ONG, TOCCA A MEDICI SENZA FRONTIERE: “CORSI AI CLANDESTINI SU COME FINGERSI PROFUGHI IN LORO NAVI”

Mentre la Procura di Trapani indaga sulla ong tedsca Jungend Rettet che operava attraverso nave Iuventa, altre organizzazioni non governative sono oggetto delle verifiche degli investigatori sull’ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per veri e propri ‘viaggi organizzati’ con i trafficanti di clandestini dalle coste dell’Africa all’Italia.
 
Nel mirino delle indagini ancora ‘segrete’ dello Sco, e un tantino in ritardo rispetto alle denunce che ormai da anni provengono dal web indipendente, anche i famigerati Medici senza Frontiere. Quelli che hanno aiutato almeno un terrorista islamico che poi fece strage a Parigi, a sbarcare.
 
Secondo l’interrogatorio del 27 febbraio scorso di Cristian Ricci, titolare della Imi Security Service che si occupava dei servizi di sicurezza sulla Vos Hestia di Save the Children: ‘In realtà – dichiara a verbale – la nave Iuventa fungeva da piattaforma e quindi si limitava a soccorrere i migranti per poi trasbordarli. Era sempre necessario l’intervento di una nave più grande su cui trasferire i migranti soccorsi dal piccolo natante’. E in alcuni casi, secondo le testimonianze raccolte, imbarcazioni di Msf sarebbero intervenute per soccorrere e trasbordare i migranti senza essere state allertate dalla Guardia Costiera.
Tra le navi i cui movimenti sono ora sotto osservazione ci sono la ‘Dignity One’, la ‘Bourbon Argos’ e la ‘Vos Prudence’ (MSF). Nei mesi scorsi, sarebbero stati accertati ‘sconfinamenti ripetuti’ verso la costa libica ad almeno 8 miglia rispetto alle 12 consentite.
Come ripetutamente segnalato dal web indipendente. I pm poi sospettano di rapporti stretti tra gli operatori di MsF e alcune persone in Libia, scafisti, con il compito di avvisare i volontari quando i barconi carichi di clandestini salpavano in direzione Italia.
Inoltre, gli inquirenti sono convinti che gli operatori di MsF abbiano indottrinato i profughi raccolti in mare intimando loro di “non collaborare con la polizia italiana” una volta sbarcati sui nostri porti. L’ipotesi, già avanzata nei mesi scorsi su segnalazione della stessa polizia, insospettita dall’atteggiamento “poco collaborativo” dei migranti tratti in salvo dalla nave Dignity nel maggio 2016, troverebbe ora nuovi elementi a supporto.
Potremmo rischiare un’ipotesi: Msf faceva fare alla più piccola e quindi più libera Iuventa il lavoro sporco dalla Libia alle acque internazionali, dove poi arrivava la flotta dei Medici Senza Frontiere.
AGOSTO 5, 2017 procura di trapani

ONG, FANNO BUSINESS COI CLANDESTINE E PAGANO MENO TASSE DI UNA SRL

ONG, significa “organizzazione non governativa” e a fronte di enormi sgravi fiscali (ricordo che per tutto il 2015 Medici Senza Frontiere ha pagato meno tasse della mia srl per il solo gennaio 2016), ha la possibilità di operare in diversi stati.
Non ho mai sentito definire da nessuno “multinazionale” una ONG, anche se a tutti gli effetti lo è. Negli ultimi anni ho sempre sentito il termine “migrante” al posto di clandestino, e “organizzazione umanitaria” anziché altre definizioni. Qualche giorno fa, il quotidiano “la Repubblica” (VEDI QUI) ha definito “multinazionale” (termine dispregiativo per i lettori de Repubblica, che non va quindi utilizzato per le altre ONG) la ONG Generazione Identitaria. Cosa prevedono gli accordi internazionali? Che le navi che recuperano naufraghi in mare li consegnino alla sede Frontex più vicina al punto di recupero. Sapete dove si trova la sede Frontex più vicina ad un punto in mare compreso tra le 12 e le 40 miglia dalle coste Libiche? In Libia!
La ONG Generazione Identitaria ha semplicemente intenzione di raccogliere più clandestini possibili per consegnarli al punto sicuro più vicino al punto di recupero. Dato che opererà nelle stesse acque delle altre ONG, sarà appunto la Libia.
Dal dicembre 2016 ci sono le prove che alcune delle 9 ONG attualmente attive nel mediterraneo abbiano rapporti economici con gli scafistiQuasi tutte le ONG hanno legami diretti o indiretti con Soros, tutte hanno legami con la sinistra politica. Da anni è dimostrato che il punto di raccolta in mare dei naufraghi non è mai l’italia, ma che le 9 ONG, al contrario di quanto previsto dagli accordi internazionali, sbarcano i clandestini in italia.
La ONG Generazione Identitaria, che ha il solo scopo di rispettare gli accordi internazionali e non riempire l’europa di barbaciabatte e abbronzati utilizzatori di welfare pagato dagli europei, viene definita da Repubblica “multinazionale di estrema destra”. La presenza di navi che raccattano barbaciabatte da portare in italia ha generato la morte di sempre più persone, lo dimostrano i numeri:
  • Nel 2013 sono sbarcati 42.925 clandestini, 644 morti, 1,48% di partiti mai arrivati.Nel 2014 sono sbarcati 170.100 clandestini, 3.419 vittime, 1,97% dei partiti mai arrivati.Nel 2015 sono sbarcati 153.842 clandestini, 3.771 morti. Il 2,39% dei partiti mai arrivati.Nel 2016 sono sbarcati 181.436 clandestini, 5.022 morti. Il 2,69% dei partiti mai arrivati.
Ogni clandestino genera introiti alleno tax ONG, che li raccolgono e alle centinaia di cooperative e srl nate appositamente per gestirli. Miliardi di euro provenienti dalla criminalità e dalle tasse degli europei (italiani in primis, dato che l’accoglienza durante i due anni necessari per il riconoscimento spetta al paese dove sbarcano), e alla faccia dei morti che, in percentuale, continuano ad aumentare.
Repubblica scrive delle cazzate enormi, ma non mi permetterei mai di censurare un giornale comico simile, ognuno ha il diritto di dire tutte le idiozie che vuole. Censura o non censura, le persone intelligenti si informano, gli utili idioti continuano a leggere Repubblica e roba simile.
 15 luglio 2017 di FAUSTO DEMETRIO

Hanno vinto gli scafisti

ong_milioniTre Ong che hanno accettato il codice riescono a salvare vite umane lo stesso, a differenza delle altre che si sono rifiutate. Chissà perché….

