Confermato: gli Emirati Arabi finanziano il traffico umano per fare pressione sull’Europa


Feb 07, 2018
 
Migranti nei centri in Libia
 
Un alto funzionario dell’Ufficio di Immigrazione della Libia ha informato questo martedì che gli Emirati Arabi Uniti (EAU) sostengono e finanziano il traffico umano di migranti dall’Africa verso l’Europa per utilizzare queste persone come strumento di pressione contro i paesi europei a proprio beneficio.
 
Senza entrare in dettagli il funzionario ha riferito chegli Emirati Arabi Uniti non hanno una stretta relazione diretta con i commercianti e trafficanti ma offrono soltanto appoggio finanziario al traffico umano per motivi politici”.
L’ufficiale libico, che ha voluto mantenere l’anonimato, basa le sue accuse sulle testimonianze rilasciate dai migranti che si trovano nel centro per i rifugiati alloggiati ion Libia, ed ha precisato che gli Emirati stanno equipaggiando i trafficanti con nuovi veicoli in grado di muioversi agevolmente in aree desertiche, li riforniscono di armi ed aiutano i principali trafficanti a fuggire dopo aver portato a termine i loro viaggi.
Migranti in arrivo su coste italiane
 
Circa le motivazioni che spingono Abi Dabi a sostenere questo traffico, la fonte assicura che si tratta di motivazioni politiche, presumendo che gli emirati promuovono le migrazioni di cittadini africani verso l’Europa per utilizzrli come leva di pressione contro i paesi europei e materializzare così i propri obiettivi politici. E’ noto che gli Emirati sono un paese satellite dell’Arabia Saudita e che questa potenza favorisce l’emigrazione di grandi masse islamiche verso l’Europa dove sono in azione gli iman, formati in Arabia Saudita, per diffondere l’ideologia religiosa wahabita e salafita che è quella vigente a Rijad e nei paesi del Golfo.
Tuttavia lo stesso funzionario spiega che gli Emirati non sono il solo paese implicato nel traffico umano, visto che tale traffico è agevolato anche da gruppi che si trovano in Libia, da altre organizzazioni che sono nel Sudan e nella Nigeria, per quanto le motivazioni di alcuni e di altri non sono le medesime. Allo stesso tempo il funzionario ha segnalato che tra i favoreggiatori e complici del traffico ci sarebbe anche una influente tribù dell’Eritrea.
 
L’Europa, dal Gennaio del 2015, assiste ad un massiccio afflusso di migranti dai paesi africani e dal Medio Oriente, la maggioranza dei quali mettono a rischio la loro vita attraversando il mare dalla Libia verso le coste dell’Italia. Un numero imprecisato di questi migranti ha perso la vita durante il trasferimento in mare.
 
Vari gruppi di difensori dei Diritti Umani, come Amnesty International, hanno criticato la gestione di questo fenomeno fatta dall’Unione Europea.
Fonte: Hispantv
Traduzione: Luciano Lago

Allarme a Ferrara: “La mafia nigeriana è qui, occhio alle risse”

profughi FerraraPiù organizzata? Alla nostra danno il 41bis (giustamente), a questi asilo politico.

estratto:

L’informativa è datata 20 luglio 2016 ma arriva alla procura di Fermo solo il 17 agosto. All’interno, come riporta oggi il Fatto Quotidiano, il vicequestore di polizia della Commissione territoriale per lo status di rifugiato scrive di aver saputo “da fonte confidenziale ritenuta attendibile che al funerale di Emmanuel sono intervenuti membri della setta Black Axe riconoscibili perché tutti indossanti abiti del colore rosso e nero al fine, verosimile, di rendergli manifestatamente onore e che la loro presenza rivelerebbe che il deceduto faceva parte della stessa confraternita”.
Allarme a Ferrara: “La mafia nigeriana è qui, occhio alle risse”
L’esperto: “Si occupa di droga e prostitute. Ragazze marchiate come bestiame”
 
Negli ultimi anni Ferrara ha registrato un incremento della presenza di nigeriani
 
Un’ombra arriva dal cuore del Continente Nero e cala sulle nostre periferie. Stiamo parlando della ‘Black Axe’ (ascia nera), la mafia nigeriana. Ne abbiamo parlato con Roberto Mirabile, presidente dell’associazione ‘La Caramella Buona’ (Onlus che si occupa di pedofilia) ed esperto di criminalità organizzata africana.
Mirabile, un fenomeno nuovo?
«Tutt’altro. In Emilia la mafia nigeriana è storicamente radicata».
 
Anche a Ferrara?
 
«Negli ultimi anni la città estense ha registrato un incremento della presenza di nigeriani dediti a due settori: spaccio e prostituzione».
 
Cosa ci rende attrattivi?
 
«Alla mafia nigeriana piacciono città marginali rispetto alla grande cronaca nera ma con importanti Università. Che vuol dire relativa tranquillità e tanti giovani a cui spacciare».
Quali sono i segni che indicano la presenza della ‘Black Axe’?
«Il primo indizio sono le risse. Iniziano con scontri fra tre o quattro persone. Poi diventano dieci o quindici. Usano armi rudimentali: bottiglie, coltelli, bastoni».
Fatti che però vengono spesso ‘derubricati’ a zuffe tra balordi.
«Errore clamoroso. Sono scontri tra fazioni diverse che si contendono il territorio. Guai minimizzare. Loro cercano il morto».
 
