FISCAL COMPACT: L’ITALIA HA APPROVATO LA CAMICIA DI FORZA IMPOSTA DALLE CLEPTOCRAZIE EUROPE, AL CONTRARIO DELLA GE RMANIA, CHE LO HA BOCCIATO

 ADUSBEF

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                                                                                                          COMUNICATO STAMPA

FISCAL COMPACT: L’ITALIA HA APPROVATO LA CAMICIA DI FORZA IMPOSTA DALLE CLEPTOCRAZIE EUROPE, AL CONTRARIO DELLA GERMANIA, CHE LO HA BOCCIATO. MES (MOSTRO DI LOCHMES) E FISCAL COMPACT SUICIDIO ECONOMICO NAZIONI.

    Il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) denominato ‘mostro di LochMes’ che costa all’Italia 125,4 miliardi di euro in 5 anni e la camicia di forza del Fiscal Compact, entrambi imposti dalle tecnocrazie europee e dalla Germania, rappresentano in una fase di recessione e di grave e prolungata crisi economica, il suicidio politico delle nazioni per le forti restrizioni a spesa pubblica, austerità e rigore di bilancio col conseguente blocco al volano dello sviluppo.  Il parlam ento italiano come richiesto dal Governo Monti, ha approvato la scorsa estate quasi all’unanimità, il diktat europeo imposto dalla Germania, che oggi registra un arresto, uno schiaffo in pieno viso alle devastanti politiche europee di Angela Merkel : “Deutscher Bundesrat stoppt Fiskalpakt”.    ll Bundesrat tedesco infatti, la Camera dei Laender, ha bloccato il Fiscal Compact, tramite il voto dell’opposizione rosso-verde, che detiene la maggioranza. Le regioni chiedono di ridiscutere il provvedimento voluto da Angela Merkel; in Commissione di mediazione, le due Camere saranno costrette a trovare un accordo. In cambio dell’austerità e del definitivo soffocamento delle politiche economiche imposte dal Fiscal Compact, i Laender vogliono ottenere 3,5 miliardi di euro fra il 2014 e il 2019.   L’ossessiva politica del rigore perde un tassello decisivo: fino alle prossime elezioni, la Germania non entrerà nel Fiscal Compact, a differenza dell’Italia, che ha approvato senza fiatare l’imposizione delle cancellerie europee, Germania in primis, ad un rigore di bilancio incompatibile con la recessione economica e con la prolungata crisi sistemica, che impedisce la ripresa ed uccide i consumi.   Se non si ridiscutono in Europa gli impegni assunti con Mes e Fiscal Compact, che non potranno essere onorati nonostante le politiche economiche di rigore imposte ai cittadini, oltre a non superare la crisi, si continua a gettare benzina sul fuoco delle proteste che covano sotto la cenere, civilmente raccolte in Italia alle scorse elezioni dal M5S, vere e proprie rivolte sociali degli onesti, contro le tecnocrazie e le cleptocrazie europee, che hanno ucciso stato sociale, tenore di vita, potere di acquisto ed umiliato la dignità stessa delle famiglie e dei consumatori.

 

06/03/2013

Documento n.8728

 



http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=8728&T=P

Bersani: «Grillo non evochi la violenza la legalità serve all’economia dell’Italia»

Poi dicono che Grillo sia il comico. Bersani che da dell’incappucciato, lui, un massone. E di che si preoccupa poi? Draghi ha detto che c’è il pilota automatico no?

A Gargamella, non tradurre le interviste del Time con google translator…

 

07-03-2013 sezione: PRIMOPIANO

Bersani: «Grillo non evochi la violenza 

la legalità serve all’economia dell’Italia»

Lotta alla corruzione e falso in bilancio, il segretario Pd presenta i primi degli otto punti del programma per un governo di minoranza

ROMA – «La nostra proposta non è una pretesa, tantomeno la mia, ma è un dovere. Dobbiamo dire attraverso quale via si possa arrivare alla governabilità e avviare la legislatura. Responsabilità è cambiamento», dice Pier Luigi Bersani presentando le proposte sulla corruzione e sul falso in bilancio nel pacchetto per un governo di minoranza.