La settimana scorsa avevamo illustrato il nuovo codice di comportamento deciso al vertice di Tallin, al quale le ONG che trasportano i migranti avrebbero dovuto adeguarsi, pena il divieto di attracco nei porti per le loro navi. E lo avevamo fatto domandandoci, alla luce del grande potere politico detenuto da codesti scafisti del nuovo secolo, se davvero tali regole sarebbero state fatte rispettare dalle autorità preposte a farlo….
 
La risposta è invero arrivata prima di quanto ci aspettassimo, dal momento che proprio ieri, su suggerimento di Bruxelles il nuovo codice di comportamento è stato trasformato da un obbligo ad un generico impegno, il divieto di attraccare nei porti per chi non rispetta gli impegni è stato sostituito da una serie di sanzioni (che le ricche ONG non avranno certo problema a pagare) e l’iniziativa che prima veniva presentata come condivisa a livello europeo è diventata esclusivamente italiana, senza più vantare alcuna condivisione.
Inoltre tutti i punti del decalogo sono stati ammorbiditi inserendo eccezioni di ogni sorta che permetteranno alle ONG di fare senza problemi esattamente quello che facevano prima in completa libertà.
Insomma,dopo il penoso teatrino portato in giro per l’Europa dal governo, hanno vinto gli scafisti su tutta la linea ed i risultati si vedono dal momento che negli ultimi due giorni i “profughi” hanno ripreso a sbarcare a migliaia come è più di prima.
Marco Cedolin

Macron: non confondere i rifugiati con i migranti per motivi economici

AFRICA italia bigliettigli altri paesi possono respingere a piacimento, senza essere considerati razzisti, chissà cosa c’è in Italia che invece IMPONE il traffico di esseri umani pena la persecuzione per reato di opinione.

Macron: non confondere i rifugiati con i migranti per motivi economici
Il presidente della Francia, Emmanuel Macron, ha ripetuto oggi in parlamento che coloro che emigrano per motivi economici non andrebbero confusi con i rifugiati.
“Dobbiamo condurre in modo coordinato a livello europeo un’azione umana ed efficace che ci permetta di ricevere i rifugiati politici, senza far confusione con gli altri tipi di migranti e senza abbandonare l’indispensabile mantenimento delle nostre barriere”, ha detto Macron. 
Non possiamo continuare a dire che siamo legati al principio dell’asilo, se non lo riformiamo profondamente”, ha continuato Macron, perché ora non “permette un trattamento umano e giusto delle domande di protezione” presentate dalle persone “minacciate da guerra e persecuzioni”.
Onu: in aumento migranti dalla Libia
L’Onu non prevede un calo del flusso misto di migranti e rifugiati che giungono in Europa via mare: “Le indicazioni di cui disponiamo non denotano un rallentamento degli arrivi in Libia, il che significa che un più ampio numero di persone potrebbe continuare a provare di lasciare il paese tramite la rotta del Mediterraneo centrale”.
 
Lo ha detto l’inviato speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel, ricordando che dall’inizio dell’anno 84.830 migranti e rifugiati sono giunti in Italia via mare con un aumento del 19% rispetto all’anno scorso.
 
Migranti, vertici in programma
Previsti, dopo il vertice di Parigi di ieri, un dibattito in plenaria al Parlamento europeo in programma mercoledì a Strasburgo con i presidenti di Commissione e Consiglio europeo Juncker e Tusk; e, giovedì e venerdì il Consiglio Affari Interni a Tallin, in Estonia. 03 luglio 2017

Ma le ONG si comportavano così?

refugees-welcomeQuesta mattina durante il vertice di Tallin, il ministro Minniti ha illustrato ai propri colleghi europei il nuovo codice di comportamento al quale le ONG che lavorano trasportando i migranti dovranno attenersi, pena la chiusura dei porti per le navi che non rispetteranno le regole. Fatta la debita premessa che nutriamo più di qualche dubbio sulla severità con cui dette norme verranno applicate, soprattutto qualora si faccia leva sull’emergenza umanitaria e la sensibilità popolare, risulta quanto mai interessante prenderne visione….
perché il fatto che siano state emanate dimostra come una cospicua parte delle ONG impegnate nell’operazione fosse solita comportarsi nelle maniere stigmatizzate dal nuovo codice.
Le navi delle Ong non dovranno più entrare nelle acque territoriali libiche, segno che fino ad oggi in tutta evidenza lo facevano.
 
Viene ribadito l’obbligo di non spegnere i transponder a bordo e il divieto di agevolare con l’uso del telefono o delle luci i contatti con gli scafisti, segno che in tutta evidenza questo accadeva.
Puntualizza poi l’obbligo di non effettuare trasbordi su altre navi, italiane o appartenenti a dispositivi internazionali e quello di dichiarare le fonti di finanziamento per la propria attività in mare, dal momento che evidentemente fino ad oggi non è stato così.
 
Viene ribadito l’obbligo di non ostacolare le operazioni della Guardia costiera libica, come evidentemente avveniva regolarmente e infine l’obbligo di trasmettere tutte le informazioni di interesse info-investigativo alle Autorità di Polizia italiane con contestuale consegna, di iniziativa e su richiesta, di ogni oggetto potenzialmente idoneo a costituire prova o evidenza di fatto illecito. Segno che molto spesso i fatti illeciti venivano coperti e le indagini ostacolate.
 
