LA LIBERTA’ DI STAMPA E I CONFLITTI DI INTERESSE

“L’Italia è al 52° posto nella libertà di stampa”

Ringraziamo l’ANSA che ha dato la notizia[1].

Ma libertà per chi ?


Libertà per la gente di comprare un giornale in edicola ?

Libertà per le imprese di fare pubblicità sui giornali ?

Libertà per … di comprare il silenzio, la disinformazione, la manipolazione ?

Chi sono i beneficiari di questa libertà illegale ? Normalmente dovrebbero essere i giornalisti a scovarli !

Per dare una mano alle future inchieste giornalistiche, in Valle Susa cittadine e cittadini vigilanti scavano negli archivi dell’ANAC – Autorità Nazionale Anti Corruzione.

E invece di estrarre smarrino dalla montagna, come fa TELTestraggono dal sito ANAC bandi di gara e aggiudicazioni che analizzano con attenzione.

Ecco l’ultima sorprendente scoperta per il quale sono attese precisazioni dagli enti appaltante e appaltatore, siamo di fronte ad una non gara[2] :

Gara n. 37258815 lanciata da LTF, oggi si chiama TELT, (P.I. IT08332340010,) per Servizi fotografici nel periodo 2017-2019, procedura negoziata senza previa indizione di gara, importo in economia € 100.000,00, data scadenza offerta 4 luglio 2017.

Gara aggiudicata il 4 luglio 2017, ribasso di aggiudicazione 0%, a : Agenzia ANSA (P.I. IT00876481003) . Al fondo  la scheda ANAC.

Poniamo alcune domande, che ci paiono lecite.

Perché TELT, la società che dovrà scavare la galleria di 57 km della Torino-Lione, incarica l’ANSA, un’agenzia di giornalisti per fare dei servizi fotografici nei suoi cantieri ?

TELT, non avrebbe fatto meglio a incaricare una agenzia di bravi fotografi ?

Perché da tempo TELT (e prima LTF), una società “pubblica franco-italiana” che ha un solo scopo (fare un tunnel) e un solo articolo nel suo catalogo (fare un tunnel), sente la necessità di farsi pubblicità a spese dei cittadini, per conquistare una buona reputazione e creare consenso popolare intorno al suo operato, mettendosi nelle mani di agenzie di comunicazione (ad esempio Mailander[3]) e di agenzie di stampa (ad esempio ANSA) ?

TELT vuole farsi aiutare da queste aziende a contrastare, con argomenti immaginari e fuorvianti, la Pausa della Francia verso la Torino-Lione ?

Oppure TELT ha maturato l’esigenza di disporre di un fotografo alle dipendenze dell’agenzia giornalistica ANSA in modo tale da poter diffondere foto-notizie autenticate dal marchio ANSA ?

TELT teme forse le foto-verità dei tanti fotografi indipendenti attivi nel movimento No TAV ?

 

E l’ANSA, allo scopo di non essere sospettata di conflitto di interessi, non avrebbe fatto meglio a non partecipare a questa non gara anche alla luce della sua missione[4]storica: dare all’Italia un’agenzia giornalistica non controllata dal governo e neppure da gruppi privati ?

Aspettiamo le risposte di TELT e dell’ANSA.


Ecco dal sito www.anticorruzione.it/  la non gara lanciata da TELT e assegnata all’ANSA :

contratto ansa
contratto ansa2

IMPORTANTE – come comprarsi l’informazione

Virano è sempre stato un volpone spregiudicatissimo specie con i soldi non suoi, perché allora è ultra attento a non spendere.
Virano sa benissimo che i giornali italiani non fanno giornalismo di inchiesta, ma per ridurre le spese e i rischi vivono di veline e oltre alle questure e al governo il velinificio più accreditato e autorevole è l’ANSA.
Quindi la cosa più semplice è COMPRARE L’ANSA con i soldi dei cittadini italiani, francesi ed europei.
Infatti guardate un po’ questo strano “appalto”:

virano ansa1

virano ansa2

Intanto l’ANAC non ha ancora recepito che LTF si è trasformata in TELT pur mantenendo lo stesso codice fiscale e partita iva, ma dovrebbe vigilare sulla regolarità degli appalti. Siamo a posto!
Poi la scheda ci dice che c’è stato un appalto per un reportage fotografico, che l’appalto è stato realizzato in economia, che l’importo complessivo della gara era di 100.000 euro, che la gara era negoziata ma senza indizione di gara (quindi ad affidamento diretto), che la scadenza per effettuare le offerte era il 4 luglio 2017, che l’importo a base d’asta (che non c’è stata) era di 100.000 euro. Quindi il risultato, come prevedibile è stato:virano ansa3

che la data di aggiudicazione è stata lo stesso giorno 4 luglio 2017, che “l’appalto” è stato aggiudicato per 100.000 euro, che l’ANSA era l’unica concorrente ammessa, che il ribasso è stato dello 0,0% (cioè non c’è stata né gara né ribasso) e che ovviamente l’appalto è stato vinto dall’ANSA.
E questo è il risultato odierno:

ECO:Tav
2017-08-07 20:31
Tav: dal Cipe via libera a primi due lotti Torino-Lione
TORINO
(ANSA) – TORINO, 7 AGO – Il Cipe ha approvato, nella riunione di oggi, la realizzazione dei primi due lotti della tratta transnazionale della Torino-Lione, rendendo disponibili i fondi per l’avvio dei lavori definitivi sia in Italia sia in Francia. Il via libera consente l’avvio delle gare e, quindi, l’inizio dei lavori, nel rispetto delle tempistiche e degli impegni transnazionali. E degli impegni assunti dal governo anche per attingere alle risorse europee già assegnate per oltre 300 milioni di euro. Con l’approvazione dell’istruttoria sono infine garantiti gli impegni assunti, anche in tempi recenti, dal Governo, nei confronti degli enti locali e territoriali interessati dalla realizzazione dell’opera, portando a quasi 100 milioni di euro il valore delle misure di accompagnamento.(ANSA).