Gli altri indizi?
«Attenzione alle donne. Nella mafia nigeriana hanno un ruolo di primo piano. Spesso sono le compagne dei boss. Fanno le maman oppure le troviamo nei minimarket o nei money transfer. Che spesso sono ‘lavanderie’ per il denaro illecito dell’organizzazione».
 
I loro business principali?
 
«Spaccio di droghe pesanti, cocaina ed eroina, e prostituzione».
 
Parliamo di spaccio. Come si riforniscono?
 
«Non hanno problemi. L’organizzazione è potente e ha contatti con i grandi narcos colombiani e con i trafficanti afghani e iracheni».
E la prostituzione?
«In questo settore sono specializzati e crudeli. Spingono giovani connazionali, spesso minorenni, sulla strada. Le ricattano con riti voodoo. Le marchiano».
Prego?
 
«Sì, come il bestiame. Cicatrici e amputazioni sono simboli di affiliazione. Da quel momento, sei legato all’organizzazione».
 
Se ne può uscire?
 
«Difficilissimo. Per arrivare in Italia con il miraggio di un vero lavoro si indebitano per decine di migliaia di euro. Se riescono a ripagarlo, non possono più tornare a casa, pena l’esclusione: le cicatrici le identificano come prostitute».
 
Non c’è altra via?
 
«Sì, quella criminale. Molte, una volta emancipate, diventano a loro volta maman».
Che peso ha l’immigrazione nell’espansione del ‘sistema’?
«Importante e crescente. Tra le migliaia di disperati troveranno sempre più manovalanza. Aprendo così la strada a nuovi affari».
Tipo?
«L’elemosina. Fino a pochi anni fa era difficile vedere questuanti africani. Oggi è pieno. E dietro c’è il racket. Tutto organizzato: non c’è un metro quadro libero».
 
Qual è la struttura della ‘Black Axe’?
 
«‘Black Axe’ è la cupola. Poi all’interno ci sono diversi altri gruppi affiliati, che a volte si pestano i piedi. La logica è quella tribale».
 
Quando nasce?
«Negli anni ‘80, con la crisi del petrolio. Spalleggiata dal governo che chiese aiuto alla ‘mala’ per sostenere l’economia».
 
Come è arrivata in Emilia?
«Le grandi inchieste sulle mafie ‘nostrane’ hanno lasciato liberi ampi spazi di mercato».
Che fare quindi?
 
«Non bisogna arrivare a capire il fenomeno troppo tardi. Le nostre comunità non meritano la disattenzione delle istituzioni».
 
di FEDERICO MALAVASI

ONG, TOCCA A MEDICI SENZA FRONTIERE: “CORSI AI CLANDESTINI SU COME FINGERSI PROFUGHI IN LORO NAVI”

Mentre la Procura di Trapani indaga sulla ong tedsca Jungend Rettet che operava attraverso nave Iuventa, altre organizzazioni non governative sono oggetto delle verifiche degli investigatori sull’ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per veri e propri ‘viaggi organizzati’ con i trafficanti di clandestini dalle coste dell’Africa all’Italia.
 
Nel mirino delle indagini ancora ‘segrete’ dello Sco, e un tantino in ritardo rispetto alle denunce che ormai da anni provengono dal web indipendente, anche i famigerati Medici senza Frontiere. Quelli che hanno aiutato almeno un terrorista islamico che poi fece strage a Parigi, a sbarcare.
 
Secondo l’interrogatorio del 27 febbraio scorso di Cristian Ricci, titolare della Imi Security Service che si occupava dei servizi di sicurezza sulla Vos Hestia di Save the Children: ‘In realtà – dichiara a verbale – la nave Iuventa fungeva da piattaforma e quindi si limitava a soccorrere i migranti per poi trasbordarli. Era sempre necessario l’intervento di una nave più grande su cui trasferire i migranti soccorsi dal piccolo natante’. E in alcuni casi, secondo le testimonianze raccolte, imbarcazioni di Msf sarebbero intervenute per soccorrere e trasbordare i migranti senza essere state allertate dalla Guardia Costiera.
Tra le navi i cui movimenti sono ora sotto osservazione ci sono la ‘Dignity One’, la ‘Bourbon Argos’ e la ‘Vos Prudence’ (MSF). Nei mesi scorsi, sarebbero stati accertati ‘sconfinamenti ripetuti’ verso la costa libica ad almeno 8 miglia rispetto alle 12 consentite.
Come ripetutamente segnalato dal web indipendente. I pm poi sospettano di rapporti stretti tra gli operatori di MsF e alcune persone in Libia, scafisti, con il compito di avvisare i volontari quando i barconi carichi di clandestini salpavano in direzione Italia.
Inoltre, gli inquirenti sono convinti che gli operatori di MsF abbiano indottrinato i profughi raccolti in mare intimando loro di “non collaborare con la polizia italiana” una volta sbarcati sui nostri porti. L’ipotesi, già avanzata nei mesi scorsi su segnalazione della stessa polizia, insospettita dall’atteggiamento “poco collaborativo” dei migranti tratti in salvo dalla nave Dignity nel maggio 2016, troverebbe ora nuovi elementi a supporto.
Potremmo rischiare un’ipotesi: Msf faceva fare alla più piccola e quindi più libera Iuventa il lavoro sporco dalla Libia alle acque internazionali, dove poi arrivava la flotta dei Medici Senza Frontiere.
AGOSTO 5, 2017 procura di trapani

Macron: non confondere i rifugiati con i migranti per motivi economici

AFRICA italia bigliettigli altri paesi possono respingere a piacimento, senza essere considerati razzisti, chissà cosa c’è in Italia che invece IMPONE il traffico di esseri umani pena la persecuzione per reato di opinione.

