Non c’è risposta ai populisti

euro-signMa non vi infastidisce questo coro assordante e monotono che ogni santo giorno, dappertutto – tv, radio, giornali, istituzioni, partiti e governi – vi dice sempre la stessa cosa contro il Gatto Mammone del Populismo?
Attenti al populista, ripetono in coro ovunque, è xenofobo, è sessuofobo, è razzista, ci porta fuori dall’Europa, dal Mercato, dalla Modernità. Poi aggiungono che il populismo si fonda sulla paura quando invece è proprio sulla paura del populismo, sul terrore ideologico e mediatico quotidianamente propagato che si fonda l’Appello Permanente contro l’Orco populista, dall’Olanda alla Brexit, dagli Usa all’Ungheria, dalla Polonia alla Germania, dalla Francia all’Italia.
Vogliono spaventarci e poi attribuiscono ai populisti la colpa di lucrare sullo spavento. Imprenditori della paura che denunciano imprenditori della paura…
Mai lo sforzo di capire, di ragionare sul malessere e sul perché mezza Europa, nonostante questo tam tam ossessivo, poi sceglie i populisti o per disprezzo della politica non va a votare. Il problema da cui partire non è l’insorgenza di una patologia chiamata populismo, ma la malattia che origina e giustifica il suo espandersi: il fallimento delle democrazie non più rappresentative, il potere usurpato dalle oligarchie, il disagio sociale e civile per l’immigrazione massiccia e clandestina, la decrescita infelice del capitalismo, gli effetti di ritorno della globalizzazione, la retorica del politically correct.
Nessuno tra i liberali, i moderati, i cristiano-democratici, i social-democratici e le sinistre varie riesce a fare un passo oltre la diffusione della paura o la furbizia pre-elettorale di qualche mossa ruffiana (come è stato in Olanda contro i turchi) per recuperare credibilità e rubacchiare voti ai populisti.
Perché nessuno è in grado di rilanciare in modo più rigoroso, più educato, più realistico o se preferite in modo meno grezzo, meno emozionale, meno improvvisato, una proposta politica fondata sulla sovranità nazionale e popolare, sulla riqualificazione della politica, sulla motivazione ideale delle passioni civili, sul primato del sociale sull’economico?
 
Perché nessuna forza dell’establishment riesce in modo convincente a rappresentare l’amor patrio e il senso della comunità, la tradizione, l’identità e il destino dei popoli e a prendersi cura delle sue fasce più esacerbate e ferite, i giovani e gli anziani, lasciando che di queste cose si occupino solo i populisti?
 
Se l’onda populista è un fenomeno di pancia e di istinti, carente di cultura e di storia, priva di un criterio meritocratico per selezionare i suoi dirigenti, mi dite qual è la forza antipopulista che si fondi sulla cultura e la storia e selezioni la sua classe dirigente per merito e qualità?
Loro saranno piazzisti e demagoghi ma i loro avversari sono mediocri, mezze figure, “personaggetti”, direbbe Crozza. L’unico modo per affrontare e sconfiggere il populismo non è demonizzarlo per escluderlo, ma è riprendere con dignità e competenza le istanze captate dai leader populisti e dai loro movimenti, rilanciando la Grande Politica e rispondendo al disagio dei cittadini.
 
Il populismo crescerà fino a quando non ci sarà nessuno in grado di prenderne il posto in modo più affidabile ed efficace. Ma se la sinistra tradisce il popolo e la destra tradisce la nazione, non lamentatevi poi che cresca come erba selvatica il nazionalpopulismo…
di Marcello Veneziani – 20/03/2017 Fonte: Marcello Veneziani

