Le case popolari? A Roma la Raggi le assegna agli immigrati

virginia-raggi-campi-romi 10 MILIONI di italiani sotto la soglia di povertà? Chi se ne frega

Anche ai disoccupati e senzatetto italiani la Raggi da 800 euro casa e lavoro? Ma il motto dei 5S non era non lasceremo indietro nessuno? Qui le priorità mi sembrano chiare.


Le case popolari? A Roma la Raggi le assegna agli immigrati
La protesta di Manolo: “Una volta Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri. Ora toglie agli italiani per dare agli stranieri” “Ho perso il conto degli anni passati ad aspettare una casa. Ho 10 punti, un figlio di 14 anni disabile,

15 Febbraio 2018 alle 21:01

Le case popolari? Virginia Raggi le ha date agli immigrati. Già perché è sufficiente scorrere la lista degli assegnatari dei 53 alloggi popolari di Roma, del dicembre dello scorso anno, per accorgersi che ben 21 sono andati a stranieri. E che il nome più frequente è Mohammed, che nella lista compare ben sei volte, poi c’è Fatiha, Banday Ali, Kabir, Abdel, Moustafa, Vadim, Fatou, Theresiamma, Gerald, Vivian, Maryam, Edna, Valentyna, Czeslawa, Jesus.

Ventuno stranieri, il 40% del totale. Sicuramente più bisognosi, perché con prole, rispetto agli italiani, che i figli non li fanno perché non hanno i soldi per mantenerli. Ma esultare, come ha fatto la sindaca, con quel suo “scroccopoli è finita”, quando a finire nell’angolo sono i cittadini italiani, che la costruzione di quelle case le hanno pagate con le tasse, è quanto meno di cattivo gusto. Ed è poi sufficiente scorrere sul sito del Comune l’elenco delle graduatorie aggiornato al 16 gennaio 2018 e leggere i nomi degli ammessi alle liste (sono criptati, è vero; ma per i cognomi che cominciano con Kru, Tho e Her ed i nomi con Hat, Kat e Mou è facile intuirne la provenienza straniera) per rendersi conto che il trend è in continua ascesa. Oltre al danno, la beffa. Per gli italiani.

Perché poi c’è chi, come Manolo di Tor Bella Monaca, intervistato dal Tempo, che racconta con amarezza della grande beffa: “Ho perso il conto degli anni passati ad aspettare una casa. Ho 10 punti, un figlio di 14 anni disabile, ma sono italiano e lavoro pagando le tasse. La sindaca dovrebbe considerare, quando fa questo genere di operazioni-legalità che la maggior parte degli stranieri un’occupazione nemmeno la cerca, c’è chi vive spacciando droga, e qui a Tor Bella Monaca è pieno; chi invece fa il venditore ambulante e logicamente figura come povero. Siamo alla follia: una volta Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri. Ora toglie agli italiani per dare agli stranieri”.

http://www.ilpopulista.it/news/15-Febbraio-2018/23474/le-case-popolari-a-roma-la-raggi-le-assegna-agli-immigrati.html

Padova, marocchino picchia due anziani e un cane: arrestato, il giudice lo libera

marocchino picchia anzianiIl 65enne, massacrato a pugni in faccia dal clandestino: “Quel violento già libero, una presa in giro. Sapeva che sarebbe uscito subito. Mi blindo in casa”

15 Febbraio 2018

Deluso e amareggiato, da uno Stato che protegge i delinquenti e si fa beffe della gente onesta. Non ci sono altre parole per descrivere lo stato d’animo di Giampiero, il 65enne padovano che, per difendere un’anziana e il suo cagnolino vittime dell’ira di un immigrato marocchino, è stato massacrato di botte e ora si ritrova, con un’occhio bendato e dolorante, a chiedersi come mai quel delinquente sia già stato liberato. A mezzogiorno e quaranta di sabato scorso, in Via Altinate, un fiume di persone stava dirigendosi verso il centro della città del Santo. Una signora settantenne con il suo cane al guinzaglio stava camminando sul marciapiede, quando un ragazzo di colore, in bici, le ha tagliato la strada all’improvviso, rischiando di investirla. Lei ha alzato il braccio, gridando: “Impara l’educazione”.

