Pensioni ricongiungimenti e contributi

pensioni immigratiL’Inps non ha i soldi….ma gli stranieri ci pagano le lautissime pensioni, 6milioni di pensionati sotto i mille euro, il 14% sotto i 500. Le pensioni di invadilità sono un insulto, senza contare che aumentano i criteri per accederci mentre riducono gli stanziamenti. Strane tutele. Per i disoccupati guai a parlare di reddito di cittadinanza…Pensionati ed invalidi non sono più categorie da tutelare, ci sono altri cittadini di serie A.


Legge, n. 388 del 2000 (inserita nella finanziaria dall’allora Ministro Amato) che permette anche agli stranieri di percepire un assegno di pensione “sociale”, pari a € 395,60 euro al mese, più 154,90 euro di importo aggiuntivo, per un totale esentasse di € 7.156 euro annui. Chi, in altre parole, non ha mai avuto contributi previdenziali e ha compiuto i 65 anni, può richiedere questo assegno all’INPS di competenza, anche se straniero.

Esiste un modo per sfruttare appieno questa norma nonostante lo straniero non abbia mai lavorato (neanche in nero) sul territorio italiano. Infatti, la legge italiana prevede, tra le altre cose, il cosiddetto istituto del “ricongiungimento famigliare” rivolto a tutti gli stranieri che siano regolarmente residenti nel territorio e abbiano la carta di soggiorno in regola. Per loro dunque è possibile chiedere allo Stato italiano la possibilità di fare arrivare in Italia figli, moglie e genitori, ottenendo per questi un regolare permesso di soggiorno. Il giovane straniero regolare chiede il ricongiungimento famigliare per i propri genitori ultrasessantacinquenni, i quali arrivano nel nostro paese con un regolare permesso. A questo punto dovranno solo recarsi all’INPS di competenza per ottenere la pensione sociale in base alla legge 388 del 2000. Un danno non indifferente per lo Stato italiano, che si sobbarca anche il mantenimento di persone che in alcun modo hanno mai vissuto nel territorio e nel territorio hanno mai lavorato.

avv.to su FB

Ecco il vero volto dell’integrazione Chi sostiene l’immigrazione, sostiene lo schiavismo

Esercito Industriale di Riserva 

Ecco il vero volto dell’integrazione Chi sostiene l’immigrazione, sostiene lo schiavismo

migranti coop schiavismoEcco il vero volto dell’integrazione Chi sostiene l’immigrazione, sostiene lo schiavismo

L’ossessione delle coop? Dare lavoro ai migranti

migranti al lavoroci devono pagare le pensioni così che poi noi ce la spassiamo alle Maldive. Per questo i corsi di formazione non li fanno per i ragazzi italiani, poi sono choosy. I giovani migranti si accontentano di meno, quando non devi pagare bollette vitto e alloggio è più facile però-
L’ossessione delle coop? Dare lavoro ai migranti
 
Milano 26 Luglio – Proponiamo i falsi miti buonisti di una sinistra che conosce solo ideologie, analizzati con severità e rigore in un articolo di Giuseppe De Lorenzo su Il Giornale.
“Il Financial Times, autorevole organo del capitalismo occidentale, aveva avuto il coraggio di scriverlo qualche anno fa: i flussi migratori abbasseranno i salari.
E lo stesso sosteneva il politologo francese Henri Hude: “O si delocalizzano i posti di lavoro che costano troppo, o si fanno venire dei lavoratori che si potranno pagare di meno”. Semplice e lineare.
Non tutti però sono d’accordo. Il partito del “gli immigrati ci pagano le pensioni” non credono che l’afflusso di migranti possa provocare danni al mercato del lavoro in un Paese dove 37 giovani su 100 non hanno un impiego e l’11% non gode di uno stipendio mensile. E così l’attenzione sovente si concentra sulle opportunità da dare ai richiedenti asilo ospitati nelle strutture di accoglienza anziché ai disoccupati italiani.
 
I profughi in mezza Italia vengono stati usati dai Comuni per le attività più variegate: pulizia dei giardini, servizio di pedibus per i bambini dell’asilo, volontariato e via dicendo. Tutto con la complicità delle cooperative sociali che li hanno a carico. Ben contente di trovargli pure un’occupazone (magari nelle loro fila).
 
L’ultimo caso viene da Oderzo, paesino in provincia di Treviso. Qui il sindaco leghista Maria Scardellato ha criticato aspramente la decisione di una società locale di offrire i propri ospiti alle aziende per uno stage da 400 euro al mese. “Migranti usati come schiavi dalle cooperative”, ha detto il primo cittadino.
 
