Noemi, Pamela, discriminazione mediatica ed ipocrisia. Generalizzare, quando è politically correct va bene, e quando è da condannare

Pamela assassinoNoemi e Pamela.  Due storie parallele e simili.
 
La prima sfruttata fino all’ultimo da TG e “info intrattenimento” per dimostrare la “violenza maschile” e sulle donne.
Morboso attaccamento ai particolari senza mai evidenziare i suoi problemi famigliari e di droga.  Ma non per rispetto.
Perché non erano utili al feticcio del “femminicidio” da sventolare.
Noemi rimane sugli schermi e apre alcuni TG tutt’ora.
Pamela.
Vittima dei tempi e dell’ingenuità che nei 18 anni ci sta tutta e che oggi qualcuno vorrebbe affibbiare come colpa.  L’eroina è un mostro “gentile ” che ti annulla anche a 50 anni. Figuriamoci a 18.
Pamela non apre i TG né pomeriggi “info intrattenitori” . Nel TG 3 finisce dopo il commissariamento della FIGC.
Le pagine femministe tacciono e nel silenzio urlano tutta l’ipocrisia che non ci sta in un “manifesto firmato da 180 attrici contro gli abusi”. Pamela scompare nel mantra politicamente corretto ,nonostante sia stata smembrata, vilipesa, illusa.
 
La sua colpa sta nel suo aguzzino e nella melanina.  Oggi non esistono carnefici che non siano maschi bianchi.
Il resto va dietro la lavagna del ” razzismo “.
 
E allora via a parlare di ” drogata” “ragazza difficile” “con una famiglia pessima” “era in overdose e lui si è spaventato”.
 
Il razzismo sta in questo..
In due vite parallele.
Una utile al mainstream quotidiano e al politicamente corretto.
L’altra no .
Pamela ci insegna,se ancora ce ne fosse bisogno, che l’informazione ha smesso di essere tale da tempo.
È propaganda.
 
E che il femminismo moderno è un contenitore isterico di ipocrisia.
 
 
Se il 40% degli stupri totali commessi in Italia vengono ascritti a immigrati, non bisogna generalizzare perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva.
 
Se il 31% degli omicidi commessi in Italia vedono esecutori stranieri, non bisogna generalizzare perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva.
 
Se oltre il 52 % delle.rapine violente con percosse e torure commesse in Italia vedono autori stranieri,, non bisogna generalizzare perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva.
 
Se ogni attentato terroristico porta sempre alla stessa matrice, non bisogna generalizzare perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva..
 
Insomma, non esiste evidenza che possiate presentare ai comunisti, senza che loro vi liquidino così.
Non bisogna generalizzare MAI, perchè la responsabilità è sempre individuale e mai collettiva…….
Salvo che uno squilibrato bianco ed italiano non si avvolga in una bandiera tricolore e spari dei colpi a titolo personale verso afrcani, nel qual caso allora la responsabilità diviene all’improvviso collettiva con Salvini che viene indicato quale “mandante morale” generalizzando su ogni elettore di destra ravvendendoci un complice, e con tutto il paese che non vota comunista chiamato dalla sinistra a chiedere scusa e magari ritirare la LEGA dalla scena politica lasciando spazio al.PD.
Dalla bacheca di Fabio Armano.

VORREI MA NON POSSO.

Pamela assassino
Ovvio che non avrebbe pagato. Nessuno pagherà, sarà archiviata come morte naturale? La vittima è il nigeriano, vittima di un complotto razzista va a finire. Se è stata squartata dopo la morte, a che serviva tutta quella candeggina? Un corpo morto non butta sangue, ma forse anche la scienza forense è razzista.
Vorrei sapere come mai lo spacciatore squartatore assassino di Pamela Mastropietro (definito pervicacemente ‘presunto’ dai media supergarantisti a intermittenza) era libero di delinquere in Italia.
 
Vorrei conoscere i nomi di chi non ha applicato le (blande) leggi esistenti.
 
Vorrei essere informato sui tempi e sulle circostanze dei reati da lui commessi da quando è sul territorio nazionale.
 
Vorrei conoscere il nome del prestanome, intestatario dell’appartamento e delle utenze dove viveva – base operativa dello spaccio – e dove ha macellato una povera ragazza 18enne.
 
Vorrei sapere chi lo ha aiutato sin dall’inizio a radicarsi senza diritto nella nostra Nazione. Chi lo ha trasportato in Italia, chi gli ha dato sostegno e assistenza, dove ha vissuto e persino che quali luoghi frequentava.
Vorrei conoscere il nome dell’avvocato (ovviamente pagato copi soldi degli italiani, grazie al gratuito patrocinio garantito per legge) che lo ha assistito per trovare i cavilli giuridici a eludere ogni controllo.
 
Vorrei anche sapere il contenuto dei fascicoli giudiziari con la sua storia di clandestino.
 
Vorrei leggere le interviste a chi lo ha conosciuto e frequentato. Persino di chi gli ha venduto la candeggina dopo il delitto con la quale ha lavato accuratamente i resti di Pamela per far sparire ogni traccia di DNA come insegnato dai telefilm polizieschi.
 
Vorrei leggere che la polizia si interroga sui nomi dei probabili complici, partecipanti alla bestiale mattanza di Pamela.
 
Vorrei che qualcuno mi dicesse che fine hanno fatto le parti mancanti del corpo della ragazza.
 
Vorrei leggere analisi e commenti sul retroterra culturale che sta dietro a uno squartamento rituale. Essere adeguatamente informato sulle pratiche cannibalistiche dell’Africa nera. Sui riti voodoo, sul satanismo o sul culto di Osiride.
 
Vorrei che la vita di Innocent Oseghale (strano destino che un delinquente assassino abbia come nome proprio ‘innocente’) venga analizzata pubblicamente in ogni dettaglio come quella di un Luca Traini qualsiasi.
 
Vorrei tutto questo proprio perché non sono razzista.
Vorrei davvero, infatti, che lo spacciatore assassino venga trattato come fosse un italiano qualsiasi. E peggio per lui!
Gianluca Castro -FB

Allarme a Ferrara: “La mafia nigeriana è qui, occhio alle risse”

profughi FerraraPiù organizzata? Alla nostra danno il 41bis (giustamente), a questi asilo politico.

estratto:

L’informativa è datata 20 luglio 2016 ma arriva alla procura di Fermo solo il 17 agosto. All’interno, come riporta oggi il Fatto Quotidiano, il vicequestore di polizia della Commissione territoriale per lo status di rifugiato scrive di aver saputo “da fonte confidenziale ritenuta attendibile che al funerale di Emmanuel sono intervenuti membri della setta Black Axe riconoscibili perché tutti indossanti abiti del colore rosso e nero al fine, verosimile, di rendergli manifestatamente onore e che la loro presenza rivelerebbe che il deceduto faceva parte della stessa confraternita”.
Allarme a Ferrara: “La mafia nigeriana è qui, occhio alle risse”
L’esperto: “Si occupa di droga e prostitute. Ragazze marchiate come bestiame”
 
Negli ultimi anni Ferrara ha registrato un incremento della presenza di nigeriani
 
Un’ombra arriva dal cuore del Continente Nero e cala sulle nostre periferie. Stiamo parlando della ‘Black Axe’ (ascia nera), la mafia nigeriana. Ne abbiamo parlato con Roberto Mirabile, presidente dell’associazione ‘La Caramella Buona’ (Onlus che si occupa di pedofilia) ed esperto di criminalità organizzata africana.
Mirabile, un fenomeno nuovo?
«Tutt’altro. In Emilia la mafia nigeriana è storicamente radicata».
 
Anche a Ferrara?
 
«Negli ultimi anni la città estense ha registrato un incremento della presenza di nigeriani dediti a due settori: spaccio e prostituzione».
 
Cosa ci rende attrattivi?
 
«Alla mafia nigeriana piacciono città marginali rispetto alla grande cronaca nera ma con importanti Università. Che vuol dire relativa tranquillità e tanti giovani a cui spacciare».
Quali sono i segni che indicano la presenza della ‘Black Axe’?
«Il primo indizio sono le risse. Iniziano con scontri fra tre o quattro persone. Poi diventano dieci o quindici. Usano armi rudimentali: bottiglie, coltelli, bastoni».
Fatti che però vengono spesso ‘derubricati’ a zuffe tra balordi.
«Errore clamoroso. Sono scontri tra fazioni diverse che si contendono il territorio. Guai minimizzare. Loro cercano il morto».
 
