L’austerity non è più di moda neppure nell’Olanda fedele a Berlino

4 marzo 2013

Finché le proteste e i movimenti anti-austerity si diffondono in Portogallo, Grecia, Spagna, Italia, cioè nei Paesi più colpiti dalle misure anti-deficit, non c’è niente di cui stupirsi. Ma se a dare segni di stanchezza nei confronti del rigore è l’Olanda, da sempre fedele alla linea ortodossa della Germania, allora il messaggio diventa più forte e il cancelliere Merkel, ormai in campagna elettorale in vista del voto di settembre, ha un motivo in più di riflessione.

L’Aja rinvia di un anno il rientro dal deficit 
Giovedì scorso il premier olandese Mark Rutte ha ufficializzato lo slittamento di un anno dell’obiettivo di riduzione del deficit di bilancio al di sotto del tetto di Maastricht del 3 per cento. Se ne riparlerà nel 2014. «Abbiamo bisogno di portare l’economia olandese fuori dalla crisi», ha spiegato Rutte. Del resto le ultime previsioni del Governo certificano lo stato di salute non buono del Paese: il deficit è stimato al 3,3% quest’anno e al 3,4% il prossimo, il Pil è sceso dello 0,9% nel 2012 e calerà dello 0,6% quest’anno, la disoccupazione è risalita al 7,5% (anche se rimane bassa). L’Olanda, insomma, non è la Germania e, stando al disavanzo pubblico, sta peggio pure dell’Italia, ma dalla sua vanta un debito pubblico del 70,8% del Pil contro il 127% di Roma.

Manovra contestata 
Il problema è che se Bruxelles chiuderà un occhio per il 2013, come probabilmente farà anche per la Francia, non è detto che sarà altrettanto tollerante per il 2014. Ecco allora che il premier centrista ha proposto venerdì scorso una nuova manovra da 4,3 miliardi fatta di congelamento dei salari e aumenti delle tasse, proprio per centrare l’obiettivo del 3% nel 2014. Manovra che si aggiunge al programma di austerità da 16 miliardi per il periodo 2013-2017 già in corso di attuazione. Il principale sindacato del Paese ha subito bocciato l’idea, definendola «la cosa più stupida da fare in questo momento», mentre il partito laburista, partner dei liberali nel Governo di grande coalizione, ha fatto capire di essere pronto a modifiche per andare incontro alle obiezioni del sindacato.

Scenario politico «all’italiana» 
Il problema del Governo olandese è che se, grazie all’appoggio del centro-sinistra, ha la maggioranza alla Camera, è invece in minoranza al Senato. Uno scenario all’italiana che complica la vita a Mark Rutte, il cui Governo si è insediato solo nel novembre scorso. La strada maestra dell’austerity è insomma sempre più accidentata. Lo ha capito persino il governatore della Banca centrale olandese, Klaas Knot, considerato un «falco», che ha definito «comprensibile» uno sforamento del 3% di disavanzo: «I bilanci pubblici – ha ammesso – sono molto più sensibili ai cicli economici di quanto ci aspettassimo».

Tripla A in pericolo 
Tra caduta del mercato immobiliare, crisi delle banche e flessione dell’export, l’Olanda si scopre insomma più vulnerabile. Tanto che la sua tripla A non è più così al sicuro. Tutte e tre le maggiori agenzie di rating hanno un outlook negativo sul rating sovrano del Paese (l’ultima è stata Fitch un mese fa). Dopo la Gran Bretagna, un altro prestigioso membro potrebbe presto uscire dal club della tripla A. Lasciando la Germania sempre più sola.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-04/lausterity-moda-neppure-olanda-194419.shtml?uuid=Abiy1ZaH

L’austerity non è più di moda neppure nell’Olanda fedele a Berlinoultima modifica: 2013-03-05T18:14:00+01:00da davi-luciano
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