L’immigrato, invece di tirare dritto torna indietro infuriato e inizia a prendere a calci il cagnolino, che cercando di fuggire trascina a terra l’anziana. Allora il giovanotto prende a calci anche lei, prima di inforcare la bicicletta e tentare di scappare. Sulla sua strada, in mezzo a decine di persone, trova però Giampiero, un uomo di 65 anni che lo afferra per un braccio e prova a fermarlo, mentre altri intorno si attaccano al telefono per chiamare la Polizia. Il nordafricano è incontenibile e prende l’anziano a pugni in faccia, fino a ridurlo a una maschera di sangue. I passanti si fermano a guardare e urlano senza però immischiarsi per paura di essere a loro volta colpiti, finché non arrivano due pattuglie della Polizia, una della Squadra volante e l’altra del Reparto prevenzione crimine.

Gli agenti si gettano addosso al picchiatore, lo bloccano e lo portano in Questura dove scoprono chi è. Si tratta di Essalihi Tarik, marocchino 39enne con permesso di soggiorno scaduto nel 2014 e quindi clandestino, senzatetto e senza un lavoro. La polizia lo arresta con l’accusa di lesioni gravi e maltrattamento di animali. L’anziana proprietaria del cane si rinchiude in casa colpita da crisi di panico. Giampiero, l’uomo che ha provato a difenderla, trascorre una giornata intera in ospedale, con la bocca rotta e gli zigomi gonfi a causa degli ematomi. Il pm chiede la misura di custodia cautelare in carcere per Tarik, che si avvale della facoltà di non rispondere. I reati che gli vengono contestati (lesioni personali aggravate da futili motivi) non superano però i tre anni di pena.

Risultato? Il giudice del tribunale decide che due notti in carcere sono sufficienti, così lunedì libera il marocchino senza nemmeno emettere nei suoi confronti un provvedimento di espulsione. Giampiero, dolorante, decide di chiamare un fabbro per blindare porte e finestre e fa installare sensori d’allarme a casa, nel terrore che Tarik possa tornare da lui a completare l’opera, intanto rilascia alcune dichiarazioni ai quotidiani locali: “Mi hanno dato solo 20 giorni di prognosi, se me ne davano 25 magari restava dentro un po’ di più”. Amarezza che si alterna alla delusione per una giustizia ingiusta: “Una beffa, la solita beffa. Del resto, chi si aspettava qualcosa di diverso?Non certo io. Infatti, vede cosa sto facendo?”. Sta trasformando casa sua in una gabbia, chissà quando ne uscirà più.

Nel mirino anche l’amministrazione comunale a guida Pd: “E chi si sente più sicuro in questa città? Quell’individuo era un fantasma. Clandestino dal 2014. Ora lo mollano e torna libero. Una presa in giro”. La notizia si diffonde in giro, amplificata dai social network. Tarik Essalihi, il marocchino che sabato a mezzogiorno ha massacrato due anziani e picchiato un cane in Via Altinate, è tornato libero. “Non mi vergogno a dirlo, io ho paura” spiega Giampietro. “Era una giornata stupenda e così siamo stati in centro a fare due passi” racconta, con accanto la moglie. “A quell’ora stavamo tornando al silos di Via Gozzi, dove avevamo lasciato l’auto. Quando ho visto quel ragazzo prendere a calci il cane dell’anziana, con la povera donna a terra, non ce l’ho fatta a star fermo” spiega, emozionato.

“Non credo di meritare encomi o riconoscimenti. Chiunque abbia un po’ di senso civico si sarebbe comportato come me”. Giampiero è un ex magazziniere in pensione. Ha un fisico robusto ma si è trovato a fronteggiare una persona con trent’anni in meno di lui, fuori di sé, ed ha avuto la peggio. “Subito mi ha sferrato un pugno in faccia e poi, non contento, una testata. Guarda qua come mi ha ridotto. E quando l’hanno fermato i poliziotti? Un agnellino. Lui sapeva già che sarebbe uscito entro pochi giorni”. Lui e la signora anziana aggredita si sono scambiati il numero di telefono, per potersi parlare, per incoraggiarsi in questo momento difficile: la loro città sembra essere diventata ostilee ormai, da quando governa la sinistra, non passa giorno senza che avvenga un episodio violento.

