Rapporto choc della Dia: 9 città sono ostaggio della mafia nigeriana, la più feroce in Italia

l'integrazione di Black Axe in Canada

l’integrazione di Black Axe in Canada

razzisti, la mafia è bella. Per quello che a Palermo gli agguati che ridocono in fin di vita una persona non sono diretti ai vari boss che si aggirano ma ad avversari politici.


febbraio 16, 2018
«la mafia straniera più feroce e strutturata in Italia». Rapporto choc della Direzione Investigativa Antimafia, nove grandi città italiane sono ostaggio della violenta mafia nigeriana.
La precisazione, tra persone intelligenti, sarebbe inutile; ma, a scanso di equivoci, la facciamo comunque: quando parliamo di «mafia nigeriana» in Italia, ci riferiamo ai nigeriani dediti al crimine, non certo ai loro connazionali estranei alla delinquenza.
 
Detto ciò, per comprendere il contesto «socio-antropologico» in cui si muovevano i tre presunti killer nigeriani che hanno massacrato la povera Pamela Mastropietro, è opportuno fare un passo indietro. E analizzare la repentina mutazione genetica e il veloce consolidamento sul territorio nazionale di questi clan che la relazione 2016 della Dia (Direzione investigativa antimafia) definisce «la mafia straniera più feroce e strutturata in Italia».
 
L’ultimo rapporto dell’intelligence, già nell’introduzione, offre uno scenario inquietante: «Il radicamento nel nostro Paese di tale consorteria eemerso in diverse inchieste, che ne hanno evidenziato la natura mafiosa, peraltro confermata da sentenze di condanna passate in giudicato».
Il rapporto degli esperti spiega come l’organizzazione si sia gradualmente trasformata da «gregaria» a «dominante»: se infatti fino al 2010 (l’anno della tristemente nota rivolta di Rosarno) le bande nigeriane, per poter «lavorare», dovevano pagare il pizzo alle mafie autoctone (camorra, cosa nostra e ‘ndrangheta), da quel momento in poi assistiamo a un «progressivo affrancamento caratterizzato da un modus operandi connotato da inaudita violenza». Risultato: in regioni come Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Piemonte, Veneto i tre nuclei storici della mafia nigeriana (Aye Confraternite, Eiye e Black Axe) assumono un ruolo egemone, monopolizzando in importanti città (Torino, Verona, Bologna, Roma, Macerata, Napoli, Palermo, Bari, Caserta) i mercati dediti a prostituzione, spaccio di droga, traffico di armi, usura, racket delle scommesse, tratta dei migranti e perfino truffe on line.
 
Anche per tale ragione quella nigeriana è la comunità straniera presenta in Italia che commette più reati e registra il maggior numero di espulsioni.
 
Un tempo l’antica leadership si limitava solo al caporalato di stampo schiavistico. Poi il salto qualitativo. Tra le città ostaggio della mafia nigeriana c’è anche Macerata; qui Pamela Mastropietro ha incrociato i suoi carnefici nigeriani, qui Pamela è stata tagliata a pezzi con modalità tipiche della tradizione tribale nigeriana. È solo in questo senso che la mafia nigeriana c’entra con il delitto della 18enne romana.
 
«I tre nigeriani ora in carcere – spiega una fonte investigativa al Giornale – erano tutti e tre pusher affiliati certamente alle gang nigeriane che a Macerata controllano il business della prostituzione e dello spaccio di droga.
Questo non significa che la mafia nigeriana, in sé, sia coinvolta nell’omicidio della ragazza, ma semplicemente che tre suoi esponenti si siano macchiati di un delitto orribile».
E quel sezionare il corpo in maniera «scientifica»? «I riti voodoo non hanno attinenza con questo caso – spiega un inquirente – ma il modo con cui il cadavere di Pamela è stato fatto a pezzi rimanda a una tradizione tipicamente tribale propria della comunità nigeriana dove padroneggiare l’uso di mannaie e coltelli è pratica insegnata anche ai bambini».
Un’aggressività che «la mafia nigeriana esercita nella gestione dei suoi affari con efferate forme di militarizzazione».
 
