Una politica che rinnova il contratto degli statali alle 4 del mattino del 23 dicembre è marcia dentro

Rinnovo-contratto-statali-no-arretrati-e-aumento-rischia-di-annullare-bonus-80-euro_0175600033I famosi fantomatici 80 euro di Renzi più questo atto dovuto non sono mica coruzione elettorale, ma se Casa Pound consegna i pacchi alimentari ad italiani indigenti sì, è reato, è corruzione ed ovviamente violenza fascista.
 

Niente dati. Percentuali. Riscontri. Solo la notizia, i cui contenuti potete approfondire nei link all’interno dell’articolo. E un dato di fatto, a mio modo di vedere incontrovertibile. Alle 4 del mattino, dopo dieci anni, lo spirito natalizio che lentamente ci sta accompagnando verso i rituali della santa ricorrenza – ovvero, “Una poltrona per due” alla vigilia, pranzi e cene che malediremo a colpi di Gaviscon e sonore rotture di coglioni in fila al cinema per Santo Stefano – ha portato anche al rinnovo del contratto per 247mila dipendenti statali che lo attendevano da dieci anni. A darne il lieto annuncio stile Re Magio 2.0 con un tweet, il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia: habemus marchetta elettorale..
La firma dopo un blocco durato quasi dieci anni. Da marzo il primo scatto sulla retribuzione. Sale anche l’assegno per i livelli più bassi
Perché, casualmente, i primi scatti partiranno da marzo, mese in cui gli italiani – statali in testa – si recheranno alle urne per decidere quale coalizione non li governerà, stante la legge elettorale. Ma tant’è, quello è il primo passo verso il governo vero, quello che nascerà appunto dal pantano strategico del Rosatellum. Io sono felice per loro, aumenti medi da 85 euro sulla paga base non sono male, si va dai 63 ai 117 per le varie categorie: c’è di che festeggiare sotto l’albero. Un bel festeggiamento in deficit. E anche qui, nulla di nuovo per questo governo che chiede flessibilità all’Europa, maledicendola a targhe alterne e poi si lamenta se il Katainen di turno, ogni tanto, fa notare che spendere quelle concessioni sui conti pubblici in provvedimenti spot a fini elettorali difficilmente può essere letto come manovra strutturale di intervento.
 
Ecco nel dettaglio tutti i provvedimenti della Legge di Bilancio
Il voto finale sulla legge di Bilancio in aula a Montecitorio, poi la legge di bilancio passerà al Senato per un veloce passaggio: il sì definitivo è previsto entro sabato 23. Ecco tutte le novità più importanti e le conferme della Manovra 2018
corriere.it
Perché signori, con oltre 200 miliardi di debito pubblico in più dal 2014 in poi, l’idea di arrivare alle 4 del mattino del 23 dicembre per firmare e annunciare l’accordo sul rinnovo del contratto degli statali, specie protetta di elettorato strategico, non può ottenere il crisma della casualità nemmeno per intervento divino. Sia la politica che le parti sociali volevano un bell’effetto “Carramba che sorpresa” e l’hanno ottenuto. Almeno nelle case dei diretti interessati e delle loro famiglie, uomini e donne dotati di certificato elettorale che ora saranno spronati a farne buon uso a marzo.
Ma non basta. Perché all’interno della manovra abbiamo anche una bella rivalutazione delle pensioni che partirà dal primo gennaio, quindi anch’essa meravigliosamente spendibile in campagna elettorale, magari insieme ai miracoli del Jobs Act. Lo so, a 44 anni non dovrei più stupirmi, l’Italia è questa. E, di riflesso, questa è la classe politica che merita. Quella che guarda caso fa partire la Commissione d’inchiesta sulle banche a due mesi dallo scioglimento delle Camere per garantirsi una bella messe di polemiche e merda da riversare addosso all’avversario da qui a marzo, visto che se tu sei stato pappa e ciccia con MPS, l’altro lo è stato con Zonin, quindi si elidono.
 
