La Decisione del COI del 1° febbraio 2018 Torino-Lione: il tempo della decisione è rinviato, ma fino a quando?

 

La France a baisé l’Italie … La Francia ha fregato l’Italia …


Annunciato da mesi, il Rapporto del COI è stato reso pubblico ieri 2 febbraio 2018 e contiene un’inattesa novità.

Philippe Duron, Presidente del COI, ha infatti scritto (cfr. pag. 54) che il Tunnel internazionale Torino-Lione, la ferrovia Grand Paris Express, la ferrovia Charles de Gaulle Express, e il Canal Seine Nord Europe sono stati esclusi dai lavori del Consiglio da lui presieduto.[1] La Francia – già a corto di quattrini – dovrà trovare solo per queste quattro Grandi Opere ben €45,8 miliardi.

Il Presidente Macron (come ha già fatto per Notre-Dame-des-Landes) si riserva il diritto di decidere se realizzarli.

Di fronte a questa inattesa novità il quotidiano Le Monde del 2 febbraio interpreta il Rapporto COI come l’annuncio che questi Grandi Progetti saranno fatti.

Il giorno seguente lo stesso quotidiano Le Monde approfondisce l’analisi: “Uno delle opere emblematiche è il tunnel sulla linea Torino-Lione, un progetto internazionale firmato con l’Italia e finanziato al 40% dall’Europa. Se i relatori del Rapporto COI informano di non aver esaminato i grandi progetti “decisi altrove”, come il tunnel internazionale, mettono tuttavia in dubbio la realizzazione delle linee di accesso al tunnel. “Non è stata dimostrata l’urgenza di realizzare queste linee, le cui caratteristiche socio-economiche appaiono in questa fase chiaramente sfavorevoli”, ritiene il COI.

E Le Monde dà la parola a Daniel Ibanez, storico portavoce dell’opposizione francese alla TorinoLione, che considera le decisioni del COI un “successo … parziale” e osserva: “È chiaro, questa infrastruttura è una fonte di perdite e non può essere dichiarata di pubblica utilità. Ma il rapporto si ferma nel bel mezzo del guado. Se le linee di accesso non sono necessarie, lo scopo di fare il tunnel non regge più.”

La Torino-Lione ha una spiccata caratteristica geopolitica, trattandosi di un progetto internazionale finanziato al 40% dall’Unione Europea e al 35% dall’Italia.

La decisione di proseguire, rinviare o annullare la Torino-Lione è una decisione difficile per il Governo francese che deve rinegoziare gli accordi l’Italia e l’Unione Europea. Sappiamo che queste trattative sono iniziate da tempo e l’Italia ha già fatto un primo passo tranquillizzante verso la Francia, confermando le sue intenzioni nel corso del vertice di Lione di settembre 2017.

La risposta “sibillina” della Francia all’Italia è giunta: il progetto Torino-Lione non è stato inserito nel Rapporto COI, anche se questa Commissione ha raccomandato prudenza al Governo francese scrivendo: “Il Consiglio è consapevole del fatto che essi (i 4 progetti, N.d.R.) pesano anche in termini di spesa pubblica a titolo del trattato di Maastricht e di prelievi obbligatori.”

Il Governo italiano è oggi assente in attesa delle elezioni e non ci aspettiamo suoi commenti sul Rapporto COI. Proprio per questo motivo riteniamo che queste settimane siano il momento perfetto per diffondere in modo ampio i nostri argomenti, affinché siano ripresi da tutti coloro che sostengono la nostra opposizione: chi è accanto alle lotte popolari lo dica ad alta voce.

Fare questa grande opera inutile e imposta significa sovvenzionare le imprese di costruzioni e la società che la gestirà, sottraendo enormi risorse di denaro pubblico a più utili e necessarie destinazioni.