GIUSTO PER RICORDARE A “CHI” OBBEDISCONO I MAINSTREAM MEDIA

mass-mediaChi governa, restando, dietro le quinte?
Rimettiamoci con Pierre Virion – una delle massime autorità cattoliche nel campo del mondialismo 2 – a uno dei più autorevoli e preparati studiosi del fenomeno massonico, a Mons. Ernest Jouin (1844-1932), con cui il Virion collaborò per anni alla redazione della celebre e documentatissima Revue Internationale des Sociétés Secrètes, fondata a Parigi nel 1912: «Io non ammetto da parte mia l’azione diretta del demonio nel governo massonico: ma comprendo che lo studio delle iniziazioni inclini lo spirito verso questa soluzione mistica, alla quale le gesta della Massoneria moderna recano un’apparente conferma. lo oppongo semplicemente a questa soluzione l’ordine provvidenziale in base al quale tutto a questo mondo è di competenza di un potere umano: e, come Cristo, capo invisibile della Chiesa cattolica, è rappresentato visibilmente quaggiù dal Papa. Parimenti, ritengo che Satana, capo invisibile dell’armata del male, non comandi ai suoi soldati che attraverso uomini, suoi accoliti, sue anime dannate, sempre liberi nel frattempo di sottrarsi ai suoi ordini e alle sue ispirazioni. Quanto a questo potere, più o meno occulto, della Massoneria e delle Società Segrete che perseguono lo stesso scopo, esso esiste per la semplice ragione che non si dà un corpo senza testa, società senza governo, esercito senza generale, popolo senza pubblico potere. L’assioma romano “tolle unum est turba: adde unum est populus”, ha qui la sua piena giustificazione: senza potere direzionale, la Massoneria sarebbe una massa più o meno smarrita in qualche idea sovversiva, ma che si decomporrebbe da sé in luogo di essere la dominatrice del mondo» 3. La citazione, pur rispondendo a criteri di buona logica, potrebbe tutta via apparire a qualcuno piuttosto di parte: ecco allora le voci di altri autorevoli protagonisti, non certo sospetti di antimassonismo:
  • 1844Benjamin Disraeli (1804-1881), più noto come Sir Beaconsfield, figlio di ebrei ferraresi e ministro inglese, menzionato come massone da Eugen Lennhoff nel Dizionario Massonico francese, scriveva nel suo romanzo Coningsby (1844): «Il mondo è governato da tuttaltri personaggi che neppure immaginano coloro il cui occhio non giunge dietro le quinte» 4. E in un discorso tenuto ad Aylesbury il 20 novembre 1876: «I governi di questo secolo non sono in relazione solamente con governi. imperatori, re e ministri, ma anche con le società segrete, elementi di cui si deve tener conto e che all’ultimo momento possono annullare qualsiasi accordo, che possiedono agenti ovunque, agenti senza scrupoli che spingono all’assassinio, in grado, se necessario, di provocare un massacro» 5.
  • 1906Walther Rathenau (1867-1922), uomo politico israelita, Ministro per la Ricostruzione e dal 31 gennaio 1922, Ministro per gli Affari Esteri della Repubblica di Weimar fino al 24 giugno, il giorno del suo assassinio. Gran capitalista, alla testa di oltre cento Società, strettamente legato all’Alta Finanza di Wall Street: «Trecento uomini, di cui ciascuno conosce tutti gli altri, governano i destini del continente europeo e scelgono i loro successori nel loro entourage» 6.
  • 1920Winston Churchill (1874-1965) 7, il celebre statista inglese, in un articolo sulla rivoluzione russa apparso sull’Illustraled Sunday Herald, del 18 febbraio 1920, scriveva: «Dai giorni di Spartacus-Weißhaupt fino a Karl Marx, Trotsky (Russia), Bela Kuhn (Ungheria), Rosa Luxemburg (Germania) ed Emma Goldmann (USA) 8, questo complotto mondiale per la distruzione della civiltà e per la ricostituzione della società sulla base dell’arresto del progresso, del malanimo invidioso e dell’impossibile uguaglianza si è potentemente sviluppato. Esso ha giocato un ruolo chiaramente riconoscibile nella tragedia della Ri-voluzione Francese. Esso ha servito da motore a tutti i movimenti sovversivi del secolo XIX; e ora, infine, questo gruppo di straordinarie personalità del mondo sotterraneo delle grandi città d’Europa e d’America ha afferrato per i capelli il popolo russo ed è divenuto praticamente il dominatore incontrastato di questo enorme impero».
  • 1950 James Paul Warburg (1896-1969), uomo di punta dell’Alta Finanza cosmopolita ebraica, amministratore della banca Kuhn & Loeb, grande finanziatrice della Rivoluzione Russa, membro del Council on Foreign Relations (l’Istituto per gli Affari Internazionali americano, vero governo-ombra degli Stati Uniti), e del mondialista Bilderberg Group (sorta di superparlamento allargato alle due sponde dell’Atlantico), rivolgendosi al Senato americano il 17 febbraio 1953: «Noi avremo un Governo Mondiale che ci piaccia o no. La sola questione è di sapere se sarà creato per conquista o per consenso».1930KadmiCohen, in L’abomination américaine 9 «Ai crocevia-chiave della Storia, un Kahal misterioso spinge l’uomo “ispirato”, talora scelto con molto anticipo a divenire lo strumento della “Grande Opera”. Egli può allora sconvolgere uno Stato, rovesciare corso degli eventi, sfidare le opposizioni, ingannare i popoli con capovolgimenti spettacolari e drammatici, con stupore delle folle che ignorano la preparazione delle sue vie effettuata da altre mani e dai sostegni occulti che lo fanno durare fino al giorno stabilito della sua caduta, una volta assolta la sua missione, o allorquando le sue pretese oltrepassano la misura che gli è stata assegnata».
  • 1935Sir Stanley Baldwin (1867-1947), Ministro britannico. constatava: «Gli Stati, colonne della corona d’Inghilterra, non sono più arbitri del loro destino. Delle potenze che ci sfuggono fanno giocare nei miei Paesi come altrove degli interessi particolari e un idealismo aberrante» 10.
  • 1941James Burnham (1905-1987), membro dell’alta Massoneria riservata ai soli ebrei del B’nai B’rith e della Pilgrims Society 11, riferendosi ai quadri direttivi: «I dirigenti nominali: presidenti, re, congressisti. deputati, generali, non sono i veri dirigenti» 12. E, in piena guerra, nel suo libro L’era degli organizzatori, trattando dell’esistenza di una cospirazione che manipolava il nazismo altrettanto bene delle altre ideologie o Stati, aggiungeva: «La guerra, le guerre future sono in realtà un episodio della Rivoluzione» 13.
  • 1946Charles Riandey, Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio (dei 33º del Rito Scozzese Antico Accettato. N.d.R.) di Francia, annunciava: «La necessità di un’organizzazione totalitaria del mondo, dalla quale verrà esclusa ogni nozione di primato di una nazione nondimeno sussiste. Essa si realizzerà ineluttabilmente alla sua ora, ora che non è ancora giunta e che a nulla gioverà volerla anticipare, dal momento che vanno raccolti soltanto i frutti maturi […]. Questo passaggio (dal particolare al collettivo) […] non sarà definitivamente compiuto che allorquando il mondo intero avrà riconosciuto l’autorità di un agente unico, regolatore e coordinatore universale. Con quale mezzo si imporrà questo agente? Probabilmente con la guerra, una terza e – speriamolo – ultima convulsione mondiale, perché l’umanità è condannata come tutto ciò che è vivente, a partorire nel dolore e nel sangue» 14.
  • 1949 – Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952) – marito di Elisabeth Mann, figlia di Thomas Mann – professore all’università di Chicago e segretario generale del Comitato per l’elaborazione di una Costituzione Mondiale, nel 1953 dà alle stampe Foundations of the World Republic («Fondamenti della Repubblica Mondiale»). Vi si dice: «Il Governo Mondiale è inevitabile. Nascerà in uno dei seguenti modi. O come Impero Mondiale, con schiavitù di massa imposta dalla vittoria di una Terza Guerra Mondiale, o può prendere la forma di Repubblica Federale Mondiale, instaurata attraverso un’integrazione graduale nelle Nazioni Unite» 15.
  • 1968 – Harold Wilson (1916-1995), uomo politico inglese, membro del potente Royal Institute of International Affairs (R.I.I.A.), l’Istituto Affari Internazionali britannico, e della Fabian Society, circolo superiore dell’area del Potere e centro mondiale di irradiazione, fin dal 1884, del socialismo: «I conservatori danno l’illusione di governare, allorché le vere decisioni sono prese al di fuori del Parlamento, dai Clore, dai Lazard e dai Warburg» (finanzieri israeliti, N.d.R.) 16.