SALE L’ASSEGNO MINIMO
Dall’1 gennaio riparte la rivalutazione delle pensioni, congelata da due anni
Dall’1 gennaio riparte la rivalutazione delle pensioni, congelata da due anni. L’Inps, sulla base di quanto disposto da un decreto del ministero dell’Economia, ha comunicato che chi riceve fino a tre volte il minimo riceverà un adeguamento dell’1,1%. Quindi l’assegno minimo salirà da 501…
ilfattoquotidiano.it
Dovevano dare una risposta ai risparmiatori truffati ma l’unica giunta davvero, sempre in sede di DEF, è stata il raddoppio del fondo di ristoro statale: da 50 a 100 milioni, l’argent de poche, praticamente il budget di Vegas e Visco per le ferie. Ma tant’è, ora il dado è tratto: oggi il Senato chiuderà ufficialmente la 17ma legislatura proprio con il via libera alla Legge di bilancio e, presumibilmente, il 28 dicembre il presidente della Repubblica scioglierà le Camere. Poi, via alla rissa per tre mesi. Quella vera, da far-west, con gli sgabelli che volano e il pianista del saloon che deve guardarsi dalle pallottole. Ma anche con 247mila potenziali elettori presi all’amo del grande colpo di teatro finale, la vittoria della concertazione – come la chiamano quelli che parlano bene – e della mediazione, la vittoria del buonsenso e del buon governo: persino la CGIL sembra più buona, sarà il Natale.
 
O sarà perché quanto accaduto alle 4 di stanotte altro non è che il simbolo supremo e ultimativo di un sistema politico marcia dentro, capace di farsi gli affari propri per una legislatura intera e poi, sul filo di lana, quando si sente il profumo falso da legno dell’IKEA dei seggi e i sondaggi fanno davvero paura, cala l’asso del rinnovo contrattuale storico, quello atteso da dieci anni. E i sindacati, ridotti ormai ad attrezzo del potere con licenza di sventolare bandierine in piazza un paio di volte l’anno, plaudono e incassano tesserati, al netto di numeri da crollo verticale, se non per pensionati e affiliati per interesse, ovvero chi utilizza i CAF per compilare il 730. E il Paese reale? L’economia reale, quelle PMI che garantiscono il 70% del PIL e che sono strozzate da tassazione e banche?
grafico contratti a tempo indeterminato 2015 – 2016 -2017
grafico tempo indet
Che dire delle iscrizioni di massa in centrale rischi, ad esempio? Come fa un’impresa, già fiaccata dalla ciclicità e dai balzelli, ad ammodernare i macchinari, fare ricerca, esportare in regime di concorrenza, assumere lavoratori, se non gode di credito? Soprattutto, poi, se lo stesso Stato che plaude il rinnovo del contratto degli statali, continua a non pagare i debiti che la Pubblica Amministrazione ha con le aziende. Ma che importa, i grandi nomi – quelli che magari risultano nella lista dei grandi creditori delle banche “salvate”- si finanziano a costo zero direttamente da mamma BCE, emettendo bond con rendimenti da mark-to-unicorni e incamerando cash, alla faccia della ripresa.
Ma l’importante è essersi garantiti una platea di potenziali indecisi o astenuti che ora sono in debito con il governo, perché potranno contare su 85 euro medi di aumento della paga base. Del futuro reale del Paese, chi se ne fotte. Almeno fino a marzo, prima c’è da farsi rieleggere. Poi mi chiedono perché non voto. Di Mauro Bottarelli , il 23 dicembre 2017

Altro che pagarci le Pensioni. Scoperta Incredibile, ecco cosa combinano le Imprese dei Migranti!

numeri-falsi-immigrazioneci sono evasori ed evasori. Confesercenti populista, condanniamola per incitamento all’odio..Meno male che le autorità antirazziste chiudono un occhio, eguaglianza fino a che non si ledono gli affari delle cosche tanto care al governo di mafia capitale che fa le marcette per la legalità. Dai su, domani sta notizia sarà classificata come “fake news”
 