 

Al M5S. «Grillo non vuole diplomazia né scambi di sedie, io meno di lui. Bisogna dare risposte serie e non incappucciate davanti al Paese». Così Pier Luigi Bersani sui ripetuti rifiuti del leader M5S per un’intesa di governo. «Non si deve evocare la violenza, bisogna avere senso di responsabilità», ha aggiunto, rispondendo alle parole di Grillo. «È sempre molto difficile – ha aggiunto – dire chi spegne micce e chi le accende, posso solo dire che c’è un’enorme tensione in questo Paese e ci vorrebbe grande senso di responsabilità, dare risposte serie, perchè questo Paese può morire. Io riconosco questo risultato, loro dicano cosa vogliono. Non c’è spazio per scherzare».

 

La legalità. «Non è vero che con l’onestà non si mangia. Si mangia e si beve», aggiunge Bersani, presentando il primo degli otto punti di governo del Pd, quello dedicato alle norme per la lotta alla corruzione e il falso in bilancio, tradotto in un Ddl su «concussione, corruzione, traffico di influenze illecite, autoriciclaggio e falso in bilancio, scambio elettorale» illustrato da Piero Grasso e Andrea Orlando. «La corruzione e il falso in bilancio sono norme che non riguardano solo il grado di civismo di un Paese ma anche l’economia. Non è possibile che l’Italia sia al 72esimo posto nella classifica della legalità», ha spiegato ancora Bersani. Il Ddl del Partito democratico prevede sanzioni più severe e anche un sistema di pene alternative alla detenzione e misure per la deflazione del processo penale. 

 

Renzi. «Il problema è l’abbrivio, se avviene sono più fiducioso di Renzi sulla durata di questo governo perché l’esigenza di cambiamento è conclamata», replica poi al sindaco di Firenze su un’eventuale durata della legislatura. 

 

«Il richiamo di Squinzi è assolutamente da sottolineare. Bisogna tenere gli occhi fissi su questo drammatico passaggio perchè il Paese è in crisi profonda; non se ne parla, ma la recessione è drammatica e l’andamento dell’economia reale è preoccupante», aggiunge Bersani, analizzando la situazione economica.

 

Legge elettorale. «Dopo le analisi della Direzione di ieri entriamo con tutti e due i piedi nella realtà del momento. La situazione non è più elettorale ma parlamentare e il Pd ha quasi il doppio dei parlamentari della destra e quasi il triplo di Grillo. In altri sistemi elettorali ci sarebbe la governabilità ma nel nostro balordo sistema elettorale questo non è consentito», ha aggiunto Bersani.

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/bersani_situazione_drammatica_nostra_proposta_dovere_pretesa/notizie/256628.shtml#

Terzi da Londra: l’Italia sosterrà anche lo Yemen

7 mar – Quello dell’Italia e’ ”un impegno di primissimo piano” nel sostegno al processo per la stabilita’ nello Yemen. Lo ha detto il ministro degli Esteri Giulio Terzi, a margine della riunione ‘Amici dello Yemen’ oggi a Londra.

 Il titolare della Farnesina ha quindi sottolineato come proprio la riunione di oggi, la quinta del genere, sia il risultato di ”una iniziativa partita dall’Italia tre anni fa” e ha ribadito che la situazione nello Yemen ha una rilevanza altissima ”per la sicurezza della Regione ma anche per la sicurezza globale”.

Terzi ha poi spiegato che nel coinvolgimento italiano esistono alcuni aspetti specifici anche sul piano bilaterale, in particolare in tema di sicurezza marittima e per la lotta alla pirateria.

Terzi è a Londra per prendere parte alla riunione degli ‘Amici dello Yemen’ che riunisce nella capitale britannica i rappresentanti di 31 paesi, tra cui Germania e Turchia, e 8 organizzazioni internazionali impegnati nel promuovere la stabilizzazione dello Yemen. Sul tavolo di Lancaster House, la sede del Foreign Office che ospita l’incontro, ci sono i dossier cruciali per il futuro del paese arabo: dal consolidamento delle istituzioni, all’avvio del dialogo nazionale, allo scenario di sicurezza marittima e nel territorio.