Insomma sotto tutti i punti di vista le ONG fino ad oggi non devono essersi comportate in maniera così adamantina, se perfino la UE (sponsor dell’accoglienza) si è sentita in dovere di emanare un codice che ne regolasse gli “allegri” comportamenti.
 

Dai migranti a Soros, ormai è delitto di lesa ONG. Ma Amiens ha varcato il Rubicone dell’ideologia

politically correct areadato che le accuse al traffico/collusione scafisti/Ong sono state più che provate, è utile ricordare l’inizio e chi, ancora oggi, sputa sui magistrati che indagano GLI INTOCCABILI

Dai migranti a Soros, ormai è delitto di lesa ONG. Ma Amiens ha varcato il Rubicone dell’ideologia
 
 
Ho dovuto darmi un pizzicotto, stamattina, perché credevo di stare ancora sognando. Eppure no, ero sveglio da un po’, stavo bevendo il secondo caffè, la sigaretta era accesa ma qualcosa mi diceva che era una dimensione onirica quella che stavo vivendo: un giornalista del “Fatto quotidiano” aveva detto di non credere alle accuse di un magistrato! Non scherzo, è successo davvero ad “Agorà” su Rai3 ed è successo poco fa: penso che a Lourdes si provino sensazioni simili. Il giornalista in questione è tale Ferruccio Sansa e il procuratore non degno di fiducia investigativa da parte di una redazione che immagino dorma con il codice penale e la foto della Boccassini sul comodino è quello di Catania, Carmelo Zuccaro. Qual è la sua colpa? Indagare sui presunti intrecci tra ONG e scafisti rispetto agli sbarchi record sulle coste italiane, con i mezzi navali delle organizzazioni umanitarie che operano come taxi dalle coste libiche a quelle del nostro Paese.
E perché costui non è credibile? Di più, perché anche le indagini analoghe aperte anche dalle procure di Trapani e Palermo vengono trattate come argomenti kafkiani? Perché siamo in pieno in quello che si configura come reato di lesa ONG. Non importa che ci siano più indizi sospetti in queste inchieste che in tre quarti di quelle condotte in Italia e beneficiare di prime pagine e apologia del pm di turno, chi aiuta le risorse a sbarcare in Italia gode di una sorta di immunità mediatica che punta a garantirgli anche quella penale. E non parlo solo di “Agorà”, tre quarti delle trasmissioni tv e dei servizi giornalistici hanno tesi innocentiste, salvo rare e pesanti eccezioni, per onore di verità, come “La Stampa”, la quale ha pubblicato un filmato che mostra come gli scafisti scortino le barche dei migranti con le moto d’acqua fino a quando le navi delle ONG non li prendono in carico. Capito, con le moto d’acqua: difficile siano lontanissimi dalla riva libica, cosa dite? Ormai siamo all’Aquafan dell’invasione, ci pigliano pure per il culo.
“Così gli scafisti scortano i migranti sulle navi delle Ong”
 
Ieri sera a “Matrix”, il direttore del periodico cattolico “Vita”, Riccardo Bonacina, ha così smontato le tesi accusatorie: chi parte dalla Libia ha già saldato il suo conto con gli scafisti, è “un vuoto a rendere”, quindi perché i trafficanti dovrebbero preoccuparsi che le ONG li prendano in carico? Il Pulitzer è dietro l’angolo per uno così, ne sono certo.
 
Magari perché al terzo scafo che cola a picco, ammazzando qualche centinaio di persone, diciamo che la pubblicità al tuo servizio va un po’ a puttane e ci si rivolge altrove? Oppure, magari, perché c’è un tacito patto con chi, sulla sponda italiana, attende a braccia aperte chi andrà a infoltire la schiera dei beneficiari della mitologica “accoglienza”, il famoso business che rende più della droga, stando a quanto dichiarato da Salvatore Buzzi nella famosa intercettazione che è stata architrave fondativo dell’inchiesta “Mafia capitale”, quella sì capace di eccitare gli spiriti colpevolisti della stampa? Dai Bonacina, sforzati che ce la fai.
Se poi è addirittura Frontex a segnalare delle anomalie, allora diciamo che il sospetto cresce. Io non so se le ONG tramino con gli scafisti, anche se il fatto che circolino in troppe tasche di migranti numeri di cellulari degli stessi e dei membri di queste organizzazioni mi fa propendere per un forte dubbio ma so per certo che esiste una corsia prioritaria per far sbarcare clandestini (perché tali sono) nel nostro Paese: i numeri parlano chiaro. E so che questo argomento è tabù, chiunque osi dire che occorre vederci chiaro, è da annoverare tra le fila “di chi vuole vedere i profughi in fondo al mare”, come ha dichiarato nel fine settimane il sempre sobrio e lucido Roberto Saviano per ribattere alle accuse di Luigi Di Maio, il grillino partito lancia in resta a difesa delle indagine siciliane (sentendo odore di urne, vista la poca chiarezza dell’M5S in materia).
 
Nessuno tocchi i migranti. E, soprattutto, nessuno tocchi quegli angeli delle ONG, incarnazione laica del bene, nuova icona dell’illuminismo pietoso e pietista che ti garantisce una accurata ripulitura della coscienza con soli 2 euro tramite sms. Cazzo, un affarone! Se poi quel bambino con la pancia gonfissima e le gambine da merlo ti fa così pena, caccia pure di più attraverso un bonifico o un bollettino postale. Insomma, nel Paese in cui l’istituto giuridico del “non poteva non sapere” è stato fondamento di un’attività giudiziaria ventennale contro Silvio Berlusconi e tanti altri, più o meno conosciuti e in grado di pagarsi avvocati di grido, quella inchiesta non s’ha da fare.
In compenso, occorre mettere sotto indagine l’Ungheria di Viktor Orban, uno che sull’immigrazione ha detto subito chiaramente quale fosse la sua posizione, inimicandosi i papaveri di Bruxelles. E perché? Medesimo reato, lesa ONG. In questo caso, la madre di tutte le ONG, visto che parliamo di un’istituzione legata alla galassia di George Soros. E cosa ha detto ieri la Commissione UE con tono grave? La legge sull’istruzione superiore approvata nelle scorse settimane dal Parlamento di Budapest, che mette a rischio la sopravvivenza della Central European University di George Soros, “non è compatibile con le libertà fondamentali del mercato interno e con il diritto alla libertà accademica garantito dalla carte dei diritti UE”. Me cojoni! Roba da arresto immediato!
 
