Salvini: “I missili Usa sulla Siria sono una pessima idea e un regalo all’Isis”

1491330593558.jpg--_assad_fa_strage_di_bambini_col_gas___la_fonte__un_organismo_bufala__la_denuncia_di_salvini“Qualcuno a Washington vuol ripetere i disastri dell’Iraq, della Libia e delle primavere arabe con tutte le devastanti conseguenze per Italia ed Europa?”
Aprile 2017 alle 11:07
 
“I missili Usa sulla Siria sono una pessima idea e un regalo all’Isis”: così Matteo Salvini ha commentato il lancio di 59 missili cruise statunitensi su una base aerea siriana. “Forse per i problemi interni, forse mal consigliato dai guerrafondai che stanno ancora cercando le armi chimiche di Saddam Hussein, Trump in Siria – ha sottolineato il leader leghista – fa la scelta più sbagliata e riapre una guerra contro il terrorismo islamico che era già stata vinta. Forse qualcuno a Washington vuol ripetere i disastri dell’Iraq, della Libia e delle primavere arabe con tutte le devastanti conseguenze per Italia ed Europa?” è la considerazione del segretario della Lega.
Marine Le Pen si dice sorpresa dalla decisione americana, ritenendo che fosse prima necessaria un’inchiesta internazionale su quanto realmente accaduto. “Quello che è successo in Siria è terribile, lo condanno fermamente” ha twittato la candidata all’Eliseo. La leader del Front National, intervenuta in mattinata a una trasmissione televisiva su France2, si interroga però sulla reazione: “È troppo chiedere di aspettare i risultati di un’inchiesta internazionale indipendente prima di procedere a questo tipo di attacchi?”. La Le Pen ha inoltre ricordato che era stato il presidente Trump ad aver annunciato di “non voler più fare degli Stati Uniti il gendarme del mondo”.
Il presidente della Duma, Viacheslav Volodin, ritiene che l’attacco Usa alla base area siriana sia una vittoria per i terroristi islamici: “L’Isis oggi applaude gli Stati Uniti”, ha detto alla stampa. A suo dire, gli Usa di fatto hanno garantito all’Isis una tregua e la possibilità di rafforzare le loro fila. Volodin ha poi denunciato che tutti gli sforzi compiuti dalla Russia e da chi l’ha sostenuta per distruggere il terrorismo, “anche gli Usa erano in questo dialogo”, vengono così vanificati. Dobbiamo fare di tutto per fermare gli Stati Uniti; il ruolo di poliziotto del mondo che agisce in violazione della legge è carico di conseguenze negative” ha concluso.
Il Cremlino parla di un “attacco significativo” alle relazioni tra Usa e Russia: “È una grave battuta d’arresto per la creazione della coalizione antiterrorismo e un atto di aggressione contro uno Stato sovrano che viola il diritto internazionale”. Il ministero degli Esteri russo sostiene che la decisione di attaccare la Siria fosse stata presa già prima di quanto avvenuto a Idlib, ritenuto dai russi solo un pretesto: “È chiaro a qualsiasi esperto che la decisione di colpire è stata presa da Washington prima degli eventi di Idlib, che sono stati utilizzati semplicemente come scusa per una dimostrazione di forza”, ha affermato il ministero in un comunicato.

Siria, la bufala dell’attacco chimico: è stato colpito un deposito dell’Isis

isis-765814Conferme anche da Mosca Siria, la bufala dell’attacco chimico: è stato colpito un deposito dell’Isis
L’esercito siriano ha in realtà centrato un magazzino e una fabbrica di armi, all’interno dei quali gli integralisti avevano messo le sostanze chimiche
5 Aprile 2017 alle 20:17
Il ministero della Difesa russo ha confermato quanto era già stato anticipato dalle forze armate siriane, smentendo la bufala del presunto raid con armi chimiche nella provincia siriana di Idlib: in un comunicato, Mosca ha spiegato che l’aviazione del regime di Bashar al-Assad ha in realtà colpito “un magazzino terroristico” contenente “sostanze chimiche” nei pressi di Khan Sheikhun, negando quindi categoricamente che sia stato sferrato alcun attacco con armi chimiche. “Secondo i dati obiettivi del controllo russo dello spazio aereo, l’aviazione siriana ha bombardato vicino Khan Sheikhun un enorme magazzino terroristico che conteneva sostanze chimiche”, si legge nella nota. La menzogna, ripresa da quasi tutti i media mondiali, era stata come al solito diffusa dal fantomatico “Osservatorio Siriano per i Diritti Umani”, generatore di menzogne con sede in Gran Bretagna.
Mosca conferma quindi che da parte di Damasco non c’è stato nessun raid con armi chimiche, ma spiega che gli agenti tossici erano contenuti nel deposito di una fabbrica di armi controllata dalle milizie dello Stato Islamico, contro il quale è stato sferrato un attacco da parte dell’esercito siriano. Il portavoce del ministero russo, il generale maggiore Igor Konashenkov, ha detto mercoledì mattina che le attività militari russe hanno registrato un attacco delle forze aeree siriane sul deposito e sulla fabbrica nella periferia orientale della città di Khan Sheikhoun. Il comando dell’esercito siriano aveva già negato “categoricamente di aver utilizzato armi chimiche o sostanze tossiche a Khan Sheikhun” sottolineando di non averne mai fatto uso né di volerlo fare in futuro”.
Gli agenti tossici che hanno fatto strage a Khan Sheikhoun provenivano quindi da un arsenale dei ribelli, come ha spiegato in modo dettagliato il portavoce del ministero della Difesa russo, il generale maggiore Igor Konashenkov. Gli attacchi dei jet di Damasco avrebbero messo nel mirino depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia est della città, senza poter immaginare che i ribelli dello Stato islamico vi avessero prodotto e immagazzinato anche delle armi chimiche. Konashenkov ha sottolineato che il tipo di armi chimiche prodotte nella fabbrica colpita dai raid aerei erano già state utilizzate in Iraq ed erano state usate precedentemente dai ribelli di Al Nusra ad Aleppo, come dimostrerebbe il fatto che le vittime avevano sintomi analoghi a quelli osservati nelle immagini arrivate da Khan Sheikhoun.