 

  • 1975 – Saul Mendlowitz , ebreo, direttore del Progetto di Modello per un Ordine Mondiale e membro del Council on Foreign Relations (C.F.R.). il politburo del capitalismo con sede a New York: «La domanda se ci sarà o non ci sarà un Governo Mondiale entro il 2000 non si pone più. A mio avviso le domande che dobbiamo (invece) porci sono: come questo si verificherà, se attraverso un cataclisma, un movimento, un disegno più o meno razionale e se sarà a carattere totalitario, benevolmente élitista o partecipativo» 17.
  • 1981Thierry de Montbrial, membro della Commissione Trilaterale, presidente dell’I.F.R.I., l’Istituto Affari Internazionali francese, e membro del Club massonico Le Siècle: «Ad un dato momento, il contenuto e lo stile della politica internazionale vengono influenzati da quanto pensa e dice un relativamente piccolo numero di esperti. E questo nel mondo intero. Si tratta di una pura constatazione che non è dettata da nessuna dottrina élitista. Per fare un esempio, negli Stati Uniti un centinaio di persone giocano un ruolo preponderante in seno agli Istituti di Ricerca e nei circoli giornalistici, e la loro influenza è considerevole […]. A Mosca, gli Istituti di Studi Internazionali, che sono nostri omologhi e nostri interlocutori, partecipano all’elaborazione della politica sovietica» 18.
  • 1985Louis Pauwels (1920-1997), massone, occultista, discepolo del mago nero Georges Ivanovi? Gurdjieff (1872-1949), già direttore di riviste esoteriche e del Figaro Magazine, che ama proclamare la sua conversione al cristianesimo: «C’è un complotto mondiale di forze anticristiane che mirano a indebolire (e se possibile a dissolvere in un umanesimo di belle parole, ma impotente) la fede dei cattolici a dividere la Chiesa, ad arrivare ad uno scisma» 19.
Il presente articolo è stato estratto da un’edizione piuttosto datata dell’opera di Epiphanius Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia. Nel maggio del 2008, è stata pubblicata un’edizione accresciuta (pagg. 989 contro le 659 dell’edizione precedente) della stessa opera di cui consigliamo caldamente la lettura.
Note
1 Estratto dall’opera Massoneria e sètte segrete: la faccia occulta della Storia, Editrice Icthys, Albano Laziale s.d., pagg. 10-15.
2 Morto a Parigi nel 1988 all’età di novant’anni.
3 Cfr. P. Virion, Bientôt un gouvernement mondial? («Ben presto un Governo Mondiale»?), Ed. Téqui, 1967. pagg. 217-18.
4 Cfr. B. Disraeli, Coningsby, Parigi 1884, pagg. 183, 184.
5 Cfr. Y. Moncomble. L’irrésistible expansion du mondialisme («L’irresistibile espansione del mondialismo»), Parigi 1981, pag. 212.
6 Cfr. Wiener Freie Presse, del 24 dicembre 1912.
7 La carriera politica di Churchill ricevette l’appoggio della Massoneria come lo prova la rivista The Freemason, del 25 maggio 1929, Londra, pag. 919.
8 Rivoluzionaria ebrea lituana (1869-1940) una delle maggiori figure della storia dell’anarchismo, editrice di Mother Earth («Terra Madre», tema caro alle campagne ecologiste di oggi), influente giornale anarchico e pioniere dei metodi per il controllo delle nascite).
9 Cfr. P. Virion, op. cit., pag. 211.
10 Cfr. Y. Moncomble, op. cit., pag. 212.
11 Lord Burnham in realtà si chiamava Levy-Lawson (cfr. Y. Moncomble, Les professionnels de l’anti-racisme, Ed. Y. Moncomble, Parigi 1987, pag. 255).
12 Cfr. P. Virion, op. cit., pag. 83.
13 Cfr. P. Faillant de Villemarest, La lettre d’information («Lettera di informazione»), nº 10/1987.
14 Cfr. Le Temple («Il Tempio»), pagg. 50-51; cit. in P. Virion,  op. cit., pag. 255. Le Temple è una rivista massonica.
15 Cfr. W. F. Jasper, Global Tyranny… Step by Step («Tirannia globale… passo dopo passo»), Ed. Western Islands, Appleton 1992, pag. 88.
16 Cfr. Y. Moncomble, La Trilatérale et les secrets du mondialisme («La Trilaterale e i segreti del mondialismo»), Parigi 1980, pag. 235.
17 Cfr. W. F. Jasper, op. cit., pag. 83.
18 Cfr. Le Figaro, del 16 gennaio 1981.
19 Cfr. V. Messori, Inchiesta sul cristianesimo, SEI Editrice, 1987, pag. 151-152
posted by Redazione febbraio 10, 2017

