Naziskin Como: Boldrini, mobilitazione

picchiatori nazi e democratici difende il business più redditizio della droga. Si certo, costituzione e democrazia, VOI AVETE CHIESTO AGLI ITALIANI IL PERMESSO DI FAR ENTRARE ALTRA GENTE? Non siete nemmeno stati eletti, ma cianciano di rispetto di democrazia
Quando le Sentinelle in Piedi manifestavano compostamente, sono state accerchiate, insultate, sputate e fatte oggetto di lanci di oggetti. La stampa ha per lo piu colpevolizzato “gli oscurantisti bigotti”. Un comitato che qui in città si offriva di scortare a casa le persone sole che non si sentono sentinelle aggreditepiù sicure nelle nostre strade infestate da feccia allogena e indigena, è stato assalito e picchiato dagli antifascisti perché “fomentava il razzismo”. Nulla o quasi sulla stampa.
 
Naziskin Como: Boldrini, mobilitazione
Misure adeguate ma anche difesa della Costituzione e democrazia
bliz como senza frontiere(ANSA) – FIRENZE, 30 NOV – “Ritengo che sia necessario ricorrere a delle misure adeguate ma anche che sia necessario che ci sia una mobilitazione civile su questo, perchè non possiamo permettere a questi gruppi di sporcare la nostra bella Costituzione e la nostra democrazia, che non è compatibile con questi estremisti”. Così la presidente della Camera Laura Boldrini ha risposto oggi a Firenze ai cronisti che le chiedevano un commento sul blitz dei naziskin in un circolo attivo sul fronte del sostegno dei migranti a Como.
Skinheads a Como, cresce la polemica
(ANSA) – MILANO, 30 NOV – E’ polemica sempre più esplicita tra le forze politiche per l’episodio avvenuto a Como, dove un gruppo di skinheads ha fatto irruzione nella sede di “Como senza frontiere”, associazione che si occupa di assistenza ai migranti. Per la presidente della Camera, Laura Boldrini, serve “una mobilitazione civile, non possiamo permettere a questi gruppi di sporcare la Costituzione”. Per Matteo Renzi, “su questi temi non devono esserci divisioni, ma la condanna è stata troppo timida”. Per Giorgia Meloni, invece, quanto avvenuto a Como è stato “un atto di intimidazione, dunque inaccettabile, ma è ridicolo l’appello di Renzi. Si è trattato di un atto di intimidazione, non di un atto di violenza”. Analoghe le dichiarazioni di Matteo Salvini: “Il problema dell’Italia è Renzi, non il fascismo che non può tornare. Ovvio che non si entra in casa d’altri non invitati e non è quello il modo di risolvere i problemi. Bene invece fanno i nostri sindaci che con azioni concrete combattono l’invasione di immigrati”.
Skinheads Como: 4 denunciati
(ANSA) – MILANO, 30 NOV – Sono quattro, per ora, gli appartenenti al Veneto Fronte Skinheads denunciati per violenza privata per l’irruzione dell’altra sera nella sede di un’associazione mentre stava tenendo una riunione la rete “Como Senza Frontiere”, attiva nell’accoglienza dei migranti. Si tratta dei quattro già identificati nel video girato dai partecipanti alla riunione, mentre è in corso l’identificazione di altre nove “teste rasate”. Gli agenti della Digos di Como, coordinati dal pm Simona De Salvo e dal procuratore Nicola Piacente, stanno ricostruendo il contesto in cui è maturata l’iniziativa degli esponenti neofascisti che, interrompendo la riunione dell’associazione, hanno fatto irruzione per leggere un “proclama” contro l'”invasione di immigrati e l’immigrazionismo”. Gli inquirenti stanno quindi cercando di capire come il gruppo di skinheads sia venuto a conoscenza della riunione e come sia nata l’idea del blitz.
vi han fatto la bua? Siete stati accerchiati? Da chi? Da gente armata? Le vostre risorse lo fanno continuamente con gli italiani, con le donne stuprate, ma non suscitano tutta questa attenzione e clamore. Chi vi finanzia a voi? Perché davvero suona strano che vi sia una “rete” il cui unico scopo è “cambiare la percezione” sul tema accoglienza, l’ansa scrive ” associazione che si occupa di assistenza ai migranti.”, con i vostri soldi lo fate?
Blitz Skinhead, il racconto di Como senza frontiere: “Ci hanno accerchiato, è stata intimidazione”
“Sono entrati e ci hanno accerchiato, è stata una vera e propria intimidazione”.
Inizia così il racconto di Annamaria Francescato, portavoce della rete Como senza frontiere, ancora scossa dopo l’incursione di quindici militanti di Veneto Fronte Skinheads alla riunione di martedì 28 novembre. Annamaria si trovava assieme ai rappresentanti di altre associazioni, sindacati e sigle politiche nella sede dell’associazione Artficio di via Terragni 4 quando gli skin “con atteggiamento squadrista” si sono presentati alla riunione e “dopo averci accerchiati hanno distribuito i volantini con la loro rivendicazione. Ci hanno insultati un po’. Noi non abbiamo reagito. Ci hanno sicuramente preso di sorpresa, ma non avremmo potuto fare altro che starcene seduti e buoni. Eravamo principalmente donne, con un’età media di 60 anni e persone che vanno dai 18 agli 80. Se le cose fossero degenerate ci avrebbero sopraffatti. Non è successo nulla di fisico, ma non è stato un momento piacevole”. La sede dell’associazione si trova al primo piano di un edificio nel centro di Como: “Il portoncino di ingresso era accostato, aspettavamo altri partecipanti alla riunione. Quando ho sentito i rumori provenire dalla scala ho aperto la porta e mi sono trovato davanti queste persone con le teste rasate che sono entrate con fare militaresco. Chiaramente ci siamo affidati ad un legale per denunciare l’aggressione e l’intimidazione che abbiamo subito. C’è tutta una componente non verbale in questa azione, tutta una parte che rimane non detta ma che si è sentita chiaramente. Questi individui entrando ci hanno fatto capire che loro ci seguono, sanno chi siamo e possono fare quello che vogliono. Sono spaventata e arrabbiata”.
Le reazioni politiche sono arrivate a livello nazionale. Ma le persone che hanno subito questa incursione sono rimaste stupite dal clima di indifferenza con cui l’episodio è stato accolto in città: “Dall’amministrazione comunale non ci ha contattato nessuno – spiega Annamaria – e in rete si leggono commenti di critica a noi, gente che plaude all’iniziativa di Veneto Fronte Skinheads e invoca la democrazia. Ci siamo sentiti dire che dobbiamo essere democratici e accettare le posizioni di tutti. Ma non c’è niente di democratico in quello che abbiamo subito. Non c’è niente di più lontano dalla democrazia”.
Un commento arriva anche da Giampaolo Rosso, vicepresidente dell’Arci di Como. Sedeva al tavolo di Como senza frontiere ed è l’autore del video che è circolato in rete fin dalle prime ore successive al blitz degli skinhead. “Abbiamo sottovalutato per troppo tempo questi gruppi, minimizzando le loro azioni e archiviandole come goliardate. E’ stata una sottovalutazione colpevole anche da parte delle istituzioni. Qui non c’è un normale conflitto delle idee, qui ci troviamo di fronte alla volontà di annullare altri, una cosa incompatibile con la democrazia. Idee che nemmeno tanti anni fa hanno prodotto orrori e tragedie inenarrabili. La sottovalutazione ha prodotto una sorta di sensazione di libertà di azione che si aggiunge all’effettivo scontento per la mancanza di welfare e l’enorme disparità tra ricchi e poveri”.
 
