IL SOGNO DI GOVERNI E BANCHIERI:NON FARCI ACCORGERE DI DOVE SIAMO

Ciò che sognano i governi e i banchieri centrali che manovrano l’economia, è non farci accorgere di dove siamo. Altrimenti la crisi diventa reale. Il che sarebbe un problema, perché i soldi, abbiamo visto, sono virtuali.

Così abbiamo il presidente della Federal Reserve Usa, la banca centrale della più grande economia del pianeta che ammette candidamente:

 

“Prezzi più alti delle azioni incrementeranno la ricchezza dei consumatori e aiuteranno ad aumentare la fiducia, che potrà anche incoraggiare le spese. Maggiori spese e consumi faranno aumentare le entrate e i profitti, il che, in un circolo virtuoso, porterà un ulteriore sostegno all’espansione economica.”[1]

 

Se non interpreto male c’è scritto più o meno che siamo un branco di idioti.

Il bello è che in effetti le borse possono salire anche quando tutto il resto intorno collassa. A volte vanno in orbita proprio quando il resto sprofonda. Se gli indici di borsa fossero un indicatore utile per noi comuni mortali (e non per gli accademici), lo Zimbabwe del 2009 doveva essere un paese davvero florido. La Borsa di Harare dai 1.400 punti del 2005 passò ai 6.000.000.000.000 (seimila miliardi) nel 2008.

In questo caso però i consumatori non devono essersi sentiti più ricchi, come invece sostiene il presidente della Fed: il 75% della popolazione scivolò al di sotto della sussistenza e nel paese praticamente non funzionava più niente (tranne per chi aveva dollari Usa o oro). Mentre ad esempio i maestri di scuola non andavano a scuola perché passavano le giornate a cercare da mangiare (che il valore del salario si dimezzava dopo poche ore), molti titoli azionari salivano anche del 1.000%…

Tornando a noi, l’altro giorno mi trovavo ad un convegno di quelli con i megaguru gestori mannari che ci spiegano cosa succede nel mondo. Il gestore di un fondo che investe nei bond dei paesi emergenti dispensava il suo ottimismo sul futuro di quei paesi. Il tema era assai pertinente in quanto, come forse qualcuno avrà notato, da un punto di vista di spread, spritz, rating etc. siamo diventati un paese in via di emergification: mentre l’economia si immerge e annaspa, i disastri sociali emergono. Siamo un paese immergente.

Così dalla platea è arrivata una domanda per il gestore: 

 

“Scusi, ma mentre i paesi emergenti alimentano la crescita e la competitività a suon di svalutazioni della loro moneta, oggi l’Italia (o la Spagna, per esempio) come fanno? Specialmente con l’euro che sale forte e vigoroso…”

 

“Ah, yes, good question. Ehm… in effetti l’unica possibilità che rimane agli immerging markets per tornare competitivi (non avendo una propria moneta  da svalutare per far costare meno le loro merci) è quella di fare tagli, tagli, tagli, tagli… tagli dei costi, tagli dei servizi, tagli dei salari, tagli delle teste… per fare boom dei profitti dei corporate…”

 

Perbacco, una soluzione davvero virtuosa. Purché le Borse continuino a salire con le news che flashano segni verdi del guadagno. E purché, naturalmente ci si continui a strangol indebitare per pagare interessi a qualche mega too big to fail.

 

Possiamo però consolarci: non siamo soli. Anzi, pare che il circolo virtuoso sia ben diffuso nel mondo. Ad esempio, negli Usa Sai-Bama ha indebitato anche i pronipoti in nome degli stimoli all’economia e la creazione dei posti di lavoro. Il risultato è che gli unici posti di lavoro creati sono sottopagati, part-time o a tempo determinato. Ormai il 25% dei lavoratori americani riceve meno di 23.000 dollari l’anno (17.000 euro)[2], sempre che il contratto duri un anno. Il che vien bene per tirar su una famiglia. Non a caso la middle class, la classe media, è in via di estinzione.

 

Il circolo virtuoso è quello che ha portato la creazione dei derivati, l’esplosione del credito, l’indebitamento allegro, la crescita delle bolle… in particolare a partire dalla fine degli anni ’80. Il risultato è quello di cui sopra. Però qualcuno almeno se la passa bene. Profitti dell’industria finanziaria:

 

 

Tranquilli, anche le Borse salgono. Fra poco è tutto a posto. 

 

 “Le Borse che crescono sono oggi in realtà il principale indicatore della distruzione della classe media, dell’impoverimento culturale e di una società al collasso.”

(A rising stock market today is actually a leading indicator of the destruction of the middle class, cultural destitution and a society in collapse). Mike Krieger:

 

 by Giuseppe Cloza

 

IL SOGNO DI GOVERNI E BANCHIERI:NON FARCI ACCORGERE DI DOVE SIAMOultima modifica: 2013-02-09T13:22:00+01:00da davi-luciano
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