L’Esercito siriano ha abbattuto un drone dell’ISIS che utilizzava una bomba della NATO

Terroristi-dellISISTerroristi dell’ISIS appoggiati dalla NATO
Il tipo di bomba seriale, utilizzata dall’ISIS per attaccare i civili nella zona di Abul Al Alaya, è stata identificata dall’Esercito siriano (NDF) come un proiettile GLV-HEF, di esclusivo utilizzo NATO, prodotto in Bulgaria.
Secondo l’NDF le forze siriane nell’area di Abul Al Alaya hanno abbattuto un drone utilizzato dall’ISIS per gli attacchi, mentre stava sorvolando le loro posizioni e bombardando i civili nella zona.
L’ISIS ha utilizzato queste bombe per colpire i civili nelle zone urbane di Homs e Deir Ezzor per diversi mesi, obbligando i militari siriani a monitorare constantemente i paesi e le città della nella Siria orientale.
Le forze governative siriane hanno difeso le popolazioni dall’ultimo assalto effettuato dai miliziani dei gruppi terroristi anche nella zona del sud est di Hama.
NATO-BombBombe prodotte per la NATO
Nota: Non è la prima volta che vengono scoperte armi di produzione esclusiva per la NATO in possesso dell’ISIS, questo è avvenuto quando l’Esercito siriano si è impadronito di alcuni depositi usati dal gruppo terroristico in varie zone del paese ed in questi depositi sono state trovate armi di fabbricazione USA destinate alla NATO.
 
ISIS Droni
Ad Aleppo, quando la città è stata liberata dalle forze governative, è stato ritrovato un bunker con alcuni ufficiali della NATO (fatti prigionieri) che dirigevano le operazioni dei gruppi terroristi arroccati nei quartieri est della città. Si è saputo che dalla  base in Turchia venivano inviate ai terroristi le coordinate, rilevate dai satelliti, per colpire gli obiettivi delle forze siriane.Vedi: South Front
Nessuna sorpresa quindi ma una ulteriore conferma della complicità della NATO con le operazioni dei gruppi terroristi in Siria per destabilizzare il paese e rovesciare il Governo di Damasco.
By Leith Fadel – 20/04/2017 Traduzione e nota: L.Lago Fonte: Al Masdar News

Editorialista del Boston Globe: “Congratulazioni ad Al-Qaeda e ai jihadisti siriani per l’Oscar”

WHITE helmetsChi sono gli “Elmetti Bianchi” e il loro legame con il terrorismo che ha devastato la Siria ve l’abbiamo scritto qui. Sul ruolo di Hollywood e l’Oscar dato al documentario sugli Elmetti Bianchi vi abbiamo scritto ieri.

Quello che ci piace sottolineare oggi è una bella presa di posizione dell’editorialista del Boston Globe ed ex editorialista del New York Times, Stephen Kinzer, che su twitter scrive: “Congratulations to al-Qaeda and Syrian jihadists for the #Oscar given to a film about their PR outfit, the White Helmets.”. “Congratulazioni ad Al-Qaeda e ai jihadisti siriani per l’Oscar dato al film sui loro PR, gli Elmetti Bianchi”.
Notizia del: 28/02/2017

Usa, le mail trafugate a George Soros finiscono online: “È architetto di ogni colpo di Stato degli ultimi 25 anni”

tttw5questi sì che sono hackers anti sistema. Che cattivi, questo magnate multimiliardario non ha a cuore altro che il bene degli ultimi….


Dc Leaks pubblica i file rubati dai database della Open Society Foundation dell’imprenditore ungherese americano: “A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia”

Ci sono i dossier sulle elezioni Europee del 2014 ma anche quelli sul voto nei singoli Stati, i fascicoli sui finanziamenti elargiti alle organizzazioni non governative di tutto il mondo e persino i rapporti sul dibattito politico in Italia ai tempi della crisi dell’Ucraina. Sono solo alcuni dei documenti rubati dai database della Open Society Foundation di George Soros. Appena pochi giorni fa Bloomberg aveva raccontato che, oltre ad aver violato i server del partito Democraticoavrebbero anche trafugato le mail dell’imprenditore americano.
E adesso Dc Leaks ha varato soros,dcleaks.com, un portale interamente dedicato ai documenti trafugati dalle caselle mail del magnate statunitense. Nove categorieUsa, Europa, Eurasia, Asia, America Latina, Africa, World bank, President’s office,Souk – migliaia di documenti consultabili online o da scaricare in pdf.
 