Macron: non confondere i rifugiati con i migranti per motivi economici
Il presidente della Francia, Emmanuel Macron, ha ripetuto oggi in parlamento che coloro che emigrano per motivi economici non andrebbero confusi con i rifugiati.
“Dobbiamo condurre in modo coordinato a livello europeo un’azione umana ed efficace che ci permetta di ricevere i rifugiati politici, senza far confusione con gli altri tipi di migranti e senza abbandonare l’indispensabile mantenimento delle nostre barriere”, ha detto Macron. 
Non possiamo continuare a dire che siamo legati al principio dell’asilo, se non lo riformiamo profondamente”, ha continuato Macron, perché ora non “permette un trattamento umano e giusto delle domande di protezione” presentate dalle persone “minacciate da guerra e persecuzioni”.
Onu: in aumento migranti dalla Libia
L’Onu non prevede un calo del flusso misto di migranti e rifugiati che giungono in Europa via mare: “Le indicazioni di cui disponiamo non denotano un rallentamento degli arrivi in Libia, il che significa che un più ampio numero di persone potrebbe continuare a provare di lasciare il paese tramite la rotta del Mediterraneo centrale”.
 
Lo ha detto l’inviato speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel, ricordando che dall’inizio dell’anno 84.830 migranti e rifugiati sono giunti in Italia via mare con un aumento del 19% rispetto all’anno scorso.
 
Migranti, vertici in programma
Previsti, dopo il vertice di Parigi di ieri, un dibattito in plenaria al Parlamento europeo in programma mercoledì a Strasburgo con i presidenti di Commissione e Consiglio europeo Juncker e Tusk; e, giovedì e venerdì il Consiglio Affari Interni a Tallin, in Estonia. 03 luglio 2017

Ma le ONG si comportavano così?

refugees-welcomeQuesta mattina durante il vertice di Tallin, il ministro Minniti ha illustrato ai propri colleghi europei il nuovo codice di comportamento al quale le ONG che lavorano trasportando i migranti dovranno attenersi, pena la chiusura dei porti per le navi che non rispetteranno le regole. Fatta la debita premessa che nutriamo più di qualche dubbio sulla severità con cui dette norme verranno applicate, soprattutto qualora si faccia leva sull’emergenza umanitaria e la sensibilità popolare, risulta quanto mai interessante prenderne visione….
perché il fatto che siano state emanate dimostra come una cospicua parte delle ONG impegnate nell’operazione fosse solita comportarsi nelle maniere stigmatizzate dal nuovo codice.
Le navi delle Ong non dovranno più entrare nelle acque territoriali libiche, segno che fino ad oggi in tutta evidenza lo facevano.
 
Viene ribadito l’obbligo di non spegnere i transponder a bordo e il divieto di agevolare con l’uso del telefono o delle luci i contatti con gli scafisti, segno che in tutta evidenza questo accadeva.
Puntualizza poi l’obbligo di non effettuare trasbordi su altre navi, italiane o appartenenti a dispositivi internazionali e quello di dichiarare le fonti di finanziamento per la propria attività in mare, dal momento che evidentemente fino ad oggi non è stato così.
 
Viene ribadito l’obbligo di non ostacolare le operazioni della Guardia costiera libica, come evidentemente avveniva regolarmente e infine l’obbligo di trasmettere tutte le informazioni di interesse info-investigativo alle Autorità di Polizia italiane con contestuale consegna, di iniziativa e su richiesta, di ogni oggetto potenzialmente idoneo a costituire prova o evidenza di fatto illecito. Segno che molto spesso i fatti illeciti venivano coperti e le indagini ostacolate.
 
Insomma sotto tutti i punti di vista le ONG fino ad oggi non devono essersi comportate in maniera così adamantina, se perfino la UE (sponsor dell’accoglienza) si è sentita in dovere di emanare un codice che ne regolasse gli “allegri” comportamenti.
 

Migranti, ecco perchè li portano tutti in Italia. Un patto segreto, o altro?

bonino sbarchi Italiatutte fantasie, è un caso.

 
Secondo leggi sul Diritto del Mare i migranti prelevati nelle acque internazionali possono chiedere asilo politico direttamente nello Stato di bandiera della nave, chiederlo quindi al del capitano in mare che ne è il rappresentante giuridico, quindi essere portati nel paese di bandiera dove attendere la conclusione dell’iter amministrativo della richiesta. Poco nota è la vicenda della nave militare spagnola Rio Segura. Perchè una nave di stanza nel porto di Las Palmas nelle Canarie, isole spagnole nell’Oceano Atlantico, sbarchi a Salerno 1.281 immigrati il 29 giugno scorso?
L’ex Ministro degli Esteri Emma Bonino ha chiarito: l’Italia nel 2014 ha chiesto acchè  “tutti i migranti” raccolti nell’ambito della missione europea Triton, fossero sbarcati in Italia, spiegando quindi la ragione per cui sia le navi militari europee sia le navi Ong facessero da traghetto dalle coste libiche a quelle italiane. A quanto pare deliberatamente prelevano ovunque e sanno già dove dirigere per consegnare il pacco. Non mi meraviglierei semmai dovesse uscire la notizia che questi navigli facciano proventi con il traffico di essere umani.
 
