Bancòpoli: RIZZO INCHIODA BANKITALIA

1- ANTONIO RIZZO, IL BANCHIERE CHE DENUNCIÒ LA “BANDA DEL 5%”, INCHIODA BANKITALIA – 2- “IL VERO SUPER TESTIMONE DI QUESTA VICENDA NON DOVREI ESSERE IO MA LA DOTTORESSA TARANTOLA, EX CAPO DELLA VIGILANZA IN BANKITALIA, CHE NEL NOVEMBRE DEL 2010 HA RICEVUTO LA RELAZIONE DEGLI ISPETTORI DOVE TUTTO ERA SCRITTO’’ – 3- “MENTRE LE TELECAMERE DELLA RAI INSEGUONO ME IN TUTTA ITALIA PER OTTENERE UNA DICHIARAZIONE IRRILEVANTE, NESSUNO SALE UN PIANO DI SCALE PER CHIEDERE AL PROPRIO PRESIDENTE PERCHÉ ABBIA IGNORATO QUELLA RELAZIONE E I BILANCI SBALLATI” – 4- “BERSANI PROPONE UN’INUTILE COMMISSIONE D’INCHIESTA SUI DERIVATI. MA DOVREBBE BLOCCARE SUBITO I MONTI BOND, IL PIÙ GRANDE DERIVATO MAI PRODOTTO CONTRO I CONTRIBUENTI ITALIANI. DAREMO SOLDI VERI IN CAMBIO DI SOLDI DEL MONOPOLI…’’ – 5- “CHISSÀ PERCHÉ LA LUTIFIN DI LUGANO È STATO CLIENTE DI MEZZA FINANZA ITALIANA…”
Dagospia

 1- IO SUPERTESTE VI SVELO I SEGRETI DEL MONTE

Lettera di Antonio Rizzo, ex manager Dresdner Bank, a “il Giornale”

Egregio direttore
scrivo a un «delinquente abituale» come Lei perché, probabilmente, solo qualcuno che ha ricevuto questa poco edificante qualifica può capire come il circo mediatico giudiziario che sta montando intorno al caso Monte dei Paschi stia allontanando tutti dalla ricerca della verità.

ANTONIO RIZZO

Nella visione manichea della realtà buoni contro cattivi, derivati contro mutui, destra contro sinistra si rischia di lasciare fuori da questa storia i reali responsabili e di non imparare niente dal collasso finanziario della terza banca italiana. In questo schema io sarei «il buono» che ha denunciato il malaffare nel 2008.

L’ICEBERG DELLA MONTE DEI PASCHI DI SIENA

In realtà la mia deposizione in Procura non è stata spontanea ma avvenuta su convocazione, le assicuro che ne avrei fatto volentieri a meno, poiché la banca, e il sistema, per il quale lavoravo ha tentato in tutti i modi di farmela pagare.

Non sono un eroe e non sono un martire perché grazie ai lauti stipendi, e soprattutto ai bonus, che ricevevo per vendere prodotti finanziari, mi sono potuto permettere la consulenza di due ottimi avvocati (Giuliano/Moretti) che hanno tutelato il mio lavoro e la mia reputazione. Ho venduto derivati e prodotti strutturati, come dipendente di una banca inglese prima e di Dresdner poi, in tutta Italia a banche ed enti locali tentando sempre di rispettare le leggi ed i regolamenti, mettendo in guardia i clienti dai rischi a cui andavano incontro.

MONTE PASCHI DI SIENA BY VINCINO

Ci sono sempre riuscito? Non lo so. Le leggi sono cristallizzate nel tempo mentre i prodotti finanziari si evolvono e mutano, la corrispondenza o meno ad una fattispecie del codice penale dipende solo e soltanto dall’interpretazione di un giudice che ti può dichiarare indifferentemente eroe o delinquente abituale. Detto questo il caso Monte dei Paschi non è una questione d’interpretazione e per capirlo non occorre come dice Bersani una «commissione d’inchiesta sui derivati», è un chiaro caso di falso in bilancio, malversazione e probabilmente appropriazione indebita ai danni degli azionisti grandi e piccoli.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Il polverone che si sta alzando intorno ai derivati è solo il tentativo di coprire verità e responsabilità e di spaventare chi abbia intenzione di parlare e di mettere a nudo i problemi di una finanza senza controllo che compra le proprie coperture istituzionali con promesse e minacce. Il vero super testimone di questa vicenda non dovrei essere io ma la dottoressa Tarantola che ha ricevuto la relazione degli ispettori di Banca d’Italia nel novembre del 2010 nella quale tutto era scritto e descritto in dettaglio.

Mentre le telecamere della Rai inseguono il sottoscritto in tutta Italia per ottenere una dichiarazione irrilevante, nessuno sale un piano di scale per chiedere al proprio Presidente perché abbia ignorato quella relazione consentendo l’errata contabilizzazione delle operazioni in questione. Il rapporto della Guardia di Finanza con il mio nome viene fuori durante l’audizione del Ministro Grilli alla Camera per distrarre l’attenzione dei media dal vero scandalo che si stava consumando in quel momento in Parlamento.

DRESDNER BANK

Dapprima il tentativo della presidenza della Commissione di non far parlare voci scomode e poi di coprire le penose risposte del ministro delle Finanze che non spiega, non chiarisce e non indica le responsabilità politiche ed istituzionali che hanno consentito al Monte dei Paschi di nascondere malversazioni e buchi per almeno 5 anni.MARIO DRAGHI ANNAMARIA TARANTOLA

Da quel giorno i giornalisti corrono dietro di me e nessuno si chiede che senso abbia l’operazione Casaforte, una struttura finanziaria nata a Siena nel 2007 approvata dalla Vigilanza e nella quale ci perdono sia correntisti, sia la banca e non si capisce chi ci guadagni, anzi guardando le carte si capisce molto bene ma nessuno vuol fare le domande giuste.