Gli altri indizi?
«Attenzione alle donne. Nella mafia nigeriana hanno un ruolo di primo piano. Spesso sono le compagne dei boss. Fanno le maman oppure le troviamo nei minimarket o nei money transfer. Che spesso sono ‘lavanderie’ per il denaro illecito dell’organizzazione».
 
I loro business principali?
 
«Spaccio di droghe pesanti, cocaina ed eroina, e prostituzione».
 
Parliamo di spaccio. Come si riforniscono?
 
«Non hanno problemi. L’organizzazione è potente e ha contatti con i grandi narcos colombiani e con i trafficanti afghani e iracheni».
E la prostituzione?
«In questo settore sono specializzati e crudeli. Spingono giovani connazionali, spesso minorenni, sulla strada. Le ricattano con riti voodoo. Le marchiano».
Prego?
 
«Sì, come il bestiame. Cicatrici e amputazioni sono simboli di affiliazione. Da quel momento, sei legato all’organizzazione».
 
Se ne può uscire?
 
«Difficilissimo. Per arrivare in Italia con il miraggio di un vero lavoro si indebitano per decine di migliaia di euro. Se riescono a ripagarlo, non possono più tornare a casa, pena l’esclusione: le cicatrici le identificano come prostitute».
 
Non c’è altra via?
 
«Sì, quella criminale. Molte, una volta emancipate, diventano a loro volta maman».
Che peso ha l’immigrazione nell’espansione del ‘sistema’?
«Importante e crescente. Tra le migliaia di disperati troveranno sempre più manovalanza. Aprendo così la strada a nuovi affari».
Tipo?
«L’elemosina. Fino a pochi anni fa era difficile vedere questuanti africani. Oggi è pieno. E dietro c’è il racket. Tutto organizzato: non c’è un metro quadro libero».
 
Qual è la struttura della ‘Black Axe’?
 
«‘Black Axe’ è la cupola. Poi all’interno ci sono diversi altri gruppi affiliati, che a volte si pestano i piedi. La logica è quella tribale».
 
Quando nasce?
«Negli anni ‘80, con la crisi del petrolio. Spalleggiata dal governo che chiese aiuto alla ‘mala’ per sostenere l’economia».
 
Come è arrivata in Emilia?
«Le grandi inchieste sulle mafie ‘nostrane’ hanno lasciato liberi ampi spazi di mercato».
Che fare quindi?
 
«Non bisogna arrivare a capire il fenomeno troppo tardi. Le nostre comunità non meritano la disattenzione delle istituzioni».
 
di FEDERICO MALAVASI

METÀ PROFUGHI LI GESTISCE IL VATICANO: E INCASSA (DA CONTRIBUENTI) 127.750.000 EURO

prete soldise gli italiani non hanno soldi perché perdono il lavoro e non possono pagare le esose tasse e stangate diventano evasori prima, poi, espropriati di ogni bene diventano senzatetto, se non si suicidano prima. Ecco il volto della solidarietà

by informazionelibera · 30 gennaio 2018
 
Come mai, il Vaticano e il suo braccino mediatico Avvenire (tra l’altro finanziato con le tasse dei contribuenti italiani) sono così ‘entusiasti’ dell’ondata di presunti profughi?
E’ tutta una questione di delirio masochista oppure nasconde anche cospicui interessi economici? Diamo un’occhiata.
 
Dei presunti profughi ospitati in Italia, 22 mila sono ospitati dal cosiddetto “Sistema SPRAR”, una rete di centri di accoglienza. Ovviamente sono esclusi i finti profughi ospitati negli hotel.* La realtà interessante è che di questi, ben 10 mila – quindi quasi il 50 per cento – sono gestiti attraverso la rete del Cas (Centri d’accoglienza straordinaria) da Caritas.
 
Significa che il Vaticano mangia circa metà della torta dell’accoglienza. L’altra metà tocca alle coop e associazioni del PD.
E si può anche fare un conto – rozzo – di quanto questa accoglienza ‘cristiana’ garantisce a Galantino e soci in termini di euro: 35 euro a clandestino, significa 350.000 euro al giorno.
In un anno, sono 127.750.000 tondi tondi. Una enormità. Tanto per dare un senso alla cifra, con 120 milioni Mondadori comprerà RCS Libri. Un fatturato da multinazionale, della falsa carità.
 
Ora, quando un vescovo vi dirà con l’acquolina in bocca che bisogna accogliere, sapete perché.
 

Come comportarsi con una donna: profughi a lezione di cultura italiana

Dopo le parole della femminista Carmen di Genio:

Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia, sulla spiaggia non si può violentare una persona perché probabilmente lui non lo sa nemmeno, non lo sa proprio.Per questo agli extracomunitari dobbiamo educarli alle nostre regole applicando questo principio di legalità

si apre un’altra bella diga di soldi del contribuente verso le solite “solidali ed antirazziste” COOP, questo “corso” farà da apripista. Quanto costa questo corso? Chi lo paga?

Come comportarsi con una donna: profughi a lezione di cultura italiana
Succede a Carpi con la cooperativa Leone Rosso: impareranno anche la Costituzione e le basi della nostra cucina
nella foto Marco Gheller (Leone Rosso)marco gheller
Carpi (Modena), 24 gennaio 2018 – Come avvicinare una donna per conoscerla, come corteggiarla e come comportarsi con lei nell’intimità.
A Carpi i profughi stanno frequentando lezioni di ‘approccio sessuale’, un corso accelerato su tutti quelli che sono i comportamenti da tenere nel rapporto con l’altro sesso nell’ambito della cultura italiana.
 
Un progetto innovativo della cooperativa Leone Rosso, originaria della Valle D’Aosta e gestore della maggior parte dei profughi accolti in città, circa ottanta su 120-130.
 
La cooperativa ha avviato l’anno scorso i corsi di italiano nella parrocchia di Quartirolo e ora è passata allo step successivo: dai corsi di italiano ai corsi di italianità, cioè l’insegnamento ai profughi della cultura italiana, dagli articoli della Costituzione all’alimentazione fino all’approccio di genere.
 
I corsi vengono tenuti da personale specializzato di Arci, con cui Leone Rosso ha stipulato una convenzione, supportati da due mediatori della cooperativa.
 
«I ragazzi più meritevoli stanno frequentando il corso di cultura italiana diviso in tre moduli» spiega Marco Gheller responsabile di Leone Rosso che ha sede in Valle d’Aosta.
«Il primo modulo è sui concetti di razzismo, etnia e differenze, il secondo modulo è sulla Costituzione italiana e vengono spiegati concetti anche complessi come la tripartizione dei poteri»spiega Gheller. Gli ultimi due moduli sono sulla cucina italiana, i cibi e i modi per cucinarli, e l’approccio comportamentale e sessuale verso le donne. «Le insegnanti, due donne italiane ma di origine africana, spiegano ai ragazzi che nella cultura occidentale la donna ha gli stessi diritti e doveri dell’uomo, che quando dice ‘no’ va rispettata, che non va picchiata».
 
Concetti della cultura italiana la cui conoscenza è indispensabile per l’integrazione di oggi e di domani, dovunque vadano i profughi carpigiani una volta accettata la loro richiesta di asilo.
 
Ma anche la cultura alimentare è fondamentale, come spiega Gheller. «Il 30% dei profughi che finiscono al pronto soccorso ha problemi legati ad una alimentazione errata: vogliono cucinare gli stessi piatti che mangiavano nel loro Paese d’origine ma con gli ingredienti che trovano qui non è la stessa cosa e si sentono male». Provano a cucinare una sorta di polenta nigeriana ma non digeriscono le farine italiane oppure friggono quasi tutto quello che c’è nel frigorifero. «Ultimamente va un po’ meglio, iniziano a chiederci l’olio d’oliva».
 
di SILVIA SARACINO – Pubblicato il 24 gennaio 2018

MACERATA, MARCHE: CHI CIURLA NEL MANICO, CHI FA

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2018/02/macerata-marche-chi-ciurla-nel-manico.html

MONDOCANE

LUNEDÌ 5 FEBBRAIO 2018

Macerata è una delle città più significative –  storicamente e artisticamente . del Centroitalia e delle Marche. Agli smemorati dell’eterno presente senza capo né coda, fuscelli al vento strappati dalle loro radicime che non diventeranno mai né roseti, né querce, ricordo che a Macerata, strappata allo Stato della Chiesa,  Giuseppe Garibaldi formò la Legione Maceratese. Legione che a Roma, in difesa della Repubblica Romana contro papalini e francesi, il 30 aprile 1849, conseguì la grande vittoria di Porta San Pancrazio. Luogo suggestivo sul Gianicolo, cui vale la pena fare una passeggiata e dedicarci un pensiero, per sapere da dove veniamo, chi siamo  e dove vorremmo andare, a dispetto del ferro da stiro che qualche manovratore va passando sul “chi siamo” nostro e dell’umanità.