A lasciare di stucco, infatti, è la missiva spedita dall’associazione alle aziende locali in cui emerge a pieno ciò che i buonisti non vogliono vedere. “Si tratta di ragazzi gentili, umili, volenterosi, con ottima resistenza fisica e che non avanzano alcuna pretesa dal punto di vista retributivo, professionale o di turnazione”. Chiaro, no? “Nessuna pretesa retributiva”. Perché allora pagare salario, contributi e tasse per un italiano in fila alle agenzie interinali quando c’è chi si accontenta di molto meno? “Capiscono e parlano italiano – scrive la coop – ed inoltre sono iscritti a Garanzia Giovani Veneto, oltre che al centro di impiego. Il progetto Garanzia Giovani dà la possibilità alle aziende di assumere i ragazzi tramite un contratto di stage (per la durata minima di 3 mesi) con una retribuzione di 400 euro al mese. Già alcuni dei nostri ragazzi sono stati inseriti in aziende del territorio. Hanno tutti i documenti in regola per lavorare (permesso di soggiorno e codice fiscale)”. Non l’ha presa molto bene l’assessore regionale al Lavoro del Veneto, Elena Donazzan (Fi).
“Il progetto si rivolge esclusivamente ai residenti in Veneto ed è uno strumento che abbiamo messo in campo per aiutare i nostri ragazzi in cerca di occupazione, non certo per simili iniziative”. Non è la prima volta, però, che le associazioni impegnate nell’accoglienza cercano di sfruttare le maglie delle leggi italiane per trovare un impiego ai profughi.
A ottobre del 2016 il responsabile di Legacoopsociali Emilia-Romagna, Alberto Alberani, aveva proposto al governo di iscrivere i migranti al Servizio Civile Nazionale per poi farli sfacchinare nelle coop a spese dello Stato.
L’idea era quella di far firmare ai richiedenti asilo un contratto di 12 mesi con un impegno settimanale dalle 24 alle 36 ore. Lo stipendio mensile doveva ammontare a 14,46 euro netti al giorno, che al mese fanno 433,80 euro. Più o meno la stessa cifra ipotizzata dalla società triestina per gli stage di chi “non ha pretese retributive”. Alla faccia degli italiani che vorrebbero conservare il diritto ad una vita dignitosa.
 
Per carità: la legge prevede che gli immigrati dopo due mesi in Italia possano iniziare a lavorare qualora trovino un impiego. Spesso finiscono col bighellonare tutto il giorno nei centri di accoglienza, lautamente coccolati a spese dei contribuenti. Ma c’è anche ci ha pensato di farne un altro uso. La cooperativa Versoprobo di Vercelli, per esempio, a marzo decise di utilizzare i propri ospiti per le opere di ristrutturazione di un hotel dove avrebbe voluto aprire una nuova struttura per profughi. I migranti scaricarono il camion senza compenso o contratto e così in qualche modo l’azienda risparmiò sui costi di ristrutturazione risparmiandosi la fatica, e l’onere, di pagare regolarmente un operaio. Magari italiano. Di quelli che “non vogliono fare più quei mestieri”.

storie da libro cuore 2

no violenzasono solo bravate da ragazzi, niente di serio. Qualche stupro ed accoltellamento, magari le vittime sono state pagate per testimoniare il falso e seminare ODIO. Poi la gente non si fida più e non ci fa amicizia.
Aiuta un’anziana a portare a casa le buste della spesa e poi la violenta: 26enne in carcere
La 75enne è al momento ricoverata in ospedale per le ferite riportate: l’uomo l’avrebbe picchiata prima del presunto stupro
30 luglio 2017 10:09
Si sarebbe offerta di accompagnarla a casa per portarle la spesa e, una volta lì, l’avrebbe prima picchiata e poi violentata. Questa la ricostruzione dei carabinieri di Gioia del Colle relativa all’episodio denunciato da una 75enne venerdì scorso, finita in ospedale al Miulli per le ferite riportate durante il presunto stupro.
 
La ricostruzione della vicenda
Tutto sarebbe iniziato davanti ad un supermercato di Gioia dove l’aggressore, un nigeriano 26enne, era solito chiedere l’elemosima. All’arrivo della donna, secondo quanto raccontato da quest’ultima, l’uomo le ha dato una mano con le buste della spesa e insieme hanno raggiunto l’abitazione della 75enne. A quel punto sarebbe partita la violenza: prima calci e pugni, poi lo strupro. Il nigeriano poi sarebbe tornato davanti al supermercato come era solito fare ogni mattina. La donna è poi riuscita a chiamare il figlio per chiedere aiuto ed è stata trasportata da quest’ultimo all’ospedale Miulli di Acquaviva. Secondo le prime informazioni sarebbe in condizioni gravi viste le ferite riportate.
 
I carabinieri sono riusciti a risalire all’identità del presunto aggressore e ad arrestarlo. Il nigeriano, che sarebbe un ospite del Cara di Palese, è in carcere a Bari, accusato di violenza sessuale aggravata e lesioni personali. È in attesa che il fermo venga convalidato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale barese.
Vibo, anziano aggredito a bastonate e rapinato da un extracomunitario
E’ stato direttamente l’ottantenne a denunciare l’accaduto alla polizia. Ha riportato diverse ferite e sarebbe stato derubato di 70 euro in pieno giorno
 