Gli uomini restano sotto ricatto a vita. La loro attività primaria resta lo spaccio di droga. E se poi incontrano una ragazza fragile come Pamela, la invitano a casa. Per un festino. Mortale.
 
Con fonte Il Giornale redazione riscatto nazionale.net

17enne tenta stupro in centro d’accoglienza

non-una-di-meno-675Non è violenza sulle donne, nessuna solidarietà e non denunciare che è razzismo.
 
 A seguire Savona, profugo 28enne indagato per violenza sessuale ai danni di una bambina di 8 anni
 
17enne tenta stupro in centro d’accoglienza
Pubblicato il: 17/02/2018 14:15
Un ragazzo di 17 anni, gambiano, è stato arrestato dalla polizia per violenza sessuale nei confronti di una operatrice di un centro di accoglienza per minori non accompagnati della periferia di Palermo. L’episodio sarebbe avvenuto qualche giorno fa quando il minore avrebbe attirato con un pretesto la donna nel seminterrato della struttura. Lì avrebbe tentato di violentarla ma l’operatrice è riuscita a liberarsi e chiedere aiuto. Immediata la segnalazione al 113 da parte della responsabile della comunità alloggio. I poliziotti hanno ascoltato la versione della vittima, confermata da chi l’aveva soccorsa dopo il tentativo di violenze, e il giovane è stato tratto in arresto.
Savona, profugo 28enne indagato per violenza sessuale ai danni di una bambina di 8 anni
L’episodio sarebbe avvenuto all’interno di un centro di accoglienza; la piccola anche lei richiedente asilo, si trovava nella struttura assieme alla madre
 
Ospite di un centro di accoglienza straordinaria per richiedenti asilo nella Provincia di Savona, avrebbe abusato sessualmente (si parla di carezze e palpeggiamenti) di una sua connazionale di 8 anni. E’ questa l’accusa della quale dovrà rispondere un 28enne nigeriano. A denunciare la presunta violenza è stata la madre della bambina, anche lei ospite assieme alla figlia all’interno della stessa struttura di accoglienza.
 
Questa mattina il giudice per le indagini Maurizio Picozzi ha fissato per giugno l’incidente probatorio durante la quale sarà ascoltata la bambina. L’uomo si trovava nella struttura assieme alla moglie e al figlio.

Terrore nel centro di accoglienza, minaccia con mannaia ospiti e sequestra operatore

SGOZZARE-PASSANTI-672x361sicuramente se da loro usa così, chi siamo noi per giudicare? Nella foto, l’autore di altre prodi gesta di condivisione kulturale ormai quotidianoa

Terrore nel centro di accoglienza, minaccia con mannaia ospiti e sequestra operatore
8 febbraio 2018
 
L’episodio è avvenuto in via San Luca nel Centro Storico di Genova
 
Momenti di terrore in un centro di accoglienza per migranti in via San Luca nel Centro Storico di Genova.
 
Un 22enne del Ghana ha dapprima minacciato gli ospiti con una mannaia, poi ha chiuso un operatore in una stanza impedendogli di uscire.  Sul posto è poi intervenuta la polizia.
 
Il 22enne del Ghana è stato così arrestato con l’accusa di sequestro di persona e denunciato per minacce aggravate.
 
Da una ricostruzione effettuata dagli agenti delle volanti, ieri il giovane aveva minacciato con una mannaia gli inquilini del centro, in cui è ospitato, e poi ha distrutto gli arredi costringendo gli altri ospiti ad uscire in strada.
 
In conseguenza dell’episodio gli operatori del centro avevano indetto una riunione interna per discutere dell’episodio.
 
Però, durante tale incontro, il 22enne ha fatto irruzione nella sala e, farneticando frasi senza senso, si è mostrato aggressivo nei confronti dei presenti, colpendo con un pugno al polso un’operatrice e causandole un trauma, medicato al pronto soccorso con 5 giorni di prognosi.
 
A quel punto un altro operatore lo ha portato in un’altra stanza ma il giovane, improvvisamente, ha chiuso a chiave la porta. Dopo diversi tentativi di farsi aprire la porta sbarrata e liberare l’operatore, è stata chiamata la polizia con gli agenti che lo hanno arrestato e condotto nel carcere di Marassi.

