Tutti uniti attorno a Paolo Ferraro – doc sul controllo mentale)

Posted By Redazione On 24 maggio 2013

Fonte: https://www.facebook.com/groups/CDDComitatodiCoordinamentoDifendiamolaDemocrazia/permalink/583693024994251/ [1]

Bisogna creare intorno a Paolo Ferraro un circuito di sicurezza fatto non solo di psichiatri e psicologi onesti, ma giornalisti, uomini politici, professionisti a vario titolo e tanta, tanta bella gente. Non mi meraviglia ma mi preoccupa la minaccia del ben “noto” professionista Luigi Cancrini fatta a suo tempo al magistrato Paolo Ferraro , di elettroshock, “se parli” … espressa a viva voce … nell’autunno del 2010 . E’ chiaro che Cancrini Luigi non si preoccupa assolutamente di dimostrare di appartenere a quella cordata di psichiatri deviati internazionale che ha sposato il progetto sul controllo mentale nato al Tavistock Clinic di Londra negli anni 20 del secolo scorso. Nel sito del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale creato dalla stesso Cancrini Luigi, http://www.cstfr.org/sto  ria.html [2], potrete vedere che il centro ha avuto fin dall’inizio regolari rapporti di scambio culturale e di ricerca con tutti i più importanti Istituti di Terapia Sistemica americani ed europei; e tra questi provate a indovinare quale c’è? Bravi………. c’è proprio il Tavistock Clinic di Londra. Per chi non avesse letto l’articolo sul Tavistock Institute scritto da me medesimo il 15 maggio su facebook lo ripropongo perché tutti voi capiate di che cosa sto parlando.

E’ evidente che il Magistrato Paolo Ferraro è un personaggio scomodo a causa delle registrazioni e trascrizioni audio rese pubbliche in tutta la rete internet. Ciò che succedeva e probabilmente succede ancora oggi nella Caserma della Cecchignola a Roma e in qualche altra caserma italiana o americana nella nostra bella Italia ha la sua origine nel lontano 1920 a Londra con l’apertura del Tavistock Institute of Human Relations con l’obiettivo di studiare le psicosi traumatiche da bombardamento nei reduci della Prima Guerra Mondiale. I file audio del magistrato Paolo Ferraro, unica prova esistente delle attività di controllo mentale negli apparati militari italiani chiamato MK – ULTRA acronimo di Manufacturing Killers Utilizing Lethal Tradecraft Requiring Assassination cioé la creazione di assassini con l’utilizzo di omicidi necessitanti destrezza letale, sono veri e propri progetti che hanno l’obbiettivo di creare automi umani in grado di compiere qualsiasi istr uzione a comando, programmati addirittura a tempo. Tali procedure consistono nell’utilizzo sinergico di droghe psicotrope, nell’infliggere traumi psicologici profondi quali abusi e violenze sessuali. Da tutto questo è possibile generare pseudo-personalità multiple dissociate difficilmente rilevabili; sottopersonalità in grado di essere attivate attraverso ordini inconsci come numeri, colori, immagini, suoni.

Generalmente gli abusi più comuni sono attivati da rituali legati alla violenza sessuale che danno origine a personalità alternative utilizzate successivamente per scopi sessuali: una vera e propria sex-machine gestita dai vertici del potere politico militare.

Ma non vi è solo il modello erotico; esso rappresenta solo uno dei quattro programmi: ALFA, BETA , DELTHA e THETA. Il primo ALFA, è il programma base per tutti; BETA quello dedicato alle prestazioni sessuali. Il DELTA è il tipo militare-omicida, e l’ultimo, il THETA, è quello in cui viene usata l’energia mentale a distanza. Ecco perché il Magistrato Paolo Ferraro non può apparire nelle trasmissioni televisive più importanti, ecco perché Magistratura Democratica con la collaborazione di Psichiatria Democratica hanno programmato e organizzato un sequestro di persona rozzo e barbaro con l’intento di fermare un magistrato che voleva approfondire e indagare su una realtà a dir poco inquietante. Tornando al Tavistock Institute di Londra definita una strana clinica per malati mentali, un centro di ricerche psichiatriche di fama mondiale che – stranamente – è gestito da alti ufficiali delle forze armate britanniche, fu fondata nel 1920 per occuparsi dei soldati tr aumatizzati dalla “Grande Guerra” sotto la direzione del Generale di Brigata e psichiatra dr.John Rawlings.

