DEDICATO AGLI SMEMORATI DIFENSORI DELL’ARMA

post di Giuseppe Triggiani

L'immagine può contenere: 1 persona, cappello e primo piano

Quando si è diffusa la notizia dello stupro subito dalle due studentesse americane a Firenze, ad opera di due carabinieri in servizio, il popolo fedele all’Arma, è insorto incredulo.
“Non è possibile”, hanno urlato, “le forze dell’ordine non si macchiano di questi delitti”, hanno scritto, inondando il web di dubbi sulla veridicità della notizia. Poi, quando iniziavano a filtrare le prime notizie sugli elementi probatori emersi nel corso delle indagini, hanno iniziato ad insultare le vittime dello stupro, definendole “ubriache”, “drogate” e “puttane”, scrivendo che erano già coperte di “assicurazione contro lo stupro”.
Di fronte all’ignoranza dei “sostenitori delle forze dell’ordine”, non esiste nulla per poterli far ravvedere. Il fanatismo e l’infatuazione per le divise, li porta al delirio. Unica concessione, sono “mele marce”, da espellere. Ma ne siamo sicuri? Siamo certi che nelle scuole di polizia e carabinieri vengano insegnati i principi di democrazia ispirati dalla Costituzione antifascista? I fatti, le decine di episodi criminali, di cui si sono macchiate le forze dell’ordine, dagli omicidi della Uno Bianca, alla Diaz, ai tanti ragazzi fermati vivi e usciti morti dalle caserme, le cronache sono piene.
Con questo scenario, sarebbe un gravissimo errore additare tutti gli operatori di polizia e carabinieri, di essere uguali, di essere dei potenziali delinquenti. Non è così. Ci sono, per fortuna, dei poliziotti e dei carabinieri, che onorano la loro divisa, rispettosi della democrazia e dei cittadini tutti. L’unico difetto che possono avere, è quello che non hanno voce. Non hanno la possibilità di organizzarsi e far sentire la loro voce, anche nei loro corpi di appartenenza e nelle caserme, luoghi oramai frequentati da fascisti e leghisti.
Agli smemorati vogliamo solo ricordare, quando dicono che non è mai accaduto, uno degli episodi più brutali degli ultimi anni: quello del maresciallo dei carabinieri Massimo Gatto, della stazione di Parabiago. Ha stuprato 13 donne in caserma, abusando del suo potere. Per questi delitti è stato condannato a 20 anni di carcere, poi ridotti a 16 anni, in appello.

DEDICATO AGLI SMEMORATI DIFENSORI DELL’ARMAultima modifica: 2017-09-09T14:50:50+02:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo