Banca Etruria, indagato il padre della Boschi. Bufera sul procuratore di Arezzo. Ira della sottosegretaria

maria elena

ma è il governo dei giusti, tanto solidali ed antifascisti. Hanno solo rubato i soldi ai correntisti, mica è grave come il Rubygate.


Banca Etruria, indagato il padre della Boschi. Bufera sul procuratore di Arezzo. Ira della sottosegretaria

Rossi scrive a Casini: “Io corretto”

Un nuovo filone d’indagine sul crack di Banca Etruria riaccende i riflettori sulla famiglia Boschi. Sul padre della sottosegretaria Maria Elena, finito in un nuovo filone di indagine sulla banca aretina assieme a tutti i componenti del cda in carica dal 2011 al 2014. E sulla figlia, ex ministro ed ora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, si abbatte di nuovo la bufera politica con M5s e Lega che fanno asse tornando a chiedere le sue dimissioni.

Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il PD” si difende la sottosegretaria che si lamenta: “chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà. Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni”. Ma non è solo la famiglia Boschi a finire nel mirino delle polemiche: anche il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, ascoltato dalla Commissione di inchiesta sulle banche lo scorso giovedì è oggi accusato di aver omesso la notizia che riguardava questo nuovo filone di indagine che prende spunto dalla trasmissione alla procura da parte di Consob degli atti relativi all’annullamento del prospetto di due emissioni e delle relative sanzioni a carico dell’intero cda. Il nuovo fascicolo aperto dalla procura di Arezzo riguarderebbe infatti la vendita di obbligazioni considerate rischiose ai clienti retail che non avrebbero avuto il profilo per acquisirle.

IL POST DELLA BOSCHI

“Tutto quello che avevo da dire l’ho detto in commissione giovedì scorso” si difende il procuratore Rossi. E a riprova della sua tesi invia una lettera al presidente della bicamerale, Pierferdinando Casini, in cui riporta la trascrizione della sua audizione. Nella lettera Rossi ricorda di aver risposto sulla posizione di Pier Luigi Boschi precisando che non è tra gli ex del cda Etruria rinviati a giudizio, ma di aver annuito quando gli è stato chiesto se lui e altri potrebbero essere indagati.

“Come si evince da questa breve ricostruzione, non ho nascosto nulla circa la posizione del consigliere Pierluigi Boschi. Ho anzi chiarito e ribadito che la Sua esclusione riguardava il processo per bancarotta attualmente in corso, mentre per gli altri procedimenti, a domanda, ho precisato che non essere imputati non significava non essere indagati. Null’altro mi è stato chiesto in merito” precisa Rossi che a proposito delle domande sul reato di falso in prospetto, ipotizzato nel nuovo fascicolo, chiarisce:ho chiesto la secretazione dell’audizione in quanto vi sono in corso indagini preliminari sul punto. Le domande in merito hanno riguardato i fatti oggetto di indagine e non, in alcun modo, le persone iscritte nel registro degli indagati. Ho chiarito i punti che mi venivano sollecitati riferendomi ovviamente allo stato delle indagini in corso”.

4 Dic
Ferruccio de Bortoli
✔@DeBortoliF
Mi aspettavo l’annunciata querela per diffamazione, che non è mai arrivata. Dopo quasi sette mesi apprendo che l’onorevole Boschi mi farà causa civile per danni. Grazie.

maria elena boschi
✔@meb

Grazie a Lei, Direttore. Ci vediamo in tribunale, buona serata

20:51 – 4 dic 2017

“Mente” contrattata uno dei componenti della Commissione, il 5 Stelle Carlo Sibilia che chiede quindi la “desecretazione dell’audizione. Lui – spiega – ha precisa domanda ha parlato di un solo componente del Cda coinvolto nell’indagine, non di tutto l’organismo”. Rossi si dice comunque a disposizione della Commissione per altri chiarimenti e il senatore renziano Andrea Marcucci, componente della Commissione, conferma che chiederà a Casini di rinconvocarlo. E lo stesso Casini si dichiara disponibile a farlo anche se, precisa, “la lettera di Rossi chiarisce quello che avevo bisogno di chiarire”. Boschi intanto annuncia anche il ricorso alle vie giudiziarie. “Ho firmato oggi il mandato per l’azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti” dice annunciando che per lei la misura è colma: “non l’ho mai fatto” ma a questo punto è “necessario che sulla verità dei fatti si pronunci un tribunale in nome della legge. Perché la legge è uguale per tutti, davvero”.

Francesca Chiri 05 dicembre 2017

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2017/12/04/banca-etruria-indagato-il-padre-della-boschi.-m5s-attacca-il-pd_f25167df-2954-4165-b749-d4352fd4d679.html

Il Capo della Polizia Gabrielli: “Più grave piazzata di Forza Nuova della bomba anarchica di fronte caserma carabinieri”

la "piazzata",

la “piazzata”

così forse si finirà di credere che la polizia sia “fascista”. La “piazzata” è un presidio dei forzanuovisti sotto la redazione di due giornali, roba che è stata fatta in passato da tanti altri, da pacifisti, no global, no tav etc, ma non importa. Se lo fa “chi non deve esistere” è attentato alla democrazia.

Il Capo della Polizia Gabrielli: “Più grave piazzata di Forza Nuova della bomba anarchica di fronte caserma carabinieri”
Roma, 8 dic 2017 – CARABINIERI: MENO GRAVE LA BOMBA DI FRONTE ALLA CASERMA CHE MANIFESTAZIONE SOTTO IL GIORNALE. ALL’INTERNO VIDEO DEL SEN. GASPARRI E ARTICOLO SU DICHIARAZIONI CAPO POLIZIA GABRIELLI. Segue articolo de Il Giornale.it. Le parole del capo della Polizia, Franco Gabrielli. Identificati 12 militanti di Forza Nuova. Sulla bomba degli anarchici ai carabinieri si indaga invece per terrorismo. Gabrielli ieri sembrava esserne certo: il blitz di Forza Nuova sotto la redazione di Repubblica e L’Espresso è “molto più grave” dell’esplosione dell’ordigno di fronte alla stazione dei Carabinieri di Roma. Un parallelismo che ha scatenato dure polemiche e che ha costretto il capo della Polizia a un piccolo passo indietro. VIDEO ALL’INTERNO.
GUARDA ANCHE IL VIDEO DEL SEN. GASPARRI.
La dichiarazione di Gabrielli
Molto più grave – ha detto Gabrielli a margine dell’evento “Legalità e sport” alla “Nuvolà di Roma” – ritengo per certi aspetti la piazzata che è stata fatta ieri nei pressi della redazione di un gruppo editoriale importante, perchè tutte le volte che si mette in discussione la possibilità che la stampa sia libera ed espressione di qualsiasi opinione, io credo sia un interrogativo per tutti“. Solo a sera le agenzie battono la spiegazione del parallelismo, quando il capo della Polizia afferma che in entrmabi i casi si tratta di “fatti gravissimi per i quali lo Stato e le forze di polizia non faranno sconti a nessuno. Considero gravissimo tutto ciò che è violenza. Ho voluto sottolineare la gravità di quanto accaduto nei pressi di una redazione di un gruppo editoriale e non certo sminuire l’episodio di San Giovanni. Dunque nessuna sottovalutazione. Ogni violenza va perseguita ed è quello che faremo.
Il blitz di Forza Nuova
I due casi sono susseguiti di poche ore. Due giorni fa, intorno alle 15.30, dodici militanti di Forza Nuova fanno irruzione nel piazzale delle redazioni di Repubblica e L’Espresso con fumogeni e uno striscione che inneggia a “boicottare” i due prodotti editoriali. Non più di tre minuti, poi i manifestanti – col volto coperto e le bandiere – si sono allontanati“senza arrecare danni a cose e persone e senza mai avvicinarsi alle porte dei locali della redazione che comunque nel frattempo erano state bloccate“.
Visionando le numerose telecamere della zona, le forze dell’ordine sono riuscite ad identificare dodici persone, tra cui un minorenne e una donna. Molti di loro sono tifosi della Lazio e già sottoposti al Daspo. Misura che, con ogni probabilità, verrà estesa anche agli altri partecipanti al blitz. Perquisita intanto la sede di Forza Nuova in via Taranto 57 e le case dei partecipanti al piccolo sit-in. La Procura della Repubblica indaga con l’ipotesi di reato per violenza privata, accensioni ed esplosioni pericolose e manifestazione non autorizzata con travisamento.
La bomba degli anarchici
Ieri invece l’esplosione di una bomba alle 5.30 di fronte alla stazione dei Carabinieri in zona San Giovanni. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di “atto di terrorismo con ordigno esplosivo” a carico di ignoti. In serata però è arrivata larivendicazione della Federazione anarchia informale – fronte rivoluzionario internazionale, Cellula Santiago Maldonado: “Con questa azione lanciamo una campagna internazionale di attacco contro uomini, strutture e mezzi della repressione.
Ognuno con lo strumento che ritiene più opportuno e se lo desidera contribuendo al dibattito – hanno scritto nel comunicato – e nostre attenzioni si sono riversate verso i principali tutori dell’ordine mortifero del capitalismo: le forze dell’ordine. Senza di esse i privilegi, le prepotenze, le ricchezze accumulate dai padroni sarebbero nulla. Perchè hanno da sempre la funzione di reprimere, incarcerare, deportare, torturare, uccidere chi per scelta o necessita si ritrova al di fuori della loro legge“. La notte scorsa, conclude la rivendicazione, “abbiamo portato la guerra a casa del ministro Minniti. I diretti responsabili in divisa, coloro che obbediscono tacendo e tacendo crepano, hanno ricevuto un assaggio di quello che si meritano”. Pubblicato il 8 dicembre 2017 Fonte: www.ilgiornale.it
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Il sindaco antifascista nega la sala all’atleta disabile: «È di CasaPound»

claudioi paladini della tolleranza e del rispetto delle diversità. E’ combattere il fascismo questo, mica censura.
Tra quanto renderanno obbligatorio il possesso di una tessera di un partito di sinistra, una tessera arci o l’iscrizione all’Anpi per non finire in galera ed avere revocato ogni diritto?