Macerata, svolta dall’autopsia su Pamela: “Colpita mentre era viva”

pamela mastropietroil brutale femminicidio di cui non si DEVE parlare onde evitare l’accusa di razzismo


Macerata, svolta dall’autopsia su Pamela: “Colpita mentre era viva”
L’esame autoptico su Pamela Mastropietro rivela colpi inferti mentre era ancora viva. Il medico legale: “Arriveremo alla verità”
 
Si assottiglia la tesi della morte per overdose. L’autopsia realizzata ieri, cinque lunghissime ore tra pezzi di cadavere “sezionati in modo scientifico”, sta portando sempre più gli inquirenti verso l’ipotesi di una morte violenta.
 
Pamela Mastropietro, insomma, sarebbe stata uccisa dai due nigeriani, Innocent Oseghale e Lucky Desmond (29 e 23 anni), accusati di omicidio e vilipendio di cadavere. Un colpo alla tempia e altri al torace inferti probabilmente mentre il sangue della giovane scorreva ancora nelle sue vene.
 
L’autopsia su Pamela Mastropietro
“Ci metteremo un po’ di tempo ma riusciremo a chiarire tutto, questo è sicuro, lo dobbiamo innanzitutto a Pamela”, ha detto ieri di fronte ai cronisti Mariano Cingolani, medico legale di lungo corso. “Ci stiamo approssimando sempre di più verso la chiarificazione di questa ipotesi, la morte violenta. “Ci sono dati a conforto di questa ipotesi”, ha chiarito.
 
Il colpo alla tempia
Di cosa si tratta? L’autopsia è molto difficile. Il corpo della giovane è stato dissanguato e con ogni probabilità lavato nella candeggina. Ma per il medico legale ci sarebbero segni di “applicazione di violenza sicuramente in condizioni di vitalità”. Mentre Pamela era in vita, insomma, “è stata applicata energia” con “un corpo contundente” alla tempia. È stata questa la cusa del decesso? Ancora troppo preso per dirlo, ma di sicuro il colpo è stato – dice Cingolano – “non indifferente”. Sul cranio sono state trovate due lesioni riconucibili proprio ad una bottta inferta con un oggetto contundente.
Non solo. A rinforzare l’ipotesi di omicidio sostenuta dal procuratore capo di Macerata Giovanni Giorgio e dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli, ci sono anche due ferite all’altezza del fegato. Anche queste, scrive il Corriere, sarebbero state inferte a Pamela mentre era in vita.
 
L’esame istologico chiarirà l’omicidio di Macerata
La certezza ancora non c’è. Per chiarire definitivamente il quadro bisognerà attendere gli esami istologici. “Può anche essere – spiega il medico legale – che in una fase successiva scopriremo che la morte è arrivata per entrambe le cause, anche quella chimica”. Resta però il fatto delle violenze inflitte mentre era viva.
 
Il cadavere smembrato
Tremenda invece la descrizione che Cingolani fa delle condizioni del cadavere. Se per assurdo avesse dovuto fare quest’operazione un medico legale, in un laboratorio e con tutti gli strumenti del caso a sua disposizione, ci sarebbero volute almeno otto ore”, ha detto riferendosi all’opera di smembrameto del corpo. Considerando che Pamela è stata vista entrare a casa di Innocent intorno alle 11 del 30 gennaio e che le due valige dell’orrore sarebbero arrivate uscite solo alle 22, per gli inquirenti – scrive il Tempo – sarebbe stato impossibile per un solo uomo realizzare tutto da solo. Ecco perché le attenzioni si sono rivolte ai due nigeriani. Claudio Cartaldo – Ven, 09/02/2018 – 09:16

Come comportarsi con una donna: profughi a lezione di cultura italiana

Dopo le parole della femminista Carmen di Genio:

Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia, sulla spiaggia non si può violentare una persona perché probabilmente lui non lo sa nemmeno, non lo sa proprio.Per questo agli extracomunitari dobbiamo educarli alle nostre regole applicando questo principio di legalità

si apre un’altra bella diga di soldi del contribuente verso le solite “solidali ed antirazziste” COOP, questo “corso” farà da apripista. Quanto costa questo corso? Chi lo paga?