Ecco alcuni dei richiami che dovremmo far giungere ai Governi italiano e francese affinché il progetto sia abbandonato:

– il costo enorme per le casse pubbliche (Italia, Francia, UE) è giunto a €9,6 Mld. http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=13847, con un aumento delle quote nazionali del 19,8% dal 2012 ad oggi (nel 2006 il progetto era stimato a € 6,6 Mld.),

– chiedere che sia denunciata la ripartizione ineguale del costo, definita dagli Accordi tra Italia e Francia nel 2004 e del 2012,

– ricordare che sulla base di questa iniqua ripartizione dei costi, la Francia ha dichiarato fin dal 2006 che il tasso attualizzato di rendimento della parte francese del tunnel è positivo solo grazie al maggior contributo dell’Italia, cfr. pagina 73 del Dossier di Inchiesta Pubblica Lyon Turin Dossier di Inchiesta Pubblica Lyon Turin,

– indicare che i costi di gestione della Torino-Lione saranno molto elevati e i traffici scarsi, condizioni che porterebbero in pochi anni TELT, la società che dovrebbe gestire il tunnel, al fallimento, come già accaduto all’analogo progetto franco-spagnolo del tunnel tra Perpignan e Figueras,

– dare notizia che, proprio in funzione di questa previsione di fallimento, il Direttore Generale di TELT ha comunicato[2], sulla base dei poteri che spettano a TELT in base all’Accordo del 2012, che sarà opportuno affidare l’attrezzaggio tecnologico del tunnel (binari, catenaria, segnalamenti, del valore oggi stimato di circa € 1,7 Mld.) e la sua gestione, mediante una PPP, ad un’impresa privata francese o italiana,

– informare che secondo l’Accordo del 2012 l’Italia dovrà pagare la fattura più elevata della costruzione (€ 3,6 Mld) per ricevere in cambio soli 12 km di tunnel (€ 293,5 Mil. al km), mentre la Francia dovrà invece sborsare solo €2,3 Mld. per divenire proprietaria di 45 km (€ 57,9 Mil. al km).

La France a baisé l’Italie

– in Francia, di fronte a questa situazione, affermano: “La France a baisé l’Italie” (una traduzione gentile dà: La Francia ha fregato l’Italia),

– per rimediare a questa situazione l’Italia dovrebbe denunciare la fregatura della divisione asimmetrica dei costi, in realtà un finanziamento a fondo perduto dall’Italia alla Francia,

– per la ripartizione equa la Francia dovrebbe aumentare la sua quota di €2,3 Mld., raddoppiando quasi il suo contributo da € 2,6 Mld. a € 4,9 Mld., una situazione talmente insostenibile per le sue casse, da farle abbandonare il progetto.

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[1] Lyon-Turin € 2,6 Mld (Tunnel ferroviario), Grand Paris Express € 38,5 Mld (Linea Ferroviaria intorno a Parigi, che potrebbe essere parzialmente in esercizio per le Olimpiadi 2024),  Charles de Gaulle – Express € 2,0 Mld (Linea ferroviaria Gare de l’Est-Aeroporto di Roissy), Canal Seine Nord Europe € 2,7 Mld (canale di 107 km da Compiègne verso nord)

2 http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2017/08/20170525-LaValsusa-Road-Show-TELT-ppp1.pdf

 Il Rapporto del Consiglio d’Orientamento delle Infrastrutture è pubblico

I documenti ufficiali sul sito del Ministero dei Trasporti francese

Il Rapporto del COI 1° febbraio 2018 (215 pagine)

Sintesi del Rapporto del COI (19 pagine)

Discorso della Ministra dei Trasporti Elisabeth Borne

Comunicato Stampa del Ministero dei Trasporti francese

[1] Lyon-Turin € 2,6 Mld (Tunnel ferroviario), Grand Paris Express € 38,5 Mld (Linea Ferroviaria intorno a Parigi, che potrebbe essere parzialmente in esercizio per le Olimpiadi 2024),  Charles de Gaulle – Express € 2,0 Mld (Linea ferroviaria Gare de l’Est-Aeroporto di Roissy), Canal Seine Nord Europe € 2,7 Mld (canale di 107 km da Compiègne verso nord)

[2] http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2017/08/20170525-LaValsusa-Road-Show-TELT-ppp1.pdf

3 febbr 18 Le Monde 

Projets d’infrastructure: le rapport Duron bien accueilli par les associations d’opposants

Celles-ci estiment que leurs arguments sur la cherté, la dangerosité, voire l’inutilité de certains chantiers se trouvent confortés dans le document remis à la ministre des transports, Elisabeth Borne.