Claudio a 31 anni e un sogno: partecipare alla maratona di New York. Ma Claudio Palmuli è disabile e per riuscirci ha bisogno di comprare una handbike, una carrozzina speciale per competizioni agonistiche. Per farlo ha scritto un libro Il vento sulle braccia, che sta presentando in tutta Italia vendendolo come forma di autofinanziamento.
 
La prossima tappa sarà Pescara, dove due mesi fa è stata prenotata una sala circoscrizionale attrezzata per disabili che ora, però, l’amministrazione comunale, guidata dal Pd Matteo Ricci, non vuole più concedere: Claudio Palmulli è anche un militante di CasaPound e questo, a quanto pare, è “giusta causa” per cercare di boicottare il suo sogno. La presentazione, però, si farà lo stesso, solo che sarà in uno spazio privato: l’appuntamento è il 16 dicembre, alle 18, presso il Baia Flaminia Resort.
L’amministrazione Pd nega la sala all’atleta disabile
A denunciare il ripensamento dell’amministrazione, che arriva proprio nel pieno dei richiami della sinistra istituzionale alla mobilitazione antifascista, è stata CasaPound Italia Pesaro, spiegando che «siamo stati contattati da un’impiegata comunale che ci ha comunicato l’intenzione dell’amministrazione di impedire con ogni mezzo la presentazione del libro di Claudio nella sala circoscrizionale».
«Siamo costernati di fronte all’abuso perpetrato non solo nei nostri confronti, ma soprattutto nei confronti di Claudio, che – ha aggiunto il responsabile di Cpi Pesaro, Christiano Demontis – con entusiasmo portava a Pesaro la testimonianza di una vita non segnata dal fatalismo, ma dalla voglia di reagire alla disabilità diventando maratoneta». «Un messaggio positivo e costruttivo messo a tacere dall’arroganza e dal pregiudizio di un’amministrazione faziosa», ha proseguito Demontis, sottolineando l’indignazione per «una classe dirigente che si vanta di essere portatrice di cultura e valori democratici» e poi per «sterile polemica e peloso pregiudizio» arriva a «ridurre al silenzio la storia di un riscatto dalla condizione di disabilità».
 
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Il sindaco antifascista parla di«libertà e tolleranza»
Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario di CasaPound Italia, Simone Di Stefano: «Matteo Ricci sei ridicolo, vergognati!», ha scritto su Twitter Di Stefano, mentre Palmulli ha commentato ricordando che «il mio libro non parla né di politica né di CasaPound». «Al sindaco – ha aggiunto l’atleta – appena ci sarà occasione ne darò uno per farglielo leggere, almeno si fa un po’ di cultura!». Manca all’appello, invece, proprio la versione del primo cittadino, che in compenso sul suo profilo Twitter, mentre a Palmulli veniva negata la sala, cinguettava sulla «bellissima risposta da Como a intolleranza e neofascismo». «Libertà, uguaglianza e tolleranza sono valori della Costituzione italiana. I nostri valori», stata la sua rivendicazione con l’hashtag della giornata #equestoèilfiore. E questo, ci sarebbe da aggiungere, è il frutto.
di Valeria Gelsi sabato 9 dicembre 2017 – 19:10

L’assalto alle “fake news” è un attacco ai media alternativi

write_what_youre_told_propagandabisogna fermare i populisti che minacciano le elites che proteggono e vogliono tanto bene ai popoli no?

Da Salon, la denuncia del giornalista americano Dave Lindorff, collaboratore di una grande varietà di testate: la lotta alle fake news è un attacco a chi riporta punti di vista differenti rispetto alla linea mainstream; i media alternativi (e con loro blogger e siti di opinione, aggiungiamo noi) devono difendersi dalle campagne maccartiste che iniziano ad essere lanciate dai media mainstream, in una strategia che cerca di cooptare anche i giornalisti e i giganti del web, attraverso la minacciae che non esclude il ricorso alla fine della neutralità di internet. L’ennesima prova che in tutto il mondo occidentale cosiddetto libero le condizioni dell’informazione sono in drammatico declino e che sono sempre più forti le pulsioni verso una svolta decisamente autoritaria, di cui la “polizia del pensiero” sarà solo il primo passo.
Sono giorni difficili in cui essere un giornalista serio. Fai il resoconto di una storia oggi, con i tuoi fatti graziosamente messi in fila, e probabilmente te la ritroverai etichettata come “notizia falsa” da qualunque persona alla quale tu abbia incornato le proprie bufale – e anche dagli amici che non condividono la tua prospettiva politica. Per buona misura, diranno che ti sei basato su “fatti alternativi”.
Gli storici dicono che il termine “fake news” risale all’epoca della “stampa scandalistica” del tardo 19° secolo, ma il termine è decollato nel 2016, poco più di un anno fa, durante la corsa presidenziale di Donald Trump. Il termine è stato usato per descrivere cose differenti, dai media “privi di fatti” pro-Trump a storie sensazionalistiche e in gran parte false, il cui unico obiettivo era catturare attenzione e soldi. Durante la stagione delle primarie, lo stesso Trump ha iniziato a etichettare tutte le storie dei media mainstream su di lui come “notizie false”. Anche se l’idea che ci potrebbero essere diverse verità risale almeno all’amministrazione del presidente George W. Bush, quando il consigliere Karl Rove affermò che l’amministrazione “crea la propria” realtà, ha guadagnato terreno quando il consigliere di Trump Kellyanne Conway, beccata a inventarsi cose in un’intervista televisiva, ha affermato di affidarsi a “fatti alternativi”.
 
Un espediente che sarebbe andato bene, di per sé. La maggior parte delle persone è spinta a credere che i politici mentano – qualunque sia il partito o la convinzione che rappresentano – per cui i loro tentativi di negarlo quando vengono accusati di essere dei maestri dell’invenzione tendono ad essere riconosciuti come tali.
 
