Istat: la pressione fiscale cresce al 38,9% Migliorano redditi e consumi delle famiglie, il deficit scende ai minimi dal 2000

pmi_tassela puttanata del giorno: pressione fiscale al 38,9%??????? Se aumenterà anche l’Iva….mah Redditi aumentati? Sarà quello di Fazio che fa salire la media. Si salvano le banche con i soldi che tramite Equitalia vengono estorti a chi fatica a sopravvivere ed il deficit scende….i miracoli come sa fare il governo non eletto del Pd non li sa fare nessuno.

Istat: la pressione fiscale cresce al 38,9%
Migliorano redditi e consumi delle famiglie, il deficit scende ai minimi dal 2000
 
30/06/2017 alle ore 10:25
 
La pressione fiscale cresce, crescono anche reddito e capacità d’acquisto delle famiglie, il deficit scende. Così dicono i numeri diffusi dall’Istat sul primo trimestre di quest’anno. La pressione fiscale ha raggiunto il 38,9%, segnando un aumento di 0,3 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il reddito disponibile delle famiglie, invece, è cresciuto del 2,4% in un anno (dell’1,5% rispetto al trimestre precedente) e i consumi del 2,6% (rispetto al trimestre precedente dell’1,3%): per entrambi i valori si tratta dell’incremento maggiore dal 2011. Il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto dell’1,2% su base annua (e dello 0,8 rispetto al trimestre precedente), di pare passo la crescita della propensione al risparmio, che raggiunge l’8,5% (con un incremento dello 0,3). L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al 4,3%, inferiore di 0,6 punti rispetto a un anno fa: si tratta del valore più basso dal 2000

Zajárova sfida giornalista della CNN: “Adesso faccia un ‘servizio onesto’ sul bambino di Aleppo”

AmamnpourAmampour della CNN ed il bambino siriano
La portavoce del ministero degli Esteri russo ha dichiarato che i giornalisti della catena televisiva statunitense “sono stati colto in flagrante” e ora “devono rispondere.”
La portavoce del ministero degli Esteri russo, María Zajárova, ha affermato che le dichiarazioni del padre di Omran Daqneesh, il ‘bambino di Aleppo’, che ha accusato la stampa occidentale di “sfruttare” il figlio a scopo di propaganda, quando nel mese di agosto 2016 vari media comunicazione pubblicarono immagini del bambino insanguinato. La diplomatica russa ha ricordato che la giornalista Christiane Amanpour della CNN ha mostrato queste foto al ministro degli esteri russo Serguéi Lavrov durante un’intervista e ha chiesto cosa avrebbe potuto dire alla famiglia del ragazzo.
“Dal momento che Christiane Amanpour ha iniziato quella storia … Adesso si può anche avere il coraggio e l’etica professionale per portarla al termine. Vai a Aleppo, in Siria, vai a trovare la famiglia del bambino e fai un servizio veramente onesto e non falsa, come sanno fare alla CNN “, ha spiegatoZajárova.
“Potresti fare domande difficili, fare un vera e proprio reportage su questo bambino su come i media statunitensi hanno manipolato la sua immagine e il suo destino. Non solo il destino della sua famiglia, ma il destino di tutta la Siria per anni”, ha sottolineato.
Maria Zajarova portavoce russa
 
La portavoce ha ammesso che “è comodo diffondere una storia falsa sulla CNN”, ma ha anche aggiunto che i suoi reporter “sono stati colti in flagrante” e ora “devono rispondere.” “Christiane Amanpour, ti aspettano ad Aleppo”, ha concluso.
“Tutto quello che voglio è essere lasciato in pace”
“I nostri giornalisti hanno denunciato uno dei ‘falsi’ più spaventosi sulla Siria”, ha dichiarato il direttore del gruppo RT, Margarita Simonián.
“La prossima volta porteremo con noi Christiane Amanpour e a tutti coloro che lo vogliono. Se avete il coraggio di parlare con Omran e la sua famiglia”, ha affermato.
Un team di Ruptly ha incontrato la famiglia Daqneesh che era tornato ad Aleppo dove cerca di riprendere la sua routine. Parlando a Ruptly, Mohammad Kheir Daqneesh, padre di Omran, ha rivelato che la prima cosa che hanno fatto i ‘Caschi Bianchi’ è stata mettere suo figlio in ambulanza per fotografarlo invece di fornire il primo soccorso.
“Mentre ero impegnato a salvare la mia famiglia”, quelle persone hanno “come sfuggiti dalle macerie per utilizzare queste immagini nella loro propaganda”, ha detto Mohammad. Daqneesh ha anche chiarito che il bambino è stato “fotografato senza il mio consenso.” “Hanno anche rasato i miei capelli, ho cambiato il mio nome e per un po’ ho smesso di uscire con lui per proteggerlo da molestie”, ha raccontato Mohammad.
“Tutto quello che voglio è essere lasciato in pace”, ha aggiunto. Tuttavia, ha deplorato il fatto che aveva da poco ricevuto minacce per non aver collaborato con l’opposizione siriana, che lo considerano “un traditore”. Egli ha anche criticato le azioni della Caschi Bianchi, che “lavorano principalmente con la stampa” perché è “uno strumento professionale che stanno utilizzando.”Vedi: Youtube.com/Watch
Giu 08, 2017  Fonte: RT Actualidad

Escalation USA contro la Corea del Nord – Tutta una “Bufala”