Como senza frontiere è un network di sigle che si riunisce da circa un anno con l’obiettivo dichiarato di cambiare la percezione del problema della migrazione tra la gente e, in seconda battuta, di supportare l’attività di accoglienza. Como è stata per molto tempo una piccola Ventimiglia, negli anni scorsi c’è stata una forte pressione migratoria al confine con la Svizzera. Decine di persone accampate in stazione, continui tentativi di passare il confine e molti respingimenti. Si è creato così un clima di ostilità da parte delle forze politiche di destra che ha alimentato la diffidenza da parte dell’opinione pubblica. Con il tempo la rotta svizzera ha attirato meno migranti e il problema è diventato meno evidente: “Le persone che vogliono andare in Svizzera oggi sono poche – spiega Annamaria Francescato -. Molti hanno rinunciato a passare il confine e hanno deciso di fermarsi in Italia. Si tratta di persone che hanno perso il diritto all’accoglienza e, pur avendo titolo per restare in Italia, vivono per strada”. Stiamo parlando di una sessantina di persone che, dopo essere state allontanate dai locali della parrocchia di San Martino di Rebbio che li ha ospitati per un periodo, da qualche tempo vivono in un autosilo abbandonato. “La presenza di queste persone in città non si nota, sono assolutamente marginali – spiega ancora la portavoce della rete – ma l’attività culturale che facciamo evidentemente dà fastidio. L’azione di Veneto fronte skinhead è indubbiamente una conseguenza della presenza dei migranti, ma spero anche una conseguenza del nostro lavoro che forse dà fastidio perché inizia ad aprire qualche breccia”.
di Alessandro Madron | 29 novembre 2017
Naziskin Como: Boldrini, mobilitazioneultima modifica: 2017-12-04T15:16:44+01:00da davi-luciano
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