Sfratti, povertà e disoccupazione dilagano in Europa

Spagna, Grecia, Portogallo, Italia e Irlanda sono alla mercé della troika dell’usura. E la Francia sembra avvicinarsi sempre più verso il baratro della disoccupazione e della crisi industriale 


Andrea Perrone

Le politiche di austerità imposte ai Paesi dell’Eurozona dalla troika dell’usura per affrontare la crisi del debito sovrano, come Grecia e Portogallo, stanno strozzando gli strati sociali meno abbienti e più vulnerabili della società europea. A denunciarlo uno studio pubblicato ieri dalla Caritas cattolica presente nei vari Stati membri della zona euro. Sulla base del lavoro sul campo compiuto nei Paesi dell’Eurozona colpiti dalle misure di austerità imposte dalla troika (Commissione Ue-Bce-Fmi) a cui vanno aggiunti oltre a Grecia e Portogallo anche Spagna, Italia e Irlanda, la cui situazione sociale sta diventando veramente esplosiva, La Caritas ha osservato che tagliando gli aiuti del welfare agli indigenti e aumentando le tasse alle persone a basso reddito, la “coesione dell’Europa e la legittimità politica dell’Unione europea vengono messe a rischio”. Il rapporto contraddice le recenti dichiarazioni dei leader europei e dei governi nazionali che sostengono come il momento peggiore della crisi dell’euro sia stato superato e che la ripresa economica sia ormai in arrivo.
I grandi debiti accumulati dalle banche e scaricati poi sui debiti pubblici, come è accaduto in Irlanda e in Spagna, sottolinea il rapporto delle Caritas, “devono essere riconosciuti come ingiusti e insostenibili”, perché il prezzo di questi misfatti di banche e politicanti da strapazzo è in gran parte pagato da madri single, disoccupati, pensionati, alcuni dei quali non possono più permettersi neanche le cure mediche e i giovani si trovano di fronte ad anni di disoccupazione prima di trovare a malapena un lavoro sottopagato e a tempo determinato e interinale. Il caso della Grecia è emblematico, dove la Caritas ha recentemente ampliato il proprio aiuto ai profughi e ai nativi del Paese ellenico, laddove i numeri evidenziano chiaramente che i drastici tagli voluti dall’Unione europea sulla spesa pubblica hanno minato l’idea stessa di un’Europa fondata sulla giustizia sociale. Alcuni documenti messi a disposizione dall’organismo dei vescovi sottolineano come la crisi colpisca duramente anche i pensionati che, a causa della loro magra retribuzione, vanno alla ricerca di cibo e di un riparo nel tentativo di sopravvivere alla crisi. E ancora, dal rapporto si evince le difficoltà che vivono le madri single e disoccupate con le pensioni dei loro genitori e che finiscono senza alcun reddito quando i genitori muoiono, fino ai bambini affetti da autismo che vengono respinti ogni giorno dai centri di assistenza pubblica. Anche in Portogallo la situazione non è molto diversa da quella di altri Stati membri dell’Eurozona e le statistiche ufficiali mostrano tassi crescenti di povertà, in particolare tra gli anziani e i bambini, La Caritas ha rilevato che i tagli alla spesa pubblica danneggiano in particolare i ceti più vulnerabili, ovvero gli strati sociali meno abbienti. Alcuni casi analizzati nelle rilevazioni sono quelli di bambini – sfrattati insieme ai loro parenti dalle loro abitazioni quando i genitori non sono più in grado di pagare il mutuo – che abbandonano la scuola per cercare un posto di lavoro sul mercato nero o nel settore agricolo. La crisi colpisce anche le persone anziane che vedono le loro pensioni congelate o tagliate dalle misure draconiane volute dagli esecutivi, mentre salgono i costi per l’assistenza sanitaria, l’energia elettrica, il gas e il cibo, il che rende particolarmente difficile la vita per coloro che vivono in aree lontane dai centri urbani. In più dai dati elaborati dalle missioni cattoliche emerge anche una nuova ondata di discriminazione nei confronti dei rom un problema che affligge in particolare il Portogallo, quando si tratta di trovare un alloggio, usufruire dell’istruzione pubblica o cercare un lavoro. “La crisi non è ben compresa dalla maggioranza delle persone, che lasciano coloro i quali ne se subiscono le conseguenze senza alcuna speranza. Per molte persone, che la Caritas portoghese aiuta, è la prima volta che hanno la necessità di cercare aiuto al di fuori della famiglia”, hanno sottolineato settori della Caritas. In Spagna, il Paese con il più alto tasso di disoccupazione dell’Unione europea, i meno abbienti e i senza lavoro che chiedono la carità sono aumentati del 170 per cento dall’inizio della crisi. Le persone sono sempre in cerca di un sussidio e non hanno soldi per pagare le bollette, acquistare alimenti e beni di prima necessità. I tagli ai finanziamenti per i pasti scolastici i loro timori circa la malnutrizione e tagli generali in materia di istruzione aumentare