 

Da quel giorno sono tutti alla ricerca di una cassaforte a Siena che non esiste, di una (presunta) maxi tangente su Antonveneta o dei (presunti) conti segreti di Baldassarri. Nessuno si impegna per capire il regalo che i contribuenti italiani stanno facendo alla Fondazione ed alle banche che la finanziano con i Monti bonds. Se il Pd vuole vietare l’uso dei derivati inizi a bloccare l’emissione dei Monti bonds che sono il più grande derivato, fin ora conosciuto, stipulato a danno del contribuente italiano.

ANNAMARIA TARANTOLA

Non è il caso qui di entrare nei dettagli tecnici dell’operazione ma Le basti sapere che il risultato netto sarà che daremo soldi veri in cambio di soldi del Monopoli ed alla fine dovremo pagare ancora ed ancora, tutto grazie ad un piccolo emendamento inserito dal governo Monti in finanziaria, approvata durante le vacanze di Natale. Ed io sarei il super testimone? O sono forse solo e soltanto una piccola pedina di un ingranaggio di disinformazione per coprire il continuo ed ininterrotto flusso di denaro che si sta trasferendo dall’economia reale e dallo Stato alle banche con la complicità dei loro amici?


2- ANTONIO RIZZO, L’UOMO CHE REGISTRÒ QUELLE CONVERSAZIONI «PENSAVO AL MIO POSTO»
Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

VITTORIO GRILLI FOTO ANSA

Superbonus non abita più qui. Non ci sono doti di coraggio o nobiltà dietro alla scelta di registrare le conversazioni all’interno della fu Dresdner Bank. «Io volevo solo tutelarmi e salvare il mio posto di lavoro. I discorsi sui massimi sistemi della finanza non mi interessavano. Avevo paura di essere licenziato e quei nastri potevano rappresentare un’ arma di difesa in una eventuale causa di lavoro».
Antonio Rizzo ha 45 anni, moglie, due figli e qualche problema con le gallerie del Freccia rossa che sulla via del ritorno a casa interrompono le sue conversazioni. Il cellulare squilla di continuo, come si addice all’uomo del giorno. Ieri mattina ha messo le sue capacità al servizio dell’inchiesta su Monte dei Paschi. Dal 2009 titolare di un blog economico sul sito de Il Fatto quotidiano dove si firma come Superbonus, entra in questa storia con addosso un’altra etichetta di una certa enfasi, quella di supertestimone.
Agli ufficiali della Guardia di f inanza che lo hanno sentito in una caserma di Roma ha confermato quel che aveva visto e sentito nel lontano 2008 quando lavorava alla banca Dresdner. Le operazioni sospette riguardanti le operazioni di riacquisto di un pacchetto titoli strutturato da Monte Paschi Londra. La lauta intermediazione versata dal suo istituto a Lutifin, agenzia di brokeraggio con sede a Lugano.

VITTORIO GRILLI JPEG

Le voci di dentro che spiegavano questo ulteriore passaggio di denaro con le pratiche della presunta «banda del 5%», ovvero Gianluca Baldassarri, ex direttore dell’area finanza di Mps, e Matteo Pontone, responsabile delle filiali di Londra. A quel tempo Rizzo era già a conoscenza dell’inchiesta della procura di Milano su Lutifin. Alla Dresdner, sostiene, vigeva la regola del silenzio. I pochi che osavano proferire verbo su queste storie venivano minacciati di licenziamento.

«Così mi decisi ad agire. Ho registrato di nascosto conversazioni con alcuni colleghi e altre con i responsabili della nostra “polizia interna”. Volevo solo salvarmi, altro che pubblica denuncia dei nostri panni sporchi».

PRESENTAZIONE DEL LIBRO LA DEMOCRAZIA IN EUROPA DI MARIO MONTI E SYLVIE GOULARD MARIO MONTI

I nastri, e le parole di Rizzo, finirono agli atti dell’inchiesta milanese e cinque anni dopo sono tornati ad avere una certa importanza: la procura di Siena si appresta ad acquisire tutto il materiale. «Rispetto ad allora è cambiata solo la mia percezione di Lutifin. Ho sempre pensato che si trattasse di un broker marginale, una anomalia passeggera, e irrilevante. Ora ho saputo che è stato cliente di mezza finanza italiana. Chissà perché…».
L’ultima frase rivela una certa malizia. Ma Superbonus non può andare oltre. Non è uscito dal gruppo, tutt’altro. Questa mattina non farà i consueti 70 chilometri dalla sua casa di Lodi fino alla sede della banca che dirige in Brianza. È in aspettativa per alcuni mesi, che ha deciso di dedicare alla promozione della campagna elettorale di Giulio Tremonti.

GIUSEPPE MUSSARI ARRIVA AL TRIBUNALE DI SIENA

Quando aprì il blog, dice che con lui andava pesante. Poi si sono conosciuti. Le idee dell’ex ministro dell’Economia hanno fatto breccia nell’aspirante fustigatore del sistema creditizio. Dice che il programma del prof, lui lo chiama così, contiene molte cose buone e quindi si adopera per farlo girare.
Forse c’entra qualcosa il richiamo della foresta socialista. Anche Rizzo ha un passato nel Psi. Ci era entrato giovanissimo nella sua Lecce, sostenitore della corrente di sinistra che faceva capo ai suoi conterranei Rino Formica e Signorile. Poi venne giù tutto. Racconta di essere stato cacciato una prima volta quando raccolse le firme per il referendum sul sistema elettorale del 1993, quando Craxi invitò tutti ad andare al mare. Ci rientrò durante la breve segreteria di Benvenuto, arrivando a fare parte della Direzione nazionale. Quando il Parlamento votò contro l’autorizzazione a procedere nei confronti di Craxi, salutò tutti, in compagnia di Valdo Spini.
L a conclusione della tumultuosa esperienza politica lo indusse alla laurea in giurisprudenza e alla carriera bancaria. Cominciò nel 1994 alla Banca del Salento, proprio quella che nel dicembre ’99 sarebbe stata acquisita da Mps, con tanto di esportazione di manager e secondo alcuni decisivo cambio, non in meglio, della cultura dell’istituto senese.