Europa al bivio? Protezionismo e uscita dall’euro

euro-sosCrisi dell’integrazione europea e crisi dell’euro. Effetti della Brexit e conseguenze dell’elezione di Trump a Presidente degli Stati Uniti. Su questi temi inizia la conversazione tra Leonardo Mellace e il Professore Paolo Becchi, Ordinario di Filosofia del Diritto presso l’Università di Genova e noto analista politico.
Prof. Becchi, il 2017 sarà un anno importante per l’Europa, anzi, secondo molti commentatori, sarà quello decisivo. Lei cosa ne pensa?
Credo che potrà essere importante se riusciranno ad emergere le contraddizioni ormai insanabili interne all’UE. Se vogliamo ripensare l’idea di Europa, con tutti i suoi valori e la multiformità delle sue tradizioni dobbiamo prima distruggere questa Unione e la sua moneta (per gli Stati che la hanno adottata). L’Europa potrà rinascere solo sul bordo di una tomba: quella della UE e dell’euro.
Sarà l’anno delle elezioni in Francia e Germania. Il risultato di queste elezioni pare poter determinare il futuro dell’Unione.
Francia e Germania: in fondo su questi due paesi si è costruita l’UE. Una eventuale vittoria della Le Pen in Francia non potrà che indicare la fine di ciò che ora esiste in Europa. Una vittoria della Merkel in Germania non sarà forse sufficiente ad arginare l’euroscetticismo in Europa.
Non bisogna dimenticare che si darà avvio al negoziato sulla Brexit. Cosa pensa della uscita della Gran Bretagna? È rimasto stupito o la riteneva possibile, specialmente alla luce degli incoraggiamenti che arrivavano dall’altra parte dell’Oceano?
Ero convinto della Brexit come del resto della vittoria di Trump in America. Sono segnali che il mondo sta cambiando. I popoli stanno sconfiggendo la globalizzazione voluta dalla finanza internazionale.
Ritiene preoccupanti le conseguenze economiche che potrebbero derivare dalla Brexit? Tutti quegli Stati (Australia ed India, per esempio) che guardavano il nostro Continente con gli occhi dei britannici, lo guarderanno ora con gli occhi dei tedeschi?
Non ritengo preoccupante quello che è successo in Gran Bretagna. Nel mondo intero, a parte qui da noi, l’UE è stata sempre vista con gli occhi della Germania.
Trump diventa Presidente negli USA. Il suo recente attacco alla Germania, Paese leader di questa Unione, sembrerebbe presagire la sua scommessa circa una dissoluzione dell’Europa. Perché la Germania non ha risposto agli affondi del Presidente americano?
La Merkel ha risposto a Trump ma cautamente. Teniamo presente che in Germania siamo già in campagna elettorale e la Merkel ha deciso di ripresentarsi.
Le sembra possibile la tesi, di recente paventata, che possa essere la Germania ad abbandonare l’Euro per “fare da sola”?
La tentazione di uscire dalla moneta unica è presente in alcuni consulenti economici molto vicini alla Cancelliera. Ma non credo che la Merkel staccherà la spina: sarebbe la conferma del fatto che l’euro era un marco travestito e finito con successo lo spettacolo sì è deciso di rimettere gli abiti normali. Si perché questo grande spettacolo ha avuto un protagonista che ha vinto alla grande su tutti gli altri.
Tra le prime novità del Presidente americano c’è quella di un ritorno al protezionismo. In un mondo così “aperto” la giudica una idea realizzabile?
Il mondo era troppo aperto. C’era e c’è di nuovo spirito di frontiera. Questo spiega anche il protezionismo in termini economici. Un freno al neoliberismo.
A tal proposito, c’è chi ha paventato una tale possibilità anche per l’Europa. Cosa ne pensa?
Protezionismo anche da noi, ben venga se questo significa maggiore occupazione nel nostro Paese. A volte il protezionismo può aiutare.
Parliamo di crisi economica. Padoan ha recentemente sostenuto che i problemi della UE nascono a Bruxelles e Francoforte. È d’accordo con lui?
Padoan dipende da Bruxelles e da Francoforte. Sebbene ogni tanto alzi la voce per farsi sentire, è sempre disposto ad arretrare quando è richiesto.
Che la Moneta comune non abbia funzionato per come doveva pare evidente. Pensa sia possibile un ritorno alla Lira?
Dall’euro dobbiamo uscire il prima possibile. È un cancro che ci sta lentamente uccidendo. Solo fuori dall’euro c’è vita. Prima di tutto dobbiamo recuperare la nostra sovranità monetaria.
Romano Prodi, uno dei padri fondatori dell’Euro ed uno dei più accaniti sostenitori dell’Unione Europea, ha dichiarato che il progetto comunitario è fallito per colpa dei singoli stati membri.
Romano Prodi pagherà di fronte al tribunale della storia per tutto il male che ha fatto al nostro Paese. Se ci troviamo in queste condizioni la colpa è in particolare dei suoi governi. Ma lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti.
Lei come la vede, auspica una disintegrazione, per come sostenuto dal sociologo polacco Zielonka, o propone una nuova idea di integrazione europea?
Prima distruggiamo questa Unione con tutta la sua burocrazia e eurocrazia, che vive alle nostre spalle … Ci sono tempi per costruire e tempi per demolire … oggi ci vogliono le ruspe!
In che misura il rallentamento del processo di integrazione sovranazionale può essere addebitato alla Germania?
La Germania ha sempre fatto prima di tutto i suoi interessi ed oggi lo si vede molto chiaramente: se non ci sono gli Stati Uniti d’Europa è perché la Germania voleva solo il IV Reich ed è questo oggi la UE.
I nazionalismi sono in crescita e l’idea di Europa è sempre più in pericolo. I movimenti populisti in molti Paesi dell’Unione (Italia, Olanda, Francia, Austria su tutti) sono cresciuti a tal punto da poter diventare forza di governo. Quale il rischio della ripresa degli egoismi nazionali?
Il fatto che la voglia di Nazione sia tornata al centro dell’attenzione non significa necessariamente che l’idea di Europa sia in pericolo. In pericolo è solo il mostro di Bruxelles e il Minotauro dell’euro. Oggi assistiamo ad un contromovimento: il ritorno delle piccole patrie e la fine della globalizzazione omogeneizzante. Battersi per un mondo non globale, ma multipolare non significa essere nazionalisti in un senso vecchio e superato; per vincere la battaglia contro il globalismo i nuovi “sovranisti” dovranno anzitutto far capire che la voglia di nazione oggi non è voglia di potenza ma di libertà.
Il terrorismo preoccupa e le recenti stragi di Parigi, Nizza, Berlino e Istanbul hanno generato un clima di terrore diffuso. Come l’Europa deve affrontare il problema della sicurezza collettiva? Ritiene il terrorismo legato ai flussi migratori o pensa che per combattere l’Isis sia necessario combattere chi lo finanzia?
Sicurezza, terrorismo e immigrazione sono sfide del nostro tempo.  C’è un nesso comune. E il discorso sarebbe lungo. Consentitemi di cavarmela con una metafora. Oggi ci sono quelli che vogliono costruire ponti e quelli che vogliono costruire muri. Perché non costruiamo porte dotate di chiavi e non ci prendiamo le chiavi di quelle porte?
Mi conceda una ultima domanda, Professore. La Brexit, il successo di Trump, l’ascesa di movimenti populisti, tutti eventi alquanto sorprendenti. È d’accordo con chi ritiene che sia stato il web a giocare un ruolo fondamentale?
Il web, la rete e i Social network giocano senza dubbio sempre di più un ruolo importante nella vita pubblica. La rete può essere fonte di espansione della democrazia ma può essere usata anche in senso opposto. Per rendersene conto basta fare un paragone tra come la rete veniva adoperata inizialmente dal M5S e come viene adoperata oggi.

