Le mamme anti MUOS bloccano i soldati

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Ci sono già i fatti di Niscemi. Cinquanta studenti giù di lì contro la più grande potenza del mondo, gli Usa. E sono di più veramente, perché si sono aggiunte le madri, gli anziani del paese, i rappresentanti della società civile, tutti attivisti del No Muos. Il No Muos è la resistenza, il presidio è alle porte della base militare di contrada Ulmo, la Us Navy Nrtf 8, a due chilometri dal centro abitato. La resistenza è il movimento, e non soltanto il pacifismo, che dal 22 novembre sorveglia gli accessi alla base. Risultato: da sedici giorni sono sospesi i lavori per l’installazione del potentissimo sistema di radar, il cosiddetto Muos (Mobile user objective system), tre monumentali parabole, con postazioni terrestri, in grado di guidare gli infallibili Droni o gli F 35 ad esempio, come spiegano alcuni attivisti. Nella base esistono altre 46 antenne, l’impatto del campo elettromagnetico sull’ambiente e sulla salute pubblica, va da sé, potrebbe avere conseguenze devastanti. Non esiste alcuna relazione del Ministero tuttavia. É DUNQUE una guerra di pacifismo e resistenza (non è un ossimoro). Esistono i fatti di Niscemi, sono lo spartiacque di un braccio di ferro che dura da tempo, risalgono alla notte tra il 10 e l’ 11 gennaio. Gli attivisti vengono informati troppo tardi, intorno alla mezzanotte, che i mezzi speciali della Comina Srl, la ditta di Belpasso che si occupa di grandi trasporti, scortata da blindati di polizia e carabinieri, stanno viaggiando verso la base. C’è il questore, il vicequestore di Caltanissetta, l’ispettore della Digos, celerini in assetto anti-sommossa, manganelli e caschi scuri. Lo racconta Dasy, che ha un figlio di qualche anno, lei studia ancora, è nel presidio di contrada Ulmo, dove si vigila no stop e si dorme nel Tepee o in tende da campeggio. Gli attivisti non raggiungono il blocco di contrada Ulmo, le strade sono sbarrate, inibite dalle scorte, dalle camionette, Dasy riferisce del blocco pacifista lungo la Caltagirone mare. Siedono per terra, sono appena una trentina. Fanno scudo con il loro corpo. Sono pochi. Dasy racconta che allora il questore ha intimato agli agenti di caricarli tutti. “Mi hanno preso per il braccio, brutalmente – ricorda Dasy –. Ho chiesto: sono in arresto? Mi hanno risposto di no, ho urlato di lasciarmi andare. Erano troppi, ho visto prendere la gente per i capelli, trascinarla, ci minacciavano di sanzioni, minacciavano di denunciarci. Le gru intanto erano entrate in base (le gru trasportate dai mezzi della Comina Srl, per l’installazione delle parabole, nda). Ci siamo ritrovati con gli altri, qui, in contrada, ma era troppo tardi”. Il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, aveva negato l’autorizzazione per il trasporto speciale durante la seduta straordinaria del consiglio comunale, nel novembre scorso. Inutilmente a questo punto, dopo i fatti della notte del 10, aveva consigliato agli attivisti feriti di rivolgersi in pronto soccorso per le cure del caso e per certificare le azioni subite. Non lo hanno fatto, ha ammesso. Il sindaco ha simbolicamente trasferito il suo ufficio di gabinetto in contrada Ulmo, nel secondo blocco di resistenza organizzato davanti la base militare. Francesco La Rosa, co-fondatore del movimento dei Forconi, non esita ad affermare: “Se andranno avanti con il Muos, scendo in strada con la mia gente, e se è necessaria una rivoluzione vera: lo sarà”. IL GOVERNATORE della Regione, Rosario Crocetta, ha confermato nel frattempo l’atteso confronto con il console generale Donald L. Moore, con il quale ha discusso, stabilendo i punti fermi della questione, riferita dall’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello: salvaguardare la salute pubblica (in attesa di verifica) e tutelare i manifestanti; valutazione delle influenze del Muos sulle rotte aeree dell’aeroporto di Comiso; una stazione permanente di controllo. I due atti prodotti, di sospensione e di revoca delle autorizzazioni concesse dal governo regionale precedente (concessioni firmate da Lombardo e La Russa), sono stati inoltrati rispettivamente l’ 11 gennaio e l’ 11 febbraio al comando di Capodichino. Tra gli attivisti nel presidio di contrada Ulmo c’è Claudio Lombardo, presidente provinciale dell’Arci di Caltanissetta, lui è uno di quelli che ha preso le botte, nell’ 82, durante i blocchi del 5 e 6 agosto a Comiso, contro l’installazione delle postazioni Cruise (missili nucleari a media gittata). Non crede che gli americani si fermeranno davvero. Gli attivisti si danno il turno, possono entrare soltanto i militari del cambio, vengono da Sigonella. Le madri di Niscemi sono riuscite ad assediare i soldati, le madri già. Il terreno con le tende, con il primo blocco e gli striscioni, lo ha acquistato il movimento, cinquemila metri di terra brulla, con qualche albero d’ulivo. Dasy, l’attivista con il bambino di pochi anni, lo ha promesso, e anche il sindaco, non si fermeranno mai, neanche loro.


Le mamme anti MUOS bloccano i soldatiultima modifica: 2013-02-20T11:46:00+01:00da davi-luciano
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