Manovre Usa per conquistare Caracas

Capriles Radonski sarebbe in pericolo, i suoi “amici” ispiratori di numerosi golpe in America Latina sono pronti a sacrificarlo per mettere le mani sul Venezuela 

Alessia Lai

I sottosegretari di Stato Usa per gli Affari dell’Emisfero Occidentale hanno storicamente un rapporto poco amichevole con il Venezuela e l’America Latina in generale. Sabato, la sottosegretaria Roberta Jacobson entrata in carica giusto un anno fa, ha espresso il suo appoggio al candidato dell’opposizione venezuelana del Mud, Henrique Capriles Radonsky (foto), in vista delle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo aprile. In una intervista concessa a una agenzia spagnola, la Jacobson ha affermato che “Capriles potrebbe essere un presidente molto buono” e che spera che le elezioni in Venezuela “siano limpide e trasparenti. Sarà difficile, ma questo è quel che i venezuelani e la comunità internazionale devono appoggiare”. Come al solito da Washington, quando non arrivano accuse dirette e pesanti si batte sul tasto dei brogli, ventilando elezioni poco trasparenti. Si scordano che lo stesso ex presidente Usa Carter ha sempre affermato che in Venezuela si tengono elezioni corrette. Meno corretto e trasparente è invece proprio il principale candidato che sfiderà Nicolás Maduro alla presidenza, il rivale che ad ottobre venne già sconfitto dal presidente Chávez, Henrique Capriles Radonski. Giorni fa il presidente incaricato Maduro ha affermato che Capriles “si sta muovendo per trovare l’appoggio finanziario e politico dei boss dell’opposizione” e incontra “bande mafiose dirette da Roger Noriega e Otto Reich (…) tutti membri dello schieramento repubblicano che fanno il lavoro sporco dell’imperialismo nordamericano in America Latina”. Persone delle quali lo stesso Capriles non dovrebbe fidarsi, visto che sembra esserci un piano orchestrato proprio da i due ex sottosegretari di Stato Usa per gli Affari dell’Emisfero Occidentale per creare il caos in Venezuela assassinando il candidato della destra. “Faccio un appello al presidente Barack Obama, al governo degli Stati Uniti – ha affermato Maduro in una intervista – Roger Noriega, Otto Reich, funzionari del Pentagono e della Cia sono dietro a un piano per assassinare il candidato presidenziale della destra per creare il caos in Venezuela”. Il presidente incaricato ha assicurato di avere “informazioni provenienti da fonti molto attendibili” che questi piani hanno per obiettivo “dare la colpa al governo bolivariano e creare il caos”. Sono notizie che purtroppo non stupiscono, parliamo di due personaggi il cui curriculum fa tremare i polsi. Róger Noriega, che lavora per l’Usaid (United States Agency for International Development), è dietro ai golpe contro Jean Aristide ad Haití, e contro lo stesso Hugo Chávez nell’aprile 2002; protettore del terrorista Luis Posada Carriles e lobbista del governo che ha destituito Manuel Zelaya in Honduras. Nello scorso ottobre, nella sua velenosa e stizzita reazione alla vittoria di Hugo Chávez contro Capriles, affermava con un’arroganza senza pari che quello venezuelano era “un governo il cui congresso e l’esercito sono condotti da famosi narcotrafficanti” e che non poteva “essere legittimato da alcuna elezione”. Accanto a tanto odio, poi, quelle che forse non erano solo speranze ma certezze dovute a un ruolo attivo nella vicenda, e cioè che il presidente Chávez stesse “perdendo la sua battaglia contro il cancro”. Noriega è stato accontentato, forse perché, come dice Maduro, quel tumore era stato in qualche modo provocato? Non lo potremo sapere, almeno per ora. Come lui anche Otto Reich, unito a Noriega dalla successione all’incarico di assistente segretario di Stato per l’emisfero occidentale, entrambi sotto la presidenza di Bush Junior, è una vecchia conoscenza di Caracas: pochi giorni dopo il tentativo di colpo di Stato del 2002, The New York Times scriveva Reich – un attivo sostenitore dei “contras” in Nicaragua, uomo nero della politica estera Usa in America latina, condannato per traffico di armi – aveva diretto dal suo ufficio nella Cancelleria i leader golpisti venezuelani. L’Observer di Londra era stato ancora più esplicito. Nei mesi precedenti alla tentata destituzione di Chávez, gli aspiranti golpisti venezuelani, e lo stesso Pedro Carmona, che per breve tempo prese il posto di Chávez, vennero ricevuti – scriveva l’Observer – più volte a Washington da Reich. La stessa cosa, oggi, i due la starebbero facendo con Capriles. Ma ora sarebbero disposti a sacrificare il “loro” candidato per riuscire a rimettere le mani sul Venezuela. 

19 Marzo 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19746

Manovre Usa per conquistare Caracasultima modifica: 2013-03-19T15:22:00+01:00da davi-luciano
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