[*] Leonardo Mellace è Dottorando di Ricerca in Teoria del Diritto presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro.
Conversazione tra Paolo Becchi e Leonardo Mellace[*] su OpenCalabria, 25/01/2017
di Paolo Becchi – 27/01/2017 – Fonte: Paolo Becchi

Senza casa, coppia con figlio disabile vive in un vaporetto abbandonato a Malcontenta

orrore pensare al popolo. Spiace disturbare il Comune per questa situazione di disagio economico, che si sa, non riguarda gli italiani che sono tutti ricchi ed evasori.
 
Senza casa, coppia con figlio disabile vive in un vaporetto abbandonato a Malcontenta
L’imbarcazione è ormeggiata sul Naviglio del Brenta nel territorio di Mira. La famiglia si trova in una difficile situazione economica, intanto si è messa in lista per un’abitazione
Pochi soldi, niente casa e quindi ci si adatta. È il caso di una coppia originaria di Venezia, Germano e Paola, poco più che cinquantenni. Si sono sistemati in un battello in disuso ormeggiato sull’argine del Naviglio del Brenta, nella parte di Malcontenta che rientra nel territorio di Mira. Ormai ci abitano da più di 3 anni, ma adesso la situazione comincia a stare ancora più stretta perché il figlio, invalido al 100%, è appena rientrato dall’istituto in cui era ricoverato: “Con 600 euro della mia compagna non si può vivere dichiara Germano – sono 4 anni che stiamo qui. Sono arrivato al punto di dire basta. O resto o muoio. Devo ringraziare chi ci dà una mano”.
La coppia lancia un appello e chiede una vera casa, un posto in cui poter vivere in modo più dignitoso. I due si sono iscritti in lista per ottenere un alloggio pubblico nel Comune di Mira, ma l’attesa potrebbe essere lunga. E l’unico stipendio della famiglia – Paola lavora come collaboratrice scolastica – non è sufficiente: anche perché, tra cessione del quinto e trattenute per un pignoramento, resta ben poco. Un’altra entrata deriva dall’invalidità del figlio, circa 400 euro.
 
Nella barca mancano i servizi di base. La coppia va a rifornirsi di acqua con delle taniche da qualche residente della zona, oppure dalla fontana (quando non è ghiacciata). Per scaldarsi c’è una stufa a legna, mentre gli elettrodomestici sono alimentati tramite un generatore diesel. Un po’ di aiuto arriva dai volontari. Alle volte Germano e Paola contraggono dei debiti con i negozianti, ma cercano sempre di restituire il dovuto. Restano gli acciacchi per il freddo, e poi ora che è tornato il figlio non si può continuare così. Sul web intanto è stata attivata una colletta organizzata da Ciotole Piene Pance Felici, associazione Parco Villa Tivan, gruppo cinofilo Guardia Costiera Ausiliaria Venetocolletta online
01 febbraio 2017 09:55

Usa, Donald Trump giura da 45° presidente degli Usa: “Oggi restituiamo il potere al popolo” – ORA PER ORA