I media istituzionali – The New York Times, The Washington Post, i programmi di notizie sulla rete e persino la Radio Pubblica Nazionale (NPR) – hanno tutti risposto all’accusa di essere bugiardi e fabbricanti di “notizie false” promuovendosi come “la comunità fondata sulla realtà” (NPR), o sostenendo che stanno combattendo una giusta lotta contro l’ignoranza, come dimostrato dal nuovo slogan della testata del Post, “La democrazia muore nell’oscurità”. Il Times è rimasto al suo slogan “Tutte le notizie che vale la pena di stampare”, ma ha aggiunto una peculiarità nella terza pagina quotidiana, che elenca “i fatti notevoli del giornale di oggi” e ha preso a chiamare “bugie” le bufale dell’amministrazione Trump.
Lo scorso dicembre il Congresso ha approvato una nuova legge, prontamente firmata dall’allora presidente Barack Obama, che ha reso esecutivo un emendamento orwelliano alla Legge sulla Autorizzazione alla Difesa del 2017. Chiamata Legge sul Contrasto alla Disinformazione e alla Propaganda, questa misura assegna al Dipartimento di Stato, in concerto con il Dipartimento della Difesa, il direttore dell’intelligence nazionale e un’oscura organizzazione governativa sulla propaganda chiamata Broadcasting Board of Governors, il compito di creare un “centro per l’analisi dell’informazione e la risposta”. Il compito di questo nuovo centro, finanziato da un budget di 160 milioni di dollari su due anni, sarebbe quello di raccogliere informazioni sulla “propaganda straniera e i tentativi di disinformazione” e “migliorare proattivamente le narrazioni basate sui fatti che supportano gli alleati e gli interessi degli Stati Uniti”.
Cosa sono le “fake news”? Il bersaglio continua a muoversi
Tutto questo potrebbe sembrare ridicolo, ma come giornalista che ha lavorato in questo campo per 45 anni, sia nei giornali mainstream che nella televisione e nei media alternativi, e come pubblicista di lunga data che ha scritto per pubblicazioni diverse come Business Week, The Nation, The Village Voice e un sito di notizie gestito collettivamente, chiamato ThisCantBeHappening.net, ho osservato come questa ossessione per le “notizie false” si sia trasformata in un attacco alle notizie alternative e alle organizzazioni che le riportano.
Il 24 novembre scorso, il Washington Post ha pubblicato un articolo da prima pagina in stile maccartista dichiarando che circa 200 siti di notizie sul web erano in realtà “fornitori di propaganda pro-russa” consapevoli o involontari. L’articolo, scritto dall’inviato sulla sicurezza nazionale del Post Craig Timberg, si basava sul lavoro di un gruppo ambiguo, chiamato PropOrNot, i cui proprietari-organizzatori erano stati tenuti anonimi da Timberg e le cui fonti di finanziamento non erano dichiarate. PropOrNot, ha scritto Timberg, aveva elaborato un elenco di siti che secondo il gruppo stava facendo circolare “propaganda pro-Russia”.
Per uno dei siti dell’elenco, il noto giornale di sinistra Counterpunch, fondato decenni fa dall’ex editorialista di The Village Voice e The Nation Alexander Cockburn, PropOrNot ha portato due articoli a giustificazione della sua nomina. Uno di questi articoli era mio. Era un pezzo che avevo scritto per ThisCantBeHappening, e che era stato ripubblicato a mio nome da Counterpunch. Il recensore, l’ufficiale in pensione dell’intelligence militare Joel Harding (che ho scoperto essere legato a Fort Belvoir, vicino Washington, che è sede del Comando dell’Esercito USA per le Operazioni sulle Informazioni, o INSCOM), ha etichettato il mio articolo come “assurda propaganda pro-russa”.
In realtà, l’articolo era una semplice relazione delle conclusioni del 29 settembre 2016 da parte dall’indagine congiunta olandese-australiana sull’abbattimento sopra l’Ucraina di un jumbo jet passeggeri malese nel luglio 2014; l’indagine aveva concluso che la Russia era colpevole. Nell’articolo notavo che questa indagine non era legittima perché si sapeva che due nazioni – Russia e Ucraina – possedevano i missili e i lanciatori Buk che avevano abbattuto l’aereo, ma solo ad una di esse, l’Ucraina, era stato permesso di portare prove. Le prove offerte dalla Russia in questo caso erano state ripetutamente respinteIl rapporto evitava anche di menzionare che il governo ucraino aveva ottenuto il potere di veto su tutte le conclusioni raggiunte dagli investigatori.
Il resoconto era una “fake news” o propaganda? Niente affatto.
In questo caso le notizie false sono state quelle scritte e trasmesse su quella terribile tragedia da quasi tutti i media americani, tra cui il Times, il Post e tutte le principali reti. Tutti questi media continuano a dichiarare come se fosse un fatto accertato che un missile Buk russo ha abbattuto quell’aeroplano, anche se non è stata condotta nessuna indagine onesta. (Tecnicamente è vero che i missili Buk sono tutti “russi”, in quanto sono stati fabbricati tutti in Russia. Il non detto è che i militari ucraini avevano lanciatori Buk perché la loro nazione faceva parte dell’Unione Sovietica e loro avevano continuato ad acquistarli dopo l’indipendenza).
 
La forma più sciatta di critica ai media
“Etichettare le notizie che non ti piacciono come “notizie false” è la forma più sciatta di critica ai media”, afferma Jim Naureckas, redattore di Fairness and Accuracy In Reporting, una rivista di giornalismo di New York. “È come mettersi le dita nelle orecchie e canticchiare ‘la la la’ a voce alta. Sia il governo che i media istituzionali hanno delle ragioni per non volere che il pubblico conosca dei punti di vista che sono una minaccia al loro potere”.
 
Mentre Kellyanne Conway ha affermato il suo diritto di offrire “fatti alternativi” come un modo per giustificare l’essere stata sorpresa a mentire, esistono anche fatti alternativi reali, ma che non sono riportati dai media istituzionali. Un esempio classico è stato all’inizio dell’invasione statunitense dell’Iraq, quando tutti i media istituzionali hanno riferito che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa e stava tentando di sviluppare una bomba nucleare.
C’erano molte organizzazioni di notizie alternative che hanno citato gli ispettori delle Nazioni Unite, che sostenevano che niente di tutto ciò era vero e che non c’erano armi di distruzione di massa né programmi per la loro creazione in Iraq, ma sono stati semplicemente oscurati dai media istituzionali come il Times, il Post e le principali reti di notizie .
In questi giorni un’altra storia dubbia è che i russi “hackerarono” il server del Comitato Nazionale Democratico (DNC). Forse è andata in questo modo, ma in realtà il vasto sistema di intelligence che gli USA hanno costruito per monitorare tutte le telecomunicazioni nazionali ed estere non ha offerto alcuna prova reale di un simile tipo di attacco. L’avvocato per la sicurezza nazionale William Binney e l’analista in pensione della CIA, Ray McGovern, hanno suggerito che alcune prove indicano che deve essere stato coinvolto un membro del DNC.
Ci sono certamente notizie false in tutto il mondo, e cospirazionismi infondati dilagano incontrollati sia a sinistra che a destra. Ma troppo spesso articoli come il mio citato da PropOrNot (un vero fornitore di notizie false!) sono stati etichettati come propaganda – in quello che Naureckas afferma semplicemente essere “l’uso dell’ironia come meccanismo di difesa” – da parte di organizzazioni di notizie effettivamente colpevoli di pubblicare davvero notizie false, come ha fatto il Post con lo “scoop” della sua lista nera di PropOrNot.
Quello che il governo e i media istituzionali stanno cercando di fare, con l’aiuto delle grandi società internet”, sostiene Mickey Huff, direttore dell’organizzazione Project Censored in California “fondamentalmente è chiudere i siti di notizie alternative che mettono in discussione la posizione comune dei media sui temi”.
Un’ampia minaccia per i media online
Questa è una minaccia per qualsiasi organizzazione online di news, inclusa questa, che dipende dall’uguaglianza di accesso a Internet e dalle alte velocità di download. Secondo le accuse di Huff, ci sono già resoconti secondo cui Facebook sta rallentando alcuni siti che hanno collegamenti alla sua piattaforma, in una risposta sbagliata alle accuse di aver venduto spazio pubblicitario alle organizzazioni legate al governo russo accusate di aver tentato di influenzare le elezioni presidenziali dello scorso novembre.
 
La fine della neutralità di Internet, ovvero l’uguale accesso ad alta velocità a Internet per la navigazione e il download che è stato garantito a tutti gli utenti – ma che è ora attaccata dall’amministrazione di Trump, dalla sua Commissione Federale delle Comunicazioni e da un Congresso a guida repubblicana – renderebbe molto più facile il verificarsi di questa chiusura dei media alternativi.
 
La vera risposta, naturalmente, è che i lettori e gli spettatori di tutti i media, mainstream o alternativi, diventino consumatori critici di notizie. Ciò significa non solo leggere gli articoli criticamente, incluso questo, ma cercare molteplici fonti di informazione sulle questioni importanti. Basarsi solo sul Times o il Post, o su Fox News o NPR, ti lascerà denutrito a livello informativo – non solo non informato, ma disinformato. Anche se dovessi leggere entrambi i giornali e guardare entrambe le reti, spesso saresti lasciato con una versione incompleta della verità.
Per arrivare alla verità, dobbiamo anche controllare le fonti alternative di informazione, sia di sinistra, di destra o di centro – e dobbiamo mantenere la distinzione critica tra punti di vista impopolari o non ortodossi e bugie sfacciate o propaganda. Senza una simile distinzione, e la libertà di prendere tali decisioni per noi stessi, mantenere la democrazia sarà impossibile.
di Dave Lindorff, 11 novembre 2017 di Saint Simon – novembre 14, 2017

La BCE propone di metter fine alla protezione dei depositi di Henry Tougha – novembre 21, 2017

draghi end depositZeroHedge pubblica un articolo su un pericoloso provvedimento, già a lungo paventato, ma ora probabilmente in via di attuazione, che rimuove ogni garanzia sui depositi bancari (anche al di sotto di 100.000 euro). La logica prevalente nella UE è che, tutto mascherato dietro la tutela dei “contribuenti”, anche i piccoli risparmiatori si possano considerare alla stessa stregua degli azionisti, e attaccabili in un eventuale bail-in. Per tutelarsi dal rischio di una corsa agli sportelli infatti, secondo la BCE, non ha senso mantenere la piena libertà di accesso ai conti, che potrebbero venire congelati a prescindere dal loro ammontare.
di GoldCore, via ZeroHedge, 20 novembre 2017
È “opinione della Banca Centrale Europea” che il programma di protezione dei depositi non sia più necessario:
La copertura dei depositi protetti e dei crediti  soggetti al programma di compensazione degli investitori dovrebbe essere sostituita da esenzioni discrezionali limitate concesse dall’autorità competente al fine di mantenere un certo grado di flessibilità“.
Per tradurre dal gergo “legalese” dei burocrati della BCE, questo può significare che l’attuale soglia dei depositi di 100.000 euro, attualmente protetti in caso di bail-in, potrebbe presto venire meno. Ma non preoccupatevi amici risparmiatori, perché la BCE è del tutto consapevole della rivolta che questo potrebbe causare, per cui sono stati così gentili da proporre quanto segue:
durante il periodo di transizione, i depositanti dovrebbero avere accesso a un ammontare dei loro depositi garantiti adeguato a coprire il loro costo della vita entro cinque giorni lavorativi dalla richiesta
Che sollievo, dovrete aspettare solo cinque giorni prima che qualche “autorità competente” giudichi quale sia l’ “ammontare adeguato” che vi spetta del vostro denaro affinché possiate mangiare, pagare le bollette e andare al lavoro.
Quanto sopra è tratto da un documento della BCE pubblicato l’8 novembre 2017 e intitolato “Sulla revisione del quadro di gestione di crisi nell’Unione“.
 