Quel pasticciaccio brutto di Via Velini

Di  Macerata tutti parlano e straparlano oggi come si trattasse del Bronx, o dell’Alabama del Ku Klux Klan. Ci si sono buttati a pesce tutti i fakenewisti di sistema e di regime e l’arte degenerata della distrazione di massa, del depistaggio, è stata elevata alla settima potenza. Tra ragazza bianca maciullata, umani neri falciati da fucilatore bianco, Hitler ante portas, la sagra degli stereotipi funzionali ai propri fini ha investito, a partire dalla bella, solida, tranquilla città, un’Italia che deve restare in stato perpetuo di arruffamento a base di paura e sospetto.. Almeno fino alle elezioni, dove dovrà vincere chi ha depistato, truffato, mentito, ma schiamazzato di più: migranti tutti squartatori e stupratori, migranti tutti bianche colombe in fuga da sterminatori, donne tutte a rischio di molestie dal taglio a pezzi al pizzicotto al gluteo, odio che imperversa su social da controllare, disciplinare, stroncare, fascisti che ormai incombono peggio che il 28 ottobre 1922, marcia su Roma (a proposito e per inciso, un omaggio alle 123 donne, professioniste di spettacolo, arti e lettere, che, in sintonia con la Deneuve e la Bardot, con il loro appello a un approccio meno manipolatorio alla questione delle molestie alle donne, hanno elevato ragione ed equilibrio al di sopra della canea  scatenata da chi punta a dividere, contrapporre, frantumare, in termini di generalizzazione e sollecitando rivalse da frustrazioni, arrivismi, istinti ricattatori,.mai diretti contro il manovratore alla guida del mezzo).

Il disadattato di Macerata, morfizzato in comandante della X Mas, che fa riemergere senza macchia dalla loro sozza fanghiglia di falsari, corrotti e frodatori. tutti i cicisbei politici del padronato euro-italiota, che permette di riqualificare eccelsi salvatori della democrazia e dell’immacolata informazione i più accaniti spargitori di odio, calunnie, fango (pensate alla fomentazione delle guerre e del conflitto inter-genere e intergenerazionale), fattucchiere e ciarlatani assisi sugli stalli dell’Ordine dei Giornalisti, della Federazione della Stampa, dei vari Articolo 21, tutti coloro che fino a ieri e ancora stamattina, e ancora domani, ci hanno stretto al collo il guinzaglio di un tecno-bio-fascismo 2.0, a tutto emisfero. Altro che rigurgiti  del ventennio, pompati e agitati per confondere le acque limacciose della morta gora nella quale ci tengono immersi fino al collo, lasciandoci fuori solo gli occhi puntati sui loro  schermi, sfiatatoi di menzogne e volgarità e credere che quello sia il mondo.

C’è altro a Macerata, nelle Marche, in Italia

A Macerata c’eravamo stati appena una settimana prima e, a una presentazione del nostro film “O LA VITA O LA TROIKA – EPICENTRO SUD, non si uccidono così anche i paesi?” avevamo potuto conversare con 300 maceratesi di cosa abbiano fatto alla loro terra, ai loro centri abitati, alla vita dei loro conterranei, non tanto il terremoto, quanto quelli che del terremoto e delle sue vittime avrebbero dovuto occuparsi secondo necessità, competenza, onestà, efficienza. Termini che il sisma ha dimostrato scomparsi dal dizionario mentale e dal manuale pratico delle classi dirigenti.

E, restando tutti noi per tre ore liberi dal laccio vischioso che ci incapsula negli smartphone, abbiamo anche capito cosa la mala gestione, fino all’incuria e allo spopolamento strategico, di questo patrimonio di umanità e civiltà, abbia in comune con le altre storie del film, scritte dai superpoteri euro-occidentali, Fondo Monetario, Commissione Europea, Banca Centrale Europea,  la Troika, sui fogli sbanchettati delle nostre Costituzioni democratiche e antifasciste. La devastazione e l’impoverimento della Grecia e di tutti i Sud, la manomissione del territorio di cui alla sovranità del popolo e dello Stato si è sostituita quella delle multinazionali del fossile e del caporalato schiavista planetarizzato, gli spostamenti di popoli finalizzati all’eliminazione di ogni identità, sovranità, autodeterminazione, salvaguardia di radici e future fioriture.

Noi, quelli che nelle Marche ci danno una mano, quelli che vengono agli incontri, non ci siamo lasciati distrarre, depistare. Siamo rimasti sul pezzo. E così sarà anche a Grottammare (AP), sabato 10 febbraio, Sala Kursaal, Via Colombo, ore 17,  dove ora continua il tour del documentario in vista di altri appuntamenti.

Le coincidenze. A Grottammare è stato sindaco per due mandati Massimo Rossi, a cavallo del millennio. Ci siamo conosciuti a Belgrado, sotto le bombe dell’aggressione Nato del 1999. E a Zastava siamo scampati a un paio di missili diretti a testimoni che qualcuno aveva capito non avrebbero ripetuto in giro la vulgata  dei carnefici, feroci e buonisti uniti nel sostegno al  nazionicidio,. La Zastava Automobili della Fiat, massima industria serba e massima concentrazione operaia, giaceva sbriciolata sotto le bombe, alcune firmate Massimo D’Alema (per dire dove va visto il fascismo). Gli operai sopravvissuti raccoglievano pietre e ferri. Un anno dopo l’avevano ricostruita, da soli. Solo allora se l’è ripresa la Fiat: Milosevic non c’era più. E neanche la Jugoslavia. Chissà se Massimo Rossi verrà. 

Organizzano i 5 Stelle, coloro che ho visto battersi più di chiunque contro il malo-dopoterremoto.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 17:51

La Decisione del COI del 1° febbraio 2018 Torino-Lione: il tempo della decisione è rinviato, ma fino a quando?

 

La France a baisé l’Italie … La Francia ha fregato l’Italia …


Annunciato da mesi, il Rapporto del COI è stato reso pubblico ieri 2 febbraio 2018 e contiene un’inattesa novità.

Philippe Duron, Presidente del COI, ha infatti scritto (cfr. pag. 54) che il Tunnel internazionale Torino-Lione, la ferrovia Grand Paris Express, la ferrovia Charles de Gaulle Express, e il Canal Seine Nord Europe sono stati esclusi dai lavori del Consiglio da lui presieduto.[1] La Francia – già a corto di quattrini – dovrà trovare solo per queste quattro Grandi Opere ben €45,8 miliardi.

Il Presidente Macron (come ha già fatto per Notre-Dame-des-Landes) si riserva il diritto di decidere se realizzarli.

Di fronte a questa inattesa novità il quotidiano Le Monde del 2 febbraio interpreta il Rapporto COI come l’annuncio che questi Grandi Progetti saranno fatti.

Il giorno seguente lo stesso quotidiano Le Monde approfondisce l’analisi: “Uno delle opere emblematiche è il tunnel sulla linea Torino-Lione, un progetto internazionale firmato con l’Italia e finanziato al 40% dall’Europa. Se i relatori del Rapporto COI informano di non aver esaminato i grandi progetti “decisi altrove”, come il tunnel internazionale, mettono tuttavia in dubbio la realizzazione delle linee di accesso al tunnel. “Non è stata dimostrata l’urgenza di realizzare queste linee, le cui caratteristiche socio-economiche appaiono in questa fase chiaramente sfavorevoli”, ritiene il COI.

E Le Monde dà la parola a Daniel Ibanez, storico portavoce dell’opposizione francese alla TorinoLione, che considera le decisioni del COI un “successo … parziale” e osserva: “È chiaro, questa infrastruttura è una fonte di perdite e non può essere dichiarata di pubblica utilità. Ma il rapporto si ferma nel bel mezzo del guado. Se le linee di accesso non sono necessarie, lo scopo di fare il tunnel non regge più.”

La Torino-Lione ha una spiccata caratteristica geopolitica, trattandosi di un progetto internazionale finanziato al 40% dall’Unione Europea e al 35% dall’Italia.

La decisione di proseguire, rinviare o annullare la Torino-Lione è una decisione difficile per il Governo francese che deve rinegoziare gli accordi l’Italia e l’Unione Europea. Sappiamo che queste trattative sono iniziate da tempo e l’Italia ha già fatto un primo passo tranquillizzante verso la Francia, confermando le sue intenzioni nel corso del vertice di Lione di settembre 2017.

La risposta “sibillina” della Francia all’Italia è giunta: il progetto Torino-Lione non è stato inserito nel Rapporto COI, anche se questa Commissione ha raccomandato prudenza al Governo francese scrivendo: “Il Consiglio è consapevole del fatto che essi (i 4 progetti, N.d.R.) pesano anche in termini di spesa pubblica a titolo del trattato di Maastricht e di prelievi obbligatori.”

Il Governo italiano è oggi assente in attesa delle elezioni e non ci aspettiamo suoi commenti sul Rapporto COI. Proprio per questo motivo riteniamo che queste settimane siano il momento perfetto per diffondere in modo ampio i nostri argomenti, affinché siano ripresi da tutti coloro che sostengono la nostra opposizione: chi è accanto alle lotte popolari lo dica ad alta voce.

Fare questa grande opera inutile e imposta significa sovvenzionare le imprese di costruzioni e la società che la gestirà, sottraendo enormi risorse di denaro pubblico a più utili e necessarie destinazioni.

Ecco alcuni dei richiami che dovremmo far giungere ai Governi italiano e francese affinché il progetto sia abbandonato:

– il costo enorme per le casse pubbliche (Italia, Francia, UE) è giunto a €9,6 Mld. http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=13847, con un aumento delle quote nazionali del 19,8% dal 2012 ad oggi (nel 2006 il progetto era stimato a € 6,6 Mld.),

– chiedere che sia denunciata la ripartizione ineguale del costo, definita dagli Accordi tra Italia e Francia nel 2004 e del 2012,

– ricordare che sulla base di questa iniqua ripartizione dei costi, la Francia ha dichiarato fin dal 2006 che il tasso attualizzato di rendimento della parte francese del tunnel è positivo solo grazie al maggior contributo dell’Italia, cfr. pagina 73 del Dossier di Inchiesta Pubblica Lyon Turin Dossier di Inchiesta Pubblica Lyon Turin,

– indicare che i costi di gestione della Torino-Lione saranno molto elevati e i traffici scarsi, condizioni che porterebbero in pochi anni TELT, la società che dovrebbe gestire il tunnel, al fallimento, come già accaduto all’analogo progetto franco-spagnolo del tunnel tra Perpignan e Figueras,

– dare notizia che, proprio in funzione di questa previsione di fallimento, il Direttore Generale di TELT ha comunicato[2], sulla base dei poteri che spettano a TELT in base all’Accordo del 2012, che sarà opportuno affidare l’attrezzaggio tecnologico del tunnel (binari, catenaria, segnalamenti, del valore oggi stimato di circa € 1,7 Mld.) e la sua gestione, mediante una PPP, ad un’impresa privata francese o italiana,

– informare che secondo l’Accordo del 2012 l’Italia dovrà pagare la fattura più elevata della costruzione (€ 3,6 Mld) per ricevere in cambio soli 12 km di tunnel (€ 293,5 Mil. al km), mentre la Francia dovrà invece sborsare solo €2,3 Mld. per divenire proprietaria di 45 km (€ 57,9 Mil. al km).

La France a baisé l’Italie

– in Francia, di fronte a questa situazione, affermano: “La France a baisé l’Italie” (una traduzione gentile dà: La Francia ha fregato l’Italia),

– per rimediare a questa situazione l’Italia dovrebbe denunciare la fregatura della divisione asimmetrica dei costi, in realtà un finanziamento a fondo perduto dall’Italia alla Francia,

– per la ripartizione equa la Francia dovrebbe aumentare la sua quota di €2,3 Mld., raddoppiando quasi il suo contributo da € 2,6 Mld. a € 4,9 Mld., una situazione talmente insostenibile per le sue casse, da farle abbandonare il progetto.

______________________________________________________________________________________________

[1] Lyon-Turin € 2,6 Mld (Tunnel ferroviario), Grand Paris Express € 38,5 Mld (Linea Ferroviaria intorno a Parigi, che potrebbe essere parzialmente in esercizio per le Olimpiadi 2024),  Charles de Gaulle – Express € 2,0 Mld (Linea ferroviaria Gare de l’Est-Aeroporto di Roissy), Canal Seine Nord Europe € 2,7 Mld (canale di 107 km da Compiègne verso nord)

2 http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2017/08/20170525-LaValsusa-Road-Show-TELT-ppp1.pdf

 Il Rapporto del Consiglio d’Orientamento delle Infrastrutture è pubblico

I documenti ufficiali sul sito del Ministero dei Trasporti francese

Il Rapporto del COI 1° febbraio 2018 (215 pagine)

Sintesi del Rapporto del COI (19 pagine)

Discorso della Ministra dei Trasporti Elisabeth Borne

Comunicato Stampa del Ministero dei Trasporti francese

[1] Lyon-Turin € 2,6 Mld (Tunnel ferroviario), Grand Paris Express € 38,5 Mld (Linea Ferroviaria intorno a Parigi, che potrebbe essere parzialmente in esercizio per le Olimpiadi 2024),  Charles de Gaulle – Express € 2,0 Mld (Linea ferroviaria Gare de l’Est-Aeroporto di Roissy), Canal Seine Nord Europe € 2,7 Mld (canale di 107 km da Compiègne verso nord)

[2] http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2017/08/20170525-LaValsusa-Road-Show-TELT-ppp1.pdf

3 febbr 18 Le Monde 

Projets d’infrastructure: le rapport Duron bien accueilli par les associations d’opposants

Celles-ci estiment que leurs arguments sur la cherté, la dangerosité, voire l’inutilité de certains chantiers se trouvent confortés dans le document remis à la ministre des transports, Elisabeth Borne.

Par Rémi Barroux

http://www.lemonde.fr/acces-restreint/economie/article/2018/02/03/d57956751c6a5103d7e287bc4e6f6af1_5251341_3234.html

Elles veulent y voir comme une petite victoire. Les arguments des associations d’opposants à de nombreux projets d’infrastructure ferroviaire, autoroutière, etc. – nombre de ces chantiers sont onéreux, dangereux pour l’environnement, voire inutiles – se trouveraient, selon elles, confortés par le rapport sur les mobilités du quotidien, remis par Philippe Duron, le président du Conseil d’orientation des infrastructures (COI), jeudi 1er février, à la ministre des transports, Elisabeth Borne.

« La transition écologique, et notamment la réduction des émissions de gaz à effet de serre et des nuisances, n’est pas une option. Elle impose de repenser la mobilité et la hiérarchie des priorités d’investissement », prévient le COI.

Lire aussi :   Les gagnants et les perdants des grands projets d’infrastructure de transport

Ce constat, renforcé par des contraintes budgétaires fortes et par les priorités données par Emmanuel Macron aux mobilités du quotidien, porte un coup rude à de nombreux dossiers : les lignes à grande vitesse du Sud-Ouest (Bordeaux-Dax, BordeauxToulouse) ou certaines autoroutes, comme l’A45 prévue pour relier Saint-Etienne à Lyon.

L’un des dossiers emblématiques est le projet de tunnel pour la ligne Lyon-Turin, un projet international signé avec l’Italie et financé aussi à hauteur de 40 % par l’Europe. Si les rapporteurs préviennent qu’ils n’ont pas étudié certains grands projets « actés par ailleurs », comme ce tunnel international, ils remettent en question la réalisation des accès français au tunnel. « La démonstration n’a pas été faite de l’urgence d’engager ces aménagements, dont les caractéristiques socio-économiques apparaissent à ce stade clairement défavorables », estime le COI.

« Au milieu du gué »

Daniel Ibanez, porte-parole historique de l’opposition au Lyon-Turin, juge qu’il s’agit d’un succès… partiel« C’est clair, cette infrastructure est une source de pertes et ne peut être déclarée d’utilité publique. Mais le rapport s’arrête au milieu du gué. Si les accès ne sont pas nécessaires, la finalité du tunnel ne tient plus », note-t-il.

Les promoteurs du projet se consolent en notant que le tunnel n’est pas remis en cause« Mais il est paradoxal de réaffirmer le Lyon-Turin, tout en proposant de travailler sur une ligne Dijon-Modane, qui ne fait pas partie du corridor européen du projet initial, financé par l’Europe », s’étonne Hubert du Mesnil, président de la société Tunnel Euralpin Lyon Turin.

Autre réussite pour les associations de défense de l’environnement : le projet d’autoroute A45, entre Saint-Etienne et Lyon, doublant l’actuelle A47« Le rapport recommande à l’Etat de ne pas signer de concession pour cette infrastructure. C’est une défaite pour ceux qui voulaient aller vite en disant qu’il n’existait pas d’alternative », avance Maxime Combes, opposant local et membre d’Attac.