il tasso di abbandono scolastico – già il doppio della media Ue (26,5% rispetto al 13,5%). Il clima di tensione all’interno delle famiglie sono in aumento e i componenti “devono fare affidamento sui membri della famiglia per i bisogni essenziali, come mai prima d’ora”. La relazione è stata redatta tuttavia sulla base dei dati disponibili l’anno scorso. Ma ora le ulteriori misure di austerità adottate in Spagna e altrove aggravando ulteriormente la situazione anche in altri Paesi dell’Eurozona. Per il caso spagnolo che comprende ulteriori riduzioni in termini di benessere e dell’aumento dell’Iva. “L’impatto di queste misure sui gruppi più vulnerabili è probabile che sia grave, visti gli elevati livelli di disoccupazione e di povertà già sperimentati in Spagna, e la constatazione che l’aumento dell’Iva che ha già colpito in modo sproporzionato le persone più povere”, ha sottolineato la Caritas. Negli ultimi giorni sono almeno quattro i morti di quello che ormai in molti chiamano il “terrorismo immobiliare” spagnolo. Una coppia di pensionati si è suicidata all’interno della sua abitazione nel comune di Calvià, nell’isola di Maiorca, dopo aver ricevuto un avviso di sfratto. La coppia – 68 anni lui, 67 lei – ha lasciato un biglietto spiegando le ragioni del gesto. Un uomo di 56 anni si è invece tolto la vita nel comune basco di Basauri, a pochi chilometri da Bilbao, anche in questo caso perché non riusciva a pagare le rate del mutuo. E ieri l’altro a suicidarsi è stato, nella sua casa di Alicante, il proprietario di 55 anni, portando a cinque il numero delle persone che si sono tolte la vita a causa dei ricatti delle banche negli ultimi 6 giorni.
Nel frattempo, però la povertà sta dilagando anche in Italia. Adulti tra i 40 ei 50 anni si ritrovano improvvisamente senza un impiego dopo una vita di attività lavorativa regolare, i giovani hanno contratti temporanei e sono costantemente alla ricerca di un nuovo lavoro, gli imprenditori si danno fuoco, gli stessi immigrati vengono improvvisamente tagliati fuori dagli aiuti sociali, mentre gli anziani si trovano a dover aiutare i loro figli e nipoti senza uno straccio di lavoro.
Per quanto riguarda l’Irlanda, la Caritas osserva che “i tagli successivi dei tassi di maggior benessere una volta che la crisi è iniziata significa che la maggior parte pagamenti per il benessere sociale in Irlanda sono al di sotto della soglia di povertà”. Il problema è aggravato dal fatto che l’Irlanda è fortemente dipendente dalle prestazioni sociali per tenere lontano gli strati popolari dalla povertà. Con il 51 per cento, l’Irlanda, insieme all’Ungheria, posseggono il più alto tasso di povertà in Europa poiché sono contati sostegni sul piano sociale e pensioni. La Caritas ha esortato le organizzazioni come l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale, a prendere in considerazione le sue conclusioni prima di chiedere ulteriori tagli alla spesa. Ma è come chiedere aiuto ad una volpe per fare la guardia al pollaio. La Caritas ha chiesto inoltre un maggiore “controllo sociale” sui Paesi della moneta unica che hanno chiesto un prestito alla troika dell’usura internazionale, affinché venga valutato anche l’impatto sociale provocato dagli obiettivi di bilancio fissati dai tecnocrati dell’Unione europea. Non è tutto. La situazione evidenziata dal rapporto della Caritas non rappresenta che una parte limitata del quadro che in Europa si sta aggravando ovunque. È di ieri la notizia che un disoccupato francese si è dato fuoco nel Paese transalpino perché aveva finito il sussidio di disoccupazione e non sapendo come sbarcare il lunario ha deciso di porre fine alla sua esistenza così sofferta. Un dato da non sottovalutare perché questo accade anche nei Paesi considerati lontani dal pericolo della crisi del debito sovrano. Ma così non sembra più essere. Negli ultimi giorni i segnali provenienti da Parigi iniziano a preoccupare l’Eliseo e i ministri del governo francese che temono un euro troppo forte impedisca alla Francia di vendere i suoi prodotti sul mercato internazionale e allo stesso tempo emerge l’ennesimo dato preoccupante per il Paese transalpino riguardante la produzione industriale, crollata del 2,2 per cento. Insomma l’Unione europea dei tecnocrati di Bruxelles e dei banchieri dell’Eurotower sembra ormai arrivata al capolinea, ma a pagarne il conto sono i popoli europei che hanno una sola possibilità quella di unirsi per capovolgere la situazione, mandare a casa eurocrati e politicanti da quattro soldi per costruire l’Europa vera quella delle patrie e della giustizia sociale.


15 Febbraio 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19018

Sfratti, povertà e disoccupazione dilagano in Europaultima modifica: 2013-02-18T08:48:00+01:00da davi-luciano
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