Ilfatto abbonati.ora Bersani deve fare il “No-Tav”?

ACCORDI E DISACCORDI

Torino-Lione, ora Bersani deve fare il “No-Tav”?

di Giorgio Meletti

  Hic Susa, hic salta. Voci, scenari e telefonate per un governo appoggiato dal Movimento 5 stelle sono destinate a incastrarsi nella strettoia di Avigliana, il comune alle porte di Torino e all’ingresso della Val di Susa. Di tutto il resto si può anche discutere, ma nessuno sa come aggirare il nodo politico decisivo: Beppe Grillo nemmeno discuterà di un esecutivo che non proceda, come primo atto, alla chiusura del capitolo Torino-Lione. L’appuntamento è già fissato: sabato 23 marzo, in coincidenza con le consultazioni del presidente Napolitano per il nuovo governo, e con la minacciata manifestazione sulla giustizia di Silvio Berlusconi, tutti i neoeletti parlamentari grillini andranno a manifestare con i No-Tav in Val di Susa.   Il Tav è una bandiera politica, per i favorevoli e per i contrari. Chi voglia sintonizzarsi con le frequenze emotive e politiche del grillismo, pensi al Tav, l’ultima cosa che il M5S potrebbe accettare, e quella di cui bisogna parlare per prima, per capire se c’è un margine per continuare.   Se c’è un simbolo della politica “zombie” che Grillo sottopone a quotidiano dileggio, questo è l’alta velocità Torino-Lione. All’origine del contestato progetto c’è la firma di Pier Luigi Bersani. Fu lui, come ministro dei Trasporti, a firmare il 29 gennaio 2001 l’accordo con l’omologo francese Jean-Claude Gayssot per il nuovo tunnel ferroviario del Frejus. E lo fece sotto lo sguardo soddisfatto del presidente francese Jacques Chirac, che definì la decisione “irreversibile”. E sotto lo sguardo lungimirante del presidente del Consiglio italiano Giuliano Amato che, ottimista, definì il problema dell’opposizione delle popolazioni locali “già in corso di soluzione”.   Il problema è che sia Bersani, sia il sindaco di Torino Piero Fassino, sia il suo predecessore Sergio Chiamparino, sia gran parte del Pd piemontese sono stati finora tra i più strenui sostenitori dell’opera. E i pochi scettici sono stati messi ai margini del partito. L’ex sindaco di Avigliana, Carla Mattioli, si è schierata con i No-Tav ed è stata espulsa dal partito. Il presidente della Comunità Montana della Val di Susa e Val Sangone, Sandro Plano, è stato escluso dalle primarie per aver presentato solo 392 firme contro le 400 richieste. L’anno scorso Plano fu invitato a parlare alla manifestazione della Fiom a Roma, in piazza San Giovanni, e ciò bastò al Pd per disdire la partecipazione dei suoi dirigenti. “Data la nostra posizione sul Tav non possiamo partecipare”, disse il “giovane turco” Matteo Or-fini, bersaniano di ferro.   Tutti questi precedenti fanno pensare a diversi esponenti del Partito democratico che non sia Bersani l’uomo in grado di mettersi d’accordo con Grillo. Anche se, nota Plano, “trovo incoraggiante che Bersani non abbia mai nominato il Tav in tutta la campagna elettorale”.   L’ipotesi di un cambio di linea del Pd è comunque supportata da tre fattorigiudicati incoraggianti dai fautori dell’accordo con Grillo. Primo: la gravità della situazione economica consente di motivare l’addio all’oneroso progetto con puri calcoli di finanza pubblica, senza addentrarsi in una discussione sulla sua dubbia utilità. Con buona pace degli allarmisti che parlano di penali da un miliardo e mezzo di euro, i tecnici sanno che chiudere il circo del Tav costerà al massimo 100 milioni di euro, e ne farà risparmiare almeno 10. Secondo: in coalizione con il Pd c’è Sel, e i vendoliani sono da sempre schierati contro l’alta velocità. Terzo: il Pd deve prendere atto dei risultati elettorali. Già nel 2010 Mercedes Bresso, sdraiata sulla linea dei Sì-Tav, perse le regionali del Piemonte contro il leghista Roberto Cota per il decisivo drenaggio di voti subito dai grillini. Lunedì sera nei comuni della Val di Susa il M5S ha preso percentuali tra il 30 e il 40 per cento, con la punta del 60 per cento nella località simbolo di Venaus.   Con questi risultati, nessuno pensa di poter chiedere a Grillo il sostegno anche implicito a un governo che mandi i poliziotti ad aprire quei cantieri.   Twitter@giorgiomeletti

PROGETTI Come fare il Tav senza passare nelle zone M5S della Val di Susa. Ecco un’idea dal sito “No-Tav”

 

Ilfatto abbonati.ora Bersani deve fare il “No-Tav”?ultima modifica: 2013-03-02T12:54:00+01:00da davi-luciano
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