Sarebbe stato aggredito a bastonate e rapinato di 70 euro da un extracomunitario. E’ quanto denunciato da un anziano di 80 anni residente nella zona della biblioteca comunale di Vibo Valentia. E’ qui che l’uomo, questa mattina, si era recato a buttare la spazzatura quando una persona di colore lo ha sorpreso alle spalle picchiandolo con un bastone e strappandogli da dosso il portafoglio con all’interno non più di 70 euro. Seppur ferito, l’anziano è tornato a casa e ha chiamato il 113. Sul posto si sono quindi recati i poliziotti della Squadra volente, diretta da Gianfranco Scarfone, ai quali l’uomo ha raccontato quanto accaduto. In corso le indagini per identificare il presunto aggressore e rapinatore. (mi.fa.)
Siena, migrante accoltella autista, spari per bloccarlo: doveva essere espulso
L’aggressore è stato fermato dai carabinieri che per bloccarlo gli hanno sparato un colpo di pistola a una gamba. Grave l’autista del pullman: è in prognosi riservata
Un ivoriano di 19 anni ha colpito con tre coltellate al torace l’autista di un pullman di linea dopo una lite a bordo del mezzo pubblico a Monteriggioni (Siena). L’aggressore è stato fermato dai carabinieri che per bloccarlo gli hanno sparato un colpo di pistola a una gamba. Chiamati da alcuni passanti, i militari sono stati a loro volta aggrediti dal migrante, che prima avrebbe scagliato contro una damigiana di vetro e poi li avrebbe attaccati con la lama. Grave l’autista del pullman: è in prognosi riservata.
L’aggressione e l’intervento dei Carabinieri
Secondo la prima ricostruzione, dopo aver esploso alcuni colpi in aria, i carabinieri hanno potuto neutralizzare l’ivoriano sparandogli un colpo di arma da fuoco a una gamba.L’autista è ricoverato all’ospedale Le Scotte di Siena: per le ferite gravi subite dai fendenti tirati dall’ivoriano, avrebbe perso molto sangue. Il giovane africano è piantonato in reparto. Nessun carabiniere è rimasto ferito. Il fatto è successo verso l’ora di pranzo in località Santa Colomba, vicino a Monteriggioni, zona di forte richiamo turistico.
L’aggressore era ubriaco
I carabinieri hanno interrogato anche i passeggeri del bus e alcuni passanti. E’ emerso che l’immigrato, dopo aver inferto le prime coltellate, ha continuato a colpire l’autista e solo l’intervento di alcuni testimoni ha salvato la vita al conducente: alcuni passanti, che aspettavano il pullman al capolinea per ritornare in città, sono intervenuti e, facendosi «scudo», hanno interrotto la violenta aggressione. L’ivoriano è poi risultato essere in stato di ubriachezza. Il bus stava concludendo la corsa al capolinea di Santa Colomba di Monteriggioni (Siena). Sceso a terra, forse per una discussione avuta con l’autista perché non aveva pagato il biglietto (i carabinieri gli hanno trovato in tasca un’altra multa per non aver pagato il biglietto dell’autobus), l’ivoriano sarebbe andato di corsa a prendere il coltello in una casa vicina, che conosce, dove era stato ospitato come richiedente asilo. Quindi, ritornato alla fermata, si sarebbe scagliato contro l’autista, accoltellandolo. Dopo i primi tre colpi – sempre secondo la ricostruzione dei militari – l’autista, cinquantenne, sarebbe stato sbalzato fuori dal posto di guida, finendo a terra. Così, sarebbero intervenuti alcuni passanti, che l’hanno sottratto all’aggressione mentre, intanto, qualcuno ha dato l’allarme ai carabinieri. All’arrivo di una pattuglia, l’africano non si è fermato. Sono stati sparati dei colpi di pistola in aria e poi, uno, per bloccarlo, a una gamba. Ma l’ivoriano ha tentato la fuga in un bosco, dove è stato raggiunto poco dopo dai militari. Il coltello è stato poi recuperato dai militari vicino all’aggressore.
Era in attesa di espulsione
L’africano non risulta essere un islamico radicalizzato, ma un migrante problematico, con difficoltà legate all’alcol e già noto ai gestori dei programmi di accoglienza e alle forze dell’ordine per le sue intemperanze. Proprio a causa di queste situazioni pregresse, le autorità gli hanno revocato lo status di richiedente asilo ed è in attesa di espulsione dall’Italia. Nel mesi scorsi la Caritas lo ha allontanato dalla casa dove era ospitato anche per le segnalazioni di altri migranti, allarmati dai suoi atteggiamenti aggressivi. Sarebbe la stessa struttura, vicina al capolinea, dove si è procurato il coltello per aggredire l’autista. Ora è senza fissa dimora. Appena il 18 luglio scorso, alla stazione di Poggibonsi (Siena), il 19enne è stato arrestato dalla polizia ferroviaria per aver tirato un pugno a un controllore che gli aveva chiesto il biglietto causandogli un trauma commotivo.
29 luglio 2017 (modifica il 29 luglio 2017 | 22:32
Trieste, tre profughi arrestati per violenza sessuale su minorenne
I fatti si sarebbero verificati tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Dopo approfondite indagini, la Polizia ha individuato come responsabili un afghano di 22 anni, e due pakistani di 24 anni e di 19
Tre giovani migranti, un afghano e due pakistani, ospiti in un centro di accoglienza a Trieste, sono stati portati in carcere, perché ritenuti responsabili di due episodi di violenza sessuale su una dodicenne; il primo avvenuto sulla Scala dei Giganti e il secondo presso il giardino pubblico di Via Giulia. Per quanto riguarda quest’ultima vicenda, l’accusa è pesantissima: stupro di gruppo. I fatti si sarebbero verificati tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Dopo approfondite indagini, la Polizia ha individuato come responsabili un afghano di 22 anni, e due pakistani di 24 anni e di 19.
Minorenne stuprata a Trieste
Secondo la ricostruzione resa nota dalla Questura, la dodicenne si sarebbe incontrata con l’afghano in un locale di Piazza Goldoni e sarebbe stata quindi condotta sulla Scalinata dei Giganti, verso il parco di San Giusto. L’afghano avrebbe iniziato a baciarla e a molestarla. La ragazzina l’avrebbe respinto ripetutamente ma il giovane sarebbe riuscito ad immobilizzarla ed a violentarla. La dodicenne è ospite di una struttura di accoglienza ed è qui che l’educatrice, a cui ha raccontato il fatto, ha deciso di accompagnarla in ospedale per una visita. Il referto ha accertato la violenza. Alcuni giorni dopo, lo stupro di gruppo, sempre contro la minore. La Questura ha reso noto che gli accertamenti investigativi hanno consentito di appurare che gli arrestati erano consapevoli dell’età della ragazzina e che avevano abusato di lei. La Questura spiega ancora che la custodia cautelare, oltre che per la gravità degli atti compiuti, è stata disposta anche perché vi è il concreto ed attuale pericolo della reiterazione del reato.
 