Ci è sempre stato detto che i Migranti servono, che il nostro sistema pensionistico è al collasso e che per riprendersi ha bisogno dei migranti, il cui lavoro ci aiuterebbe in futuro a pagarci le pensioni.  Ma la notizia che giunge nuova potrebbe mettere in dubbio tutto questo, e far cadere anche l’ultima convinzione.
Sì perché Confesercenti ha rilasciato delle statistiche che mostrerebbero una realtà davvero agghiacciante.
Ma andiamo per ordine. Stiamo parlando di imprese, aziende, o comunque, attività che sono state aperte qui in Italia da immigrati.
Confesercenti dice che ci sono ben 70.421 aziende aperte da stranieri che risultano irregolari.
In molti casi sono semplicemente usate come copertura per ottenere i permessi di soggiorno.
E così mentre sempre in questi giorni la Caritas dice che i giovani e giovanissimi (18-34 anni) versano in tragiche condizioni, basti pensare che essi possono contare su meno della metà della “ricchezza” di cui godevano i loro coetanei solo nel 1995, veniamo a sapere anche quest’altra novità.
 
Ci aveva sempre detto che i migranti erano risorse, che grazie a loro avremmo vissuto meglio anche noi. Eppure ora viene fuori un’altra realtà. Ben l’83% delle attività di commercio ambulante aperte da migranti è irregolare.
Queste 70.421 aziende non pagano nemmeno i famosi contributi all’INPS che ci servirebbero per pagarci, le così tante famose, pensioni. E per capire l’enorme gravità della cosa basti guardare ai prossimi dati.
In regioni come la Calabria questo tipo di attività di stranieri, rappresenta ben il 70% delle attività commerciali della Regione, quindi stiamo parlando mica di bruscolini, ma un vero e proprio giro milionario di evasione fiscale.
Quindi oltre il danno, la beffa, perché queste attività oltre ad essere una forte concorrenza, molto spesso anche sleale, verso i negozianti italiani, sono anche irregolari e non aiuteranno giammai gli italiani a ricevere, in futuro, la tanto agognata pensione. Questa è la situazione. E c’è chi preferisce fare orecchi da mercante, e tapparsi gli occhi.
 
Fonte: edizione odierna de “La Verità”, pagina 1 e 3
Foto CreditQui
Maura Alpaca Bathory su fb
In Italia, secondo Confesercenti, l’83% delle attività commerciali gestite da immigrati (pari a 70.421 Imprese) , sono irregolari e non versano nessun contributo all’Inps. Molte di queste vengono aperte solo per richiedere permessi di soggiorno o usate come tramite per spaccio di droga.
 
In un Paese che si presta a votare lo ius soli, paventando un inesistente diritto umanitario, lasciamo che ci siano piccoli Imprenditori italiani costretti a chiudere per mancanza di liquidità, Aziende trentennali, lasciando a casa decine di lavoratori, perchè strozzati dalle tasse, ma lasciamo che impunemente vengano aperte Imprese, gestite da stranieri, di dubbia legalità. Altro che lotta all’evasione.
 
Ora possiamo dormire tranquilli. La pensione non ce la pagherà nessuno. Neanche noi stessi.

La Polonia riduce l’età pensionabile, sfidando il trend europeo

Fornero piangentesi può allora fare diversamente, meno male che in Italia questi pensionandi oltre a decenni di contribuzione li indebitiamo con le banche per accedere a quello che un tempo era un diritto. EVOLUZIONE europea, fantastica, LE BANCHE RINGRAZIANO.

Per fortuna da noi la tecnica resposabile Fornero ha “protetto” i conti pubblici (mo a sta balla ci credono in pochi)

Ma siamo matti pensare al popolo, sa di xenofobia e populismo…salviamo le banche

Dai che abbiam problemi seri, tipo Cristoforo Colombo e le guerre puniche di sto passo..