Facendo i controlli sulla nave Rio Segura della Guardia Civil spagnola tramite i siti web specializzati www.marinetraffic.com e www.vesselfinder.com risulta che la Rio Segura ha base nel porto di Las Palmas nelle Isole Canarie, territorio spagnolo in Oceano Atlantico di fronte alle coste dell’Africa occidentale. La Rio Segura si muove sistematicamente con il sistema di identificazione AIS spento e quindi impossibile tracciarne i percorsi, ma i dati storici che ci sono del solo 2016 sono eloquenti: il 6 ottobre del 2016 ha sbarcato a Cagliari ben 1258 migranti.
Le Isole Canarie sono uno dei punti di approdo dei flussi migratori dall’Africa sub-sahariana che così evitano la traversata del Sahara. I dati storici partono dal 1999 (875 sbarchi) al 2007 (12.478 sbarchi) con la punta massima nel 2006 (31.678 sbarchi).
 La Spagna ha siglato accordi di riammissione con vari Paesi dell’Africa occidentale, in cui si prevede il rimpatrio degli immigrati sbarcati irregolarmente. Come conseguenza è salito il numero di minori non accompagnati arrivati sull’arcipelago, di solito protetti dalla Convenzione per i diritti del fanciullo. E la Rio Segura sbarca 256 minori, 13 neonati e 11 donne incinte a Salerno, e 258 minori a Cagliari. A questo punto sarebbe da capire dove prendono gli immigrati le altre navi militari spagnole, come la Victoria che l’AIS  non lo accende mai.
Insomma niente più che una conferma di quanto detto dalla Bonino e smentito da nessuno: è stato firmato un trattato segreto dove “tutti i migranti” più o meno clandestini devono approdare in Italia, sia dalle navi militari che dalle Ong, sia raccolti davanti alle coste libiche sia dovunque, anche nell’Oceano Atlantico.
Sarebbe interessante conoscere i dettagli del  Trattato Segreto, o la parte non pubblica di Triton per trarne le conseguenze politiche e sicuramente elettorali. Eppure, in maniera bipartisan, lo  sapevano tutti, maggioranza ed opposizione. Solo gli italiani continuano a rimanere allo scuro.
di Emanuela Ricci – 13 LUG
fonte Quotidiano Il Primato Nazionale
foto Il  Messaggero

Alfano difende il traffico: “Non chiuderemo i porti ai migranti”

alfano boldrinida quando Al Fano si è “convertito” alla causa “solidale” non è più mafioso, ma un grande antirazzista….

 
Alfano difende il traffico: “Non chiuderemo i porti ai migranti”
“Abbiamo una posizione molto dignitosa che ha messo l’Italia e l’Europa dalla parte giusta della storia”, è la bizzarra risposta del ministro abusivo degli Esteri Angelino Alfano, alla richiesta di Austria e Ungheria di chiudere i porti ai migranti: “Non credo – ha aggiunto – che abbiano titolo per fare questa richiesta”.
 
Non crede. I suoi accoliti fanno troppi soldi con i clandestini che sbarcano:
 
E subito si offre qualcuno per fare, di nuovo, da stampella al governo non eletto: “Abbiamo messo a disposizione del governo, come è giusto fare di fronte a una simile tragedia, la nostra esperienza e la nostra competenza”. Lo afferma Silvio Berlusconi sull’ipotesi di un tavolo di unità nazionale sul tema dell’immigrazione. “Ci sono stati degli incontri e delle manifestazioni di disponibilità, ma mi pare che non si sia andati oltre”, spiega il leader di Forza Italia.

Una bugia ormai troppo grossa perfino per Goebbels

ovviamente chi contesta mafia capitale è un razzista xenofobo

Ecco l’ultimo itinerario, documentato dal sito Marine Traffic, e ricavato grazie ad una semplice e gratuita ricerca di pochi minuti e un merge tra immagini, della nave Aquarius, giunta trionfalmente con il suo carico di carne umana nel porto di Catania dopo aver fatto scalo a Malta (!) come dimostra la sottostante tabella dei movimenti. 946 persone da Bangladesh, Nigeria, Costa d’avorio e Guinea Conakry ma anche da altri Paesi dell’Africa Sub-sahariana, quindi senza alcun vero titolo per venire in Europa.
Aquarius è di SOS Mediterranee, ONG tedesca con l’impulso irrefrenabile di aiutare a deportare gente da un continente all’altro.acquarius position
 