Per ora, invece, siamo solo all’avvio del primo passo verso una procedura di infrazione nei confronti dell’Ungheria: l’esecutivo di Bruxelles ha inviato, infatti, al premier ungherese “una lettera di messa in mora sulla legge sull’istruzione superiore”. Cosa ci abbia fatto Orban con quella missiva, immagino lo sappiate benissimo da soli. Si tratta, di fatto, del primo colpo assestato da Jean-Claude Juncker al premier ungherese, visto che nel mirino della Commissione non ci sarebbe solo la legge che porterebbe alla chiusura dell’Università ma, guarda caso, anche le leggi sul diritto d’asilo, sulla registrazione delle ONG e la consultazione pubblica lanciata dal governo magiaro e denominata “Let us stop Brussels”, i cui contenuti sono stati definiti “scorretti e altamente ingannevoli” dalla Commissione. Difendendosi di fronte al Parlamento Europeo, Viktor Orban ha definito le accuse “assurde e infondate”, visto che “la modifica tocca 28 università straniere che operano in Ungheria, limita la possibilità di abusi e pone fine ai privilegi che sono accordate alle università straniere rispetto a quelle europee”.
 
Ma, come si conviene al personaggio, non si è limitato all’uso del fioretto, definendo Soros “uno speculatore americano che attacca l’Ungheria e che ha distrutto la vita di milioni di europei con le sue speculazioni. Ed è anche nemico dell’euro, nonostante sia tanto stimato qui e ricevuto da leader europei”. Infine, la stoccata sull’immigrazione: “I migranti vogliono transitare in Ungheria per andare in Austria, in Germania e in Svezia, noi rispettiamo le regole di Schengen per l’interesse degli austriaci, dei tedeschi e degli svedesi, pensiamo di meritare un ringraziamento, non un attacco”. Roba da aprire un’inchiesta, che screanzato. In questo caso, la grande stampa sarebbe sicuramente sulla barricata colpevolista.
 
Ma attenzione, perché per quanto i media possano imbastire campagne di canonizzazione laica delle ONG e benedicano l’immigrazione come un dono del Cielo, la gente ha cominciato a ragionare con la sua testa. E, soprattutto, mandare allegramente a fare in culo gli schemi polverosi del pensiero politico novecentesco: in un mondo che vuole ancora come sacro l’assioma in base al quale la sinistra è il progresso e la destra invece l’abiezione assoluta, qualcosa sta cambiando. Anzi, è già cambiato. Guardate questa cartina della Francia, ci mostra come il Paese sia politicamente spaccato dopo il voto al primo turno delle presidenziali: un qualcosa di polarizzato al massimo, tanto che verrebbe da dire che l’unica cosa che abbia in comune quella gente sia la lingua che parla. Rischio di scollamento sociale, tale da poter dar vita a prodromi di guerra civile? Una polveriera politica che va a sovrapporsi a quella sociale delle banlieue e della crisi economica? Le basi ci sono tutte e il potere non ha fatto nulla per disinnescarle, in base al sempre valido motto del “divide et impera”, peccato che questa volta si siano spinti un pochino oltre, facendo saltare quel tacito patto sociale in base al quale il popolo si fa prendere per il culo ma, quantomeno, in cambio di salario e smartphone a rate.
 
La conferma ce l’ha data ieri la reazione dei lavoratori della fabbrica Whirlpool di Amiens, nel Nord della Francia, alla visita di Emmanuel Macron, politicamente di casa da quelle parti. E come è andata? Pesci in faccia, per il semplice fatto che quella fabbrica ha i giorni contati, visto che il gigante USA l’anno prossimo trasferirà la produzione in Polonia per abbassare i costi. La stampa, ovviamente, ha subito sottolineato come la reazione degli operai sia stata frutto del “colpo gobbo” giocato da Marine Le Pen, fattasi trovare sul piazzale della fabbrica, mentre Macron era chiuso con i rappresentanti sindacali a discutere. Si è parlato di “campagna elettorale ruvida” ma i fatti sono chiari: la Le Pen ha dichiarato che, se eletta, quella fabbrica non si muoverà dalla Francia.
 
E queste foto  ci mostrano la reazione della gente. Piaccia o no, il potere ha talmente tirato la corda da rendere possibile che la leader di un partito di estrema destra venga accolta con cori e abbracci immortalati nei selfie fuori da una fabbrica. Emmanuel Macron, invece, ha subito una contestazione tale da non riuscire quasi a parlare, limitandosi – quando è tornata un po’ di calma – a dire alla gente di “non credere alle promesse della Le Pen”. Lui, invece, liberista, europeista rigido, estimatore dell’austerity e con un passato alla Banca Rothshield, gode di una credibilità enorme tra gli operai. Al netto del reato di lesa ONG e dei deliri di Bruxelles contro uno Stato sovrano che non vuole sobillatori in casa, visto l’alto numero di primavere colorate già sperimentate ad Est, quanto accaduto ieri ad Amiens equivale all’attraversamento di un Rubicone politico che si credeva invalicabile: la destra nelle fabbriche. E non in quanto storicamente e ideologicamente tale ma in quanto soggetto difensore di sovranità popolare e orgoglio di popolo, quindi trasversale e nazionalista: la stampa autorevole e i talk-show non lo ammetteranno mai, tacceranno di creduloneria quegli operai che si fidano di una fascista come la Le Pen e continueranno a dedicare fiumi di parole alle ONG – sante e martiri – ma il dado, in parte, è tratto.
 