GIUSEPPE MUSSARI ARRIVA AL TRIBUNALE DI SIENA

Rizzo se ne andò nel 1996. Oggi è direttore finanziario di una piccola banca italiana, lavoro che alterna con l’attività pubblicistica. L’identità nascosta dietro allo pseudonimo è caduta da tempo, a causa di alcune comparsate tv, non sgradite all’interessato.
«C’è finalmente una parte di marcio del sistema-finanza che sta emergendo. Ma il vero problema del nostro ambiente è una riservatezza che sempre più spesso si trasforma in omertà. Tutti sanno, nessuno parla. E chi lo fa, come me, rischia l’emarginazione». L’ultima frase, «sono stato un incosciente», contiene tracce di sincera inquietudine. Nell’inchiesta sul Monte dei Paschi il posto del super eroe è ancora vacante.

 http://pas-fermiamolebanche.blogspot.it/2013/02/bancopoli-rizzo-inchioda-bankitalia.html

 La Procura di Siena: molto «choosy»

Maurizio Blondet
04 Febbraio 2013
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Non ci si sazia mai di ammirare la mano delicata dei procuratori di Siena che stanno indagando sull’enorme scandalo comunista Montepaschi. Nessuna intercettazione esce di lì, nessuna indiscrezione ai media amici: mica come dalle Boccassini, dagli Ingroia o dai Woodcock per Berlusconi o dell’Utri. «Mussari è stato già, in massima segretezza, interrogato dai pm senesi», dicono i giornali. Si viene a sapere che gli infaticabili pubblici ministeri hanno selezionato « undici indagati tra i quali «nessun politico», come lasciano trapelare ambienti giudiziari» (da Il Giornale). Nessun politico. Mi raccomando.

Un momento. C’è un nome che da giorni, gli inviati sono stati autorizzati a nominare. La Procura di Siena sta dedicando «un’attenzione particolare al ruolo del consigliere Andrea Pisaneschi — …
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Corona è in galera. E Mussari, perché no? E Draghi, Monti, D’Alema sono a piede libero

Maurizio Blondet
27 Gennaio 2013
Se qualcuno insinua che i rapporti fra Montepaschi e il PD siano men che onesto, «Li sbraniamo», ha minacciato Bersani. Ti piace vincere facile, eh, Segretario? Mica hai alle calcagna dei procuratori come la Boccassini, che ha fatto il diavolo a quattro bruciando le tappe per ottenere una condanna di Berlusconi prima delle elezioni. Tu, e il tuo PD, potete contare su pubblici accusatori pieni di delicatezza, di tatto e di riserbo. E senza fretta. Son già 5 anni (cinque) che si sa che Mussari, con Montepaschi, ha comprato Antonveneta pagandola 9 miliardi quando ne valeva 6, e dunque che qualcosa puzzava: qualcosa di grosso, miliardi spariti. Ma solo adesso i procuratori di Siena, Grosso e Nastasi, hanno aperto il fascicolo, dopo le notizie giornalistiche su quel tesoretto di 2 miliardi di euro parcheggiati in una banca londinese, «l’incongruo e mai giustificato sovraprezzo per l’…

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Cosa nasconde la fondazione di Bersani?

3 settembre 2012

Cosa nasconde la fondazione di Bersani?

“Che le fondazioni siano diventate mezzi di finanziamento occulto di importanti uomini politici”, come racconta ad Altreconomia (n.141 in edicola) il deputato Aldo Di Biagio di FLI? 
Proprio come prevede la legge (fatta dai politici)le fondazioni politiche non sono obbligate a pubblicare i loro bilanci …ma ecco qualche notizia interessante:  
SYMBOLA “fondazione per le qualità italiane”, presieduta dal deputato PD Ermete Realacci (nel 2011 entrate  totali  per 815.000 €uro) ha tra i suoi sostenitori: Autogrill Group, CIR di De Benedetti, Eni, San Pellegrino, Monte dei Paschi di Siena e Sorgenia.  

La più longeva è ITALIANIEUROPEI di Massimo D’Alema. Inserzionisti pubblicitari sono tra gli altri: Manutencoop, British American Tobacco, Eni, Ferrovie dello Stato, Lottomatica, Coopsette, Telecom Italia e Piaggio. Finmeccanica ha contribuito “fin dalla nascita” con 40mila euro annui.

ASPEN Insitute “associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro” è presieduta da Giulio Tremonti e vede nel comitato esecutivo: il Presidente del Consiglio Mario Monti, Giuliano Amato, Romano Prodi, il Ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi e giornalisti come Lucia Annunziata e Paolo Mieli. I “soci sostenitori” sono oltre centocinquanta: A2a, Acea, Assicurazioni Generali, Finmeccanica, Enel, Cassa deposititi e prestiti, Eni, Bnp Paribas, Citigroup, Fiat, Farmindustria,  Gdf Suez, Morgan StanleyItalcementi, Unicredit, Rcs… 

 

NENS (Nuova economia, nuova società) è l’associazione-centrostudi di “cultura riformista” di Pierluigi Bersani. Se è possibile ottenere copia dell’ultimo bilancio è impossibile entrare nel merito: i 215.000 €uro di ricavi per “prestazioni” registrati nel 2011 restano una cifra sospesa, visto che i committenti degli studi, “per motivi di riservatezza” non possono essere conosciuti.

L’associazione VEDRO’, nata su iniziativa di Enrico L etta (PD) e Angelino Alfano (PDL), ha visto nel tempo il coinvolgimento di noti giornalisti (Curzio Maltese e Oscar Giannino), politici (Maurizio Lupi Matteo Renzi), manager (l’Ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti e il ministro Corrado Passera, ex Int esa Sanpaolo). Tra i principali supporters: centrale Fies di Dro, Enel, Eni, Telecom Italia, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, Nestlé, Bombardier, Farmindustria e il Gruppo Cremonini.

http://bojafauss.ilcannocchiale.it/2012/09/03/cosa_nasconde_la_fondazione_di.html

Johnny Cloaca’s Freedonia: Rev. Jim Wallis: Ennesima Vittima della Strategia di Rockefeller

Ecco perché il partito mondialista elitario italiano detto PD ha usato, rubandolo al movimento Per il Bene comune,  lo slogan Bene Comune.

