Siria, la bufala dell’attacco chimico: è stato colpito un deposito dell’Isis

isis-765814Conferme anche da Mosca Siria, la bufala dell’attacco chimico: è stato colpito un deposito dell’Isis
L’esercito siriano ha in realtà centrato un magazzino e una fabbrica di armi, all’interno dei quali gli integralisti avevano messo le sostanze chimiche
5 Aprile 2017 alle 20:17
Il ministero della Difesa russo ha confermato quanto era già stato anticipato dalle forze armate siriane, smentendo la bufala del presunto raid con armi chimiche nella provincia siriana di Idlib: in un comunicato, Mosca ha spiegato che l’aviazione del regime di Bashar al-Assad ha in realtà colpito “un magazzino terroristico” contenente “sostanze chimiche” nei pressi di Khan Sheikhun, negando quindi categoricamente che sia stato sferrato alcun attacco con armi chimiche. “Secondo i dati obiettivi del controllo russo dello spazio aereo, l’aviazione siriana ha bombardato vicino Khan Sheikhun un enorme magazzino terroristico che conteneva sostanze chimiche”, si legge nella nota. La menzogna, ripresa da quasi tutti i media mondiali, era stata come al solito diffusa dal fantomatico “Osservatorio Siriano per i Diritti Umani”, generatore di menzogne con sede in Gran Bretagna.
Mosca conferma quindi che da parte di Damasco non c’è stato nessun raid con armi chimiche, ma spiega che gli agenti tossici erano contenuti nel deposito di una fabbrica di armi controllata dalle milizie dello Stato Islamico, contro il quale è stato sferrato un attacco da parte dell’esercito siriano. Il portavoce del ministero russo, il generale maggiore Igor Konashenkov, ha detto mercoledì mattina che le attività militari russe hanno registrato un attacco delle forze aeree siriane sul deposito e sulla fabbrica nella periferia orientale della città di Khan Sheikhoun. Il comando dell’esercito siriano aveva già negato “categoricamente di aver utilizzato armi chimiche o sostanze tossiche a Khan Sheikhun” sottolineando di non averne mai fatto uso né di volerlo fare in futuro”.
Gli agenti tossici che hanno fatto strage a Khan Sheikhoun provenivano quindi da un arsenale dei ribelli, come ha spiegato in modo dettagliato il portavoce del ministero della Difesa russo, il generale maggiore Igor Konashenkov. Gli attacchi dei jet di Damasco avrebbero messo nel mirino depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia est della città, senza poter immaginare che i ribelli dello Stato islamico vi avessero prodotto e immagazzinato anche delle armi chimiche. Konashenkov ha sottolineato che il tipo di armi chimiche prodotte nella fabbrica colpita dai raid aerei erano già state utilizzate in Iraq ed erano state usate precedentemente dai ribelli di Al Nusra ad Aleppo, come dimostrerebbe il fatto che le vittime avevano sintomi analoghi a quelli osservati nelle immagini arrivate da Khan Sheikhoun.