Il titolare della Farnesina ha in questi mesi a più riprese sottolineato, nei molti incontri bilaterali con colleghi arabi e occidentali, la necessità di compiere ogni possibile sforzo per incoraggiare il processo di transizione in Yemen, un paese “decisivo per la stabilità di un’ampia area che va dal Golfo, al Corno d’Africa, a Suez”, ha più volte ribadito Terzi.

L’Italia è convinta che lo Yemen possa diventare un esempio positivo per l’intera regione e, alla vigilia della prima riunione della Conferenza del dialogo nazionale in Yemen, il ministro Terzi ribadirà  che l’Italia intende continuare a svolgere un ruolo di primo piano per la transizione, sul versante sia dell’appoggio politico che dei programmi di cooperazione. (ANSAmed).

http://www.imolaoggi.it/?p=43570

 

Mps, suicidio Rossi: giallo sulla lunga telefonata prima di gettarsi dalla finestra Sentito anche il presidente Profumo

07-03-2013 sezione: PRIMOPIANO

David Rossi si è buttato mercoledì sera dal suo ufficio di Rocca Salimbeni.Trovati fogli accartocciati con frasi cancellate. Indagano i pm, autopsia sul corpo

SIENA – È una lunga telefonata che David Rossi, il responsabile dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi, ha ricevuto nel tardo pomeriggio di ieri, sul cellulare, ad attrarre l’attenzione degli inquirenti che indagano sul suicidio del 51enne gettatosi dalla finestra del suo ufficio ieri sera tra le 20.10 e le 20.30. Subito dopo quella telefonata il telefono di Rossi avrebbe squillato a vuoto e lui non avrebbe risposto neppure alle chiamate della moglie. Il nome dell’interlocutore è tenuto riservato, gli inquirenti hanno sequestrato il cellulare, numerosi file dal computer del suo ufficio e anche vario materiale cartaceo. Ieri sera, dopo il tragico gesto, gli inquirenti avevano fatto un breve sopralluogo anche nella sua abitazione. 

 

Il giorno dopo il suicidio di Rossi, caduto nel mezzo dell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta e sui derivati, i pm titolari dell’inchiesta (Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso) hanno effettuato un lungo sopralluogo nell’ufficio di Rossi e sentito numerosi testimoni, tra questi anche il presidente di Mps Alessandro Profumo, chiamato nel pomeriggio in Procura. Si cerca di ricostruire le ultime ore del capo della comunicazione, considerato da sempre vicino all’ex presidente Giuseppe Mussari, che però era rimasto al suo posto anche con l’arrivo dei nuovi vertici. Oggi pomeriggio è stata effettuata anche l’autopsia, che in un primo momento il pm Nicola Marini, ieri sera d’urgenza e quindi titolare del fascicolo aperto sull’ipotesi di suicidio, sembrava intenzionato a non far svolgere per «rispettare la persona». Ma, secondo quanto si è appreso, sono stati gli stessi familiari di Rossi a chiedere che l’autopsia venisse effettuata, trovando d’accordo anche i magistrati titolari dell’inchiesta su Antonveneta chiamati da Marini a condividere anche quella sull’ipotesi di suicidio per le «evidenti connessioni». L’esame autoptico è stato effettuato nel pomeriggio dal professor Mario Gabbrielli. Alcune fonti dicono che Rossi non sarebbe morto sul colpo. 

 

Il corpo è stato trovato con la schiena a terra, segno che l’uomo potrebbe essersi gettato di spalle per non vedere il vuoto. Cosa lo abbia spinto sarà compito dei magistrati scoprirlo. Lui, che era stato perquisito il 19 febbraio scorso, non era indagato, anche se era rimasto molto scosso. I pm non escludono del tutto che possano esserci stati anche motivi personali, non legati all’inchiesta, anche se questa ipotesi non troverebbe molti riscontri. Stamani è stata sentita anche la moglie Antonella e la figlia di quest’ultima, Carolina. Proprio lei ieri sera era stata mandata dalla madre a vedere cosa facesse Rossi ancora nel suo ufficio quando, già alcune ore prima, aveva detto alla moglie che sarebbe rientrato a casa. Ma il suo telefono squillava a vuoto e quando il segretario Giancarlo, che finalmente era stato avvertito dalla moglie, è entrato nella sua stanza e ha visto la finestra aperta il corpo di Rossi era ormai senza vita in terra, nel vicolo, dietro Rocca Salimbeni. Probabilmente era lì già da più di mezz’ora, ma nessuno lo avrebbe visto.