Lire aussi :   Transport : les trois scénarios d’investissement de la commission Duron

Le COI recommande d’ailleurs l’étude sur deux ans des scénarios alternatifs à l’A45. Les élus qui soutiennent la future autoroute ont réagi vertement« Nous n’en sommes plus au débat, aux études. L’utilité publique du projet a été réaffirmée », a déclaré le maire de Saint-Etienne, Gaël Perdriau (Les Républicains).

Pour autant, ce travail sur les mobilités à construire ne doit pas être lu qu’à l’aune des grands projets d’infrastructure contestés.

Pour Matthieu Orphelin (La République en marche), député de Maine-et-Loire et membre du COI, « les investissements sont réorientés vers l’entretien des réseaux existants et les mobilités du quotidien. Et il existe de vrais grands projets nécessaires, comme par exemple la résolution du nœud ferroviaire lyonnais », a-t-il déclaré au Monde.

SOUDAN DU SUD. POURQUOI MOSCOU FORCE LES USA A CHANGER DE POLITIQUE ?

 

* PANAFRICOM-TV/

LE ‘ZOOM AFRIQUE’ DE PRESS TV (IRAN)

  1. DU 4 FEVRIER 2018 – AVEC LUC MICHEL:

SOUDAN DU SUD ET SOUDAN. POURQUOI MOSCOU FORCE LES USA A CHANGER DE POLITIQUE ?

(PRESS AFRIQUE)

sur https://vimeo.com/254292458

Dans cette édition du 4 février 2018 :

* La décision a été annoncée ce vendredi par le département d’État américain : Washington entend restreindre les transferts d’armes vers le Soudan du Sud, et envisage d’augmenter la pression exercée sur ce pays, malgré la signature d’un accord de cessez-le-feu entre le gouvernement et l’opposition.

Comment expliquer ce changement radical de la politique américaine ?

Le géopoliticien Luc Michel répond à PRESS TV (Iran) …

COMPRENDRE LA GEOPOLITIQUE DU SOUDAN :

Voir sur EODE-TV/

SAHAR TV: LUC MICHEL.

LA GEOPOLITIQUE DU SOUDAN ET LA CRISE HUMANITAIRE DU SUD-SOUDAN Sur https://vimeo.com/133096745

Et sur PANAFRICOM-TV/

LUC MICHEL INTERROGE PAR PRESS-TV (IRAN) :

CHANGEMENT DE CAP DU SOUDAN EN DIRECTION DE LA RUSSIE

Sur https://vimeo.com/244561629 _______________

# PANAFRICOM/

PANAFRIcan action and support COMmittees :

Le Parti d’action du Néopanafricanisme !

* Suivre Panafricom-Tv/

https://vimeo.com/panafricomtv

* Découvrir notre WebTv/

http://www.panafricom-tv.com/

* Blog PANAFRICOM-NEWS

http://www.scoop.it/t/panafricom

* Voir notre Page Officielle Panafricom/ https://www.facebook.com/panafricom/

* Aborder notre Idéologie panafricaniste/ Panafricom II – Néopanafricanisme https://www.facebook.com/Panafricom2/

* Panafricom sur Twitter/

@Panafricom

https://twitter.com/Panafricom

THE NEW NUCLEAR DOCTRINE OF THE USA (II): WHAT DOES THE ‘US NUCLEAR POSTURE REVIEW’ REALLY SAY?

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL for EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 01 05/

LM.GEOPOL - Nouvelle doctrine us II (2018 02 05) ENGL 3

“The Secretary shall initiate a new Nuclear Posture Review to ensure that the United States nuclear deterrent is modern, robust, flexible, resilient, ready and appropriately tailored to deter 21st-century threats and reassure our allies.”

– President Donald Trump, 2017.

LM.GEOPOL - Nouvelle doctrine us II (2018 02 05) ENGL 4

The United States wants to develop tactical nuclear weapons “in response to Moscow,” according to the Pentagon. The US Department of Defense has released this Friday, Feb. 2, a document called “Nuclear Posture Review” on the US atomic situation that determines the new US Nuclear Doctrine of Trump administration.

In its new Nuclear Doctrine, Washington announced its intention to acquire new nuclear weapons on the pretext of “countering a nuclear escalation that might provoke Russian military strategy.” The new American Doctrine provides for increased military spending for the modernization of the arsenal and the development of elements of the American “nuclear triad” (ballistic missiles, strategic submarines and bombers). Trump’s new Nuclear Doctrine does not exclude the use of nuclear weapons in the case of a non-nuclear attack on the United States …

But what exactly does this Pentagon document say?

* See (in French) on LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ LA NOUVELLE DOCTRINE NUCLEAIRE DES USA QUI CIBLE DIRECTEMENT MOSCOU ET PEKIN sur https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/posts/1198352186965864

* Résumé français :

La nouvelle Doctrine nucleaire des usa: Que dit réellement le « US Nuclear Posture Review » ?

Les États-Unis veulent développer des armes nucléaires tactiques “en réponse à Moscou”, selon le Pentagone. Le Département américain à la Défense vient de publier, ce vendredi 2 février, un document baptisé « Posture nucléaire » (US Nuclear Posture Review) sur la situation atomique américaine qui détermine la nouvelle Doctrine nucléaire des États-Unis de Trump.

Dans sa nouvelle Doctrine nucléaire, Washington a annoncé son intention de se doter de nouvelles armes nucléaires sous prétexte de contrer une escalade nucléaire que risquait de provoquer la stratégie militaire russe. La nouvelle Doctrine américaine prévoit l’augmentation des dépenses militaires pour la modernisation de l’arsenal et le développement des éléments de la «triade nucléaire» américaine (missiles balistiques, sous-marins stratégiques et bombardiers). La nouvelle Doctrine nucléaire de Trump n’exclut pas le recours à l’arme atomique dans le cas d’une attaque non nucléaire contre les Etats-Unis … Mais que dit exactement ce document du Pentagone ?

# “NUCLEAR POSTURE REVIEW”

(FEBRUARY 2018, OFFICE OF THE US SECRETARY OF DEFENSE)

Excerpt 1:

INTRODUCTION TO U.S. NUCLEAR POLICY AND STRATEGY

“On January 27, 2017, President Donald Trump directed Secretary of Defense James Mattis to initiate a new Nuclear Posture Review (NPR).

The President made clear that his first priority is to protect the United States, allies and partners. He emphasized both the long-term goal of eliminating nuclear weapons and the requirement that the United States have modern, flexible, and resilient nuclear capabilities that are safe, secure, and effective until such a time as nuclear weapons can prudently be eliminated from the world.

The United States remains committed to its efforts in support of the ultimate global elimination of nuclear, biological, and chemical weapons. It has negotiated multiple arms control treaties and has fully abided by its treaty commitments. In addition, for over two decades the United States has deployed no new nuclear capabilities, advanced nuclear reduction and non-proliferation initiatives to Russia and others, and strengthened alliance commitments and capabilities to safeguard international order and prevent further proliferation of nuclear weapons.

Nevertheless, global threat conditions have worsened markedly since the most recent, 2010 NPR. There now exist an unprecedented range and mix of threats, including major conventional, chemical, biological, nuclear, space, and cyber threats, and violent non-state actors.

International relations are volatile. Russia and China are contesting the international norms and order we have worked with our allies, partners, and members of the international community to build and sustain. Some regions are marked by persistent disorder that appears likely to continue and possibly intensify. These developments have produced increased uncertainty and risk, demanding a renewed seriousness of purpose in deterring threats and assuring allies and partners.

While the United States has continued to reduce the number and salience of nuclear weapons, others, including Russia and China, have moved in the opposite direction. Russia has expanded and improved its strategic and non-strategic nuclear forces. China’s military modernization has resulted in an expanded nuclear force, with little to no transparency into its intentions. North Korea continues its illicit pursuit of nuclear weapons and missile capabilities in direct violation of United Nations (U.N.) Security Council resolutions.

Russia and North Korea have increased the salience of nuclear forces in their strategies and plans and have engaged in increasingly explicit nuclear threats. Along with China, they have also engaged in increasingly aggressive behavior in outer space and cyber space.

As a result, the 2018 NPR assesses recent nuclear policies and requirements that were established amid a more benign nuclear environment and more amicable Great Power relations. It focuses on identifying the nuclear policies, strategy, and corresponding capabilities needed to protect America, its allies, and partners in a deteriorating threat environment. It is strategy driven and provides guidance for the nuclear force structure and policy requirements needed now and in the future to maintain peace and stability in a rapidly shifting environment with significant future uncertainty.

The current threat environment and future uncertainties now necessitate a national commitment to maintain modern and effective nuclear forces, as well as the infrastructure needed to support them.