È un documento lungo 58 pagine, delle quali la maggior parte sono emendamenti proposti al quadro di gestione delle crisi nell’Unione, nonché l’attuale testo delle Direttive sui Requisiti dei Capitali (CRD). È abbastanza noioso  da leggere, ma ci sono certi passaggi cruciali che dovrebbero far suonare un allarme. È evidente che una volta ancora la banca centrale può manipolare le situazioni ben oltre i limiti della politica monetaria. È anche una lezione per i risparmiatori, affinché diversifichino i loro beni al fine di ridurre la propria esposizione ai rischi delle controparti.
Bail-in, a chi servono?
Secondo il documento di Revisione della Stabilità Finanziaria, lo strumento di bail-in della UE è benvenuto in quanto:
 
“…contribuisce a ridurre il carico sui contribuenti nella risoluzione di grandi istituzioni finanziarie di peso sistemico, e mitiga alcuni degli incentivi all’azzardo morale delle istituzioni “too-big-to-fail” [troppo grandi per fallire, NdT].”
Come abbiamo discusso in passato, siamo confusi dall’apparente separazione tra i “contribuenti” e quelli che hanno messi i loro sudati risparmi in una banca. Dopotutto, non sono anche loro contribuenti? Questo non importa, dice Matthew C. Klein sul Financial Times, che recentemente ha sostenuto che “i bail-in sono teoricamente preferibili perché preservano la disciplina di mercato senza causare danno indebito a persone incolpevoli“.
In definitiva i bail-in sono fatti affinché le banche centrali possano continuare a far proseguire il gioco del denaro facile e dell’irresponsabilità. Questi sono stati sanciti perché, anziché risolvere i problemi e imparare la lezione dal caos avvenuto coi bail-out di quasi un decennio fa, si è deciso di inventare un metodo di aiuto alle banche ancora più grande, per rattoppare il sistema.
“I bailout, al contrario, sono ingiusti e inefficienti. I governi tendono a ricorrervi, tuttavia, a causa di una malriposta preoccupazione di “preservare il sistema”. Questo alimenta i (giustificati) risentimenti sul fatto che le élite si preoccupino più di proteggere i propri amici che di aiutare la gente normale” – Matthew C. Klein.
 
Che dire quindi della gente normale che ha depositato i propri soldi in banca, credendo che fossero al sicuro da un’altra crisi finanziaria? Non sono forse “incolpevoli” e non meritano anche loro protezione?
 
Klein ha scritto il suo ultimo pezzo sui bail-in appena una settimana prima di questo ultimo articolo della BCE. Per correttezza verso Klein, al momento in cui scriveva i depositanti con meno di 100.000 euro in banca erano protetti secondo i termini delle regole di copertura dei depositi della BCE.
 
Eppure già questo ci sembrava assurdo, in quanto ritenevamo discutibile che i soldi di chiunque, depositati in banca, potessero essere improvvisamente prelevati per sostenere un’istituzione in crisi. Abbiamo regolarmente fatto notare che, sebbene ci sia attualmente un livello dei depositi protetto che non dovrebbe essere svuotato, questa situazione potrebbe cambiare nel giro di un minuto.
 
Gli ultimi emendamenti proposti suggeriscono che questo sia proprio ciò che sta per succedere.
 bce11
Perché cambiare le regole del bail-in?
La proposta di emendamento di 58 pagine della BCE prosegue, ed è circa a metà che ci si imbatte nel suggerimento che i “depositi protetti” non debbano più essere garantiti. Quanto segue è ciò che viene determinato dalla BCE nella preoccupazione di una possibile corsa agli sportelli delle banche in via di fallimento:
 
Se il fallimento di una banca appare imminente, un numero sostanzioso di depositanti protetti potrebbe comunque ritirare i propri fondi all’istante, in modo da garantirsi un accesso ininterrotto o perché non hanno più fiducia nel sistema di garanzie.
Questo potrebbe essere particolarmente fatale per le grandi banche e provocare ulteriori crisi di fiducia nel sistema:
Questo scenario è particolarmente probabile per le grandi banche, dove il semplice ammontare dei depositi protetti potrebbe erodere la fiducia nella capacità dello schema di garanzia dei depositi. In un tale scenario, se l’ambito di applicazione della moratoria non include i depositi protetti, la moratoria potrebbe mettere in allerta i depositanti sul fatto che sia molto probabile che l’istituzione stia fallendo o sia in procinto di fallire.
Pertanto, argomenta la BCE, la moratoria attuale che protegge i depositi potrebbe essere “controproducente”. (Per le banche, ovviamente, non per le persone a cui il denaro appartiene veramente):
La moratoria pertanto sarebbe controproducente, causando una corsa agli sportelli anziché prevenirla. Un tale esito sarebbe a discapito di una risoluzione ordinata delle banche, e questo potrebbe in definitiva causare un grave danno ai creditori e uno stress significativo sullo schema di garanzia dei depositi. In aggiunta, una tale esenzione potrebbe portare a un trattamento peggiore per le banche finanziate dai depositanti, dato che dovrebbe essere preso in considerazione al momento di determinare la gravità della situazione della banca quanto a liquidità. Infine, qualsiasi potenziale impedimento tecnico potrebbe richiedere ulteriori valutazioni.
 
La BCE propone invece che “certe salvaguardie” siano messe in atto per permettere una restrizione all’accesso ai depositi… per non più di cinque giorni lavorativi. Ma vediamone la durata:
 
Pertanto, un’eccezione all’applicazione della moratoria per i depositanti protetti getterebbe seri dubbi sull’utilità complessiva dello strumento. Invece di imporre un’esenzione generale, la BRRD dovrebbe includere certe salvaguardie per proteggere i diritti dei depositanti, tra cui una chiara comunicazione su quando possa essere riottenuto l’accesso e una restrizione della sospensione a un massimo di cinque giorni lavorativi, per evitare un uso cumulativo da parte dell’autorità competente e dell’autorità di risoluzione.
Anche dopo aver studiato e letto sui bail-in per un anno sono ancora orripilato all’idea che qualcosa del genere venga ritenuto preferibile e più giusto rispetto ad altre soluzioni, e in particolare a un aggiustamento del sistema bancario. I burocrati che gestiscono la UE e la BCE sono ancora ciechi alle sofferenze che le loro proposte possono causare e hanno già causato.
Guardate l’Italia per prevenire i danni
Nello stesso articolo abbiamo sottolineato quanto gli italiani fossero esposti verso il sistema bancario. Oltre 31 miliardi di euro di obbligazioni subordinate erano state vendute a ordinari risparmiatori, investitori e pensionati. Sono questi i titoli che verranno risucchiati e portati via ogni volta che una banca crolla.
Uno studio del Fondo Monetario Internazionale del 2015 ha trovato che per la maggior parte delle 15 maggiori banche italiane un salvataggio “implicherebbe un bail-in dei piccoli investitori e del debito subordinato“. Solo due terzi del potenziale bail-in colpirebbe gli obbligazionisti senior, cioè coloro che più probabilmente sarebbero investitori istituzionali e non pensionati con pochi fondi.
 
Perché è proprio così? Come abbiamo spiegato in precedenza:
 
Gli obbligazionisti vengono visti come creditori. Lo stesso tipo di creditori che le regole UE ritengono responsabili dei fallimenti finanziari delle banche, e distinti dai contribuenti. Questo è lo scenario del bail-in.
 
In uno scenario di bail-in i titoli junior detenuti dai piccoli investitori sono i primi a essere colpiti. Quando la più antica banca del mondo, Monte dei Paschi di Siena, è crollata, persone comuni (che sono anche contribuenti) detenevano 5 miliardi di euro di debito subordinato. Tutto svanito.
Nonostante il più grande bail-in della storia sia avvenuto dentro la UE, poche persone hanno prestato attenzione e protestato contro queste misure. Un bail-in non è cosa esclusiva dell’Italia, ma è possibile per tutti quelli che vivono e hanno conti in banca nella UE.
 
Ciononostante, fino a questo punto non ci sono state proteste. Non stiamo parlando di proteste per le strade, stiamo parlando di proteste là dove vi fa più male, per il vostro denaro.
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Come abbiamo visto dalle risposte della UE alla Brexit e alla Catalogna, ai funzionari non importa un fico secco dei reclami dei loro cittadini. Per cui quando si tratta delle banche, analogamente,  ha poco senso esprimere disgusto. Invece, gli investitori devono prendere i loro beni e valutare quale sia il modo migliore di proteggere i propri risparmi dalla tirannia delle politiche della banca centrale.
 