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/mps_suicida_capo_comunicazione_biglietto_cavolata_moglie_inchiesta/notizie/256573.shtml#

 

Diplomazia dell’alcol all’ONU «Delegati ubriachi alle sedute»

6 mar. (TMNews) – Forse pensavano che un piccolo drink aiutasse a distendere gli animi in vista di sessioni diplomatiche piuttosto tese. Forse, memori di un famoso detto latino, contano di conquistare in riunione la verità grazie a un goccio di vino. Qualunque sia la loro ragione, sempre più delegati alle Nazioni Unite sembrano alzare troppo il gomito presentandosi non proprio lucidi sul posto di lavoro. E così un ambasciatore americano ha recentemente lanciato un richiamo pubblico in nome della disciplina.

Rifiutando una diplomazia dal sapore alcolico, Joseph Torsella – il diplomatico nominato dal presidente Barack Obama il 26 aprile 2011 come rappresentante all’Onu degli Stati Uniti per il management e le riforme – ha preso la parola nel corso di una riunione della commissione Bilancio del Palazzo di Vetro. Ispirandosi al linguaggio diplomatico, Torsella ha chiesto una “inebriation-free zone”. Tradotto: lo stato di ebbrezza, men che meno l’ubriachezza, deve restare fuori dalle stanze dell’Onu dove si conducono negoziati. “Conserviamo lo champagne per brindare alla fine delle sessioni di successo”, ha detto l’ambasciatore.

Alcuni diplomatici hanno confermato che Torsella non stava affatto esagerando. C’è chi ha ricordato un episodio che ha visto protagonista un collega così ubriaco da avere vomitato, anche se non è chiaro dove. Un altro addetto ai lavori all’Onu ha spiegato che “c’è sempre stata una tradizione responsabile legata a un goccio di alcol per migliorare i negoziati, ma qui non stiamo parlando di un delegato che beve semplicemente un sorso al bar” prima di tornare al lavoro. Infatti, c’è chi ha parlato di delegati che si sono presentati in runione così annebbiati dai fumi dell’alcol da cadere o di persone chiamate a redigere i verbali degli incontri costrette alla sostituzione per avere assaporato qualche bicchiere di troppo. C’è però chi si dissocia dalla proposta di mettere al bando gli ubriachi alle Nazioni Unite. “Non tutti sono ubriachi. Tutti coloro chiamati a negoziare sono sobri”.

Eppure il richiamo alla disciplina sembra doveroso, non solo in tema di alcolici. Lo dimostrano le parole dello stesso Torsella. Parlando di una serie di “pratiche sempre più diffuse che hanno contribuito, in riunioni recenti, all’inabilità del Comitato di condurre i suoi lavori importanti con puntualità e precisione”, il diplomatico americano ha fatto capire che c’è chi arriva in ritardo ai meeting in cui si decide su tagli alla spesa e contributi da parte degli Stati membri dell’Onu. Tali riunioni spesso si protraggono infatti nella notte e durante i fine settimana. Forse è per questo che, costretti agli straordinari, alcuni diplomatici hanno deciso di berci sopra.

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Bersani: “Chi vuole stare fuori dall’euro non sa cosa dice”

Peccato non sia lui a pagare il rigore a cui la cara dolce troika ci costringe.

4 mar – Pier Luigi Bersani e’ tornato a spiegare ieri sera, nel corso della trasmissione televisiva ”Che tempo che fa”, la sua posizione: ”Tocca a noi dire la prima parola su quello che bisogna fare. Abbiamo perso per un risultato al di sotto delle aspettative, ma dentro questa sconfitta abbiamo 460 parlamentari, il doppio di quelli del Pdl. Rabbia e il disagio sociale hanno messo anche noi nel mucchio.

Pure l’appoggio al governo Monti ha comportato dei problemi”. Il segretario del Pd si dice pronto a ricevere un eventuale mandato a formare il governo da parte del capo dello Stato: ”Il presidente della Repubblica ha tutto il nostro rispetto. Ha detto che le forze politiche riflettano, e adesso riflettono a voce alta come sto facendo io.

Il paese resta in una situazione drammatica e ognuno si deve prendere le sue responsabilita’, prima di tutto noi”. Bersani conferma la mano tesa al M5S: ”Il paese resta in una situazione drammatica. Ognuno deve prendersi le sue responsabilita’ e capire che cio’ significa voler cambiare. Non ho intenzione di scambiare sedie e fare patti.

Grillo e’ voluto venire in Parlamento e adesso deve dire quello che vuole fare. Nel M5 ci sono cose di sinistra e cose che non lo sono affatto. Grillo non vuole che un figlio di immigrati nato qui sia italiano e mi sembra molto tiepido sull’evasione fiscale. Questo non e’ di sinistra. Chi vuole stare fuori dall’euro non sa cosa dice”. Per il leader del Pd, nel M5S ”c’e’ un pezzo d’Italia, ci sono proteste generiche, insofferenze, ma c’e’ anche la volonta’ di dare un segnale”. asca

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De Gregorio: «Quel pranzo con la Cia e Mastella per far cadere Prodi»

Perché queste ulteriori dichiarazioni di De Gregorio non hanno suscitato clamore mediatico?

Se c’è il nano va bene l’enfasi, se c’è la Cia meglio far poco casino?

07-03-2013 sezione: PRIMOPIANO

ROMA – Un pranzo organizzato da Sergio De Gregorio con il capocentro della Cia a Roma, per parlare di come far cadere il governo Prodi. Presente l’allora ministro della giustizia Clemente Mastella, che mesi dopo abbandonerà il governo di centrosinistra dichiarando di essere vittima di accanimento giudiziario. 

Stando al racconto dell’ex senatore idv che ha ammesso di aver ricevuto 3 milioni di euro per far cadere il governo, sarebbe stato in quella occasione, nell’estate 2007, che il capocentro della Cia avrebbe espresso chiaramente al ministro della giustizia che l’amministrazione americana avrebbe gradito che l’«esperienza» del governo Prodi terminasse. 

 

IL PRANZO CON GORELICK

Che Sergio De Gregorio avesse parlato delle pressioni da parte dell’amministrazione era un fatto noto. Nella richiesta di custodia cautelare che lo riguarda, resa nota nei giorni scorsi, diceva esplicitamente che quando l’estate scorsa incontrò il senatore Marcello Dell’Utri gli raccontò «dell’intervento con gli americani per mandare a casa Prodi». 

 

Ora che gli atti allegati alla richiesta sono stati messi a disposizione dei membri delle vecchie giunte di Camera e Senato, però, quel verbale omissato comincia a circolare. E il racconto fatto ai pm di Napoli che lo accusano di corruzione in concorso con Silvio Berlusconi è molto preciso: «Nell’estate del 2007 organizzammo un pranzo tra me, De Chiara, Mastella e Gorelick (Robert, capocentro della Cia a Roma dal 2003 al 2007 ndr) – spiega – Gorelick disse chiaramente a Mastella che l’amministrazione americana avrebbe mostrato riconoscenza a chi avesse messo fine ad un’esperienza del genere», sottinteso, ma il passaggio è esplicito, il governo Prodi.

 

Davanti a quelle richieste, Mastella avrebbe detto di non essere interessato per poi lasciare la tavola. Ma è un fatto che alcuni mesi dopo a gennaio del 2008 annuncerà le sue dimissioni dalla carica, motivate dalla “mancata solidarietà politica” da parte del centro-sinistra rispetto alla vicenda che lo vedeva indagato portando così alla fine del governo Prodi.

 

LA RISPOSTA DI MASTELLA

Il racconto di De Gregorioi, tira fuori dagli archivi un nome dimenticato: Enzo De Chiara italoamericano nato ad Aversa, rappresentante in Italia del partito repubblicano, che negli anni novanta vantava un’amicizia personale con Bill Clinton. L’inchiesta della procura di Aosta che lo tirava in bsllo, chiamata Phoney money, ipotizzava l’esistenza di una “nuova P2” che avrebbe riunito boiardi di Stato, alti gradi di polizia e Guardia di Finanza, faccendieri, uomini della Cia, con la copertura di ambienti della massoneria. De Chiara, definito allora «amico dell’amministrazione americana» ne avrebbe fatto parte anche come rappresentante in Usa dell’allora società telefonica Stet.