FONTE

 

GUS Accoglienza, la Onlus antifascista che fattura milioni

2015, la protesta dei richiedenti asilo del Gus davanti alla Prefettura di Macerata

2015, la protesta dei richiedenti asilo del Gus davanti alla Prefettura di Macerata

UNA MULTINAZIONALE PRATICAMENTE. Chissà quanti di questi milioni sono stati stanziati per i 10 MILIONI DI ITALIANI SOTTO LA SOGLIA DI POVERTA’

“Noi la rendicontazione la facciamo direttamente al Ministero dell’Interno”,

Ah strano in una intervista del luglio 2017 dicevano che i bilanci erano pubblici

“Come si legge dal bilancio pubblicato sul sito della onlus, tra le entrate del Gus ci sono nove milioni di euro di crediti dalle prefetture e altri sette milioni di crediti dal sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il bilancio è cresciuto progressivamente negli anni, man mano che l’associazione vinceva bandi pubblici, soprattutto per l’accoglienza agli immigrati che segue per 24 Comuni italiani, ma anche per la gestione delle emergenze dall’Emilia all’Abruzzo per il terremoto, e i progetti di sostegno al disagio: tante iniziative, che hanno portato la onlus guidata Paolo Bernabucci anche all’estero, in Nepal, in Sri Lanka e poi altrove fonte IL RESTO DEL CARLINO

VIDEO Gus, Ia Onlus antifascista che fattura milioni

Accoglienza, la Onlus antifascista che fattura milioni

La terribile vicenda di Macerata ha riaperto la questione relativa al business dell’accoglienza. E il quadro è inquietante. Tanti hanno taciuto, altrettanti hanno lucrato sui migranti e sulle tasche dei cittadini in barba alla trasparenza.
 
Esageriamo? Guardate questo servizio di Matrix del 14 febbraio 2018 sul Gus, Onlus “antifascista” che fattura milioni…

FONTE

44 milioni di euro: ecco quanto frutta l’accoglienza all’Onlus di Macerata

Innocent Oseghale era uno dei richiedenti asilo della Onlus Gus. Il quotidiano La Verità è andato a spulciare i bilanci ed ha scoperto che…

“Noi la rendicontazione la facciamo direttamente al Ministero dell’Interno”,

PROSEGUE AL LINK DOVE VI SONO SCREENSHOT DEI GIORNALI LOCALI che già “indagavano” su questa Onlus che i “giornaloni che contano” si sono guardati bene dal riprendere

Profugo urina e mostra genitali ai passanti: “Cani italiani vi taglio la gola…”-arrestato

Nella foto richiedente asilo armato di buone intenzioniprofugo armato
17 febbraio 2018 FONTE: VICENZA TODAY
Un nigeriano di 28 anni si è messo a orinare di fronte ai passanti, con i genitali bene in vista, a Vicenza. In pieno centro.
 
L’episodio ha fatto intervenire i militari impegnati nel controllo della zona e alla loro vista lo straniero è andato su tutte le furie, iniziando ad insultarli: “Siete dei cani, vi taglio la gola!”. Sul posto è intervenuta una pattuglia delle volanti che hanno identificato l’uomo, conosciuto per essersi fatto spacciare da cittadino liberaiano durante la seduta con la commissione territoriale per il riconoscimento dello status di profugo.
Smascherato e indagato per vari reati relativi allo spaccio di droga, ora è stato denunciato per minacce aggravate e atti contrari alla pubblica decenza
Ma nonostante tutto: non lo espellono.

Perugia, difende la fidanzata molestata da 2 migranti: italiano massacrato con calci, pugni e bottigliate

boldrini-avanguardia-stile-di-vita-672x354razzisti anti solidali, se da loro si usa così, si deve dire “obbedisco e mi sottometto” non reagire, che diamine
La violenza politically correct non è violenza

Violenza shock a Perugia, un ragazzo italiano “osa” difendere la fidanzata dalle molestie di due immigrati, un romeno ed un colombiano senza permesso di soggiorno, entrambi pregiudicati: viene massacrato con calci, pugni e bottigliate fuori dalla discoteca. Risorse arrestate.
Difende la fidanzata da due 20enni molesti, 20enne perugino massacrato fuori da una discoteca di Perugia. Il pestaggio è avvenuto fuori da un locale in via Corcianese, nella notte tra il 13 e 14 febbraio. La polizia di Perugia ha arrestato un rumeno 20enne e un colombiano 21enne. A carico dei due stranieri sono emersi una marea di precedenti: il colombiano annoverava rapina, furto, reati in materia di stupefacenti, resistenza, lesioni oltre ad un avviso orale emesso dal Questore di Roma nell’aprile dello scorso anno ed un provvedimento di rifiuto del permesso di soggiorno del 2016 da parte della Questura di Perugia. Quanto al rumeno, invece, ci sono ricettazione, stupefacenti e porto di oggetti atti ad offendere.
 