Per rinfrescarvi la memoria, la BCE sta proponendo che in caso di bail-in  vi sia data una quota dei vostri stessi risparmi. Una quota che riguarderebbe:
 
“…durante il periodo di transizione, i depositanti dovrebbero avere accesso a un ammontare dei loro depositi garantiti adeguato a coprire il loro costo della vita entro cinque giorni lavorativi dalla richiesta”

I PEDIATRI USA: IDEOLOGIA GENDER NUOCE ALLA SALUTE

bambini-in-rosa-1-768x1024in Italia sarebbero già stati radiati dall’ordine per istigazione all’odio (vedi Commissione Cox voluta dalla Boldrini). I bambini sono “merce” a disposizione dell’adulto e guai a considerare il gender plagio, non lasciare che gli adulti plasmino i bambini a piacimento di una lobbies è da reazionari populisti bigotti.
I PEDIATRI USA: IDEOLOGIA GENDER NUOCE ALLA SALUTE
I Pediatri americani escono allo scoperto con un documento chiarissimo, rigoroso sotto il profilo scientifico e decisamente coraggioso sul GENDER. Ora basta indottrinare i nostri ragazzi: QUESTO DA OGGI IN POI SARA’ CONSIDERATO ABUSO SUI MINORI!
 
Ecco l’octalogo, da mandare a memoria e diffondere in ogni dove!
 
1. La sessualità umana è oggettivamente binaria: xx=femmina, XY= maschio
 
2. Nessuno è nato con un genere, tutti sono nati con un sesso.
 
3. Se una persona crede di essere ciò che NON è, questo è da considerare quantomeno come uno stato di confusione.
 
4. La pubertà non è una malattia e gli ormoni che la bloccano possono essere bambino-genderpericolosi.
 
5. il 98% dei ragazzini e l’88% delle ragazzine che hanno problemi di identità di genere durante la pubertà li superano riconoscendosi nel proprio sesso dopo la pubertà.
 
6. l’uso di ormoni per impersonare l’altro sesso può causare sterilità, malattie cardiache, ictus, diabete e cancro.
 
7. il tasso di suicidi tra i transessuali è 20 volte quello medio, anche nella Svezia che è il paese più gay friendly del mondo
 
8. è da considerarsi abuso sui minori convincere i bambini che sia normale impersonare l’altro sesso mediante ormoni o interventi chirurgici.
 
La traduzione è libera ma aderente al testo. Per gli inglesisti allego anche il testo originale.
 
Guido L.
L’ideologia gender fa male ai bambini
L’American College of Pediatricians sollecita gli educatori e i legislatori a rifiutare tutte le politiche che condizionano i bambini ad accettare come normale una vita di imitazione chimica e chirurgica del sesso opposto. Sono i fatti – non l’ideologia – a determinare la realtà.
• La sessualità umana è un tratto biologico binario oggettivo: “XY” e “XX” sono marcatori genetici sani – non i marcatori genetici di un disturbo. La norma del progetto umano è che si venga concepiti maschio o femmina. La sessualità umana è binaria nel suo progetto ed ha per scopo palese il riprodursi e il prosperare della nostra specie. Questo principio è autoevidente. I rarissimi disturbi dello sviluppo sessuale (DSD), compresi tra gli altri la femminilizzazione testicolare [Sindrome di Morris] e l’iperplasia surrenale congenita, sono tutte identificabili devianze mediche rispetto alla norma sessuale binaria e sono a ragione riconosciuti come disturbi del progetto umano. Gli individui con DSD non costituiscono un terzo sesso. (1)
• Nessuno nasce con un genere. Tutti nascono con un sesso biologico. Il genere (la consapevolezza e la percezione di sé come maschio o femmina) è un concetto sociologico e psicologico, non un concetto biologico oggettivo. Nessuno nasce con una consapevolezza di sé come maschio o come femmina; questa consapevolezza si sviluppa nel tempo e, come tutti i processi evolutivi, potrebbe essere sviata dalle percezioni soggettive di un bambino, dalle sue relazioni e dalle sue esperienze avverse dall’infanzia in poi. Le persone che si identificano “sentendosi come del sesso opposto” o “da qualche parte tra i due” non costituiscono un terzo sesso. Rimangono biologicamente uomini o biologicamente donne. (2,3,4)
 
• La convinzione di una persona di essere ciò che non è rappresenta, nel migliore dei casi, un segnale di pensieri confusi. Quando un ragazzo biologicamente maschio e per il resto sano crede di essere una ragazza, o una ragazza biologicamente femmina e per il resto sana crede di essere un ragazzo, c’è un problema psicologico oggettivo, che ha sede nella mente, non nel corpo, e come tale dovrebbe essere trattato. Questi bambini sono affetti da disforia di genere. La Disforia di Genere (GD), classificata in precedenza come Disturbo dell’Identità di Genere (GID), è riconosciuta come disturbo mentale nella più recente edizione del Manuale Diagnostico e Statistico della American Psychiatric Association (DSM-V). 5 Le teorie psicodinamiche e dell’apprendimento sociale della GD/GID non sono mai state confutate. (2,4,5)
• La pubertà non è una malattia e gli ormoni che bloccano la pubertà possono essere pericolosi. Che gli effetti siano reversibili o meno, gli ormoni che bloccano la pubertà inducono uno stato patologico – l’assenza di pubertà – e inibiscono la crescita e la fertilità in un bambino che era prima biologicamente sano. (6)
• Secondo il DSM-V, fino al 98% dei ragazzi con una confusione di genere e fino all’88% delle ragazze con una confusione di genere accettano alla fine il proprio sesso biologico dopo avere attraversato in modo naturale la pubertà. (5)
I bambini che fanno uso di ormoni bloccanti per imitare il sesso opposto richiederanno ormoni del sesso opposto nella tarda adolescenza. Gli ormoni del sesso opposto (testosterone ed estrogeni) sono associati a pericolosi rischi per la salute, che comprendono, tra gli altri, l’ipertensione, la formazione di trombi, ictus e cancro.7,8,9,10
• I tassi di suicidio sono venti volte superiori tra gli adulti che usano ormoni del sesso opposto e si sottopongono a chirurgia di riassegnazione sessuale, persino in Svezia, che è tra i Paesi che maggiormente sostengono gli LGBQT (11). Quale persona compassionevole e ragionevole condannerebbe dei bambini a questo destino sapendo che dopo la pubertà fino all’88% delle ragazze e fino al 98% dei ragazzi finiranno per accettare la realtà e raggiungeranno uno stato di salute mentale e fisica?
• Condizionare i bambini a credere che una vita di imitazione chimica e chirurgica del sesso opposto sia normale e sana è un abuso infantile. Avallare la discordanza di genere come normale, attraverso l’istruzione pubblica e le politiche legislative confonderà i bambini e i genitori, portando un numero maggiore di bambini a presentarsi alle “cliniche gender”, dove verranno somministrati loro dei farmaci che bloccano la pubertà. Questo, a sua volta, assicura praticamente che “sceglieranno” una vita di ormoni del sesso opposto, cancerogeni o comunque tossici e che probabilmente, da giovani adulti, prenderanno in considerazione una non necessaria mutilazione chirurgica di loro parti corporee sane.
 Michelle A. Cretella, M.D.
Presidente dell’American College of Pediatricians
 Quentin Van Meter, M.D.
Vice Presidente dell’American College of Pediatricians Endocrinologo Pediatrico
 Paul McHugh, M.D.
University Distinguished Service Professor of Psychiatry alla Johns Hopkins Medical School e dirigente psichiatra emerito al Johns Hopkins Hospital
 