Lega: “Castrazione chimica”
La Lega chiede la castrazione chimica. – “Nessuno sconto, nessun finto buonismo per i 3 criminali che hanno violentato la ragazza di 14 anni a Trieste. Delinquenti che non meritano nulla, solamente la castrazione chimica e l’immediata espulsione dal nostro Paese”. Lo ha dichiarato il capogruppo della Lega alla Camera Massimiliano Fedriga sull’arresto a Trieste di tre profughi con l’accusa di stupro di gruppo a danno di una quattordicenne.
 
“Siamo giunti al colmo – ha affermato il capogruppo della Lega- e la principale responsabilità di tali fatti incresciosi risiede nella vergognosa politica del Pd che ha permesso a questa gente di entrare e fare i porci comodi, senza il minimo rispetto dell’altro e di ogni base sociale. Un disastro che ha delle responsabilità politiche ben precise. Chi ha permesso e favorito l’ingresso incontrollato di questa gente, chi ha voluto la cosiddetta “accoglienza diffusa”, permettendo a queste persone di girare liberamente sul territorio senza alcun tipo di controllo, oggi deve solamente chieder scusa, dimettersi e andare a casa. Non ci sono più parole. E’ giusto che i responsabili paghino mettendoci la faccia e non con le solite frasi di circostanza. Serve un cambio di rotta radicale”.
 
Pd: “Condannare i colpevoli”
“La violenza –  commenta Ettore Rosato, capogruppo alla Camera del Pd – in particolare quella contro le donne è inaccettabile. Quella di gruppo, commessa a Trieste contro una ragazzina quattordicenne, spinge a chiedersi dove può arrivare la malvagità umana. Da padre, ne rimango ancor più colpito e mi aspetto che tutti agiscano con rigore e rapidità per accertare responsabilità e condannare i colpevoli”. “Suggerirei però sommessamente di non usare una vicenda così drammatica per fare polemica contro istituzioni che lavorano ogni giorno per garantire tra mille difficoltà la sicurezza della città”, conclude Rosato.
28 luglio 2017 07:44
L’ivoriano aveva picchiato un controllore appena dieci giorni fa
L’arrestato era stato rimesso in libertà ed era in attesa di espulsione
Proseguono le indagini dei carabinieri sul grave episodio accaduto a Santa Colomba (LEGGI Grave autista Train accoltellato da immigrato ivoriano). I testimoni sono stati sentiti dai militari ed è emerso che l’immigrato, dopo aver inferto le prime coltellate, ha continuato a colpire l’autista e solo l’intervento di alcuni testimoni ha salvato la vita all’uomo.
 
L’ivoriano, risultato ubriaco, pare non abbia gradito qualcosa detto dall’autista al capolinea di Santa Colomba, sia corso all’interno dell’abitazione dove fino a qualche tempo fa viveva come profugo, e sia tornato all’autobus armato di coltello, con il quale ha colpito l’autista, quarantaquattrenne di Rapolano Terme, più volte.
 
Il giovane della Costa d’Avorio era finito alla ribalta della cronaca lo scorso 18 luglio (LEGGI In treno senza biglietto picchia controllore) quando era stato arrestato dalla Polfer per aver picchiato un controllore sul treno a Poggibonsi. Ed in tasca gli è stata trovata una multa con la data di ieri. Nel mesi scorsi la Caritas lo ha allontanato dalla casa dove era ospitato anche per le segnalazioni di altri migranti, allarmati dai suoi atteggiamenti aggressivi.
 
