Militarizzazione dell’Artico: “Dobbiamo ripensare al modo in cui si combatte la guerra”

di John Robles 
Global Research 
Voice of Russia and Stop NATO

Mentre il ghiaccio artico continua a sciogliersi e le risorse cominciano lentamente a diventare disponibili l’Occidente ha deciso di iniziare la militarizzazione della zona artica, nel tentativo di ottenere il controllo delle preziose risorse. In un’intervista con John Robles de La Voce della Russia, Agenta Nordberg, Vice Presidente del Consiglio di Pace Svedese (Swedish Peace Council) ha espresso il suo punto di vista sulla questione ed anche alcuni commenti sulla militarizzazione della Svezia, la Norvegia e il Nord e sull’espansione della NATO in aree “neutrali”.

Robles: Mi chiedevo se lei potesse parlarmi un po’ della NATO, nella regione artica, in particolare, può parlare ai nostri ascoltatori delle installazioni radar e satellitari, apparecchiature di comunicazione che hanno allestito in Norvegia e in Scandinavia?

Norberg: Beh, io non sono un tecnico, ma vi posso dire che di recente è stato pubblicato un libro: La guerra dei Satelliti di Bård Wormdal – un giornalista della radio norvegese. Ed è un libro molto importante, è stato pubblicato nel 2011.

L’ho invitato a Stoccolma nel mese di ottobre, quando ab biamo trascorso un giorno a parlare dell’Artico e della situazione nell’Artico e quello che egli dice è che bisogna cambiare idea su come viene condotta la guerra. La guerra viene condotta via satellite e installazioni radar.

Ad esempio, per essere chiari, per capire quello che c’è da capire: la guerra in Libia, l’anno scorso, è stata condotta via satellite da Svalbard. Questo è molto pericoloso perché questa isola, le isole Svalbard sono una zona di pace sottoscritta da 14 nazioni diverse, ma la Norvegia ha consentito agli Stati Uniti d’America Il dispiegamento di impianti radar, in connessione con il satellite che gestisce la guerra. Si tratta di una comprensione del tutto nuova del modo in cui la guerra viene condotta.

Robles: la NATO e gli Stati Uniti, sostengono che i loro missili, che ora circondano la Russia, e le loro installazioni radar in tutto il mondo, costituiscono in qualche modo uno scud o difensivo.

Norberg: E’ necessario fare delle distinzioni tra tutte queste cose: difesa missilistica nazionale, così la chiamano. Il radar Vardo vicino al confine con la Russia è una delle installazioni, e ci sono anche quelle in Polonia e in Turchia, e anche in Romania sarà  allestito uno scudo anti-missili. Questa è una cosa.

L’altra cosa sono tutti gli altri radar e satelliti che trasmettono informazioni ai  piloti e agli aerei da guerra su come e dove bombardare. Ho un globo qui davanti a me ed è quasi tutto coperto da impianti radar degli Stati Uniti per scopi diversi. Dunque, abbiamo questo scudo missilistico nazionale, che a loro parere è per la difesa, ed è anche un’arma offensiva. Può essere utilizzato come difesa ma può anche essere utilizzato come arma offensiva. E uno di questi radar è stato installato appena fuori dal confine con la Russia a Vardo.

Sono rimasto un po’ sorpreso quando ho incontrato scienziati russi e visitatori a Stoccolma, lo scorso anno nel mese di ottobre, ho organizzato un seminario sull’Artico, come ho accennato, e il rappresentante russo non era d’accordo con me sul fatto che questa fosse una situazione di pericolo. L’unico ad essere d’accordo con me era Bård Wormdal, il giornalista che aveva scritto il libro La Guerra dei Satelliti.

Sembra che ci sia mancanza di comprensione sulle installazioni che circondano il confine con la Russia, secondo la mia opinione. E penso che sia piuttosto pericoloso.

Robles: Perché l’esperto russo non era d’accordo con lei?

Norberg: Perché diceva che il radar Vardo non è pericoloso, e non ero d’accordo con lui. E anche Bård Wormdal era in disaccordo con lui.

Questo radar Vardo, a pochi chilometri dal confine con la Russia, è piuttosto pericoloso perché è inserito nel sistema di difesa missilistica, il cosiddetto sistema di difesa missilistica. Dunque, penso che lui non fosse a conoscenza di questo. Dissentivamo piuttosto fortemente sull’argomento e per questo sono molto contento che lei mi abbia invitato, così posso dirlo.

Robles: Non ci sono state molte notizie al riguardo. Ora, per quanto riguarda la NATO e l’Artico a nord e in Scandinavia e in Canada, può darci qualche dettaglio sui piani della NATO e sulle loro attività  in corso, in particolare nella regione artica, visto che si sta aprendo, e stanno diventando disponibili delle risorse che prima non erano disponibili?

Norberg: Devo tornare alla Svezia, perché durante gli ultimi anni, a partire dal 2007, ci sono stati grandi manovre di guerra sul suolo svedese e norvegese, con tutta la NATO, e in particolare lo Stato americano che ha partecipano alle grandi manovre nel nord.

Per citare qualche esempio: Il Nordic Air Mee t nel 2007 al quale molti paesi hanno preso parte, e poi nel 2009, c’è stata la Loyal Arrow: la manovra aerea più grande della storia nella parte settentrionale della Svezia e della Norvegia, e anche la Finlandia era in campo. E poi ha continuato con il Cold Response №1, una manovra d’inverno nella parte settentrionale di Svezia e Norvegia. E a marzo 2012 con la Cold Response №2 con 16.500 soldati provenienti da 15 paesi diversi. E poi, dopo questo lo scorso autunno c’è stata una grande manovra nel nord chiamata Nordic Air Meet №2.

Quindi, sono in corso esercitazioni di guerra militari e alcuni militari russi hanno protestato, in particolare contro Cold Response №2.

Nessuno in Svezia l’avrebbe saputo se 5 addetti norvegesi non si fossero schiantati sulla Kebnekaise, una montagna nel nord della Svezia, non avremmo mai saputo di questa manovra con 16.500 militari.

Quindi, sta accadendo, e non su base giornaliera, ma di certo ogni anno ci sono circa due grandi manovre nel nord, e anche nel sud, nel Baltico. E credo che questo debba essere evidenziato.

Robles: Ora … da quello che ho capito la Svezia è un paese neutrale, una sola cosa: come fa la Svezia a spiegare ufficialmente che ha permesso questi impianti? E pensa che tutte queste manovre abbiano lo scopo di intimidire la Russia o di cercare di esercitare la sovranità  sull’Artico? E a questo proposito, quello che accade l’hanno fatto per cercare di stabilire la propria sovranità  su aree artiche che erano in discussione?

Norberg: Beh, tornando all’Artico penso che ci sono due cose che stanno accadendo. Quando vengono intervistati, gli addetti a queste manovre,  rispondono sempre che questo è per l’Artico. Lo esprimono apertamente. Queste manovre sono per l’Artico e per le risorse che saranno disponibili quando il ghiaccio si scioglierà.

Agneta Nordberg è Vice Presidente dello Swedish Peace Council, Membro del Comitato Direttivo dell’International Peace Bureau (IPB) e del consiglio di amministrazione del Global Network Against Weapons and Nuclear Power in Space.

Fonte: Global Research 31 Gennaio 2013 
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.it



http://ilupidieinstein.blogspot.it/2013/01/militarizzazione-dell-ripensare-al-modo.html

 

Militarizzazione dell’Artico: “Dobbiamo ripensare al modo in cui si combatte la guerra”ultima modifica: 2013-02-02T22:18:00+01:00da davi-luciano
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