E se le parole della stampa sono destinate a sparire nel vento, i numeri dei mercati parlano chiaro:
 
tutta questa certezza che Emmanuel Macron sbarchi in carrozza all’Eliseo la sera del 7 maggio non c’è. Magari è soltanto scrupolo, magari scaramanzia dopo le batoste di Brexit ed elezione di Donald Trump ma i segnali sono chiari. Certo, Jean-Luc Mélenchon ha invitato i suoi elettori, un bel 18% del totale, a scegliere formalmente tra votare Macron e astenersi al secondo turno ma quanti prototipi degli operai di Amiens ci sono tra loro? Quanti di loro, ancora oggi, in pubblico non hanno il coraggio di dire che non vogliono un banchiere all’Eliseo e che sono pronti al grande salto nel buio? Il francese Fernandel, impersonando il mitico Don Camillo di Giovannino Guareschi, diceva chiaramente che nel segreto dell’urna, Dio ti vede e Stalin no. In questo caso, non c’è da scomodare l’Onnipotente: chi non ti vede nel segreto dell’urna è l’establishment. Chi ti vede, invece, è la consapevolezza di non avere più nulla da perdere. L’arma letale contro il potere.
 
Don Camillo E L’onorevole Peppone!
 
Da qui al 7 maggio ne accadranno di tutti i colori, prepariamoci ma teniamo a mente quanto successo ad Amiens: destra e sinistra, nella concezione polarizzata e sclerotizzata dello status quo borghese, sono morte. La lingua è quella della difesa degli interessi, nazionali, sociali e personali: e per quanto possa sembrare populista, quelli di uno che ha lavorato alla Banca Rothshield e viene applaudito da tutto l’establishment europeo e mondiale, non saranno mai gli stessi di un operaio del Nord della Francia che tra pochi mesi sarà disoccupato in nome di quella delocalizzazione che Macron e i suoi sodali hanno benedetto e innalzato a modello di sviluppo. L’aria sta cambiando e non serve attendersi sorprese il 7 maggio per capirlo: basta guardare la foto di copertina. Non sprechiamo tutto, lasciamo i media a difendere le ONG e gli interessi del potere mondialista: c’è da cavalcare la tigre, adesso. O mai più.
di Mauro Bottarelli – 27/04/2017 Fonte: Rischio Calcolato

Migranti, ecco perchè li portano tutti in Italia. Un patto segreto, o altro?

bonino sbarchi Italiatutte fantasie, è un caso.

 
Secondo leggi sul Diritto del Mare i migranti prelevati nelle acque internazionali possono chiedere asilo politico direttamente nello Stato di bandiera della nave, chiederlo quindi al del capitano in mare che ne è il rappresentante giuridico, quindi essere portati nel paese di bandiera dove attendere la conclusione dell’iter amministrativo della richiesta. Poco nota è la vicenda della nave militare spagnola Rio Segura. Perchè una nave di stanza nel porto di Las Palmas nelle Canarie, isole spagnole nell’Oceano Atlantico, sbarchi a Salerno 1.281 immigrati il 29 giugno scorso?
L’ex Ministro degli Esteri Emma Bonino ha chiarito: l’Italia nel 2014 ha chiesto acchè  “tutti i migranti” raccolti nell’ambito della missione europea Triton, fossero sbarcati in Italia, spiegando quindi la ragione per cui sia le navi militari europee sia le navi Ong facessero da traghetto dalle coste libiche a quelle italiane. A quanto pare deliberatamente prelevano ovunque e sanno già dove dirigere per consegnare il pacco. Non mi meraviglierei semmai dovesse uscire la notizia che questi navigli facciano proventi con il traffico di essere umani.
 
Facendo i controlli sulla nave Rio Segura della Guardia Civil spagnola tramite i siti web specializzati www.marinetraffic.com e www.vesselfinder.com risulta che la Rio Segura ha base nel porto di Las Palmas nelle Isole Canarie, territorio spagnolo in Oceano Atlantico di fronte alle coste dell’Africa occidentale. La Rio Segura si muove sistematicamente con il sistema di identificazione AIS spento e quindi impossibile tracciarne i percorsi, ma i dati storici che ci sono del solo 2016 sono eloquenti: il 6 ottobre del 2016 ha sbarcato a Cagliari ben 1258 migranti.
Le Isole Canarie sono uno dei punti di approdo dei flussi migratori dall’Africa sub-sahariana che così evitano la traversata del Sahara. I dati storici partono dal 1999 (875 sbarchi) al 2007 (12.478 sbarchi) con la punta massima nel 2006 (31.678 sbarchi).
 La Spagna ha siglato accordi di riammissione con vari Paesi dell’Africa occidentale, in cui si prevede il rimpatrio degli immigrati sbarcati irregolarmente. Come conseguenza è salito il numero di minori non accompagnati arrivati sull’arcipelago, di solito protetti dalla Convenzione per i diritti del fanciullo. E la Rio Segura sbarca 256 minori, 13 neonati e 11 donne incinte a Salerno, e 258 minori a Cagliari. A questo punto sarebbe da capire dove prendono gli immigrati le altre navi militari spagnole, come la Victoria che l’AIS  non lo accende mai.
Insomma niente più che una conferma di quanto detto dalla Bonino e smentito da nessuno: è stato firmato un trattato segreto dove “tutti i migranti” più o meno clandestini devono approdare in Italia, sia dalle navi militari che dalle Ong, sia raccolti davanti alle coste libiche sia dovunque, anche nell’Oceano Atlantico.
Sarebbe interessante conoscere i dettagli del  Trattato Segreto, o la parte non pubblica di Triton per trarne le conseguenze politiche e sicuramente elettorali. Eppure, in maniera bipartisan, lo  sapevano tutti, maggioranza ed opposizione. Solo gli italiani continuano a rimanere allo scuro.
di Emanuela Ricci – 13 LUG
fonte Quotidiano Il Primato Nazionale
foto Il  Messaggero