trump giuramentoun mostro pericoloso…..populista…ma se democrazia significa governo del popolo perché ci si scandalizza tanto? Forse che l’elite con questo termine intendeva altro? Quali interessi curano coloro che temono le scelte del popolo?
Usa, Donald Trump giura da 45° presidente degli Usa: “Oggi restituiamo il potere al popolo” 
– ORA PER ORA
Oggi restituiamo il potere al popolo. Con queste parole Donald Trump ha inaugurato il proprio mandato da presidente degli Stati Uniti d’America. Nel primo discorso da capo della Casa Bianca, dopo il tradizionale giuramento prestato sul palco di Capitol Hill, a Washington, il miliardario newyorkese divenuto contro ogni previsione leader della più grande potenza mondiale ha dettato le linee guida che ispireranno il suo operato. Utilizzando espressioni che suonano come un ideale manifesto politico dei vari populismi che nel 2017 aspirano a diventare forza di governo: “In questi anni – ha detto Trump in una Washington blindata e divisa, capitale di un’America altrettanto divisa sulla sua elezione – “l’establishment ha protetto se stesso, ma non i cittadini del nostro Paese”. Ma “il 20 gennaio del 2017 sarà ricordato come il giorno in cui il popolo è diventato di nuovo governante. Gli uomini e le donne dimenticati del nostro Paese non lo saranno più”.
A differenza di quanto accaduto finora, ha specificato il leader dei Repubblicani puntando idealmente il dito contro il suo predecessore Barack Obama, seduto poco distante sul palco, che appena un attimo prima aveva ringraziato per l’aiuto prestatogli durante la fase di transizione. Al centro del movimento creato, ha spiegato il presidente, “c’è la convinzione che un Paese esiste per servire i suoi cittadini. Gli americani vogliono scuole buone per i propri figli, aree sicure in cui vivere con le loro famiglie e buoni posti di lavoro. Si tratta di richieste ragionevoli, ma per molti la realtà è diversa”.
La direzione tracciata è chiara, il discorso di Trump contiene tutti i concetti utilizzati in campagna elettorale. Cambia il paradigma cui Washington ha improntato le proprie relazioni con gli altri Paesi: “Da questo giorno una nuova visione governerà terra, da questo giorno sarà America first (per prima l’America, ndr). Ogni decisione su commercio, tasse, immigrazione e affari esteri sarà fatta per i lavoratori e le famiglie americane, dobbiamo proteggere i nostri confini dai saccheggi di altri Paesi che distruggono la nostra occupazione”. Per questo “da oggi ci saranno due regole da seguire: comprate americano e assumete americano“.
Le prime conseguenze della nuova visione dei rapporti internazionali che Trump porta nell’amministrazione Usa le elenca il sito della Casa Bianca mentre Trump è ancora sul palco per il giuramento: “La nostra strategia parte con il ritiro dalla Trans-Pacific Partnership – si legge – e dall’accertarci che gli accordi commerciali siano nell’interesse degli americani. Il presidente Trump è impegnato a rinegoziare il Nafta“, l’accordo di libero scambio con Canada e Messico, e se i partner rifiutano di rinegoziare il presidente insisterà sulla “sua intenzione di lasciare l’accordo di libero scambio del Nafta”. Non solo: l’amministrazione annuncia anche un piano di rilancio dell’economia con l’obiettivo di una “crescita annua al 4%” e la “creazione di 25 milioni di nuovi posti di lavoro in dieci anni”.
Ma il sito della White House annuncia anche un’altra novità dirompente, destinata a influire sui rapporti tra l’America e i maggiori Paesi dell’Asia: “Svilupperemo uno scudo missilistico all’avanguardia per proteggerci da attacchi missilistici da paesi come l’Iran e la Corea del Nord“.
L’entourage del nuovo leader della Casa Bianca ha lasciato trapelare nei giorni scorsi che il discorso che Trump ha pronunciato al giuramento è un invito alle divisioni emerse tra gli americani durante la campagna elettorale ed è ispirato a quelli di Ronald Reagan, John F. Kennedy e Richard Nixon. Ma tra gli appelli alla riconciliazione e la realtà c’è di mezzo il mare. Poco prima della cerimonia ufficiale di Capitol Hill, nelle strade della capitale è scoppiata la protesta: un gruppo di manifestanti, tutti vestiti di nero e con il volto coperto che ricordano i black block, si sono scontrati con la polizia in assetto anti-sommossa, agitando con scritto ‘Make racist afraid again‘, in chiaro riferimento allo slogan usato da ‘Make America Great Again‘ usato da Trump in campagna elettorale. La polizia di Washington ha effettuato “numerosi” arresti, 90 secondo i media. Secondo la nota diffusa dal dipartimento di polizia, i fermati sono stati accusati di disordini. “Spray urticanti e altri dispositivi di sicurezza sono stati usati per sedare i rivoltosi e per proteggere le persone”, si legge nel comunicato della polizia in cui si precisa che due agenti hanno riportato lesioni non gravi.
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Circa 28mila membri di differenti corpi di sicurezza sono stati dispiegati nell’ambito del massiccio dispositivo programmato per questa giornata particolare, con barricate lungo un esteso perimetro mirate a evitare eventuali attacchi di lupi solitari in stile Nizza o Berlino, cioè con camion che si lanciano sulla folla. Stamattina, per il presidente eletto, risveglio alla Blair House, residenza che si trova molto vicino alla Casa Bianca, solitamente usata per ospitare capi di Stato nelle visite ufficiali a Washington. Tradizione vuole che i presidenti eletti passino qui gli ultimi giorni della transizione, ma Trump ha preferito trascorrervi solo l’ultima sera e rimanere prima nella sua residenza di New York.
Nelle prime ore della mattinata americana Trump e la famiglia hanno assistito alla messa nella St. John’s Episcopal Church e poi si sono recati a prendere un tè alla Casa Bianca, su invito di Barack e Michelle Obama. La cerimonia ufficiale, sulla scalinata del Congresso, ha avuto inizio alle 11.30 ora locale (le 17.30 in Italia), e un minuto dopo mezzogiorno (le 18.01 in Italia) Trump è divenuto presidente giurando su due Bibbie, una delle quali apparteneva al presidente Abraham Lincoln. Oltre allo stesso Lincoln, che abolì la schiavitù, a giurare su questa Bibbia era stato soltanto Obama. L’altra Bibbia è invece un cimelio di famiglia: fu la madre a regalarla a Trump nel 1955, quando Donald aveva nove anni, al termine del corso di religione della scuola domenicale presbiteriana.
ORA PER ORA
Ore 18.15 – Trump: “Comprate americano, assumete americani” – “Da oggi il potere torna al popolo e ci saranno due regole da seguire: comprate americano e assumete americano”, ha detto Trump nel suo discorso inaugurale.
Ore 18.12 – Trump: ““Cancelleremo il radicalismo islamico dalla faccia delle Terra”
Ore 18.10 – Trump: “Da oggi verrà per prima solo l’America”
Ore 18.06 – Trump: “D’ora in poi ogni decisione in politica estera sarà presa in base agli interessi degli Stati Uniti”
Ore 18.05 – Trump agli americani: “Questo Paese appartiene a voi” – “Questo momento è il vostro, è un momento che appartiene a voi”. Così Donald Trump rivolgendosi agli americani: “Questo è il vostro giorno, gli Stati Uniti sono il vostro Paese”.
Ore 18.01 – Trump: “Grazie agli Obama per la transizione” – Aprendo il suo primo discorso, Trump ha ringraziato Barack e Michelle Obama: “Sono stati magnifici”.
Ore 18.01 – Trump: “Oggi trasferiamo il potere da Washington al popolo” – “Oggi è una cerimonia storica, il potere viene trasferito da Washington a voi, agli americani”, ha affermato il presidente nel suo discorso inaugurale.
++ Ore 18.00 – Trump giura da 45° presidente degli Stati Uniti ++
Ore 17.53 – Mike Pence giura da vicepresidente – Mike Pence, vicepresidente designato, giura tra le mani del giudice della Corte Suprema Clarence Thomas.
