LA LIQUIDITA’ IMPAZZITA DELLA GUERRA VALUTARIA

Thursday 14 february 2013

La Federal Reserve, la Bank of Japan, la Bank of England, la Suisse National Bank… le principali banche centrali del mondo occidentale sono impegnate in una attività senza precedenti di stimolo monetario a colpi di Quantitative Easing che sempre più spesso prevedono da qualche parte nella loro formulazione la parola “illimitato“.

 

Il risultato, voluto o no (ed in alcuni casi è inequivocabile quanto sia voluto) è il contenimento del tasso di cambio (dove non una violenta svalutazione) a danno di chi si dimostra meno aggressivo; e la Banca Centrale Europea, nel suo lanciare LTRO prima e OMT poi – peraltro in misura “indefinita“- risulta, comunque, la Banca Centrale più conservativa con il risultato che l’euro tendenzialmente tende a rivalutarsi contro tutti i suoi principali competitors. Ad alcuni Paesi, fra cui silenziosamente l’Italia e rumorosamente la Francia, questa forza dell’euro complica un po’ troppo la vita e pertanto si iniziano ad avanzare proposte, idee suggerimenti. La Francia -ad esempio- vorrebbe che venissero fissati dei tetti massimi ai concambi dell’euro, una proposta che le élite tedesche respingono senza nemmeno prenderla in considerazione. Non si può negare che il rischio di una crescente attenzione di ogni Paese del mondo sul tema valutario porti a nuovi-vecchi scenari a concambi semi-fissi (che porterebbe gli squilibri a sfogarsi diversamente).

Il G7 (ovvero il Gruppo dei Sette Paesi di maggior peso al mondo: USA, Giappone, Germania, Francia, UK, Italia, Canada) ha annunciato oggi di

“non avere obiettivi a livelli di tassi di cambio delle principali valute internazionali, ma una volatilità eccessiva delle valute si riflette negativamente per le economie, così come movimenti disordinati delle valute sono negativi per la stabilità. I Paesi del G7 intendono cooperare in materia di cambi nelle forme dovute. Le politiche monetaria resteranno focalizzate su obiettivi di natura domestica. I ministri delle Finanze e i Governatori delle Banche centrali del G7 ribadiscono l’impegno di lunga data nei confronti di tassi di cambio determinati dai mercati e confermano la volontà a consultazioni costanti per quanto riguarda le azioni sui mercati dei cambi. Confermiamo che le nostre politiche monetarie e di bilancio sono e resteranno orientate al raggiungimento di obiettivi domestici, usando a questo fine strumenti domestici, e che non avremo obiettivi a livello di tassi di cambio. Concordiamo che l’eccessiva volatilità e movimenti disordinati nei tassi di cambio possono avere implicazioni negative per la stabilità finanziaria ed economica. Continueremo il processo di stretta consultazione sui mercati dei cambi e coopereremo nei modi che saranno più appropriati”.

L’idea francese non è né nuova né originale: c’è già qualche altro Paese che ha deciso di fissare dei tetti di cambio: la Svizzera (dei rischi di un simile programma se ne è parlato diffusamente qui). Il Paese elvetico “conferma la ferma volontà di difendere l’obiettivo di cambio del franco svizzero nei confronti dell’euro, e valuta la possibilità di utilizzare altri strumenti per tentare di mantenere il margine massimo di 1,20 franchi per un euro. Il franco svizzero resta una valuta sopravvalutata.” Sono le parole di Thomas Jordan, Governatore della Banca centrale svizzera, pronunciate a stretto giro di posta dopo la diffusione della nota congiunta del G7 sulle oscillazioni valutarie.

Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e consigliere della BCE, sembra voler dare ragione al collega: se il franco è sopravvalutato non potrà certo esserlo anche l’euro, tuttavia ammonisce anche:

Anche dopo i recenti rialzi, l’euro non registra una sopravvalutazione marcata. Ed è opportuno ricordare i rischi di una svalutazione ‘pilotata’. L’esperienza del passato dimostra che svalutazioni decise a livello politico in genere non portano a guadagni sostenibili in termini di competitività. Spesso diventano necessarie continue svalutazioni e se a imboccare questa strada sono sempre più Paesi, alla fine ci si può ritrovare in un vortice di svalutazioni competitive e quindi solo a perdite per tutti. I Ministri delle Finanze possono ricorrere a un generale orientamento in tema di politica monetaria, soltanto nel caso in cui il corso dell’euro venga considerato distorto in modo chiaro e duraturo. Tornando alla presunta sopravvalutazione dell’euro, la questione distoglie dai problemi reali. Mentre la politica esita, aumentano le richieste alle banche centrali: l’Eurosistema viene considerato come l’unico organo in grado di prendere decisioni in terra europea, gli si chiede di fare di più per risolvere la Crisi, ma visto che la Crisi ha origini strutturali, questo è impossibile. La politicizzazione, strisciante o aperta, delle Banche centrali è un motivo di preoccupazione in quanto, non solo considerazioni teoriche, ma esperienze dirette – in Italia, Francia e Gran Bretagna – dimostrano il valore di una Banca centrale indipendente.

Riassumendo tutta la vicenda, il vice-presidente della BCE Vitor Constancio sentenzia che

Al momento non ci sono rischi di una guerra delle valute a livello globale ma è una prospettiva che deve essere evitata. Le principali valute mondiali non dovrebbero essere fatte oggetto di politiche questa è la nostra posizione, che abbiamo sempre rispettato. Riguardo al Giappone, nessun Paese che ha sottoscritto le dichiarazioni congiunte del G7 e del G20 dovrebbe intraprendere interventi unilaterali sui emrcati dei cambi, ma coordinarli con le altre principali valute.

Vi ricordo che pochi giorni fa, per indisponibilità a sottostare alle pressanti richieste del governo nazionale, il governatore della Banca Centrale Giapponese ha rassegnato le dimissioni.

fontebimboalieno

Tratto da: informarexresistere.fr

 



http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-la-liquidita-impazzita-della-guerra-valutaria-115351734.html

LA LIQUIDITA’ IMPAZZITA DELLA GUERRA VALUTARIAultima modifica: 2013-02-15T22:16:44+01:00da davi-luciano
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