Non mi interessa la solita prosa lacrimogena che viene dedicata a questa ennesima impresa del combinato ONU-ONG-Innominabili S.p.A. dagli ineffabili giornalacci che eseguono solo gli ordini, ripetendo una bugia (“salvati nel Canale di Sicilia”) che ormai è diventata troppo grossa perfino per Joseph Goebbels. Mi interessano i fatti, e quello che può essere documentato mediante il monitoraggio del traffico marino su siti come Marine Traffic o Vessel Finder è quello di un gigantesco servizio di traghettamento di deportati che rappresenta la versione moderna delle navi negriere e allo stesso tempo un gigantesco Sbarco in Sicilia di truppe dormienti, secondo il principio delle “armi di migrazione di massa”.
Traffico condotto perfettamente alla luce del sole ma ricoperto dalla putrida glassa della menzogna mediatica che spudoratamente insiste con i “salvataggi”, il “golfo di Sicilia” e “le donne e i bambini” quando si tratta al 90% di maschi non accompagnati.
Grazie al monitoraggio di questa flotta di navi negriere si ha la prova inconfutabile di un acquarius position2atto ostile nei confronti della nazione Italiana, utilizzata come porto di sbarco da navi straniere e battenti bandiere di comodo, dalle origini misteriose e dagli altrettanto fantomatici finanziamenti (ma dietro sappiamo che c’è il nostro Judenrat preferito).
Ostilità non solo accettata dalle nostre autorità ma coadiuvata, visto il ruolo delle navi CP (Capitaneria di porto) che si spingono fino ai luoghi di ritrovo per scafisti e che sono anch’esse perfettamente tracciabili, per chi ha voglia di farlo.
Strabene ha fatto nei giorni scorsi il blogger Luca Donadel a realizzare un video sull’argomento da più di 300.000 visualizzazioni sull’argomento, utilizzando quindi un mezzo più masticabile dal grande pubblico rispetto al semplice articolo da leggere. Ricordo però, per amor di cronaca, che il ragazzo è arrivato per ultimo, visto che i primi a scrivere sui viaggi sospetti delle ONG erano stati nel novembre 2016 il sito Gefira, (con gli articoli Caught in the act: NGOs deal in migrant smuggling“, The Americans from MOAS ferry migrants to Europe), Maurizio Blondet che, mannaggia a lui, è sempre sul pezzo, con l’articolo “ONG fanno contrabbando “industriale” di clandestini?”e la vostra umile sottoscritta, sempre in dicembre, con Il famoso “salvati nel Canale di Sicilia”, ovvero un disegnino animato vale più di mille disegnini statici dove traducevo i due articoli di Gefira e ripubblicavo il loro video già postato da Blondet. Questo per coloro che mi segnalano il video di Luca dicendo: “Guarda qui che scoop!”
 
A rega’…
Il grande merito di Luca è stato quello di riuscire, utilizzando il messaggio video e il grande successo di pubblico ottenuto, a far uscire dalle fogne i soliti debunkaroli che però hanno miseramente fallito nel tentativo di, appunto, debunkarlo e hanno dovuto ritirarcisi, nelle fogne, in buon ordine.  E che vuoi debunkare quando c’è il tracking che ti fotte?
seawatch 1Ecco, per esempio, il risultato di una mezz’orata di tracking stamattina su Marine Traffic. Lo vedete il raduno attorno a quel punto vicino al largo della costa libica? La OOC Panther, OOC Tiger, Sea Watch 2 e Siem Pilot sono tutte navi che hanno già traghettato migliaia di clandestini in Italia. Alcune di esse si vantano di “pattugliare” il Mediterraneo in cerca di profughi.
Il video di Luca certifica che le autorità italiane sanno benissimo che arriverà un carico di esseri umani deportati dall’Africa all’Europa, perché addirittura viene loro telefonato la sera prima, ma non fanno nulla per evitarlo, anzi, mandano le motovedette e lo Sbarco in Sicilia 2.0 continua ininterrotto.
 
Verso il raduno degli scafisti stamattina si dirigeva anche la Iuventa (ufficialmente olandese) ovvero “la nave dei ventenni che salverà i migranti”, secondo la propaganda.
iuventa
E Frontex che dovrebbe fronteggiare ed opporsi al traffico di esseri umani? C’è una chicca su Wikileaks che lo riguarda. Questo cablo del 2007 inviato da Dakar, Senegal, alla segreteria di Stato USA, firmato da un certo Smith.
Traduco:
“Il tenente colonnello Alioune Ndiaye è il rappresentante senegalese presso FRONTEX, che è l’autorità UE attraverso la quale Italia, Spagna e Portogallo forniscono assistenza e materiale al Senegal per attuare il pattugliamento delle sue coste. Ndiaye ha detto che nel 2006 vi sono state due o tre partenze al giorno, la maggior parte delle quali da St. Louis. Grazie all’aumento del pattugliamento, le partenze sono diminuite fino ad una ogni quindici giorni e in quel caso dall’estremo sud di Mbour, il che aumenta il tempo di viaggio da 3-4 giorni a 10-12.
A conferma di ciò che ci ha detto Balde, Ndiaye sostiene che le partenze avvengono soprattutto di notte ma che, la mattina successiva, un volo di sorveglianza di FRONTEX può rapidamente identificare il barcone pieno di persone. Una nave di FRONTEX quindi intercetta la piroga e la dirige nuovamente verso il Senegal. Nel 2007, più di 10.000 persone sono state fermate da FRONTEX. Nel mese di settembre è stata intercettata una piroga con 179 persone a bordo, delle quali 125 senegalesi, 32 gambiani, 14 guineani, 6 maliani e i restanti da altri paesi africani.”
cablo partenze
 
Cosa dimostra questo cablo? Che le partenze, VOLENDOLO, posso essere fermate. Che di fatto oggi non vengono fermate ma incoraggiate e che FRONTEX è parte del problema. Trovate voi la morale della storia.
Guest post tratto da Orizzonte degli Eventi by Barbara Tampieri (Lameduck)
Di FunnyKing , il 21 marzo 2017