ANSA-FOCUS/ Tav: ok Cipe a primi 2 lotti, partono gare e lavori
Rispettati tempi e impegni. Fondi compensativi salgono a 100mln
TORINO
(ANSA) – TORINO, 7 AGO – Via libera ai primi due lotti della tratta transnazionale della Torino-Lione, che rende disponibili i fondi per l’avvio dei lavori definitivi. Sia in Italia che in Francia. La decisione nella riunione di oggi del Cipe che “dà gambe solide” alla nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità dopo i dubbi della Francia che, pur confermando gli impegni internazionali, aveva espresso l’intenzione di prendersi una “pausa di riflessione” sulla Tav. Il progetto, dunque, va avanti. La decisione del Cipe, ricorda Mario Virano, direttore generale di Telt, la scoietà incaricata di realizzare e poi di gestire la Torino-Lione, arriva dopo che a fine luglio il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha dato il via libera al progetto dello svincolo di Chiomonte, in Valle di Susa. Poco prima, il ministero dell’Ambiente aveva riconosciuto il raggiungimento di tutti gli obiettivi geognostici del tunnel di Chiomonte, ritenendo adeguata la decisione di terminare lo scavo a 7.020 metri. Decisioni che, sottolinea Virano, “dimostrano l’impegno e le sinergie messe in campo a tutti i livelli, dal governo, a partire dal ministero delle Infrastrutture e a quello dell’Economia, al commissario di governo e alla Regione Piemonte”. Il via libera odierno del Cipe consente infatti l’avvio delle gare e, quindi, l’inizio dei lavori, nel rispetto delle tempistiche e degli impegni transnazionali. Compresi quelli assunti dal governo per attingere alle risorse europee già assegnate per oltre 300 milioni di euro. Con l’approvazione dell’istruttoria sono infine garantiti gli impegni assunti, anche in tempi recenti, dal Governo, nei confronti degli enti locali e territoriali interessati dalla realizzazione dell’opera. Nella riunione di oggi sono infatti stati stanziati altri 57,26 milioni di euro, portando a 100 milioni di euro i fondi già stanziati per le opere compensative per i territori interessati dai lavori. “A settembre ci aspetta, nell’ambito dell’Osservatorio, un importante lavoro di condivisione e progettazione comune. Con la conferma delle disponibilità economiche daremo corso insieme alla Regione Piemonte e a Telt al Patto del Territorio”, commenta Paolo Foietta, commissario di governo per l’opera.(ANSA).

Con i soldi dei cittadini. Cornuti, mazziati e contenti!

TAV – SCIBONA (M5S): “Si dia seguito alle determinazioni della Corte dei Conti!”.

Con grande amarezza apprendo che la Corte dei Conti ha certificato ciò che da anni il movimento contro l’acquisto degli F35 e lo stesso movimento Notav hanno denunciato: l’inutilità logistica, tecnica ed economica dell’investimento e dell’intero progetto Joint Strike Fighter.Tutto ciò era già noto nel 2012 ai Tories del Canada, favorevoli al progetto JSF, che avevano dovuto, ob torto collo, riconoscerne l’inutilità del progetto, ribattezzato “Fiasco F35”. (https://beta.theglobeandmail.com/news/politics/tories-feel7 the-heat- over-f- 35-fiasco/article6292008/?ref=https//www.theglobeandmail.com&)

Occorre con forza e determinazione estendere l’applicazione del d.lgs 228 del 2011 in tema di valutazione degli investimenti pubblici anche agli investimenti e forniture dell’intera pubblica amministrazione,lo scandalo Consip dovrebbe insegnare qualche cosa ai miei “Onorevoli colleghi”.  Ma non solo, occorre che la disciplina del d.lgs 228 del 2011, che prevede, a carico dei singoli Ministeri, l’obbligatorietà della valutazione della necessità, congruità e ragionevolezza, ex ante e ex post, degli investimenti e degli interventi incidenti la spesa pubblica, sia previsto il potere della Corte dei Conti di bloccare l’investimento in difetto di validi e ragionevoli presupposti.

Ad oggi la Corte dei Conti non ha questo potere ed ha più volte, nei propri giudizi, condannato investimenti irragionevoli, come quelli riferiti al Ponte sullo Stretto di Messina e al Tav.

Ad oggi manca una ragionevole valutazione della necessità, congruità e ragionevolezza del ministero delle infrastrutture sulla nuova linea torino lione ai sensi del dlgs 228 del 2011.

Che ci sia di insegnamento la Francia che, a differenza dal nostro governo, gestisce con responsabilità e diligenza l’utilizzo dei fondi pubblici, come ha dimostrato sospendendo e revisionando alcune decisioni riferite agli investmenti pubblici, Torino Lyon compresa.

Segnalo all’Architetto Virano e agli altri tifosi del TAV che una delibera del Cipe, come quella emessa recentemente sulla Torino Lyon non libera dalle decisioni della Francia, è solo aria fritta e materiale per poter dire “siamo troppo avanti, costerebbe troppo fermarci”. E qualcuno dovrà essere ritenuto responsabile per l’ingente sperpero di denaro pubblico, nessun decisore e/o strillone escluso.

Marco Scibona, Senatore M5S – Segretario 8° Commissione Lavori pubblici, comunicazioni.

