Tel Aviv: Il bombardamento nei pressi dell’aeroporto di Damasco fa parte della politica israeliana

Israel bombing Syria
È il secondo attacco aereo che Israele attua contro la Siria in poco più di un mese, sostenendo che sia necessario per la sua sicurezza, ma non è altro che l’ennesima aggressione contro un paese sovrano
Il bombardamento israeliano di ieri sera vicino all’aeroporto internazionale di Damasco fa parte della politica di Tel Aviv per impedire che le armi dell’Iran raggiungano alla Siria, ha dichiarato  che il Ministero dell’Intelligence di Israele, Israel Katz.
“L’attacco in Siria corrisponde completamente alla politica israeliana di per impedire il contrabbando di armi avanzate per l’organizzazione libanese Hezbollah dall’Iran attraverso la Siria”, ha spiegato Katz l’ennesimo atto di aggressione di Israele contro un paese in dispregio al diritto internazionale.
Inoltre, ha anche aggiunto che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha dato l’ordine di agire ogni volta che “l’intelligence riceva notizie circa le intenzioni del trasferimento di armi avanzate a Hezbollah”.
Secondo le fonti citate da Reuters, Israele ha attaccato un deposito di armi e munizioni di Hezbollah.
 
Nel mese di marzo, le Forze di Difesa israeliane hanno lanciato attacchi aerei nei pressi di Damasco contro diverse postazioni militari siriane e un magazzino dell’esercito. Questo, e altri attacchi aerei in Siria erano state giustificate dal ministro della Difesa di Israele, Avigdor Lieberman, sostenendo che sono necessari per garantire la sicurezza del loro paese, che viene “prima di tutto”.
Fonte: Reuters – glz.co
 
Notizia del: 27/04/2017

Prime reazioni di “esultanza” per l’attacco USA nelle file dagli jihadisti in Siria

Milicianos-de-Al-Nusra-esultanoApr 07, 2017
Milicianos di Al Nusra esultano per l’attacco USA
Il Fonte Al Nusra , Jabhat Fatah Al-Sham e le altre organizzazioni jihadiste, appoggiate dagli USA e Arabia Saudita che operano in Siria,  si congratulano con Washington per l’attacco realizzato contro le forze dell’Esercito siriano e si augurano che il comando USA operi con altri attacchi successivi contro le basi e le posizioni dell’esercito siriano. Questo attacco indebolisce le forze dell’Esercito Siriano e consentirà ai gruppi Jihadisti di avanzare e recuperare le posizioni perse sul terreno di battaglia, in vista dell’obiettivo di rovesciare il Governo di Assad, impadronirsi del potere ed issare la bandiera nera dello Stato Islamico sui palazzi di Damasco.
Congratulazioni a Trump anche da parte di Israele per bocca di Netanyahu il quale, secondo molti osservatori, è il “suggeritore” dell’attacco e la mente strategica che orienta le decisioni dell’Amministrazione Trump. Esultano anche i monarchi dell’Arabia Saudita per l’avvenuto attacco e si augurano che presto gli USA intervengano massicciamente in appoggio dei gruppi mercenari jihadisti reclutati, finanziati ed armati da Rijad (e dagli USA) per rovescare il Governo di Damasco e riuscire ad imporre un regime salafita conforme alla sharia islamica in tutta la Siria. I monarchi sauditi, il Qatar e gli Emirati Arabi vedono avvicinarsi la prospettiva di un califfato islamico a Damasco.
Anche nelle capitali europee si approva l’operato di Trump, i governi filo USA ed atlantisti stanno preparando i comunicati di solidarietà ed appoggio in ossequio alla linea sempre ossequiosa e servile degli interessi americani. Questo nonostante la nuova ondata di profughi che , dalla Siria, dall’Iraq e dallo Yemen, tutte zone devastate dalle guerre americane, si abbatteranno sull’Europa.
Nel frattempo sono in corso febbrili consultazioni tra Mosca Teheran e Damasco per concordare una reazione comune all’aggressione USA.
Il Presidente lady Putin ha energicaente condannato l’azione USA come un atto di aggressione unilaterale effettuato sulla base di un falso pretesto ed ha richiesto la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Tuttavia nella situazione attuale le parole non bastano più. Risulta evidente che gli USA ed i loro alleati utilizzano non le parole ma il linguaggio delle armi.
 
Si aspettano le decisioni della Russia che si gioca in Siria la propria credibilità.
Fonti: Hispan Tv – Al Manar – Traduzione e commento: L.Lago