Bufala-sullarmadaFalse notizie sulla Corea
 
È solo distrazione di massa. Buttate la televisione giù dalla finestra!
Siamo ancora tutti sconvolti dal livello di leggerezza e di cinismo con cui, la scorsa settimana, i media hanno fatto stringere il culo al mondo intero, che si è sentito qualcosa di duro poggiato dietro.
Non siamo ancora in guerra con la Corea del Nord, anche perché la grande flotilla americana che tutti avevano detto che stava all’ancora al largo della Corea del Nord, si trovava, in realtà, lontana 3500 miglia.
Non è stato un errore del navigatore. Era solo una fiction che serviva per distrarre e per lasciare tutti, disperati e incollati alla televisione.
C’è qualche scusa per questo?
Come spiega la CNN :
“Mentre la Casa Bianca parlava dell’invio di una “armada” navale verso la penisola coreana, le navi in questione stavano andando nella direzione opposta, per partecipare a esercitazioni militari nell’Oceano Indiano, a circa 3.500 miglia di distanza.
Un addetto dell’amministrazione ha ufficialmente ammesso che c’è stata una miscommunication tra Pentagono e Casa Bianca nel riferire che la portaerei non stava facendo rotta verso il Mare del Giappone, conosciuto anche come il Mare Orientale, e che non stava andando a dare nessuna dimostrazione di forza alla Corea del Nord.
L’addetto dell’amministrazione ha detto che responsabile del frainteso è stata una mancanza di follow-up con i comandanti che sovrintendono ai movimenti della portaerei USS Carl Vinson”.
FERMI. RESTIAMO TUTTI FERMI.
Si trattava di una portaerei, mica di un appuntamento dal dentista! Come si può “miscommunicate- sbagliare” e non capire se una portaerei sta in un posto, se non ci sta o se andrà da quella parte o da un’altra parte?
L’abbiamo già detto e lo ripetiamo: STANNO GIOCANDO con NOI. La “Minaccia della Corea del Nord” è solo una distrazione, una messa in scena teatrale, tremendamente costosa.
Guardate, hanno anche dato a Mike Pence uno di quegli stupidi giubbotti con le maniche staccabili che si è messo quando era minacciato dalla Corea del Nord, perché navigava su una barca dalle parti dell’Indonesia:
E’ già abbastanza questo. NO ? Apr 20, 2017  Fonte : Russia-insider.com

Le sfumature del nazionalismo

Macron-Le-PenE’ di moda parlare male del nazionalismo. Emmanuel Macron, candidato di riferimento dei poteri forti per le prossime presidenziali francesi, in un’intervista incensatoria, apparsa su “la Repubblica”, è arrivato a fare  proprio un vecchio slogan di Mitterrand: “il nazionalismo è la guerra”. Quasi che dichiararsi identitari voglia  dire, per forza, ricreare la conflittualità tra i diversi Paesi europei.
La stoccata propagandistica di Macron ripropone peraltro un vecchio adagio, grazie al quale il nazionalismo è costantemente chiamato sul banco degli accusati  per rispondere dei peggiori crimini dell’umanità.  In realtà la questione è un po’ più complessa e va ripresa alle radici, cercando di andare all’assenza dell’idea nazionalista e delle sue possibili variabili.
 
Un utile “bussola” è la recente ristampa, per l’Editrice Oaks,  di un classico di Jacques Ploncard d’Assac, “Le dottrine del nazionalismo”. Il tempo trascorso dalla prima edizione  (1965) non  sminuisce il valore dell’opera, offrendo un panorama composito delle culture del nazionalismo europeo, declinato in molte delle sue variabili: dalle leggi dell’eredità spirituale opposte all’”Io”, all’individualismo,   di Edouard Drumond (per il quale “un essere” è un insieme, in quanto “composto di tradizioni che lo riconnettono a coloro che son vissuti prima di lui, di sentimenti che lo connettono alle persone che sono del suo stesso paese”)  al “determinismo” di Maurice Barrès, che vede nel nazionalismo la difesa dell’organismo nazionale ed il lievito di un nuovo socialismo, impegnato nella difesa materiale e morale della classe più numerosa e più povera;
dallo “spirito scientifico” di Paul Bourget, con la sua teoria dell’evoluzione nazionale (per cui “ogni generazione, come ogni istituzione, è un piano aggiunto” all’edificio nazionale e la costruzione tanto sarà più solida quanto più poggerà “sul piano sottostante”)
 
al “nazionalismo integrale” di Charles Maurras, evocazione non di un mito, ma di una folla umana di visi umani, di paesaggi, di monumenti (“Una patria – scrive Maurras –  sono campi, muri, torri, case; sono altari e tombe; sono uomini viventi, padre, madre e fratelli, e i fanciulli che giocano nei giardini, i contadini che mietono il grano, i giardinieri che colgono le rose, i mercanti, gli artigiani, gli operai, i soldati: non c’è al mondo cosa più concreta”);
da   Möller van den Bruck, che vede nella nazione una comunità di valori in continua evoluzione e nel nazionalismo “la coscienza di questo processo evolutivo”, a  Ernst von Salomon, il quale riconcilia socialismo e nazionalismo, individuando nel primo “quella tenuta interiore, quell’unità spirituale di cui il XIX secolo ci ha privato”, laddove – come nota   Ploncard d’Assac –  il razzismo hitleriano “trasforma la comunità in tribù errante che non ha altri limiti che quelli che la sua potenza le permette di raggiungere e di mantenere,né ha doveri che verso sé stessa”; dall’idea di Nazione di José Antonio Primo de Rivera, per il quale la Patria non è solamente “l’attrazione della terra in cui siamo nati”, né “l’emozione immediata e sentimentale che sentiamo in presenza del nostro suolo”, quanto soprattutto “un’unità di destino nell’universale”, all’integralismo lusitano di Antonio Sardinha, espresso dall’idea tradizionale della “permanenza nella continuità”, proiezione del genio di ciascuna patria nel più alto ideale della civiltà cristiana.
 
Nella  proposta di Ploncard d’Assac il  nazionalismo dottrinario emerge in tutta la sua complessità, invitandoci – come scrive Luca Gallesi,  ad introduzione de “Le dottrine del nazionalismo” – “ … a riprendere il filo di un discorso interrotto, di ricominciare a guardare i fatti per quello che furono e giudicare le idee senza preventive demonizzazioni”. Evitando – aggiungiamo noi – di restare vittime delle  dichiarazioni alla  Macron, sull’uguaglianza tra nazionalismo e guerra.
 