ONG SOSPETTE: INDAGATE SU SOROS

soros-quoteE così, sembra che il bubbone delle ONG sia finalmente scoppiato.
Merito anche – è bene ricordarlo – di quel giovane blogger che ha pubblicato su Youtube i tracciati del servizio-taxi che preleva i migranti a poche miglia dalla Libia e ce li porta qui (vedi “Social” del 24 marzo). E merito anche di qualche Procuratore siciliano che ha avuto il coraggio di mettersi contro i poteri forti che sostengono l’invasione programmata dell’Italia. Altro che frugare fra le lenzuola di Berlusconi…
La vicenda delle ONG (Organizzazioni non governative) potrebbe riservare sorprese clamorose, di quelle che addirittura porterebbero a riscrivere la storia mondiale di questi ultimi anni. Quella che è emersa – infatti – è solamente la punta dell’icebergAllo stato si indaga solamente sui rapporti che potrebbero (o non potrebbero) intercorrere fra alcune ONG e gli scafisti libici, o tutt’al più – come suggeriva il blogger Luca Donadel – sulle eventuali cointeressanze di qualche banda nostrana, dedita al business dell’accoglienza.
Ma la materia ONG è assai vasta, articolata, sorprendente, piena di angoli bui. E sono angoli bui da cui potrebbe venir fuori di tutto: a incominciare dall’operato di servizi segreti di potenti nazioni (ogni riferimento alla nostra “grande alleata” non è puramente casuale) che spesso hanno agito dietro il paravento di qualche ONG di comodo per operazioni particolarmente sgradevoli, di quelle che comportavano una inammissibile ingerenza negli affari interni di un altro paese.
Altrettanto hanno fatto alcune entità private, riconducibili a singoli uomini d’affari che intendevano influire sulle scelte politiche ed economiche di paesi stranieri. Da qui il sospetto che fra quei servizi, quei miliardari e quelle ONG ci sia un particolarissimo rapporto a tre, del tipo che farebbe la felicità di un regista di film alla 007.
In Ukraina, per esempio, sembra che questa triade (servizi-miliardari-ONG) sia stata direttamente responsabile del colpo-di-Stato che ha portato al defenestramento del Presidente della Repubblica (filo-russo) democraticamente eletto ed alla sua sostituzione con altro elemento che godeva la fiducia degli americani (e dell’Unione Europea), con connesso rischio di terza guerra mondiale.
Idem nel Medio Oriente, dove le varie “primavere arabe” – dalla Libia alla Siria – hanno sempre visto la presenza di ONG particolarmente attive nel contrastare la politica dei governi che si volevano abbattere, magari con l’ausilio di “eserciti ribelli” anch’essi munificamente finanziati dall’estero.
Perché, allora, non considerare che qualcosa di losco possa nascondersi anche dietro quel misterioso fenomeno migratorio che di botto, a un dato momento – più o meno alla nascita dell’Unione cosiddetta Europea – ha cominciato a scodellare sul nostro Continente milioni e milioni di “richiedenti asilo”? Richiedenti asilo prontamente accolti da governi compiacenti che facevano finta di credere che si trattasse di “disperati in fuga da guerre e dittature”, mentre in realtà – fatte le debite eccezioni – erano e sono soltanto degli individui che vogliono partecipare al benessere dei popoli europei.
 
È una forzatura ritenere che alcune ONG possano avere parte in una operazione – illegittima e illegale – programmata all’estero per alterare l’identità (etnica, sociale, culturale, religiosa) dei popoli europei, e per scardinare il mercato del lavoro fornendo ai potentati economici una manodopera alternativa e a basso costo?
Certamente no, considerato che alcune ONG sembrano disporre di capitali ingentissimi, la cui provenienza è tutt’altro che trasparente. Le ONG, infatti, solitamente non rendono pubblica la provenienza delle loro risorse, limitandosi ad affermare che queste derivano da donazioni di privati benefattori. Ecco, dunque, far capolino certi strani “filantropi”, di quelli disposti a bruciare milioni di dollari nella campagna elettorale di Hillary Clinton o a profondere cifre da capogiro per sgambettare Putin.
E, quando si parla di siffatti filantropi, il primo nome della lista è certamente quello di tale George Soros, membro dell’influente lobby finanziaria ebraico-americana, con un patrimonio personale di circa 25 miliardi di dollari, capo di una miriade di fondi e fondazioni che gestiscono altri miliardi di dollari, dal Soros Fund al Quantum Fund, alla Open Society Foundation, a una miriade di entità minori sparse nel mondo intero, dall’Ukraina in giù.
George Soros – tanto per non restare nel vago – è quel gentiluomo che nel 1992 ha guidato la speculazione finanziaria contro la lira italiana (ma anche contro altre valute), guadagnando una barca di miliardi e facendone perdere un bastimento a noi tutti: si calcola – mi permetto di ricordare – che la nostra perdita valutaria sia stata in quell’occasione di circa 48 miliardi di dollari, la qualcosa portò allora ad una svalutazione della lira del 30%. Ai giornalisti che gli chiedevano se non si sentisse in colpa per avere disastrato l’economia di intere nazioni, Soros rispose: «Nella veste di operatore di mercato non mi si richiede di preoccuparmi delle conseguenze delle mie operazioni finanziarie.»
Naturalmente, si è liberissimi di credere che un uomo che esprima una morale di tal fatta possa essere al contempo un filantropo, cioè una persona che faccia del bene senza un secondo fine. Io non ci credo.
Così, quando apprendo che fra gli scopi dell’attività lobbistica del soggetto vi è il sostegno alla immigrazione (leggo su Wikipedia), non posso fare a meno di chiedermi quale motivazione possa essere all’origine di un tale fervore. E poiché, almeno per quanto riguarda l’Italia, la immigrazione è un fattore non richiesto e non gradito, neanche dal governo che deve pur reperire cifre ingentissime per farvi fronte… poiché – dicevo – si tratta di un quid che ci viene di fatto imposto, contro i nostri interessi oggettivi, non v’è dubbio che ogni attività “promozionale” dell’immigrazione costituisca una indebita ingerenza negli affari di uno Stato – si fa per dire – sovrano.
Tutto ciò premesso, anche a prescindere da eventuali rapporti fra ONG e scafisti, sarebbe utile conoscere i motivi della recentissima visita del signor George Soros al nostro Presidente del Consiglio. I soliti pagnocconi affermano che si sia parlato soltanto di questioni economiche, magari con un occhio alla privatizzazione di quel poco di bene pubblico che c’è rimasto. Ma non mancano i maliziosi che sospettano che la visita del finanziere al conte Gentiloni abbia avuto anche un altro scopo: quello di fare pressioni perché la fastidiosa inchiesta sull’affare ONG venga in qualche modo arginata.
 