O – Donald Trump ha preso posto sul palco sul quale a breve avverrà il suo giuramento. Trump, accolto da un lungo applauso della folla presente davanti alla scalinata ovest di Capitol Hill, è stato preceduto dal vice presidente eletto Mike Pence. Prima del suo ingresso sul palco, il nuovo presidente Usa, inquadrato dalle telecamere, è apparso visibilmente concentrato. Trump ha quindi salutato la folla e ha baciato sulle guance la moglie Melania e Michelle Obama. Poi, una stretta di mano con il presidente uscente Barack Obama.
Ore 17.21 – Melania Trump a Capitol Hill – Melania Trump entra nella tribuna di Capitol Hill, sorridendo fra gli applausi del pubblico.
Ore 17.17 – Capitol Hill, Michelle Obama accolta da applausi – Michelle Obama è stata accolta da applausi all’ingresso nella tribuna del Capitol Hill. La figlia di Trump, Ivanka, applaude. Michelle si ferma a salutare Hillary.
Ore 17.16 – Scontri a Washington, polizia usa spray urticante – Le proteste a Washington si fanno violente e la polizia usa lo spray al peperoncino contro i manifestanti nel centro di Washington. Molte vetrine sono state rotte.
Ore 17.09 – Trump e Obama accolti al grido “Usa, Usa” – Obama saluta e appare disinvolto, contrapponendosi a un teso Trump. Il pubblico presente esplode in un’ovazione all’annuncio del loro ingresso, mentre dalla tribuna si alzano cori “Usa, Usa”.
Ore 17.01 – Trump e Obama arrivati a Capitol Hill –  Il convoglio delle limousine con Barack Obama e Donald Trump è arrivato a Capitol Hill. Il prossimo presidente degli Stati Uniti e quello uscente sono entrati nella sede del Congresso.
Ore 16.58 – Amministrazione Trump arriva a Capitol Hill – I membri dell’amministrazione Trump sono giunti a Capitol Hill. Reince Priebus è stato uno dei primi ad arrivare. Negli ultimi minuti è giunto anche Steve Mnuchin, nominato a segretario al Tesoro, con sua moglie. Presenti anche molti membri delle ex amministrazioni, fra i quali Dick Cheney.
Ore 16.48 – Barack e Michelle Obama lasciano per l’ultima volta la Casa Bianca – Barack e Michelle Obama, dopo il té con Donald e Melania Trump, hanno lasciato per l’ultima volta la Casa Bianca, per recarsi alla cerimonia del giuramento del nuovo presidente degli Stati Uniti.
Ore 16.42 – Scontri in strada a Washington Scontri a Washington nel corso delle proteste anti-Trump. Un gruppo di manifestanti, tutti vestiti di nero e con il volto coperto che ricordano i black block, si stanno scontrando con la polizia in assetto anti-sommossa. Fra le vetrine infrante a colpi di mazza, agitano un cartello con scritto ‘Make racist afraid again’, rifacendosi allo slogan usato da ‘Make America Great Again’ usato da Donald Trump in campagna elettorale.
Ore 16.18 – Hillary e Bil Clinton a Capitol Hill Hillary e Bill Clinton arrivano a Capitol Hill per il giuramento di Donald Trump. Hillary è tutta vestita in bianco, con completo pantalone e cappotto. “Sono qui oggi per onorare la democrazia”, ha detto l’ex candidata democratica alla Casa Bianca.
Ore 15.55 – Famiglia Trump arriva a Capitol Hill – La famiglia Trump è giunta al Capitol Hill, dove Donald Trump giurerà per diventare il 45° presidente americano. Ivanka e il marito Jared Kushner entrano per primi, seguiti dal resto della famiglia, Barron incluso. Barron, il figlio più piccolo di Trump, era l’unico assente nei primi due eventi della cerimonia inaugurale.
Ore 15.54 – Vietati gli ombrelli e le banane – Contrariamente a quanto annunciato in vista delle previsioni di pioggia, non sono ammessi neppure gli ombrelli tascabili nella tribuna del giuramento. Ai controlli col metal detector la polizia sta facendone collezione. Vietate, a sorpresa, anche le banane: si teme che possano essere lanciare contro il neo presidente.
Ore 15.43 – Casa Bianca, Melania dà un regalo a Michelle – Donald Trump e Melania sono arrivati alla Casa Bianca, dove prenderanno un tè con Barack e Michelle Obama. A precedere il loro arrivo, quello del vice presidente eletto Mike Pence, accolto da Joe Biden e sua moglie. Michelle e Melania si abbracciano, e la futura First Lady consegna a Michelle un pacco regalo di Tiffany.
Ore 15.35 – Trump e Melania verso la Casa Bianca – Donald Trump e Melania lasciano la chiesa di St. John, diretti alla Casa Bianca dove prenderanno un te con Barack Obama e Michelle. Con il presidente eletto c’è anche Mike Pence.
Ore 15.34 – Cortei anti-Trump, primi fermi a Washington – Quando mancano circa due ore al giuramento, il centro di Washington è già percorso da diverse manifestazioni di protesta: si tratta di piccoli gruppi sparsi in vari punti della città che nella gran parte dei casi protestano in maniera pacifica. Le forze dell’ordine, dispiegate in maniera massiccia in tutta la capitale, sono però già intervenute in alcuni casi effettuando almeno due fermi.
Ore 15.29 – Obama lascia lo Studio Ovale – Barack Obama ha lasciato per l’ultima volta lo Studio Ovale. Con lui il vice presidnete Joe Biden accompagnato dalla moglie. A breve il presidente e il vice presidente riceveranno Donald Trump e Melania. “E’ stato il più grande onore della mia vita servirvi”, ha scritto Obama su Twitter salutando gli americani. “Avete fatto di me un leader migliore e un uomo migliore”.
Ore 14.34 – Trump e Melania lasciano la Blair House – E’ iniziata per Donald Trump la giornata in cui si insedierà come 45° presidente degli Stati Uniti. Il presidente eletto, con la moglie Melania e la famiglia, il vice presidente eletto Mike Pence e membri della sua squadra, iniziano la giornata prendendo parte a un servizio religioso nella chiesa episcopale di St. John, vicina alla Casa Bianca. Trump ha percorso a bordo di un veicolo blindato la distanza tra la Blair House, dove ha trascorso la notte, e la chiesa. Normalmente il breve tratto viene compiuto a piedi, ma le imponenti misure di sicurezza imposte e la pioggia potrebbero aver spinto il Secret service a optare per il trasporto in auto.
IL PROGRAMMA
Ore 8.30 (14.30 italiane) – Trump partecipa con la famiglia a un servizio religioso alla chiesta episcopale di St John. Va poi alla Casa Bianca con la moglie, per un té con il presidente uscente Barack Obama e la moglie Michelle Obama. Poi, un convoglio di auto porta tutti al Campidoglio.
Ore 9.30 (15.30 italiane) – La cerimonia di insediamento inizia con esibizioni musicali. A cantare l’inno nazionale è Jackie Evancho, ex concorrente di ‘Americàs got talent’.
Ore 11.30 (17.30 italiane) – Dichiarazioni di apertura della cerimonia, poi Pence giura come vice presidente.
Ore 12 (18 italiane) – Trump pronuncia il giuramento, davanti al presidente della Corte suprema John Roberts, poi il discorso inaugurale. La banda dei Marine interpreta l’inno presidenziale ‘Hail to the Chief’, poi vengono esplosi 21 colpi di cannone.
Poco dopo le 12 (le 18 italiane) – La famiglia Obama si congeda e lascia il piazzale a est del Campidoglio. – Primo pomeriggio: pranzo con membri del governo e vari invitati, con spettacoli musicali e discorsi in onore dei nuovi presidente e vice presidente; in seguito, Trump passa in rassegna le forze armate.
Ore 15-17 (21-23 italiane) – Trump e Pence partecipano alla parata lungo i 2,4 chilometri di Pennsylvania Avenue, tra Campidoglio e Casa Bianca.
Ore 19-23 (mezzanotte-5 del 21 gennaio italiane) – Trump, Pence e le loro mogli partecipano a tre balli inaugurali ufficiali. Secondo le previsioni, Trump parlerà e danzerà in tutte tre le occasioni.
SABATO 21 GENNAIO
Ore 10 (16 italiane) – Trump e Pence partecipano alla cerimonia di preghiera interreligiosa alla Washington National Cathedral, che mette fine alle cerimonie ufficiali.
di F. Q. | 20 gennaio 2017