Gli psichiatri e gli psicologi del generale scoprirono presto che questi individui erano acutamente suggestionabili; e che lo stesso effetto poteva essere ottenuto attraverso interrogatori brutali e torture. Essi misero a punto tecniche del controllo comportamentale, che furono praticate durante il secondo conflitto mondiale, come parti di vasti programmi di “guerra psicologica”. In pratica, lo scopo era quello di identificare la “soglia di rottura” della resistenza di un essere umano sottoposto a sollecitazioni limite. Nel 1945, il Generale Rees, un altro degli scienziati del Tavistock, in un suo libro dal titolo “THE SHAPING OF PSICHIATRY BY WAR propose che metodi analoghi a quelli sperimentati in guerra, potevano attuare anche il controllo sociale in intere società o gruppi, in tempo di pace. Il Generale Rees afferma “se proponiamo di uscire all’aperto e di aggredire i problemi sociali e nazionali dei nostri giorni, allora abbiamo bisogno di “truppe spe ciali” psichiatriche, e queste non possono essere le equipes psichiatriche stanziali nelle istituzioni. Dobbiamo avere gruppi di psichiatri selezionati e ben addestrati che si muovano sul territorio e prendano contatto con la situazione locale nella sua area particolare.

Dal 1947 il Generale Rees fece carriera nell’apparato dell’ONU, dove creò la Federazione Mondiale della Salute Mentale; collaborò con sir Julian Huxley, allora capo dell’UNESCO; entrambi elaborarono un progetto per la “selezione dei quadri” nelle colonie dell’impero britannico, da addestrare alla futura indipendenza. A questo scopo, la Federazione Mondiale della Salute Mentale guidata da Rees lanciò nel 1949-50 un ampio studio sui profili psicologici di vari paesi. Il programma si chiamava “Tensione mondiale: la psicopatologia delle relazioni internazionali”. Furono studiate le reazioni, le suscettibilità psicologiche di diversi gruppi etnici “per poterli meglio controllare”. In questo quadro, lo studio più approfondito fu intrapreso sugli ebrei: dapprima sui sopravvissuti alle persecuzioni naziste che erano riparati in Israele. Secondo la tattica da Rees, psichiatri “ben addestrati” furono mandati “sul territorio”. Nacque a Gerusalemme la Società per l’Igiene Mentale in Israele. La guidava il dottor Abraham Weinberg, un uomo del Tavistock. Nello stesso tempo il Tavistock conduceva lo stesso tipo di studi sugli arabi, attraverso un affiliato “Istituto di Igiene Mentale”, con sede al Cairo; queste ricerche finirono per convergere con studi analoghi, che gli specialisti israeliani di guerra psicologica stavano conducendo per scopi militari.

I risultati di queste indagini si ritrovano nell’opera monumentale di Raphael Patai (uno degli specialisti israeliani in profili psicologici), THE ARAB MIND, New York , 1976. The Arab mind è uno studio di “profiling”, ben noto ai servizi segreti più sofisticati: un gruppo etnico viene “profilato psicologicamente” dal nemico, per farlo agire – a sua insaputa – a vantaggio del nemico stesso. Quest’arte orribile non viene nemmeno nascosta. Sul numero del 22 giugno 2001 della rivista INTERNATIONAL BULLETIN OF POLITICAL PSYCOLOGY è apparso un dotto articolo col seguente titolo: L’utilità della ricerca psicologica per accendere e sedare la violenza: gli “scopritori” di terroristi e la selezione e gestione di giovani terroristi. Ne è l’autore il dottor Jerrold Post, fondatore del Bulletin, che per 21 anni è stato a capo, alla CIA, del centro “Analysis of Personality and Political Behavior”. In questa veste, Jerrold Post ha scritto infiniti “pro  fili psicologici” fra gli altri Bin Laden, Saddam Hussein e la psicologia dei dirottatori di aerei. Dall’11 Settembre, viene spesso intervistato dai media americani. E in Palestina? Joseph Brewda nel suo libro “ISRAELI PSICHIATRISTS AND HAMAS TERRORIST: CASE STUDY ON HOW TERRORIST ARE MANUFACTURED (inedito, 11 ottobre 2001) ci segnala la presenza nella striscia di Gaza, del “Gaza Community Mental Health Program” (GCMHP), che è di fatto l’unico presidio psichiatrico nella zona occupata dagli israeliani. Il centro è stato creato da un ramo del Tavistock in collaborazione con la Israeli Psiychoanalitic Association, ed è finanziato dai governi americano e britannico. Ufficialmente, ha lo scopo di affrontare i problemi mentali dei bambini traumatizzati nell’Intifada e riabilitare i prigionieri politici palestinesi vittime di torture.