Anche qui può esserci d’aiuto il testo, “Romanticismo fascista”,  di un altro autore francese, Paul Sérant, uscito, nel 1960, per le Editions Fasquelle e poi pubblicato, nel 1961, da Sugar.
Sul tema del nazionalismo e della guerra Sérant offre pagine esemplari: “A partire dal 1936, vale a dire al tempo del Fronte popolare e della guerra di Spagna , si produce in Francia uno strano capovolgimento di posizioni in materia di politica estera. Gli uomini di sinistra, fino a quel momento pacifisti e partigiani d’una politica d’intesa internazionale, anche a prezzo di cospicui sacrifici da parte della Francia, si sentono minacciati dalla sconfitta della loro ideologia nei Paesi confinanti: e il loro pacifismo, che s’accompagnava a una simpatia per gli elementi democratici dei Paesi in questione, cede un po’ alla volta a un bellicismo ‘antifascista’”.
Dall’altra parte gli ambienti nazionalisti francesi auspicavano accordi con i Paesi protagonisti delle “rivoluzioni nazionali”. Sono emblematiche, in questa prospettiva,  le pagine sulla  guerra moderna di Drieu la Rochelle,  il quale parla di abominio del militarismo democratico, presagendo lo spaventoso risultato di un conflitto europeo, con milioni di morti, l’annientamento delle città ed un’Europa ridotta alla disperazione. Ugualmente “profetiche” le immagini de “L’Ecole des Cadavres” di Louis Ferdinad Céline, il quale accusa le democrazie di volere la guerra, con la Francia condannata comunque alla sconfitta, sia per mano degli avversari che degli alleati.
Con buona pace per Macron/Mitterand il nazionalismo non è insomma uguale alla guerra. Lo dice la complessità delle dottrine che concorrono a definirlo. Lo conferma l’esperienza storica.
L’auspicio – a questo punto – è che si metta  fine al facile qualunquismo antinazionale, portato di un europeismo scialbo e senz’anima. L’Europa merita molto di più di qualche facile slogan. Il  nazionalismo, che è parte costitutiva della nostra identità di europei, va capito piuttosto che criminalizzato.
 
di Mario Bozzi Sentieri      – 30/03/2017 Fonte: Mario Bozzi Sentieri

Peter Sutherland, “pontefice” del Nuovo Ordine Mondiale

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gli amati filantropi, rigorosamente, progressisti, illuminati, intelligenti e tanto ricchi che vogliono il bene delle masse….anche se lavorano per banchieri ed altre companies..

L’agognato governo planetario, nonostante alcune resistenze, come quella di Viktor Orban, continua la sua costruzione. Peter Sutherland, rappresentante delle Nazioni Unite per immigrazione, è uno dei suoi principali architetti. Lui stesso ha lanciato un significativo avviso: “bisogna affossare l’omogeneità nazionale degli Stati”.
Peter Sutherland è un multimilionario irlandese consederato uno dei grandi pontefici del mondialismo allo stesso livelli di George Soros, dei Rockefeller o di Kissinger.
Sutherland ha ricoperto una miriade di alti incarichi internazionali della massima importanza. E’ stato direttore Generale dell‘Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). A livello imprenditoriale è stato presidente chef executive di varie grandi società fra cui la British Petroleum -BP- e la Goldman Sachs International.
Assieme ad altri gurù del preteso Nuovo Governo Globale, ha partecipato e partecipa alle riunioni del Club di Bilderberg, è presidente della Trilateral Commission. Circa 10 anni fa fu designato da Kofi Annan quale rappresentante speciale dell‘ONU per le questioni migratorie, da dove sta lavorando per favorire le tesi mondialiste e, secondo molti, la denominata sostituzione demografica. Southerland è un fervente promotore della necessità di favorire le grandi ondate migratorie verso i paesi sviluppati, ed apertamente ostile al mantenimento delle sovranità nazionali, quelle che lui definisce: “il male attuale”.
Sutherland concepisce le frontiere nazionali come l’ultimo freno per la realizzazione di un Nuovo Ordine Mondiale. Il movimento come già risaputo è una aspirazione di una elite ultra capitalista sul piano economico per quanto si professi “socialista” o “progressista” sul piano morale e politico. Una mescolanza pseudo ideologica che facilita il percorso e vince le resistenze che possano essere della sinistra o della destra.
La sua battaglia contro gli Stati nazione è arrivata in alcuni casi al punto di attrito. Ad esempio quando nel 2012 ha voluto esigere all’Unione Europea di “fare tutto il possibile per affossare l’omogeneità nazionale degli stati europei“. Conoscendo bene la resistenza di alcuni paesi europei alla prospettiva di dover scomparire, ha intrapreso una crociata a favore delle migrazioni di massa che snaturalizza le nazioni rendendole più propense a diluirsi nel magma mondialista e multiculturale.
Così la circolazione senza restrizioni degli esseri umani , delle merci e dei capitali si presuppone come l’obiettivo prioritario di Peter Sutherland. Un “homo economicus” sprovvisto di una propria identità, omologato ed utilizzabile dalle elite imprenditoriali, per i protogovernanti globali e perfino per alcuni settori deviati della Chiesa Cattolica.
Questo piano è esattamente quello denunciato pochi giorni fa dal presidente ungherese Viktor Orban in una interivista rilasciata alla giornalista Éva Kocsis per conto della Gaceta.es: “esiste una campagna internazionale ben avviata che è in fase attuazione da oltre dieci anni. Si può collegare al nome di George Soros ed il suo obiettivo è quello di far credere che le frontiere non abbiano più senso e che le nazioni non debbano avere il diritto di decidere autonomamente con chi vogliano convivere i loro popoli.
Vogliono creare istituzioni internazionali per monitorare le nazioni e decidere per nostro conto chi e dove debba convivere con altri. Ripeto: sono teorie concepite nella “fabbrica” di Soros che si sono anche infiltrate in varie istituzioni internazionali. Dobbiamo combattere questa battaglia per conservare la nostra sovranità, dobbiamo argomentare contro di loro, dobbiamo rendere trasperenti le loro ONG e dobbiamo mettere in chiaro che non si tratta di “diritti umani” ma del business delle migrazioni e dello sfruttamento di questo traffico umano”.
La crisi demografica, “fattore chiave” per il trionfo delle tesi mondialiste
Il magnate irlandese non dubita di collegare la prosperità futura di molti stati della UE alla loro trasformazione in nazioni multiculturali, in definitiva, una “dinamica cruciale per la crescita economica” di alcune nazioni europee, “per quanto difficile sia spiegarlo ai cittadini di questi stati”.
Southerland, si felicita per l’invecchiamento della popolazione occidentale e per il suo declino demografico, fattore chiave per il successo definitivo delle migrazioni. Il magnate cita le isole britanniche come esempio da seguire per il resto de continente: “E’ impossibile considerare che l’omogeneità possa sopravvivere, gli stati devono farsi più aperti, in termini di persone che li abitano, come ha dimostrato il Regno Unito”.
 