La Polonia riduce l’età pensionabile, sfidando il trend europeo

Come riporta Reuters, pare che nel mondo sia possibile essere un’economia più piccola di quella italiana, permettersi una propria moneta, crescere a ritmi del 3,9 per cento, fare politiche demografiche attive e addirittura abbassare l’età della pensione. Fortunatamente ci pensano gli austeri banchieri a ricordare a tutti il più grande pericolo per l’umanità, ossia che gli stipendi dei lavoratori crescano troppo velocemente. E che è proprio un peccato che certi governi tengano addirittura fede alle proprie promesse elettorali.
 
Varsavia (Reuters) – Lunedì la Polonia abbasserà l’età pensionabile, onorando una costosa promessa elettorale che il partito conservatore al governo aveva fatto, e andando controcorrente rispetto alle tendenze europee a incrementare gradualmente l’età della pensione, mentre le persone vivono più a lungo e rimangono più in salute.
L’abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni per le donne e a 65 per gli uomini è un provvedimento caro soprattutto ai sostenitori del governo di centro-destra (sì, avete letto bene, anche in Polonia è il centro-destra a preoccuparsi degli interessi dei lavoratori NdVdE) del Partito della Legge e della Giustizia (PiS), e inverte un provvedimento che l’aveva portata a 67 anni, approvato nel 2012 dal governo centrista allora in carica.
 
Il provvedimento dovrebbe avere impatti immediati limitati sull’economia, che è in fase di boom, ma potrebbe mettere sotto pressione il bilancio statale in futuro.
 
Questa mossa avviene mentre la disoccupazione in Polonia è scesa ai livelli più bassi dai tempi dell’abbandono del comunismo all’inizio degli anni ’90, e potrebbe aumentare la tensione sui salari che stanno già crescendo al ritmo più alto da cinque anni a questa parte (Orrore! I salari crescono e l’età della pensione cala! È proprio vero che fuori dall’eurozona c’è solo l’inferno NdVdE).
 
“Il mercato del lavoro polacco deve affrontare una disponibilità sempre più limitata di lavoratori” ha dichiarato Rafal Benecki, un economista di Varsavia che si occupa dell’Europa Centrale presso ING Bank.
 
La popolazione della Polonia è di 38 milioni di abitanti e sta invecchiando a uno dei ritmi più rapidi all’interno dell’Unione Europea.
 
“Il governo sta buttando via uno degli strumenti più efficaci per aumentare la partecipazione al mercato del lavoro”, ha detto Benecki (commovente come un banchiere si preoccupi che non ci sia abbastanza concorrenza – da parte dei loro nonni – per i giovani che si affacciano sul mercato del lavoro NdVdE).
  • I lavoratori che vengono dall’Ucraina
Gli economisti e i banchieri centrali dicono che il crescente afflusso in Polonia di centinaia di migliaia di lavoratori provenienti dall’Ucraina potrebbe ridurre la tensione sui salari (ecco un’altra tendenza che accomuna i banchieri: la tutela degli immigrati quando questi possono fare concorrenza ai lavoratori locali NdVdE).
I numeri del ministero del Lavoro mostrano che i datori di lavoro polacchi hanno richiesto più di 900.000 permessi a breve termine per i lavoratori ucraini nella prima metà del 2017, rispetto a 1.260.000 permessi totali nell’anno 2016.
 
“Con l’arrivo di lavoratori dall’Ucraina, finora il problema che alcuni avevano previsto – mancanza di lavoratori, tensioni sul mercato del lavoro – sta diminuendo” ha detto il Governatore della Banca Centrale  Adam Glapinski all’inizio di settembre.
Il governo ucraino del partito PiS ha stimato che il costo della riduzione dell’età pensionabile è di circa 10 miliardi di zloty (eh già, perché in Polonia gli euro non ce li hanno, poveri loro… NdVdE), ossia 2,74 miliardi di dollari, nel 2018, all’incirca lo 0,5 per cento del PIL.
Da quando è andato al potere, nel 2015, l’attuale governo ha velocemente aumentato la spesa pubblica per tenere fede alle promesse elettorali di aiutare le famiglie e ridistribuire i frutti della crescita economica in modo più equo (già scorgiamo gli austeri anti-populisti nostrani scuotere la testa con veemenza di fronte a questi sciagurati provvedimenti NdVdE).
 