Il PD reo confesso: abbiamo fatto gli interessi dell’UE, non quelli dell’Italia

ah questi cattivi euroscettici populisti e xenofobi, non amalo la UE DELLE BANCHE, che tragedia, sono sicuramente dei guerrafondai. SCUSATE, MA PERCHE’ GIURANO SULLA COSTITUZIONE CHE SANCISCE IL POPOLO SOVRANO e non LA UE?

Era da un po’ che non ritornavo in un post a parlare di delitti contro la personalità dello Stato. Non certo perché si è rinunciato alla battaglia, le denunce continuano ad essere depositate e, all’esito del processo di Trani, vi prometto ulteriori azioni, se sarà necessario anche contro i PM che ad oggi non procedono come per legge contro il crimine palese delle cessioni di sovranità.
 
È infatti pacifico che tali cessioni sono reato. Gli artt. 241 e 243 cp non lasciano dubbi, d’altronde è ovvio che se si priva uno Stato del suo potere d’imperio lo si cancella in quanto tale, si compie l’atto più ostile possibile contro la sua personalità giuridica. Le occupazioni militari avevano esattamente queste conseguenze.
 
Con questo post voglio segnalarvi un tweet surreale dell’account ufficiale del PD, che evidenzia un ulteriore delitto contro la personalità dello Stato, trattasi di un’ennesima confessione dal punto di vista processuale:
Avete letto bene! Il PD si vanta di aver fatto, sino ad oggi, gli interessi dell’Europa e non quelli italiani! Esattamente quanto aveva affermato tempo fa anche uno dei fuoriusciti più noti ed onesti del PD, Alfredo D’Attorre.
L’UE oggi, come noto, è solamente un’oscena dittatura finanziaria, dove la stabilità dei prezzi viene per norma prima del benessere e della pace (per gli euristi che rifiutano di prendere atto dell’evidenza leggere il combinato 127 tfue e 3 tue).
Una dittatura dedita a proteggere esclusivamente gli interessi del grande capitale internazionale. Chi nega tali verità normative certamente non ha mai letto i trattati europei.
 
Ad ogni buon conto, al di là della natura dell’UE, anche se non si ammettesse, per puro cieco campanilismo, che ho ragione su quanto appena detto, nulla cambierebbe. Tutelare gli interessi di un ordinamento diverso dall’Italia resta reato a prescindere dal fine dello stesso.
L’Art. 264 c.p. dispone infatti che: “Chiunque, incaricato dal Governo italiano di trattare all’estero affari di Stato, si rende infedele al mandato è punito, se dal fatto possa derivare nocumento all’interesse nazionale, con la reclusione non inferiore a cinque anni”.
L’infedeltà al mandato, ovvero all’obbligo di tutelare gli interessi nazionali che incombe al governo, è stata a questo punto confessata dal PD che in sostanza ha affermato questo: “abbiamo fatto gli interessi dell’Europa e non quelli dell’Italia”.
 
Il nocumento è più che mai evidente, il Paese grazie a queste politiche dissennate, che hanno favorito altri, ha perso 1/3 del proprio settore manifatturiero ed oltre il 25% della produzione industriale.
 
Con il movimento Alternativa per l’Italia procederemo ad un’interrogazione parlamentare su questa dichiarazione del PD e certamente affronteremo il problema innanzi alla Procura della Repubblica di Roma.
 
Siamo davvero curiosi di leggere cosa risponderanno questa volta, sempre che Grasso, ancora una volta, non decida, ritenendosi illecitamente il sovrano del Senato, di evitare al governo (minuscolo voluto) di dover rispondere su questo scottante tema.
Mai nella storia si era visto un governo, non solo apertamente ostile agli interessi nazionali, ma che addirittura se ne facesse espresso vanto. Ciò non fa che riprovare che l’Italia oggi è un Paese sotto occupazione straniera con un governo imposto dall’invasore che ci ha conquistato.
 
Vi fermeremo, questo è certo!
 
Avv. Marco Mori – scenarieconomici – Alternativa per l’Italia – autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”, disponibile su ibs e amazon