di  Rafael Núñez Huesca Fonte: La Gaceta.es Apr 09, 2017 Traduzione: L.Lago

Orban blocca le attività di Soros: “Lui non può essere al di sopra delle leggi dell’Ungheria”

orban sorosovviamente chiunque sfidi questi miliardari filantropi tanto solidali e accoglienti è solo un fascista populista


 
Orban blocca le attività di Soros: “Lui non può essere al di sopra delle leggi dell’Ungheria”
Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha assicurato che il futuro della Università Centroeuropea (CEU), fondata dal multimiliardario finanziere e speculatore internazionale, George Soros, sarà deciso tramite i negoziati politici tra i Governi degli Stati Uniti e dell’Ungheria.
La CEU aveva denunciato lo scorso Mercoledì che un progetto di legge poteva mettere fine all’Istituzione e che questo presupponeva un “attacco contro la sua indipendenza accademica”.
La normativa prevede, tra gli altri aspetti, che i governi degli USA e dell’Ungheria debbano firmare un accordo sul funzionamento dell’Università che avrà anche un suo Campus a New York, con gli stessi programmi che ha a Budapest.
 
Orban ha precisato, nel corso di una intervista alla radio pubblica, che il futuro della CEU “dipenderà dai negoziati e dagli accordi fra governi (USA e Ungheria) “. “Uno può essere miliardario, ma questo non lo colloca al di sopra delle leggi nazionali dell’Ungheria; questa istituzione deve rispettare le leggi”, ha sottolineato Orban, alludendo al suo fondatore e definendo il centro come l’”Università di Soros”.
 
La CEU fu fondata con una doppia identità legale, una negli USA ed una in Ungheria, motivo per cui i suoi laureati hanno in alcuni casi due titoli, uno ungherese ed un’altro emesso negli USA. In questo senso Orban ha aggiunto che questo è uno svantaggio per le università locali. “E’ incomprensibile. Mettiamo le nostre Università in una situazione inconveniente ed assicuriamo vantaggi ingiustificabili a quelle straniere”, ha riassunto Orban.
Dopo le parole di Orban, l’Università ha indicato in un suo comunicato che questa istituzione ha sempre rispettato le leggi ungheresi e che “tutte le affermazioni in senso contrario sono false”. La CEU fu inaugurata a Budapest nel 1991 ed offre programmi di post grado in Inglese in diverse materie come Diritto, Storia o Scienze Sociali, e conta ogni anno con più di 1.500 studenti di tutto il mondo.
Orban aveva già accusato Soros “di essere membro eminente di un circolo di “attivisti che cercano di minare le nazioni europee fomentando l’immigrazione delle ondate di migranti e rifugiati che arrivano alle nostre frontiere dal Terzo Mondo”.
Soros appoggia qualsiasi cosa che debiliti gli stati e fomenta tutto quello che possa cambiare lo stile di vita tradizionale europeo“, ha affermato Orban, prima di assicurare che “gli attivisti che appoggiano i migranti stanno formando parte, senza darsene conto, di una rete internazionale del traffico di persone”.
 
Inoltre Orban ha manifestato di avere in studio la possibilità di proibire le organizzazioni non governative (ONG) collegate al multimiliardario e finanziatore del Partito Democratico negli USA.
Il vicepresidente del Partito di governo, Szilard Nemeth, a sua volta ha segnalato che “saranno utilizzati tutti gli strumenti a propria disposizione per cancellare queste ONG fonanziate da Soros, che sono al servizio dei capitalisti globali e che sostengono la correzione politica nei governi nazionali”.
Non è un mistero che le ONG di Orban hanno finanziato tutte le attività volte a sobillare manifestazioni contro il governo nazionalista di Orban ed in passato sono state in prima fila nelle “rivoluzioni arancioni” avvenute nei paesi dell’Est Europa per rovesciare i governi non conformi agli interessi degli USA. In particolare George Soros è stato uno dei grandi finanziatori del Colpo di Stato a Kiev che ha portato l’Ucraina nell’orbita USA attraverso i sommovimenti avvenuti a Kiev (Maidan) nel 2014 (lui stesso si è poi vantato di aver svolto un ruolo in quegli avvenimenti).
Fonte: La Gaceta.es Traduzione e sintesi: L.Lago Apr 02, 2017

Quello strano incontro fra Paolo Gentiloni e George Soros, l’uomo delle ONG

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ma la cara società civile moralmente superiore ama i filantropi miliardari che assassinano i popoli, per questo perseguita politicamente i cosiddetti populisti.

