17enne tenta stupro in centro d’accoglienza

non-una-di-meno-675Non è violenza sulle donne, nessuna solidarietà e non denunciare che è razzismo.
 
 A seguire Savona, profugo 28enne indagato per violenza sessuale ai danni di una bambina di 8 anni
 
17enne tenta stupro in centro d’accoglienza
Pubblicato il: 17/02/2018 14:15
Un ragazzo di 17 anni, gambiano, è stato arrestato dalla polizia per violenza sessuale nei confronti di una operatrice di un centro di accoglienza per minori non accompagnati della periferia di Palermo. L’episodio sarebbe avvenuto qualche giorno fa quando il minore avrebbe attirato con un pretesto la donna nel seminterrato della struttura. Lì avrebbe tentato di violentarla ma l’operatrice è riuscita a liberarsi e chiedere aiuto. Immediata la segnalazione al 113 da parte della responsabile della comunità alloggio. I poliziotti hanno ascoltato la versione della vittima, confermata da chi l’aveva soccorsa dopo il tentativo di violenze, e il giovane è stato tratto in arresto.
Savona, profugo 28enne indagato per violenza sessuale ai danni di una bambina di 8 anni
L’episodio sarebbe avvenuto all’interno di un centro di accoglienza; la piccola anche lei richiedente asilo, si trovava nella struttura assieme alla madre
 
Ospite di un centro di accoglienza straordinaria per richiedenti asilo nella Provincia di Savona, avrebbe abusato sessualmente (si parla di carezze e palpeggiamenti) di una sua connazionale di 8 anni. E’ questa l’accusa della quale dovrà rispondere un 28enne nigeriano. A denunciare la presunta violenza è stata la madre della bambina, anche lei ospite assieme alla figlia all’interno della stessa struttura di accoglienza.
 
Questa mattina il giudice per le indagini Maurizio Picozzi ha fissato per giugno l’incidente probatorio durante la quale sarà ascoltata la bambina. L’uomo si trovava nella struttura assieme alla moglie e al figlio.

Noemi, Pamela, discriminazione mediatica ed ipocrisia. Generalizzare, quando è politically correct va bene, e quando è da condannare

Pamela assassinoNoemi e Pamela.  Due storie parallele e simili.
 
La prima sfruttata fino all’ultimo da TG e “info intrattenimento” per dimostrare la “violenza maschile” e sulle donne.
Morboso attaccamento ai particolari senza mai evidenziare i suoi problemi famigliari e di droga.  Ma non per rispetto.
Perché non erano utili al feticcio del “femminicidio” da sventolare.
Noemi rimane sugli schermi e apre alcuni TG tutt’ora.
Pamela.
Vittima dei tempi e dell’ingenuità che nei 18 anni ci sta tutta e che oggi qualcuno vorrebbe affibbiare come colpa.  L’eroina è un mostro “gentile ” che ti annulla anche a 50 anni. Figuriamoci a 18.
Pamela non apre i TG né pomeriggi “info intrattenitori” . Nel TG 3 finisce dopo il commissariamento della FIGC.
Le pagine femministe tacciono e nel silenzio urlano tutta l’ipocrisia che non ci sta in un “manifesto firmato da 180 attrici contro gli abusi”. Pamela scompare nel mantra politicamente corretto ,nonostante sia stata smembrata, vilipesa, illusa.
 
La sua colpa sta nel suo aguzzino e nella melanina.  Oggi non esistono carnefici che non siano maschi bianchi.
Il resto va dietro la lavagna del ” razzismo “.
 
E allora via a parlare di ” drogata” “ragazza difficile” “con una famiglia pessima” “era in overdose e lui si è spaventato”.
 
Il razzismo sta in questo..
In due vite parallele.
Una utile al mainstream quotidiano e al politicamente corretto.
L’altra no .
Pamela ci insegna,se ancora ce ne fosse bisogno, che l’informazione ha smesso di essere tale da tempo.
È propaganda.
 
E che il femminismo moderno è un contenitore isterico di ipocrisia.
 
 
Se il 40% degli stupri totali commessi in Italia vengono ascritti a immigrati, non bisogna generalizzare perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva.
 
Se il 31% degli omicidi commessi in Italia vedono esecutori stranieri, non bisogna generalizzare perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva.
 
Se oltre il 52 % delle.rapine violente con percosse e torure commesse in Italia vedono autori stranieri,, non bisogna generalizzare perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva.
 
Se ogni attentato terroristico porta sempre alla stessa matrice, non bisogna generalizzare perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva..
 
Insomma, non esiste evidenza che possiate presentare ai comunisti, senza che loro vi liquidino così.
Non bisogna generalizzare MAI, perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva…….
Salvo che uno squilibrato bianco ed italiano non si avvolga in una bandiera tricolore e spari dei colpi a titolo personale verso afrcani, nel qual caso allora la responsabilità diviene all’improvviso collettiva con Salvini che viene indicato quale “mandante morale” generalizzando su ogni elettore di destra ravvendendoci un complice, e con tutto il paese che non vota comunista chiamato dalla sinistra a chiedere scusa e magari ritirare la LEGA dalla scena politica lasciando spazio al.PD.
Dalla bacheca di Fabio Armano.

Rockfeller: “Siamo stati noi a finanziare il movimento femminista. E vuoi saper perchè?”

Aaron Russo, regista hollywoodiano e amico dei Rockefeller, quando nel 2005 scoprì di essere un malato terminale di cancro, dedicò gli ultimi anni della sua vita a girare un video documentario-testamento sul signoraggio e il nuovo ordine mondiale che diffuse liberamente e gratuitamente su internet.
 
In questo documentario parlò anche del movimento femminista e del ruolo fondamentale dei Rockfeller in tutto questo.
 
Uno spezzone dell’intervista è possibile vederla in questo video:
 
Ecco le sue dichiarazioni, quello che voglio precisare è che nessuno parla di diritti negati o di qualche assurda differenza tra uomo e donna. Il discorso fila se si vede sotto un altro aspetto, quello del capitalismo di una società che si adatta ad esso è ai suoi padroni.
Quando chiesero a Rockfeller dell’importanza di quello che era stato il movimento femminista lui rispose.
“Siamo stati noi a finanziarlo.
 
E vuoi saper perchè?
 
Primo se la donna lavora fuori possiamo tassare anche il suo lavoro cosa che non accadrebbe se fosse a casa.
 
Secondo Possiamo togliere i bambini fin dall’infanzia dall’educazione della famiglia
 
La famiglia poi? Poco redditizia.
 
Abbiamo bisogno di una donna libera al fine di colpire l’istituzione familiare e creare una generazione di persone prive di legami affettivi stabili. E lo sai bene anche tu, più una società è disgregata più i consumi aumentano.
 
Sessualità libera della donna doveva essere il motto in cambio dell’annullamento di tutti gli altri diritti della persona.”
Breve riflessione personale: credo che non ci sia stato nulla di sbagliato nel movimento femminista, forse bastava solo rieducare le nuove generazioni ma, l’unico problema è il tempo che ci viene rubato, è il tempo che non passiamo con la nostra famiglia e che passiamo a produrre. Ecco la vera rivoluzione: rivedere il sistema e soprattutto “ridistribuire” il tempo, perché no! Non siamo nati solo per lavorare. dicembre 27, 2017

I nemici della lingua italiana

boldrini duein soli due giorni 8 casi di stupro e violenza sulle donne ad opera di risorse sono accuratamente celati in trafiletti di giornale e chissà quante altre vittime sono rimaste ignorate, nascoste in altrettanti trafiletti che non debbano attirare l’attenzione. La Presidenta, paladina femminista ha altro a cui pensare, storpiare l’italiano è vera lotta per le donne e la loro incolumità. Il Tribunale di Bari ha condannato la Presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno a versare un risarcimento di 30.000 euro per la gestione del CIE di Bari, QUANTO DOVREBBERO CHIEDERE ALLE AUTORITA’, ONG E COOP, AI GIUDICI CHE RILASCIANO I DELINQUENTI IL GIORNO DOPO AVER COMMESSO UN REATO, LE VITTIME DI STUPRI E VIOLENZE??? Tanto NESSUNO rappresenterà la loro TRAGEDIA.


Nei decenni passati a deturpare in maniera orribile la lingua italiana erano soprattutto i vocaboli di origine statunitense che facevano tanto manager rampante, i quali spopolarono prima in ambito aziendale per poi invadere il giornalismo, la TV, i bar e purtroppo anche il lemmario del cittadino, non prima di essere stati sdoganati anche sui vocabolari che contano.
Oggi invece l’assalto a quello che resta della lingua italiana arriva dai dirittoumanisti radical chic modello Boldrini che ritengono doveroso ed indispensabile storpiare al femminile tutti quei vocaboli neutri che in quanto tali il femminile non c’è l’hanno.

Così sul sito del Ministero della Salute scopriamo l’esistenza della “ministra” Lorenzin, Laura Boldrini diventa “Presidenta” della Camera, sui giornali ci ragguagliano sulle decisioni della “Prefetta” caia o della “sindaca” sempronia, e via così con una saga del grottesco che fa rabbrividire chiunque ami almeno un poco la propria lingua.

Ma lo storpiamento in questo caso avrà anche un carattere istituzionale, poiché da settembre entrerà in vigore il “codice Boldrini” ed i dipendenti non potranno più entrare alla Camera privi dei nuovi tesserini con la declinazione della loro mansione secondo il genere femminile.

Sarà insomma la vera saga del festival del grottesco, con la consigliera comunale, l’assessora, la cancelliera, l’architetta, la Colonnella, la medica, l’ingegnera, la chirurga e chi più ne ha ne metta.

Ad ascoltare questi deliri viene quasi nostalgia dei manager rampanti, almeno loro non avevano la presunzione di ergersi a modello culturale e neppure l’appoggio incondizionato dei servi petalosi dell’Accademia della Crusca.

Marco Cedolin

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