A causa di queste situazioni pregresse, le autorità gli hanno revocato lo status di ‘richiedente asilo’ ed è in attesa di espulsione dall’Italia.
29 luglio 2017 20:29 Susanna Guarino
Romeno accoltellato da un giordano che viene colpito a martellate da un marocchino
Brutale rissa tra stranieri in mattinata in via Marocchesa a Mogliano Veneto, all’interno di un’abitazione abitata da senza tetto. Indagano i carabinieri
 
14 novembre 2016 17:49
MOGLIANO VENETO Un cittadino giordano di 27 anni ed un romeno di 26 anni sono ricoverati presso l’ospedale di Mestre per le ferite riportate nel corso di una violentissima rissa che ha coinvolto anche un terzo straniero, un giovane marocchino. L’episodio, sanguinoso, è avvenuto in mattinata a Mogliano Veneto in via Marocchesa, all’interno di un’abitazione diroccata divenuta negli ultimi anni un alloggio di fortuna per senza tetto. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, impegnati nelle indagini sull’episodio, il cittadino giordano, al culmine di una violenta lite, ha afferrato un coltello ferendo con un fendente al petto il romeno. Per difenderlo dalla furia del suo aggressore il giovane marocchino ha a sua volta preso un martello e colpito il giordano. Il nordafricano si è poi dileguato. Entrambi i feriti, non in pericolo di vita, sono stati trasportati all’ospedale di Mestre per essere sottoposti alle cure del caso.
 
Questo è solo il primo round della vicenda, perché poi il paziente alle prese con i traumi al capo, il giordano, nel primo pomeriggio si riprende e pensa bene di mettere a soqquadro mezzo pronto soccorso. Pare volesse raggiungere l’accoltellato per “fargliela pagare”. I motivi li sanno loro. Dice che vuole ucciderlo. Sul posto intervengono i carabinieri, mentre l’esagitato dà filo da torcere a medici e guardie giurate. Sanitari e personale in divisa hanno il loro da fare per arginare la furia del giordano, il quale durante la colluttazione con la guardia giurata pare abbia addirittura cercato di impossessarsi dell’arma d’ordinanza. Senza riuscirci per fortuna.
 
Provvidenziale l’arrivo dei militari dell’Arma che, secondo testimoni, avrebbero ammanettato il giovane portandolo via. La sua posizione è al vaglio, visto il comportamento tenuto anche di fronte ai militarii. Per lui potrebbe scattare una misura di limitazione della libertà personale.
Venezia choc, gondoliere circondato e picchiato dalle borseggiatrici
VENEZIA – Piazzale Roma e stazione sono il termometro dell’esasperazione. Perché a volte l’assenza di decoro sfocia nell’allarme sicurezza, con ladri e malfattori di ogni genere in azione, al punto da mettere a dura prova la sopportazione di chi lavora in quelle zone. Clima teso, nervi a fior di pelle. La scena si ripete ogni giorno, tra la stazione e gli Scalzi: le borseggiatrici che adocchiano un malcapitato turista e gli esercenti dei banchetti di fronte alla chiesa degli Scalzi che le allontanano. Tra il ponte della Costituzione, la stazione ferroviaria ed i pontili delle fermate Actv, i flussi sono notevoli e le occasioni ghiotte per queste malfattrici, ormai ben conosciute dai commercianti.
 
Martedì, verso le 15.30, a tentare di mandar via le borseggiatrici ci ha pensato un gondoliere dello stazio Stazione, il quale è stato oggetto della reazione delle donne. Queste, secondo le testimonianze, erano tre, una cinquantenne e due ragazze più giovani. Hanno preso ad inveire contro il gondoliere e lo hanno circondato, colpendolo a una gamba e ferendolo con una bottiglia di vetro che avevano acquistato in un bar. Sono seguiti spintoni e nel frattempo sono intervenuti i colleghi del gondoliere aggredito, che è finito in ospedale per farsi refertare la ferita. La rissa, fra ingiurie e botte, è continuata per un po’, fino all’intervento di una pattuglia della polizia, che ha placato gli animi. Le borseggiatrici se ne sono andate e non si sono più fatte vedere.
Mercoledì mattina ce n’erano altre due, tanto per presidiare il posto di lavoro. Anche in questa occasione sono state allontanate dai venditori, che non le vogliono davanti ai loro banchetti e tentano quotidianamente di tenere pulita la zona nella quale lavorano. Impresa non facile: «Ci sono i neri con le borse all’angolo di Lista di Spagna – raccontano i commercianti – poi chi chiede la carità con i cani in braccio; dal tintinnare delle monete nella ciotola, questi questuanti, attività proibita con animali per ordinanza comunale, guadagnano un bel po’.
Più il là decine di porter con i carretti, che spesso li piazzano davanti ai nostri banchi e non sono rare risse per accappararsi i clienti. Sul ponte degli Scalzi operano gli scatolettisti. Per finire, le borseggiatrici. Coppie o terzetti di donne che si alternano. La polizia le conosce benissimo e talvolta le hanno anche fermate, ma evidentemente la legislazione è carente, tanto che poco dopo il fermo tornano imperterrite nella zona. Questa è la situazione nella quale lavoriamo e questa è l’istantanea della maggiore porta d’ingresso alla città».
di Tullio Cadorna
Venerdì 28 Luglio 2017, 19:15 – Ultimo aggiornamento: 28-07-2017 21:35

Le belle storie di integrazione da libro cuore.

