Una politica che rinnova il contratto degli statali alle 4 del mattino del 23 dicembre è marcia dentro

Rinnovo-contratto-statali-no-arretrati-e-aumento-rischia-di-annullare-bonus-80-euro_0175600033I famosi fantomatici 80 euro di Renzi più questo atto dovuto non sono mica coruzione elettorale, ma se Casa Pound consegna i pacchi alimentari ad italiani indigenti sì, è reato, è corruzione ed ovviamente violenza fascista.
 

Niente dati. Percentuali. Riscontri. Solo la notizia, i cui contenuti potete approfondire nei link all’interno dell’articolo. E un dato di fatto, a mio modo di vedere incontrovertibile. Alle 4 del mattino, dopo dieci anni, lo spirito natalizio che lentamente ci sta accompagnando verso i rituali della santa ricorrenza – ovvero, “Una poltrona per due” alla vigilia, pranzi e cene che malediremo a colpi di Gaviscon e sonore rotture di coglioni in fila al cinema per Santo Stefano – ha portato anche al rinnovo del contratto per 247mila dipendenti statali che lo attendevano da dieci anni. A darne il lieto annuncio stile Re Magio 2.0 con un tweet, il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia: habemus marchetta elettorale..
La firma dopo un blocco durato quasi dieci anni. Da marzo il primo scatto sulla retribuzione. Sale anche l’assegno per i livelli più bassi
Perché, casualmente, i primi scatti partiranno da marzo, mese in cui gli italiani – statali in testa – si recheranno alle urne per decidere quale coalizione non li governerà, stante la legge elettorale. Ma tant’è, quello è il primo passo verso il governo vero, quello che nascerà appunto dal pantano strategico del Rosatellum. Io sono felice per loro, aumenti medi da 85 euro sulla paga base non sono male, si va dai 63 ai 117 per le varie categorie: c’è di che festeggiare sotto l’albero. Un bel festeggiamento in deficit. E anche qui, nulla di nuovo per questo governo che chiede flessibilità all’Europa, maledicendola a targhe alterne e poi si lamenta se il Katainen di turno, ogni tanto, fa notare che spendere quelle concessioni sui conti pubblici in provvedimenti spot a fini elettorali difficilmente può essere letto come manovra strutturale di intervento.
 
Ecco nel dettaglio tutti i provvedimenti della Legge di Bilancio
Il voto finale sulla legge di Bilancio in aula a Montecitorio, poi la legge di bilancio passerà al Senato per un veloce passaggio: il sì definitivo è previsto entro sabato 23. Ecco tutte le novità più importanti e le conferme della Manovra 2018
corriere.it
Perché signori, con oltre 200 miliardi di debito pubblico in più dal 2014 in poi, l’idea di arrivare alle 4 del mattino del 23 dicembre per firmare e annunciare l’accordo sul rinnovo del contratto degli statali, specie protetta di elettorato strategico, non può ottenere il crisma della casualità nemmeno per intervento divino. Sia la politica che le parti sociali volevano un bell’effetto “Carramba che sorpresa” e l’hanno ottenuto. Almeno nelle case dei diretti interessati e delle loro famiglie, uomini e donne dotati di certificato elettorale che ora saranno spronati a farne buon uso a marzo.
Ma non basta. Perché all’interno della manovra abbiamo anche una bella rivalutazione delle pensioni che partirà dal primo gennaio, quindi anch’essa meravigliosamente spendibile in campagna elettorale, magari insieme ai miracoli del Jobs Act. Lo so, a 44 anni non dovrei più stupirmi, l’Italia è questa. E, di riflesso, questa è la classe politica che merita. Quella che guarda caso fa partire la Commissione d’inchiesta sulle banche a due mesi dallo scioglimento delle Camere per garantirsi una bella messe di polemiche e merda da riversare addosso all’avversario da qui a marzo, visto che se tu sei stato pappa e ciccia con MPS, l’altro lo è stato con Zonin, quindi si elidono.
 
SALE L’ASSEGNO MINIMO
Dall’1 gennaio riparte la rivalutazione delle pensioni, congelata da due anni
Dall’1 gennaio riparte la rivalutazione delle pensioni, congelata da due anni. L’Inps, sulla base di quanto disposto da un decreto del ministero dell’Economia, ha comunicato che chi riceve fino a tre volte il minimo riceverà un adeguamento dell’1,1%. Quindi l’assegno minimo salirà da 501…
ilfattoquotidiano.it
Dovevano dare una risposta ai risparmiatori truffati ma l’unica giunta davvero, sempre in sede di DEF, è stata il raddoppio del fondo di ristoro statale: da 50 a 100 milioni, l’argent de poche, praticamente il budget di Vegas e Visco per le ferie. Ma tant’è, ora il dado è tratto: oggi il Senato chiuderà ufficialmente la 17ma legislatura proprio con il via libera alla Legge di bilancio e, presumibilmente, il 28 dicembre il presidente della Repubblica scioglierà le Camere. Poi, via alla rissa per tre mesi. Quella vera, da far-west, con gli sgabelli che volano e il pianista del saloon che deve guardarsi dalle pallottole. Ma anche con 247mila potenziali elettori presi all’amo del grande colpo di teatro finale, la vittoria della concertazione – come la chiamano quelli che parlano bene – e della mediazione, la vittoria del buonsenso e del buon governo: persino la CGIL sembra più buona, sarà il Natale.
 
O sarà perché quanto accaduto alle 4 di stanotte altro non è che il simbolo supremo e ultimativo di un sistema politico marcia dentro, capace di farsi gli affari propri per una legislatura intera e poi, sul filo di lana, quando si sente il profumo falso da legno dell’IKEA dei seggi e i sondaggi fanno davvero paura, cala l’asso del rinnovo contrattuale storico, quello atteso da dieci anni. E i sindacati, ridotti ormai ad attrezzo del potere con licenza di sventolare bandierine in piazza un paio di volte l’anno, plaudono e incassano tesserati, al netto di numeri da crollo verticale, se non per pensionati e affiliati per interesse, ovvero chi utilizza i CAF per compilare il 730. E il Paese reale? L’economia reale, quelle PMI che garantiscono il 70% del PIL e che sono strozzate da tassazione e banche?
grafico contratti a tempo indeterminato 2015 – 2016 -2017
grafico tempo indet
Che dire delle iscrizioni di massa in centrale rischi, ad esempio? Come fa un’impresa, già fiaccata dalla ciclicità e dai balzelli, ad ammodernare i macchinari, fare ricerca, esportare in regime di concorrenza, assumere lavoratori, se non gode di credito? Soprattutto, poi, se lo stesso Stato che plaude il rinnovo del contratto degli statali, continua a non pagare i debiti che la Pubblica Amministrazione ha con le aziende. Ma che importa, i grandi nomi – quelli che magari risultano nella lista dei grandi creditori delle banche “salvate”- si finanziano a costo zero direttamente da mamma BCE, emettendo bond con rendimenti da mark-to-unicorni e incamerando cash, alla faccia della ripresa.
Ma l’importante è essersi garantiti una platea di potenziali indecisi o astenuti che ora sono in debito con il governo, perché potranno contare su 85 euro medi di aumento della paga base. Del futuro reale del Paese, chi se ne fotte. Almeno fino a marzo, prima c’è da farsi rieleggere. Poi mi chiedono perché non voto. Di Mauro Bottarelli , il 23 dicembre 2017