Era il nuovo motto dei potenti ricchi di Davos, che sono tanto filantropi e di buon cuore…….

 Johnny Cloaca’s Freedonia: Rev. Jim Wallis: Ennesima Vittima della Strategia di Rockefeller

Rev. Jim Wallis: Ennesima Vittima della Strategia di Rockefeller

di Gary North

 Jim Wallis è il personaggio pubblico più ingenuo che abbia mai visto negli ultimi 45 anni. Nessun altro lo batte.

 Ogni anno viene invitato al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. E’ l’incontro annuale delle persone più ricche e potenti della terra.

 Perché invitare Wallis? E’ un attivista politico di sinistra che opera sotto l’ombrello del no-profit ed è dedito ad un obiettivo primario: fare in modo che il governo federale aumenti le tasse ai ricchi ed alla classe medio-alta per dare i soldi ai poveri. Il suo scopo secondario è quello di convincere i fondamentalisti e gli evangelici a dedicare tempo e denaro per eleggere Democratici e Repubblicani che poi approveranno queste proposte.

 Perché è un ingenuo? In primo luogo, perché presuppone che il governo federale sia interessato ad aiutare i poveri. I politici dicono di volerli aiutare, ma in tutta la storia del governo federale raramente i poveri sono stati aiutati davvero. Non votano in blocco. In realtà, non ci vanno quasi mai a votare. Non hanno soldi da dare alle campagne politiche. Pertanto, lo stato sociale si è sempre concentrato nell’aiutare la classe media. Lo fa in nome dei poveri, ma in realtà aiuta la classe media perché è lì che si annidano i voti.

 Il governo federale spende un sacco di soldi per supportare l’istruzione universitaria, il che significa che spende un sacco di soldi per finanziare professori di ruolo (classe medio-alta) le cui ricerche sono sostanzialmente irrilevanti agli occhi del mercato o di chiunque altro. Queste università sono piene di diplomati della classe media e medio-alta. E’ raro vederci i poveri. Se ci sono, o vengono bocciati o restano a corto di soldi.

 La Previdenza Sociale ed il Medicare sono i due assorbitori principali dei fondi federali destinati all’assistenzialismo. Questo denaro finisce per lo più nelle mani di persone della classe media. L’unico grande quantitativo di denaro che invece finisce nelle mani dei poveri è il Medicaid.

 Jim Wallis non parla di maggiori finanziamenti al Medicaid; sta parlando di finanzaimenti assistenziali per decine di milioni di persone povere. Il governo federale non se ne è mai interessato, e quel poco denaro che andava in quella direzione venne fermato da Bill Clinton alla fine degli anni ’90. Come aveva promesso, pose fine al welfare in America così come l’avevamo conosciuto. Era l’eredità principale di Clinton, oltre al suo impeachment, ma Jim Wallis non ne parla quasi mai.

 E per quanto riguarda i food stamp, o buoni alimentari? Non è forse questa una sovvenzione ai poveri? I food stamp per i poveri sono come l’etanolo per gli ambientalisti: scuse per finanziare l’agroalimentare.

 In secondo luogo, l’altro lavoro della sua altra vita consiste nel convincere i fondamentalisti ad adottare il vangelo sociale, ed è quanto di più inutile si possa immaginare. Il vangelo sociale non ha mai avuto niente a che fare con gli insegnamenti di Gesù, ed i fondamentalisti americani, i Pentecostali e gli evangelici sono stati formati in chiese che rifiutavano esplicitamente il vangelo sociale. Queste chiese non hanno aderito al vecchio Consiglio Federale delle Chiese, e non hanno aderito al suo sostituto di oggi, il Consiglio Nazionale delle Chiese. In altre parole, i suoi target di riferimento o non hanno mai sentito parlare di lui, o pensano che sia un pazzo. Pensano che sia un agitatore liberal, esattamente quello che è.

 Quindi, Wallis ha trascorso tutta la sua vita dedicandola alla futilità. Il governo federale non gli presta attenzione, e nemmeno gli integralisti.

 Quello che non vuole ammettere è che i liberal della classe medio-alta sono gli unici che gli prestano attenzione. Queste persone gestiscono i mezzi di comunicazione e lo trattano come il cagnolino fedele della sinistra umanista ogni volta che vogliono un parere dei Cristiani sugli ultimi sprechi federali. Sta al gioco, e poi scompare di nuovo da qualche parte tra le principali denominazioni Protestanti e tra le chiese evangeliche e Pentecostali, le quali non gli prestano affatto attenzione.

 Potete saperne di più qui.

 LA STRATEGIA DI ROCKEFELLER

 Questo fine settimana ha superato sé stesso in termini di ingenuità. Le persone più ricche del mondo, che si sono date appuntamento al loro enclave di Davos, in Svizzera, lo hanno messo in un gruppo come vice presidente. Questo schieramento è impegnato nella promozione di un manifesto. Beh, forse non è esattamente un manifesto, è più come un documento sulla posizione politica di una commissione.

 I ricchi non prestano attenzione a tali documenti di liberal della classe medio-alta che lavorano per organizzazioni no-profit. Staccano qualche assegno una volta ogni tanto solo per mantenere queste persone al guinzaglio, ed è un guinzaglio corto.

 Lasciate che vi dica come funziona. David Rockefeller è un maestro in questo campo, e l’ha imparato da suo padre, John D. Rockefeller, Jr. Quando Junior prese il comando della fondazione Rockefeller nel 1917, sapeva già quello che doveva fare. Nel 1914 la famiglia aveva affrontato l’infame massacro di Ludlow, in Colorado: guardie armate assunte da una società mineraria di proprietà dell’Impero Rockefeller spararono su donne e bambini. Era coinvolta anche la guardia nazionale del Colorado. Le donne fuggirono in una tenda che prese fuoco: morirono undici donne e due bambini. Erano le mogli e i figli dei minatori in sciopero. Altri morirono nel confronto. Scoppiò una specie di guerra. Nei dieci giorni successivi, vennero uccise decine di altri minatori. La cattiva pubblicità costrinse Junior a prendere provvedimenti.

 Junior imbastì un’azione efficace. Assunse uno dei due fondatori delle pubbliche relazioni, Ivy Lee. (L’altro era il nipote di Sigmund Freud, Edward Bernays, che è molto più famoso.) Lee era un liberal Protestante. Fu uno dei fondatori del Council on Foreign Relations nel 1921. Disse a Junior cosa fare: ammettere la piena responsabilità, andare in Colorado, stringere la mano ai membri del sindacato, e dire loro di essere terribilmente dispiaciuto. Questo è esattamente ciò che fece Junior, e funzionò. Fu una delle campagne sulle pubbliche relazioni di maggior successo nella storia americana. Disinnescò lo sciopero.

 Junior era un liberal teologicamente e politicamente, e sapeva come spendere i soldi delle sue varie fondazioni. Anche Ivy Lee, che consigliò molti dei super ricchi di quel periodo. Nei quattro decenni successivi Rockefeller utilizzò una piccola parte di quel denaro per acquistare i leader nel mondo accademico e dell’informazione. Avrebbe sganciato denaro a sufficienza per dimostrare che gli importasse davvero, e loro tennero chiusa la bocca. Non c’era alcun accordo scritto che li invitava a tenere chiusa la bocca, ma lo fecero lo stesso. Comprò letteralmente l’establishment accademico americano nel campo delle scienze sociali. (C’è un libro su questo argomento, Don Fisher: Fundamental Development of the Social Sciences: Rockefeller Philanthropy and the United States Social Science Research Council [Ann Arbor: University of Michigan Press, 1993].) 

 Se volete sapere perché mai negli Stati Uniti le grandi fondazioni della destra non hanno mai detto una parola contro Rockefeller, è perché quest’ultimo si assicura che non accada. La Fondazione Rockefeller invia a queste organizzazioni assegni da $50,000 l’anno. Per lui sono spiccioli, per loro rappresenta una grande donazione. Non dice loro di tacere; tuttavia, tacciono lo stesso. L’ha fatto per 40 anni. Una strategia che ha funzionato tanto per il padre quanto sta funzionando per il figlio.

 DAVOS: DOVE LE ELITE SI INCONTRANO PER MANGIARE

 Ogni anno, le persone più ricche del mondo si riuniscono a Davos, in Svizzera. La storia di questi incontri è descritta nel libro di David Rothkopf, Superclass. L’autore sostiene che il denaro posseduto personalmente o controllato direttamente dalle 6,000 persone nella superclasse è uguale alla ricchezza posseduta dai 3 miliardi di persone povere in tutto il mondo. Non so se questa cifra sia corretta, ma è abbastanza vicina alle statistiche del Nuovo Ordine Mondiale.

 Quest’anno hanno invitato Wallis a far parte di un gruppo che avrebbe presentato un documento in cui si chiede di trasformare le corporazioni mondiali e la politica mondiale. Dovete capire che queste persone controllano le più grandi multinazionali del mondo. Rappresentano davvero una superclasse. Eppure Wallis ogni anno va a Davos con entusiasmo, come se fosse un giocatore. Lui è quello che Lenin definiva un utile idiota.

 A Davos quelle persone hanno un determinato programma: conservare il potere e la ricchezza per mezzo dell’intervento del governo. Wallis ritiene che i governi, contrallati da queste persone, dovrebbero dare più soldi ai poveri. Questi governi danno soldi ai poveri allo stesso modo in cui Junior dava soldi ai poveri dal 1917 fino alla sua morte nel 1960. Suo padre adottò una strategia subdolamente truffaldina: dava monetine ai bambini. Non è chiaro se Ivy Lee consigliò questa politica, ma si dice che l’abbia fatto. Probabilmente no. Il vecchio era esperto, dava un paio di monete da dieci centesimi e riceveva un sacco di pubblicità sui giornali, tutto qui. Questo è esattamente ciò che fanno le persone che vanno a Davos. Invitano i loro nemici ideologici a parlare in una piccola stanza e li invitano a presentare un manifesto. Questo approccio compra i critici. Fa credere loro che siano diventati degli attori, che ormai facciano parte del cerchio interno. In realtà, sono semplicemente uomini di punta per i nemici ideologici, finanziari e politici che si presentano a Davos ogni anno.

 Lo invitano ogni anno. C’è stato nel 2008, nel 2009, nel 2010 e nel 2012. Socializza ogni anno con i potenti.

 C’è sempre un prezzo da pagare per coloro invitati nel cortile esterno del tempio del potere che vogliono socializzare con i potenti. Il prezzo è questo: opposizione leale e lavoro di squadra. Ecco l’offerta: “Potete contribuire a cambiare le cose dall’interno.” Come diceva George Gobel a metà degli anni ’50, “Ceeeeeerto che puoi.”

 Questa settimana Wallis ha pubblicato una sua e-mail raggiante in cui raccontava della meravigliosa opportunità che ha avuto nel partecipare alla stesura di un certo documento. L’articolo si intitola, “The Call for a New Social Covenant.” Sembrava come se i ricchi stessero prestando attenzione a lui e ai suoi colleghi delle piccole organizzazioni no-profit.

 E invece no.

 Questa settimana in occasione del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, guarderemo al futuro e ci chiederemo: “e ora?” In una sessione di Sabato – “The Moral Economy: From Social Contract to Social Covenant” – prenderà vita un documento su un nuovo “patto sociale” tra cittadini, governi e imprese. Questo è davvero “un invito” ad una discussione mondiale su quali valori siano necessari per affrontare le numerose sfide e le scelte difficili. La disuguaglianza, l’austerità, il ridimensionamento, i vincoli, la mal-distribuzione, i crescenti conflitti per le risorse e l’estrema povertà sollevano domande sui nostri valori.