Roma è abituata a nascondere molti misteri dietro le belle facciate dei suoi numerosi palazzi. Uno di questi, per esempio, è l’incontro fra il premier Paolo Gentiloni e il miliardario di origini ungheresi George Soros, che in questi giorni viene più volte nominato per il suo coinvolgimento diretto ed indiretto in molte delle ONG accusate di collusioni con gli scafisti in quella dolorosa faccenda che è la tratta dei migranti. A dirla tutta, in passato George Soros è stato nominato anche per altre sinistre faccende, come il sostegno dato per esempio alle varie rivoluzioni colorate che hanno infiammato ed insanguinato dapprima l’area ex sovietica e successivamente, nella forma di “primavere arabe”, anche il Medio Oriente.
Oltre a questo, tuttavia, c’è anche il coinvolgimento di George Soros nell’economia e nella finanza italiana attraverso il Soros Found, che ha in ballo un ingente piano d’investimenti che andrebbe ad impattare su numerosi settori. Il finanziere-speculatore George Soros ha già importanti partecipazioni nell’economia italiana, per esempio in Eni, Telecom e Mediaset, oltre che in varie banche nazionali per un valore complessivo di due miliardi di euro.
I prossimi investimenti potrebbero riguardare il settore immobiliare, magari da effettuarsi nella prospettiva di una nuova ondata di crisi e d’indebolimento del paese, cosa che permetterebbe al suo fondo di portarsi a casa importanti tesori e possessi italiani a prezzo di saldo. Passata la bufera, potrebbe quindi rivendere quei patrimoni al prezzo effettivo o addirittura gonfiato, ricavandone un più che discreto guadagno.
Non è del resto una novità il fatto che Soros abbia costruito le proprie ingenti fortune proprio sulle speculazioni economiche e finanziarie, per esempio speculando anche sulla lira agli inizi degli Anni ’90. Un vizio, quello di speculare sulle valute altrui, che il miliardario d’origini ungheresi ha ripetuto anche altrove, non sempre con esiti fortunati: in Malesia, per esempio, per questo “scherzetto” è stato condannato in contumacia.
Queste sono state infatti le parole con cui il senatore di Forza Italia Lucio Malan ha commentato questo strano vertice a due: “Stupisce molto leggere che il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ricevuto oggi il multimiliardario George Soros, al pari del presidente della Repubblica Federale Tedesca che sarà fra poco a Palazzo Chigi. George Soros fu per sua stessa ammissione il protagonista delle speculazioni che nel 1992 causarono una svalutazione della lira del 30% e la dissipazione di 40mila miliardi di lire di riserve valutarie della Banca d’Italia, oggi sostiene apertamente la più ampia immigrazione verso l’Italia, propugna e finanzia le politiche LGBT e a favore della liberalizzazione delle droghe. Sarebbe interessante sapere la ragione e il contenuto di questo colloquio, non preannunciato e non segnalato”.
Elvira Savino, deputata di Forza Italia, ha invece così reagito: “Presenterò una interrogazione al premier Gentiloni per chiedere i motivi della presenza dell’imprenditore Soros a Palazzo Chigi. Evidentemente, se è stato ricevuto nella sede ufficiale del Governo, si tratta di un impegno istituzionale ed è normale che il Parlamento ne venga informato, visto il ruolo che egli ebbe nell’attacco speculativo del 1992 contro la lira, da lui giudicato ‘una legittima operazione finanziaria’”.
Rimane dunque più che mai valida la domanda: di cosa avranno discusso esattamente Soros e Gentiloni nel loro incontro romano? Molto probabilmente dell’attuale bufera sorta sulla questione dei rapporti fra ONG e scafisti, che denuncia un loro sfruttamento non proprio disinteressato della tratta degli esseri umani. Ma, e nemmeno questo può essere escluso, dell’ambizioso piano economico che il “miliardario-filantropo” avrebbe in serbo per il nostro paese attraverso il suo danaroso Soros Found. Una cosa è certa: quando Soros è nei paraggi, il più delle volte c’è da aspettarsi qualche brutta sorpresa. Il mistero rimane e s’infittisce, nascosto dietro la splendida facciata di Palazzo Chigi.
di Filippo Bovo – 04/05/2017 Fonte: l’Opinione Pubblica

Gentiloni riceve la visita di George Soros a Palazzo Chigi. Un atto di “cortesia”?

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Molti osservatori si sono chiesti quale sia stato il motivo della visita effettuata “riservatamente” da George Soros al premier Gentiloni lo scorso 3 di Maggio a Palazzo Chigi, proprio in un momento di polemiche e sospetti che coinvolgono, guarda caso, alcune delle ONG da “trasporto express” migranti, che sono finanziate da Soros attraverso la sua “Open Society Foundations (OSF), capofila delle iniziative “filantropiche” del magnate.
Le visite fatte di Maggio potrebbero avere lo scopo di “fare coraggio” , come recita un vecchio adagio e sopratttutto, quando sono fatte dai grandi pluri miliardari (e Soros è uno di questi) ad un paese indebitato, privo ormai di sovranità e quasi in bancarotta come l’Italia.
 
Dopo il segnale di “dominio”, vistosamente dato della mano di Trump sulla spalla di Gentiloni, in occasione della visita di questi a Washington, poteva mancare al conte Gentiloni, primo ministro (nominato) del Governo Italiano, una visita “di cortesia” di George Soros? No, certo che no.
 
Puntualmente questa visita è avvenuta e non ci è dato sapere se dovuta ad un moto spontaneo del magnate di origine ungherese o se fosse un appuntamento prefissato nell’agenda del primo ministro italiano.
Bisogna sapere che George Soros, nonostante la sua veneranda età di 87 anni, è ancora molto attivo e, tra le sue attività, oltre ad aver cofinanziato (in perdita) la campagna di Hillary Clinton negli States, assieme ai sauditi ed alle banche di Wall Street, è da anni un personaggio centrale nella campagna di finanziamento dell’immigrazione clandestina in Europa, come da lui stesso ammesso pubblicamente, tanto che il premier ungherese Viktor Orban gli ha dichiarato apertamente guerra, trovando il sistema di imbrigliare le sue ONG che operano in Ungheria e mettendo sotto inchiesta l’Università di Soros, una Università privata da cui escono i “globe trotter” del globalismo radicale formati dai guru di Soros.
Possiamo immaginare che Soros, disponendo di un patrimonio valutato in circa 25,2 miliardi di dollari (ufficialmente), sia alla ricerca di buoni affari di investimento da realizzare in Italia, visto che risulta avere già in mano uno studio approfondito sull’Italia fatto dal suo advisor Shanin Vallèe, che riguarda non soltanto gli aspetti finanziari ma anche quelli economici, industriali e di assetto politico del paese.
Inoltre Soros non solo opera a titolo personale o con la propria struttura, ma risulta anche fondatore del fondo “Quantum Group of Funds” e, soprattutto, advisor di “Blackrock”, uno dei colossi dell’investimento made in Usa, particolarmente esposto sull’Italia, che possiede di partecipazioni per quasi 2 miliardi nel sistema bancario come anche nelle società quotate sul listino principale, a partire da Eni, Enel, Generali, Telecom Italia, Mediaset e così via.
Soros potrebbe essere stato interpellato da Gentiloni e da Carlo Calenda per quelle svendite del patrimonio pubblico che consentirebbero al Governo di fare un pò di cassa per ridurre il debito e rientrare nei parametri richiesti da Bruxelles. Una ipotesi molto probabile, secondo vari osservatori.
 