Come comportarsi con una donna: profughi a lezione di cultura italiana
Succede a Carpi con la cooperativa Leone Rosso: impareranno anche la Costituzione e le basi della nostra cucina
nella foto Marco Gheller (Leone Rosso)marco gheller
Carpi (Modena), 24 gennaio 2018 – Come avvicinare una donna per conoscerla, come corteggiarla e come comportarsi con lei nell’intimità.
A Carpi i profughi stanno frequentando lezioni di ‘approccio sessuale’, un corso accelerato su tutti quelli che sono i comportamenti da tenere nel rapporto con l’altro sesso nell’ambito della cultura italiana.
 
Un progetto innovativo della cooperativa Leone Rosso, originaria della Valle D’Aosta e gestore della maggior parte dei profughi accolti in città, circa ottanta su 120-130.
 
La cooperativa ha avviato l’anno scorso i corsi di italiano nella parrocchia di Quartirolo e ora è passata allo step successivo: dai corsi di italiano ai corsi di italianità, cioè l’insegnamento ai profughi della cultura italiana, dagli articoli della Costituzione all’alimentazione fino all’approccio di genere.
 
I corsi vengono tenuti da personale specializzato di Arci, con cui Leone Rosso ha stipulato una convenzione, supportati da due mediatori della cooperativa.
 
«I ragazzi più meritevoli stanno frequentando il corso di cultura italiana diviso in tre moduli» spiega Marco Gheller responsabile di Leone Rosso che ha sede in Valle d’Aosta.
«Il primo modulo è sui concetti di razzismo, etnia e differenze, il secondo modulo è sulla Costituzione italiana e vengono spiegati concetti anche complessi come la tripartizione dei poteri»spiega Gheller. Gli ultimi due moduli sono sulla cucina italiana, i cibi e i modi per cucinarli, e l’approccio comportamentale e sessuale verso le donne. «Le insegnanti, due donne italiane ma di origine africana, spiegano ai ragazzi che nella cultura occidentale la donna ha gli stessi diritti e doveri dell’uomo, che quando dice ‘no’ va rispettata, che non va picchiata».
 
Concetti della cultura italiana la cui conoscenza è indispensabile per l’integrazione di oggi e di domani, dovunque vadano i profughi carpigiani una volta accettata la loro richiesta di asilo.
 
Ma anche la cultura alimentare è fondamentale, come spiega Gheller. «Il 30% dei profughi che finiscono al pronto soccorso ha problemi legati ad una alimentazione errata: vogliono cucinare gli stessi piatti che mangiavano nel loro Paese d’origine ma con gli ingredienti che trovano qui non è la stessa cosa e si sentono male». Provano a cucinare una sorta di polenta nigeriana ma non digeriscono le farine italiane oppure friggono quasi tutto quello che c’è nel frigorifero. «Ultimamente va un po’ meglio, iniziano a chiederci l’olio d’oliva».
 
di SILVIA SARACINO – Pubblicato il 24 gennaio 2018

Gentiloni, ricostruzione sisma 2016 e “corretta informazione”

La-CoopNonSeiTuSicuramente gli sporadici video sulle condizioni dei terremotati sono fruttto di “propaganda fascista” contro il governo dei giusti. Gentiloni chiede la censura e nessuno si indigna. Decisamente percepibile la differenza di attenzione rivolta alle vittime del terremoto dell’Aquila rispetto alle vittime del sisma del 24 agosto 2016 E SEGUENTI, nessun comitato delle cariole etc. Effetto governo amico?