 

Interpellato, Mastella dice di ricordare quel pranzo: «Era una colazione, rimasi solo pochi minuti. Non avevo capito che l’americano presente fosse il capocentro Cia ma in ogni caso gli dissi di essere soddisfatto del mio incarico al governo». E aggiunge: «Mi stupì il rapporto tra De Gregorio e gli altri presenti». «Questa dichiarazione è una cosa enorme», commenta il deputato radicale Maurizio Turco che tra pochi giorni lascerà l’incarico: «Credo ancor più interessante dal punto di vista della sicurezza dello stato di qualsiasi altra affermazione del senatore De Gregorio».


 

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Vodafone Italia annuncia 700 esuberi: licenziamento collettivo

7 mar – Vodafone italia ha dichiarato ieri sera nel corso di un incontro con i sindacati a Roma, l’esistenza di 700 esuberi strutturali e ha annunciato che lunedi’ prossimo saranno aperte le procedure di licenziamento collettivo.

E’ quanto si apprende da fonti sindacali. In Italia Vodafone impiega circa poco piu’ di seimila addetti. L’azienda avrebbe annunciato nel corso dell’incontro, che si e’ concluso da poco, la necessita’ di ridurre anche il costo del lavoro su tutto il perimetro aziendale a causa del peggioramento delle condizioni di mercato della telefonia, da un lato determinate dalla concorrenza sempre piu’ agguerrita, con una continua riduzione dei prezzi e quindi dei margini.

Inoltre la delegazione aziendale avrebbe criticato il ruolo dell’intervento regolatore sui prezzi che prevede ulteriori riduzioni dei prezzi a differenza di quanto accade in altri settori come il gas, la luce o i carburanti. ”Siamo disponibili al dialogo fermo restando che l’apertura delle procedure di mobilita’ e’ un’iniziativa forte ed eccessiva. Si tratta di individuare soluzioni sostenibili e ribadiamo il nostro no ai licenziamenti”, commenta Eric Poli, funzionario della Slc Cgil.

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L’economia Usa si salverà facendo trasferire verso Wall Street il capitale finanziario europeo

 

6 marzo – L’Europa ridotta a periferia commerciale degli Usa? Barack Obama ci riprova, dopo il tentativo americano del ’92 di estendere anche a noi il “libero scambio” del Nafta, lo storico accordo nordamericano.

Obama: realizzare la piu’ grande “Area di libero scambio con l’Europa”

Nel più totale silenzio dei media, Obama ora chiede un partenariato globale transatlantico per il commercio e gli investimenti,come confermano il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e quello della Commissione Europea, José Manuel Barroso.Obiettivo: impedire all’Europa una “fuga” geopolitica da Washington. Come? Attirando negli Usa i capitali europei, secondo la strategia anti-crisi elaborata dalla storica Christina Romer, secondo cui l’America può sopravvivere alla crisi solo facendo trasferire verso Wall Street il capitale finanziario europeo.

Per questo, sostiene Thierry Meyssan, Washington ha fatto chiudere la maggior parte dei paradisi fiscali non-anglosassoni, poi ha giocato con l’euro. Non ha funzionato? «La Nato economica renderà la cosa più facile».

Giustizia: Italia verso la rinuncia a processi contro i militari Nato

Gli Usa salveranno la loro economia attirando i nostri capitali, dunque a spese degli europei, sostiene Meyssan in un intervento ripreso da Van Rompuy, Obama e Barroso“Megachip”. Il progetto di “zona di libero scambio transatlantico”, racconta il giornalista francese, vide la luce già col Nafta all’inizio degli anni ’90, ma si preferì dare più tempo al Wto per imbrigliare il trading europeo con vincoli ferrei.

«La creazione di un mercato transatlantico – scrive Meyssan – è solo una parte di un più ampio progetto, che comprende la creazione di un autentico governo sovra-istituzionale con un Consiglio economico transatlantico, un Consiglio politico transatlantico e un’Assemblea parlamentare transatlantica». Organi strategici «già creati in modo embrionale, senza che sia stata data loro alcuna pubblicità». La loro architettura, continua Meyssan, ricalca un vecchissimo progetto volto a creare un vasto blocco capitalista che unisca tutti gli Stati sotto l’influenza anglo-americana, come Christina Romer confermano le clausole segrete del Piano Marshall e il Trattato dell’Atlantico del Nord.