 
CHIARIMENTI in risposta a domande riguardanti i punti 3 e 5:
Riguardo al punto 3: “Dove è che l’APA o il DSM-V indicano che la Disforia di Genere è un disturbo mentale?”
L’APA (American Psychiatric Association) è autore del DSM-V. L’APA afferma che coloro che vivono un disagio o sono danneggiati dalla propria GD corrispondono alla definizione di un disturbo. Il College of Pediatricians non è a conoscenza di letteratura medica che documenti il caso di un bambino con disforia di genere che richieda ormoni che bloccano la pubertà e non viva un significativo disagio al pensiero di attraversare il normale e sano processo della pubertà.
Dal DSM-V fact sheet:
“L’elemento critico della disforia di genere è la presenza di un disagio clinicamente significativo associato alla condizione.”
“Questa condizione causa un disagio clinicamente significativo o un danno nell’area funzionale sociale, occupazionale o in altra importante area funzionale.”
 Riguardo al punto 5: “Dove è che il DSM-V elenca i tassi di risoluzione della Disforia di Genere?”
A pagina 455 del DSM-V, alla voce “Disforia di Genere in assenza di un disturbo dello sviluppo sessuale” si afferma: “I tassi di persistenza della disforia di genere dall’infanzia all’adolescenza o all’età adulta variano. Nei soggetti nati maschi la persistenza era compresa tra il 2.2% e il 30%. Nei soggetti nati femmine la persistenza è andata dal 12% al 50%.” Una semplice operazione matematica consente di calcolare che per i nati maschi si verifica una risoluzione fino al 100% – 2.2% = 97.8% dei casi (approssimativamente 98% dei ragazzi con confusione di genere). In modo analogo, per i soggetti nati femmine la risoluzione si verifica fino al 100% – 12% = 88% delle ragazze con confusione di genere.
Conclusione: i nostri avversari propugnano un nuovo standard terapeutico privo di basi scientifiche per i bambini con una patologia psicologica (GD) che diversamente si risolverebbe dopo la pubertà per la grande maggioranza dei pazienti interessati. Nello specifico consigliano: conferma dei pensieri dei bambini che sono in contrasto con la realtà fisica; la castrazione chimica di questi bambini prima della pubertà con agonisti GnRH (bloccanti della pubertà che causano infertilità, disturbi della crescita, bassa densità ossea, e un impatto sconosciuto sullo sviluppo cerebrale) e, da ultimo, la sterilizzazione permanente di questi bambini prima dei 18 anni attraverso ormoni del sesso opposto. Incoraggiare i bambini con GD a imitare il sesso opposto e introdurre poi la soppressione puberale, ha un evidente natura di autodeterminazione.
Se un ragazzo che si chiede se è o non è un ragazzo (destinato a diventare un uomo) viene trattato come una ragazza, e poi viene soppresso il suo naturale sviluppo puberale verso la virilità, non abbiamo dato l’avvio a un risultato inevitabile? Tutti i suoi pari dello stesso sesso si sviluppano diventando giovani uomini, le amiche, del sesso opposto, si sviluppano diventando giovani donne, ma lui rimane un ragazzo in fase pre-puberale. Dal punto di vista psicosociale rimarrà isolato e solo. Sarà lasciato con l’impressione psicologica che ci sia qualcosa di sbagliato. Sarà ridotta la sua capacità di identificarsi con i pari dello stesso sesso e di essere maschio, e sarà così più probabile che si auto-identifichi come “non-maschio” o femmina. Inoltre, le neuroscienze rivelano che la corteccia pre-frontale del cervello, che presiede al giudizio e alla valutazione del rischio non è matura fino a un’età intorno ai 25 anni.
Non è mai stato più chiaro scientificamente che i bambini e gli adolescenti sono incapaci di prendere decisioni informate riguardo a interventi medici permanenti, irreversibili e che cambiano la vita.Per questa ragione il College of Pediatricians dichiara che promuovere questa ideologia è oltraggioso, in primo luogo e soprattutto per il benessere degli stessi bambini che presentano disforia di genere e in secondo luogo, per tutti i loro pari che non presentano discordanza di genere, molti dei quali metteranno in discussione di conseguenza la propria identità di genere e si troveranno di fronte a violazioni del loro diritto alla privacy e alla incolumità corporea.
 
Riferimenti:
1. Consortium on the Management of Disorders of Sex Development, “Clinical Guidelines for the Management of Disorders of Sex Development in Childhood.” Intersex Society of North America, Marzo 25, 2006. Consultato il 20/03/16 all’indirizzo http://www.dsdguidelines.org/files/clinical.pdf.
 2. Zucker, Kenneth J. and Bradley Susan J. “Gender Identity and Psychosexual Disorders.”FOCUS: The Journal of Lifelong Learning in Psychiatry. Vol. III, No. 4, Autunno 2005 (598-617).
 3. Whitehead, Neil W. “Is Transsexuality biologically determined?” Triple Helix (UK), Autunno 2000, p6-8. Consultato il 20/03/16 all’indirizzo http://www.mygenes.co.nz/transsexuality.htm; si veda anche Whitehead, Neil W. “Twin Studies of Transsexuals [Reveals Discordance]” consultato il 20/03/16 all’indirizzo http://www.mygenes.co.nz/transs_stats.htm.
 4. Jeffreys, Sheila. Gender Hurts: A Feminist Analysis of the Politics of Transgenderism. Routledge, New York, 2014 (pp.1-35).
 5. American Psychiatric Association: Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, Arlington, VA, American Psychiatric Association, 2013 (451-459). Si veda p. 455 riguardo ai tassi di persistenza della disforia di genere.
 6. Hembree, WC, et al. Endocrine treatment of transsexual persons: an Endocrine Society clinical practice guideline. J Clin Endocrinol Metab. 2009;94:3132-3154.
 7. Olson-Kennedy, J and Forcier, M. “Overview of the management of gender nonconformity in children and adolescents.” UpToDate November 4, 2015. Consultato il 20/03/16 all’indirizzo www.uptodate.com.
 8. Moore, E., Wisniewski, & Dobs, A. “Endocrine treatment of transsexual people: A review of treatment regimens, outcomes, and adverse effects.” The Journal of Endocrinology & Metabolism, 2003; 88(9), pp3467-3473.
 9. Comunicazione sulla sicurezza della FDA rilasciata per i prodotti con testosterone, consultata il 20/03/16 all’indirizzo http://www.fda.gov/Drugs/DrugSafety/PostmarketDrugSafetyInformationforPatientsandProviders/ucm161874.htm.
 10. Classificazione del’OMS degli estrogeni come cancerogenidi classe I: http://www.who.int/reproductivehealth/topics/ageing/cocs_hrt_statement.pdf.
 11. Dhejne, C, et.al. “Long-Term Follow-Up of Transsexual Persons Undergoing Sex Reassignment Surgery: Cohort Study in Sweden.” PLoS ONE, 2011; 6(2). Affiliazione: Department of Clinical Neuroscience, Division of Psychiatry, Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden.Consultato il 20/03/16 all’indirizzo http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0016885.
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Traduzione di Lucia Braghini

“Gli italiani sono ignoranti”. Così Boldrini vuole rieducarci

un articolo di riflessione sugli sforzi propagandistici di certe ideologie da pensiero unico, ovviamente solo buone intenzioni, nessun intento censorio eh, le “nostre autorità”, soprattutto quelle italiote non elette vogliono solo il nostro bene…
“Gli italiani sono ignoranti”. Così Boldrini vuole rieducarci
Se non ve ne siete accorti, siete ignoranti. Sì, esatto: gli italiani sono asini. Soprattutto quando si parla di immigrazione. A metterlo nero su bianco è la Commissione Jo Cox della Camera dei deputati, un organismo voluto e presieduto da Laura Boldrini per studiare “l’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni dell’odio”.
Istituita il 10 maggio 2016, la Commissione “include un deputato per ogni gruppo politico, rappresentanti di organizzazioni sopranazionali, di istituti di ricerca e di associazioni nonché esperti”. Fin qui tutto normale. O quasi.
Nel senso che la Commissione due giorni fa ha presentato la relazione finale dei suoi temutissimi lavori ed ha emesso la sua sentenza finale sul popolo populista: gli italiani hanno opinioni sbagliate, “stereotipi e false rappresentazioni”. E per questo vanno rieducati.
La relazione si apre con la spiegazione del concetto della “piramide dell’odio“, una sorta di rappresentazione grafica e sociologica di come un “linguaggio ostile e banalizzato” possa trasformarsi in un “crimine d’odio” fino “all’omicidio” contro donne, gay, immigrati e altre religioni. Manco fossimo a Caracas.
Segue quindi un lungo elenco di opinioni negative di cui sono soliti macchiarsi i cittadini poco illuminati. Come quelle di chi ritene che “l’uomo debba provvedere alle necessità economiche della famiglia e che gli uomini siano meno adatti ad occuparsi delle faccende domestiche”; oppure che “una madre occupata non possa stabilire un buon rapporto con i figli al pari di una madre che non lavora”. Che maschilisti, questi italiani!
 
Non è tuttoPerché la vera ossessione del documento sono le idee sugli immigrati. Qui l’accusa si trasforma in offesa. Si legge infatti che “secondo l’Ignorance Index di IPSOS MORI, l’Italia risulta il Paese con il più alto tasso del mondo di ignoranza sull’immigrazione”. E che cosa penseranno mai i populisti per meritarsi il titolo di ignoranti? Tutte cose normali, ma orribili per la Boldrini. Ritenete che “i datori di lavoro debbano dare la precedenza agli italiani”? Siete retrogradi. Credete che gli immigrati “tolgano lavoro” ai disoccupati nostrani? Solo bugie. Vi azzardate a dire che “i rifugiati sono un peso perché godono dei benefit sociali e del lavoro degli abitanti”? Siete de cattivoni: vitto e alloggio pagato per due anni a 170mila persone, di cui l’80% senza diritto d’asilo, sono un dovere. Non uno spreco. E ancora: credete che “un quartiere si degrada quando ci sono molti immigrati” e che “l’aumento degli immigrati favorisce il diffondersi del terrorismo e della criminalità”? Non sapete cosa dite.
Forse i membri della Commissione Jo Cox una casa nelle periferie di Milano e Roma non l’hanno mai avuta. Altrimenti non avrebbero puntato tanto il dito contro chi non desidera migranti nel proprio quartiere (il valore delle case si deprezza rapidamente) e non vorrebbe rom e sinti “come vicini di casa”. Ma tant’è. Dopo un lungo elenco di discriminazioni, omofobie e sessismi commessi dagli italiani, si arriva alle medicine proposte dalla Boldrini e i suoi compagni d’avventura. Sono le 56 “raccomandazioni per prevenire e contrastare l’odio” rivolte a governo, Ue, media, giornalisti, associazioni e operatori. E così per abbattere la violenza dovremo “approvare alcune importanti proposte di legge all’esame delle Camere, tra cui quelle sulla cittadinanza e sul contrasto dell’omofobia e della transfobia”.
Capito? Solo con lo ius soli si sconfigge l’odio: parola di Boldrini. Poi bisogna “rafforzare nelle scuole l’educazione di genere” (leggi: ideologia gender), educare i giovani al “rispetto, apertura interculturale, inter-religiosa” e istituire “un giurì che garantisca la correttezza dell’informazione”. Nemmeno Orwell sarebbe arrivato a tanto, eleggendo un padre-padrone dell’informazione che ci rieduchi per legge e ci insegni la bellezza dell’interculturalismo.
Viene da chiedersi chi sarà questo gran giurì. Non è che gatta ci cova? Infatti mentre bacchetta i giornali, la Boldrini vorrebbe “rafforzare il mandato dell’UNAR” (quello delle orge gay pagate dallo Stato) e “sostenere e promuovere blog e attivisti no hate o testate che promuovono una contro-narrazione”. A chi vorrebbe dare appoggio (e forse soldi)? Magari proprio quei blog che hanno aiutato il Presidente della Camera nella sua raccolta firme “bastabufale.it“, come “Il disinformatico” di Paolo Attivissimo, il blog di Paolo Puente o “Butac” di Michelangelo Coltelli. Tutti primi firmatari della campagna anti fake news. A pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca.
di Giuseppe De Lorenzo – 23/07/2017 Fonte: Il Giornale

Microchip sottopelle obbligatorio per tutti presto in Italia, per primi anziani e lavoratori statali

ma non erano solo fantasie di quei “malati di mente” dei complottisti?