TG5 VIDEO Casette? Invivibili! Lo scandalo delle casette inutilizzabili consegnate ai terremotati. del 29 DIC 2017

TGCOM24 Terremoto: consegnate casette difettose e sporche nelle Marche di Luca Pesante 26 DIC 2017

STUDIO APERTO
Nelle casette, a meno dieci Amatrice, Capodanno difficile per le famiglie nelle casette.
30 DIC 2017 Caldaie montate all’esterno congelate

VEDI ANCHE PRECEDENTE SULLE CONDIZIONI DEI TERREMOTATI E SUGLI APPALTI

300 CASETTE POST SISMA NON SALDATE DALLE COOP AL COSTRUTTORE, MA I POLITICI LE INAUGURANO CON ENFASI. IMPERVERSA IL MONOPOLIO COOP NEGLI APPALTI PUBBLICI, SALTANO ALTRI 50 POSTI DI LAVORO“

Terremoto, Gentiloni: «Segnali di ripresa»

Umbria, il presidente del Consiglio ne ha parlato in occasione della conferenza di fine legislatura: «Sono meno tranquillo sui ritardi e sul ‘corpo a corpo’ con gli intoppi burocratici»

L’occasione per parlarne – poco meno di due minuti – è stata la conferenza di esposizione del bilancio di fine legislatura. E il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha dedicato parte del suo ampio discorso anche alla scia sismica del 2016 e alle diverse zone del centro Italia ancora in difficoltà a oltre un anno dalla scossa più forte, quella del 30 ottobre: «I segnali di ripresa sono tanti».

Tranquillo, ma non su tutto Il ‘premier’ ha sottolineato in primis la «sequenza senza precedenti di eventi sismici, così come le risorse e le norme che abbiamo messo in campo». Bene, poi il giudizio sintetico sugli aspetti positivi e negativi: «Di questo – in riferimento all’impegno del governo – sono tranquillo. Meno invece sui ritardi, sui tempi di realizzazione e sul ‘corpo a corpo’ continuo che facciamo noi e i sindaci con le strozzature e gli intoppi burocratici».

I segnali di ripresa Infine – Gentiloni si rivolge ai giornalisti – il presidente del Consiglio ha chiesto aiuto ai media per far passare un messaggio: «Ma non perché – ha specificato – ci sia qualcosa da silenziare, si deve informare. Bensì per mettere in luce i tantissimi segnali di ripresa di vita nelle zone colpite dal sisma. Credo che non sia solo un dovere del governo: penso che il dare una speranza ed evidenziare i segnali di ripresa di vita e delle attività economica sia un dovere dell’intera comunità nazionale».
28 Dic 2017 12:06 FONTE

Mentre i profughi stanno negli hotel a 3 stelle, guardate in che condizioni sono i terremotati

se a speculare sui terremotati non è il partito del satrapo di Arcore VA TUTTO BENE, SOPRATTUTTO SE E’ UNA COOP (di Buzzi tra l’altro)
boldrini concerto terremoto
VIDEO
Mentre i profughi stanno negli hotel a 3 stelle, guardate in che condizioni sono i terremotati
Queste sono le condizioni di abbandono dei terremotati.
Il fatto che privati e associazioni si stiano dando da fare per aiutarli è onorevole. Ma purtroppo il fatto che lo Stato li abbia dimenticati nella situazione precaria in cui si trovano, in inverno, con temperature che hanno sfiorato -8 o anche -15 gradi, è VERGOGNOSO.
 
Guardate il video, ospiti delle roulotte ci sono anche 8 bambini. E non vogliamo immaginare come staranno gli anziani sfollati…
 
Diffondete questo video dappertutto, fate sapere a tutti cosa fa questo governo di m…a! Nessun TG e nessun programma televisivo ha fatto vedere a tutta la Popolazione italiana la situazione attuale dei terremotati.
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“Bella ciao” accoglie la manifestazione anti-fascista a Como: presenti Renzi, Delrio e Boldrini.

como senza frontierepraticamente una riunione del Pd con i relativi skagnozzi dei centri sociali. In difesa di mafia capitale. Ah sì certo, contro l’estrema violenza che ha costretto all’ascolto di un volantino una cooperativa che si occupa (chissà con i soldi di chi) dei migranti. Vuoi mettere contro le bombe anarchiche?
Notare pure la presenza di Delrio che si rallegrava del terremoto come VOLANO DEL PIL (è sempre lì al suo posto, nessuna indignazione mica è il nano di Arcore).
WhatsApp-Image-2017-12-09-at-14.07.59-650x488La Boldrini parla tanto di non violenza ma non ricordo manifestazioni contro gli stupri quotidiani ad opera delle risorse. Tanto basta tacciare chiunque non sia allineato alle idee del regime (si chiamano così i governi non eletti, mi pare) di essere fascista che “combatterlo” con ogni mezzo diventa lecito senza dare spiegazioni. Gulak subito per dissidenti, ah no giusto, per i fascisti.