ECOLOGIE RADICALE : CRISE DES OEUFS CONTAMINES (II). CE MINISTRE ALLEMAND QUI DENONCE L’OMERTA DU GOUVERNEMENT BELGE SUR CE SCANDALE CRIMINEL !

# LUCMICHEL. NET/
Crise des œufs contaminés :
Le gouvernement belgicain savait depuis juin et s’est tu ! Complicité, laxisme ou incapacité (typiquement belgicaine) ? Une commission parlementaire enquêtera …

2017-08-09_074658

CHRISTIAN SCHMIDT, LE MINISTRE ALLEMAND QUI TANCE LA Belgique

En tout cas le ministre allemand de l’agriculture n’est pas tendre avec le gouvernement belge. Même si lui-même est loin d’être exempt de tout reproche … « Qui est M. Schmidt ?” se demandait voilà quelques mois le magazine allemand “Die Zeit” dans un portrait du ministre de l’Agriculture et de l’Alimentation allemand (CSU, conservateur), commente La Libre (Bruxelles). Cela faisait pourtant trois ans qu’il était en poste. Peu habitué à faire des vagues, Christian Schmidt est aujourd’hui un homme dans la lumière, et sous pression. Son attitude depuis le début de la crise des œufs contaminés suscite des réactions en Allemagne, parfois vives (…) Samedi dernier déjà, il était au cœur d’une passe d’armes avec les écologistes du parti Les Verts/Alliance 90 qui l’accusaient de faire l’autruche, alors que les consommateurs s’inquiétaient. Il avait alors déclaré qu’il jugeait inapproprié de “faire campagne sur ce thème”, à quelques semaines des élections législatives. Depuis, il a visiblement sorti la tête du sable. Même s’il s’en défend, le contexte électoral peut expliquer pourquoi Christian Schmidt a décidé de durcir le ton, envers la Belgique notamment. Ainsi, il se présente comme un ministre qui défend les intérêts de ses agriculteurs, en l’occurrence de ses éleveurs de volailles. »

* Lire sur LLB :
http://www.lalibre.be/actu/belgique/christian-schmidt-le-ministre-allemand-qui-tance-la-belgique-5989fe9acd70d65d25431b7c
(attention Média de l’OTAN ! Lire avec esprit critique …)

COMMISSION D’ENQUETE PARLEMENTAIRE EN BELGIQUE

En tout cas les suites en Belgique même semblent donner raison aux accusations du ministre allemand ! Ce mercredi a lieu la commission parlementaire Economie et Santé publique consacrée à l’affaire des œufs contaminés au fipronil. Seront auditionnés les ministres Maggie De Block (Santé publique) et Denis Ducarme (Agriculture), deux « grandes gueules » plus préoccupées par les effets médiatiques de leurs actions sur leur carrières respectives que par autre chose. Herman Diricks, administrateur délégué, et Jean-Marie Dochy, directeur général du contrôle de l’Afsca, seront également présents. Voici quelques questions que pose cette affaire.

POURQUOI L’AFSCA – AVERTIE DEPUIS LE 2 JUIN – N’A-T-ELLE PAS RÉAGI PLUS VITE ?

C’est le 2 juin que l’Asfca est alertée pour la première fois par une entreprise d’Alost. “On voit qu’il y a une très faible quantité de fipronil. On part sur différentes pistes. A ce moment-là, personne n’a encore aucune idée que plus d’entreprises sont touchées” (sic), nous a expliqué le porte-parole Jean-Sébastien Walhin. On peut imaginer que l’Afsca dira la même chose ce mercredi : impossible à l’époque d’anticiper une telle crise (resic).

LM

* Ma position pour l’Ecologie radicale (Deep Ecology) :
Lire sur LUC MICHEL/ ЛЮК МИШЕЛЬ/
LA NATURE A DES DROITS … L’ÉCOLOGIE RADICALE ET MOI !
http://www.lucmichel.net/2017/03/31/luc-michel-la-nature-a-des-droits-lecologie-radicale-et-moi/

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ECOLOGIE RADICALE : LA MAL-BOUFFE PILIER DE LA VISION CAPITALISTE ANTIECOLOGIQUE. LE CAS DE LA CRISE DES ŒUFS CONTAMINES

# LUCMICHEL. NET/

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« J’attends des autorités compétentes qu’elles élucident ce dossier rapidement et minutieusement. En particulier la Belgique et les Pays-Bas (…) Quelqu’un a clairement procédé avec une énergie criminelle pour frelater des oeufs avec un produit interdit »
– le ministre de l’Agriculture allemand, Christian Schmidt.

Crise des œufs contaminés : comment elle s’est propagée !?
Et comment elle est exemplative de la mal-bouffe industrielle qui menace directement la santé des européens avec la complicité de leurs gouvernement !
Venue des Pays-Bas, l’affaire a été révélée au grand public le 4 août mais en réalité, elle couvait depuis la fin du mois de juin …

JUSQU’OU IRA LA CRISE DES OEUFS CONTAMINES ?

Partie des Pays-Bas, elle s’étend à l’Allemagne, la Suisse, la Suède, la Belgique et aujourd’hui la France, ainsi qu’au Royaume-Uni. Ce feuilleton estival a débuté aux yeux du grand public le 4 août, lorsque la chaîne de supermarchés Aldi retire brusquement tous ses oeufs de la vente en Allemagne. Mais d’autres épisodes se sont joués en amont, en toute discrétion, dès la fin juin. Cette décision du discounteur fait suite à la découverte dans certains oeufs néerlandais et allemands d’un taux trop élevé de fipronil, un insecticide interdit dans le traitement des animaux destinés à la chaîne alimentaire par l’Union européenne, car dangereux pour le foie, les reins et la thyroïde. Au moins 10 millions d’oeufs sont concernés. Une mesure « de pure précaution », rassure toutefois le groupe allemand. Même en grande quantité, le fipronil est en effet considéré comme « modérément toxique » pour l’homme par l’Organisation mondiale de la santé (OMS).