Par Rémi Barroux

http://www.lemonde.fr/acces-restreint/economie/article/2018/02/03/d57956751c6a5103d7e287bc4e6f6af1_5251341_3234.html

Elles veulent y voir comme une petite victoire. Les arguments des associations d’opposants à de nombreux projets d’infrastructure ferroviaire, autoroutière, etc. – nombre de ces chantiers sont onéreux, dangereux pour l’environnement, voire inutiles – se trouveraient, selon elles, confortés par le rapport sur les mobilités du quotidien, remis par Philippe Duron, le président du Conseil d’orientation des infrastructures (COI), jeudi 1er février, à la ministre des transports, Elisabeth Borne.

« La transition écologique, et notamment la réduction des émissions de gaz à effet de serre et des nuisances, n’est pas une option. Elle impose de repenser la mobilité et la hiérarchie des priorités d’investissement », prévient le COI.

Lire aussi :   Les gagnants et les perdants des grands projets d’infrastructure de transport

Ce constat, renforcé par des contraintes budgétaires fortes et par les priorités données par Emmanuel Macron aux mobilités du quotidien, porte un coup rude à de nombreux dossiers : les lignes à grande vitesse du Sud-Ouest (Bordeaux-Dax, BordeauxToulouse) ou certaines autoroutes, comme l’A45 prévue pour relier Saint-Etienne à Lyon.

L’un des dossiers emblématiques est le projet de tunnel pour la ligne Lyon-Turin, un projet international signé avec l’Italie et financé aussi à hauteur de 40 % par l’Europe. Si les rapporteurs préviennent qu’ils n’ont pas étudié certains grands projets « actés par ailleurs », comme ce tunnel international, ils remettent en question la réalisation des accès français au tunnel. « La démonstration n’a pas été faite de l’urgence d’engager ces aménagements, dont les caractéristiques socio-économiques apparaissent à ce stade clairement défavorables », estime le COI.

« Au milieu du gué »

Daniel Ibanez, porte-parole historique de l’opposition au Lyon-Turin, juge qu’il s’agit d’un succès… partiel« C’est clair, cette infrastructure est une source de pertes et ne peut être déclarée d’utilité publique. Mais le rapport s’arrête au milieu du gué. Si les accès ne sont pas nécessaires, la finalité du tunnel ne tient plus », note-t-il.

Les promoteurs du projet se consolent en notant que le tunnel n’est pas remis en cause« Mais il est paradoxal de réaffirmer le Lyon-Turin, tout en proposant de travailler sur une ligne Dijon-Modane, qui ne fait pas partie du corridor européen du projet initial, financé par l’Europe », s’étonne Hubert du Mesnil, président de la société Tunnel Euralpin Lyon Turin.

Autre réussite pour les associations de défense de l’environnement : le projet d’autoroute A45, entre Saint-Etienne et Lyon, doublant l’actuelle A47« Le rapport recommande à l’Etat de ne pas signer de concession pour cette infrastructure. C’est une défaite pour ceux qui voulaient aller vite en disant qu’il n’existait pas d’alternative », avance Maxime Combes, opposant local et membre d’Attac.

Lire aussi :   Transport : les trois scénarios d’investissement de la commission Duron

Le COI recommande d’ailleurs l’étude sur deux ans des scénarios alternatifs à l’A45. Les élus qui soutiennent la future autoroute ont réagi vertement« Nous n’en sommes plus au débat, aux études. L’utilité publique du projet a été réaffirmée », a déclaré le maire de Saint-Etienne, Gaël Perdriau (Les Républicains).

Pour autant, ce travail sur les mobilités à construire ne doit pas être lu qu’à l’aune des grands projets d’infrastructure contestés.

Pour Matthieu Orphelin (La République en marche), député de Maine-et-Loire et membre du COI, « les investissements sont réorientés vers l’entretien des réseaux existants et les mobilités du quotidien. Et il existe de vrais grands projets nécessaires, comme par exemple la résolution du nœud ferroviaire lyonnais », a-t-il déclaré au Monde.

La Decisione del COI del 1° febbraio 2018 Torino-Lione: il tempo della decisione è rinviato, ma fino a quando?ultima modifica: 2018-02-06T11:29:28+01:00da davi-luciano
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