“Bella ciao” accoglie la manifestazione anti-fascista a Como: presenti Renzi, Delrio e Boldrini.
Contro-manifestazione di Forza Nuova in un albergo di Como. Casapound si dissocia: “I blitz sotto i giornali sono inopportuni”
Le note di Bella ciao, bandiere del Pd, di Cgil e Cisl, almeno 3 mila persone sul lungolago di Como per la manifestazione antifascista. Pochi minuti dopo le 11 il segretario del Pd Matteo Renzi è arrivato nel luogo dell’evento, accompagnato dal ministro delle infrastrutture Graziano Delrio. L’ex premier non si è fermato con i giornalisti, ma con alcuni dei presenti, ringraziandoli della partecipazione.
I big in piazza
Hanno partecipato anche la presidente della Camera, Laura Boldrini (che in una intervista ha dichiarato «Bisogna ripartire dalla nostra storia: la liberazione dal nazifascismo non fu un evento “di parte”, ma un atto corale dell’Italia che si ribellava al regime per riprendersi la libertà. Tutte le forze politiche democratiche dovrebbero fare fronte comune contro chi si richiama a quel regime che fu di sopraffazione, di annientamento dei diversi, di discriminazione nei confronti delle donne»), la segretaria della Cgil Susanna Camusso e diversi ministri e politici locali. Nessuno di loro, pero, è intervenuto dal palco, se non il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, che era gli fra gli organizzatori.
Martina si è limitato a un breve saluto finale, per poi replicare successivamente: «Salvini al governo sarebbe un rischio serio per l’Italia», rispondendo al segretario della Lega Nord che ha accusato la piazza di Como di «sostenere l’immigrazione fuori controllo».
Una ventina di pullman sono stati messi a disposizione dal Pd per tutto il nord Italia. Davanti al lago, è stato allestito un palco, dove sarà dato spazio ai giovani, non solo del Pd ma dell’associazione «Como senza frontiere» e di altre che leggeranno testi dell’antifascismo, di Calamandrei e Pertini. Hanno preso la parola anche la Presidente ANPI Carla Nespolo e il giornalista Daniele Piervincenzi, che fu aggredito a Ostia.
La contro-manifestazione di Forza Nuova
Mezz’ora dopo l’inizio della manifestazione, in un albergo di Como, è iniziato un incontro annunciato a porte chiuse, proprio di Forza Nuova con il segretario Roberto Fiore. Più giornalisti che simpatizzanti. Il leader del movimento di ultra destra, Fiore, lancia il suo programma politico. «Basta falsità sui giornali», È l’esordio di Fiore, che rivendica la manifestazione davanti a Repubblica di due giorni fa a Roma. «Gli africani vanno aiutati a casa loro», uno degli slogan. «Il Papa e mal consigliato», secondo il leader di Forza Nuova in riferimento alla linea del Vaticano sull’immigrazione. Per Fiore «si vuole creare un clima d’odio poco prima della caduta di un regime». Inoltre, i militanti di Fn, «Non si fanno intimidire e rispondono se attaccati». In merito al blitz nel centro di volontariato di pochi giorni fa ad opera di alcuni simpatizzanti, Fiore ha sostenuto che si «ė trattato di un gesto pacifico contro il business dell’immigrazione».
 