Consequently, the United States has initiated a series of programs to sustain and replace existing nuclear capabilities before they reach the end of their service lives. These programs are critical to preserving our ability to deter threats to the Nation.”

Excerpt 2:

GEN. JIM MATTIS SECRETARY’S PREFACE

“On January 27, 2017, the President directed the Department of Defense to conduct a new Nuclear Posture Review (NPR) to ensure a safe, secure, and effective nuclear deterrent that protects the homeland, assures allies and above all, deters adversaries. This review comes at a critical moment in our nation’s history, for America confronts an international security situation that is more complex and demanding than any since the end of the Cold War. In this environment, it is not possible to delay modernization of our nuclear forces if we are to preserve a credible nuclear deterrent—ensuring that our diplomats continue to speak from a position of strength on matters of war and peace.

For decades, the United States led the world in efforts to reduce the role and number of nuclear weapons. The 1991 Strategic Arms Reduction Treaty (START) set a ceiling of 6,000 accountable strategic nuclear warheads – a deep reduction from Cold War highs. Shorter-range nuclear weapons were almost entirely eliminated from America’s nuclear arsenal in the early 1990s. The 2002 Strategic Offensive Reduction Treaty and the 2010 New START Treaty further lowered strategic nuclear force levels to 1,550 accountable warheads. During this time, the U.S.

nuclear weapons stockpile drew down by more than 85 percent from its Cold War high. Many hoped conditions had been set for even deeper reductions in global nuclear arsenals, and, ultimately, for their elimination.

While Russia initially followed America’s lead and made similarly sharp reductions in its strategic nuclear forces, it retained large numbers of non-strategic nuclear weapons. Today, Russia is modernizing these weapons as well as its other strategic systems. Even more troubling has been Russia’s adoption of military strategies and capabilities that rely on nuclear escalation for their success. These developments, coupled with Russia’s seizure of Crimea and nuclear threats against our allies, mark Moscow’s decided return to Great Power competition.

China, too, is modernizing and expanding its already considerable nuclear forces. Like Russia, China is pursuing entirely new nuclear capabilities tailored to achieve particular national security objectives while also modernizing its conventional military, challenging traditional U.S. military superiority in the Western Pacific.

Elsewhere, the strategic picture brings similar concerns. North Korea’s nuclear provocations threaten regional and global peace, despite universal condemnation in the United Nations. Iran’s nuclear ambitions remain an unresolved concern. Globally, nuclear terrorism remains a real danger.

We must look reality in the eye and see the world as it is, not as we wish it to be. This NPR reflects the current, pragmatic assessment of the threats we face and the uncertainties regarding the future security environment.

Given the range of potential adversaries, their capabilities and strategic objectives, this review calls for a flexible, tailored nuclear deterrent strategy. This review calls for the diverse set of nuclear capabilities that provides an American President flexibility to tailor the approach to deterring one or more potential adversaries in different circumstances.

For any President, the use of nuclear weapons is contemplated only in the most extreme circumstances to protect our vital interests and those of our allies.

Nuclear forces, along with our conventional forces and other instruments of national power, are therefore first and foremost directed towards deterring aggression and preserving peace. Our goal is to convince adversaries they have nothing to gain and everything to lose from the use of nuclear weapons.

In no way does this approach lower the nuclear threshold. Rather, by convincing adversaries that even limited use of nuclear weapons will be more costly than they can tolerate, it in fact raises that threshold.

To this end, this review confirms the findings of previous NPRs that the nuclear triad—supported by North Atlantic Treaty Organization

(NATO) dual-capable aircraft and a robust nuclear command, control, and communications system—is the most cost-effective and strategically sound means of ensuring nuclear deterrence. The triad provides the President flexibility while guarding against technological surprise or sudden changes in the geopolitical environment. To remain effective, however, we must recapitalize our Cold War legacy nuclear forces.

By the time we complete the necessary modernization of these forces, they will have served decades beyond their initial life expectancy.

This review affirms the modernization programs initiated during the previous Administration to replace our nuclear ballistic missile submarines, strategic bombers, nuclear air-launched cruise missiles, ICBMs, and associated nuclear command and control. Modernizing our dual-capable fighter bombers with next-generation F-35 fighter aircraft will maintain the strength of NATO’s deterrence posture and maintain our ability to forward deploy nuclear weapons, should the security situation demand it.

Recapitalizing the nuclear weapons complex of laboratories and plants is also long past due; it is vital we ensure the capability to design, produce, assess, and maintain these weapons for as long as they are required. Due to consistent underfunding, significant and sustained investments will be required over the coming decade to ensure that National Nuclear Security Administration will be able to deliver the nuclear weapons at the needed rate to support the nuclear deterrent into the 2030s and beyond.

Maintaining an effective nuclear deterrent is much less expensive than fighting a war that we were unable to deter. Maintenance costs for today’s nuclear deterrent are approximately three percent of the annual defense budget. Additional funding of another three to four percent, over more than a decade, will be required to replace these aging systems. This is a top priority of the Department of Defense. We are mindful of the sustained financial commitment and gratefully recognize the ongoing support of the American people and the United States Congress for this important mission.

While we will be relentless in ensuring our nuclear capabilities are effective, the United States is not turning away from its long-held arms control, non-proliferation, and nuclear security objectives. Our commitment to the goals of the Treaty on the Non-Proliferation of Nuclear Weapons (NPT) remains strong. Yet we must recognize that the current environment makes further progress toward nuclear arms reductions in the near term extremely challenging. Ensuring our nuclear deterrent remains strong will provide the best opportunity for convincing other nuclear powers to engage in meaningful arms control initiatives.

This review rests on a bedrock truth: nuclear weapons have and will continue to play a critical role in deterring nuclear attack and in preventing large-scale conventional warfare between nuclear-armed states for the foreseeable future. U.S. nuclear weapons not only defend our allies against conventional and nuclear threats, they also help them avoid the need to develop their own nuclear arsenals. This, in turn, furthers global security.

I would be remiss if I did not acknowledge the vital role our Soldiers, Sailors, Airmen, Marines, Coast Guardsmen, and civilians play in maintaining a safe, secure, and ready nuclear force. Without their ceaseless and often unheralded efforts, America would not possess a nuclear deterrent. At the end of the day, deterrence comes down to the men and women in uniform – in silos, in the air, and beneath the sea.”

Excerpt 3:

THE STRATEGIC NUCLEAR TRIAD: PRESENT AND FUTURE.

“Today’s strategic nuclear triad, largely deployed in the 1980s or earlier, consists of: submarines (SSBNs) armed with submarine-launched ballistic missiles (SLBM); land-based intercontinental ballistic missiles (ICBM); and strategic bombers carrying gravity bombs and air-launched cruise missiles (ALCMs). The triad and non-strategic nuclear forces, with supporting NC3, provides diversity and flexibility as needed to tailor U.S. strategies for deterrence, assurance, achieving objectives should deterrence fail, and hedging.

The increasing need for this diversity and flexibility, in turn, is one of the primary reasons why sustaining and replacing the nuclear triad and non-strategic nuclear capabilities, and modernizing NC3, is necessary now. The triad’s synergy and overlapping attributes help ensure the enduring survivability of our deterrence capabilities against attack and our capacity to hold at risk a range of adversary targets throughout a crisis or conflict. Eliminating any leg of the triad would greatly ease adversary attack planning and allow an adversary to concentrate resources and attention on defeating the remaining two legs. Therefore, we will sustain our legacy triad systems until the planned replacement programs are deployed.

The United States currently operates 14 OHIO-class SSBNs and will continue to take the steps needed to ensure that OHIO SSBNs remain operationally effective and survivable until replaced by the COLUMBIA-class SSBN. The COLUMBIA program will deliver a minimum of 12 SSBNs to replace the current OHIO fleet and is designed to provide required deterrence capabilities for decades.

The ICBM force consists of 400 single-warhead Minuteman III missiles deployed in underground silos and dispersed across several states. The United States has initiated the Ground-Based Strategic Deterrent

(GBSD) program to begin the replacement of Minuteman III in 2029. The GBSD program will also modernize the 450 ICBM launch facilities that will support the fielding of 400 ICBMs.

The bomber leg of the triad consists of 46 nuclear-capable B-52H and 20 nuclear-capable B-2A “stealth” strategic bombers. The United States has initiated a program to develop and deploy the next-generation bomber, the B-21 Raider. It will first supplement, and eventually replace elements of the conventional and nuclear-capable bomber force beginning in the mid-2020s.

The B83-1 and B61-11 gravity bombs can hold at risk a variety of protected targets. As a result, both will be retained in the stockpile, at least until there is sufficient confidence in the B61-12 gravity bomb that will be available in 2020.