I due, dopo aver massacrato a calci, pugni e bottigliate un perugino, hanno anche aggredito i poliziotti in Questura, tentando di prenderli a pugni. Un agente è finito al pronto soccorso per una distorsione.
 
Secondo la ricostruzione della polizia di Perugia i due, intorno alle due del mattino, si sono avvicinati a un gruppo di ragazzi nel parcheggio e hanno cominciato a infastidirli e a insistere. I giovani li hanno allontanati, ma i due sono passati alle mani: prima hanno colpito un ragazzo al volto, poi si sono accaniti sull’amico, un perugino di 20anni intervenuto per difendere la fidanzata. Il colombiano, secondo la polizia, gli ha sferrato una testata al volto e lo ha fatto cadere a terra e, senza dargli il tempo di rialzarsi, è stato afferrato e scagliato contro un’auto. Poi le bottigliate in faccia, fino a rompere la bottiglia. Il perugino è caduto di nuovo e i due stranieri lo hanno massacrato a calci.
 
Il giovane, condotto in pronto soccorso, riportava contusioni al capo oltre alla frattura delle ossa nasali, una ferita sul naso e abrasioni al volto con prognosi di 25 giorni.
 
E non è finita qui. I due, una volta in Questura, hanno aggredito i poliziotti. I due sono stati arrestati per concorso in lesioni aggravate; al colombiano è stata contestata anche la resistenza a pubblico ufficiale. Trattenuti nelle camere di sicurezza su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati giudicati con rito direttissimo ad esito del quale il Giudice ha convalidato gli arresti.
 
con fonte perugiatoday.it

Morto 77enne di stenti, senza acqua né luce, è progresso e civiltà politically correct, uguaglianza e solidarietà

77ENNE suicida Monselice

I servizi sociali lo seguivano….e com’è che le utenze erano STACCATE?? Ecco la magnifica Civiltà, democrazia, regno dei diritti tanto minacciata, anche queste persone assassinate da uno stato assente sono colpa dei fascisti?


Venerdì 9 Febbraio 2018, 00:00
Non dà più notizie, 77enne trovato in casa senza vita
MONSELICE Un dramma della solitudine si è consumato ieri pomeriggio in via Carrubbio, a Monselice. In un appartamento in affitto viveva A.V., di 77 anni. L’uomo, divorziato da molti anni e senza figli, era assistito dai servizi sociali del Comune di Monselice. Per questo l’assistente sociale di palazzo Tortorini, non sentendolo da un paio di giorni e non ricevendo risposta dall’appartamento, si era impensierita. Nella giornata di ieri è quindi scattata la ricerca di familiari, con i quali l’uomo potesse essere in contatto, per sincerarsi che…fine parte non a pagamento

Terrore nel centro di accoglienza, minaccia con mannaia ospiti e sequestra operatore

SGOZZARE-PASSANTI-672x361sicuramente se da loro usa così, chi siamo noi per giudicare? Nella foto, l’autore di altre prodi gesta di condivisione kulturale ormai quotidianoa

Terrore nel centro di accoglienza, minaccia con mannaia ospiti e sequestra operatore
8 febbraio 2018
 
L’episodio è avvenuto in via San Luca nel Centro Storico di Genova
 
Momenti di terrore in un centro di accoglienza per migranti in via San Luca nel Centro Storico di Genova.
 
Un 22enne del Ghana ha dapprima minacciato gli ospiti con una mannaia, poi ha chiuso un operatore in una stanza impedendogli di uscire.  Sul posto è poi intervenuta la polizia.
 
Il 22enne del Ghana è stato così arrestato con l’accusa di sequestro di persona e denunciato per minacce aggravate.
 
Da una ricostruzione effettuata dagli agenti delle volanti, ieri il giovane aveva minacciato con una mannaia gli inquilini del centro, in cui è ospitato, e poi ha distrutto gli arredi costringendo gli altri ospiti ad uscire in strada.
 
In conseguenza dell’episodio gli operatori del centro avevano indetto una riunione interna per discutere dell’episodio.
 