QUI A ORGANISE SE SCANDALE CRIMINEL ?

« J’attends des autorités compétentes qu’elles élucident ce dossier rapidement et minutieusement. En particulier la Belgique et les Pays-Bas », pointe le ministre de l’Agriculture allemand, Christian Schmidt, dont le pays est le plus touché par ce scandale. « Quelqu’un a clairement procédé avec une énergie criminelle pour frelater des oeufs avec un produit interdit » !

Comment cet insecticide s’est-il retrouvé dans les étals des supermarchés de nos voisins européens ?

A l’origine, des éleveurs néerlandais et allemands ont acheté à la société basée aux Pays-Bas Chickfriend un antiparasitaire : le Dega-16. Sauf que celui-ci contenait illégalement le fameux fipronil, une molécule antipoux et tiques utilisée couramment dans les colliers insecticides pour chiens et chats. Selon les journaux allemands, Chickfriend se serait fourni auprès d’un distributeur belge de produits chimiques. L’homme est aujourd’hui soupçonné par les enquêteurs d’avoir commandé à une usine roumaine un médicament pour animaux contenant du fipronil et de l’avoir mélangé au Dega-16, avant de le commercialiser.

L’OMERTA DU GOUVERNEMENT BELGE DEPUIS JUIN …

Les autorités belges sont aujourd’hui clairement critiquées sur cette affaire. Elles ont en effet reconnu savoir depuis juin qu’il y avait « un problème » avec la contamination des oeufs, mais elles avaient gardé le secret pour éviter de gêner le déroulement de l’enquête pour « fraude ». Elles n’ont alerté les pays voisins que le 20 juillet …

… FAIT ECHO A CELLE DU GOUVERNEMENT FRANÇAIS !

Après avoir affirmé dans un premier temps que l’Hexagone n’était pas concerné, le ministère de l’Agriculture a annoncé hier que 13 lots d’oeufs contaminés en provenance des Pays-Bas avaient été livrés en France « entre le 11 et le 26 juillet ». Deux établissements de fabrication de produits à base d’oeufs, dans la Vienne et le Maine-et-Loire, sont concernés, précise le ministère. Celui-ci n’était toutefois pas en mesure de dire dans l’immédiat si les produits incriminés s’étaient retrouvés dans le commerce. L’enquête continue donc.

LUC MICHEL / 2017 08 08 /

* Lire sur LE PARISIEN :

http://www.leparisien.fr/societe/crise-des-oeufs-contamines-comment-elle-s-est-propagee-08-08-2017-7181259.php

(attention Média de l’OTAN ! Lire avec esprit critique …)

 * Ma position pour l’Ecologie radicale (Deep Ecology) :

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LA NATURE A DES DROITS … L’ÉCOLOGIE RADICALE ET MOI !

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TAV, STANZIATI 57 MILIONI DI EURO PER LE COMPENSAZIONI IN VAL SUSA: “ENTRO FINE ANNO FINANZIEREMO I PRIMI PROGETTI”

http://www.valsusaoggi.it/tav-stanziati-57-milioni-di-euro-per-le-compensazioni-in-val-susa-entro-fine-anno-finanzieremo-i-primi-progetti/

dall’UFFICIO STAMPA DELLA REGIONE PIEMONTE

Nell’odierna riunione, il CIPE ha approvato lo stanziamento di ulteriori 57,26 milioni per le opere compensative per i territori interessati dai lavori della Torino-Lione, che si aggiungono ai 9,56 già approvati con delibera 62/2016 e ai 32,13 già inclusi nel costo certificato, portando a circa 100 milioni le risorse complessivamente stanziate per le misure di accompagnamento.

Il Ministero delle infrastrutture, su proposta del Commissario di Governo e della Regione Piemonte trasmetterà al CIPE un primo programma di attuazione delle misure di accompagnamento non appena concluso il processo di condivisione con i soggetti partecipanti all’Osservatorio dell’asse ferroviario Torino-Lione.

Il CIPE ha inoltre preso atto della nuova articolazione in 5 Lotti costruttivi non funzionali della sezione transfrontaliera.

Un particolare ringraziamento al lavoro svolto dai funzionari del settore infrastrutture del MIT è stato espresso dal commissario di Governo – Paolo Foietta e dall’assessore ai trasporti della regione Piemonte, Francesco Balocco.

“Il lavoro congiunto con il commissario Foietta – ha dichiarato l’assessore Balocco – ha portato al riconoscimento e alla formalizzazione delle somme destinate agli interventi di accompagnamento come aveva dichiarato il ministro Delrio. Arriveranno importanti risorse che dovranno essere utilizzate per realizzare, con il pieno coinvolgimento di tutto il territorio, opere e progetti in grado di portare in valle uno sviluppo reale e  duraturo”.