Dentro c’è un po’ di tutto: commenti sulle elezioni nei Paesi di mezzo mondo, rapporti sui “somali nelle città europee” e sul bilancio di previsione statunitense, ma anche dossier sulla crisi tra Russia e Ucraina con una serie di allegati che spiegano la posizione dei vari stati Europei sulla vicenda.
In homepage, poi, c’è un post che spiega il motivo della pubblicazione dei file. “George Soros – scrivono gli hacker –  è un magnate ungherese- americano, investitore , filantropo, attivista politico e autore che, di origine ebraica. Guida più di 50 fondazioni sia globali che regionali. È considerato l’architetto di ogni rivoluzione e colpo di Stato di tutto il mondo negli ultimi 25 anni . A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia. I suoi servi hanno succhiato sangue a milioni e milioni di persone solo per farlo arricchire sempre di più. Soros è un oligarca che sponsorizza il partito Democratico, Hillary Clinton, centinaia di uomini politici di tutto il mondo. Questo sito è stato progettato per permettere a chiunque di visionare dall’interno l’Open Society Foundation di George Soros  e le organizzazioni correlate. Vi presentiamo i piani di lavoro , le strategie , le priorità e le altre attività di Soros. Questi documenti fanno luce su uno dei network più influenti che opera in tutto il mondo”.
agosto 18, 2016

Perchè l’Occidente sta aiutando l’Isis a diffondere l’isterismo

Il Washington Post – insieme ad altri – si è gettato con slancio nella scia di un presunto attacco terroristico nella capitale tedesca prima che fosse stata diffusa alcuna prova e perfino prima che la polizia tedesca arrestasse un sospetto.
 
Un camion è piombato su un affollato mercatino di Natale, uccidendo 12 persone e Risultati immagini per tagliagole siria Usaferendone molte altre in un attacco molto simile a quello di Nizza, in Francia, dove un camion ha falciato la folla uccidendo 86 persone e ferendone diverse centinaia.
 
Divulgare la propaganda dell’ISIS
 
L’articolo del Washington Post e altri simili ad esso hanno seguito la linea secondo cui l’auto-proclamato “Stato Islamico” (ISIS) è stato il presunto responsabile dell’attentato. Senza lasciarsi scoraggiare dalla mancanza di prove, il Washington Post e altre fonti di informazione – desiderosi di capitalizzare l’attacco per dare seguito alla narrativa occidentale [sul terrorismo] – sono saltati alla conclusione che l’attacco avesse l’obiettivo di “inasprire la divisione tra i musulmani e tutti coloro che non lo sono”.
 
La rivendicazione dell’agenzia di stampa ufficiale Amaq è stata breve e penosamente familiare: un “soldato dello Stato Islamico” è stato l’artefice di un nuovo attacco ai danni di civili in Europa, questa volta ad un festoso mercatino di Natale a Berlino.
 
La fondatezza della rivendicazione è stata sollevata martedì, mentre le autorità tedesche erano alla ricerca tanto di un sospetto quanto di una motivazione alla base dell’attacco contro le persone che festeggiavano l’arrivo delle vacanze natalizie. Ma sembra che l’attentato avesse già raggiunto uno degli obiettivi dichiarati dello stato Islamico: diffondere la paura e il caos in un paese occidentale, nella speranza di rendere più marcato il divario tra i musulmani e tutti gli altri.
 