Unione transatlantica, Nato economica: «E’ sintomatico notare che, dal lato statunitense, questo progetto non viene seguito dal Dipartimento del Commercio, ma dal Consiglio di sicurezza nazionale». Anteprima illuminante: il modo in cui sono stati risolti i conflitti sulla condivisione dei dati personali.

«Gli europei hanno norme di tutela della privacy molto esigenti, mentre gli statunitensi possono fare qualsiasi cosa in nome della lotta contro il terrorismo». Di fatto, grazie a quest’alibi, «gli americani hanno copiato i dati europei, mentre gli europei non hanno avuto accesso ai dati stati statunitensi». In materia economica, aggiunge Meyssan, si tratterà di abrogare le tariffe doganali e le barriere non tariffarie, vale a dire le norme locali che rendono impossibili certe importazioni: «Washington vuole vendere tranquillamente in Europa i suoi Ogm, i suoi polli trattati con il Thierry Meyssancloro e i suoi bovini agli ormoni, e vuole usare senza ostacoli i dati riservati di Facebook e Google».

A questa strategia a lungo termine, continua il giornalista indipendente francese, si aggiunge la tattica finanziaria di medio termine raccomandata sin dal 2010 dalla Romer, una specialista della Grande Depressione: trasferire negli Usa i capitali europei. «Al di là del carattere iniquo di questo progetto e della trappola che rappresenta nell’immediato – osserva Meyssan – la cosa più importante è che gli interessi degli Stati Uniti e dell’Unione europea sono in realtà divergenti».

Mentre Usa e Regno Unito «sono potenze marittime che hanno un interesse storico al commercio transatlantico», come ribadito nella Carta Atlantica già durante la seconda guerra mondiale, gli europei continentali hanno invece «interessi comuni con la Russia, specie in materia di energia». Sicché, «continuando a obbedire a Washington come durante la guerra fredda, Bruxelles offre in pasto gli europei».

Fonte LIBRE

http://www.imolaoggi.it/?p=43480

 

Ecofeudo

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Iniziamo commentando l’articolo dell’Espresso: CHE DELUSIONE! e questo è quello che sapete fare? questi sono i grandi attacchi mediatici di repubblica? ahhahaha ADESSO VI RACCONTO IO LA VERITA’ VISTO CHE QUESTO PROGETTO CI LAVORO… (sono il grafico del sito e il progettista)
Partiamo dicendo che www.ecofeudo.com è un progetto appoggiato dal presidente della Costarica Óscar Arias PREMIO NOBEL PER LA PACE. Questo perché l’intenzione era fare un ospedale e dare un lavoro ai villaggi in costarica che sono minacciati quotidianamente dalle multinazionali del turismo, come per esempio il FOURSEASON che devastano con il cemento zone naturali incontaminate deviando per esempio corsi d’acqua. Continuo dicendo che ecofeudo non esiste… QUESTA E’ LA PIU GRANDE GAFFE CHE POTESSE FARE REPUBBLICA… ahhaha mentre per la casa di fini, o il bugna bugna di berlusconi IL SOGGETTO DEGLI SCANDALI C’ERA…. qui non c’è neanche il presunto resort (se un ecovillaggio si può chiamare così poi)… e sapete perché???? L’ECOVILAGGIO NON ESISTE… non è stato costruito… avete capito bene L’ESPRESSO HA FATTO UN ARTICOLO SU COSE INESISTENTI PER ATTACCARE GRILLO… stavolta sono caduti molto in basso, per di più facendo pubblicità ad un progetto spettacolare come questo (basta visitarewww.ecofeudo.com ) per capire che si tratta di uno spettacolare sogno. Concludo dicendo aiutateci a diffondere la verità e l’ennesima cazzata di questi media ORAMAI ALLA CANNA DEL GAS… E DOVREMMO VERGOGNARCI NOI? o si dovrebbe vergognare questo giornale se cosi si puo chiamare che prende MILIONI DI EURO DI FINANZIAMENTI PUBBLICI??? Simone Pennino