“A settembre ci aspetta, nell’ambito dell’Osservatorio, un importante lavoro di condivisione e progettazione comune. Con la conferma delle disponibilità economiche daremo corso insieme alla Regione Piemonte e TELT al Patto del Territorio” dichiara il commissario Paolo Foietta “L’obiettivo è arrivare entro la fine dell’anno, insieme alla sottoscrizione del Patto, al finanziamento dei primi progetti, collegando così cronologicamente le misure di accompagnamento e di sviluppo del territorio, con l’inizio dei lavori nel cantiere principale del tunnel di base in Valle di Susa”

Ma le ONG si comportavano così?

refugees-welcomeQuesta mattina durante il vertice di Tallin, il ministro Minniti ha illustrato ai propri colleghi europei il nuovo codice di comportamento al quale le ONG che lavorano trasportando i migranti dovranno attenersi, pena la chiusura dei porti per le navi che non rispetteranno le regole. Fatta la debita premessa che nutriamo più di qualche dubbio sulla severità con cui dette norme verranno applicate, soprattutto qualora si faccia leva sull’emergenza umanitaria e la sensibilità popolare, risulta quanto mai interessante prenderne visione….
perché il fatto che siano state emanate dimostra come una cospicua parte delle ONG impegnate nell’operazione fosse solita comportarsi nelle maniere stigmatizzate dal nuovo codice.
Le navi delle Ong non dovranno più entrare nelle acque territoriali libiche, segno che fino ad oggi in tutta evidenza lo facevano.
 
Viene ribadito l’obbligo di non spegnere i transponder a bordo e il divieto di agevolare con l’uso del telefono o delle luci i contatti con gli scafisti, segno che in tutta evidenza questo accadeva.
Puntualizza poi l’obbligo di non effettuare trasbordi su altre navi, italiane o appartenenti a dispositivi internazionali e quello di dichiarare le fonti di finanziamento per la propria attività in mare, dal momento che evidentemente fino ad oggi non è stato così.
 
Viene ribadito l’obbligo di non ostacolare le operazioni della Guardia costiera libica, come evidentemente avveniva regolarmente e infine l’obbligo di trasmettere tutte le informazioni di interesse info-investigativo alle Autorità di Polizia italiane con contestuale consegna, di iniziativa e su richiesta, di ogni oggetto potenzialmente idoneo a costituire prova o evidenza di fatto illecito. Segno che molto spesso i fatti illeciti venivano coperti e le indagini ostacolate.
 
Insomma sotto tutti i punti di vista le ONG fino ad oggi non devono essersi comportate in maniera così adamantina, se perfino la UE (sponsor dell’accoglienza) si è sentita in dovere di emanare un codice che ne regolasse gli “allegri” comportamenti.
 

Dai migranti a Soros, ormai è delitto di lesa ONG. Ma Amiens ha varcato il Rubicone dell’ideologia

politically correct areadato che le accuse al traffico/collusione scafisti/Ong sono state più che provate, è utile ricordare l’inizio e chi, ancora oggi, sputa sui magistrati che indagano GLI INTOCCABILI

Dai migranti a Soros, ormai è delitto di lesa ONG. Ma Amiens ha varcato il Rubicone dell’ideologia
 
 
Ho dovuto darmi un pizzicotto, stamattina, perché credevo di stare ancora sognando. Eppure no, ero sveglio da un po’, stavo bevendo il secondo caffè, la sigaretta era accesa ma qualcosa mi diceva che era una dimensione onirica quella che stavo vivendo: un giornalista del “Fatto quotidiano” aveva detto di non credere alle accuse di un magistrato! Non scherzo, è successo davvero ad “Agorà” su Rai3 ed è successo poco fa: penso che a Lourdes si provino sensazioni simili. Il giornalista in questione è tale Ferruccio Sansa e il procuratore non degno di fiducia investigativa da parte di una redazione che immagino dorma con il codice penale e la foto della Boccassini sul comodino è quello di Catania, Carmelo Zuccaro. Qual è la sua colpa? Indagare sui presunti intrecci tra ONG e scafisti rispetto agli sbarchi record sulle coste italiane, con i mezzi navali delle organizzazioni umanitarie che operano come taxi dalle coste libiche a quelle del nostro Paese.
E perché costui non è credibile? Di più, perché anche le indagini analoghe aperte anche dalle procure di Trapani e Palermo vengono trattate come argomenti kafkiani? Perché siamo in pieno in quello che si configura come reato di lesa ONG. Non importa che ci siano più indizi sospetti in queste inchieste che in tre quarti di quelle condotte in Italia e beneficiare di prime pagine e apologia del pm di turno, chi aiuta le risorse a sbarcare in Italia gode di una sorta di immunità mediatica che punta a garantirgli anche quella penale. E non parlo solo di “Agorà”, tre quarti delle trasmissioni tv e dei servizi giornalistici hanno tesi innocentiste, salvo rare e pesanti eccezioni, per onore di verità, come “La Stampa”, la quale ha pubblicato un filmato che mostra come gli scafisti scortino le barche dei migranti con le moto d’acqua fino a quando le navi delle ONG non li prendono in carico. Capito, con le moto d’acqua: difficile siano lontanissimi dalla riva libica, cosa dite? Ormai siamo all’Aquafan dell’invasione, ci pigliano pure per il culo.
“Così gli scafisti scortano i migranti sulle navi delle Ong”
 
Ieri sera a “Matrix”, il direttore del periodico cattolico “Vita”, Riccardo Bonacina, ha così smontato le tesi accusatorie: chi parte dalla Libia ha già saldato il suo conto con gli scafisti, è “un vuoto a rendere”, quindi perché i trafficanti dovrebbero preoccuparsi che le ONG li prendano in carico? Il Pulitzer è dietro l’angolo per uno così, ne sono certo.
 