Occhio alle “bufale”: sì, ma a quelle del sistema!

la_fabbrica_della_manipolazione-214x300Il giornalismo ufficiale di stampa e tivù da quest’anno ha fatto una sensazionale scoperta: su internet circolano troppe “bufale”!
Capita così sempre più spesso d’imbattersi in articoli e trasmissioni con l’esperto di turno che, con un fare tra l’allarmistico, lo sdegnato e l’ironico, mette in guardia il suo pubblico dalle falsità fatte circolare nella rete da autentici “furfanti”, sia per cavarne un guadagno monetario immediato sia per trarne visibilità a buon mercato e diffondere così teorie deliranti nocive per la collettività.
Un esempio di questo tipo d’accalorate prese di posizione dell’informazione di regime m’è capitato di ascoltarlo alcuni giorni fa su uno dei canali della Rai. Il giornalista, in passato già dedicatosi a rafforzare, con una rubrica “specialistica”, l’assoluta affidabilità della medicina allopatica cosiddetta “tradizionale”, adesso s’è dedicato anima e corpo a combattere le famigerate “bufale sul web”.
Un tentativo goffo come il personaggio stesso, nel quale si potevano vedere, in rapida e sempre più “terrificante” successione, tutte quelle che i media ufficiali reputano fantasie di menti deboli e/o distorte. Così, dalle scie chimiche agli alieni, da “Big Pharma” (non a caso) al NWO, in una miscela indistinta di cose vere ed evidenti fole accostate alle prime per screditarle, il tele-suddito veniva messo in guardia dai “mostri” che si annidano su internet.
Nel quale certamente sproloquiano anche parecchi imbecilli dilettanti e gente che per il semplice fatto di poter dire “la sua” su tutto non perde occasione di sparare le proverbiali cavolate, peraltro nuocendo, con la sua impreparazione, a coloro che, seriamente, svolgono (per puro spirito di servizio) un’attività d’informazione veramente chiarificatrice.
Ma la manovra, specialmente dall’inizio di questo 2017, è evidente e scoperta: demonizzare i cosiddetti “controinformatori” che, per il fatto di non avere una tribuna “autorevole” come quella di giornali e tivù, sarebbero nient’altro che un’accolita di avvinazzati adusi a spararla grossa come al bar.
La propaganda di questo sistema oramai decotto che presto si sbriciolerà assieme alle sue menzogne ha un bel dire nascondendosi dietro mezzibusti e cariatidi della “scienza” e della “cultura”. Stanno sparando le loro ultime cartucce, sempre meno letali perché c’è sempre più gente che sta mangiando la classica foglia dell’inganno globale nella quale è stata immersa per troppo tempo.
Hanno evidentemente paura. Una paura folle che il giocattolo gli si rompa tra le mani. Anzi sono terrorizzati all’idea che il potere, questo potere, si riveli per quello che realmente è: un potere satanico.
La questione delle “bufale sul web”, perciò, non ha nulla a che vedere con la tutela del quieto vivere collettivo e della stabilità mentale di chi ne verrebbe irretito (non mancano mai, tra i consulenti di simili pateracchi allarmistici, gli psichiatri che sparano sentenze sulla personalità narcisistica e patologica dei “bufalari”).
Ha invece un diretto rapporto con la natura del potere contemporaneo, che è molto, ma molto più perversa e diabolica di quanto possano pensare quelli che per decenni l’hanno identificato con delle ideologie da combattere con altre ideologie.
Tra l’altro, un segno inequivocabile di quale pasta sia fatto questo potere è la quantità abnorme e praticamente fuori controllo di menzogne che proprio l’apparato mediatico dei grandi gruppi proprietari di giornali e canali televisivi sparge a piene mani, incessantemente, su ogni questione. Se, infatti, questo potere (che manda avanti personaggi che via via “si bruciano”, come i politici) fosse una cosa sana e buona per sua natura, non si dedicherebbe con un impegno impressionante a rimpinzare le menti di tutti quanti con “notizie” ventiquattr’ore su ventiquattro, e per giunta sempre le solite, scelte e presentate sempre allo stesso modo entro i medesimi rassicuranti (per loro) quadri di riferimento.
Vogliamo dunque parlare di “bufale” diffuse da media e cultura ufficiali a partire dall’inizio dell’era cosiddetta “moderna”? Bisognerebbe partire dalla concezione dell’uomo e dell’universo che è stata costruita ad arte, allo scopo di scollegare l’essere umano stesso dalla sua Origine: non è forse proprio il Diavolo il ciarlatano per definizione?