D’altra parte si sapeva che, prima o poi, con il ricatto del debito e del declassamento del rating, l’Italia dovrà cedere almeno qualcuno dei suoi “gioielli” rimasti, che sia l’ENI, l’Enel, le Poste Spa, la Telecom o altro. Questo prima di arrivare a parcellizzare anche le isole, le coste e parte del territorio italiano per ripagare il debito.
Territorio italiano sul quale stanno sbarcando centinaia di migliaia di migranti provenienti dalla Libia ed in buona parte trasportati sulle navi delle ONG di proprietà di Soros. Questo non può essere trascurato e sicuramente sarà al centro dei colloqui di Soros con il Governo Gentiloni che avrà cura di ringraziare Soros per la sua “preziosa” collaborazione nell’invio di tante importanti “risorse” che avranno il compito di ripopolare l’Italia, rialzare il tasso demografico del paese, pagare le pensioni agli anziani e omologare l’assetto sociale secondo le direttive delle centrali di potere sovranazionale a cui Soros è stretttamente collegato.
 
A questo proposito possiamo immaginare che il Governo Gentiloni assicurerà a Soros tutta la collaborazione e prometterà, tramite il Ministero della Giustizia, il prossimo trasferimento del fastidioso magistrato, capo della Procura di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha osato metter in dubbio l’operato delle ONG di Soros e creato qualche intralcio alla “meritevole” attività di invasione migratoria che le ONG stanno così efficacemente svolgendo. Un trasferimento in Sardegna o un collocamento in pensione anticiapata al dr. Zuccaro, possono essere i sistemi per neutralizzare il magistrato impiccione.
Se poi ci dovessero essere altri intralci a questo piano di invasione programmato da Soros e dalle centrali di potere transnazionali, allora ci sono altri metodi già sperimentati che consentono di eliminare gli elementi dissidenti (stesse attento Salvini e gli altri come lui).
 
Quindi ricapitolando, la visita di Soros ha molteplici obiettivi:
1)assicurarsi del buon funzionamento del piano di invasione migratoria programamto sull’Italia,
2)verificare possibilità di investimenti profittevoli (esentasse) da parte dei fondi finanziari di proprietà di Soros,
3)articolare un “report” sulla situazione delle banche italiane e dei debiti irrecuperabili per valutare se acquisire alcuna delle banche più esposte, magari con pochi spiccioli (sembra che i Governo stia perorando la causa del Monte de Paschi di Siena).
 
Questi ed altri motivi hanno consigliato al premier Gentiloni di non dare troppa pubblicità alla visita del magnate/filantropo ed inoltre Gentiloni si riserva, nel caso qualche trattativa con i fondi di Soros andasse in porto, di dare lui per primo la buona notizia, cosa che servirebbe anche a fortificare la sua posizione politica di fronte ad un Matteo Renzi che già, come dicono voci di corridoio, avrebbe inviato strani messaggi al premier, del tipo “stai sereno” Paolo.
 
di  Luciano Lago  – Mag 04, 2017

La macchina sovversiva di Soros esposta al pubblico

gentiloni-sorosMolti esperti politici sono consci della forte influenza esercitata dal miliardario George Soros. Ma ormai anche i cittadini comuni associano il suo nome al controllo e alle speculazioni di borsa. L’uomo dietro il caos anti-Trump, l’oligarca dei fondi speculativi, il bizzarro filantropo: Soros è l’equivalente del dottor Male nel mondo reale. Ma, fino ad ora, le sue macchinazioni sono state generalmente tollerate, e il mondo non è riuscito a vedere chiaramente quanto i miliardi di Soros abbiano portato miseria e sofferenza ad un miliardo di persone.
 