Magari perché al terzo scafo che cola a picco, ammazzando qualche centinaio di persone, diciamo che la pubblicità al tuo servizio va un po’ a puttane e ci si rivolge altrove? Oppure, magari, perché c’è un tacito patto con chi, sulla sponda italiana, attende a braccia aperte chi andrà a infoltire la schiera dei beneficiari della mitologica “accoglienza”, il famoso business che rende più della droga, stando a quanto dichiarato da Salvatore Buzzi nella famosa intercettazione che è stata architrave fondativo dell’inchiesta “Mafia capitale”, quella sì capace di eccitare gli spiriti colpevolisti della stampa? Dai Bonacina, sforzati che ce la fai.
Se poi è addirittura Frontex a segnalare delle anomalie, allora diciamo che il sospetto cresce. Io non so se le ONG tramino con gli scafisti, anche se il fatto che circolino in troppe tasche di migranti numeri di cellulari degli stessi e dei membri di queste organizzazioni mi fa propendere per un forte dubbio ma so per certo che esiste una corsia prioritaria per far sbarcare clandestini (perché tali sono) nel nostro Paese: i numeri parlano chiaro. E so che questo argomento è tabù, chiunque osi dire che occorre vederci chiaro, è da annoverare tra le fila “di chi vuole vedere i profughi in fondo al mare”, come ha dichiarato nel fine settimane il sempre sobrio e lucido Roberto Saviano per ribattere alle accuse di Luigi Di Maio, il grillino partito lancia in resta a difesa delle indagine siciliane (sentendo odore di urne, vista la poca chiarezza dell’M5S in materia).
 
Nessuno tocchi i migranti. E, soprattutto, nessuno tocchi quegli angeli delle ONG, incarnazione laica del bene, nuova icona dell’illuminismo pietoso e pietista che ti garantisce una accurata ripulitura della coscienza con soli 2 euro tramite sms. Cazzo, un affarone! Se poi quel bambino con la pancia gonfissima e le gambine da merlo ti fa così pena, caccia pure di più attraverso un bonifico o un bollettino postale. Insomma, nel Paese in cui l’istituto giuridico del “non poteva non sapere” è stato fondamento di un’attività giudiziaria ventennale contro Silvio Berlusconi e tanti altri, più o meno conosciuti e in grado di pagarsi avvocati di grido, quella inchiesta non s’ha da fare.
In compenso, occorre mettere sotto indagine l’Ungheria di Viktor Orban, uno che sull’immigrazione ha detto subito chiaramente quale fosse la sua posizione, inimicandosi i papaveri di Bruxelles. E perché? Medesimo reato, lesa ONG. In questo caso, la madre di tutte le ONG, visto che parliamo di un’istituzione legata alla galassia di George Soros. E cosa ha detto ieri la Commissione UE con tono grave? La legge sull’istruzione superiore approvata nelle scorse settimane dal Parlamento di Budapest, che mette a rischio la sopravvivenza della Central European University di George Soros, “non è compatibile con le libertà fondamentali del mercato interno e con il diritto alla libertà accademica garantito dalla carte dei diritti UE”. Me cojoni! Roba da arresto immediato!
 
Per ora, invece, siamo solo all’avvio del primo passo verso una procedura di infrazione nei confronti dell’Ungheria: l’esecutivo di Bruxelles ha inviato, infatti, al premier ungherese “una lettera di messa in mora sulla legge sull’istruzione superiore”. Cosa ci abbia fatto Orban con quella missiva, immagino lo sappiate benissimo da soli. Si tratta, di fatto, del primo colpo assestato da Jean-Claude Juncker al premier ungherese, visto che nel mirino della Commissione non ci sarebbe solo la legge che porterebbe alla chiusura dell’Università ma, guarda caso, anche le leggi sul diritto d’asilo, sulla registrazione delle ONG e la consultazione pubblica lanciata dal governo magiaro e denominata “Let us stop Brussels”, i cui contenuti sono stati definiti “scorretti e altamente ingannevoli” dalla Commissione. Difendendosi di fronte al Parlamento Europeo, Viktor Orban ha definito le accuse “assurde e infondate”, visto che “la modifica tocca 28 università straniere che operano in Ungheria, limita la possibilità di abusi e pone fine ai privilegi che sono accordate alle università straniere rispetto a quelle europee”.
 
Ma, come si conviene al personaggio, non si è limitato all’uso del fioretto, definendo Soros “uno speculatore americano che attacca l’Ungheria e che ha distrutto la vita di milioni di europei con le sue speculazioni. Ed è anche nemico dell’euro, nonostante sia tanto stimato qui e ricevuto da leader europei”. Infine, la stoccata sull’immigrazione: “I migranti vogliono transitare in Ungheria per andare in Austria, in Germania e in Svezia, noi rispettiamo le regole di Schengen per l’interesse degli austriaci, dei tedeschi e degli svedesi, pensiamo di meritare un ringraziamento, non un attacco”. Roba da aprire un’inchiesta, che screanzato. In questo caso, la grande stampa sarebbe sicuramente sulla barricata colpevolista.
 
Ma attenzione, perché per quanto i media possano imbastire campagne di canonizzazione laica delle ONG e benedicano l’immigrazione come un dono del Cielo, la gente ha cominciato a ragionare con la sua testa. E, soprattutto, mandare allegramente a fare in culo gli schemi polverosi del pensiero politico novecentesco: in un mondo che vuole ancora come sacro l’assioma in base al quale la sinistra è il progresso e la destra invece l’abiezione assoluta, qualcosa sta cambiando. Anzi, è già cambiato. Guardate questa cartina della Francia, ci mostra come il Paese sia politicamente spaccato dopo il voto al primo turno delle presidenziali: un qualcosa di polarizzato al massimo, tanto che verrebbe da dire che l’unica cosa che abbia in comune quella gente sia la lingua che parla. Rischio di scollamento sociale, tale da poter dar vita a prodromi di guerra civile? Una polveriera politica che va a sovrapporsi a quella sociale delle banlieue e della crisi economica? Le basi ci sono tutte e il potere non ha fatto nulla per disinnescarle, in base al sempre valido motto del “divide et impera”, peccato che questa volta si siano spinti un pochino oltre, facendo saltare quel tacito patto sociale in base al quale il popolo si fa prendere per il culo ma, quantomeno, in cambio di salario e smartphone a rate.
 