Nelle Ong spuntano gli stipendi d’oro: diecimila euro per salvare i migranti

nave ongtutto fango tutto fango su questi santi che solo ed unicamente per amore verso il prossimo che si “impegna” in questi “salvataggi”.

un ripassino  Donatori e interessi nascosti: ecco i misteri della Ong Moas


Chiamavano i migranti da soccorrere, “la roba”. E intascavano stipendi d’oro: da diecimila euro al mese. Le rivelazioni sulla nave Iuventa, appartenente a una Ong tedesca, fanno emergere un quadro impressionante sul business degli sbarchi. Come ha riportato il quotidiano La Stampa, dalle intercettazioni di due collaboratori di Save the Children, si evince come l’impegno di certe Ong sia tutt’altro che disinteressato. Uno chiede all’altro: «Quali erano secondo te le cose strane che hai visto?». E lui risponde:«”Innanzitutto il fatto che venissero pagati così tanto, il fatto che ci facessero fare queste c… di foto come …». L’amico chiede: «Perché loro, aspè perché loro erano pagati come stipendio dici?». Sorprendente la risposta: «Eh, si, cioè .. cioè uno che fa il volontario che si piglia 10.000 euro mi sembra …».
E un volontario rivela: “Quella Ong è fatta da banditi”
E in un’altra intercettazione: “Quegli altri, quelli là…”, continua in un’altra chiacchierata l’operatore riferendosi a un’altra organizzazione di volontari, “quelli erano banditi del mare non erano soccorritori del mare, eh? Quelli erano veramente banditi! Cioè veramente quella è stata proprio scandalosa… hanno fatto più morti loro che loro da soli coi gommoni”.
“Gran parte delle Ong non ha fini umanitari ma politici”
«È sempre più chiaro che almeno gran parte delle Ong che trasportano i migranti in Italia hanno fini politici e non umanitari. Il loro scopo è indebolire l’Italia economicamente, politicamente e socialmente, abbassare salari e diritti dei lavoratori italiani, per avvantaggiare grandi interessi internazionali». Lo sostiene il senatore di Forza Italia Lucio Malan. «Ecco perché a quelle Ong arrivano grandi e misteriosi finanziamenti, che consentono lauti stipendi ai cosiddetti volontari sulle navi che ci portano gli immigrati», sottolinea l’azzurro, aggiungendo: «È però desolante che tali soggetti trovino appoggi in Italia da parte di politici, presunti intellettuali o personaggi come il presidente dell’Inps».

di GUIDO LIBERATI – lunedì 7 agosto 2017

Enrico Bilderberg e la scomparsa dei fatti

enzo GrecoQueste Associazioni, tutto meno che umanitarie, parlando degli immigrati: li definiscono “roba” … i volontari a 10.000 euro al mese
(Immagine presa da Enzo Greco)

Enrico Bilderberg e la scomparsa dei fatti
Dopo aver detto sulla sua pagina Facebook che «Sul web c’è il Medio Evo, negazionisti, antivaccinisti, razzisti e cospiratori», ed aver raccolto migliaia di like, il direttore del Tg La7 Enrico Bilderberg aggiunge altre amenità piuttosto divertenti:
 
«Ma i soliti invasati hanno cominciato compulsivamente a scrivere “Chiedi scusa a Zuccaro”. Poveretti. Forse non sanno che il procuratore di Catania non ha nulla a che fare con l’inchiesta della magistratura di Trapani che ha portato al fermo della nave Iuventa. E che quella stessa inchiesta ha escluso qualsiasi fine di lucro nell’azione di quella Ong tedesca, che peraltro vive di crowdfunding (anche se dubito che gli invasati di cui sopra sappiano cos’è). Ora, sappiano costoro che qualche fesso ci sarà pure nel mondo delle Ong, come detto fin dal primo momento; ma che da qui a accusare quei giovani estremisti tedeschi, o addirittura tutte le Ong in quanto tali di guadagnare sull’accoglienza è un porcata, frutto di malanimo verso la stessa idea di solidarietà. Mai un solo indizio di lucro di una Ong è stato mostrato, mentre da mesi la macchina del discredito (Ong=coop=Buzzi) investe canagliescamente tutto un mondo fondato sul volontariato e le sottoscrizioni solidali.»
 
iuventa scafistiUn fermo immagine del video diffuso dalla Polizia di Stato, 02 agosto 2017. Sono tre gli episodi sui quali indaga la procura di Trapani e per i quali il gip ha disposto il sequestro preventivo della nave Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettet.
In realtà i fatti sono ben diversi da come dice Mentana e stavolta anche il Corriere se ne accorge, quando dice che i trafficanti libici hanno effettuato almeno tre «consegne controllate» di migranti all’equipaggio della nave «Iuventa» con la complicità di alcuni ufficiali della guardia costiera di Tripoli.
 