Il mio collega, l’analista politico olandese Hoger Eekhof, recentemente mi ha telefonato in preda ad un forte stato di incredulità. Me lo ricordo esclamare al telefono, qualche tempo prima: Phil, fughe di notizie dalle organizzazioni di Soros confermano la sua complicità nel controllo delle politiche europee!”. Dopodiché, essendo lui stato sulle tracce di Soros per qualche anno, sono stato ansioso di sapere cosa aveva scoperto. Sorprendentemente, sembra che le prove schiaccianti su Soros e la sua Open Society Foundations si trovino alla luce del giorno, tra alcune recenti intercettazioni su DC Leaks delle ONG del miliardario.
Di sicuro alcuni lettori saranno stupiti nel non trovare da nessuna parte queste intercettazioni [in inglese] nei media mainstream. Le rivelazioni che ne derivano sono talmente sconvolgenti che non so da dove cominciare a raccontare: forse è meglio iniziare con Soros che si compra i media europei!
Edizione straordinaria! Soros paga per le elezioni europee!
Uno dei documenti (PDF) tratti dal fiume di intercettazioni su DC Leaks riguardanti l’OSIFE (Open Society Initiative for Europe) spiega in dettaglio i programmi e i piani per influenzare le elezioni europee del 2014. Non solo: il documento fornisce le quantità di denaro e i relativi beneficiari che l’ungherese pagò per “creare” la politica d’Europa e gli uomini politici per attuarla. Tra i programmi citati, uno in particolare mi ha sconvolto da giornalista e analista mediatico: l’ente non profit EUobserver è stato creato e finanziato da Soros per “comprare” i media europei. Cito dagli obiettivi del programma:
Questo progetto usa le notizie per incoraggiare il dibattito su come i valori della società aperta siano minacciati durante la corsa alle elezioni europee. Gli argomenti includono il sorgere dello “hate speech” [“discorsi di odio”] da parte dell’estrema destra europea, l’uso crescente di retorica dell’intolleranza dei politici mainstream, e l’aumento dei crimini legati all’odio nelle strade d’Europa. EUobserver ha reclutato giornalisti locali esperti per assistere agli eventi legati alle campagne elettorali, per condurre interviste e scrivere editoriali di alto livello in 16 Stati. Con questa strategia di infiltrarsi nel giornalismo locale, EUobserver è stato in grado di indicare i preoccupanti trend internazionali, piuttosto che limitarsi a riportare incidenti isolati. Hanno pubblicato un totale di 128 articoli nel periodo che va da febbraio a maggio 2014.
Ciò significa che Soros ha finanziato il piano dell’EUobserver con 130.922 dollari, permettendo la pubblicazione di 128 influenti articoli che sono stati poi letti in tutto il Continente. Approssimativamente si parla di 1000 dollari per articolo, che è abbastanza per influenzare il 90% dei giornalisti europei di mia conoscenza. Il documento arriva a definire l’area territoriale per cui questi articoli sono stati intesi, che include: Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Romania, Svezia, Olanda, Polonia e Regno Unito. L’acquisto di spazio mediatico da parte dell’EUobserver è stato esteso ad ulteriori 32 articoli, sempre a 1000 dollari l’uno, nel periodo immediatamente precedente le elezioni. Analizziamo questi dati.
La Open Society Foundations ha finanziato l’EUobserver per “reclutare un network di giornalisti indipendenti nelle capitali europee allo scopo di evidenziare l’impatto di queste politiche e sottolineare importanti eventi locali”. Questo aspetto del controllo e della manipolazione dei media è stato finanziato con 75mila dollari, ma non c’è indicazione su quanti giornalisti siano stati effettivamente reclutati.
Attizzare l’inquietudine marginalizzata dei giovani
Per quanto inquietanti siano queste rivelazioni di DC Leaks sulla corruzione dei media, la manipolazione sociale da parte delle varie ONG di Soros è scioccante. All’interno dello stesso documento trapelato dalla Open Society Foundations, è mostrata chiaramente la “assunzione” e manipolazione delle politiche neo-liberali.
Un altro programma finanziato dalla Open Society è stato quello dell’European Alternatives, nello specifico la branca italiana. Questo aspetto ha come obiettivo di “amplificare le voci di coloro che si trovano lontani dai centri di potere europei, includendo chi si trova in situazioni vulnerabili, come migranti e giovani”. Attraverso una serie di meccanismi di supporto, Soros ha cercato di convertire la gioventù italiana, la comunità LGBT [Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender] e praticamente ogni gruppetto anti-conservatore su cui riuscisse ad arrivare, tramite l’uso di “humour e satira” dei media. È stata creata una entità web, Voice of the Voiceless EU, ora non più attiva. È qui che vediamo Soros utilizzare le armi affilate dei segmenti più esuberanti e aggressivi della società.
 
