È morto il caporale Erasmo Savino, denunciò i vaccini che uccidevano i militari

Si è spento nella mattinata  il militare che aveva deposto davanti alla Commissione “Uranio impoverito” del Senato. La sua storia, dalla quale è partita l’inchiesta di Repubblica.it “Vaccinati a morte”, aveva indirizzato il Parlamento a indagare il rapporto tra le vaccinazioni sbagliate e il crescente numero di malattie nell’esercito

ROMA – “Ce la farò perché mi voglio sposare  –  diceva  –  anche se so che è una malattia di cui si muore”. Poi la sua rabbia di lavoratore semplice “mi hanno usato e abbandonato”. Erasmo Savino, 31 anni, caporale maggiore dell’esercito in Kosovo, si è spento questa mattina alle 8.15, dopo quindici anni di servizio, una malattia fulminea, nessun riconoscimento come vittima del dovere, addirittura neanche la semplice liquidazione.

Il cancro era partito da un dito del piede, aveva covato sotto semplici scarponi. Era partito a ventinove anni, da un paese senza lavoro ed era stato mandato a scavare in Kosovo, nella terra avvelenata dall’uranio impoverito, con le difese demolite da una raffica di vaccini troppo ravvicinati quando non si poteva dire di no. Lo stipendio o la salute. 

Erasmo aveva deposto davanti alla Commissione “Uranio impoverito” del Senato e dalla sua storia era parti ta l’inchiesta “Vaccinati a morte” di Repubblica.it. Un’indagine che ha approfondito il legame tra le vaccinazioni fatte male e il crescente numero di malattie che colpiscono i nostri militari.

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Nella sua casa di Saviano, in provincia di Nola, il fratello Cosimo di 36 anni risponde al telefono, avvisa i parenti.
Il resto della famiglia è raggomitolato su se stesso. Muta nel suo dolore Giulia, la fidanzata di 29 anni, che aveva lasciato il lavoro per seguirlo nelle cure disperate mentre lo vedeva spegnersi. Aveva riposto il sogno di una bella festa perché Erasmo quando aveva scoperto la malattia stava per sposarla. In un angolo cataste di documenti e di perizie mediche che dimostrano la connessione tra il suo cancro e i vaccini somministrati male. 

Il funerale è previsto per domani (martedì) alle 11 nella chiesa dell’Immacolata. Si preparano ad andare un fiume di parenti, amici, venti-trentenni di un paese in cui un lavoro vale come una vita. Le istituzioni no, quelle non ci saranno. Le stesse che avrebbero dovuto pronunciarsi entro 220 giorni, ma che dopo più di due anni non hanno risposto.

Giorgio Carta, l’avvocato del caporale, ha la voce rotta: “È il giorno più triste della mia professione, Erasmo non è il primo, non sarà l’ultimo. Dobbiamo far sì che i responsabili di questa strage silenziosa rispondano di azioni e di omissioni”.
fonte: http://inchieste.repubblica.it

 



http://ilsole24h.blogspot.it/2013/02/e-morto-il-caporale-erasmo-savino.html

Sceneggiata all’italiana

24 febbraio 2013

By coriintempesta

Articolo inviato al blog

di: Luciano Lago

Oggi , Domenica 24 Febbraio, è iniziata la “sceneggiata elettorale” che porterà alcuni milioni di cittadini italiani a segnare una croce sul simbolo prescelto o “consigliato” .

Ingenuo pensare che la situazione italiana possa seriamente cambiare per effetto di queste elezioni che, sicuramente, modificheranno si gli equilibri politici nell’assetto parlamentare, ma avranno un effetto quasi nullo sulle questioni essenziali che riguardano il paese.

 All’indomani della consultazione elettorale sono già predisposte e puntate sull’Italia le armi e “l’artiglieria pesante” del grande capitale finanziario. Possiamo facilmente indovinare quali sono: la minaccia della risalita dello “spread”, le solerti agenzie di rating come Moody’s o Standards & Poor’s (consociate con le grandi banche USA), le azioni mirate della BCE, le direttive della Commissione Europea, l’offerta di “aiuto finanziario” del FMI (tipo corda al collo degli usurai).

Oltre a questo poi sono in agguato le manovre speculative dei grandi gruppi finanziari come Goldman Sachs (ex datore di lavoro di Mario Monti e di Mario Draghi), come Black Rock (i cui fiduciari sono in Italia in questi giorni), come JP Morgan e Morgan Stanley, tutti pronti ad acquistare o vendere titoli emessi dallo Stato italiano per determinare la risalita dei tassi.
Queste descritte sono tutte armi micidiali puntate contro un “povero paese” che non dispone di una Banca di emissione autonoma, che dipende dalle banche private per approvvigionarsi di una moneta, l’euro, (che di fatto è una valuta estera) sulla quale paga interessi già per il semplice fatto di utilizzarla e farsela stampare (signoraggio sulla moneta), un paese che dispone di un governo che, qualunque sarà, dovrà uniformarsi a quanto previsto dai trattati capestro quali il fiscal compact ed il MES (fondo di stabilità monetaria).