Si certo, alcuni comuni  “impiegano” i “richiedenti asilo” (rimangono tali anche dopo che donna picchiata da romla richiesta viene respinta, allora diventano ex aspiranti richiedenti…)  per ridipingere inferriate o tagliare l’erba nei parchi (ma non è dumping sociale), ma poi ci sono questi brutti giornalacci razzisti che si inventano storie di violenza per disseminare odio…..

Roma, massacrata in metro dalla baby rom: rapina choc sulla linea A

Massacrata al volto a colpi di cellulare. Perdeva sangue dal naso e dalla bocca. A salvarla l’intervento del personale della stazione della metropolitana che è intervenuto chiamando l’ambulanza e poi la polizia. Quando la signora Maria Assunta Devoti, 63 anni, è arrivata al pronto soccorso dell’Umberto I era una maschera di sangue. Chi l’ha ridotta così? Una bambina rom. Di appena 9 anni. Una delle tante che fanno il bello e il cattivo tempo nella metropolitana della Capitale pronte a rubare portafogli e cellulari ai passeggeri, ad aggredire chi si ribella o chi interviene. Per lei nessun problema: i poliziotti l’hanno fermata, portata prima al commissariato Trevi e poi accompagnata in un centro di assistenza per minori.
 
INFERNO BARBERINI
 
È successo mercoledì pomeriggio. Nella stazione Barberini della linea A della metro. Una delle preferite dalle bande di baby rom che ogni giorno derubano pendolari e turisti. Sono lì, tutti i giorni, sulla linea A e B e, soprattutto, nelle stazioni più centrali e affollate della linea A. Le preferite sono Termini, Repubblica, Spagna, Colosseo, San Giovanni, San Pietro e appunto Barberini. Conoscono orari, inefficienze e criticità della metro meglio di qualsiasi amministratore delegato dell’Atac. Lavorano in squadra, si coprono, si aiutano, accerchiano le vittime, minacciano chi si intromette.
«Sono le padrone spalanca le braccia una delle guardie giurate in servizio a Barberini Non gli possiamo fare niente noi e nemmeno i militari che sono in stazione. Sono aggressive e sanno di avere l’impunità. E quando chiamiamo polizia e carabinieri dopo poche ore tornano». Proprio la settimana scorsa in un videoreportage del Messaggero.it, gli agenti in borghese della polizia della Capitale hanno fermato sempre alla stazione Barberini tre piccole borseggiatrici. Ma dopo i controlli hanno scoperto che erano state fermate dalla polizia tre ore prima ed erano già tornate in azione sui vagoni.
«Rubano in continuazione racconta un altro vigilante Tra quelli che abbandonano sulle scale mobili e quelli che ritrovano i passeggeri certi giorni arriviamo a raccogliere anche 15 portafogli. E chissà quanti altri ne portano via o buttano nei cestini dei rifiuti qui fuori».
Il coordinatore romano di Forza Italia, Davide Bordoni, ha chiesto al prefetto di convocare un comitato per l’ordine e la sicurezza per affrontare questo scandalo sotto gli occhi di tutti. Ma è rimasta lettera morta.
 
LA VIOLENZA
Erano da poche trascorse le 16,30 quando Maria Assunta è scesa alla stazione della metro Barberini. Quando arriva sulla banchina per prendere il treno verso casa viene subito accerchiata da un gruppo di baby rom. La donna non si lascia intimorire, si fa largo e si allontana sulla banchina urlando di lasciarla in pace. Ma la banda la prende di mira. Le piccole le si riavvicinano e quando la donna cerca di divincolarsi la più piccola le salta addosso e, secondo la ricostruzione degli agenti del commissariato Trevi, la colpisce al volto con un telefono cellulare. Una scarica veloce e violenta. La donna cade a terra in un lago di sangue.
I SOCCORSI
I primi ad intervenire sono i vigilantes. La banda di baby rom riesce a far perdere le sue tracce, tranne la ragazzina di 9 anni che viene fermata. Le guardie giurate chiamano il 118 e la polizia. L’ambulanza trasporta la vittima al pronto soccorso dell’Umberto I. Gli agenti, invece, prendono in consegna la baby rom: difficile stabilirne l’identità (anche perché le piccole si guardano bene dal rivelarla altrimenti viene denunciato il genitore per omesso controllo). Così alla polizia non resta altro che accompagnarla in un centro per l’accoglienza. Strutture dalle quali le piccole nomadi scappano quasi sempre dopo poche ore. Per tornare il giorno in azione arricchendo le loro tasche e distruggendo, furto dopo furto, l’immagine della Capitale.
di Davide Desario
Venerdì 14 Luglio 2017 – Ultimo aggiornamento: 19:26
Aggredito in treno un altro controllore
Sulla Pavia-Mortara è stato accerchiato e spintonato da dieci stranieri senza biglietto. I carabinieri ne hanno fermati sei
leggi anche:
Il capotreno accoltellato a Lodi è di Casatisma, dopo il ricovero è in convalescenza Il sindacato: «Volevano ucciderlo, l’azienda intervenga prima che accada di nuovo»
PAVIA. Ennesima aggressione al personale ferroviario. Dopo il ferimento del capotreno a Lodi, sabato sera un controllore di Trenord è stato accerchiato da una decina di immigrati che viaggiavano sul Pavia-Mortara ma senza biglietto. L’uomo è stato accerchiato e spintonato ma l’intervento di una guardia giurata (uno dei pochi viaggiatori sul treno in quel momento) ha evitato conseguenze peggiori. Sono stati avvisati i carabinieri della stazione di Garlasco che, una volta arrivati in stazione insieme ai colleghi del radiomobile di Vigevano, hanno cercato di bloccare gli immigrati senza biglietto.
 