Beginning in 1982, B-52H bombers were equipped with ALCMs. Armed with ALCMs, the B-52H can stay outside adversary air defenses and remain effective. The ALCM, however, is now more than 25 years past its design life and faces continuously improving adversary air defense systems. The Long-Range Stand-Off (LRSO) cruise missile replacement program will maintain into the future the bomber force capability to deliver stand-off weapons that can penetrate and survive advanced integrated air defense systems, thus supporting the long-term effectiveness of the bomber leg.

The current non-strategic nuclear force consists exclusively of a relatively small number of B61 gravity bombs carried by F-15E and allied dual capable aircraft (DCA). The United States is incorporating nuclear capability onto the forward-deployable, nuclear-capable F-35 as a replacement for the current aging DCA. In conjunction with the ongoing life extension program for the B61 bomb, it will be a key contributor to continued regional deterrence stability and the assurance of allies.”

(Source: Office Of The US Secretary Of Defense – EODE Think-Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* With the Geopolitician of the Eurasia-Africa Axis:

Geopolitics – Geoeconomics – Geoidology – Neoeurasism – Neopanafricanism (Seen from Moscow and Malabo):

SPECIAL PAGE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/

LA NOUVELLE DOCTRINE NUCLEAIRE DES USA QUI CIBLE DIRECTEMENT MOSCOU ET PEKIN

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 01 03/

LM.GEOPOL - Nouvelle doctrine us I (2018 02 03) FR 2

Les États-Unis veulent développer des armes nucléaires tactiques “en réponse à Moscou”, selon le Pentagone. Le Département américain à la Défense vient de publier, ce vendredi 2 février, un document baptisé « Posture nucléaire » (US Nuclear Posture Review) sur la situation atomique américaine qui détermine la nouvelle Doctrine nucléaire des États-Unis de Trump.

LM.GEOPOL - Nouvelle doctrine us I (2018 02 03) FR 3

Dans sa nouvelle Doctrine nucléaire, Washington a annoncé son intention de se doter de nouvelles armes nucléaires sous prétexte de contrer une escalade nucléaire que risquait de provoquer la stratégie militaire russe. La nouvelle Doctrine américaine prévoit l’augmentation des dépenses militaires pour la modernisation de l’arsenal et le développement des éléments de la «triade nucléaire» américaine (missiles balistiques, sous-marins stratégiques et bombardiers). La nouvelle Doctrine nucléaire de Trump n’exclut pas le recours à l’arme atomique dans le cas d’une attaque non nucléaire contre les Etats-Unis …

QUE DIT LA NOUVELLE DOCTRINE NUCLEAIRE DES USA ?

L’administration américaine « n’exclut pas l’utilisation d’armes atomiques dans le cas d’une attaque non nucléaire contre les Etats-Unis », a indiqué vendredi le vice-ministre américain à la Défense, Patrick Shanahan, commentant la nouvelle Doctrine nucléaire américaine, dont « le but final est d’établir un équilibre des forces avec les Russes », comme le prétendent les Américains. « La doctrine nucléaire dispose que les États-Unis peuvent envisager l’utilisation d’armes nucléaires dans des circonstances d’urgence pour protéger leurs intérêts vitaux, ainsi que des alliés et des partenaires », a déclaré Shanahan.

Selon le site web américain, ‘Defense News’, le gouvernement américain s’est dit, dans ce document, « prêt à changer et moderniser son arsenal nucléaire pour s’adapter à leurs adversaires potentiels ».

La version 2018 de la doctrine nucléaire US cible également la Chine, la Corée du Nord et l’Iran, mais s’attarde plus largement sur la Russie et au défi de « l’équilibre des forces ». Le document nucléaire de Trump veut assurer que ce changement de cap est le résultat des « évaluations réalistes de l’actuelle situation sécuritaire dans le monde ».

« La Russie possède des avantages sérieux sur les États-Unis et leurs alliés en matière de fabrication des armes nucléaires », selon la Doctrine nucléaire américain,e dont la partie non classifiée a été publiée en janvier par le journal ‘Huffington Post’. Selon la nouvelle politique, les États-Unis peuvent donc « répondre avec les armes nucléaires aux attaques stratégiques à grande échelle telles les cyberattaques contre leurs centres de commandement nucléaire ou leurs infrastructures urbaines comme le réseau électrique ou le système du contrôle de trafic aérien ».

Des voix se sont déjà élevées contre cette nouvelle approche, qui augmente le risque de conflit nucléaire. Dans un communiqué, le président américain Donald Trump a salué ce document, qui « dissuade encore davantage les attaques stratégiques contre les États-Unis, leurs alliés et leurs partenaires ».

Réagissant à cette information, l’ambassadeur russe aux États-Unis, Anatoli Antonov, a commenté la nouvelle doctrine nucléaire américaine en ces termes : « Les États-Unis se servent de la Russie comme d’un « épouvantail » afin de justifier l’augmentation des dépenses militaires et l’accroissement du potentiel nucléaire américain ».

NOUVELLE DOCTRINE NUCLEAIRE AMERICAINE :

LA RUSSIE ET LA CHINE VOIENT ROUGE

La publication de ce document sur la nouvelle « Doctrine nucléaire » des Etats-Unis, ce vendredi 2 février 2018, a provoqué de vives réactions en Russie et en Chine. Alors que l’administration Trump souhaite doter le pays de « nouvelles armes nucléaires à faible rayon d’action » (clairement destinée à des frappes tactiques), Moscou dénonce le caractère « belliqueux » et « anti-russe » de ces annonces, et Pékin appelle Washington à sortir de sa « mentalité de guerre froide ».

« Dès la première lecture, le caractère belliqueux et anti-russe de ce document saute aux yeux », pouvait-on lire dans un communiqué de la Diplomatie russe samedi, après la publication la veille de ce nouveau texte de référence aux Etats-Unis, qui prévoit un « renforcement du dispositif américain face aux menaces ». Les Etats-Unis veulent notamment se doter de « nouvelles armes nucléaires à faible rayon d’action pour renforcer leur dissuasion », mettant en avant le « réarmement de la Russie » dans ce domaine précis « qu’il convient de contrer » selon Washington, mais aussi « le risque chinois et l’émergence de nouveaux acteurs comme la Corée du Nord ».

« Les mécanismes de contrôle des armements sont mis en cause », selon Moscou. Dénonçant les « clichés », Moscou rejette ses « accusations farfelues », notamment celles, « infondées », d’ingérences et de violations des accords sur le contrôle des armements. Et de dénoncer, de la part des Etats-Unis, « une tentative injuste de rejeter sur les autres leur propre responsabilité ». Aux yeux de la diplomatie russe, « la détérioration de la situation en matière de sécurité internationale et régionale et pour le déséquilibrage des mécanismes de contrôle des armements » n’est en effet pas de son fait, mais « le résultat d’une série d’actes irresponsables des Etats-Unis eux-mêmes ».

Le point de départ de cette nouvelle Doctrine, c’est « le constat d’une dégradation brutale de l’environnement stratégique depuis 2014 ». Les Etats-Unis « ne peuvent plus continuer à réduire le rôle de l’arme nucléaire dans leur stratégie, en raison de la réémergence de tensions avec des grandes puissances, en particulier la Russie et la Chine, en raison de l’émergence d’adversaires nucléaires régionaux, par exemple la Corée du Nord ». En ce changement réside l’explication de la nouvelle Doctrine, qui est très différente dans l’esprit de celle qui avait été mise en avant par Obama en 2010.

Le ministère russe des Affaires étrangères se dit « profondément déçu » de cette évolution et promet une réaction : « Nous devrons bien entendu prendre en compte les approches qui sont désormais en circulation à Washington et prendre les mesures nécessaires pour assurer notre sécurité. » Même son de cloche du côté de Pékin …

Dans la nouvelle Doctrine américaine, la Chine et la Russie se voient placées au centre des préoccupations de la défense des Etats-Unis. « Nous espérons que Washington reste conscient du niveau de danger élevé que représentent ces directives d’un point de vue de planification militaire pratique », répond encore la diplomatie russe.

DES OPTIONS DE FRAPPES LIMITEES ENVISAGEES

« On avait déjà, dans l’arsenal stratégique américain, de manière générale, une assez grande flexibilité dans les options de frappes limitées. Mais l’administration a considéré que cette flexibilité n’était pas suffisante. Elle s’appuyait beaucoup sur les bombardiers stratégiques ou sur l’aviation de manière générale, ce qui posait des problèmes en termes de réactivité, de réponse rapide, en termes de discrétion et en termes de vulnérabilité aussi, d’où l’accent qui a été mis dans la posture actuelle sur les capacités portées par les sous-marins », analyse Corentin Brustlein de l’Ifri (sur RFI).