«`Il nostro nemico è il Partito Democratico´ ha detto oggi Roberto Fiore, capo di Forza Nuova. A nome di tutto il PD voglio dire che questa affermazione non ci fa paura. Perché è una frase che chiarisce ancora una volta chi sono loro e chi siamo noi», ha poi scritto Matteo Renzi su Facebook. «Nessuna persona è nostra nemica, ma siamo nemici di ogni violenza, di ogni intolleranza, di ogni fascismo. Abbiamo molte persone che ci considerano avversari, tanti ci considerano nemici, qualcuno ci odia. Ma noi siamo e saremo sempre amici della verità, della libertà, della democrazia, dei diritti. Se Forza Nuova considera il Pd come nemico – conclude Renzi – è perché noi siamo dalla parte giusta. E di lì non ci muoveremo mai».
La risposta di Casapound: “Inopportuno agire così”
«Non so se i blitz a Repubblica e a Como siano stati fatti solo per attirare attenzione. Non giudico quello che fanno altri movimenti di un’area politica in cui è inserita anche Casapound. Noi la controinformazione la facciamo diversamente. I blitz sotto i giornali sono inopportuni, perché danno l’idea che si voglia chiudere la bocca a qualcuno», ha fatto sapere Simone Di Stefano, segretario nazionale di Casapound Italia, a margine di un evento alla Spezia. «Se vogliamo contrastare un’ informazione a senso unico lo facciamo confrontandoci liberamente col giornalismo, come abbiamo fatto invitando Mentana, Formigli e altri».
 
E sul blitz di Como ha aggiunto: «Avere dentro una sede dieci ragazzini che leggono un volantino può sembrare un atto intimidatorio. Ma non si può parlare di violenza quando dall’altra parte dello schieramento abbiamo chi mette bombe, assalta sedi e banchetti e parlo dei centri sociali e dell’antifascismo. Puntualmente assaltano gli stand della Lega Nord e le sedi di Casapound. Quello di Como non è stato un atto di violenza brutale come se ne vede a sinistra ma un’intimidazione».
Como Senza Frontiere
09/12/2017 alle ore 20:01 emilio randacio -inviato a como

Merano: 57mila euro di soldi pubblici per dare lavoro ai migranti

RISTORANTE africanoaltro business con i soldi dei contribuenti,  chi incassa ovviamente LE COOP……PER OFFRIRE LAVORO TEMPORANEO POI Si spendono tanti soldi per trovare lavoro al 40% dei giovani italiani disoccupati?!? Ah giusto, sono choosy non vogliono lavorare.
Merano: 57mila euro di soldi pubblici per dare lavoro ai migranti
venerdì, 11, agosto, 2017
In Alto Adige si assumono richiedenti asilo. Di fatto i migranti saranno impiegati nella frutticoltura e anche nella gestione di un ristorante di cucina africana.
 
A segnalare l’iniziativa è la stessa Provinca Autonoma dalla Ripartizione Lavoro. Il ristorante, con uno stanziamento di 57.000 euro da parte dello Stato a favore del Comune di Merano, sarà gestito da una cooperativa sociale con il sostegno della federazione cooperative di una banca altoatesina.
“L’utilizzo di persone richiedenti asilo per la raccolta della frutta rappresenta un’opportunità sia per i datori di lavoro che per i lavoratori – ha detto Helmuth Sinn, direttore della Ripartizione lavoro della Provincia -. In questo senso l’utilizzo di persone richiedenti asilo nel campo della raccolta della frutta può essere senz’altro considerata un’utile misura di integrazione“.
Secondo la Provincia “se per i richiedenti asilo il lavoro nell’ambito della raccolta della frutta può offrire l’opportunità di conoscere meglio l’ Alto Adige, di migliorare le loro conoscenze linguistiche e di avere per alcuni mesi un’occupazione e quindi un reddito, per i datori di lavoro si tratta di un’occasione per conoscere da vicino queste persone provenienti da altri Paesi e fuggite da situazioni di povertà o dalla guerra”.

Condannata per aver ‘offeso’ le Coop, “Io sto con Federica Epis”

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ma le coop non sono mafia come le Ong non sono SCAFISTE. e NON SIAMO IN UN REGIME NO NO. Condannata per nessun reato, SOLO POLITICO. Questa giudicia dovrebbe essere condannata per abuso di potere, perché non condanna allora il pool che indaga sui traffici LOSCHI DELLE ONG? I richiedenti asilo non sarebbero clandestini? Richiedere uno status significa già esserne in possesso???????