Per la nostra salute è ottimo perché possiamo prevenire ictus ed infarti, ma per tutto il resto è conveniente?
 
In futuro effettueremo i pagamenti tramite questo chip, entreremo nei locali tramite questo chip, timbreremo nel nostro ufficio tramite questo chip, chi ha il comando sul controllo globale saprà dove siamo in tempo reale in qualsiasi posto e non potremo decidere di estrarlo dal nostro corpo, sarà obbligatorio per tutti!

 

MIGRANTI: IL RACKET DI SOROS

Soros-network
Lobbismo? Mafia internazionale? Tutte dicerie degli xenofobi, peccato che sti filantropi NON CACCINO un euro per il mantenimento anzi, manteniamo ANCHE LORO. E PAGA LE TASSE EVASORE!!

 
(Il seguente articolo  è basato sulla ricerca di Francesca Totolo pubblicata su lucadonadel.it.1)
Confini aperti e censura dei media.
Perché c’è una crisi migratoria nel Mediterraneo? Perché le ONG sono coinvolte? Perché c’è una estesa rete di attivisti ed organizzazioni dei ‘’confini aperti’’ dietro la faccenda; molti di loro sono finanziati o collaborano con la Open Society Foundation di George Soros. È illegale? No. L’attivismo politico è una parte essenziale delle democrazie. Tuttavia, in alcuni casi le cause promosse sono irrealistiche o insostenibili. La rete della lobby dell’immigrazione in Italia è composta da ONG internazionali finanziate da Open Society (in verde), ONG Italiane, sempre finanziate da Open Society, in blu e organizzazioni con progetti condivisi con OSF in viola.
  1. Open Society Foundations and Associazione Carta di Roma
L’associazione Carta di Roma è stata creata nel Dicembre 2011 per mettere insieme un codice deontologico per la corretta informazione sui temi dell’immigrazione. Dal 2016 la Carta di Roma è parte integrante del ‘’Testo Unico sui doveri del giornalista’’.2)Membri permanenti sono il Consiglio ONU dei Rifugiati, l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni, e l’Ufficio Nazionale Contro la Discriminazione Razziale.
Il glossario della Carta di Roma è stato rivisto dai redattori per garantire il politicamente corretto, limitando l’utilizzo di vocaboli ritenuti non appropriati quando il soggetto della notizia è un cittadino di un paese straniero. I termini accettati sono: richiedente asilo, rifugiato, persona protetta da assistenza sussidiaria, beneficiario di protezione umanitaria, vittima di traffico, migrante irregolare (precedentemente definito come clandestino), flussi migratori misti. L’uso del termine ‘’clandestino’’ è ora punito con multe e richiami da parte dell’Albo dei Giornalisti.3)
Nella maggior parte dei casi, la Carta di Roma ritiene ridondante menzionare la nazionalità di coloro che commettono crimini nel territorio italiano.4)
Sponsor della Carta sono Open Society, la Chiesa Valdese ed il Consiglio ONU per i Rifugiati.5)
Le fonti ritenute affidabili dall’Associazioni Carta di Roma sono: Amnesty International, ASGI, Cospe, 21 Luglio, A Buon Diritto, Medici Senza Frontiere, Save The Children, coinvolti nel trasporto di migranti dalla Libia all’Italia, e l’UNAR, coinvolto in uno scandalo di prostituzione omosessuale. Molte di queste dono finanziate da Open Society.
  1. Open Society e Cospe Onlus
Cospe Onlus è una organizzazione non a scopo di lucro fondata nel 1983. Opera in 30 paesi con 150 progetti per ‘’favorire uno sviluppo eguale e sostenibile, il rispetto dei diritti umani, la pace e la giustizia per i popoli’’ sostenendo il diritto alla mobilità internazionale. Il suo obbiettivo è un mondo dove ‘’la diversità è considerata un valore, con molte voci e dove l’incontro tra popoli differente risulta in un mutuo arricchimento, dove la giustizia sociale va attraverso uguali diritti ed opportunità’’.
 
Cospe è tra i fondatori di SOS Mediterranee Italia, una ONG che lavora nel Mediterraneo collaborando con la barca Acquarius di Medici Senza Frontiere.6)
 
I partner di Cospe,7)includono la già citata Associazione Carta di Roma, con cui condivide la piattaforma per la ‘’corretta informazione’’ sull’immigrazione e con cui ha organizzato seminari,8)e Carta di Lampedusa, un’organizzazione nata nel 2014 volta rimuovere leggi che limitano l’immigrazione e l’abolizione di tutte le leggi europee che limitano la libertà di movimento.9)
L’ultimo budget di Cospe disponibile è del 2015. Cospe ha raccolto circa 9,5 milioni di Euro, 7,5 dei quali da soggetti pubblici, i cui più rilevanti sono l’Unione Europea (66%) e il Ministero Italiano degli Esteri (27%).10)
  1. Open Society e ASGI (Association per Studi Giuridici sull’Immigrazione)
L’obbiettivo di ASGI è di contribuire al dibattito sull’immigrazione tra accademici, giusti e avvocati e alla creazione di leggi nazionali ed europea sull’immigrazione, l’asilo e la cittadinanza, promuovendo il dialogo politico e la protezione degli stranieri. È stata fondata da Open Society ed è direttamente finanziata dalla stessa.11)
 
ASGI si occupa spesso dell’Ungheria, su cui l’UNHCR ha chiesto una sospensione temporanea delle richieste d’asilo finché le politiche del governo ungherese non saranno in linea con le regole europee.
ASGI inoltre provvede a un servizio anti discriminazione, supporto legale contro discriminazioni etniche, razziali e religiose, con un centro operativo a Milano e diversi centri secondari a Torino, Firenze, Napoli, Roma e Verona ed una rete di professionisti che monitora questioni di discriminazione. Finanziata da Charlemagne Onlus, Tavola Valdese ed Open Society.12)
 
Il manifesto di ASGI,13)elenca le ragioni per le migrazioni verso l’Europa: guerre, regimi repressivi e dittature, conseguenze del colonialismo, sfruttamento delle risorse naturali in Africa, crescita demografica e cambiamento climatico.
Le riforme proposte sul tema dell’immigrazione sono:
canali di libero accesso per chi cerca lavoro
-modi per rendere permanenti visti temporanei
 
-facilitare i ricongiungimenti familiari
rimpatri volontari o forme alternative invece di quelli forzati
diritto di votare alle elezioni amministrative per stranieri provenienti da fuori dell’UE
 
-sull’asilo, l’Europa dovrebbe desistere dall’attuare politiche adottate negli ultimi anni, quali l’accordo con la Turchia e le collaborazioni con dittature come Niger, Libia e Sudan; creare un sistema di ridistribuzione dei rifugiati obbligatorio, e cambiare il sistema di Dublino aggiungendo la possibilità da parte del richiedente asilo di scegliere il paese di destinazione.
 