Però, durante tale incontro, il 22enne ha fatto irruzione nella sala e, farneticando frasi senza senso, si è mostrato aggressivo nei confronti dei presenti, colpendo con un pugno al polso un’operatrice e causandole un trauma, medicato al pronto soccorso con 5 giorni di prognosi.
 
A quel punto un altro operatore lo ha portato in un’altra stanza ma il giovane, improvvisamente, ha chiuso a chiave la porta. Dopo diversi tentativi di farsi aprire la porta sbarrata e liberare l’operatore, è stata chiamata la polizia con gli agenti che lo hanno arrestato e condotto nel carcere di Marassi.

Roma, tenta di rapinare una coppia poi prende a calci i poliziotti: arrestato

la violenza politically correct non è violenza, è accoglienza


Roma, tenta di rapinare una coppia poi prende a calci i poliziotti: arrestato
 
Ha cercato di rapinare una coppietta e poi ha picchiato i poliziotti. Lui è un cittadino del Mali di 25 anni. E’ accaduto la scorsa notte su un tratto di viale Ippocrate, poco distante da piazza Bologna.
 
Un giovane di 22 anni ha tirato giù la saracinesca del bar, dove aveva finito di lavorare, prendendo come sempre l’incasso della serata. Poi si è messo in macchina insieme alla fidanzata. A quel punto si è materializzato l’uomo, di corporatura robusta, che ha cercato di aprire lo sportello per potere prendere i soldi. Il giovane ha inserito la chiusura centralizzata ma non è servito a far desistere il malvivente che ha preso a pugni il vetro con l’intento di spaccarlo.
 
In quel momento è passato un equipaggio del commissariato Porta Pia che si è messo a inseguire il rapinatore. Il giovane, invece di arrendersi, ha preso a pugni e calci gli agenti che per le ferite hanno riportato dieci giorni di prognosi ciascuno. Una volta bloccato, lo straniero si è messo sdraiato sul sedile posteriore e ha iniziato a prendere a calci i vetri della macchina della polizia. Portato davanti al giudice è stato convalidato l’arresto ed è stato stabilito che in attesa del processo l’arrestato rimanga ristretto in carcere.
 
di Marco De Risi  Sabato 10 Febbraio 2018 – Ultimo aggiornamento: 01:01

Macerata, svolta dall’autopsia su Pamela: “Colpita mentre era viva”

pamela mastropietroil brutale femminicidio di cui non si DEVE parlare onde evitare l’accusa di razzismo


Macerata, svolta dall’autopsia su Pamela: “Colpita mentre era viva”
L’esame autoptico su Pamela Mastropietro rivela colpi inferti mentre era ancora viva. Il medico legale: “Arriveremo alla verità”
 
Si assottiglia la tesi della morte per overdose. L’autopsia realizzata ieri, cinque lunghissime ore tra pezzi di cadavere “sezionati in modo scientifico”, sta portando sempre più gli inquirenti verso l’ipotesi di una morte violenta.
 
Pamela Mastropietro, insomma, sarebbe stata uccisa dai due nigeriani, Innocent Oseghale e Lucky Desmond (29 e 23 anni), accusati di omicidio e vilipendio di cadavere. Un colpo alla tempia e altri al torace inferti probabilmente mentre il sangue della giovane scorreva ancora nelle sue vene.
 
L’autopsia su Pamela Mastropietro
“Ci metteremo un po’ di tempo ma riusciremo a chiarire tutto, questo è sicuro, lo dobbiamo innanzitutto a Pamela”, ha detto ieri di fronte ai cronisti Mariano Cingolani, medico legale di lungo corso. “Ci stiamo approssimando sempre di più verso la chiarificazione di questa ipotesi, la morte violenta. “Ci sono dati a conforto di questa ipotesi”, ha chiarito.
 
Il colpo alla tempia
Di cosa si tratta? L’autopsia è molto difficile. Il corpo della giovane è stato dissanguato e con ogni probabilità lavato nella candeggina. Ma per il medico legale ci sarebbero segni di “applicazione di violenza sicuramente in condizioni di vitalità”. Mentre Pamela era in vita, insomma, “è stata applicata energia” con “un corpo contundente” alla tempia. È stata questa la cusa del decesso? Ancora troppo preso per dirlo, ma di sicuro il colpo è stato – dice Cingolano – “non indifferente”. Sul cranio sono state trovate due lesioni riconucibili proprio ad una bottta inferta con un oggetto contundente.
Non solo. A rinforzare l’ipotesi di omicidio sostenuta dal procuratore capo di Macerata Giovanni Giorgio e dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli, ci sono anche due ferite all’altezza del fegato. Anche queste, scrive il Corriere, sarebbero state inferte a Pamela mentre era in vita.
 