MOSCOU MET EN GARDE CONTRE LE DANGER DE LA DOCTRINE NUCLEAIRE US

La Russie accuse avec raison l’OTAN et les États-Unis de l’entraîner vers une course «frénétique» aux armements (qui était inscrite dans le programme de Trump en 2016) et de rompre l’«équilibre militaire» en vigueur en Europe depuis la chute de l’URSS.

Réagissant à la publication de la nouvelle doctrine nucléaire des États-Unis, un haut membre de la Commission russe de défense et de sécurité du Conseil de la Fédération a déclaré que « ce document autorisait un autre génocide des civils tout comme ce qui s’était passé à Hiroshima et Nagasaki ». Le sénateur russe Frants Klintsevitch a souligné que « le monde entier se souvenait de la catastrophe d’Hiroshima et de Nagasaki et que la nouvelle posture nucléaire américaine renforçait sérieusement la part de confrontation dans la politique étrangère de Washington ».

« La nouvelle posture nucléaire des États-Unis n’exclut pas la récidive d’Hiroshima et de Nagasaki c’est cela qui préoccupe le plus », a déclaré Frants Klintsevitch, vice-président de la Commission russe de défense et de sécurité du Conseil de la Fédération (chambre haute du Parlement russe), cité par la presse russe. Il a rappelé que la nouvelle Doctrine nucléaire américaine « se basait sur la confrontation avec la Russie ». « Ce n’est pas la première fois dans l’histoire que les États-Unis jouent une carte extrêmement dangereuse et dépourvue de toute perspective réelle, visant à démolir l’équilibre stratégique des forces du monde en sa faveur », a encore déclaré Frants Klintsevitch. Le sénateur russe ajoute que dans le cadre de cette doctrine, « les États-Unis essayent de modifier l’équilibre stratégique mondial en leur faveur », « tout en accordant une attention toute particulière à la mise à jour par la Russie de ses armements nucléaires ». Sous prétexte de la crise dans la péninsule coréenne, rappelle-t-il, Washington a suspendu ses négociations avec la Russie sur les dangers nucléaires.

Fin 2016, le président Poutine a ordonné un renforcement de la force de frappe nucléaire russe et une modernisation des armements, justifiés précisément par le renforcement de la présence militaire de l’Otan à ses frontières. Mais les dépenses militaires de Moscou, bien que conséquentes, sont encore très loin de celles des Etats-Unis.

Des experts estiment que « la nouvelle doctrine nucléaire US permet aux Américains d’avoir l’initiative dans leur confrontation avec la Russie ».

Le ministère russe a dénoncé dans son communiqué que le texte de la nouvelle doctrine nucléaire américaine prétendait que la Russie refusait de respecter l’Initiative nucléaire présidentielle (Presidential Nuclear Initiatives (PNIs), signée en 1991 entre la Russie de Gorbatchev et les États-Unis de Bush, alors que la Russie a détruit, conformément à cette initiative, une grande partie de ses armements nucléaires. Le reste des armes sont stockées dans des dépôts à l’intérieur de la Russie, selon le communiqué de la diplomatie russe. Le communiqué avertit, alors, les États-Unis en soulignant que la Russie pourrait recourir à des “mesures nécessaires” pour assurer sa sécurité.

LA CHINE APPELLE LES USA A RENONCER A LA MENTALITE DE GUERRE FROIDE

La Chine, elle aussi visée, a réagi à la nouvelle doctrine nucléaire américaine, appelant les États-Unis à renoncer à leur « mentalité de Guerre froide ». Le ministère chinois de la Défense a publié un communiqué, ce dimanche 4 février, dans lequel il a souligné que la paix et le développement sont des dynamiques mondiales irréversibles, recommandant à Washington de prendre l’initiative de suivre cette tendance au lieu d’aller à son encontre.

La Chine accuse les États-Unis de « spéculations insolentes » sur ses objectifs, déclarant qu’elle avait toujours fait preuve de retenue face au développement des armements nucléaires et qu’elle maintenait son arsenal à son plus bas niveau. « Nous espérons voir les États-Unis renoncer à leur mentalité de Guerre froide, prendre au sérieux leurs responsabilités sur la question du désarmement et corriger leur perception des intentions stratégiques de la Chine », a affirmé le ministère chinois de la Défense, cité par l’AFP.

“LA DOCTRINE NUCLEAIRE US DETRUIT L’HUMANITE”

Le ministre iranien des Affaires étrangères, Mohammad Javad Zarif, a déclaré, de son côté, que le document rapprochait l’humanité d’une extermination. « La nouvelle doctrine nucléaire américaine viole le Traité de non-prolifération des armes nucléaires et mène l’Humanité vers les abysses du néant », selon le chef de la diplomatie iranienne Mohammad Javad Zarif.

RETOUR A LA CRISE DES « EUROMISSILES » DES ANNEES ’80 :

LES USA ET L’OTAN NE PROTEGENT PAS L’EUROPE, ELLE EN FONT UNE CIBLE NUCLEAIRE !

Retour aux Années ’80 pour l’Allemagne (2) !
L’Allemagne a réagi au dernier rapport du Pentagone sur la politique nucléaire américaine intitulé « US Nuclear Posture Review ». La volonté des États-Unis de se doter de nouvelles armes nucléaires à faible rayon d’action risque de déclencher « une nouvelle spirale de la course aux armements », selon le chef de la diplomatie allemande. « La décision du gouvernement américain concernant de nouvelles armes nucléaires tactiques démontre qu’une nouvelle spirale de la course aux armements nucléaires est déjà en cours. Comme à l’époque de la guerre froide, nous, les Européens, sommes particulièrement vulnérables.
C’est pourquoi c’est à nous qu’il revient de lancer de nouvelles initiatives relatives au contrôle des armements et au désarmement », a déclaré le chef de la diplomatie allemande cité par la presse russe.

Selon lui, le développement de nouvelles armes « envoie de faux signaux », et « les accords actuellement en vigueur concernant le contrôle des armements doivent être préservés ».

NOTES :

(1) Cfr. Luc MICHEL, EODE THINK TANK/ LA PRESIDENCE TRUMP : VERS UN NOUVEAU STADE DE L’IMPERIALISME AMERICAIN …

sur http://www.lucmichel.net/2016/12/04/eode-think-tank-la-presidence-trump-vers-un-nouveau-stade-de-limperialisme-americain/
Et :
Luc MICHEL, EODE THINK TANK/ LES MEDIAS OCCIDENTAUX ET ‘STRATFOR’
CONFIRMENT MES ANALYSES. TRUMP CE SERA LE MILITARISME ET LA GUERRE !
sur http://www.lucmichel.net/2017/01/28/eode-think-tank-luc-michel-les-medias-occidentaux-et-stratfor-confirment-mes-analyses-trump-ce-sera-le-militarisme-et-la-guerre/

(2) Voir sur Voir sur PCN-TV/
GEOPOLITIQUE/ LUC MICHEL:
ACTUALITE DE LA NOUVELLE GUERRE FROIDE !
TRUMP OU PAS TRUMP, LA ‘GUERRE FROIDE 2.0’ CONTINUE DE PLUS BELLE … sur https://vimeo.com/205791102

Et :Sur PCN-TV/ LUC MICHEL:
TRUMP RELANCE LE MILITARISME US (SUR AFRIQUE MEDIA)

sur https://vimeo.com/195383189

(3) La première Guerre froide, celle de 1943-91 a connu deux grandes crises liées aux missiles :
– La crise de Cuba, au début des Années 60, où l’installation de missiles nucléaires dans le Cuba anti-américain de Castro et du Che, avait conduit les deux blocs au bord de la guerre nucléaire ;
– La crise des « euromissiles » au début des Années 80, où l’installation des SS20 soviétiques et des Pershing américain en Europe, jointe à la doctrine des « frappes nucléaires tactiques » lors des batailles terrestres, avait été une immense crise au sein de l’OTAN. En Allemagne, mais aussi en Belgique ou en Grande-Bretagne, des foules immenses anti-américaines contestaient l’OTAN au nom du « National-neutralisme » anti-américain (j’ai été un des protagonistes de ces manifestations entre 1981 et 1983, notre PCN y est né et est l’enfant du « National-neutralisme ») …

(Sources : Office Of The US Secretary Of Defense – Huffington Post – Defense News – AFP – EODE Think-Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :
Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Néoeurasisme – Néopanafricanisme (Vu de Moscou et Malabo) :
PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

 

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/