Questa è la reale situazione ed è sicuro che la grande finanza ed i poteri ad essa collegati non abbiano alcuna intenzione di “mollare la presa” anche perché la preda in questo momento è “in primis” il risparmio italiano depositato nelle banche (quello che rimane dopo i salassi del governo Monti) che dovrà essere prosciugato e dirottato verso le casseforti delle banche tedesche, olandesi e francesi a garanzia dei crediti, per secondo il “bottino” previsto con le privatizzazioni di aziende para-pubbliche quali ENI, Finmeccanica, Enel ed altre come già successo ne 93 (grazie a Draghi, Amato, Ciampi e Prodi), che sarà nel programma del prossimo governo (qualunque esso sia).

D’altra parte il parlamento italiano di fatto non conta più nulla poiché, in base al trattato di Lisbona, le norme europee hanno un valore preminente sulle leggi italiane e le camere hanno soltanto l’obbligo di ratificarle. Superfluo osservare che la normativa europea è vincolante in tutte le regolamentazioni essenziali quali il settore bancario, le normative sugli appalti che riguardano le grandi imprese multinazionali, le norme sull’agricoltura, la pesca, il commercio, ecc..

L’Italia fra l’altro risulta già aver subito un vero e proprio “golpe finanziario” ,un anno fa circa, con intervento di forze esterne e con l’appoggio di Napolitano come emerge anche da dichiarazioni e da relazioni riservate dei servizi dell’IRAN e della Russia che hanno attentamente studiato la situazione italiana e che dispongono di informazioni che la stampa italiana certo non trasmette.
http://italian.irib.ir//notizie/politica5/item/121585- )

Non c’è quindi via d’uscita e, se ci fosse, ovvero se si affermasse una formazione politica che volesse rivedere i trattati ed, ad es. uscire dall’euro, allora prevediamo che sarebbe questa una vera rivolta popolare che potrebbe avere poi dei risvolti cruenti con intervento delle forze di repressione (Eurogendfor) con omicidi mirati, con carcerazioni preventive su accuse costruite abilmente da qualche procura “compiacente”, con possibili atti di terrorismo per spaventare l’opinione pubblica, ecc..Il grande capitale non ha scrupoli umanitari e si affida anche ai servizi ed ai mercenari ben addestrati e preparati.

La strategia della tensione in Italia tra gli anni 70 ed 80 dovrebbe avere insegnato qualche cosa. Di conseguenza restiamo a vedere quali saranno gli sviluppi ma, in ogni caso, quella che ci attende non sarà una “passeggiata”.

 



http://coriintempesta.altervista.org/blog/sceneggiata-allitaliana/

Le aziende italiane hanno perso in quattro anni 500 mld di fatturato

By Edoardo Capuano – Posted on 25 febbraio 2013

Crisi economicaLa crisi si abbatte sulle imprese italiane, bruciando quasi 500 miliardi di fatturato in quattro anni: tra il 2009 e il 2012 si è registrata una perdita media annua dell’11,1% rispetto al dato del 2008 (ultimo anno di crescita).

Le elaborazioni Adnkronos, sulla base dei dati Istat relative alle attività manifatturiere ed estrazioni di minerali, mostrano un quadro aggiornato degli effetti cumulati delle perdite di fatturato, che comprende le ultime rilevazioni uscite nei giorni scorsi.

Secondo le ultime pubblicazioni dell’Istituto di statistiche lo scorso anno il fatturato ha registrato un calo del 4,3% rispetto all’anno precedente; ma rispetto al 2008 il calo è ben più marcato, e arriva al 9,7%. La riduzione più pesante riguarda il dato nazionale, che segna un -12,6% medio annuo, mentre il fatturato estero è calato del 7,7%, registrando anche un segno positivo lo scorso anno non solo rispetto al 2011 (+2,6%) ma anche rispetto al 2008 (+1,5%).

Nel 2008, ultimo anno in cui il fatturato ha registrato un incremento, la cifra raggiunta è stata superiore ai mille miliardi di euro (1.086,2 mld); immaginando un giro d’affari fermo negli anni successivi, quindi senza gli effetti negativi della crisi, dal 2009 al 2012 il giro d’affari totale avrebbe superato i quattromila miliardi (4.344,8 mld). Ma l’andamento negativo dell’economia ha bloccato il fatturato ben al di sotto dei quattromila miliardi (3.859,3 mld), facendo perdere quasi cinquecento miliardi (485,5 mld).

OperaioAndando a esaminare i singoli anni emerge che la riduzione più marcata si è registrata nel 2009, con un calo del fatturato del 18,6%, l’anno successivo invece il giro d’affari delle imprese si è ridotto del 10,7% rispetto al 2008. L’anno successivo si è registrato un calo meno marcato (-5,6%). Dall’elaborazione dei dati Istat emerge inoltre che perdite più consistenti, in termini percentuali, hanno interessato gli ordini arrivati alle imprese. Dal 2007, ultimo anno di crescita, hanno registrato una riduzione media del 14,6% l’anno.

Nel 2012 la riduzione, rispetto al 2011, è stata del 9,8%, ma confrontando gli ultimi risultati con gli ordini portati a casa cinque anni prima emerge che la perdita arriva al 19,4%. La riduzione più marcata si è registrata nel 2009, quando la perdita è stata pari al 25,9%. In particolare gli ordini arrivati dall’estero per le imprese italiane si è ridotto in media del 12,6% l’anno, mentre la perdita nazionale ammonta al 16,8% l’anno. Il crollo massimo delle richieste arrivate dall’estero è stato raggiunto nel 2009 (-29,2%) mentre per gli ordini nazionale l’anno che si è appena chiuso è stato il più disastroso (-26,1%).

Fonte: lindipendenza.com

http://www.ecplanet.com/node/3766