“Eliminare la vita se troppo costosa”: ecco chi è Jacques Attali, maestro di Macron

Macron Attalil’eugenetica politically correct si basa su criteri economici quindi intoccabili, parola di filantropi. Basta dire anti fa ED IL GALOPPINO DELL’ELITE è SERVITO.

Sei povero? EUTANASIA. Magari con fattura inviata ai parenti, ovvio.


La Commissione Attali e l’Italia del 2008, nessuna sorpresa sul programma tanto caro alle sinistre europeiste
 
Parigi, 30 apr – Studi in ingegneria all’École polytechnique, dottorato in science economiche e specializzazione all’Ena, l’École nationale d’administration dalla quale escono i più importanti dirigenti della pubblica amministrazione francese. Il curriculum di Jacques Attali, è di tutto rispetto, con un cursus honorum che dopo numerose esperienze anche all’Eliseo l’ha portato, oggi, ad essere professore di economia all’Università Paris IX – Dauphine.
Attali è anche l’uomo che ha ‘scoperto’ Emmanuel Macron, presentandolo al presidente Hollande del quale è diventato consigliere. E ora che il candidato di En Marche! si appresta ad arrivare al ballottaggio con non poche chance di spuntarla su Marine Le Pen, è fra i papabili per la carica di ministro dell’Economia. Non sarebbe la prima volta che Attali si presta alla politica, avendo già ricoperto delicati incarichi come quello di collaboratore del presidente Francois Mitterand in un sodalizio cominciato nel 1973 e diventato ancora più stretto quando, nel 1981, l’esponente socialista sarà eletto presidente della repubblica.
 
E proprio del 1981 è l’intervista rilasciata per un libro di Michel Salomon, L’Avenir de la Vie (Il Futuro della Vita), edito per i tipi di Seghers, nel quale Attali spiega la sua visione in merito al futuro dello stato sociale: “Si potrà accettare l’idea di allungare la speranza di vita a condizione di rendere gli anziani solvibili e creare in tal modo in mercato“. Come risolvere il problema? “L’eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali del nostro futuro”, spiega, aggiungendo che “in una società capitalista, delle macchine permetteranno di eliminare la vita quando questa sarà insopportabile o economicamente troppo costosa“.
 
30/04/2017  Nicola Mattei – Il Primato Nazionale

Il caso. Si parla troppo di eutanasia e poco di diritto ad una vita dignitosa

La vicenda, tragica, dei due italiani che hanno scelto il suicidio assistito in Svizzera è riuscita a sviare, ancora una volta, l’attenzione dai problemi veri. Tutti impegnati a blaterare sul diritto, estremamente individuale, ad avere una morte dignitosa. Nessuno che si sia occupato del diritto, sociale, ad avere una vita dignitosa.
Già, perché una vita dignitosa significherebbe dover rinunciare all’esercito industriale di riserva rappresentato dai migranti. Significherebbe dover garantire retribuzioni adeguate, condizioni di lavoro decorose, speranze per il futuro. Un problema, per gli azionisti delle multinazionali che vedrebbero ridursi i dividendi. Costa molto di meno ridurre i posti letto negli ospedali per i malati e crearne per chi vuol metter fine alla propria vita. In attesa del passo successivo: metter fine anche alla vita di chi preferirebbe continuare ad assaporarla ma viene considerato un peso perché non più produttivo. Eutanasia obbligatoria invece di sprecar soldi per le pensioni: Un gran bel risparmio. D’altronde il mondo globalizzato non è interessato alla qualità della vita delle persone, soltanto alla loro produttività ed alla loro funzionalità all’interno del processo di sfruttamento. Però la globalizzazione può contare su un esercito di servi sciocchi, a disposizione per mistificare la realtà.
 
Così, ad esempio, gli oligarchi torinesi possono continuare a mentire sull’ottimo andamento dell’economia cittadina, cercando di mistificare anche i dati ufficiali negativi. Il numero delle aziende continua a calare? Vero, ma ci sono settori in crescita. Peccato che il settore che cresce di più sia quello delle sale giochi, delle slot machine, dei bingo (la versione figa della tombola). I templi moderni della disperazione e dell’illusione.
Si spera nella fortuna perché si sono perse le speranze nella realtà. Non più panem et circenses, solo circenses perché il pane è terminato sulle tavole delle plebi desideranti. Vita dignitosa? Non si sa più neppure cosa significhi. Il principio della “rana bollita” è diventato realtà. La rana, che scapperebbe se posta su una piastra bollente, continua invece a nuotare tranquilla in un pentolone pieno d’acqua che viene riscaldato poco a poco. Sino a far bollire l’acqua e la rana. Gli italiani vengono bolliti giorno dopo giorno, con l’eliminazione di un diritto per volta, in modo che quasi non ci facciano caso. Sino ad aver perso tutto ed invocare, a quel punto, una morte dignitosa. Che verrà magnanimamente concessa.
Di Augusto Grandi Pubblicato il 1 marzo 2017