Nonostante la crescita della spesa pubblica, il bilancio pubblico ha registrato il primo surplus da più di due decenni nel periodo gennaio-agosto, principalmente grazie a un intervento governativo contro l’evasione fiscale e grazie ai bonus concessi per i nuovi nati, che hanno alimentato i consumi (intollerabile: non solo la Polonia fa politiche di aiuto alle famiglie per risolvere i problemi demografici, ma addirittura osa sfruttare il moltiplicatore keynesiano! NdVdE).
 
La crescita economica ha raggiunto il 3,9 per cento nel secondo trimestre, ma gli economisti avvertono che l’aumentato costo delle pensioni potrebbe causare problemi, se l’economia dovesse rallentare.
 
“Sono preoccupato di quello che succederà quando il ciclo economico si invertirà” dice Marcin Mrowiec, capo economista presso Bank Pekao.
 
“Potremmo svegliarci con salari superiori a quelli che le società possono permettersi e… spese permanentemente più alte per le pensioni” (fortunatamente invece, nell’eurozona potremo affrontare la prossima recessione con una disoccupazione vicina ai massimi storici, un’età pensionabile sulla soglia della demenza senile e uno stato sociale che ha fatto passi indietro di decenni. Evviva! NdVdE).
Di Marcin Goettig, 1 ottobre 2017 – di Malachia Paperoga – ottobre 4, 2017

Pensioni ricongiungimenti e contributi

pensioni immigratiL’Inps non ha i soldi….ma gli stranieri ci pagano le lautissime pensioni, 6milioni di pensionati sotto i mille euro, il 14% sotto i 500. Le pensioni di invadilità sono un insulto, senza contare che aumentano i criteri per accederci mentre riducono gli stanziamenti. Strane tutele. Per i disoccupati guai a parlare di reddito di cittadinanza…Pensionati ed invalidi non sono più categorie da tutelare, ci sono altri cittadini di serie A.


Legge, n. 388 del 2000 (inserita nella finanziaria dall’allora Ministro Amato) che permette anche agli stranieri di percepire un assegno di pensione “sociale”, pari a € 395,60 euro al mese, più 154,90 euro di importo aggiuntivo, per un totale esentasse di € 7.156 euro annui. Chi, in altre parole, non ha mai avuto contributi previdenziali e ha compiuto i 65 anni, può richiedere questo assegno all’INPS di competenza, anche se straniero.

Esiste un modo per sfruttare appieno questa norma nonostante lo straniero non abbia mai lavorato (neanche in nero) sul territorio italiano. Infatti, la legge italiana prevede, tra le altre cose, il cosiddetto istituto del “ricongiungimento famigliare” rivolto a tutti gli stranieri che siano regolarmente residenti nel territorio e abbiano la carta di soggiorno in regola. Per loro dunque è possibile chiedere allo Stato italiano la possibilità di fare arrivare in Italia figli, moglie e genitori, ottenendo per questi un regolare permesso di soggiorno. Il giovane straniero regolare chiede il ricongiungimento famigliare per i propri genitori ultrasessantacinquenni, i quali arrivano nel nostro paese con un regolare permesso. A questo punto dovranno solo recarsi all’INPS di competenza per ottenere la pensione sociale in base alla legge 388 del 2000. Un danno non indifferente per lo Stato italiano, che si sobbarca anche il mantenimento di persone che in alcun modo hanno mai vissuto nel territorio e nel territorio hanno mai lavorato.

avv.to su FB

Istat: “In Italia cinque milioni di poveri assoluti”