L’“analisi” del Washington Post non spiega il motivo per cui l’ISIS dovrebbe colpire una nazione che finora ha giocato solo un ruolo minore nelle operazioni anti-ISIS, né la logica che starebbe dietro al provocare una frattura ancora più ampia tra i musulmani e l’Occidente. Ad un certo punto, il Washington Post suggerisce che l’ISIS starebbe cercando di bloccare il flusso di rifugiati dai loro territori d’origine verso nazioni come la Germania che hanno una politica di porte aperte ad accoglierli.
 
In realtà, il Washington Post e gli “esperti” che ha intervistato stanno solo cercando di perpetuare il mito di ciò che ISIS è e quali sono i suoi obiettivi e le sue motivazioni.
 
Comprendere cos’è veramente l’ISIS e quale scopo sta davvero servendo, va oltre lo spiegare perché l’accaduto sia stato così impazientemente etichettato come “attacco terroristico” e perché è probabile che si verifichino altri episodi del genere.
 
L’ISIS è stato creato da e per il cambio di regime in Siria e altrove
Il governo degli Stati Uniti, in un memorandum della Defense Intelligence Agency (DIA) datato 2012 e rivelato grazie a una fuga di notizie, avrebbe ammesso che “alcune potenze”, incluso “l’Occidente” supportavano la nascita di ciò che a quel tempo veniva chiamato un “regno salafita” nell’est della Siria, esattamente dove l’ISIS ha oggi la propria base.
Il report del 2012 trapelato (.pdf) dichiara (grassetto aggiunto):
Se la situazione si sviluppa c’è la possibilità di stabilire un dichiarato o non dichiarato regno salafita nell’est della Siria (Hasaka e Der Zor), e questo è esattamente ciò che le potenze che supportano l’opposizione vogliono, in modo tale da isolare il regime siriano, che è considerato il fulcro strategico dell’espansione sciita (Iraq e Iran).
Giusto per chiarire chi fossero le “potenze che supportavano” la creazione di un regno (Stato) salafita (Islamico), il report della DIA spiega:
 
L’Occidente, i Paesi del Golfo e la Turchia supportano l’opposizione, mentre Russia, Cina e Iran supportano il regime.
Nel 2014, in un’email tra il Consigliere USA del Presidente, John Podesta, e il precedente Segretario di Stato americano Hillary Clinton, essi avrebbero ammesso che due dei maggiori alleati americani nella regione – Arabia Saudita e Qatar – stavano fornendo supporto finanziario e logistico all’ISIS.
L’ email, rivelata al pubblico grazie a Wikileaks, affermava…dobbiamo usare i nostri mezzi diplomatici e l’intelligence più tradizionale per fare pressioni sui governi di Qatar e Arabia Saudita, che stanno fornendo sostegno finanziario e logistico all’ISIS e ad altri gruppi radicali sunniti della regione in modo clandestino.
 
Mentre l’email ritrae gli Stati Uniti impegnati in una lotta proprio contro quel regno (Stato) salafita (Islamico) che hanno contribuito a creare e ad usare come asset strategico nel 2012, il fatto che Arabia Saudita e Qatar siano entrambi riconosciuti come stati che supportano le organizzazioni terroristiche – e che entrambi godano ancora di un enorme sostegno militare, economico e politico da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati europei – rivela quanto la “guerra” all’ISIS sia in realtà ipocrita.
L’attacco relativamente recente alla città siriana orientale di Palmira ha avuto luogo lungo un fronte di 10 chilometri e ha visto in campo armamenti pesanti, centinaia di combattenti, ed è stato possibile solo grazie ad un gigantesco e continuativo appoggio statale, come è stato per ogni conquista dell’ISIS nella regione.
L’ISIS e gli “altri gruppi radicali sunniti” rimangono l’unica opposizione armata di un certo rilievo in campo contro il governo siriano.
 
Già nel 2007, come rivelato dal giornalista vincitore del Premio Pulitzer Seymour Hersh nel suo articolo del 2007, “Il Cambio di Rotta: la nuova politica del governo sta avvantaggiando i nostri nemici nella guerra al terrorismo?,” era chiaro che gli Stati Uniti fossero intenzionati ad armare e sostenere i militanti collegati ad Al Qaeda per rovesciare i governi di Siria e Iran, e a farlo attraverso il riciclaggio di armi, denaro e altre forme di supporto, servendosi di intermediari tra cui l’Arabia Saudita.
L’ISIS non è altro che la piena manifestazione di questa cospirazione documentata ormai da molto tempo.
Quindi cosa mirava davvero a raggiungere l’attacco di Berlino?
Se aggiriamo le false narrative facilmente verificabili che circondano il mito delle origini e delle motivazioni che guidano l’ISIS, e riconosciamo che l’Occidente ha creato tutto di sana pianta per raggiungere i propri obiettivi geopolitici, intravvediamo come gli attacchi di Nizza, in Francia, e a quanto pare anche quello di Berlino, in Germania, siano volti ad alimentare una vantaggiosa strategia della tensione in cui i musulmani sono sempre più presi di mira e isolati in Occidente, prontamente ingaggiati da terroristi a cui viene permesso di operare proprio sotto il naso delle agenzie di sicurezza e di intelligence occidentali, e inviati a combattere le guerre per procura dell’Occidente in Siria, Iraq e, prima o poi, in Iran.
 
Mentre le spiegazioni intessute da quotidiani come il Washington Post cambiano con il mutare del vento e danno ogni giorno un’interpretazione diversa alla creazione e alle azioni dell’ISIS, il calcolo dell’Occidente – messo in luce da Seymour Hersh nel 2007, documentato in un memorandum della DIA nel 2012, ammesso in un’email trapelata nel 2014, nonché evidente nelle attuali operazioni su vasta scala dell’ISIS in Siria, possibili solo con un supporto statale sostanziale – è unico nella sua natura e ormai palese da anni – perfino prima che il conflitto in Siria avesse inizio.
Fino a quando Washington e i suoi alleati riterranno conveniente dal punto di vista geopolitico mantenere l’ISIS in vita – da usare sia come una forza mercenaria nelle guerre per procura sia come pretesto per un intervento militare diretto dell’Occidente ovunque le organizzazioni terroristiche opportunamente “appaiono”, attacchi come quelli di Bruxelles, Parigi, Nizza, e ora – come sembra – Berlino, continueranno a verificarsi.
In qualsiasi momento Washington e Bruxelles lo decidessero, potrebbero smascherare il ruolo di sostegno all’ISIS di Arabia Saudita e Qatar. In qualsiasi momento lo decidessero, potrebbero anche denunciare e smantellare la rete globale di madrasa che entrambe le nazioni – con la collaborazione delle agenzie di intelligence occidentali – usano per ingrossare i ranghi di organizzazioni terroristiche come ISIS e Al Qaeda.
Invece, l’Occidente aiuta segretamente l’Arabia Saudita e il Qatar ad espandere e indirizzare queste reti terroristiche – utilizzandole come forze mercenarie nelle guerre per procura e come un pretesto pronto all’uso per giustificare interventi militari in territori stranieri e come strumenti per dividere e distrarre costantemente l’opinione pubblica nazionale.
Se gli stati che sponsorizzano il terrorismo venissero smascherati e tolti dall’equazione, gli Stati Uniti e i loro alleati europei si ritroverebbero impegnati sul campo di battaglia ai quattro angoli del mondo, coinvolti in rovesciamenti di regimi, invasioni e occupazioni senza alcun credibile casus belli.
Con gli Stati Uniti e i loro alleati determinati a ribadire e mantenere l’egemonia globale ovunque dal Medio Oriente e Nord Africa all’Asia centrale e orientale, la minaccia prefabbricata del terrorismo sponsorizzato dallo stato – cioè sponsorizzato dai più antichi e maggiori alleati arabi dell’Occidente e dall’Occidente stesso – persisterà negli anni a venire.
Tony Cartalucci è un ricercatore di geopolitica e scrittore che vive a Bangkok e scrive in particolare per la rivista online New Eastern Outlook”
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELEONORA FORNARA