Difatti, “la tortura è una pratica corrente da parte dei militari israeliani”, scrive Joseph Brewda. “Le leggi d’Israele consentono ufficialmente trattamenti come la deprivazione del sonno, prolungate sedute al buio, l’obbligo a mantenere a lungo forzate posizioni corporee, “confinamento” in spazi-scatola senza l’uso della toilette, esposizioni a temperature estreme. Ci sono medici israeliani che esaminano i prigionieri palestinesi e indicano quali di queste torture possono essere applicate, dato lo stato di salute e le condizioni fisiche del detenuto”. Almeno centomila palestinesi di Gaza, il 10% della popolazione, è stato detenuto nelle carceri israeliane e sottoposto all’una o all’altra tortura; molte di queste vittime sono bambini, dato che la legge israeliana considera adulto chi abbia più di 12 anni. Secondo uno studio condotto dallo stesso “Gaza Mental Health Program”, l’85% dei 1300 bambini intervistati hanno assistito a irruzioni del la polizia o dei soldati nelle loro case, il 42% è stato picchiato, il 55% ha visto picchiare il proprio padre. Il 19% di questi bambini sono stati essi stessi detenuti. Di conseguenza, molti di loro manifestano segni di deterioramento mentale: mutismo, insonnia, scoppi d’ira e di violenza immotivati verso i propri familiari. L’intenzione del Gaza Community Mental Health Program è davvero quella di curare questi bambini? Direi che gli indizi sono allarmanti. Il direttore del Gaza Community Mental Health Program, pagato dagli americani e sotto controllo degli israeliani, è uno psichiatra palestinese, dottor Eyad Sarraj, che è anche un esponente di alto livello di Hamas. Sarray non nasconde, anzi esalta, la sua ammirazione per i terroristi suicidi. Come ha scritto in un articolo del 4 agosto 1997 “Capire il terrorismo palestinese”, in Palestina, la cosa stupefacente non è che accadano atti di terrorismo suicida, ma che accadano così raramente. Il dottor Sarraj è convinto (come l’Istituto Tavistock di Londra) che la violenza è il solo mezzo con cui gli adolescenti disturbati della Palestina possano recuperare la salute mentale: parole del dottor Sarraj è il processo che esteriorizza la coscienza di schiavo che è stata introiettata nel bambino (palestinese dalla violenza israeliana)e ne forma ormai l’intimità personale profonda. Con questi atti, i bambini riaffermano se stessi ed esercitano il diritto a una vita libera e migliore”

Ci si può chiedere come mai Israele, che controlla il centro di salute mentale di Gaza come abbiamo visto, e ne addestra gli specialisti, lasci al suo posto questo individuo? La risposta mi sembra ovvia c’è bisogno di terroristi “fabbricati”. Sempre nel 1997, cose simili furono ripetute in una conferenza, tenuta all’interno del Gaza Community Mental Health Program, da Abdel Aziz Rantisi, il portavoce di Hamas nella Striscia di Gaza. In quell’occasione, Rantisi spiegò che “il suicidio è vietato dall’Islam, salvo specifiche situazioni”. Lo ascoltavano, e condividevano con lui il podio, la dottoressa Yolanda Gampel, direttrice della Israeli Psychoanalitic Association all’Università di Tel Aviv, il dottor Moshe Landsman, supervisore dell’assistenza psichiatrica al centro di Dimona (il centro dove l’esercito israeliano fabbrica le armi nucleari); inoltre, la dottoressa Helen Bambar e il dottor Rami Heilborn, che dirigono la fondazi one medica per la cura delle vittime della tortura, fondata dall’Istituto Tavistock di Londra.

E in Italia? Beh abbiamo la testimonianza del Magistrato Paolo Ferraro che fa nomi e cognomi di Psichiatri romani, Ufficiali e Alti Ufficiali dell’esercito Italiano che sicuramente fanno parte di questo oramai atavico progetto. Progetto che è oramai a conoscenza di tutti ma che la magistratura sembra voler insabbiare e cancellare con una nomina di amministratore di sostegno per uno dei migliori magistrati che Roma e l’Italia tutta ha. Il tutto sembra paradossale, insensato, assurdo, irragionevole ma ahimé questa è la pura verità e realtà. Grazie al signor Mario Comuzzi che mi ha fatto da cicerone nella bellissima città di Trieste e al direttore del giornale quindicinale “La Voce di Trieste” Paolo. G. Parovel scopro che all’interno del parco S. Giovanni di Trieste sede del manicomio chiuso nel 1978 e dove oggi hanno sede il Centro di Salute Mentale un’insegna colpisce la mia attenzione. E’ insegna del WHO che si trova all’entrata del padiglione confere nze e riunioni dell’ospedale psichiatrico. Tutto chiaro mi sembra, soldi europei arrivano a Trieste per progetti psichiatrici non del tutto leciti e probabilmente legati all’oramai atavico progetto Tavistock. Non è un caso che in questo padiglione si riuniscono psichiatri come Dell’acqua e Franco Rotelli (psichiatra) direttore generale dell’ASL1 di Trieste e Paolo Cendon , ordinario di diritto privato all’Università di Trieste, colui che ha redatto già nel 1986 il progetto destinato a fungere come base per il provvedimento sull’amministratore di sostegno (approvato nel 2003 dal Parlamento). TRIESTE UNA RAMIFICAZIONE DEL TAVISTOCK?

NON ERA QUESTA L’ITALIA CHE SOGNAVO.

http://www.stampalibera.com/?p=63323&print=1

 

Tutti uniti attorno a Paolo Ferraro – doc sul controllo mentale)ultima modifica: 2013-05-25T23:58:00+02:00da davi-luciano
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