È stata condannata per aver discriminato l’attività di tre cooperative che si occupano di accoglienza di migranti. Il tribunale di Brescia ha condannato al pagamento di seimila euro, duemila per ognuna delle associazioni citate, la segretaria della sezione della Lega Nord
Il 4 agosto è arrivato a Federica Epis, la segretaria della Lega Nord di Orzinuovi, l’intimazione di pignoramento sullo stipendio per QUATTORDICIMILA EURO!
La richiesta di sospensiva, con udienza in calendario a settembre, è stata del tutto ignorata. Federica, lo ricordiamo, è stata condannata a pagare un RISARCIMENTO non per aver diffamato qualcuno ma perchè alcune cooperative si sono sentite DISCRIMINATE dalle sue parole e per aver usato il termine CLANDESTINO.
Federica ha espresso un’OPINIONE è per questo è stata condannata.
Convinti che la libertà di parola sia uno dei diritti fondamentali della persona continueremo questa battaglia a fianco di Federica, scrive su facebook il comitato facebook.com/iostoconfedericaepis
La vicenda
Il 12 giugno di un anno fa (milano.repubblica.it), Federica Epis, segretaria della sezione del Carroccio, aveva postato un articolo del quotidiano locale ‘Bresciaoggi’ che parlava di immigrazione commentandoQuesto è l’elenco delle cooperative che con la faccetta misericordiosa di chi fa beneficenza stanno invece lucrando sul traffico di clandestini“.
In sostanza, secondo il giudice, la Epis stava insinuando che le associazioni K-PaxPuerto Escondido e Asgi (associazione studi giuridici sull’immigrazione) speculassero sui migranti.
 
Per il giudice del tribunale di Brescia Lucia Cannella “il post ha valenza irridente e sbeffeggiante ove indica le associazioni che danno ospitalità al soggetto come di chi opera ‘con la faccetta misericordiosa’ di chi fa la beneficenza attributivo di un fine illecito“.
 
Inoltre per il giudice “il post è denigratorio ed offensivo laddove indica che i richiedenti asilo siano clandestini, atteso che i richiedenti asilo vengono degradati al rango di chi viola il Testo Unico sull’immigrazione“.
 
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COMINICATO STAMPA
EPIS PIGNORATA DALLA COOPERATIVE PER AVER USATO LA PAROLA CLANDESTINI
6 agosto 2017 (Comitato Antigone “io sto con Federica Epis) – “Incredibile amici del Comitato, oggi è arrivato a Federica Epis l’intimazione di pignoramento sullo stipendio per QUATTORDICIMILA EURO! La richiesta di sospensiva, con udienza in calendario a settembre, è stata del tutto ignorata”. Commenta così Roberta Ronchi, Presidente e artefice dell’iniziativa, quanto di recente accaduto dopo la condanna in primo grado sull’uso della parola clandestini, emanata dal Tribunale di Brescia.
 
“Federica, lo ricordiamo, è stata condannata a pagare un RISARCIMENTO non per aver diffamato qualcuno ma perchè alcune cooperative si sono sentite DISCRIMINATE dalle sue parole e per aver usato il termine CLANDESTINO. Federica ha espresso un’OPINIONE – continua Ronchi – e per questo è stata condannata. Convinti che la libertà di parola sia uno dei diritti fondamentali della persona continueremo questa battaglia a fianco di Federica”.
 
“Abbiamo costituito il comitato civico – conclude – sia per difendere la libertà di espressione, che è un bene e un valore di tutta la collettività, sia per provare a raccogliere un po’ di denaro per aiutare Federica a sostenere le spese legali”.
 
Dal canto suo la diretta interessata, Federica Epis, spiega: “sono onorata di avere al mio fianco persone oneste e desiderose di starmi accanto in questa battaglia legale e ideale, l’intimazione che ho ricevuto significa che presto cominceranno a trattenere dal mio stipendio di semplice impiegata quasi 14mila euro”.
Attendo fiduciosa le udienze in Corte d’Appello a settembre e a ottobre – continua Epis – perchè mi sembra davvero impossibile che in un Paese democratico vengano sanzionate in questo modo le parole, non mi sembra di aver fatto nulla di male, per questo da semplice cittadina, trovarmi a dover risarcire persone già ricche e potenti, è qualcosa che ha dell’assurdo“.
domenica, 6, agosto, 2017