Sei sono stati identificati e denunciati. Il dipendente di Trenord non ha riportato ferite ma ha sporto ugualmente denuncia dai carabinieri.
 
L’aggressione è avvenuta sabato sera su un convoglio della linea Mortara-Pavia partito da Mortara alle 20.38. A quell’ora sul treno c’erano pochissimi passeggeri. In una carrozza, sembra l’ultima, si sono seduti dieci immigrati e il controllore è passato quasi subito a chiedere i biglietti. Ovviamente si è rivolto anche al gruppetto di extracomunitari. «Non abbiamo niente», ha risposto uno dei ragazzi, “quasi infastidito” racconta la guardia. Il controllore ha spiegato che avrebbero dovuto pagare altrimenti sarebbero dovuti scendere alla fermata successiva.
Nessuna corsa dalle 9 alle 17, salvi i convogli nelle fasce dei pendolari. I sindacati: «L’azienda garantisca la sicurezza»
 
Ecco il racconto della guardia giurata intervenuta a difesa del personale ferroviario. «A Mortara sono saliti dieci stranieri – racconta Emanuele Musumeci, pendolare e dipendente della Due Emme security – che si sono seduti nell’ultima carrozza. Il capotreno ha chiesto i biglietti ma loro erano senza. Gli ha detto di pagare subito oppure di scendere e così loro hanno iniziato ad urlare, accerchiandolo. Aggressione verbale ma c’è stato anche qualche spintone. Vista la situazione siamo andati nella carrozza del macchinista e da lì abbiamo chiamato il 112 che ha mandato un equipaggio radiomobile a Garlasco, dove i carabinieri sono saliti e hanno identificato gli stranieri. Il problema è che il personale ferroviario è sempre più ridotto e anche la Polfer non può essere da tutte le parti. E la sicurezza non è più garantita».
di Adriano Agatti  – 24 luglio 2017
 
(ha collaborato Selvaggia Bovani)
Paura ad Aversa, tentano di rapinare una donna incinta ma vengono massacrati di botte

di Ivan Marino20071028 - ROMA - CRO - RISSA TRA ANTIFRANCHISTI E FEDELI USCITI DA CHIESA S. EUGENIO - Un momento della rissa scoppiata tra gli antifranchisti che manifestavano contro la beatificazione dei 498 martiri del XX secolo in Spagna, cerimonia in corso stamane al Vaticano, e i fedeli che uscivano al termine della messa dalla Chiesa di S. Eugenio in viale delle Belle Arti a Roma. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA/BT / KLD

 
 
CASERTANO. Tentato di rapinare due donne, di cui una incinta al settimo mese, ma vengono messi in fuga da un passante, maestro di arti marziali e lottatore professionista di MMA. E’ successo mercoledì notte, in via Diaz, a pochi passi dalla stazione di Aversa. I due si sono avvicinati, chiedendo una sigaretta, poi, dietro la minaccia di un taglierino, hanno cercato di portare via la borsa. Solo l’immediata reazione della donna ha impedito ai ladri di sottrarla, A quel punto sono subito intervenuti alcuni presenti, ed il maestro di arti marziali che li ha atterrati e immobilizzati, dopo una fuga ed una colluttazione. La polizia, giunta sul posto, ha stretto le manette attorno ai polsi di Adrraman Malq, 39 anni e Racnide Attebsi di 36, condotti in commissariato per l’identificazione e poi in ospedale per essere medicati.
stesso trattamento anche per gli italiani vero?

Obbligo di firma per i nigeriani della violenta rissa in Campo Marzo
Processo per direttissima stamane in Tribunale a Vicenza per i due nigeriani coinvolti nella violenta rissa di Campo Marzo, finita nel sangue in viale Roma, davanti a decine di passanti, sabato alle 18.30.
Si tratta lo ricordiamo di Joshua Igene, 23 anni, irregolare in Italia dopo che la richiesta di asilo politico gli è stata rifiutata nel 2014 a Cosenza (rigettato pure il ricorso), e del connazionale Agho Saturday Raheen, 36 anni (a sinistra nella foto), che nel 2015 ha ricevuto la protezione sussidaria dalla prefettura di Agrigento.
 
Il giudice ha stabilito l’obbligo di presentazione alla P.G. per entrambi.
 