La nave Iuventa infatti, della tedesca Jugend Rettet, è stata poi bloccata al largo di Lampedusa, e dopo i controlli sequestrata: «Documentati contatti con i trafficanti da parte dell’equipaggio». L’ordine di sequestro del peschereccio della Ong tedesca racconta che cosa accade al largo della Libia, e svela gli accordi illeciti con altre organizzazioni, ma anche il ruolo di «Save the children» che ha «segnalato» le irregolarità commesse da alcune associazioni. Ora si va avanti, perché il prefetto Vittorio Rizzi, capo della Direzione anticrimine della polizia, si muove in coordinamento con tutte le Procure titolari delle inchieste proprio per individuare i possibili collegamenti con le organizzazioni criminali.
L’informativa della polizia dà conto dell’accaduto: «Il gommone della Iuventa si è diretto verso le coste libiche e da quei luoghi è sopraggiunta una imbarcazione verosimilmente con trafficanti a bordo; il gommone e il barchino con i presunti trafficanti, dopo essersi incontrati, sono restati affiancati per qualche minuto; dopo qualche istante il gommone si è diretto verso la Iuventa mentre l’altro natante ha proceduto verso le coste libiche; successivamente quest’ultima imbarcazione è riapparsa sullo scenario, “scortando” un gommone carico di migranti ed arrestando la navigazione solo in prossimità della Iuventa. Proprio la dinamica con la quale avveniva questo secondo “viaggio” del barchino consentiva di acquisire piena contezza che le persone a bordo fossero dei trafficanti.»
I primi a denunciare le «irregolarità» di Jugend Rittet sono stati alcuni membri dell’equipaggio della «Vos Hestia», la nave di Save the children (una delle tre Ong che ha firmato il codice di comportamento del Viminale approvato anche dall’Ue) a bordo della quale c’era un agente sotto copertura.
Uno di loro ha tra l’altro dichiarato a verbale: «Tra le organizzazioni la più temeraria era sicuramente la Iuventa. Da quello che ho potuto vedere sul radar, avendo io accesso al ponte, arrivava anche a 13 miglia dalle coste libiche, circostanza anche pericolosa. La Iuventa è un’imbarcazione piccola e vetusta, fungeva da “piattaforma” ed era sempre necessario l’intervento di una nave più grande sulla quale trasbordare i migranti soccorsi dal piccolo natante».
Tutti FATTI che smentiscono clamorosamente le affermazioni di Mentana, che a questo punto si rivela un mistificatore della realtà e un pessimo giornalista.
twit ongPerfino Minniti si è deciso a dettare regole più severe per le ONG, forse perché il problema sta diventando esplosivo, e in prossimità delle prossime elezioni è necessario salvare il salvabile.
 
Obiettivo del suo Codice di comportamento è quello di impedire che le Ong vadano a prelevare i migranti spingendosi in acque libiche o comunque al limite del confine marittimo, tant’è che viene  fissata una distanza minima dalla costa che non potrà essere superata. Del resto Magistratura, Parlamento, e Frontex  hanno dimostrato che spesso gli equipaggi decidono di spegnere i transponder per non essere identificati dalla guardia costiera libica, procedura che sarà vietata, così come non sarà più possibile segnalare la propria presenza con i razzi luminosi agli scafisti
Delle nove organizzazioni non governative sappiamo che solo poche hanno finora firmato, “Save the Children” e “Moas” hanno accettato subito, le altre o non si sono presentate, o hanno opposto un netto rifiuto, sotto la guida della più autorevole di tutte, “Medici senza frontiere”, che nel 1999, per la sua benemerita attività, vinse il Premio Nobel per la pace. Ma ora che il Parlamento ha deciso di organizzare l’intero progetto di attività delle navi italiane nelle acque libiche, quale forza avrà quel Codice di condotta?
Sappiamo anche che su due dei 13 punti le Ong hanno opposto un netto rifiuto: l’obbligo di ospitare agenti armati a bordo delle loro navi e l’impossibilità di trasbordare i migranti salvati su altre navi: dovrebbero condurli loro stessi in porto e questo, come ha osservato “Medici senza frontiere” rallenterebbe di molto l’attività di salvataggio.
 
Ma il Codice Minniti non ha valore di legge, non è un vero regolamento, perché non agevola la messa in pratica di norme primarie, non è nemmeno un accordo, dato che non c’è stata trattativa fra le parti. Ne sono certi gli avvocati e i giuristi dell’Asgi, associazione che da diversi lustri si occupa di immigrazione: «Il codice di comportamento è una bolla di sapone, e la mancata sottoscrizione non potrà avere alcuna conseguenza giuridica, se non nei casi e nei limiti già sanciti da norme nazionali e internazionali».
 
Una delle minacce contro le Ong ribelli sarebbe quella di chiudere loro l’accesso ai nostri porti, prospettata da alcune forze politiche.  Ma, se le navi in questione battono bandiera italiana, il rifiuto non potrà essere opposto, e nemmeno se queste navi hanno a bordo persone bisognose di aiuto. La navigazione in alto mare è libera, e il capitano di una nave ha l’obbligo di soccorrere imbarcazioni tanto di migranti quanto di turisti, che siano in pericolo. Non c’è Codice di comportamento che tenga. Insomma, si rischia un grosso pasticcio giuridico, a livello internazionale.
Numeri allarmanti comunque, anche senza tirare in ballo il «push factor», cioè la spinta ad aumentare le partenze da parte degli scafisti, consapevoli che grazie alle Ong è sufficiente portare i migranti al limite delle acque territoriali libiche. Una dinamica liquidata come indimostrabile pochi mesi fa e ora divenuta parte dell’agenda di governo, dopo essere finita sul tavolo del summit trilaterale di Parigi.
«Quanto al dottor Zuccaro» dice ancora Mentana «sono in attesa che dia un seguito a quelle parole ascoltate una mattina di tre mesi fa a Agorà: “A mio avviso alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti, e so di contatti. Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga. Forse la cosa potrebbe essere ancora più inquietante. Si perseguono da parte di alcune Ong finalità diverse: destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi”. Non ha mai mostrato un minimo labile indizio al riguardo. E non ha spiegato perché ha fatto quella sparata, lui che dovrebbe parlare per atti. So che molti sperano che sia come promette lui, che il mondo della solidarietà sia marcio, anche se non capisco il perché di tanto odio preconcetto. Ma fare questo mestiere vuol dire ragionare sui fatti e sulle storie, non sulle pulsioni viscerali»
Il procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro è stato crocifisso da Mentana, oltre che dai  presidenti delle Camere, dal ministro della Giustizia Orlando e dal Csm.
E ora, come se niente fosse, lo stesso governo fa sua quella denuncia e la trasforma in questione politica europea, una sorta di rivincita silenziosa per il procuratore di Catania. E nessuno, a parte Frontex, Di Maio, che le definì i “taxi del mare”, Meloni, Salvini e lo stesso Zuccaro, diceva una parola.
 
