No TAV – Come buttare via il denaro dei cittadini: l’Italia pagherebbe la maggior parte della Torino-Lione, la Francia ringrazia

il fatto quotidiano Cronaca – lunedì 5 marzo 2018

No Tav: “Più costi a nostro carico, favorita la Francia”

La ripartizione delle spese viene contestata anche dall’ex presidente dell’Osservatorio

di Andrea Giambartolomei | 5 marzo 2018

Un tunnel di 57,2 chilometri tra Italia e Francia che, nonostante insista maggiormente nel territorio transalpino, sarà pagato soprattutto dai contribuenti italiani. È uno degli aspetti della ripartizione dei costi della Torino-Lione contestati da alcuni No Tav che denunciano un atteggiamento di favore di Roma verso Parigi.

La critica arriva dal “Presidio Europa” del movimento della Val di Susa, che definisce la questione come una “assurda asimmetria”. Anche se l’origine di questa ripartizione risale all’accordo siglato a Roma nel 2012, per gli oppositori della grande opera è diventata una materia su cui battersi ora che la Francia sta mettendo in discussione molti progetti infrastrutturali, ma non ancora quelli legati alla Torino- Lione.

ANDIAMO con ordine.

Stiamo parlando del tunnel di base del Moncenisio, attraverso il quale dovranno passare i treni merci ad alta capacità del corridoio europeo Ten-T (Trans European Network-Transport). Da un documento del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) su ll ’autorizzazione dei primi due lotti del cantiere del tunnel italo-francese, un atto approvato dal governo il 7 agosto scorso, vagliato dalla Corte dei conti il 20 dicembre e pubblicato nella Gazzetta ufficiale il 24 gennaio, si apprende che il costo attualizzato della galleria è di 9,63 miliardi di euro: equivale al costo certificato (8,3 miliardi di euro “in valuta 2012”) a cui si aggiungono circa 300 milioni di euro per l’acquisto dei terreni e altre operazioni, aggiornato con un tasso dell’1,5 per cento l’anno fino al 2029.

In particolare, l’accordo di Roma prevede che il costo sia ripartito così: 57,9 per cento per l’Italia e 42,1 per la Francia.

Quindi l’Italia dovrà spendere 5,57 miliardi di euro e la Francia 4,06 miliardi di euro. “Oltre tale importo i costi saranno ripartiti in parti uguali”, si legge ancora.

A queste cifre bisognerà poi togliere il contributo dell’Unione europea che, se i tempi dei lavori saranno rispettati, potrà coprire fino al 40 per cento del costo certificato, cioè circa 3,4 miliardi di euro. Così, spiega  Paolo Prieri del “Presidio Europa”, l’Italia dovrà pagare 3,6 miliardi di euro e la Francia 2,6 miliardi in valuta corrente.

Ma, a questo punto, i “tecnici” No Tav notano una cosa: sul territorio italiano ci sono 12,2 dei 57,2 chilometri, mentre su quello transalpino sono 45. Mettendo in rapporto i costi e la lunghezza, ogni chilometro di galleria italiana vale 293,5 milioni di euro contro i 57,9 milioni per ogni chilometro nella parte francese. “Quasi cinque volte di più”, afferma Prieri.

PERCHÉ una divisione con queste percentuali?

Una nota informativa dell’Osservatorio del governo per la Torino-Lione spiega che, data la copertura del 40 per cento dei costi da parte dell’Europa, Italia e Francia dovranno dividersi il rimanente 60 per cento così: 25 per cento a carico di Parigi (pari al 42,1 per cento di cui sopra) e il 35 per cento di Roma (cioè il 57,9 per cento). “Al netto del contributo europeo, la logica di un’opera tra due Stati è la ripartizione dei costi in maniera equa, non importa quanto l’opera insista su un territorio o l’altro – ha spiegato l’ex presidente dell’Osservatorio Mario Virano lo scorso mercoledì a margine di una conferenza stampa -. In questo caso l’Italia si è accollata il 10 per cento in più”, cioè la differenza tra il 25 per cento francese e il 35 per cento italiano.

“Fa questo perché la tratta francese, da Saint Jean de Maurienne a Lione, costa quasi tre volte in più di quella italiana”, continua Virano. Ma il suo successore Paolo Foietta ritiene errata la lettura dei costi per ogni chilometro: “Dobbiamo valutare invece che per 270 chilometri totali si spenderanno circa 16 miliardi.

Il valore medio dell’opera è di circa 60 milioni di euro al chilometro, valori compatibili con la media europea”.

Spiegazioni, però, che non soddisfano i No Tav più attenti ai costi pubblici: “Siamo contrari all’opera ma, se proprio si deve fare, allora si faccia equamente, come si fa in un condominio con i millesimi. Se dicessimo alla Francia di pagare il tunnel in proporzione alla sua quota, dovrebbe aggiungere 2,3 miliardi ai 2,6 attuali, arrivando a quasi 4,9 miliardi di euro. A quel punto cosa deciderà il presidente francese Emmanuel Macron?”, si chiede Prieri.

No TAV – Come buttare via il denaro dei cittadini: l’Italia pagherebbe la maggior parte della Torino-Lione, la Francia ringraziaultima modifica: 2018-03-07T08:50:54+01:00da davi-luciano
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