Igene (a destra) tornerà in ospedale perché non ancora ripresosi dalle ferite riportate (25 giorni di prognosi). Per Raheen invece, vi è l’obbligo di presentarsi a firmare.
 
|24 luglio 2017 – 17.48 VICENZA
Stazione Centrale, aggredisce vigilessa: arrestato e scarcerato
Troppo fresco il precedente di Saidou Mamadou Diallo. Troppo simile la dinamica, per fortuna senza feriti gravi anche stavolta
Milano, 22 luglio 2017 – Troppo fresco il precedente di Saidou Mamadou Diallo. Troppo simile la dinamica, per fortuna senza feriti gravi anche stavolta. Aggiungeteci che il fatto è avvenuto ancora nei pressi della Stazione Centrale, ed ecco che la polemica è servita. Ore 21.20 di giovedì, siamo in piazza Luigi di Savoia, a due passi dal luogo in cui tre giorni prima il 28enne guineano rimpatriato a tempo di record ha tentato di accoltellare un poliziotto delle Volanti. Scoppia una rissa tra gli immigrati che di solito bivaccano da quelle parti, ricostruisce il segretario del Sulpm Daniele Vincini: «Da una parte gli afghani, dall’altra i maghrebini». A un tratto, un ragazzo esce dal gruppo e si dirige verso un ristorante che affaccia sulla piazza: è un afghano di 21 anni, irregolare e senza fissa dimora. Entra nel locale, forse per scappare da qualcuno, e si trova davanti il titolare: neanche il tempo di rendersi conto della situazione che l’uomo si becca un pugno in faccia.
L’afghano esce, inseguito dall’aggredito. La scena si sposta in piazza Duca d’Aosta. Il ragazzo prende due bottiglie e ne rompe il collo su un marciapiedi: ora è armato di due cocci e minaccia i passanti che a quell’ora stanno uscendo dalla Galleria delle Carrozze. Il baccano attira l’attenzione di tre agenti della polizia locale in forza al Nucleo tutela trasporto pubblico (Nttp) in servizio proprio davanti alla Centrale. I ghisa provano a rabbonire l’afghano, ma lui di tutta risposta si avventa su uno di loro, l’unica donna della pattuglia, mirando al volto. La vigilessa riesce a schivare il colpo con uno scatto, consentendo così ai due colleghi di bloccare e ammanettare il 21enne. L’accusa: tentato omicidio.
Accusa che cade la mattina dopo, nell’aula delle direttissime: il giudice la derubrica a minaccia aggravata, disponendo l’immediata scarcerazione. In attesa del processo, che si terrà a ottobre. Sull’afghano, riferisce Vincini, pende pure un ordine di espulsione risalente a un paio d’anni fa. «Prendiamo atto delle decisioni della magistratura – attacca il leader della sigla maggioritaria tra i vigili milanese – ma a questo punto torniamo a chiedere con maggior forza più tutele per gli operatori in strada: la nostra collega ha rischiato di essere ferita gravemente, non è più accettabile una situazione del genere».
di NICOLA PALMA Pubblicato il 22 luglio 2017
Giovane si masturba in spiaggia. Cinque persone contuse per bloccarlo
FERMO – Ne ha combinate di tutti i colori il giovane giamaicano bloccato a Marina Palmense dalla polizia perchè si stava masturbando sulla spiaggia. Il ragazzo si è scagliato contro due agenti e tre addetti alla sicurezza in spiaggia, tutti costretti a ricorrere alle cure mediche. Ma già la sera prima si era reso protagonista anche di una aggressione contro un altro addetto alla sicurezza nei pressi del tendone in prossimità del luogo dove si sta svolgendo il Bababoom Festival.
 
II 113 ha ricevuto una segnalazione di alcuni bagnanti circa la presenza di un giovane intento a masturbarsi sul litorale di Marina Palmense. I poliziotti, arrivati sul posto, hanno notato un giovane di colore che stava scappando inseguito da tre bagnini. Gli agenti sono intervenuti bloccando il ragazzo in fuga che però dava in escandescenza scagliandosi contro le divise. Poi ha cercato nuovamente di darsi alla fuga verso il mare ma è stato di nuovo bloccato dai poliziotti che, nell’occasione hanno riportato delle lesioni.
 
Terminato l’intervento in spiaggia è stato accompagnato in commissariato dove è stato chiamato anche il personale sanitario per via delle condizioni psichiche particolarmente critiche del giovane. Dopo le prime cure e prima di essere accompagnato in ospedale, dove, poi, è stato ricoverato nel reparto psichiatrico, il ragazzo è stato comunque fotosegnalato.  In quella circostanza ha fornito generalità diverse da quelle reali. Infatti, si tratta di un ragazzo nato a Reggio Emilia dove risiede, di cittadinanza giamaicana. Ma già la sera precedente il commissariato è stato interessato da alcune segnalazioni riguardanti un ragazzo che, particolarmente agitato, stava creando fastidio nei pressi del tendone dove si sta svolgendo il Bababoom Festival. Verso le 3.30 gli agenti sono intervenuti sul lungomare di Marina Palmense per sedare una lite. I poliziotti sono stati subito avvicinati dall’addetto alla sicurezza alla manifestazione che ha riferito di essere stato colpito al volto da un giovane di colore.
Sabato 22 Luglio 2017, 18:59 – Ultimo aggiornamento: 23-07-2017 10:05