La rete di ASGI include Migregroup, con il progetto Boats4people e la piattaforma online WatchTheMed che mappa morti e violazioni dei diritti umani nel Mediterraneo.14)
WatchTheMed è stato creato dalla onlus Habeshia, diretta da padre Mussie Zerai, autoproclamatosi ‘’padre Mosè’’ per la sua abilità nel far si che i migranti attraversino il Mediterraneo. L’organizzazione da informazioni ai migranti su come arrivare in Europa. La ONG Sea-Watch, attualmente presente del Mediterraneo è parte della piattaforma di WatchTheMed.15)
ASGI collabora con l’Associazione 21 Luglio, Dottori per i Diritti Umani, Senza confini e la Società Italiana per la Medicina e le Migrazioni.
  1. Open Society e CILD (Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili)
Creata nel 2014, CILD è una rete che promuove diritti e libertà per chiunque, con campagne, azioni pubbliche e legali. CILD sostiene accessi facilitati per i migranti all’Italia come risposta ai ‘’flussi misti’’. Dopo il recente cambio della legge nell’accoglienza ai minori, CILD ha sostenuto il cambiamento delle regole sulla cittadinanza e l’adozione dello Ius Soli.
Il suo manifesto sostiene un cambiamento di visione sull’immigrazione, focalizzato su un sistema di asilo, non criminale, doveri di accoglienza e cittadinanza allargata.16)
 
I progetti di CILD includono Open Migration,17)che si occupa di ‘’fact-checking’’ sull’immigrazione; i suoi articoli includono critiche al procuratore Zuccaro per le indagini sulle ONG,18)l’asserzione che non è vero che gli appelli in secondo grado dei richidenti asilo siano un problema per il sistema giudiziario, 19)e un’altra in cui si ritiene che i migranti siano sovra rappresentati nel sistema carcerario a causa della custodia cautelare.20), ignorando il fatto che commettano più crimini, degli italiani, 21)
 
La rete di CILD include, tra gli altri:
A Buon Diritto: un gruppo di advocacy sul tema immigrazione, finanziato da Open Society;22)ANSI: Associazione Nazionale Stampa Intercultura, associazione di giornalisti stranieri, sostenuta do Cospe e Open Society;23)
Antigone: organizzazione per i diritti e le garanzie nel sistema carcerario, finanziata da Open Society;24)
 
ARCI: organizzazione per l’emancipazione, oltre un milione di iscritti, sostenuta da Open Society;25)
 
ASGI: descritta in precedenza
 
Associazione 21 Luglio: si occupa dell’etnia rom, finanziata da Open Society;26)
 
CIR: Consiglio Italiano per i Rifugiati, finanziato da Open Society;27)
 
Cittadini del Mondo: promuove i confini aperti, finanziata da Open Society;28)
 
Cospe Onlus: descritta in precedenza;
 
Fondazione Leone Moressa: think thank sull’immigrazione, finanziato da Open Society;29)
Lunaria: non profit con focus sull’immigrazione, collabora regolarmente con Open Society;30) 31) 32)
NAGA: si occupa dei diritti dei migranti, focus Rom, finanziata da Open Society;33)
PARSEC: istituto di ricerca di studi sociali, ha creato con il sostegno di Open Society,34)il progetto ‘’Parlare civile’’, che si occupa del linguaggio politicamente corretto sull’immigrazione.
  1. Open Society e A Buon Diritto
A Buon Diritto è un gruppo di advocacy con focus sull’immigrazione, il suo sito è realizzato con il contributo di Open Society.35)Il suo presidente, Luigi Manconi, altrimenti conosciuto come Simone Dessì, è un ex attivista di Lotta Continua. Le sue pubblicazioni includono ‘’Accogliamoli Tutti’’ un libro in cui si sostiene che ‘’l’unico approccio efficiente sull’immigrazione è accoglierli tutti’’, citando le teorie dell’immigrazione di rimpiazzo, secondo cui gli anziani europei dovrebbero essere rimpiazzati da giovani immigrati, come elemento centrale delle sue argomentazioni. Sostiene che il suo approccio è basato sul buon senso ed è un modo pragmatico per governare l’immigrazione, non subirla. L’introduzione è scritta dall’ex ministro dell’integrazione Cecile Kyenge.36)
Un’altra pubblicazione include è ‘’Abolire il carcere, ‘’un approccio ragionevole di riforma per la sicurezza dei cittadini.37)
Le iniziative includono: ‘’Navigare a vista’’, un racconto delle attività di ricerca e salvataggio delle ONG nel Mediterraneo;38)‘la grande bugia delle navi-taxi, le ONG e i salvataggi in mare’’una conferenza con la presenza di Manconi, dell’ex Ministro degli Esteri Emma Bonino e rappresentanti delle ONG Proactiva Open Arms, MSF e Save The Children, tutte attualmente impegnate nel Mediterraneo.39)
 
Conclusioni
La rete, come esemplificato da CILDI, è estesa ed intricata. Include ex ministri come la Bonino (esteri) e la Kyenge (integrazione), entrambe direttamente responsabili per la gestione dei flussi migratori accettati dall’Italia negli ultimi anni, ma anche gruppi che sostengono la censura di stampa, supporto legale e pubblicazioni.
I bilanci sono pubblicati solo in pochi casi.
 
Il tema principale della rete di Open Society è quello di usare leggi anti-discriminazioni per promuovere l’abolizione dei confini e l’immigrazione illimitata. L’idea è apertamente dichiarata nei manifesti di diverse organizzazioni. Altro tema ricorrente è quella della promozione del proprio approccio estremista come ‘’basato sui fatti’’ e ‘’di buon senso’’ per mantenere un’aura di credibilità scientifica, tuttavia suggerendo interpretazioni soggettive ed ideologiche dei dati o omettendo informazioni. Un esempio è la richiesta di omettere la nazionalità dei criminali, l’equivalente di ammettere che il problema esiste, ma non si deve parlarne. L’atteggiamento è tipico di regimi totalitari, non democratici e certamente non ‘’società aperte’’. L’obbiettivo di ‘’corretta informazione sul tema dell’immigrazione’’ non è certo raggiunto in questo modo.
Infine, la strategia di abolizione dei confini è raggiunta con la diffusa azione della lobby dell’immigrazione in favore delle ONG nel Mediterraneo. Tramite fondi, pubblicazioni, conferenze, ricerche o canali di informazione per i migranti, la rete produce un efficace sostegno per i migranti, indipendentemente dal fatto che siano legali o meno.
 
References
1.
Onlus e Migranti in Italia, Lucadonadel.it.
2.
Testo Unico dei Doveri del Giornalista, Ordine dei Giornalisti Consiglio Nazionale.
3.
Linee guida per l’applicazione della Carta di Roma, Associazione Carta di Roma.
4.
5.
6.
Sos Mediterranee 3800 persone salvate, Cospe Onlus.
7.
Le Adesioni, Cospe.org.
8.
Un corso per i giornalisti sui principi della Carta di Roma, Cospe.org.
9.
Preambolo, Carta di Lampedusa.
10.
Statuto e Bilancio, Cospe.org.
11.
Chi Siamo, ASGI.
12.
Servizio Antidiscriminazione, ASGI.
13.
Il nuovo manifesto dell’ASGI, ASGI 2017-03-21.
14.
Activites, Migregroup.
15.
How to contribute, WatchTheMed.
16.
Chi Siamo, CILD.
17.
Aree di Lavoro, CILD.
18.
Notizie da un’ordinaria giornata di lotta in nome della sicurezza, CILD 2017-05-01.
19.
Tribunali intasati per il boom dei ricorsi dei richienti asilo? Falso, Open Migration 2017-05-17.
20.
Tutti i numeri sugli stranieri in carcere, Open Migration 2016-01-17.
21.
Ricerca shock: dagli stranieri più reati, Il giornale 2016-06-28.
22.
Chi Siamo, A Buon Diritto.
23.
Ansi Homepage, Ansi-intercultura.
24.
Bilancio 2015, Associazione Antigone.
25.
Arci Homepage, Arci.it.
26.
Stato Patrimoniale 2015, Associazione 21 Luglio.
27.
Cir-Onlus, Cir-Onlus.
28.
Cittadini del Mondo homepage, Cittadini del Mondo.
29.
Il profilo, Fondazione Leone Moressa.
30.
Costi Disumani, Lunaria 2013-05-07.
31.
L’Europa e i diritti dei migrant, Lunaria 2014-03-21.
32.
I diritti non sono un costo, Lunaria 2013-11-26.
33.
Bilancio 2015, NAGA.
34.
Parlare civile, PARSEC 2014-07-14.
35.
A Buon Diritto Homepage, A Buon Diritto.
36.
Accogliamoli Tutti, A Buon Diritto 2014-11-07.
37.
Abolire il carcere, A Buon Diritto 2016-06-03.
38.
Presentazione del rapporto Navigare a vista, A Buon Diritto 2017-05-29.
39.
La grande bugia delle navi-taxi. Le ONG e il soccorso in mare, A Buon Diritto 2017-05-05.

Alfano difende il traffico: “Non chiuderemo i porti ai migranti”

alfano boldrinida quando Al Fano si è “convertito” alla causa “solidale” non è più mafioso, ma un grande antirazzista….

 
Alfano difende il traffico: “Non chiuderemo i porti ai migranti”
“Abbiamo una posizione molto dignitosa che ha messo l’Italia e l’Europa dalla parte giusta della storia”, è la bizzarra risposta del ministro abusivo degli Esteri Angelino Alfano, alla richiesta di Austria e Ungheria di chiudere i porti ai migranti: “Non credo – ha aggiunto – che abbiano titolo per fare questa richiesta”.
 
Non crede. I suoi accoliti fanno troppi soldi con i clandestini che sbarcano:
 
E subito si offre qualcuno per fare, di nuovo, da stampella al governo non eletto: “Abbiamo messo a disposizione del governo, come è giusto fare di fronte a una simile tragedia, la nostra esperienza e la nostra competenza”. Lo afferma Silvio Berlusconi sull’ipotesi di un tavolo di unità nazionale sul tema dell’immigrazione. “Ci sono stati degli incontri e delle manifestazioni di disponibilità, ma mi pare che non si sia andati oltre”, spiega il leader di Forza Italia.