Intanto l’indagine di Catania è passata da «conoscitiva» a «penale», infatti dopo le Procure di Trapani e Palermo, anche quella di Catania ha iscritto nel registro degli indagati alcune delle persone coinvolte, e il fulcro dell’indagine riguarda le comunicazioni tra scafisti e personale delle Ong.
Evidentemente la sferzata di Zuccaro, che chiedeva maggiori mezzi d’indagagine, è servita, perché il fascicolo aperto a Catania riporta l’ipotesi di reato prevista dal sesto comma dell’articolo 416 bis: associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. Un reato che prevede una pena da cinque a quindici anni per chi promuove l’associazione e da quattro a nove per chi ne fa anche solo parte.
 
Zuccaro da parte sua non sembra commentare né gli sviluppi dell’inchiesta né quelli politici che ora confermano la sua denuncia, e incassa la rivincita con riserbo: «In questo momento commenti aggiuntivi sarebbero in contrasto con l’interesse delle indagini».
 
Ma intanto Enrico Bilderberg cosa fa? Non dovrebbe scusarsi con i suoi lettori e telespettatori una buona volta? Della libertà d’informazione si è fatto un’opinione del tutto personale, che non ci è consentito di conoscere? Oppure pensa che i fatti debbano coincidere con le sue opinioni?
 
 
Rosanna Spadini 05.08.2017

Un nero in bici sull’autostrada

bici in autostradaUn agente della polstrada filma un negro in bicicletta sulla Torino-Bardonecchia, infrazione al codice stradale e azione pericolosa che mette a repentaglio la sicurezza degli automobilisti e dello stesso “velocipedista”, e scatta la rissa tra sedicenti antirazzisti e cosiddetti razzisti, più che altro gente stufa delle risorse della Boldrini e delle sue balle politicamente corrette.
 
Siamo ormai alla caccia alle streghe, da parte di questi odiosi radical chic, contro chi non vuole rassegnarsi ad accettare lo stile di vita dei migranti, provenienti da quelli che un tempo venivano chiamati paesi del terzo mondo.
A nessuno di noi viene in mente di discriminare un uomo o una donna per il colore della sua pelle o per il suo genere sessuale. Tuttavia, nessuno può obbligare noialtri italiani a vivere secondo uno stile che non ci appartiene, culturalmente distante anni luce dai nostri costumi e tradizioni.
Non abbiamo nessuna intenzione di adattarci agli altri e non vogliamo obbligare chicchessia a vivere alla nostra maniera. Però, se qualcuno chiede ospitalità deve aderire alle regole del luogo (queste, spesso, non piacciono neanche a noi ma per convivere in pace le digeriamo, anche se malvolentieri), altrimenti va fuori dalle balle. Non si fanno favoritismi, né eccezioni.
Chi decide di venire in Italia si adegua alle leggi, rispetta i nostri valori (anche se non li condivide) e coltiva privatamente o collettivamente i propri, se non contrastano con le norme nazionali. Sono principi di civiltà ed educazione così banali che non si dovrebbe nemmeno discuterne. E se uno sbaglia, italiano o straniero che sia, viene sanzionato.
 
Qui, invece, non si può più nemmeno parlare e al primo accenno di insofferenza verso la marea di “soggetti differenti”, che fa un po’ come cazzo pare ad essa, si è tacciati di discriminazione razziale, sessismo ecc. ecc.. Lo abbiamo già detto chiaro e tondo. Non abbiamo alcuna intenzione di piegarci alla sciocchezza della diversità che arricchisce, non almeno a quelle condizioni degradanti di cui straparla la Boldrini. Lo ha chiarito bene La Grassa, la crescita reciproca tra genti eterogenee “avviene se gruppi di popolazioni diverse s’incontrano senza tuttavia essere sradicati dal loro territorio, dalla loro cultura e modo di vita e via dicendo. L’incontro di diversità è un conto; la mescolanza confusa e indifferenziata impoverisce culturalmente, crea attriti e conflitti, impoverisce e abbrutisce sotto tutti i punti di vista. Gli Usa da quasi due secoli ricevono migranti di tutti i colori e culture. Si è ben visto … come si sono ben integrati neri e bianchi, ecc. E gli Usa reggono perché sono ancora, e già da un secolo o poco meno, la più grande potenza mondiale, quella con più ampie sfere d’influenza. Se dovessero conoscere un periodo di vero declino, i loro guai in tema di convivenza sociale diverrebbero traumatici. E poi basta con questa storia dell’amor cristiano, della misericordia, ecc. Serve ormai a minare società già stabilizzate da secoli…Sarei d’accordo con chi introducesse misure di difesa dure e poco pietose”.
In verità, lo scopo “solidaristico” dei nostri politici non è affatto animato da umanitarismo. Vogliono, semplicemente, il caos sociale, in un momento di profonda crisi dal quale non sanno uscire, per usarlo contro gli italiani che hanno ormai in odio tutta la classe politica ed il suo servilismo verso i poteri forti interni ed esterni.
Alimentando le contraddizioni etniche, o le baggianate gender, intendono impedire che la rabbia sociale si rivolga contro di loro e le loro politiche di smantellamento delle precedenti sicurezze sociali.
Per evitare che ciò avvenga danno spago a qualsiasi sobillatore di finte rivoluzioni culturali, badando anche a censurare chi, al contrario, si indigna per simili porcherie, orientate a distruggere il tessuto connettivo della comunità tradizionale.
 
Ma costoro sono autenticamente degli idioti e prima o poi faranno una brutta fine. La Storia lo ha ampiamente dimostrato. Non potranno mettere la museruola a tutti e presto la canizza che hanno scatenato si avventerà sui loro stessi polpacci.
 
Oggi siamo dispettosi, vorremmo segnalare ai castigamatti moralisti uno che parla male dei negri e non è del KKK. Che non la passi liscia, come il poliziotto di cui sopra. Al lavoro, poveri coglioni del politicamente corretto!
di Gianni Petrosillo – 23/07/2017 Fonte: Conflitti e strategie