 “Un nuovo patto sociale”: suona vagamente familiare. Ah, sì. Ora ricordo. Un anno fa, Wallis scrisse un pezzo per l’Huffington Post: “Bad Behavior at Davos.” E cominciò:

 Davos, Svizzera – Le contraddizioni sono enormi. Molte delle persone più ricche del mondo sono qui – e le più potenti, tra cui vari capi di stato. Eppure si parla sempre più spesso di valori, soprattutto a seguito della crisi economica che la maggior parte di loro crede che sia anche una crisi di valori.

 

In questo momento sto ascoltando un gruppo che disquisisce su un “Contratto Sociale” e si parla molto delle responsabilità delle compagnie nei confronti della società e anche del bene comune – “fare del bene mentre si fa bene” e tutto il resto.

 

Ma quello di cui non si è parlato molto è cosa facciamo quando le persone ricche e potenti e le istituzioni agiscono contro il bene comune.

 Infatti, e non se ne parlerà mai. Aspettarsi che i partecipanti a Davos discutano di tali questioni equivale ad aspettarsi che un gruppo di vegetariani discuta dei benefici del cannibalismo.

 Ad esempio, questa crisi economica non è stata causata dalle “corporazioni” o dalle “banche.” E’ stata una crisi provocata da circa sei banche! Leader particolari di banche particolari hanno preso decisioni rischiose, egoiste ed avide. Quindi, come possiamo assegnarli un nome e dire loro che devono cambiare comportamento, o ritenerli responsabili e approvare nuove regole e, sì, leggi che non consentano loro di farlo di nuovo?

 

A meno che tutto il nostro parlare di “valori” non cambi i cattivi comportamenti, stiamo solo parlando.

 Questa frase sarebbe un epitaffio accurato per la lapide di Wallis: Ha parlato, parlato, parlato.

 I partecipanti a Davos hanno visto un’opportunità. Quest’anno hanno invitato Wallis affinché predesse parte ad un’assemblea di persone illustri. L’hanno lasciato lavorare alla creazione di un documento su una posizione politica ufficiale. Un documento su una posizione politica ufficiale! Una nuova era è alle porte! Ha anche avuto modo di partecipare ad una riunione.

 Mi sembra quasi di vedere la scena di C. B. DeMille impersonato da Charleton Heston. “Ecco, adesso parla!”

 E parla, parla, parla.

 Erano venuti preparati: il documento su una posizione politica ufficiale. Perché? Per stimolare conversazioni. Riuscite a crederci? Conversazioni!

 La discussione stessa aiuterà a produrre la conversazione che condurrà ai risultati di cui abbiamo bisogno.

Una conversazione morale su un patto sociale potrebbe richiedere una riflessione sulla moralità in un’economia. Come possiamo fare le cose in modo diverso, più responsabile, più equo, e sì, più democratico? Nei forum in cui si incontrano imprenditori e politici, la conversazione dovrebbe concentrarsi sul significato di un’economia morale, in modo da interrogarci sui nostri fallimenti e capire come porvi rimedio. Tale discussione potrebbe generare nuove strategie, le quali potrebbero generare decisioni etiche e pratiche riguardo l’economia delle nostre famiglie locali e globali.

 E’ roba vecchia. Invece, bisogna conversare! Questo è il biglietto vincente. “Andate in tutto il mondo e discutete con i partecipanti dei gruppi di tutte le nazioni.”

 Quale migliore conversazione potremmo avere per il bene comune? Ho avuto l’opportunità di essere il co-autore di questa nuova alleanza sociale e contribuire a guidare il Global Action Council on Values, che ha rilasciato questa nuovo documento. Invito tutti a leggere il Nuovo Patto Sociale e partecipare alla conversazione!

 IL “MANIFESTO”

 L’ho letto. Si tratta di sogni, tutto fumo e niente arrosto. Lo trovate qui.

 Andiamo al sodo. A pagina 5 del documento, ci avviciniamo alla morale della storia.

 Noi crediamo che debba essere urgentemente progettato un nuovo Patto Sociale tra cittadini, imprese e governo. Crediamo che debba essere un Patto e non un Contratto, poiché valori e fiducia sono molto più importanti in un Patto piuttosto che in un Contatto. Un contratto è transazionale; mentre un patto è morale. Per definizione, ciò richiederà l’impegno e la collaborazione di tutte le parti interessate — governi, imprese, gruppi della società civile, gruppi religiosi ecc. Tali Alleanze varieranno da paese a paese, e non sarà possibile essere prescrittivi circa il contenuto o il processo. Si prevede che alcuni valori universali, quali la dignità della persona, promuovere il bene comune e la responsabilità per la gestione del pianeta, saranno delle caratteristiche universalmente presenti.

 Utilizza parecchio la voce passiva, come nella maggior parte dei casi in cui lo stato parla di ingegneria politica. Annuncia che “debba essere urgentemente progettato un nuovo Patto Sociale tra cittadini, imprese e governo.” Progettato da chi? Imposto da chi? Con quali conseguenze per chi non partecipa?

 Il documento elude questi problemi. “Tali Alleanze varieranno da paese a paese, e non sarà possibile essere prescrittivi circa il contenuto o il processo.” Traduzione: “ci faremo venire delle idee man mano che andremo avanti.” “Si prevede che alcuni valori universali, quali la dignità della persona, promuovere il bene comune e la responsabilità per la gestione del pianeta, saranno delle caratteristiche universalmente presenti.” Chi lo prevede? Se l’attuale ordine mondiale ha fallito, come insiste il documento, allora chi organizzerà la ri-progettazione?

 Questo documento è stato presentato nel ventre della bestia. È come se gli Apostoli fossero stati invitati ad un convegno promosso da Nerone nel 63 d.C. per discutere di “ciò che deve essere fatto.”

