Quando Obama arrestava manifestanti

3o-cityroom-occupy-blog480Ha suscitato grande scalpore e un vero e proprio caso mediatico e diplomatico l’arresto dell’oppositore russo Aleksej Navalny durante una manifestazione non autorizzata svoltasi ieri a Mosca. Nella Capitale era in corso una manifestazione indetta dal blogger e da altri 500 sostenitori contro la corruzione che dilaga nel Paese. Proteste analoghe si sono svolte in molte altre città russe.
 
Nel mirino delle proteste, in particolare, il primo ministro Dmitri Medvedev. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Tass, “più di 500 persone” sono state fermate durante la manifestazione non autorizzata organizzata da Aleksej Navalny. “Molte persone si trovano sugli autobus che si stanno dirigendo verso le stazioni di polizia”, ha riferito ieri l’agenzia secondo cui la maggior parte “verrà liberata” dopo la contestazione “di violazione amministrativa”.
Usa e Ue contro la Russia
Sdegno da parte degli Usa e della comunità internazionale: gli Usa, secondo quanto riporta l’Ansa, “condannano fermamente gli arresti di centinaia di manifestanti pacifici in Russia”, tra cui il blogger anti Putin Aleksej Navalny, e “chiedono al governo russo di rimetterli subito in libertà”. Lo afferma in una nota Mark Toner, portavoce del dipartimento di stato Usa, sostenendo che “fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell’uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali”.
Due pesi e due misure
La vicenda è abbastanza curiosa, se pensiamo che in tutto il mondo occidentale e nelle moderne democrazie liberali, qualsiasi manifestazione non autorizzata viene bloccata di norma dalle forze dell’ordine. L’11 aprile 2016, negli Usa, 400 manifestanti pacifici che protestavano contro la corruzione vennero arrestati davanti alla Casa Bianca con la medesima accusa: “manifestazione illegale”.
La protesta era organizzata da Democracy Spring, un’importante associazione che si batte contro i costi della politica e che chiedeva “al Congresso di agire subito per far cessare la corruzione del denaro nella nostra politica e per garantire elezioni libere e imparziali”.
 
Il presidente era Barack Obama ma nessun esponente della comunità internazionale o delle ong per i diritti umani osò dire nulla. Nessuna reazione né condanna rilevante. A Mosca, invece, un fatto analogo diventa un caso diplomatico internazionale e mediatico al fine di screditare il presidente russo Vladimir Putin e il suo governo.
 
Nel caso della manifestazione indetta ieri da Navalnj, pare che il comune di Mosca abbia concesso inizialmente l’autorizzazione, da svolgersi in altre aree della città dove avvengono spesso eventi pubblici. Il blogger ha radunato i suoi sostenitori in pieno centro, al fine di provocare le autorità e arrivare all’inevitabile arresto.
La legislazione in Italia in materia di manifestazioni non autorizzate
Interessante capire cosa dice la legge italiana in merito a manifestazioni non autorizzate. Secondo l’Art 18 R.D. 773/31 TULPS, “”i promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore. È considerata pubblica anche una riunione, che, sebbene indetta in forma privata, tuttavia per il luogo in cui sarà tenuta, o per il numero delle persone che dovranno intervenirvi, o per lo scopo o l’oggetto di essa, ha carattere di riunione non privata. I contravventori sono puniti con l’arresto fino a sei mesi e con l’ammenda da € 103,00 a 413,00. Con le stesse pene sono puniti coloro che nelle riunioni predette prendono la parola.
Il Questore, nel caso di omesso avviso ovvero per ragioni di ordine pubblico, di moralità o di sanità pubblica, può impedire che la riunione abbia luogo e può, per le stesse ragioni, prescrivere modalità di tempo e di luogo alla riunione. I contravventori al divieto o alle prescrizioni dell’autorità sono puniti con l’arresto fino a un anno e con l’ammenda da € 206,00 a € 413,00”.
Navalny, condannato per appropriazione indebita
Non va dimenticato che Aleksej Navalny è un condannato per appropriazione indebita, come stabilito dal tribunale Kirov nel febbraio scorso. Secondo la sentenza del primo processo con cui era stato condannato a cinque anni di carcere, Navalny avrebbe truffato l’azienda statale Kirovles, che si occupa di produzione di legname. Un fatto che getta molte ombre e dubbi sull’uomo simbolo della lotta alla corruzione in Russia. Mar 27, 2017