La conferma ce l’ha data ieri la reazione dei lavoratori della fabbrica Whirlpool di Amiens, nel Nord della Francia, alla visita di Emmanuel Macron, politicamente di casa da quelle parti. E come è andata? Pesci in faccia, per il semplice fatto che quella fabbrica ha i giorni contati, visto che il gigante USA l’anno prossimo trasferirà la produzione in Polonia per abbassare i costi. La stampa, ovviamente, ha subito sottolineato come la reazione degli operai sia stata frutto del “colpo gobbo” giocato da Marine Le Pen, fattasi trovare sul piazzale della fabbrica, mentre Macron era chiuso con i rappresentanti sindacali a discutere. Si è parlato di “campagna elettorale ruvida” ma i fatti sono chiari: la Le Pen ha dichiarato che, se eletta, quella fabbrica non si muoverà dalla Francia.
 
E queste foto  ci mostrano la reazione della gente. Piaccia o no, il potere ha talmente tirato la corda da rendere possibile che la leader di un partito di estrema destra venga accolta con cori e abbracci immortalati nei selfie fuori da una fabbrica. Emmanuel Macron, invece, ha subito una contestazione tale da non riuscire quasi a parlare, limitandosi – quando è tornata un po’ di calma – a dire alla gente di “non credere alle promesse della Le Pen”. Lui, invece, liberista, europeista rigido, estimatore dell’austerity e con un passato alla Banca Rothshield, gode di una credibilità enorme tra gli operai. Al netto del reato di lesa ONG e dei deliri di Bruxelles contro uno Stato sovrano che non vuole sobillatori in casa, visto l’alto numero di primavere colorate già sperimentate ad Est, quanto accaduto ieri ad Amiens equivale all’attraversamento di un Rubicone politico che si credeva invalicabile: la destra nelle fabbriche. E non in quanto storicamente e ideologicamente tale ma in quanto soggetto difensore di sovranità popolare e orgoglio di popolo, quindi trasversale e nazionalista: la stampa autorevole e i talk-show non lo ammetteranno mai, tacceranno di creduloneria quegli operai che si fidano di una fascista come la Le Pen e continueranno a dedicare fiumi di parole alle ONG – sante e martiri – ma il dado, in parte, è tratto.
 
E se le parole della stampa sono destinate a sparire nel vento, i numeri dei mercati parlano chiaro:
 
tutta questa certezza che Emmanuel Macron sbarchi in carrozza all’Eliseo la sera del 7 maggio non c’è. Magari è soltanto scrupolo, magari scaramanzia dopo le batoste di Brexit ed elezione di Donald Trump ma i segnali sono chiari. Certo, Jean-Luc Mélenchon ha invitato i suoi elettori, un bel 18% del totale, a scegliere formalmente tra votare Macron e astenersi al secondo turno ma quanti prototipi degli operai di Amiens ci sono tra loro? Quanti di loro, ancora oggi, in pubblico non hanno il coraggio di dire che non vogliono un banchiere all’Eliseo e che sono pronti al grande salto nel buio? Il francese Fernandel, impersonando il mitico Don Camillo di Giovannino Guareschi, diceva chiaramente che nel segreto dell’urna, Dio ti vede e Stalin no. In questo caso, non c’è da scomodare l’Onnipotente: chi non ti vede nel segreto dell’urna è l’establishment. Chi ti vede, invece, è la consapevolezza di non avere più nulla da perdere. L’arma letale contro il potere.
 
Don Camillo E L’onorevole Peppone!
 
Da qui al 7 maggio ne accadranno di tutti i colori, prepariamoci ma teniamo a mente quanto successo ad Amiens: destra e sinistra, nella concezione polarizzata e sclerotizzata dello status quo borghese, sono morte. La lingua è quella della difesa degli interessi, nazionali, sociali e personali: e per quanto possa sembrare populista, quelli di uno che ha lavorato alla Banca Rothshield e viene applaudito da tutto l’establishment europeo e mondiale, non saranno mai gli stessi di un operaio del Nord della Francia che tra pochi mesi sarà disoccupato in nome di quella delocalizzazione che Macron e i suoi sodali hanno benedetto e innalzato a modello di sviluppo. L’aria sta cambiando e non serve attendersi sorprese il 7 maggio per capirlo: basta guardare la foto di copertina. Non sprechiamo tutto, lasciamo i media a difendere le ONG e gli interessi del potere mondialista: c’è da cavalcare la tigre, adesso. O mai più.
di Mauro Bottarelli – 27/04/2017 Fonte: Rischio Calcolato

Migranti, ecco perchè li portano tutti in Italia. Un patto segreto, o altro?

bonino sbarchi Italiatutte fantasie, è un caso.