Poverta-assoluta-raddoppiata-in-9-anniaggiungiamo a questo numero anche chi vive in condizioni di povertà relativa e peggio ancora i working poors (ossia i lavoratori che percepiscono un reddito incapace di garantire una minima sopravvivenza)?. Non contiamoli, fingiamo che non esistano mi raccomando, noi dobbiamo salvare i profughi economici da altrove. Questo sì che è civile. Bisogna poi salvare le BANCHE, GUAI A “SPRECARE” SOLDI PER IL REDDITO DI CITTADINANZA.
Abbiamo un tasso di occupazione del 57% (sorvoliamo sul fatto che vengano inclusi anche chi lavora 1 ora in un anno con i voucher et similia) chi se ne frega di come vive SENZA REDDITO il 43%, saran tutti ricchi figli di papà, con le LAUTISSIME PENSIONI elargite agli italiani c’è di che spassarsela, 63% delle pensioni SOTTO I 750 EURO.
In questo quadro, si deve ancora subire anatemi e paternali da parte di politicanti da 20 MILA EURO AL MESE sulla loro indignazione a fronte delle basse cifre dichiarate nei redditi da parte degli italiani? Ma cos’è scherzi a parte? Ormai pare che lo sport che le sanguisughe al potere amano di più sia OFFENDERE gli italiani mentre li condannano a morte per fame.
 
In 6 anni 85 MILIARDI ALLE BANCHE, solo nel DEF 2017 quasi 5 MILIARDI (sono molti di più considerate le voci scorporate per le varie operazioni collegate) per gli indigenti italiani? 2 miliardi per 400 mila famiglie, per essere un reddito di inclusione DI POVERI NE ESCLUDE PARECCHI.
 
L’Istat ha stimato in 17 milioni 469 mila le persone a rischio povertà o esclusione sociale in Italia nel 2015. Una percentuale pari al 28,7% degli abitanti. Secondo la Strategia Europea contro la povertà, entro il 2020, l’Italia dovrebbe ridurre gli individui a rischio sotto la soglia dei 12 milioni 882 mila FONTE
Istat: “In Italia cinque milioni di poveri assoluti”
 
In situazione di indigenza 1,6 milioni di famiglie. Peggiora la situazione dei giovani
 
La povertà in Italia non scende. Anzi per le famiglie con tre e più figli aumenta in maniera drammatica. La fotografia dell’Istat, in attesa che decollino concretamente le nuove iniziative del governo (il nuovo Sia, il Sostegno di inclusione attiva andrà a regime solo dopo l’estate), è desolante. Nel 2016, infatti, si stima siano ancora 1 milione e 619 mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742 mila individui. Rispetto al 2015 si rileva una sostanziale stabilità della povertà assoluta in termini sia di famiglie sia di individui, segno che la situazione economica del paese stenta a migliorare. Tant’è che l’incidenza di povertà assoluta sul totale delle famiglie è pari al 6,3%, praticamente in linea con i valori stimati negli ultimi quattro anni. Per gli individui, l’incidenza di povertà assoluta si porta al 7,9% rispetto al 7,6% del 2015, una variazione che però l’Istat definisce “statisticamente non significativa”.
Tra le famiglie con tre o più figli minori l’incidenza della povertà assoluta aumenta quasi del 50% passando dal 18,3 al 26,8%. Ad essere coinvolte sono così 137.711 famiglie ovvero 814.402 individui. Aumenta anche l’incidenza fra i minori che sale dal 10,9% al 12,5% e nel complesso interessa 1 milione e 292 mila soggetti. L’incidenza della povertà assoluta, specifica l’Istat nel suo ultimo rapporto, aumenta al Centro in termini sia di famiglie (5,9% da 4,2% del 2015) sia di individui (7,3% da 5,6%), a causa soprattutto del peggioramento registrato nei comuni fino a 50mila abitanti al di fuori delle aree metropolitane (6,4% da 3,3% dell’anno precedente).
 
Rispetto al 2015 la povertà relativa risulta stabile: nel 2016 riguarda il 10,6% delle famiglie residenti (10,4% nel 2015), per un totale di 2 milioni 734mila, e 8 milioni 465mila individui, il 14,0% dei residenti (13,7% l’anno precedente). Anche questa condizione è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (17,1%) o 5 componenti e più (30,9%) e colpisce di più i nuclei giovani: raggiunge infatti il 14,6% se la persona di riferimento è un under 35 mentre scende al 7,9% nel caso di un ultra sessantaquattrenne. Ultimo dato: l’incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per gli operai e assimilati (18,7%) e per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione (31,0%).
Pubblicato il 13/07/2017
Ultima modifica il 13/07/2017 alle ore 15:58 paolo baroni

“Evitare il rialzo dell’età pensionabile a 67 anni costerebbe 1,2 miliardi”

boeri-poletti-675i soldi ci sono solo per le banche e mafia capitale. Per i pensionandi calci nel …. grazie compagni

Ma non c’erano le risorse che pagavano le pensioni?


Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il presidente dell’Inps Tito Boeri
 
Costerebbe circa 1,2 miliardi di euro impedire l’aumento dell’età per la pensione a 67 anni. È quanto si apprende da fonti vicine al dossier. Sarebbe quindi questa la stima dell’impatto sulla spesa pensionistica. Effetto che si produrrebbe nel 2019 se si decidesse di bloccare l’asticella a 66 anni e 7 mesi. Il congelamento della misura che prevede l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita è al centro del dibattito sulle pensioni, visto che la decisione deve essere presa entro quest’anno.
 
I sindacati chiedono di intervenire per evitarlo. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti rispondendo circa la possibilità di incontro già a luglio spiega: «Valuteremo con i sindacati se il grado della discussione tecnica ci consente un confronto politico».
Ultima modifica il 13/07/2017 alle ore 15:58

L’Inps secondo Boeri

Non tutto quello che versano i lavoratori stranieri si trasforma in pensioni
 
Valgono 70 miliardi di contributi in 20 anni. Il presidente dell’istituto di previdenza: “Chiudere le frontiere significherebbe una manovra economica in più ogni anno”
 
Sicuro Boeri che non crolla perché invece di togliere le pensioni d’oro NON mandate in pensione  i comuni mortali? Se li mandate in pensione, che prima allungate e poi chiamate “ANTICIPATA” FATE PAGARE LORO i contributi INDEBITANDOSI con le banche?
 Sicuro che non crolla anche PER GLI SCARSI E SCANDALOSI SUSSIDI CHE NON EROGATE PIU’ COME il certo non isolato caso di Concetta Candido che avete spinto al Concetta Candidosuicidio dimostra?
 
Quindi il futuro prospettato da Mastrapasqua nel 2010 E’ SCONGIURATO?
Il presidente dell’Inps dice che l’istituto non permetterà a chi è iscritto alla “gestione separata” di poter fare online una “simulazione” della propria pensione: “Si rischierebbe un sommovimento sociale”. Rivolta in Rete dei precari, ma i sindacati rimangono in un imbarazzante silenzio
di Eleonora Bianchini | 13 ottobre 2010
 
Hai detratto le truffe e i circa 2 miliardi l’anno NON RENDICONTABILI di tangente a Mafia capitale, detta anche ACCOGLIENZA? Nel solo 2017 tra quanto stanziato e previsioni di aumento si presume di arrivare a 4,6 MILIARDI
Quindi quando ci vengono a fare il panegirico (Gassman docet) su come noi senza loro non avremmo manco i pomodori sul tavolo, lavorano a busta paga regolare?
Non in nero e quindi “sfruttati”?
 
Cari parassiti politici e menestrelli della penna, le bugie hanno le gambe corte, decidetevi per una versione da raccontare, senza contraddizioni se volete essere credibili.
Porte chiuse agli immigrati? Boeri: “Ci costerebbe 38 miliardi”
Rapporto Inps: senza i lavoratori dall’estero in 22 anni si avrebbero 35 miliardi in meno di uscite, ma anche 73 in meno di entrate. Il presidente: “Si completino le riforme del lavoro e della previdenza: serve un reddito minimo d’inclusione, un salario minimo e il ricongiungimento gratuito dei contributi”. Una proposta: “L’Inps eroga 440 prestazioni, solo 150 sono di natura pensionistica: lo si chiami Istituto della Protezione sociale”. L’abuso della Cig: per il 20% delle imprese dura cinque anni o più
di ROSARIA AMATO
Porca miseria, un ringraziamento a Spagna, Francia e Austria per questo REGALO è doveroso