositi bancari potrebbe diventare il modello per i futuri schemi di risoluzione della Banca Centrale Europea, l’amministratore delegato della banca più grande d’Italia sembra non aver colto.
Come riportato da Bloomberg, secondo Federico Ghizzoni (UniCredit): “i depositi non assicurati potrebbero essere utilizzati in futuro per le banche in fallimento, laddove i regolatori si accordino su un approccio comune“.
In alternativa, poiché la storia di Cipro ci ha insegnato che l’Europa non avrà mai un approccio comune su qualsiasi cosa, basterà utilizzare i depositi come passività riducibili una volta che arrivi il giorno dei crediti ipotecari in sofferenza e le autorità saranno costrette a tornare alla realtà, esattamente come è successo a Cipro.
Si può solo sperare che i depositi non assicurati non rappresentino una parte consistente del bilancio della banca in questione, perché come ha detto il CEO loro saranno i prossimi quando il rischio torni ad abbattersi sulla zona Euro con la sua vendetta. Tanto più che Mario Draghi è stato molto diretto nel dire che “non c’è nessun Piano B”.
Mercoledì Ghizzoni ha detto alla stampa:
“Tagliare sui grandi depositi delle banche in fallimento, assieme ad altre passività come i bond, per compensare le perdite è accettabile fintanto che ipiccoli depositanti ed i fondi dei risparmiatori vengano protetti.”
L’Unione Europea deve introdurre misure identiche in tutti gli Stati e idealmente tali norme dovrebbero essere coordinate a livello globale, ha poi aggiunto il CEO UniCredit.
Haircut: ecco come potrebbe essere accettabile
Infatti, secondo l’italiano, l’indebolimento dei depositi sarebbe applicabile “se tutti lo facessero”; in altre parole, non sarebbe un disastro se lo schema utilizzato per Cipro diventasse il modello, come avanzato dal ministro delle finanze olandese.
Includere i depositi “sarebbe accettabile se divenisse una soluzione Europea” ha detto Ghizzoni (57 anni). “Ciò che non possiamo accettare è la distinzione tra paese e paese della stessa area. Io suggerirei di prendere questa decisione non soltanto in Europa, ma nel contesto della Commissione di Basilea dove tutti i paesi sono rappresentati. Altrimenti ciò aprirebbe la strada all’arbitraggio sul mercato.”
Ghizzoni ritiene che i depositi dovrebbero essere presi in considerazione laddove i bond non siano sufficienti, e quelli al di sotto del livello garantito dei 100 mila Euro dovrebbero essere considerati “off-limits”. Pur preferendo di non doverli toccare in nessuna maniera, includere i depositi in un piano globale sarebbe una soluzione accettabile ha detto il CEO.
“La questione dei depositi -ha poi aggiunto Ghizzoni- è molto sensibile e diventerà parte delle trattative degli strumenti per il salvataggio legato ai piani di risoluzione delle banche. Spero che sarà affrontata con cautela e con la massima trasparenza”.
Lotta ai paradisi fiscali?
La questione ha perfettamente senso: dove andranno quei cattivi oligarchi evasori delle tasse, una volta che tutti nel mondo sono d’accordo sul fatto che i depositi non assicurati non sono più così sicuri?
Singapore? Isole Cayman? Lichtenstein? Svizzera?
È ovvio: esistono paradisi fiscali dove il settore bancario non è insolvente e i ricchi hanno sempre il modo di scoprire dove si trovano questi posti. Ricordiamo: l’Italia non ha un sistema di controllo sui capitali che prevenga la fuga dei depositi, almeno non ancora.
Ma tutto ciò implica anche che per una banca come UniCredit che possiede circa 1000 miliardi in asset, il lato delle passività sui bilanci diventerà sempre più piccolo, forzando l’istituto a riaggiustare i conti, ad esempio pompando maggiori capitali per compensare la perdita della passività dei fondi non assicurati. Ci si potrebbe domandare come tutto questo possa accadere quando nessuna banca Europea ha realizzato profitti reali negli ultimi anni, come per la raccolta di capitali di rischio…dimenticatelo.
Depositi e bilanci: qual è il rapporto?
Più importante, come dimostrato dal grafico in basso, sembra che i depositi siano lafonte principale dei finanziamenti della grande banca italiana. Forse, tentare di spianarli non è l’idea più brillante, specie se UniCredit pianifica di “risolvere” un giorno i crediti ipotecari in sofferenza (15% degli asset totali? 20%? 25%? 30%?) ed è costretta ad “indebolire” le passività dai minori a tutti i tipi di depositi (e superiori).
La conclusione di Ghizzoni è estremamente disperata: dissipare eventuali timori che lo spettro MPS dei deflussi di capitale possa trasferirsi su UniCredit:
Ghizzoni ha detto di essere “preoccupato” per la reazione dei suoi clienti alle misure introdotte per il salvataggio di Cipro ed ha chiesto che il controllo sui flussi di capitale fosse applicato a tutti e 22 i paesi Europei, a partire da Italia, Germania e Austria, passando per la Russia e la Turchia, dove la banca con sede operativa a Milano opera mediante filiali. I controlli non hanno rilevato perdite sui depositi, ha poi detto.
“Davvero, eravamo preoccupati ed abbiamo iniziato a monitorare giornalmente il flusso di depositi nei diversi paesi. Forse la deluderò, ma la verità è che sino ad oggi non abbiamo rilevato alcuna reazione da parte dei nostri clienti” ha detto Ghizzoni alla stampa.
Forse il CEO UniCredit dovrà riesaminare la questione nel giro di qualche giorno, una volta che i clienti della banca siano pienamente consapevoli che il suo amministratore delegato sia felice di sacrificarli in nome della vitalità della propria banca.
Forse, a quel punto, la reazione dei clienti sarà leggermente diversa…
Traduzione a cura di Federica Agostini
Fonte: ZeroHedge