 
Secondo leggi sul Diritto del Mare i migranti prelevati nelle acque internazionali possono chiedere asilo politico direttamente nello Stato di bandiera della nave, chiederlo quindi al del capitano in mare che ne è il rappresentante giuridico, quindi essere portati nel paese di bandiera dove attendere la conclusione dell’iter amministrativo della richiesta. Poco nota è la vicenda della nave militare spagnola Rio Segura. Perchè una nave di stanza nel porto di Las Palmas nelle Canarie, isole spagnole nell’Oceano Atlantico, sbarchi a Salerno 1.281 immigrati il 29 giugno scorso?
L’ex Ministro degli Esteri Emma Bonino ha chiarito: l’Italia nel 2014 ha chiesto acchè  “tutti i migranti” raccolti nell’ambito della missione europea Triton, fossero sbarcati in Italia, spiegando quindi la ragione per cui sia le navi militari europee sia le navi Ong facessero da traghetto dalle coste libiche a quelle italiane. A quanto pare deliberatamente prelevano ovunque e sanno già dove dirigere per consegnare il pacco. Non mi meraviglierei semmai dovesse uscire la notizia che questi navigli facciano proventi con il traffico di essere umani.
 
Facendo i controlli sulla nave Rio Segura della Guardia Civil spagnola tramite i siti web specializzati www.marinetraffic.com e www.vesselfinder.com risulta che la Rio Segura ha base nel porto di Las Palmas nelle Isole Canarie, territorio spagnolo in Oceano Atlantico di fronte alle coste dell’Africa occidentale. La Rio Segura si muove sistematicamente con il sistema di identificazione AIS spento e quindi impossibile tracciarne i percorsi, ma i dati storici che ci sono del solo 2016 sono eloquenti: il 6 ottobre del 2016 ha sbarcato a Cagliari ben 1258 migranti.
Le Isole Canarie sono uno dei punti di approdo dei flussi migratori dall’Africa sub-sahariana che così evitano la traversata del Sahara. I dati storici partono dal 1999 (875 sbarchi) al 2007 (12.478 sbarchi) con la punta massima nel 2006 (31.678 sbarchi).
 La Spagna ha siglato accordi di riammissione con vari Paesi dell’Africa occidentale, in cui si prevede il rimpatrio degli immigrati sbarcati irregolarmente. Come conseguenza è salito il numero di minori non accompagnati arrivati sull’arcipelago, di solito protetti dalla Convenzione per i diritti del fanciullo. E la Rio Segura sbarca 256 minori, 13 neonati e 11 donne incinte a Salerno, e 258 minori a Cagliari. A questo punto sarebbe da capire dove prendono gli immigrati le altre navi militari spagnole, come la Victoria che l’AIS  non lo accende mai.
Insomma niente più che una conferma di quanto detto dalla Bonino e smentito da nessuno: è stato firmato un trattato segreto dove “tutti i migranti” più o meno clandestini devono approdare in Italia, sia dalle navi militari che dalle Ong, sia raccolti davanti alle coste libiche sia dovunque, anche nell’Oceano Atlantico.
Sarebbe interessante conoscere i dettagli del  Trattato Segreto, o la parte non pubblica di Triton per trarne le conseguenze politiche e sicuramente elettorali. Eppure, in maniera bipartisan, lo  sapevano tutti, maggioranza ed opposizione. Solo gli italiani continuano a rimanere allo scuro.
di Emanuela Ricci – 13 LUG
fonte Quotidiano Il Primato Nazionale
foto Il  Messaggero

Nelle Ong spuntano gli stipendi d’oro: diecimila euro per salvare i migranti

nave ongtutto fango tutto fango su questi santi che solo ed unicamente per amore verso il prossimo che si “impegna” in questi “salvataggi”.

un ripassino  Donatori e interessi nascosti: ecco i misteri della Ong Moas


Chiamavano i migranti da soccorrere, “la roba”. E intascavano stipendi d’oro: da diecimila euro al mese. Le rivelazioni sulla nave Iuventa, appartenente a una Ong tedesca, fanno emergere un quadro impressionante sul business degli sbarchi. Come ha riportato il quotidiano La Stampa, dalle intercettazioni di due collaboratori di Save the Children, si evince come l’impegno di certe Ong sia tutt’altro che disinteressato. Uno chiede all’altro: «Quali erano secondo te le cose strane che hai visto?». E lui risponde:«”Innanzitutto il fatto che venissero pagati così tanto, il fatto che ci facessero fare queste c… di foto come …». L’amico chiede: «Perché loro, aspè perché loro erano pagati come stipendio dici?». Sorprendente la risposta: «Eh, si, cioè .. cioè uno che fa il volontario che si piglia 10.000 euro mi sembra …».
E un volontario rivela: “Quella Ong è fatta da banditi”
E in un’altra intercettazione: “Quegli altri, quelli là…”, continua in un’altra chiacchierata l’operatore riferendosi a un’altra organizzazione di volontari, “quelli erano banditi del mare non erano soccorritori del mare, eh? Quelli erano veramente banditi! Cioè veramente quella è stata proprio scandalosa… hanno fatto più morti loro che loro da soli coi gommoni”.
“Gran parte delle Ong non ha fini umanitari ma politici”
«È sempre più chiaro che almeno gran parte delle Ong che trasportano i migranti in Italia hanno fini politici e non umanitari. Il loro scopo è indebolire l’Italia economicamente, politicamente e socialmente, abbassare salari e diritti dei lavoratori italiani, per avvantaggiare grandi interessi internazionali». Lo sostiene il senatore di Forza Italia Lucio Malan. «Ecco perché a quelle Ong arrivano grandi e misteriosi finanziamenti, che consentono lauti stipendi ai cosiddetti volontari sulle navi che ci portano gli immigrati», sottolinea l’azzurro, aggiungendo: «È però desolante che tali soggetti trovino appoggi in Italia da parte di politici, presunti intellettuali o personaggi come il presidente dell’Inps».

di GUIDO LIBERATI – lunedì 7 agosto 2017