 Ecco il programma consigliato. Mentre lo leggete, tenete a mente questa frase: “E gli asini volano.” (Il documento originale presenta un elenco di punti. Riuscite ad immaginare se Il Manifesto del Partito Comunista fosse stato presentato con un un elenco di punti? Oppure in una presentazione PowerPoint? Voglio dire, “Lavoratori di tutto il mondo, unitevi” avrebbe sicuramente figurato bene come primo punto. E’ incredibile come la tecnologia digitale abbia cambiato i manifesti.)

 Accordo sulla base di valori etici universali

 

Questi valori devono trovare riscontro nella legislazione corrente ed i regolamenti devono essere emanati dai singoli paesi; accordi nell’economia internazionale che definiscano i compiti dei vari paesi

 

I sistemi di istruzione aperti a tutti ed uguaglianza di opportunità

Fornire posti di lavoro sufficientemente “buoni.” Ciò richiede una particolare attenzione alla qualità di questi posti di lavoro per i non laureati; forti opportunità di formazione tecnica; apprendistato, sistema di incentivi fiscali e strategia industriale del XXI secolo

 

Equo compenso per il duro lavoro e contributi alla società

Protezione adeguata per il risparmio e gli asset

Impegno a ridurre le disuguaglianze, mantenere redditi e remunerazioni in fasce “oneste” 

Cura dell’ambiente ed impegno a preservare il capitale naturale a beneficio delle future generazioni — anche “la settima generazione” di indigeni la utilizza come metrica morale.

Settori finanziari ampiamente percepiti come stabili, socialmente utili, e responsabili

Rafforzare l’opportunità e la mobilità sociale

Promozione del benessere umano: felicità, prosperità ed uguaglianza di libertà

Adeguamento verso nuovi sistemi di misura per misurare i progressi della società

Mondo digitale e virtuale: data la presenza di complesse tecnologie, la privacy e la trasparenza pubblica diventeranno cruciali per la fiducia che ci serve

Passare da un modello azionista (come nelle compagnie) e un modello clientelare (come nelle scuole e nelle università) ad un modello che coinvolga le parti interessate

Coinvolgere la nuova generazione nel progettazione di nuovi modelli e strategie

 Ogni volta che vedete un elenco di “doveri” che non è accompagnato da un elenco di premi e punizioni — sanzioni — state guardando un esercizio di fantasia. Sarebbe come discutere d’economia senza menzionare profitti e perdite. Aspettate, non è “come”; è proprio così.

 La commissione ha compreso il problema, ma ha evitato qualsiasi suggerimento, per non parlare delle risposte.

 Le alleanze sociali potrebbero essere stipulate in base alla fiducia, ma questa fiducia deve essere monitorata, incentivata e premiata. Le riforme devono produrre nuovi accordi istituzionali che fisseranno una rappresentazione significativa per il 99%. In che modo le nuove alleanze possono ricostruire la nostra fiducia nella leadership politica e nel business?

 Ogni volta che vedete la parola “incentivata,” potete stare sicuri al 99% che si tratta di dirigenti ben pagati che lavorano per organizzazioni no-profit.

 Mentre il “contratto” può essere rotto, un senso di “alleanza” è più necessario che mai — fuso con il senso dei valori morali e degli impegni; e il processo di formulazione di nuovi patti sociali potrebbe essere fondamentale per trovare le soluzioni.

 Capite perché queste persone sono andate al World Economic Forum? Perché questo manifesto ha tutto il fascino di una relazione di commissione.

 Conversazioni, riunioni, processi. E’ tutto così sicuro. E’ tutto così orientato verso il lavoro di squadra. E’ tutto così innocuo.

 CONCLUSIONE

 Jim Wallis ha trascorso la sua vita alla ricerca di riforme politiche per produrre uno stato sociale, il tutto in nome di Gesù. Che cosa ha da mostrare per una vita di sacrificio salariato? Un posto al banchetto annuale dei broker più ricchi e potenti del mondo. Il suo tavolo è ai margini della stanza, vicino a dove i camerieri entrano ed escono dalla cucina. Ma almeno è nella grande sala.

 Come ho già detto, è la figura pubblica più ingenua che abbia mai visto.

 [*] traduzione di Francesco Simoncelli

http://johnnycloaca.blogspot.it/2013/02/rev-jim-wallis-ennesima-vittima-della.html

 

Hollande, bisogna abbbassare il valore dell’euro

detto da uno che sostiene che l’austerità non deve essere in contrasto con la crescita. Speriamo non intenda sostenere i cittadini più deboli come sta sostenendo i cittadini del Mali.

Hollande, bisogna abbbassare il valore dell’euro 

Di Marcello Bussi

L’Europa “sta lasciando l’euro vulnerabile a movimenti irrazionali, in una direzione o nell’altra” e deve quindi reagire “con una politica dei tassi di cambio”.Lo ha affermato il presidente francese, Francois Hollande, nel suo primo discorso al Parlamento Europeo di Strasburgo. “Un’unione monetaria deve avere una politica sui tassi di cambio, altrimenti resterà soggetta a un tasso di cambio che non esprime le vere condizioni della sua economia”, ha dichiarato Hollande, che ha inoltre sottolineato come in Europa “i tagli alla spesa non devono minare la crescita”.

“Va bene fare tagli, ma indebolire l’economia no”, ha affermato Hollande, rivendicando l’impegno della Francia per il progetto europeo, un modello economico e sociale “invidiato in ogni altro continente” nel quale, però, molti cittadini stanno perdendo fiducia a causa della crisi. “La crisi dell’Eurozona è in larga parte alle nostre spalle, la sfida di oggi è però la sfiducia della gente”, ha detto ancora Hollande, sottolineando come l’austerity non possa essere contrapposta alla crescita e come la politica di bilancio debba anche “sostenere i più vulnerabili, i più esposti alla crisi, i più poveri”.

Per quanto riguarda la necessità di agire sul tasso di cambio, l’inquilino dell’Eliseo ha invitato i partner dell’Eurozona a elaborare un progetto di medio termine. Immediata la risposta negativa del ministro dell’Economia tedesco, Philipp Roesler: “L’obiettivo deve essere il miglioramento della competitività, non l’indebolimento della valuta”. E ora tutti aspettabo che cosa dirà sull’argomento il presidente della Bce, Mario Draghi. Sempre che voglia affrontare l’argomento

http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201302051457196524&chkAgenzie=TMFI

Chi lancia gli allarmi climatici? La Banca Mondiale. | Lo Sai

 

 

Quando sono le banche a lanciare allarmi che dovrebbero partire dal campo scientifico, allora è il momento di riflettere…

Il Pianeta ”puo’ e deve evitare il riscaldamento di quattro gradi” e laBanca mondiale sara’ sempre piu’ impegnata nella battaglia contro l’emergenza clima. Questo il messaggio lanciato oggi da Patrick Verkooijen, rappresentante speciale per i cambiamenti climatici, in occasione di una conferenza al Parlamento europeo.

”La mancanza di azioni ambiziose nel campo dei cambiamenti climatici – ha detto Verkooijen – minaccia di mettere la prosperita’ fuori dalla portata di milioni di persone e di far tornare indietro lo sviluppo di decenni”. Per questo ”abbiamo bisogno di una risposta globale sulla stessa scala del problema, – ha aggiunto il rappresentante speciale della Banca mondiale – ma il tempo a disposizione e’ molto poco”.

Finanziamenti per i cambiamenti climatici transitano attraverso ”paradisi fiscali” facendo poi perdere ogni traccia

Secondo Verkooijen ”il mondo deve affrontare il problema dei cambiamenti climatici in maniera piu’ aggressiva. L’adattamento da solo non e’ un’alternativa alla mitigazione”, cioe’ il taglio delle emissioni di gas serra. Di qui la riflessione avviata dalla stessa Banca mondiale, su tutto il suo lavoro ”alla luce dei cambiamenti climatici”. ”Raddoppieremo gli sforzi (cioé i prestiti per strangolare le nazioni ndr) – ha concluso il rappresentante della Banca mondiale – a sostegno degli sforzi nazionali (cittadini appezzentiti per ripagare i debiti bancari ndr) per mitigare le emissioni di carbonio, costruire la capacita’ di adattamento e trovare soluzioni” alle prossime sfide.

Fonte: Eco Hysteria

 



http://www.losai.eu/chi-lancia-gli-allarmi-climatici-la-banca-mondiale/#.URF4o0LrS6F

 

Per capire VERAMENTE CHI è Monti…al di là della facciata ipocrita da Gesuita

Mario Monti messo a tacere dal portavoce dei “Tea Party” 
da L’Indipendenza 
Con riferimento all’ultima puntata della trasmissione “Leader” di Lucia Annunziata, andata in onda  Venerdì 1 Febbraio in prima serata  su Rai 3, corre l’obbligo di segnalare l’inedito scambio di battute (a dir poco “irriverente”) tra il premier Mario Monti e il portavoce nazionale del Tea Party Italia, Giacomo Zucco.
Il tutto avviene proprio mentre il Presidente del Consiglio si sta congedando dalla trasmissione.
Questa – dice Monti – ha la fama di essere una trasmissione difficile per chi viene invitato. Io questa difficoltà non l’ho riscontrata, o se c’era, non l’ho capita e me ne scuso. Comunque mi ha fatto molto piacere partecipare”.
E’ a quel punto che, di sua iniziativa, prende la parola Zucco.
Se vuole una domanda difficile e irriverente – scherza – posso fargliela io. 
 E la Annunziata lo lascia fare divertita.  
“Chiederei a Tremonti diviso tre, nel senso che ha governato con le stesse politiche di Tremonti e cioè più Stato, più tasse e più spesa, come mai se l’Europa, che lei tanto spesso cita, ha più volte sostenuto (vedi la famosa lettera della Bce di Agosto) che la politica giusta è tagliare tasse e spesa, lei ha fatto esattamente il contrario? 
Ha introdotto l’Imu, la nuova tassa per colf e badanti, ha aumentato la spesa corrente e il debito. 
Non solo: lei ha già programmato un aumento di spesa con 22miliardi di nuove tasse da qui al 2015. 
 Se lo sapeva, perché ha fatto il contrario? 
Se non è riuscito a farlo, perché non si è dimesso lasciando spazio ad un tecnico serio?
La scarsa abitudine del premier ad essere attaccato in modo così diretto partorisce a quel punto una risposta ironica e velenosa………………
L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE NON GODE DEL PRIVILEGIO DEI SUSSIDI STATALI. 

…………, che non entra comunque mai nel merito degli argomenti sollevati da Zucco.
Dovrò valutare più attentamente non tanto le sue critiche tecniche che si potrebbero trattare abbastanza brevemente, ma le sue gravi riserve di carattere morale che ha indirizzato alla mia persona e sulle quali farò una doverosa, profonda e lo assicuro autoflagellante riflessione”.

Nel suo piccolo questo episodio ha dimostrato tre cose:
1. La scarsa abitudine del premier ad essere attaccato in modo frontale.
2. La difficoltà e l’imbarazzo con i quali questo super “tecnico” si confronta con la società civile, quelle poche volte in cui gli è permesso partecipare a talk show televisivi.
3. La rapidità con cui il Presidente del Consiglio ha imparato il politichese, sviando il discorso, ironizzando e non rispondendo nel merito.
Tea Party Lombardia si augura che questo episodio, unico nel suo genere, possa indurre conduttori televisivi e giornalisti a dare più spazio a ospiti meno noti e tesi “scomode” per la classe politica, che se venisse pungolata più spesso, sarebbe costretta a fornire, di tanto in tanto, anche qualche risposta.
Sotto il link per vedere quanto accaduto a “Leader”, un video che nel giro di tre giorni ha superato le 50.000 visualizzazioni.
IMPERDIBILE!
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