Fossi nei panni dei magistrati siciliani, qualche notizia sull’incontro Soros-Gentiloni la chiederei.
 
Michele Rallo In redazione il 12 Maggio 2017 Allegato Pdf RALLO – Ong_ indagate su Soros.pdf
.

DUE NOTIZIE DA LEGGERE INSIEME. SU DROGHE E MIGRANTI.

con-gli-immigrati-si-fanno-soldi-672x350Una:Genova.- La  polizia di dogana sequestra 37 milioni di pastiglie di  droga, destinata all’ISIS in Libia”.
Seconda: “La Fondazione Soros promuove la legalizzazione delle droghe in tutto il mondo,   dice il capo dell’agenzia russa antidroga  FSKN” .
Viktor Ivanov   ha parlato al canale tv  Russia 24  della recente ripresa delle iniziative per la legalizzazione delle droghe “leggere” e “ricreative”  nell’intero mondo occidentale.
 
Forse ci si sarà accorti come, all’unisono molte voci si siano levate in Italia, tutte  all’improvviso. “Roberto Saviano: è ora di legalizzare la cannabis”.  “Raffaele Cantone: Spinello legale, sottrae mercato alla criminalità”. Cantone è il presidente dell’Autorità Anticorruzione, ente palesemente inutile (vista la corruzione dilagante) ma ascoltatissimo  quando parla di  marijuana. E’ ora, è ora! E’ “l’urgenza estiva della Sinistra”, ironizza il Giornale: lo spinello va legalizzato.  “Il  25 luglio approda in Aula a Montecitorio la proposta di legge”. Così,  senza por tempo in mezzo.
Come a segnale convenuto, tutti insieme, in coro e  pronti ad approvare.
Ovviamente  il propositante  è Della Vedova  –  instancabili  i radicali,   non hanno ancora finito con la legalizzazione dell’eutanasia che già cominciano questa bella battaglia civile –  ma si sa già che  la proposta avrà i voti del M5S  –  che vota sempre, immancabilmente  col PD, come un blocco unico  per ogni  ulteriore degrado  dell’umanità  –   e non c’è bisogno di dirlo SEL e Sciolta Civica.
 
Ecco perché   Ivanov, il capo dell’antidroga in Russia, ha dovuto spiegare che la Soros Foundation ha sponsorizzato “diversi rapporti, fra cui quello della London School of Economics”. Difficile dire quale, sono decenni che la London School of Economics (dove ha insegnato anche Prodi)  dimostra in rapporti che “la guerra alla droga”  con metodi di polizia è un fallimento, e meglio è legalizzarla. Penso Ivanov si riferisca a questo lavoro “scientifico” del 2014.
Esattamente come dicono i radicali, no al proibizionismo,  non a qualunque “intervento dello Stato”  – lasciamo fare al mercato. Il mercato libero è la risposta a qualunque problema. La mano invisibile cura tutti i mali.   Parte della polizia obietta: “Se si legalizza, i consumi aumenteranno…ed è una cosa negativa anche per l’educazione dei ragazzi. Non bisogna promuovere stili di vita decadenti». Il dottor Giampaolo Serpelloni, direttore del  Dipartimento   nazionale antidroga, spiega   che la droga “danneggia la  corteccia prefrontale destra – spiega Serpelloni – ovvero l’area legata al giudizio, quella che regola i comportamenti volontari. Questa è l’ultima zona del cervello a maturare”.  Ma che se  ne fanno del cervello, i giovani. In Italia è sempre servito poco, adesso poi l’essenziale  legalizzare la canapa. Lo chiede Saviano. Lo chiede Soros che è amico del premier Gentiloni.
Ivanov  ha spiegato che i referendum sulla legalizzazione  vari stati Usa   sono stati tenuti in lingua spagnola, forse perché l’intero piano era inizialmente concepito per l’America Latina. Una volta avviata in Usa, l’idea di  legalizzare la marijuana è stata diffusa nel centro e sud America  da ONG con sede in Usa, come la Soros Foundation e la  MacArthur Foundation  – entrambe dichiarate “non gradite” in Russia, per le loro attività sovversive.
Della Vedova invece   prevede «una bellissima battaglia parlamentare» e auspica che l’Italia segni «un primato: essere il primo grande parlamento tra le liberaldemocrazie che vota sulla legalizzazione della cannabis».   Finalmente all’avanguardia nel Progresso.
Il presidente Putin   – continua Ivanov –   ha escluso la possibilità di legalizzare le droghe leggere,  argomentando che il loro consumo spesso apre   alle droghe pesanti, “che causano dipendenza e rovinano vite”.
In Italia invece, già sei milioni di drogati abituali (4,5 di canapa, 1,1 di cocaina) versano ai trafficanti 23 miliardi l’anno – la droga è una della voci  più pesanti  delle nostre importazioni – e qui nessun  presidente si preoccupa che rovinino vite. Questo è un paese libero e illuminista, dove ciascuno è affidato alla sua personale forza di carattere e maturità. Un paese dove un decimo della popolazione  dilapida 23 miliardi per drogarsi,  e le “dipendenze” sono  vizio sociale inverosimilmente diffuso,  dove i vecchietti si fanno depredare dalle sloth machines  perché non sanno smettere, è un paese fatto di amebe caratteriali, di immaturi  incapaci di resistere a qualunque dipendenza,   di dire no a qualunque vizio, senza rispetto di  sè.
 