Ma anche senza voler andare così indietro nel tempo, basti pensare a che cosa è stato messo in giro, negli ultimi vent’anni, senza che i “cacciatori di bufale” avessero mai trovato nulla da eccepire, al riguardo di quisquilie come qualche milione di morti provocato dalle guerre americane in giro per il pianeta, tutte giustificate da plateali bugie, a partire dalla madre di tutte quante, e cioè “l’attentato (islamico!) alle Torri gemelle” dell’11 settembre 2001. A distanza di una quindicina d’anni, a quella versione ufficiale spacciata come l’oracolo e che corrisponde esattamente al paradigma del “complotto” (!), oggi non crede praticamente più nemmeno la famosa casalinga di Voghera. Fa però eccezione chi deve mantenere un ruolo ed una posizione di prestigio assai remunerativa in questo sistema putrefatto.
Così come sempre più persone alzano gli occhi al cielo e si domandano (come non fanno mai certi “scienziati”) com’è possibile che del semplice “vapore acqueo”, ad una quota così bassa, possa persistere per ore, in forma di scia, in un cielo sempre più scarabocchiato in quelle che un tempo erano giornate di sole e basta. Diventerà un “complotto” anche il semplice guardare il cielo e stupirsi?
Mano a mano che “la crisi” che hanno innescato produrrà i suoi nefasti effetti, un numero sempre crescente di persone si renderà conto di inganni come quello della moneta-merce (elettronica) strutturalmente debito, come la definisce il mio amico Bogni. Un simulacro di denaro ideato al solo scopo di servire un sistema innaturale che sebbene inculchi la convinzione che “l’economia è il nostro destino” finisce per eliminare il concetto stesso di economia a favore della speculazione pura e semplice.
Avranno voglia, mentre la gente normale sgobba e paga, di raccontare che è tutta colpa degli sprechi e della “casta”: verrà il momento in cui l’unico partito o movimento che le masse dovranno seguire se non vorranno diventare completamente schiavizzate sarà quello che prenderà di petto la questione della sovranità monetaria (e dell’economia ricondotta alla sua benefica e naturale funzione).
Ma non c’è dubbio che fintantoché gli si darà ancora un barlume di credito questo sistema continuerà a raccontare, tramite “cacciatori di bufale” stipendiati, che personaggi come Auriti sono dei pazzi, dei sobillatori dell’ordine pubblico e, ça va sans dire, degli apripista di un “nuovo Fascismo” quale Male Assoluto.
Ciascuno è libero di credere a quel che vuole, s’intende. Che tutto vada bene, anzi benissimo, e che là fuori dal recinto della “cultura ufficiale” (cioè quella che ha libero accesso ai “salotti” buoni, quelli veri e propri e quelli virtuali) ci siano solo dilettantismo e paranoia. Non è nemmeno questo il punto fondamentale e non ci nascondiamo neppure il fatto che così come esistono difensori pagliacceschi e screditati dell’ordine costituito ve ne sono altri, nell’opposto campo, variamente “fissatisi” con le loro idee “alternative” ed identificati con esse ad un punto tale da farsene una malattia.
La questione – come accennavamo – concerne la natura di questo potere, che risalta qua e là, nei vari domini (religioso, politico, economico, culturale ecc.), a chi la sa cogliere affinando la propria “vista”. Il seme, si sa, si giudica dai frutti, e già il tipo umano che va sempre più diffondendosi perché adeguatosi alle “mode” incoraggiate dal potere stesso è un serio campanello d’allarme per chi sa e vuole “vedere”. Il resto è tutto una conseguenza, dai “modelli” politici, economici e culturali, invariabilmente indiscutibili quali “verità rivelate”, alle manifestazioni di un’arte moderna che si risolve sempre più nell’esatto contrario delle premesse dell’attività artistica.
Concludendo con una battuta, si potrebbe dire che tutto ciò che promana da questo potere è falso, persino la famosa “bufala”, intendendo quella vera, ovverosia la mozzarella, se con ciò si considera l’inquietante e mai vista prima diffusione delle sofisticazioni alimentari. Sopportate fintantoché non ci scappa direttamente il morto solo perché l’essere umano moderno ha barattato la quantità con la qualità, il concetto tradizionale di “salute” con quello capitalistico di “benessere”.
Più che dalle “bufale su web” non sarebbe dunque più sensato stare in guardia da quelle che il sistema stesso ci propina a tavola e, soprattutto,  instilla capillarmente nelle menti e nei cuori di tutti noi?
di Enrico Galoppini – 27/01/2017 – Fonte: Il Discrimine