L’esame istologico chiarirà l’omicidio di Macerata
La certezza ancora non c’è. Per chiarire definitivamente il quadro bisognerà attendere gli esami istologici. “Può anche essere – spiega il medico legale – che in una fase successiva scopriremo che la morte è arrivata per entrambe le cause, anche quella chimica”. Resta però il fatto delle violenze inflitte mentre era viva.
 
Il cadavere smembrato
Tremenda invece la descrizione che Cingolani fa delle condizioni del cadavere. Se per assurdo avesse dovuto fare quest’operazione un medico legale, in un laboratorio e con tutti gli strumenti del caso a sua disposizione, ci sarebbero volute almeno otto ore”, ha detto riferendosi all’opera di smembrameto del corpo. Considerando che Pamela è stata vista entrare a casa di Innocent intorno alle 11 del 30 gennaio e che le due valige dell’orrore sarebbero arrivate uscite solo alle 22, per gli inquirenti – scrive il Tempo – sarebbe stato impossibile per un solo uomo realizzare tutto da solo. Ecco perché le attenzioni si sono rivolte ai due nigeriani. Claudio Cartaldo – Ven, 09/02/2018 – 09:16

Striscione di minacce a Salvini: “Occhio, stavolta spariamo noi”

minacce salvinima per un fotomontaggio si manda la Digos a casa dell’autore. Per le minacce a Salvini? Per il proiettile alla Susanna Ceccardi, immagino nessuna, condanna.

Sputi, insulti e lancio di bottiglie di plastica: Meloni contestata a Livorno

Tolleranza ed eguaglianza strabica, come al solito, solo sulla base di posizioni politiche diverse, così come la condanna e solidarietà alle donne vittime di atti vili, non sono atti vili se le donne in questione non sono “dalla parte giusta” della storia.

Striscione di minacce a Salvini: “Occhio, stavolta spariamo noi”
 
Il leader della Lega, Matteo Salvini, atteso di fronte alla moschea di Umbertide. Appeso uno striscione di minacce ad un cavalcavia
Giuseppe De LorenzoGio, 08/02/2018 –
Matteo Salvini stamattina sarà ad Umbertide per protestare contro la costruzione della nuova moschea in Umbria, una delle più grandi in Italia.
 
Fa parte della nuova offensiva leghista in campagna elettorale, partita con l’annuncio del leader del Carroccio di voler “chiudere tutti i centri islamici illegali in Italia”. Ebbene, nella notte, in attesa dell’arrivo dell’indesiderato ospite, qualcuno ha appeso un cartello di minacce ad un cavalcavia: “Occhio Salvini, stavolta spariamo noi”.
 
Il riferimento, appare ovvio, è alle vicende di Macerata e alla folle caccia all’immigrato messa in campo da Luca Traini. “Mentre a Foligno stavamo esponendo le nostre idee, i nostri progetti per il futuro, e preparando le nostre battaglie – spiega Riccardo Marchetti, coordinatore nazionale Umbria per la Lega e candidato alla Camera – ad Umbertide qualche democratico appendeva sul cavalcavia dell’E45 questo striscione. E poi i brutti e violenti siamo noi. Saremo ancora più numerosi, non abbiamo paura, le idee sono a prova di proiettile!”.
Non è ancora chiaro chi abbia esposto il telo di minacce. Ma è evidente che la presenza di Salvini susciti sentimenti contrapposti in terra umbra. I lavori per la moschea di Umbertide si erano interrotti a causa della mancanza di fondi. Ma sono ripartiti ad inizio anno e il luogo di culto islamico dovrebbe vedere la luce entro la fine di maggio. I fondi, secondo quanto dichiarato dall’imam, Chafiq El Oqayly, proverrebbero tutti dall’Italia e sarebbero “tracciabili”. “Abbiamo ricevuto questi soldi perché i nostri fedeli continuano a donare – ha detto l’imam ad Altotevereoggi – e abbiamo contatti con diverse moschee, per esempio Bologna e Milano. La struttura di Madonna del Moro torna a crescere. La costruzione è oramai quasi al completo ed entro maggio verrà aperta”. Salvini permettendo.