E’ una popolazione  che andrebbe rieducata, perché si consegna in mano a qualunque rete criminale.  Ma che dico?  Mi dissocio dalle mie opinioni.
 
Veniamo piuttosto alla prima notizia. La Finanza e gli addetti doganali hanno sequestrato nel porto di Genova tre container con 37 milioni di pasticche di tramadol, un  oppiaceo sintetico (in Italia venduto su  ricetta medica come potente antidolorifico). Non è  chiaro se il carico comprendesse anche il captagon,  la super-anfetamina di cui vengono imbottiti i guerriglieri dell’ISIS per aumentarne la resistenza  e la ferocia negli scontri, o sia un’invenzione mediatica per  drammatizzare i titoli: “Sequestrati 37 milioni di pastiglie di droga del combattente”, eccetera.
 
La gigantesca partita di tramadol  è originata in India (dove evidentemente è stata sintetizzata); da lì trasportata a Sri Lanka, dove  è stata “mascherata” in confezioni di shampoo e pezze di stoffa sintetica;  mandata a Genova; e da lì, secondo i documenti di carico, i tre container dovevano raggiungere la destinazione finale, la Libia.  Secondo gli inquirenti,   la droga sarebbe spacciata dall’ISI per autofinanziarsi (al dettaglio,   le pastiglie renderebbero 70 milioni di euro)  nelle zone che esso controlla: Tobruk e Mossul.    Il fatto che la merce abbia fatto uno scalo a Genova fa sospettare che in Italia ci siano personaggi interessati a  questo traffico.
I russi sottolineano il fatto che (come ha rivelato l’agenzia di analisi marittime Winward)  nei soli mesi di gennaio e febbraio,  2850  navi da carico,  dopo essere entrate nel Mediterraneo, si sono oscurate, ossia si hanno spento i trasponder che  segnalano la loro posizione ai satelliti;  40 di queste navi hanno addirittura raggiunto l’Inghilterra ed erano salpate dalla Libia, dove (chissà per quali circostanze)  si è insediato l’ISIS;
altri 20 erano passati per le acque siriane e libanesi; tutte 60 avevano spento il  localizzatore per almeno un tratto della loro  rotta.
Quelle che lo fanno, si ritiene che debbano caricare o far giungere a destinazione armamenti, stupefacenti o carne umana,  o “risorse” da “accogliere”. Dopo    che il  famoso video di Luca Donadel ha rivelato anche ad alcuni politici e giornali che il  fenomeno dell’immigrazione di massa non è poi tanto sponrtaneo, ma è pianficato ed assistito con grandi costi – e  le navi di salvataggio delle ONG andavano fin sotto costa libica a “salvare” i profughi, anche alcune di queste navi  si “spengono”. E’ difficile, nel Mediterraneo, distinguere i delinquenti dai soccorritori, la Soros Foundation dai mercanti di carne umana, di droga o di armi.
Al  qual  proposito, è istruttivo   vedere che Bufale.net, il sito preferito dalla Boldrini,  è stato  immediatamente incaricato di vedere se  il video di Donadel poteva essere liquidato come una “fake news”  allarmista, da punire. Non c’è riuscito, ed  ecco  cosa scrive:Il video, sia pur corretto, meriterebbe maggiore approfondimento su alcuni punti. Riteniamo anche noi infatti che le distorsioni sul soccorso agli immigrati facciano male a tutti. Fanno male ai profughi stessi, vittime due volte, fanno male a chi si occupa seriamente di assistenza, che si vede associato a chi invece ne fa scandalo e mercimonio. Bisogna parlarne, e bene ha fatto il Donadel a parlarne. Ma ci sono cose che nessuno dovrebbe fare da soloGià.  Donadel, se voleva diffondere il suo video, doveva chiedere prima a Bufale.net. O alla Boldrini. O a Soros Foundation, che è lì per aiutare.
Di questi tempi è  difficile distinguere navi criminali dalle navi delle ONG. E ancor più difficile distinguere siti di “debunker” smascheratori di bufale, dalla psico-polizia  del Sistema. Come ha deciso Repubblica, il 2017 “Sarà l’anno dei 200 mila sbarchi”. Il 38,5 per cento i n più del 2016. Non ci si può fare nulla, è un fenomeno spontaneo. Umanitario.
Magari, uno statista avrebbe invece raggiunto  da tempo la conclusione che: 1) il fenomeno non è  spontaneo; 2) che è una tattica di guerra, della guerra detta “ibrida”, propria del nostro tempo, combattuta   da stati non con i loro eserciti, ma con terroristi che sono anche criminali comuni, spacciatori di droga confusi con agenzie “umanitarie”  che spengono i  trasponder,  con destabilizzazioni che formano ondate di profughi che è facile dirigere contro  questo o quel paese, agenzie non governative pagate dal Dipartimento di Stato per sovvertire  – tuttodescritto nel saggio di Kelly Greenhill “Armi di Migrazione di Massa – Deportazione, coercizione e politicas estera”.
 
3) che dunque agli atti di guerra si risponde con atti di guerra.   Ma chi volete che giunga a questa conclusione, in Italia?
 
 
L’articolo DUE NOTIZIE DA LEGGERE INSIEME. SU DROGHE E MIGRANTI. è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.