Voice of the Voiceless si è trasformata in un movimento molto più ampio che si è ora trasferito nei media, nelle università e più in generale nella società europea. Lo European Youth Portal [in inglese] è un meccanismo per la standardizzazione degli ideali giovanili.
Questo aspetto della macchinazione di Soros è parecchio brillante. C che potrebbe sembrare un supporto dal basso per movimenti legati all’attivismo LGBT e ai matrimoni omosessuali, è in realtà nient’altro che una delle tante ricette preparate da gente come Soros per deviare i giovani nel pentolone del globalismo ultraliberale. Fuor di metafora, Soros ha fatto il lavaggio del cervello ad una generazione vulnerabile affinché credesse in ideali e obiettivi anti-conservatori. La gioventù di Europa e Stati Uniti sarebbe potuta essere predisposta, in caso contrario, a ideali di estrema destra, per esempio. Ma il denaro di Soros è giunto fin nel profondo della sottocultura delle organizzazioni giovanili, e la sua “macchina” è molto più potente di qualsiasi altro segmento.
Controlliamo la società – Controlliamo la vostra cultura
Devo ammettere di aver sottovalutato quanto realmente potente sia George Soros. Scoprire la profondità e l’ampiezza del machiavellismo di Soros nelle intercettazioni di DC Leaks è stata una rivelazione sconvolgente. Sì, le intercettazioni dimostrano inequivocabilmente che io e i miei colleghi avevamo sempre avuto ragione. Ma non vogliamo nessun premio: queste rivelazioni dimostrano anche quanto poco si sappia delle macchinazioni di Soros, delle sue connessioni, nonché da dove derivi questo immenso potere. Non si può sbagliare: nessuno potrebbe nasconderlo così bene, eppure…
Un altro programma fondato con quasi 300mila dollari dalla Open Society fu il cosiddetto “Radical Democracy for Europe”. Ancora una volta cito direttamente dai documenti: questo programma nacque
“per coinvolgere la comunità di media-making creativo (tra cui artisti video e d’animazione) nel dibattito sulle elezioni e sulle politiche europee, in linea con gli obiettivi generali della Open Society, connettendosi ai social network e alle piattaforme digitali e usando i film come uno strumento di incremento della consapevolezza, allo scopo di raggiungere un’ampia audience e massimizzare l’impatto”.
Leggendo questo passaggio è facile immaginarsi George Soros come il “Grande Fratello” di Orwell. La lista di programmi e di obiettivi per sovvertire e incanalare il libero pensiero coerentemente con gli ideali di Soros è lunghissima. Alcuni degli altri programmi erano:
  • Elezioni Europee 2014: contrastare il sorgere dello “hate speech” – Questo ha aiutato ad uniformare la comunità LGBT, i Rom e le donne in uno strumento politico manipolabile
  • La campagna internazionale #DON’TmasturHATE – Questa iniziativa della Open Society di Bratislava illustra come gli sforzi dal basso sono stati creati per contrastare i punti di vista opposti
Gli sforzi volti ad influenzare le elezioni europee si sono spinti al punto di raggiungere, nella sfera digitale, segmenti di società in precedenza irraggiungibili. Attraverso la creazione e manipolazione di app e altri strumenti tecnologici, Soros cerca di “acchiappare” chiunque possa sostenere i suoi obiettivi. Da piccoli programmi come iChange Europe a innovazioni come Vote Match Europe, gli scagnozzi di Soros hanno impiantato sistemi di controllo in ogni angolo dell’Unione. SPIOR in Olanda, Transparency International in Lettonia, l’European Youth ForumMigrant Voice… la lista di strumenti dell’Open Society per influenzare le elezioni del 2014 è impressionante. Soros ha lanciato una campagna di massa per trasformare l’Europa con queste elezioni. Ciò che mi sconvolge è che ha poi effettivamente raggiunto questi obiettivi preliminari. Tre anni dopo l’Europa è un pentolone politico pronto a bollire.
Il quadro generale
Altri documenti dell’archivio “Soros” di DC Leaks dimostrano inequivocabilmente che il miliardario è il vero “cattivo” nell’attuale catastrofe europea. Quantomeno, è il più potente tra gli antagonisti visibili. C’è ampia evidenza che George Soros sia l’architetto e il dittatore dell’intera situazione migratoria che sta distruggendo l’Europa. Attraverso meccanismi di controllo acquisiti o influenzati ad ogni livello, non è irragionevole pensare che Soros diriga le leadership dell’Unione Europea alla stregua di un burattinaio. Ogni dogma, obiettivo, retorica, tono, e direzione della documentazione dell’Open Society che DC Leaks ha svelato mette le attività di Soros al centro del reticolo. Da Medici Senza Frontiere a misconosciute organizzazioni come la Federazione delle Organizzazioni Greche per Persone con Disabilità, Soros fa leva su qualsiasi cosa e qualsiasi persona capace di aiutarlo nei suoi obiettivi.
In prospettiva più ampia, la fondazione di Soros ricorda più un’organizzazione di stampo mafioso che una tipica struttura affaristica o filantropica. All’interno di queste intercettazioni ci sono prove che suggeriscono che Soros eserciti influenza non solo su leader come Angela Merkel e le sue controparti dell’Est Europa, ma anche sulle organizzazioni deputate alla mediazione dei conflitti. Dall’OSCE ad un’ampia gamma di cosiddette “ONG dei diritti umani”, Soros si comporta come una specie di “Padrino”. Le sue offerte, che nessuno sembra capace di rifiutare, ora si estendono molto più in là della mera offerta di denaro. Posso solo immaginare il livello di ricatto e di bullismo che un uomo come Soros può esercitare. Oggi, ogniqualvolta un governo minaccia dissenso contro il movimento liberal-globalista, Soros raduna (ad esempio: OSCE e ONG contro l’Ungheria) un potentissimo esercito di collaboratori.
Noi continueremo ad analizzare e studiare questi documenti di DC Leaks riguardanti Soros, e ne scriveremo. Non so da dove cominciare ad esprimere la mia sorpresa sulla poca risonanza mediatica di queste intercettazioni. Forse, come noi, altri analisti sono stati impegnati a seguire le faccende legate alla candidatura e all’elezione di Donald Trump. Ciò che si delinea sempre più è l’enigma chiamato George Soros, un uomo che esercita un’influenza tremenda sulle nostre vite.
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Articolo di Phil Butler pubblicato su New Eastern Outlook il 19 aprile 2017
Traduzione in italiano a cura di barg per SakerItalia.it

Per la propaganda contro la Siria, l’Ansa arriva a falsificare i titoli delle dichiarazioni

L’Ansa, l’agenzia di stampa che detta il copia e incolla di tutti i giornali italiani (allineati alla propaganda della Nato) vi presenta proprio oggi questo titolo:
Siria:’Damasco dietro attacco con sarin qui articolo
Dai due punti e dalle virgolette, etica giornalista vorrebbe che a parlare fosse qualcuno dalla Siria. E sarebbe una notizia clamorosa perché sarebbe un’ammissione a Damasco dell’utilizzo del gas sarin. Invece sapete chi è stato a fare queste dichiarazioni? Lo scoprite solo leggendo il testo…
L’attuale ministro degli esteri francesi Ayrault.
Incredibile.
Etica giornalistica vorrebbe che il titolo fosse questo:
Ministro degli esteri francese: “Damasco dietro attacco chimico a Idlib”
E le persone non avrebbero neanche troppa voglia di soffermarsi a leggere ulteriormente. Parigi, infatti, insieme a Stati Uniti, Arabia Saudita e Turchia, è il paese che più di tutti ha la responsabilità maggiore della distruzione pianificata della Siria attraverso una guerra per procura alimentata dal finanziamento, armamento e addestramento dei terroristi che hanno stuprato il paese. Vi ricordate gli “amici della Siria” a Parigi nel 2012?
Parigi persegue ancora quest’obiettivo di destabilizzazione della Siria e mente come ha sempre mentito dal 2011 e continuerà a farlo.
Deve farlo perché tutti i castelli di carta di bufale raccontate sulla Siria stanno venendo giù. E gli organi di stampa – come vi dimostra anche questo caso dell’Ansa – servono i loro padroni (editori) in un’azione di propaganda senza fine. Senza fine e senza la minima vergogna come dimostra quest’ultimo caso dell’Ansa.
P.s sull’attacco ad Idlib siamo in attesa che Parigi mostri le prove o convinca il suo alleato statunitense a mandare una commissione d’inchiesta Onu. Sarebbe bello capire come gli Elmentti Bianchi siano riusciti a riscrivere la tavola periodica degli elementi avendo agito senza protezioni e senza conseguenze all’attacco.